| Giaccio ai piedi del Suo letto Sotto me un giaciglio spoglio In silenzio io che aspetto Il Suo prim, del dì, "Voglio"
Imperiosa Lei si è scossa, Dal Suo letto assai reale "Voglio il caffé, datti una mossa" "Sì Signora, Essere speciale"
E correndo in modo buffo In cucina ad armeggiare Mezzo nudo, tipo puffo C'è un caffé da preparare
E speriamo lo gradisca Zuccherato e un po' ristretto Prima che la pazienza finisca Mi precipito al Suo cospetto
Ed a letto Lei è seduta Già con aria spazientita Tanto che in viso mi sputa E dileggia la mia vita:
"Dammi qua, brutto imbecille Prega pure che sia buono O i colpi saran mille Sulla schiena ne udirai il suono"
Ed io tremo lì in attesa Di un Suo celere riscontro Mentre un piede adesso pesa Sul mio petto sempre pronto
"Mettimi le ciabattine Il mio tempo non va sprecato La fortuna oggi ti è affine, Il caffè è profumato"
E mi sento sollevato Dal peso del giudizio Però sono concentrato Sul prosieguo del supplizio
"Quattro zampe, brutto cane Qua i tempi sono corti Sai, servirmi è il tuo pane Ora tu in bagno mi porti"
E di peso S'è seduta Sulla spalla martoriata Da lassù ancora sputa Sulla nuca depilata
"Ecco qua, la tua doccia Sei un cane fortunato La saliva sulla capoccia Solo a te, privilegiato!"
E Le mostro gratitudine "Grazie, Mia Signora adorata" Il Suo peso, un'incudine Mentre la porto in passeggiata
Arrivati dentro il bagno Bella e forte Lei ha ordinato Mentre io, come un ragno Sul tappeto mi son spalmato
"Ora io mi lavo i denti Tu in silenzio ed occhi bassi Dalle orecchie tu ci senti? Fai così o mi paghi i passi"
E i dentini si nettava Che meraviglia di creatura Pur non guardandola, si capiva La beltà della Sua natura
"Adesso occhi in su Devo sputare Ehi tu! Mi stai ad ascoltare?"
Che idiota, ero assorto Nei pensieri miei di schiavo E a Lei sembravo morto Mentre ai Suoi ordini mancavo
"Voglia perdonarmi, Suprema Signora Sono solo un povero cretino Non esiti, sputi ora Nel suo umano lavandino"
E così avevo ingoiato Scarti di una igiene orale Mai prima ho mangiato Un qualcosa di così speciale
"Bene ora, sai il da farsi Fumo una sigaretta" Questo disse, prima di recarsi Verso la finestra aperta
E io sapevo, cosa fare Quale ordine rispettare Con la lingua stimolare Il Suo ano ad evacuare
Ogni giorno ciò mi tocca Questo rito mattutino La mia lingua sì, La sblocca Le addolcisce l'intestino
Ed in un battere d'occhio Anche oggi ha funzionato "Togliti da qui, pidocchio e rimani qui sdraiato"
E poggiandomi i piedi addosso Come io fossi un tappeto Non mi sento neanche scosso All'udire di un Suo peto
Ma la cacca ancor non esce Povera Principessa costipata In compenso le riesce Una calda e abbondante pisciata
"Ora in men che non si dica Prima ch'io continui l'atto Pulisci tutta la mia fica E torna sotto, squallido ratto"
Ed allora m'ero alzato Sollevando il mio bacino La vagina avevo nettato Per tornare poi supino
E in silenzio religioso Ad attendere il Suo frutto Un rumore forte è esploso Suon soave, giammai brutto
Finalmente Lei l'ha fatta Quanto sono sollevato E' abbondante, che cagata! "Mia Signora, son onorato"
"Sì vabbe, quante parole Vuoi che il mio autobus parta? Queste chiappe non si puliran da sole Ora tu fammi da carta"
Ed allora questo animale Spesso cane, a volte mulo Cerca strada verso l'ano regale Per pulirLe bene il culo
Quale onore, qual privilegio Quando la lingua mia si insozza Nel donarLe il mio servigio Mentre il fiato mio si mozza
"Non respiri? Non annusi? Coglione, la vista aguzza Sopporta i miei soprusi E pulisci malgrado la puzza"
Ed è questa l'esistenza Alla quale son relegato Non saprei più stare senza Al mio rito di segregato
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