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Racconti fantascientifici di Primo Levi, Racconti che hanno il pregio di essere brevi e brucianti

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view post Posted on 14/8/2021, 19:42     +2   +1   -1

Luminare BDSM

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Racconti fantascientifici di Primo Levi

Non c'è la solennità delle "novelle per un anno" di Pirandello, ma è come se anticipassero la vita futura (per questo motivo detti fantascientifici).

Sono delicate nello svolgimento. Faccio copia-incolla di una di esse.

Protezione

Protezione
Marta finí di rassettare la cucina, mise in funzione la lavatrice, poi accese una sigaretta e
si stese sulla poltrona, seguendo distrattamentela televisione attraverso la fenditura della
visiera. Nella camera accanto Giulio era silenzioso: stava probabilmente studiando, o
scrivendo il compito di scuola. Da oltre il corridoio giungevano a intervalli i fragori
rassicuranti di Luciano, che giocava con un amico.
Era l'ora della pubblicità: sullo schermo, straccamente, si susseguivano incitamenti,
consigli, lusinghe: comprate solo aperitivo Alfa, solo gelati Beta; comprate solo lucido Gamma per tutti i metalli; solo elmi Delta, dentifricio Epsilon, abiti fatti Zeta, olio Eta inodoro per le vostre giunture, vino Teta ... Nonostante la posizione disagiata e la corazza che le dava noia alle anche, Marta finí coll'addormentarsi, ma sognò di dormire coricata sulle scale di casa, per traverso, mentre accanto la gente saliva e scendeva senza curarsi di lei. Si svegliò allo sferragliare di Enrico sul pianerottolo: non si sbagliava mai, era fiera di riconoscere il suo passo da quello di tutti gli altri inquilini. Quando fu entrato, Marta si affrettò a rimandare a casa l'amico di Luciano, e apparecchiò la tavola per la cena. Faceva caldo, e del resto il telegiornale aveva annunciato che la pioggia di micrometeoriti attraversava un periodo di scarsa attività: perciò Enrico sollevò la visiera, e
gli altri lo imitarono. Cosí era anche piú agevole portare il cibo alla bocca, invece che attraverso la piccola valvola stellare che si sporcava sempre e poi puzzava.
Enrico interruppe la lettura del giornale per annunciare: - Ho incontrato Roberto sulla metropolitana: era un pezzo che non ci vedevamo. Verrà stasera con Elena a trovarci.
Arrivarono verso le dieci, quando già i ragazzi erano a letto. Elena portava uno splendido completo in acciaio AISI 304, con saldature ad argon quasi invisibili e graziosi bulloncini a testa fresata; Roberto, invece, indossava una corazza leggera, di modello inusitato, flangiata lungo i fianchi e singolarmente poco rumorosa:
- Me la sono comperata a marzo, in Inghilterra: sí, sí, è inossidabile, tiene benissimo la pioggia, ha tutte le guarnizioni in neoprene, e si mette e si toglie in non piú di un quarto d'ora.
- Quanto pesa? - chiese Enrico, senza molto interesse.
Roberto rise, senza imbarazzo. - Già, è qui il punto debole. Sapete bene, si tende all'unificazione, qui nel Mercato Comune ci siamo già arrivati, ma laggiú, per quanto
riguarda i pesi e le misure, sono sempre indietro di qualche passo. Pesa sei chili e
ottocento: le mancano solo duecento grammi per essere in regola, ma vedrete che nessuno
se ne accorgerà; o magari, tanto per la legalità, mi farò riportare un pochino di piombo qui
dietro il collo, dove non si vede. A parte questo, tutti gli spessori sono in ordine, e ad ogni buon
conto mi porto sempre dietro il certificato d'origine e il disegno quotato, in questa
fenditura accanto alla targa. Vedete? è fatta apposta: è una di quelle piccole idee che
rendono facile la vita. Gli inglesi sono gente pratica.
Marta non poté fare a meno di lanciare un' occhiata di sfuggita alla corazza di Enrico: lui
no, poveretto, non sarebbe mai andato a fare acquisti a Londra. Portava ancora la vecchia
armatura in lamiera zincata dentro la quale, tanti anni prima, lei lo aveva conosciuto:
decorosa, certo, senza un briciolo di ruggine, ma che fatica per la manutenzione! E poi, la
lubrificazione: non meno di sedici ingrassatori Stauffer, di cui quattro ben fuori mano, e guai a saltarne uno o a saltare una domenica, se no strideva come un fantasma di Scozia; anche, guai a esagerare, o altrimenti lasciava il segno su tutte le sedie e le poltrone come una lumaca.
Ma Enrico sembrava che non se ne accorgesse: diceva di sentircisi affezionato, e parlargli di
cambiare era un'impresa disperata, anche se, pensava Marta, si trovano adesso degli
equipaggiamenti in regola con la legge, pratici, quasi eleganti, e che se li paghi a rate non te ne accorgi neanche.
Sbirciò la propria immagine, riflessa nella specchiera. Anche lei non era il tipo di donna
che passa la giornata dall'estetista e dal parrucchiere, eppure rinnovare un poco il suo
guardaroba le avrebbe fatto piacere, non c'era dubbio: in fondo si sentiva ancora giovane,
anche se Giulio aveva ormai sedici anni. Marta seguiva distrattamente la conversazione.
Roberto era di gran lunga il piú brillante dei quattro: viaggiava molto e aveva sempre
qualcosa di nuovo da raccontare. Marta notò con piacere che cercava di incontrare il suo
sguardo: un piacere puramente retrospettivo, perché quella loro faccenda era ormai vecchia di dieci anni, e a lei non sarebbe piú successo niente, lo sapeva, né con lui né con altri. Un
capitolo chiuso: se non per altre ragioni, almeno per via di quella fastidiosa faccenda della
protezione obbligatoria, per cui uno non sapeva mai se aveva a che fare con un vecchio o con un giovane, con un bello o con un brutto, e tutti gli incontri si limitavano ad una voce e al balenare di uno sguardo cose già note si va sul sicuro e si evitano quei buchi di silenzio che dànno tanto disagio.
- lo però - disse Elena, - devo dire che nella corazza ci sto bene. Non è che io lo abbia letto
sui giornali femminili: ci sto bene proprio, come si sta bene a casa.
- Ci stai bene perché la tua corazza è bella: anzi, scusa se non te l'ho detto ancora, ma è
una meraviglia, - disse Marta con sincerità. - Non ne ho mai vista una cosí ben disegnata:
sembra proprio fatta su misura.
Roberto si schiarí la voce, e Marta comprese di avere commesso una gaffe, anche se non
tanto grave. Elena rise, con indulgente sicurezza: - Lo è, fatta su misura! - Volse uno
sguardo riconoscente a Roberto, e aggiunse: - Lui, sai, ha certe conoscenze nell'ambiente dei carrozzieri di Torino ... Ma non è per questo che dicevo di starei bene dentro: starei bene in qualunque corazza. Alla storia degli MM ci credo poco, anzi niente, e sentire che è tutta una montatura per fare guadagnare soldi alla Generai Motors mi fa venire una gran rabbia, eppure ... eppure sto bene con e male senza, e come me ce ne sono tanti, ve lo posso assicurare.
- Non prova nulla, - disse Marta. - Hanno creato un bisogno. Non è il primo caso: sono
molto bravi a creare bisogni.
- Non credo che il mio sia un bisogno artificiale: se fosse cosí, chissà quanta gente ci
sarebbe che si fa sorprendere senza corazza, o con una corazza non regolamentare; anzi, non avrebbero neppure votato la legge, o la gente avrebbe fatto una rivoluzione. Invece io ... è un
fatto: io mi ci sento ... come dire? - Snug, - intervenne Roberto, ironico: per lui non doveva essere un discorso nuovo.
- Come? - fece Enrico.
- As snug as a bugin a rug. È difficile da tradurre, e in fondo a una visiera. Lei non aveva
mai capito come una legge cosí assurda avesse potuto essere votata: eppure Enrico le aveva spiegato piú volte che i micrometeoriti erano un pericolo vero, tangibile, che da vent'anni la Terra ne stava attraversando uno sciame, e che bastava uno solo ad uccidere una persona, penetrandola in un istante da parte a parte. Si riscosse accorgendosi che Roberto stava proprio parlando di quell'argomento:
- Anche voi ci credete? Beh, se leggete sempre e soltanto "L'Araldo" non c'è da stupirsi,
ma ragionateci sopra, e vi accorgerete che è tutta una montatura. I casi di "morte dal cielo", come si dice adesso, sono pochi in misura ridicola, non piú di venti veramente accertati.
Gli altri sono emboli o infarti o altri accidenti. - Ma come! - disse Enrico: - Solo la settimana scorsa si è letto di quel ministro francese che era uscito per un attimo sul balcone senza armatura …
- È tutta una montatura, vi dico. L'infarto è sempre piú frequente, ed è un'istituzione che
non serve a nessuno: in regime di pieno impiego, hanno semplicemente cercato di
utilizzarlo, è tutto qui. Se chi gli tocca non ha corazza, è stato un MM, un micrometeorite, e si trova sempre il perito settore compiacente; se la corazza c'è, allora resta un infarto, e nessuno ci fa caso.
- E tutti i giornali si prestano?
- Tutti no: ma sapete bene com'è, il mercato dell'auto è saturo, e le linee di montaggio sono
sacre: non si possono fermare. Allora si convince la gente a portare corazze, e si mette
in prigione chi non obbedisce.
Non erano novità: erano considerazioni che Marta aveva già sentite, e anche piú di una
volta, ma si sa bene che spesso anche tipi b~il1anti come Roberto si trovano a corto di
argomenti, e del resto, a ripetere anche un po' offensivo: ma non tutti i bugs sono scarafaggi.
- Ad ogni modo, - riprese Elena, - per me è cosí: mi ci trovo snug come uno scarafaggio in
un tappeto. Mi sento protetta come in una fortezza, e alla sera quando vado a letto me la
tolgo malvolentieri.
- Protetta contro che cosa?
- Non so: contro tutto. Contro gli uomini, il vento, il sole e la pioggia. Contro lo smog e
l'aria contaminata e le scorie radioattive. Contro il destino e contro tutte le cose che non si
vedono e non si prevedono. Contro i cattivi pensieri e contro le malattie e contro 1'avvenire
e contro me stessa. Se non avessero fatto quella legge, credo che mi sarei comperata una
corazza lo stesso.
Il discorso stava prendendo una piega pericolosa: Marta se ne accorse, e lo ricondusse
in acque piú tranquille narrando la storia del professore di Giulio, il quale era cosí avaro che,
piuttosto di gettare via la sua armatura tutta arrugginita, l'aveva verniciata col minio di
dentro e di fuori e si era presa una intossicazione da piombo. Poi Enrico raccontò il
caso di quel carpentiere di Lodi che aveva preso molta pioggia, i bulloni gli si erano bloccati, e lui aveva un appuntamento, e la ragazza gli aveva tagliato addosso la corazza col cannello
ossidrico e l'aveva mandato all'ospedale.
Infine si salutarono: Roberto si sfilò il guanto ferrato per stringere la mano nuda di Marta, e
Marta provò un piacere intenso e breve che la riempi di una tristezza grigia, luminosa, non
dolorosa: questa tristezza le rimase addosso a lungo, le tenne compagnia dentro la sua
corazza, e l'aiutò a vivere per parecchi giorni.

La storia si ripete: anche nella Bibbia, mi pare nel Deuteromomio, ci sono riferimenti finanziari del tutto simili alla situazione debitoria dello Stato italiano e dell'UE, simili solo perchè la natura umana è sempre la stessa, sia che le transazioni si facciano in contanti o in metalli preziosi, sia per via elettronica. Nessuna predizione e nessuna allusione, se non uno sguardo alla STORIA, poco studiata
 
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