Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Virtualmente tuo, con ossequi ciao.

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view post Posted on 2/4/2020, 16:39     +1   +1   -1

GPI

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Chiuso in un buco dimenticato da Dio e dagli uomini. O forse sarebbe meglio dire da Allah e dagli uomini, visto il posto.
Stravaccato sul letto, in legno, stile arabo anni '70, lo sguardo corre all' armadio, coordinato con il letto, con le ante a scorrimento, di cui una aperta. Tutto sembra più vecchio di quello che è, dato che tutto è segnato e rovinato. D'altronde ho visto all'opera il ragazzo che si occupa, si fa per dire, delle pulizie. Anche dopo attenta osservazione non capisco come possa scalfire la mobilia con il manico dello scopettone o del piumino e lasciar intonsa la gran parte della sporcizia.
Guardo con occhio torvo la bottiglia di grappa barricata che si intravvede sul fondo dell'armadio.
È inesorabilmente vuota.
Lo so.
L'ho seccata io, ieri sera.
Dovevo fermarmi un mese in questo posto, che definire di quella materia che piace tanto a chi fa scat, sarebbe fargli un complimento; previdentemente avevo contrabbandato in valigia un paio di bottiglie di grappa invecchiata che mi avevano regalato a Natale.

I mesi sono diventati due.

Questo era prevedibile. Da lì le due bottiglie.

Poi, a seguito della solita frase che dicono i project manager, che tutte le sere alle cinque tornano a casa dalla propria famiglia, "possiamo dire di no alla richiesta di un cliente pagante?", erano diventati tre, visto che nel frattempo chi mi avrebbe dovuto sostituire era impossibilitato a partire

Ora rischiano di diventare sei, grazie a questo carognavirus che ha bloccato tutto. Nell'ultimo periodo, capito l'andazzo, ho centellinato la grappa all'inverosimile, ma prima o poi, come tutte le cose belle, è finita.
Ho finito anche le mutande, le calze e le magliette, letteralmente disintegrate dall' aggressiva lavanderia dell'hotel, che non lesina su temperatura dell'acqua e sull' abrasività del detersivo. Ma quello non è un problema: si trovano in giro. Magari non belle come le mie, ma si trovano. Finora le ho rammendate all'inverosimile: il kit da cucito è offerto gentilmente dall'albergo. L'ago è un po' arrugginito e la mancanza di un ditale si fa sentire, ma fa il suo dovere.
I jeans che uso sono all'ultima moda: usurati e strappati. Non che fossero nuovi quando sono arrivato qui, ma di certo non erano così conciati.

Il mio vero problema è l'alcol, che non si trova. Proibitissimo. Neppure una birra. Per trovarla devi farti 200 km.
In compenso ci si inebria con tutte le peggiori bibite gassate, vero e proprio toccasana per la salute.

È scoppiata anche la moda dei centrifugati fatti al momento, le strade sono piene di questi negozietti e carrettini che prendono la frutta che gli indichi e te la infilano in quelle che, una volta, erano lucide macchine d'acciaio ed ora opache, gibollate e non troppo pulite, forse ripensano con nostalgia agli antichi splendori.
Proibito avvicinarsi.
Qui non per ragioni religiose, ma igieniche.
La frutta viene inserita dopo una sommaria sciacquata, a volte neppure in acqua corrente. Un collega tedesco, giovane ed inesperto, che si è azzardato, ha trascorso due giorni di passione seduto sul classico trono.

Oggi è giovedì sera. Grande festa, come nei paesi cristiani, il sabato. Di solito, almeno. Oggi no. Tutti tappati in casa. O almeno, così dovrebbe essere, visto che nelle strade c'è il solito caos di macchine vecchie e scassate e di imitazioni indiane di moto Guzzi. Chiusi tutti i ristoranti...cosa andrà a fare la gente in giro? Tutti allegri e schiamazzanti, compresa l'allegra famigliola sulla moto: padre, madre e due bambini. Scena che in Italia vedi solo a Napoli ed in alcuni quartieri di periferia di Milano. L'unica differenza è nella postura della donna: qui ha le gambe dallo stesso lato del sedile e non mastica sguaiatamente una gomma. O se lo fa, essendo coperta, non le si vedono le tonsille.
Che poi, anche nei periodi normali, che diavolo avranno da essere allegri il giovedì sera che manco ti puoi fare una birra in compagnia e che le donne sono tutte coperte, lo sanno solo loro.
Io di solito, il giovedì sera sono felice, come lo sono tutti gli altri giorni: in una scala empirica, direi come l'agnello a Pasqua. Non ne posso più.

La serrata c'è, anche se qui ufficialmente, il carognavirus non esiste. L' aeroporto più vicino è a cinquecento chilometri, ma potrebbero essere anche cinquecento metri senza che cambi la sostanza: voli bloccati.

Il ristorante dell'albergo ti porta la cena in camera. Puoi scegliere: riso con dentro spaghetti spezzettati e kofta, riso con dentro spaghetti spezzettati e pollo kebab, riso con dentro, indovinate un po'? Esatto! Spaghetti spezzettati e agnello kebab. Tutto rigorosamente speziato orientale.
Se non ti va, puoi rinunciare al riso.
Ma il momento è tragico ed un po' di riso ci vuole. Sarà per questo che a mezzodì il pasto è sempre riso con dentro gli immancabili spaghetti spezzettati e kofta.
Puoi scegliere solo la bibita...visto che te la paghi. Di compreso infatti c'è solo l'acqua. E non è roba da poco, considerando che costa più della benzina.

La mia stanza poi è ottima, nel caso vogliate affumicarci un salmone. Non si spiegherebbe altrimenti la scelta di aver messo lo scarico della cappa fumaria del ristorante in modo che il vento prevalente faccia sì che detta stanza sia investita perennemente dal fumo unto.

I primi giorni lavavo io nel lavandino, stendevo sul balcone e la mattina dopo mi ritrovavo con le magliette che, non appena indossate, mi davano un appetibile profumo di affumicato. Giocoforza sono diventato fedele cliente della lavanderia dell'albergo.
Risultato? Ora mi ritrovo con il settanta per cento di mutande lise o con l'elastico spaccato e le magliette che da nere opache sono diventate grigio chiaro e trasparenti. Ma come dicevo, questo non è un problema. Anche integrare la dieta con dolcetti deliziosi o del buon pane, accompagnato dall' harissa o dalla taina non è difficile. Ma l'alcol e le sessioni me le sogno.

Per fortuna almeno la vpn funziona e non vengo censurato.

Rispolvero dalla memoria un vecchio indirizzo di un sito che avevo usato...cavolo sono già passati quasi otto anni.

Faccio un rapido giro delle ragazze nella sezione fetish. Molte sono quasi le stesse di otto anni fa. Quasi. Perché per alcune gli anni in più non sono stati galantuomini e le hanno rovinate profondamente.

La tipa che ho intenzione di contattare era già matura la prima volta che usai il servizio e di certo non è ringiovanita. Non mi dispiace essere dominato da una donna matura ma ancora piacente, anzi.
È seduta su un divano in pelle nera, alle spalle una parete rossa con appese fruste, flagelli, manette, gag-ball e catename vario. Sul tavolino nero accanto al bracciolo del divano fanno bella mostra una serie di dildi, uno strapon gigante ed una serie di plug.
Lei ha i capelli neri, medi, pettinati indietro in una pettinatura austera da mistress tedesca. Gli occhi sono azzurri, evidenziati dal trucco pesante, sembrano quelli di una tigre.
Il rossetto è rosso intenso. I denti sembrano rifatti.
Il profilo dice che ha quarant'anni , ma mentiva in tal modo già otto anni fa. Direi che 55 anni è una stima appropriata.
L'abito è di pelle, aderente, con generosa scollatura per evidenziare il seno: d'altro canto, quando spendi per la chirurgia plastica, lo devi mettere in mostra.
L'abito termina in una minigonna molto corta. Le gambe, chilometriche, sono spettacolari e senza calze. Ai piedi degli stivaletti neri, tipo polacchino, con tacco vertiginoso in acciaio, sottilissimo.
Mi piacerebbe sentirlo dal vero sui miei capezzoli quel tacco.

Tramite carta di credito faccio un sostanzioso acquisto di crediti...perdonate il gioco di parole, ma si vergognano a dire che ogni minuto costa 2,99 dollari e quindi li chiamano crediti. E pazienza se un credito ti costa un dollaro.

La carampana si ricorda ancora di me...o più probabilmente il sw gli dice l'ultima volta che mi sono collegato e cosa ho fatto.
Ho scelto lei non solo perché mi piace e fa davvero BDSM, come ufficialmente tutte le lavoranti li, ma anche perché parla italiano.
Scrivo nell'apposita casellina un laconico "ciao"
Vedo lei che guarda in camera e poi digita velocemente:
"Ciao, Vtx, come stai? "
"Bene e tu?" In una parvenza di dialogo che non si era mai interrotto.
"Alla grande. Che cosa ti piace fare? Ti piace ancora il T&D? Ed il cum eating? Ed il CBT?"
Alla faccia della privacy. Questa si è annotata tutto.
Ogni volta che digita si sente un rumore di tasti premuti impressionante, sembra una mitragliatrice.
"Si".
"Andiamo in pvt?"
Vado in pvt.
Il mio animo sparagnino immediatamente visualizza l'immagine di un vecchio taxi giallo americano, quello di un film, di cui non ricordo il titolo, con Bud Spencer e Carol Alt nelle parti di una bella diavolessa a cui tante ne ho dedicate da giovane.
Ma in questo momento non penso a Carol Alt. Ma ad un obsoleto tassametro ad ingranaggi con i numeri che scorrono inesorabili.

"Hai del dentifricio e lo spazzolino?"
"Si".
"Perfetto. Un laccio della scarpa lungo?"
Saccheggio la scarpa da tennis nuova e lo mostro.
"Era meglio più lungo ma lo faremo bastare"
"Cotton fioc ed alcol?"
Che fai, infierisci? Ah, Maramaldo, tu uccidi un uomo morto.
"Cotton fioc si, alcol no". E scuoto tristemente la testa
"Colluttorio a base alcolica?"
"Uhm, 'spetta che controllo...no".
"Hai qualche giocattolo con te? Dildi, pinze per capezzoli etc.?"
Scuoto la testa nel classico gesto del no.
"Va bene, prendi la cintura dei pantaloni e fammela vedere".
Mi eclisso e ritorno dopo pochi secondi.
"Eccola". È di cuoio, pesante.
La vede e sorride:"Uhm, quella si che è bella. Visto che sei già senza pantaloni, togliti anche le mutande."
Eseguo e le mostro la mia splendida erezione.
"Bello, ma non mi interessa. Girati e fammi vedere il culo. Ottimo. Adesso usa la cintura per darti dieci colpi sulle natiche. Voglio sentire il rumore bello forte e vedere il sedere rosso".
"Si padrona" ed eseguo.
Il primo colpo me lo do leggero.
"Più forte. Voglio vederti sussultare quando ti colpisci. Svelto!".
Eseguo ed esagero un po' il sussulto.
"Bravo. Altri otto così. E guarda che se il sedere non è rosso, te ne prendi altri dieci".
Ad ogni colpo lei mi loda e mi incita a continuare ed a colpirmi più forte.
Alla fine ho davvero il sedere un po' arrossato e che mi brucia.
"Peccato che tu non venga qui da me dal vivo. Altrimenti vedresti che belle frustate ti avrei dato, non quei colpetti. Adesso staresti piangendo".
Anche l'altra volta lei si vantava di fare sessioni reali e mi aveva invitato ad andare a trovarla. Dice anche che periodicamente viene a Milano, ma io non ho mai visto un suo annuncio. Non penso sia vero quello che dice, tanto per usare un eufemismo.
Peccato perché fisicamente è il mio ideale, con quelle gambe chilometriche.
"La punizione è per non avere un cazzo. Adesso esci, vai a comperare dell'alcol o del colluttorio a base alcolica, un cetriolo ed una carota non troppo piccoli. E se non li hai, almeno una scatola di preservativi e del lubrificante a base acqua."
Le dico che quelli li ho.
"Peccato, altrimenti ti avrei fatto comperare quelli stimolanti per lei, che mi diverto di più. Anche il lubrificante?"
No, devo comperare anche quello. Meglio, se lo trovo, quello ad effetto freddo. Così mi dice. So già che non lo troverò. Provato una volta, non mi era piaciuto per niente.
"Ah, prendi anche degli stecchini di legno, degli elastichini e delle mollette per stendere il bucato. Meglio se di legno."
Chiudo la comunicazione.
Il tassametro si ferma.

Come fosse facile in quel posto.
Trovare degli elastici, intendo.
Per fortuna il supermercato familiare è aperto fino a tarda sera.

Alla fine mi sono procurato delle mollette di plastica, degli stecchini, un colluttorio a base alcolica, una carotina ed un cetriolo non troppo grossi, visto che immagino dove finiranno.

Ho sempre odiato il virtuale. Ma che vi devo dire, dopo quasi tre mesi...proviamo. Mal che vada butto nel cesso un centinaio di dollari.Non che ne sia contento ma, bisogna pur correre un minimo di rischio nella vita.

Mi ricollego. Cribbio è in chat privata con un altro utente.

Mentre aspetto mi faccio un giro e decido di provare a chattare con un' altra che ha un'immagine strafiga.
In effetti è una bellissima ragazza, anch'essa sul classico divano di pelle nera, ma alle spalle ha una carta da parati a righe verticali in due tonalità di blu. Capelli biondi, lunghi, occhi verdi,labbra con un rossetto sul mattone chiaro estremente lucido. Quelle labbra con quel broncino che viene voglia di baciare. Purtroppo la sua aria un po' annoiata ed i toni delle risposte mi trattengono dall'approfondire oltre.

Nel frattempo la mia prediletta si è liberata.

La chiamo e andiamo subito in pvt. Ed io, da buon tirchio, mi vedo già davanti agli occhi il tassametro che corre. Questa volta è di un taxi bianco, moderno. Quello guidato dal classico tassista che sembra la caricatura del milanese imbruttito.

Sarà per questo che non mi piace il virtuale? E perché non mi capita nel reale?

Ha in mano un dildo color carne che riproduce nei minimi dettagli l'organo maschile, di quelli con le palle alla base. Nell'altra mano ha una corda, di quelle da pacchi.

Le mostro quello che ho trovato.
Non è soddisfatta della grandezza della carota e del cetriolo. Penso un bell' ecchissenefrega, il sedere è mio e non ho alcuna intenzione di procurarmi danni.

"Adesso ti leggi strette le palline come ti faccio vedere io"
"Si padrona"
Seguo le istruzioni.
"Tira bene, voglio vederle ben separate. Tira bene quella corda".
Eseguo fino ad un certo punto.
"Bene adesso prendi il dentifricio e mettine un bel po' sulla cappella".
Quando è soddisfatta della quantità depositata mi dice di spalmarlo bene su tutta la cappella e sull'asta, sputando sulla mano se necessario.
"Sputa sulla mano e segati. Bene, bravo così. Senti niente?"
"Brucia un po' padrona"
"Esatto. Adesso prendi lo spazzolino e spazzolati la cappella, specie dove c'è l'uretra. Con forza, schiaccia bene. Brucia?"
"Oh, si padrona, brucia tanto".
"Ah, bene. Non è che stai venendo, vero?"
"In effetti...se vado avanti così...padrona non resisto".
"Fermati!"
"Mettiti le mollette sui capezzoli e schiacciare bene".
Quando è soddisfatta mi indica di giocarci e di dargli delle schicchere e mima il movimento con pollice e indice, come quello che si usa da bambini per colpire le biglie.
"Prendile bene, falle saltare via".
Nella foga del momento tiro un bel colpo ad una che salta via.
Caccio un urlo di dolore.
Lei intanto si è liberata della gonna e si tocca le parti intime con la mano. Vedo suo dito indice che entra ed esce e fa su e giù.
"Bravo, anche l'altra" mi dice con voce alterata dal piacere mentre si passa la lingua sulle labbra.
Un premio Oscar mancato.
Faccio saltare anche l'altra, cercando di farmi meno male possibile, ma comunque accentuo anch'io l'urlo di dolore. Chissà, magari riesco ad essere sul palco degli Oscar con lei.

"Oh, si, bravo, vedi come gode del tuo dolore la tua padrona. Ah, vorrei essere lì con te. Mentre tu hai le mani legate dietro, ci penserei io a fartele quelle cose. E sarei più cattiva. Fammi vedere se hai ancora il cazzo duro".
Lo è.
"Sputa sulla mano e segati, ma non venire. Fermati al limite".
Eseguo.
"La carota non la considero neppure. Prendi un preservativo ed infilaci l'indice della mano che usi per segarti. Spalma il lubrificante, girati e mostrami il culo. Allarga bene le chiappe. Adesso infilaci ben a fondo il dito, si bravo, così, bravo. Adesso metto due dita nel preservativo. Ah, bravo, vedo che hai capito."
Mi infilo le due dita nel culo. Mi fa un male cane e lo faccio presente.
"Non godi? Sei stretto? Allora mi diverto anche di più. Adesso prendi il cetriolo, infilaci il preservativo, metti il lubrificante ed infilatelo nel culo per metà, non di più"
Faccio un po' fatica
"Fa male padrona, la prego, non me lo faccia fare".
"Ma è un male sopportabile o senti che si lacera?"
"No, sento che si lacera, non riesco a spingerlo, mi fa malissimo".
"Fermati! Toglilo!"
Mi rigiro mostrando il volto alla telecamera. Non che ci sia grande differenza rispetto a prima.
"Ti si è ammosciato. Sputa o metti del lubrificante e segati. Aspetta un attimo. Come vanno le palle?"
"Fanno male padrona, sono legate strette"
"Avvicinale un po'. Fa vedere. Uhm, si sembrano ben strette. Fano male tanto?"
"Un po' padrona".
"Io non credo. Tienile così ancora per un po'. Segati e fallo diventare duro. Lo voglio vedere duro".
Eseguo.
"Prendi il cottonfioc e bagnalo nel colluttorio. Poi passalo sull'uretra, così, bravo, allarga un po', così, adesso infilalo dentro".
Eh?! Col cazzo! Sono in un buco in culo al mondo ed il miglior ospedale privato è sempre a 500 km di distanza, più che altro perché qui l'inglese lo masticano poco. E poi come faccio a spiegargli che mi sono infilato un cottonfioc proprio lì e che mi sono fatto dei danni.
In più sono sicuro che certe voci si spargerebbero dove lavoro con una velocità tale che la luce al confronto sembrerebbe immobile.

"Ehm, no, padrona, ehm avrei l'impressione che faccia parecchio male e che bruci tanto".
Sbuffa.
"Ma certo che brucia e fa male! Ma così ti ricorderai di me per i prossimi tre giorni quando vai a fare pipì. Non saresti contento?"
Continuo a visualizzare il tassametro che corre ed avrei più che altro quel ricordo e la voce che mi dice: pirla hai speso una marea di soldi, dal vero non ti sei mai fatto infilare li sonde uretrali sterili da mani esperte e ti sei andato a conciare così per una carampana virtuale.
Cerco di essere educato e fermo e di non rispondere male:"Ma non ho bisogno che mi bruci lì per ricordarmi di lei padrona", mi basta la voce sulla carta di credito.
Quest'ultima frase la ometto e proseguo: "Io l'avevo contattata principalmente per un T&D spinto e per farmela mangiare dopo essere venuto".
Sospira platealmente.
"Adesso che mi stavo divertendo. Va beh, ho capito, lasciamo perdere tutto. Sei il solito segaiolo. Se fossi qui con me ben legato, te lo avrei infilato io senza tante storie. Ti avrei scopato il cazzo con il cottonfioc. Altro che pianucolare."
Se si aspettava che smentissi, rimane delusa: tengo la bocca chiusa.
Dopo qualche abbondante secondo di pausa ( ed io pago!) mi ordina di slegare le palle e di prendere un piattino.
Il sollievo è palpabile, una svolta slegate.
Lei intanto ha accavallato le gambe e messo la telecamera in modo che sia inquadrata dal basso verso l'alto di sbieco. Primo piano delle sue bellissime scarpe e delle sue lunghissime gambe.
"Adesso devi ripetere tutti i movimenti che faccio io su questo dildo. Avvisami quando stai per venire".
"Va bene padrona"
Inizia a muovere la mano sensualmente sul dildo, poi passa bene il palmo della mano aperta sulla cappella, lo stuzzica con due dita, facendole scorrere per tutta la lunghezza.
Io la seguo mentre lei, con voce roca mi guida: "Così bravo, sfrega benela punta con il palmo della mano, immagina che sia la mia mano, liscia, le mie unghie rosse, mentre tu sei legato ed impotente".
Eh, magari!
Ad un certo punto non resisto più:
"Aspetti padrona sto quasi venendo"
"Fermati e stringi forte la base del cazzo. Stringi!"
Soddiafatta del risultato ricomincia a darmi ordini per masturbarmi, che io eseguo fedelmente sotto il suo controllo.
"Vorresti sborrare sulle mie scarpe e poi ripulirle, vero? Non riesci più a trattenerti, vero? Si così, più veloce, segati più veloce...eeee stop! Togli le mani!"
Troppo tardi. Il mio pene inizia a pulsare ed ad emettere un primo getto, che ho comunque la prontezza di spirito di raccogliere nel piattino.
"Perché non mi hai detto prima che stavi per venire? Eh? Hai voluto fare il furbo. Adesso ti becchi l'orgasmo rovinato. Non osare toccarti! Raccogli tutto nel piatto. Aspetta. Aspetta."
Intanto da me pulsa sempre ed emette un paio di schizzi ancora.
"Adesso segati velocemente, insisti sulla cappella bella sensibile, non ti fermare finché non te ordino. Voglio che tu soffra per la tua disobbedienza!"
"Si padrona. Mi scusi padrona".
E ci do dentro, è proprio il caso di dirlo, a manetta.
La tortura post orgasmo è fastidiosa. Lei mi osserva dallo schermo, severa.
"Ancora, non ti fermare. Stai soffrendo?"
"Si padrona"
"Ti piace soffrire per la tua padrona?"
"Si padrona, mi piace molto soffrire per lei."
Mi scruta con espressione indagatrice e severa.
"A me non sembra che tu stia soffrendo tanto. Secondo me non ci dai dentro bene. Sfrega bene quella mano sulla cappella, li dove è sensibile".
Incitato eseguo e sussulto un po' dal fastidio. Immagino di essere legato e che sia la sua mano a farmela, bella, feroce ed io impossibilitato a ribellarmi ed sottrarmi.
Ma niente. Non è la stessa cosa.
"Prima o poi dobbiamo incontrarci dal vivo. Allora si che ti insegno io come si fa..."
"Eh, magari padrona..."
"Va bene. Adesso devi ripulirmi le scarpe che mi hai sporcato. Le vedi che sono tutte sporche".
"Le vedo padrona" mentre guardo mesto il piattino ripieno di crema.
Lei deve accorgersene perché sbuffa leggermente, ma poi si riprende.
Evidentemente anche da virtuale io sono un cliente difficile come nel reale.
"Lecca tutto. Fammi vedere bene la lingua, avvicinati allo schermo, voglio vedere che pulisci tutto".
Eseguo.
"Bravo. Mostrami il piattino vuoto. Bravissimo. Adesso esci dal pvt ma poi ritorna in stanza normale che ci salutiamo".
Esco dal pvt: costo totale 45 dollarazzi per trenta minutini. Mi costa meno una sessione reale e mi diverto di più.
Ritorno in stanza da lei, che nel frattempo si è ricomposta e si sta aggiustando il trucco.
Si sta ripassando il rossetto. Trovo eccitantissimo osservare una donna che si trucca, specie quando si mette il rossetto.
Non so se lo faccia apposta perché immagino di non essere l'unico che si eccita, oppure perché lo specchio è di fronte al computer o se è perché si guarda in cam per specchiarsi, ma si avvicina tantissimo allo schermo fino a riempirlo e si passa il bastoncino scarlatto con sensualità, in un preludio di futura voluttualità.
A momenti sbavo. Mi ha eccitato più questo che tutto il resto. Mi ritrovo con il birillo svettante.
Si allontana.
Mi guarda dritto negli occhi, od almeno questa è l'impressione.
"Prendi la cintura e dato che prima sei venuto senza permesso, adesso ti dai 10 colpi sul culo.Forti. Poi rientri in pvt che voglio controllare. E se non lo vedo rosso, te ne prendi altettanti."
Le scrivo che la ringrazio ma che sono a posto così.
Lei sorride.
Poi mi scrive: "Quando vuoi vienimi a trovare dal vivo. Ti lego, ti metto una gag-ball e ti frusto ben bene, ti dò i colpi con la cintura che non ti sei voluto dare. E ti infilo il cottonfioc tutto dentro, mentre sei ben legato ed imbavagliato."
La saluto, la ringrazio ed esco dalla stanza.
Sappiamo entrambi che lei non esercita dal vivo ed io non andrò mai a trovarla, ma serve ad alimentare la fantasia di qualcuno.
A me,non so perché, viene in mente solo una frase, per definire il tutto:"Virtualmente tuo. Con ossequi, ciao".
 
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