CITAZIONE (.Ulisse @ 15/3/2020, 07:23)
Tutti questi discorsi,accuse,forse ancora non avete capito che siamo nella merda,a te Devine interessa solo uscire a fare una passeggiata e a te vtx interessa solo criticare lo stato,pensi che siamo stupidi che non sappiamo di chi siano in parte le colpe del contagio?Qui'ci leggono tante persone e l'informazione che voi date non è coerente a quello che bisognerebbe fare per uscirne,ora non bisogna pensare a quello che è stato o a quello che si poteva fare ma a quello che bisogna fare,cioe' stare a casa per limitare i contagi e le morti.La situazione nella quale ci troviamo è grave lo capite o no.
Bravo! Hai proprio capito tutto tu!
Tipica filosofia dell'italiota medio con memoria da pesce rosso, con un pizzico di benaltrismo.
Non guardiamo al passato: il problema è che la situazione attuale è grave, seguiamo le indicazioni, facciamo passare 'a nuttata...e poi? Tutti felici fino alla ripetizione dell'errore.
A parte che io non critico solo Stato,ma soprattutto, visto che sembri ignorarlo,dato che la sanità è regionale, le Regioni.
Vi ricordate quel povero cristo di Formigoni (od almeno così ce lo presentavano i giornali) ingiustamente in galera,poi finalmente ai domiciliari. Si, proprio lui, l' ex presidente della regione Lombardia condannato per tangenti...ha intascato 6 milioni di euro per darne mi sembra 200 milioni ai privati tipo San Raffaele.
Se la casa in cui abito inizia a crollare ovvio che prima penso ad uscirne.
Ma nel frattempo penso anche che qualcuno, se io l'ho pagata per buona, dovrà pagarla per il danno che ho subito.
Se invece sono stato io che ho voluto risparmiare, imparerò dai miei errori e la prossima volta eviterò di risparmiare sui materiali.
Ecco, questo concetto sembra sfuggire.
Non pensiamo al passato, quello che che è stato è stato. Eh, no. Come ho detto, ma basta chiedere a chiunque nel settore pubblico, il coronavirus ha anticipato o addirittura reso manifesto quello che si sapeva da tempo: i rovinosi tagli alla sanità pubblica e il continuo favorite il privato (con i soldi pubblici).
Adesso cercano di farcelo dimenticare... perché hanno paura. Ma possono stare tranquilli, la maggior parte degli italiani ragiona come te, Ulisse, che dell'originale eroe omerico, callide e scaltro per antonomasia,hai solo il Nick.
Lo studio del passato è importante per non replicare gli errori nel futuro.
Se è lecito discutere su quali sessioni farò in futuro e con chi, una volta passata l'emergenza, mi sembrava altrettanto interessante discutere su cosa succederà alla politica sanitaria ed ad altri settori del nostro paese, magari per una volta abbandonando la cultura del massimo profitto e dell'economia in favore di una posizione strategicamente migliore.
Ad esempio: alta disoccupazione.
Perché anziché favorire l'esodo delle fabbriche all'estero per massimizzare i profitti non incentiviamo il lasciarle in Italia? Non dovremmo dipendere da nessuno per le mascherine, ad esempio. E così per tante cose. Guardate la tuta che usate per stare in casa, la felpa, le scarpe, le pantofole: ne vedete una made in Italy?
Eppure la paghiamo a prezzi italiani.
Sapete che adesso con i confini sigillati rischiamo di non trovare i lavoratori stagionali che venivano in Italia a raccogliere frutta e verdura? Ma perché non lo fanno gli italiani? Semplice: troppo scarsa la paga in rapporto alla fatica. E se invece che ai vari intermediari i soldi andassero ai produttori che potrebbero così pagare meglio gli stagionali ed usare italiani?
Avevo letto qualche tempo fa che le patate venivano pagate al contadino 1,5 euro al quintale, ossia per 100kg. Noi al supermercato le paghiamo 1,5 euro al kg, ossia cento volte di più.
Si, c'entra poco con il coronavirus. Ma finita l'emergenza, qualcuno farà questi ragionamenti, almeno per la Sanità, oppure zitti zitti si andrà avanti come prima, fino alla prossima "emergenza" dove ancora ci si straccerà le vesti?
70000 posti letto in meno negli ultimi dieci anni. Infermieri e medici da dieci anni sotto organico e costretti a doppi turni. Pensateci, quando ora ci dicono che non abbiamo posti a sufficienza.