Ieri per me e la mia fidanzata/padrona è stato un giorno speciale: festeggiavamo un evento..
Quest’anno, però, festeggiamo in modo un po’ insolito.
Passo a prenderla verso le 20:30 con già indosso la mia gabbia di castità, le cedo entrambi le chiavi del lucchetto che lei appende ad una collanina che porta al collo e andiamo a cena.
Mangiamo e beviamo vino, durante la cena parliamo del più e del meno e non mancano frecciatine volte a sottolineare la mia posizione da cane sottomesso nonché frasi volte a farmi eccitare con conseguente erezione negata dalla gabbia.
La cena è quasi finita e prima di pagare decido di andare in bagno. Ma la padrona me lo nega: vuole decidere solo e soltanto lei l’uso che deve essere fatto del mio pene.
Usciti dal ristorante mi ordina di leccarle le gambe coperte da calze nere velate mentre fuma e poi mi ordina di andare verso le campagne, dove avrei fatto la pipì come un cane.
Arrivati in campagna tolgo scarpe, mutande e pantaloni e cerco di fare la pipì, ma senza riuscirci al 100% in quanto la mia ragazza mi gironzola intorno baciandomi spesso anche il culo.
Alla fine scocciata mi tira 4-5 schiaffi sui testicoli avvolti dall’anello che sorregge la gabbia, mi fa rivestire e mi ordina di leccarle la figa mentre lei si mette a pecora sulla mia auto.
Inizio a leccare ma dopo poco sono costretto a chiederle di smettere, in quanto il dolore dovuto alla forte erezione negata si faceva insostenibile.
Ci spostiamo e andiamo in un bar a prendere un dolce, passeggiamo ed in una strada ci sediamo e mentre lei parla io sono in ginocchio sul pavimento ad ascoltarla.
La serata giunge al termine e ci avviamo verso la macchina per fare rientro a casa. Finalmente mi viene tolta la gabbia, ma la tortura non è finita: la mia fidanzata inizia a toccarmi il pene fermandosi sempre quando sente che sto per venire o comunque fermandosi quando io le dico di essere quasi al punto di non ritorno.
L’eccitazione è alle stelle, le chiedo il permesso di baciarle i piedi ma me lo nega più volte, mentre continua a torturami l’uccello e i testicoli. Alla fine decide di togliersi le scarpe, ma avendo notato la mia forte voglia di baciarle i piedi mi dice che posso soltanto guardarli e ammirarli, senza toccarli. Apre a quindi le gambe e mi ordina di toccarle la figa.. io lo faccio e lei viene.
Lei è rilassata e soddisfatta, io tormentato, impotente e distrutto psicologicamente.
Prima di andar via però mi concede il mio premio. Il premio non è però venire e liberare i testicoli gonfi, tenendo presente che ero in castità anche nei giorni precedenti, ma mi concede di baciarle i piedi.
Prima qualche bacio, poi posso anche leccarli.
Mi sento finalmente al mio posto.
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