Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Schiavo di mia cugina leopardata, Come sono diventato schiavo di mia cugina e della sua amica

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view post Posted on 10/2/2020, 16:03     +1   -1

GPI

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CITAZIONE (Esule q @ 10/2/2020, 15:44) 
CITAZIONE
Un musicale dlin dlon attutito mi feedbacca sull'efficacia della mia azione.

CITAZIONE
visto che la gonna non si sarebbe strecciata

Feedbacca e strecciata sembrano modenese da taverna.

Gergo dei giovani anni '90...
 
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view post Posted on 11/2/2020, 15:56     +1   -1

Professore/essa SM

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bellissimo!
 
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view post Posted on 12/2/2020, 16:22     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Bel racconto , lo devo finire di leggere più tardi
 
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view post Posted on 12/2/2020, 18:16     +1   +1   -1

Maestro di Piedi

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Bel titolo.
 
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view post Posted on 16/2/2020, 17:08     +1   -1

GPI

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Trovo la forza di girare la testa e di seguire lo sguardo di mia cugina.
Rimango lì come un Gino.

Avete presente Madonna di material girl?
Stessa pettinatura cotonata, stesso viso. Stesso taglio di occhi, tranne che questi sono di un azzurro intenso, sembrano da bambola di porcellana. E la bocca è un po' più piccola. Leggermente diverso il trucco, più sul pastello con un rossetto color fragola. Insomma, la quintessenza della sfitinzia modella dolcissima da sogno.
Poi lo sguardo scende. Valeria era beh, formosa. Direi molto in carne, ma sexy. Mani paffute con dita grassottelle perfezionate da unghie di lunghezza media, sagomate a punta, smalto rosa coordinato con il rossetto. Seno bello, pieno, morbido, burroso. Abito azzurro chiaro,tipo tailleur, con ampia scollatura. Gonna appena sopra il ginocchio. Gambe ben tornite, al limite del grassottello. Belle cosciotte robuste ma arrapanti. Caviglia non proprio sottile, ma passabile.
Era scalza ed aveva dei bellissimi piedi, in carne, cicciottelli, da festival del morbido. Anche qui le unghie erano smaltate con la stessa tonalità di quelle delle mani.
"Tutto qui dentro" cinguetta con voce melodiosa indicando una telecamera mini vhs che aveva in mano.
Poi mi guarda e...
"Adesso sei in nostro potere, schiavetto hihihihihi".
La guardo esterrefatto.
Lei stessa si ferma, stupefatta e guarda mia cugina. Scuote la testa, come per schiarirsi le idee. Poi riprende:"Come stavo dicendo, d'ora in avanti sarai il nostro schiavetto hihihihihihihi".
Si ferma e si tappa la bocca con la mano.
"Non mi era mai capitato prima. Questa risata isterica tipo Skeletor di He-man, da cattiva dei film di serie B."
Guarda Rita, che appare un po' imbarazzata.
"No! Non dirmelo."
"Ehm..." Mia cugina non sa dove guardare.
"Avanti Rita, prova a dire schiavetto, hihihihihihi. Cazzo, non posso nemmeno pensarla che parte questa risata da iena ridens. Perché tu no? Nei racconti seri anche la cugina quando dice schiav...ehm quella parola ride maleficamente. Avanti. Dilla!"
"Schiavetto", dice con voce ferma mia cugina biancotigrata.
Sia io che Valeria constatiamo che non vi è alcuna risata.
"Stronza! Come hai fatto?"
Rita è imbarazzata, guarda in tutte le direzioni e poi, timidamente:"Ho promesso all'autore del racconto che per i prossimi vent'anni tutti i giovedì vado a casa sua per sei ore di T&D estremo con uso di bocca e gnocca, tortura post orgasmo da urlo (suo) , orgasmi multipli, cum eating forzato etc."
"Potevi metterci una buona parola anche per me."
Continuando a non capirci la classica catambrogia, tento di intervenire timidamente:"Ehm veramente l'autore del racconto sarei io".
"Zitto, pirla. Quando parlano le padrone tu ascolti in adorazione. Capito?"
Mi taccio. Annuisco con la testa, mentre lei, giusto per sottolineare il concetto, mi rifila una serie di piccoli calcetti di tacco a spillo nella schiena.
Guarda di nuovo Valeria:"Secondo te non l'ho fatto? Mi è costato due ore in più ma adesso ridi così solo se pronunci la parola schiavetto. La padrona iena ridens gli serve per allargare l'audience. Con questa scusa ho anche ottenuto che aumentasse il tuo livello di sadismo nei confronti degli uomini."
"Già ma a me chiamarlo schiavetto" e qui parte la risata isterica, "piace da morire e tu lo sai."
Rita scuote le spalle come dire: che ci posso fare?
Io nel frattempo a sentire quella risata isterica mi viene da sorridere.
Grosso errore.
Valera appoggia la telecamera e si avvicina con una calma che promette tempesta.
Mi afferra per i capelli e mi tira la testa indietro, per costringermi a guardarla in faccia.
"Ti faccio forse ridere io, schiavetto hihihihihi? Mi trovi divertente eh, schiavetto hihihihihi? Togliti quel sorriso ebete dalla faccia, schiavetto hihihihihihihi!"
Scandisce bene le parole, lettera per lettera.
Sembra il famoso sergente di Full Metal Jacket, che purtroppo mi ha sempre fatto ridere, e questo contribuisce alla mia espressione divertita.
Avendo la testa tirata indietro, non lo vedo. Ma all'improvviso, come in una strana moviola, sento i testicoli che iniziano una corsa verso l'alto, verso il mio cervello. Sento il suono "paf" del colpo e capisco che il morbido e grassoccio collo del piede ha centrato in pieno, con un movimento violento dal basso verso l'alto le mie palle.
Stranamente in questo tempo dilatato non sento il male chei sarei aspettato, tant'è che mi vedo quasi a togliere con il dorso della mano un immaginario sudore della fronte e a pensare che forse non è così doloroso come mi aspettavo.
Questo finché i testicoli non urtano le tonsille. A quel punto un dolore enorme mi esplode nel cervello. Anche qui sembra il frattale di un esplosione: piccola scintilla che cresce esponenzialmente, inarrestabile.
Il tempo torna a scorrere normalmente, guaisco, non avendo né la forza né il fiato per urlare e faccio per raggomitolarmi ed accasciarmi.
Ma le mani sono saldamente legate dietro e Valeria mi tira, se possibile, ancora di più i capelli. Gli occhi versano talmente tante lacrime che sembra che mi abbiano trapiantato le cascate del Niagara.
"Ti insegno io a ridere delle disgrazie della tua padrona, poi vediamo chi è l'ultimo che ride qui!"
E visto che i testicoli ritengono più prudente fermarsi dieci centimetri all'interno del mio inguine piuttosto che ridiscendere nelle loro custodie a forma di sacco, Valeria nell'attesa mi rifila una compilascion di schiaffazzi che la mia faccia diventa uno Zodiac.
La mano destra, morbida, colpisce con una terribile violenza, di palmo, sulla mia guancia sinistra all'andata e di rovescio sulla destra, al ritorno. Il braccio si muove con una rapidità ed una forza di quello di un fabbro ferraio.
"Fermati!"
Valeria si ferma, un po' stupita.
Mi illudo che Rita la fermi per pietà. Invece aggiunge:"Se torna a casa così sua madre ci denuncia. Puniscilo in altro modo, meno evidente! Nel frattempo mi è venuta in mente un'idea. Portalo al telefono", le dice dandole il guinzaglio.
Inutile dire che Valeria parte a passo di carica verso il corridoio dove su un elegante tavolo si trovava l'apparecchio color grigio, a disco, della SIP, dandomi un bello strattone al collo e quasi trascinandomi.
Rita ci raggiunge, dopo essersi tolta gli arrapanti sandali.
Compone un numero e mi intima:"Dì a tua madre che la ragazza con cui sei, ti ha invitato a trascorrere la notte da lei, di non preoccuparsi e che tornerai a casa domani".
Le mie timide proteste non servono a nulla: spiego loro che mia mamma è all'antica e che per lei questo non è un comportamento concepibile.
Ma ormai mia mamma è già al telefono e non è lieta della bella notizia. Anziché essere contenta che il figlio non sia un culattone ma si diverta con una ragazza si preoccupa per la virtù della fanciulla. Finisco che litigo anche con lei. Domani la pagherò cara, soprattutto perché Rita le chiude la comunicazione in faccia.
A questo punto Valeria sarebbe più che contenta di ricominciare con la superclassifica di legnate, ma Rita cerca di rabbonirla:"Prima che si illuda di potersi ribellare, di poterci lasciare e di non sottomettersi, facciamogli vedere il girato. Così lo umiliamo un po' e gli facciamo capire che non ha scampo."
Ritorniamo in salotto, stavolta sono tirato gentilmente per il guinzaglio da Rita, mentre Valeria mi assesta,a mo' di sprono, una serie di poderosi calci nel culo e qualcuno anche tra le gambe.
Collegata la telecamera al TV, si accomodano sul divano a gambe accavallate , ben abbracciate.
Io sono in ginocchio. Mi sembra di assistere a tutto il calcio minuto per minuto: commentano ogni mia azione con risolini e gridolini: hai visto come ingoia bene il tacco questo pervertito? Che dici, lo addestriamo a fare pompini ai cazzi veri? Hai visto come arrotola la lingua? E come lecca con gusto la sua sborra tiepida...ma che schifo!
Naturalmente le riprese sono effettuate in modo tale che si vedano solo le gambe, bellissime di Rita e i primi piani del mio volto mentre faccio cose che...oddio, mi sto eccitando a guardarmi.
Rita se ne accorge:"Hai visto il pervertito sfigato come si eccita a vedersi umiliare così? Oppure ti eccita il fatto che hai capito che sei in mano nostra?"
"Beh, ma a me non interessa che lui si ecciti, anche se è meglio per lui", interviene Valeria.
"A te. A me piace invece bello carico, bello eccitato, bello duro. Sai che mi piace molto tenerli a lungo sull'orlo dell'orgasmo, farli supplicare. A proposito il nostro schiavetto sfigatello qui è completamente vergine. Mai baciato neppure una ragazza. Io me lo bacio e me lo svergino mentre tu ti occupi del culetto e del pene?"
"Perfetto. Lo aprirò per bene il nostro schiavetto, hihihihihihihi"
Cerco di sforzarmi e di rimanere impassibile, ma proprio non ci riesco e mi si stampa un sorrisino ebete sulla faccia.
Valeria si altera di brutto, al brucio mi prende di nuovo per i capelli e: "Ah, ti faccio proprio ridere eh? Beh, ho una medicina infallibile per questa tua malattia. Una bella supposta elettrizzante."
E marcia a passo di carica verso l'altra stanza, con un atteggiamento che non promette nulla di buono per me.

Edited by Vtx - 23/2/2020, 11:49
 
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view post Posted on 16/2/2020, 20:35     +1   -1
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Padrona della tua mente.

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Tremenda sta cugina 😂😂😂
 
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Nikysottomessoalledee98
view post Posted on 16/2/2020, 21:37     +1   -1




Anche io, ho 21 anni, e non ho ancora baciato una ragazza. Farò la stessa fine di lui? :D
 
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view post Posted on 17/2/2020, 11:52     +1   -1
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CITAZIONE (Nikysottomessoalledee98 @ 16/2/2020, 21:37) 
Anche io, ho 21 anni, e non ho ancora baciato una ragazza. Farò la stessa fine di lui? :D

io l'ho fatto a 32 anni :D
PS la cugina è un pò bastarda dentro
 
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view post Posted on 17/2/2020, 18:57     +1   -1
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Cavaliere BDSM

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Bella storia, interessante... Seguo 😃
 
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view post Posted on 20/2/2020, 16:08     +1   -1

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mi piace.....seguo ankio...:)
 
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view post Posted on 23/2/2020, 10:19     +1   -1

GPI

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Rita mi guarda e scuote la testa rassegnata.
"Sembra che per assaporare le mie labbra tu debba aspettare ancora un po'. Ma non riesci proprio a trattenerti? Adesso Valeria ti punirà molto severamente e dolorosamente. Ah, per non farla incavolare ulteriormente chiamala signora Valeria o padrona Valeria e dalle del lei. Chiedile anche pietà. Non che serva a molto ma ci tiene a queste cose".
Sottolinea l'ultima frase con un'alzata di spalle.
"Beh, mentre aspettiamo tanto vale che tu ti renda utile. Leccami i piedi".
Eseguo doverosamente sul piede che mi porge accavallando la gamba. Bacio e lecco fino a che non sento un turbine di aria arrivare dietro di me: Valeria è di ritorno.
Ha con sé una borsa tipo quelle da palestra dell'American Counturella.
Io la guardo mentre estrae trionfalmente quella che sembra una piccola bomba d'aereo in miniatura, di lucido metallo.
"Adesso questa finisce dritta nel tuo culetto, schiavetto hihihihihihihi".
Peccato che la rima venga rovinata dalla risatina.
"Avanti girati che ti svergino il culo", ordina
"Presenta il culo alla padrona Valeria" incalza mia cugina, mentre tira il guinzaglio e mi sistema il collo tra le gambe. In pratica ora sono con le spalle a terra, la testa tra i polpacci di Rita ed il mio povero sederino esposto alle voglie di Valeria, che evidentemente non lo reputa così raggiungibile, visto che, mentre mi rifila un altro calcio nelle palle, dal basso verso l'alto, mi esorta:"Alza bene quel culo, non essere timido,schiavetto, hihihihihihihi!"
Altra esplosione di dolore, però assecondo il movimento ed alzo il sedere.
Valeria si china ed odo uno schiocco di come quando il chirurgo si infila il guanto in lattice.
Stretto tra le gambe di Rita ho una visione pressoché nulla di quanto mi stia facendo Valeria.
All'improvviso sento quello che immagino sia un dito guantato, ricoperto di una sostanza viscida e gelatinosa, sondarmi il buchetto.
Lo tasta, ci gira un po' intorno, spandendo bene la gelatina. Poi all'improvviso entra tutto deciso nell'ano.
"Umph" grugnisco. Fa male.
"Zitto schiavetto hihihihihihihi. Questo è ancora niente. Vedrai come ti guarisco da quel sorriso da ebete".
Il dito viene mosso, in modo ruvido e sprezzante dei mie piccoli urletti.
Poi viene estratto. Non faccio in tempo a sospirare di sollievo che sento quelle che penso siano due dita farsi strada a forza dentro il mio ano, e mentre frugano e si muovono in tutte le direzioni,Valeria borbotta: "Sono troppo buona, ecco il mio peccato. Se fossi stata più cattiva gli avrei infilato direttamente il plug, senza star qui ad allargaglielo prima, il buchetto. Ma non ne sono capace".
Detto questo estrae le dita e sento qualcosa di freddo, tipo metallo spingere. Questo è molto più largo delle dita ed io cerco di oppormi.
Valeria mi lascia andare una severa pacca sulla natica e spinge più forte.
"Inutile che resisti, tanto te lo metto dentro lo stesso, a costo di rompertelo questo culetto, schiavetto hihihihihihihi".
"Ahhhhia, pietà padrona Valeria" esclamo mentre il dolore è sempre più forte.
"Ah, adesso chiedi pietà, ma prima la mia risata ti divertiva eh?"
Con un ultima forte spinta, la parte più grossa del plug è dentro.
Da un lato, seppur mi sento pieno come quando devo andare in bagno, sono contento: all'ingresso dell'ano il dolore è diminuito.
Sento la mano di Valeria farsi trada tra le mie gambe, allargarle, afferrare il mio membro e tirarlo leggermente verso di sé.
Poi all'improvviso sento sul frenulo un dolore atroce, come di un morso di coccodrillo, quello che usano gli elettricisti.
"La prego padrona fa male". piagnucolo.
"Se fa male adesso, figurati dopo. D'altronde le punizioni devono essere dolorose, altrimenti la lezione la scordi subito."
Poi, evidentemente, si rivolge a Rita: "Lascialo pure".

Raddrizzo la schiena e mi guardo: alla punta del pene ho attaccato un coccodrillino nero con un filo che finisce in una scatola nera che Valeria ha in mano. Vedo anche un filo rosso che parte da quella scatola e finisce dietro il mio sedere.
Poi Valera fruga ancora nella borsa ed estrae un pannolone per incontinenti, che mi sistema addosso.
Poi estrae quella che sembra una lingua di pelle attaccata ad un collare.
"Apri la bocca".
Eseguo. La lingua di pelle viene infilata nella mia bocca e la cinghia stretta bene intorno alla nuca, in modo che non possa sputarla.
È un bavaglio molto efficace.

"Ed adesso ci divertiamo schiavetto, hihihihihi!"
Immediatamente gira una manopola sulla scatola.
Io sento un dolore atroce che si irradia dall'interno del mio sedere alla punta del mio uccello. È come un fuoco crepitante. Mi ricorda quando qualche tempo fa ero rimasto attaccato alla 220. Solo che all'epoca era durato un attimo, poi il salvavita era intervenuto.
Mi dimeno e tento chiedere pietà, ma esce solo un mugugno.
Valeria nel frattempo ha aumentato l'intensità.
A me brucia da morire. Mi scendono lacrime dagli occhi.
"Che c'è schiavetto hihihihihi, ti è passata la voglia di ridere?"
E tanto per sottolineare il concetto, dà un altro giro alla manopola.
Io mi contorco sul pavimento.
"E la prossima volta ti infilo la sonda uretrale anziché attaccarti solo il coccodrillo sul cazzo, schiavetto hihihihihihihi"
Ad un certo punto Valeria aumenta ancora l'intensità. Io ormai ho smesso di vedere nitidamente il mondo, visto che non riesco a smettere di piangere mentre mi contorco nell' inutile tentativo di sottrarmi al male.
Poi accade un fatto strano. Valeria smette all'improvviso di infliggermi quelle terribili scosse.
Cerco di liberarmi dal velo di lacrime. Vedo che si è seduta a lato di mia cugina e che si stanno baciando. Immagino i rossetti che si miscelano, le lingue che si accarezzano. Si, d'accordo, non avevo mai baciato una ragazza, ma nulla impediva alla mia immaginazione di galoppare fervidamente e di immaginare quelle sensazioni.
Vedo Rita mettere una mano sotto la gonna di Valeria che sospira eccitata. Poi mi guarda.
"Ti eccita schiavetto hihihihihi, vorresti essere al posto di Rita, vero? Ma sai a me cosa mi fa godere davvero? Essere toccata mentre il mio schiavetto hihihihihihihi, soffre!"
E così dicendo gira a fondo la manopola. Sembra che un fulmine attraversi tutto il bacino. Non so cosa mi succeda ma tra il dolore atroce ed il fuoco che invade il cervello, all'improvviso mi piscio addosso, cosa che scatena l'ilarità delle due donne.
Valeria spegne l'aggeggio infernale.
"Hai visto il pisciasotto? Ho fatto bene a mettergli il pannolone al nostro schiavetto hihihihihihihi".
Anche Rita ride di gusto, cosa che non le impedisce di toccare Valeria sotto la gonna. Quest'ultima, eccitata dal fatto di vedere che me la sono fatta addosso, se la alza e si offre a gambe spalancate alle carezze di mia cugina, che affonda le dita, sempre più traslucide nella fessura di Valeria.
Non sono certo un esperto ma da come ansima, direi che Valeria sta avendo un orgasmo sotto le cure di Rita.
Ad un certo punto Rita mi leva il bavaglio e mette la mano a dita tese davanti alle labbra.
"Apri la bocca".
Inghiotto quella mano che con una certa rudezza mi viene infilata in bocca.
"Ti piace il sapore della tua padrona schiavetto? Hihihihi",dice Valeria mentre ha ancora il respiro corto.

Io rimango lì per un po' mentre le due donne si danno ad acrobazie da amore saffico che sarebbe difficile descrivere.
Non che la cosa mi lasci indifferente, ma penso che quello che mi ecciti di più sia osservare come i due diversi colori di rossetto si miscelino e come alla fine entrambe abbiano tutto il trucco sfatto.

Valeria si ricorda di me e rivolgendosi a Rita:"Lo lasciamo a macerare nel suo piscio tutta la notte o lo laviamo e ci divertiamo ancora?"
"Ma che domande mi fai? Qui finora ti sei divertita solo tu con lui. Direi di ripulirlo e poi mi ci diverto io a lungo."
Sorride a Rita: "Sapevo che avresti detto così."
Altro scambio di bacetti.

Valeria afferra il guinzaglio e mi ordina di alzarmi. Mi conduce in bagno e mi libera del pannolino.
Mi guarda e mi tocca le mani.
"Rita vieni qui a togliergli le manette! Quante volte ti ho detto che così strette gli blocchi la circolazione e devi non abusarne!"
Rita arriva con le chiavi e mi ritrovo libero. Le mani si sono un po' gonfiate, sono fredde ed ora formicolano.
Valeria me le massaggia con le sue calde e paffutelle manine per riattivare la circolazione.
Siamo uno di fronte all'altra.
Lascia le mie mani e porta la sua sul pene, già bello duro. Spero che gli dia giusto qualche colpetto di mano, tanto per eccitarmi ancora di più. Ma lei si limita a togliere il morsetto a coccodrillo. Mi fa un male cane anche lì.
"Girati, chinati ed afferrati i polpacci".
Eseguo.
Sento un dolore atroce all'ano seguito da un senso di libertà mai provato prima.
"Non ti ci abituare troppo a questa libertà, che tanto prima o poi te lo rimetto...schiavetto hihihihihihihi".
Mi scruta nel tentativo di blindarmi con una espressione ebete per la sua risata, ma miracolosamente la mia faccia sembra scolpita in marmo di Carrara.
Sta quasi per infilarmi sotto la doccia quando Rita interviene.
"Visto che se l'è fatta addosso ed a me scappa..." prosegue alzando le spalle ed indicando la vasca da bagno.
"Perché no? In fondo scappa anche a me".
"Sdraiati nella vasca" mi ingiunge.
Eseguo.
Vedo Rita che si sistema sopra il bordo della vasca con i piedi, appoggiandosi al muro.
La gonna è sollevata e vedo tutto il paradiso, proprio sopra il mio viso.
Prima che possa rendermene pienamente conto, emette un fiotto caldo che mi inonda il viso. Riesco a chiudere occhi e bocca.
"Aaaaaaah, come è bello liberarsi."
Poi fa una pausa. Apro gli occhi, la vedo che agita leggermente il bacino e poi fa tre piccoli getti, sempre indirizzati sul mio volto.
"Dovresti bere lo champagne della padrona e ringraziare. Ma non ti preoccupare, ci arriveremo".
Nel frattempo è scesa al brucio dal bordo, allunga una mano verso il mio petto e sottolinea il concetto con una serie di pizziccotti dati con le unghie ai miei capezzoli.
Questo fa sì che il cazzo assuma le stesse caratteristiche di quando penso a Linda Evangelista: enorme,duro e pronto a sborrare alla minima toccata.
Rita se ne accorge. Valeria nel frattempo assume la stessa posizione che aveva prima Rita. Solo che lei ha chiappe e gambe più carnose. Persino la figa ( la penso in milanenglish: faiga) sembra più carnosa e morbida.
Appena Valeria emette il getto, Rita mi afferra il cazzo e me lo mena.
Io sento che sto pulsando come poco prima di eiaculare, ma all'improvviso mia cugina serra forte la base. Sento pulsare ma non vengo. In compenso Valeria deve avere incorporata un' autocisterna tanta me ne rovescia addosso. Un fiotto caldo, abbondante, potente.
Anche qui chiudo gli occhi. Ma l'odore acido mi disgusta e riesco a fare contemporaneamente due cose: trattenermi dal vomitare e farmelo diventare molle.

Rita non la prende bene.
In compenso me lo afferra bene per la punta con due dita, lo tira e con l'altra mano mi rifila una compilation di schiaffi sull'asta molle.
"Non è bello vedere la fiera dell'ammosciato mentre la padrona ti offre del pregiato champagne".
"Il nostro schiavetto va addestrato per bene. Hihihihi".
"Mamma, come puzza."
"Sotto con acqua calda, sapone e spugna".
Valeria prende la doccia a telefono della vasca, apre l'acqua e si sincera che sia alla temperatura giusta. Poi mi innaffia. Rita invece prende spugna e doccia schiuma e mi insapona tutto, insistendo bene bene tra le gambe, cosa che consente al mio hardware di mostrarsi in tutta la sua gallitudine.
Valeria lava via la schiuma ed insieme commentano positivamente la rinata dotazione tra le mie gambe.
"Qui infilargli un catetere sarà un piacere".
"Scherzi? Prima che tu me lo rovini con i cateteri un affare così lo voglio dentro di me. Ma solo dopo averlo fatto supplicare a lungo".
Vengo fatto uscire dalla vasca ed asciugato vigorosamente sempre da Valeria che, paradossalmente, mi sembra la più chioccia delle due.
"Adesso caro cuginetto, per quanto tu non ci creda, ti infliggerò una tortura terribile attraverso il piacere. Ti insegnerò come il piacere si trasforma in dolore. Mi supplicherai a lungo, prima di non fermarmi e poi di fermarmi. Purtroppo per te, non avrò pietà alcuna."
Valeria mi ordina di mettermi a quattro zampe e mi sale in groppa con il suo dolce peso. Mi scappa un grugnito.
Rita mi rifila un calcio nelle palle.
"Con quel versaccio intendi fare capire che Valeria, la mia compagna, è grassa?"
"No padrona Rita. Solo che la mia schiena è debole ed indegna di portarla a cavallo."
"Bene, vorrà dire che ti alleneremo anche per quello".
Poi tirandomi per il guinzaglio mi riporta in salotto

Edited by Vtx - 23/2/2020, 12:03
 
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view post Posted on 27/2/2020, 21:04     +1   -1

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Durante il tragitto Valeria mi tira piccoli calcetti nei fianchi con i talloni per, come dice lei, spronarmi un po'.
"Peccato che non abbia addosso i miei tacchi a spillo, quelli si che sono efficaci per spronare i ronzini come te." si lamenta continuamente.

Tornati in salotto, Valeria finalmente si schioda dalla mia schiena. Fruga nella borsa dell'American Counturella e mi porge due bellissimi sandali color bianco ghiaccio. Questi sono i classici sandali da film scollacciato degli anni '70, con tante striscette ortogonali al collo del piede, laccetto alla caviglia e tacchi a spillo sottili e vertiginosi.
Si siede e me li porge.
"Mettimeli".
Ormai sono diventato un esperto ed impiego pochi minuti.
I piedi carnosi di Valeria strabordano un po' dalle striscette di pelle. Mi eccitano da morire. Gli dò un bacetto a ciascuno dopo averle fatto indossare le calzature.
"Vieni qui e mettimi le scarpe" mi ordina Rita quando ho finito.
Poi si rivolge a Valeria:"D'ora in avanti è mio. Me lo bacio e me lo coccolo io."
"Eddai Rita, almeno un altro giro a cavallo, tanto dobbiamo andare a prendere il beauty per rifarci il trucco. Non vorrai baciarlo per la prima volta senza trucco perfetto e rossetto cremoso? Non vuoi farlo impazzire?"
L'argomento sembra convincerla.
Io intanto le ho infilato gli arrapanti sandali neri, ma a lei ho dato un paio di leccatine sul collo del piede.
Tra le gambe l'hardware è di nuovo al massimo del clock.
"Cazzo che pervertito d'un feticista. Gli piacciono proprio i piedi!" esclama Valeria indicando tra le mie gambe.
Rita puntualizza: "Solo se infilati in scarpe o stivali dal tacco a spillo, vero? Più che un piedofilo è uno scarpofilo! Domani mattina gliele regalo queste e gli ordino di incremarle tutti i giorni e di ripulire con la lingua! Anzi, tuti i giorni viene qui e si masturba da solo o lo seghiamo velocemente su un paio di nostre scarpe e poi lo facciamo pulire con la lingua".
E si mettono a ridere.
"Ma anziché prendere il beauty e truccarci qui che è scomodo, perché non andiamo a turno in bagno?" propone Rita.
Inutile dire che Valeria accetta.
E così io rifaccio la spola salotto bagno con due differenti cavallerizze dai differenti stili e pesi.
Rita, la prima che porto, è leggera, sento l'umido della sua figa sulla schiena, i tacchi infilzati sempre nelle mie cosce, dove li fa anche sfregare, lasciandomi dei segni.
Valeria invece è più pesante e sento il grassoccio delle sue candide gambe. Ed i suoi stiletti dati con cattiveria sui fianchi, per farmi andare più veloce.
Anche il modo di truccarsi è diverso. Rita mi fa stare in ginocchio,conscia di essere osservata, si trucca in modo sensuale, guardandomi spesso negli occhi, con sguardo da pantera sexy, movimenti studiati per eccitarmi. Il rossetto è dato con voluttà, lasciando presagire futuri piaceri. Il fard con sapienza, specchiando alternativamente i due lati del viso, ogni volta interrogandomi con lo sguardo, quasi a dire: sono o non sono perfetta? Ti piacerebbe essere il pennello che scorre morbidamente, vero?

Valeria è molto più essenziale nei gesti. È rapida, di me non gli interessa nulla. Non mi dà neppure un'occhiata. Quello che conta è ottenere il risultato perfetto nel minor tempo possibile.

Di nuovo mi ritrovo con le mani legate dietro la schiena, tramite due polsiere ed una corta catena. Mia cugina è in piedi di fronte a me. Valeria invece si è accoccolata sul divano e si gode lo spettacolo.

Rita mi passa sensualmente la punta delle dita sul petto, scende all'inguine ed accarezza dolcemente ma con fermezza il pene, già bello duro.

Gli occhi, nocciola, sono fissi nei miei. Le labbra rosse, lucide e cremose di rossetto sono a pochi millimetri delle mie, ma non mi azzardo, anche se muoio dalla voglia, di sfiorarle con le mie o di tastarle con la lingua. Mi sento bloccato come l'ultimo dei bambascioni.
Le sue unghie ritornano a percorrere prima la mia pancia, poi il mio stomaco, poi il petto, a salire sulla gola e sul mento, in un lieve sfioramento che mi fa rabbrividire.

Lei se ne accorge e sorride. Mi passa la punta dell'indice sulle labbra. L'altra mano scende, tocca il mio capezzolo e lo pinza in una ferrea stretta tra le unghie di indice e pollice.
Sussulto ed esclamo un "Ahia" mentre il cazzo ha un singulto verso l'alto.
"Shhhhh!" mi fa dolce come il miele.

Poi la stretta sul capezzolo si allenta,fino a scomparire. L'unghia viaggia trasversale sul petto, in un preludio di dove colpirà.
Infatti si sofferma sull'altro capezzolo, lo titilla, lo sfiora,ne segue i contorni.
Io sempre più eccitato ho il fiato corto, lei anche.
Respiro nel suo respiro e lei nel mio. Sento il profumo dei suoi cosmetici. Sento il profumo, dolce con una nota di fresco, che emana dal solco dei seni, che definire meravigliosi è riduttivo. Nel frattempo ha avvicinato il suo bacino. La sua mano sinistra è dietro la mia schiena, passa sotto le mie mani legate, riesco quasi a vedere, con l'immaginazione, le dita ben aperte, le unghie a leggero contatto con la mia pelle sensibile. Poi mi attira a se.
La mano destra ha lasciato per un attimo il mio petto, giusto il tempo per tirare un po' su, arricciandola, la gonnellina tigrata siberiana, che ora lascia scoperta gran parte del suo inguine. È più alta di me e la punta del mio pene non è ad altezza gnocca, ma leggermente più bassa.
Schiude leggermente le gambe e sistema il mio cazzo esattamente tra le sue cosce, proprio appena sotto l'attaccatura dell'inguine e stringe le gambe.
Oddio, non so quanto possa resistere.
La mano che malandrina aveva alzato la gonna ora è tornata a stimolare il capezzolo, stretta tra i nostri corpi che a partire dagli inguini sembrano svasarsi.
"Non azzardarti a lordarmi le gambe ed il vestito con la tua sborra o giuro te la faccio pagare cara", mi sussurra con voce sexy e roca.
Io deglutisco.
Mi pinza ferocemente il capezzolo ed io sussulto.
Sento che stò per venire.
"Ti prego" la guardo implorante.
Le sue labbra si atteggiano in un lieve sorriso.
La morsa delle sue gambe si allarga, la mano dietro la schiena smette di spingere, quella sul petto prende il suo posto nella spinta ed il mio membro si ritrova libero e pulsante.
Mia cugina ha un hardware notevole ma il software non è da meno.
Come scoprirò più tardi e nel corso degli anni, Rita ha un talento naturale per il T&D, unito ad una sensibilità non comune.
Ed è molto sadica in quel senso. Le piace davvero essere supplicata tanto prima di lasciarti avere l'orgasmo libero. Gode davvero di questo suo potere.
"Non penserai certo di venire subito, vero? Dovrai supplicarmi a lungo prima che ti lasci liberare. Adesso temevi di non resistere e mi hai supplicato di non farti venire. A breve ti garantisco che piangerai per il contrario. E poi, una volta sborrato, mi supplicherai di nuovo, disperatamente, perchè smetta di stimolarti."
Fa una piccola pausa e poi scrolla un po' le spalle, con fare sbarazzino: "Adoro fare soffrire i maschietti in questo modo molto sensuale. Valeria invece è infermiera professionale e preferisce altre cosucce, tipo cateteri,sonde uretrali, clisteri, dilatazioni anali, infiltrazioni di fisiologica nelle palle. Anche tanti aghetti in questi tuoi capezzolini. È molto sadica quando gioca, tanto quanto è amorevole fuori dal sesso con gli uomini."
Solo a sentire certe cose tremo ed un po' mi passa l'eccitazione.
Lei guarda l'effetto avuto e, con un tono un po' querulo da bionda svampita, tipo Marylin Monroe : " Ma adesso non pensiamo a queste brutte cose, cuginetto. Pensiamo al fatto che è ora di farti provare il primo bacio".
E così dicendo riavvicina bacino al mio.
Questa volta la mano, che prima era sul petto, sui capezzoli, a dividere i nostri corpi, passa dietro la mia nuca, ad unire due labbra, due lingue, due anime in un turbine di passione.
Non so come, mi viene naturale schiudere le labbra ed accettare quella saettante intrusa nella mia bocca. Accoglierla e giocarci con la mia.
La forte pressione della mano di lei sulla mia nuca tiene le mie labbra incollate alle sue, le teste si muovono a favorire lo scambio, che sembra non finire mai.
Respiro con il naso, sento il suo, di respiro, l'odore ed il sapore del suo rossetto, il suo profumo.
Nelle parti basse sento il mio più duro che mai che strofina contro le sue morbide cosce.
Poi finalmente mi lascia. Rimango interdetto per alcuni attimi. Vedo le sue labbra schiudersi in un sorriso.
E poi di nuovo, la pressione della sua mano sulla mia nuca, di nuovo quella meravigliosa esperienza sensoriale di labbra contro labbra, di lingue a rincorrersi per imprigionarsi l'un con l'altra.
Ed il distacco, ancora, con quell'attimo di smarrimento che non si capisce sia dovuto ad emozione od ipossia
"Niente male. Sembra tu abbia un talento naturale con quella lingua. Valeria resterà delusa: aveva già deciso di iscriverti ai suoi severissimi corsi Leccare la Figa 1, Leccare la Figa 2, Metodi Avanzati Della Stimolazione Linguale delle Parti Intime Femminili. Mi sa che purtroppo non avrà molti motivi per punirti".
"Lo vedremo!" interviene Valeria.
Non avevo mai provato sensazioni simili.
Ma bello doveva ancora venire.

Edited by Vtx - 28/2/2020, 06:50
 
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view post Posted on 6/3/2020, 20:46     +1   -1

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"Mettiti in ginocchio"
Rita si sistema comoda sulla poltrona e si alza la gonna.
Scivola un po' di più sul bordo.
Allarga le gambe offrendomi la vista di quella parte anatomica femminile per la cui conquista molti uomini hanno perso regni, sostanze e senno.
Mi tira per il guinzaglio e mi sistema la testa tra le gambe.
"Lecca"
Di certo non mi faccio ripetere un ordine che per me è come se mi si aprissero le porte del paradiso.

Sento che le mani mi vengono leggermente tirare verso l'alto e poi liberate.
"Così sei più comodo", dice Valeria che evidentemente si è alzata dal suo scranno per liberarmi. Naturalmente sono un illuso sul fatto che voglia che stia comodo.

Il suo intento è quello di farmi assumere una scomoda posizione semisdraiata anziché inginocchiato. In questo modo cosce e bacino sono a contatto con il pavimento mentre la schiena prosegue con un angolo di trenta gradi rispetto al pavimento e la mia testa affonda tra l'intimità di Rita, sempre più calda ed umida grazie al lavoro della mia lingua.
"Ooooohhhhh, ci sa proprio fare. Non sembra un verginello" dice Rita tra un "oh, si, così" e l'altro.

La posizione è scomoda, ma la situazione peggiora.
Valeria a colpetti di piede mi ha fatto allargare le gambe e ci si è piazzata in mezzo.
Posiziona la punta del sandalo sulla punta del mio cazzo duro e preme leggermente.
"Adesso, schiavetto, hihihihihihihi, il giochino è semplice. Se non sono soddisfatta dei mugolii di Rita...beh, questo è quello che accade".
Sposta praticamente tutto il suo peso sulla punta della scarpa che schiaccia il mio cazzo e la muove anche, come se dovesse schiacciare una cicca di sigaretta.
Il mio urlo viene soffocato tra le cosce di Rita che mi allunga una manata sul coppino : "Perché hai smesso di leccare sul più bello?"
"Ah, non stai leccando? Allora non hai capito bene!"
E così dicendo, allenta per un attimo la pressione sul glande per poi schiacciarlo di nuovo, se possibile ancora più forte.
"Non hai capito che meglio lecchi e meno schiaccio? E se non lecchi, dopo c'è anche la canna di bambù" .
Sento un sibilo e poi un dolore terribile sulle natiche.
Sussulto.
"Torna a mulinare quella lingua, schiavetto hihihihihihihi".
Ignorando il dolore cerco di fare il mio dovere per fare riprendere a mugolare Rita, che nonostante goda visibilmente, con respiro affannoso ha il coraggio di dire: "Non sta leccando molto bene."
"Ah,non lecca bene! E tu che mi avevi detto che era un progetto linguista. Adesso ci penso io".
Riprende a schiacciarmi forte il pene con la punta della scarpa, spostando ben bene il peso in essa.
Mi vengono le lacrime agli occhi ma riesco a non smettere di lappare, roteare, scalpellare la gnocca di Rita in modalità full throttle.
Meno male che Rita riprende a mugolare alla grande: la pressione si allenta, per poi smettere del tutto quando mia cugina raggiunge un orgasmo potente.

Vengo lasciato libero dal piede di Valeria, che commenta:"Voglio lo stesso trattamento. Vieni qui."
La seguo, in ginocchio alla poltrona dove si siede.
Mi fa un male cane la parte sotto della lingua, probabilmente avrà sfregato sui denti. O forse non era abituata a quel superlavoro.

Valeria allarga le gambe, dopo essersi sbarazzata del vestito.
Mi accomodo con il viso tra quelle carnose cosce e provo un moto di repulsione. Rita era profumata di fresco. Valeria invece è più aspra di sudore.
Valeria mi acchiappa la testa con le mani e mi schiaccia il viso nella sua intimità. In più mi punta i tacchi sulla parte bassa della schiena.
"Lecca, schiavetto hihihihihihihi".
Inizio a darmi da fare. Ben presto sono immerso in un lago, tra gli umori di Valeria, il suo sudore ed il mio.
"Oh, si, si. Avevi ragione Rita, questo è davvero bravo. Lecca proprio bene, come una donna. Sa toccare tutti i punti giusti. Sembra quasi che sia già stato addestrato."
Nel frattempo Rita si è posizionata dietro di me, in posizione comoda, semiaccovacciata.
Mi fa aprire le gambe e con la sua morbida e magica mano inizia a masturbarmi.
Dopo poco sono già quasi sul punto di venire ma Rita di colpo smette e mi tira una manata sulle palle.
Il dolore mi smonta al brucio.
Poi sento che di nuovo Rita riprende il suo lavoro, un delicato massaggio , soprattutto insiste con pollice ed indice chiusi ad anello sulla parte sensibile del glande.
Il mio software procede in multithread: sopra sto cercando di fare un'opera linguistica da premio Nobel, sotto cerco di sfogarmi, dato che la sensazione è nel contempo troppo giusta ma anche troppo scarsa. Sono lì che sto per innaffiare il mondo con una valangata di miei potenziali eredi, sono allupato, non vedo l'ora non dico di suggellare lo zillo con la slandra, ma almeno di schizzare ed ogni volta vengo blindato sul più bello.
"Ma lo sai che questo stronzetto mi sta facendo un T&D? Saranno almeno cinque minuti buoni che mi tiene sul punto di venire e poi rallenta o cambia zona!" esclama con un certo stupore Valeria.

Io che,come tutti i nerd, effettivamente ho una mega compilation teorica ma zero pratica, avevo effettivamente letto diversi libri sul sesso e su come stimolare una donna. Ed erano tutti chiari nella mia mente, non capisco come, dato il momento top, e stavo applicando tutti i suggerimenti.
"Te l'avevo detto che mio cugino era uno sfigato pieno di sorprese."
"Si ma adesso ho voglia di godere, non ne posso più. Adesso capisco i tuoi schiavi quando sono legati al letto e non possono ribellarsi al tuo trattamento.Ma ora ci penso io!".
Immediatamente mi conficcò pesantemente i tacchi a spillo nella parte bassa della schiena ed iniziò a far vibrare i polpacci.
Il male mi fece sussultare e mugolare e questo la eccitò ancora di più.
"Oh, si, così, giuro che se solo provi a smettere ti levi la pelle della schiena a frustate!"
Ed all'improvviso accade: altro lago enorme che mi inonda.
Appena finito di godere mi spinge via.
"Bravo, davvero bravo".
Rita che nel frattempo non aveva mai smesso di stimolarmi tenendomi sempre sul filo, mi lascia.
"Cosa dici, gli facciamo vedere la stanza dei giochi, nonché sua futura camera?"
Valeria guarda Rita: "Perché no? Così lo puoi sverginare sul serio".
Nel frattempo Valeria si infila tre dita nella figa fracica e me le infila in bocca per ripulirle. Operazione che ripete tre volte.
"Mah, si. In fondo è proprio ora di legarlo al suo letto e farlo soffrire sul serio."
In men che non si dica, le porto entrambe a cavallo fino a una stanza che...beh, era un po' particolare.
 
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view post Posted on 14/3/2020, 15:24     +1   -1

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In effetti la stanza era particolare sul serio.
Primo non aveva il parquet.
Secondo aveva un pavimento in marmo rosa che era una favola. Avrei imparato a prendermene cura lavandolo con acqua calda e detersivo per pavimenti, poi a distribuire cera Emulsio mista ad alcol denaturato ed a passare la lucidatrice.
Terzo aveva un letto con struttura in ferro battuto.
Un settimanale ed un armadio in stile rococò completavano il tutto.
Sembrava di ritornare indietro nel tempo.
Come avrei scoperto di li a poco, un paio di cassetti del settimanale contenevano diversi oggetti non proprio tipici delle case normali.

Mi legarono al letto, a gambe bene aperte. Le mani invece erano legate alla testiera.

Non mi ero mai sentito così vulnerabile, con tutto il mio prezioso hardware ben esposto alle voglie di mia cugina e della sua compagna.
Nel mio caso, in quel momento, per me avere le palle piene non era un modo di dire.
Erano davvero stracolme e desiderose di svuotarsi.
Il mio joystick spuntava orgoglioso tra le mie gambe, con la punta sensibile verso il soffitto.

Rita,mia cugina, si spogliò con un gesto elegante e sexy del vestitino tigrato.
Tigre bianca siberiana, naturalmente. Troppo giusta!
Aveva un seno perfetto, ben proporzionato, con splendidi capezzoli marroni, turgidi.

Era abbronzatissima e bellissima, con quei suoi occhi nocciola messi in risalto da mascara e rimmel. Gli zigomi altissimi, accentuati dal sapiente trucco. Le labbra rosse, cremose di rossetto. I denti piccoli, candidi. Le mani affusolate, dita lunghissime, unghie smaltate in coordinato con il rossetto.
Gambe toniche, glutei sodi, che avrei voluto ricoprire di baci e leccate,riempirmene le mani, per poi stringerli e verificarne la consistenza e la morbidezza della pelle, che emanava un profumo inebriante.
Caviglie sottili e sandali con tacco a spillo, che si guardò bene dal levarsi completavano le sembianze angeliche. O forse, date le sue tendenze, demoniache.
Indicò con l'indice la fessura che aveva in mezzo alle gambe.
"Tutti gli uomini fanno follie per questa. È l'arma più pericolosa che esista sulla terra. Se una donna la sa usare e dosare bene, riduce gli uomini a burattini nelle sue mani. Ma può anche essere un ottimo strumento di tortura."
Mi scappa un piccolo sorriso: come può uno strumento nato per dare piacere trasformarsi in tortura?
Lei mi guarda e sorride a sua volta: "Non precisa ed efficace quanto le mani, ma altrettanto terribile. Te ne accorgerai".
Si sistema in posizione strategica: accovacciata con la figa esattamente a sfiorare la punta del mio cosiddetto castigatope,anche se finora non ne aveva presa neppure una, in quella che potrebbe essere definita "a smorzacandela".
La posizione esalta i muscoli delle gambe. I tacchi a spillo affondano nel materasso.

"Che dici, verginello, te la faccio provare?"
Domanda retorica, ovviamente.
Dato che non appena finita la frase, si abbassa e mi accoglie completamente dentro di sé.
Non avevo mai provato una sensazione simile. Ora capisco veramente il significato di vagina: fodero. Mi sento avvolto, caldo, al sicuro.
Ho una sensazione estremamente piacevole.
Ancora di più quando Rita si alza e lo sfila da dentro di sé. Le labbra della vagina sul mio glande scoperto hanno in effetto estremamente piacevole.
"Ah, si. È come una droga. Una volta provata farai di tutto per averla..."
Lo dice guardandomi negli occhi con un sorriso divertito.
"Dà tantissima dipendenza ai maschietti. Se prima ti era piaciuto, adesso impazzirai."
Lo dice con un tono naturale, come se avesse enunciato un postulato fondamentale della geometria euclidea.
Inizia ad abbassarsi alternativamente, ma non affonda completamente. Ingloba il glande e basta. Oscilla su e giù, lo fa entrare ed uscire ad un ritmo sostenuto.
Oddio è fantastico.
Nel contempo mi guarda dritto negli occhi. Non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita.
"Non azzardarti a sborrare senza permesso!", mi dice con tono severo.
Come se fosse facile.
Ormai non riesco più a contenermi, penso che esploderò tra altro paio di affondi.
Ma lei si ferma. Mi stringe fermamente la base dello zillo, che pulsa disperato per espellere tutto il suo payload.
Ride di gusto.
"Dovrai supplicarmi a lungo, prima che ti lasci venire. E poi supplicherai a lungo perché smetta di stimolartelo."
"Oh, si, schiavetto, hihihihihi, vedrai quanto è crudele Rita."
Come avrete capito dalla sua inconfondibile risata, amici lettori, questa è Valeria.
Ed è il preludio alla sua grande rentrée nei giochi.
Arriva anche lei in costume adamitico, salta sul letto, si posiziona a gambe larghe sul mio viso.
Non faccio in tempo a godermi la visione della gnocca che Valeria si siede letteralmente sul mio viso.
Con mio stupore mi scopro incapace di respirare.
Mai avrei pensato di trovarmi in una situazione simile, mai avrei pensato che, tra tutti gli usi leciti e non della figa, ci fosse quello di poter soffocare un uomo.
Come se non bastasse, Valeria mi tortura i capezzoli con le unghie.
Nel frattempo Rita continua a lavorarmi lo zillo con la slandra ed io ormai sono fuori di cotenna, completamente fuso.
Mi dimentico persino di respirare...tanto che quando ci tento e grazie alla figa di Valeria non ci riesco, mi agito, per quello che posso.
Valeria si alza di qualche millimetro:"Prendi una bella boccata d'aria impreziosita dal profumo della mia figa, che poi si ricomincia, schiavetto hihihihihihihi"
Respiro a pieni polmoni mentre Rita nel frattempo, per impedirmi di venire mi stringe forte alla base del pene.
Poi Valeria si riposiziona sopra di me.
Rita, dopo aver aspettato qualche momento, per sicurezza, si rimette a stimolarmelo, questa volta con le mani. Si diverte anche con le unghie sulla cappella, procurandomi un certo fastidio ed un po' di dolore.
"Guarda come sta gocciolando! Forse sarebbe meglio sigillarglielo con la cera".
"Ma no, Vale, la cera calda la prossima volta. Non è che gli dobbiamo fare provare tutto questa sera. Altrimenti il nostro schiavetto potrebbe annoiarsi in futuro."

Non so per quanto tempo siano andate avanti con questi giochini. A me è sembrata un'eternità.

So solo che ad un certo punto mentre venivo bloccato e poi ristimolato avevo la sensazione di avere un orgasmo, ma senza sborrare.
Ero sensibilissimo, eppure per Rita sembrava più facile bloccarmi. Come se il mio corpo ormai mi facesse provare la stessa sensazione di una venuta, ma frustrato da tutte le altre volte in cui lo sfogo era stato impedito, avesse deciso di rinunciare a schizzare.

Il mio respiro era sempre più sincopato, e non solo per i ripetuti soffocamenti a cui Valeria mi sottoponeva, ma per quella specie di orgasmi multipli, che iniziavano quasi ad essere una forma di tortura.

"Adesso basta", dice per l'ennesima volta Rita, "questa volta ti lascio venire, altrimenti rischio che non vieni più, devo fermarmi un po' e poi ricominciare e verresti subito. Invece così dovresti durare a lungo".

Valeria scende dalla mia faccia, Rita invece ci dà dentro nella smorzacandela. Sto quasi per venire, ma non ci riesco, è difficilissimo, provo quasi un fastidio più che piacere.

Rita si sdraia sopra di me, mi schiaccia i capezzoli doloranti con il suo seno, procurandomi altro dolore e facendomi sussultare.
Mi bacia, con la lingua che saetta.
Il bacino di Rita fa piccole oscillazioni, avanti ed indietro.
Lei sembra che abbia diversi orgasmi. Io invece sono bloccato, non riesco a sborrare.
"Oh, si, ecco come mi piace, così, bello, duro, resistente. Hai una mazza mica da ridere. Adesso però devi venire, altrimenti non mi diverto."
Stacca le labbra dalle mie solo per dire quelle parole. Io ne approfitto per leccarmi le labbra e sentire il sapore del suo cremoso rossetto.

Poi le riattacca in un bacio a ventosa.

Si stacca, si rimette a smorzacandela e ci dà dentro, come prima, solo inghiottendo con la figa la punta del glande.
Lo fa entrare ed uscire.
Ansima terribilmente, è tutta sudata. Il letto cigola, sofferente anch'esso. Poi passa ad accogliere tutta l'asta, fino alla base. Si alza, lo fa uscire, si rilascia cadere facendo affondare il cazzo tutto dentro di lei.
"Ah, sei un duro tu, ma adesso ti faccio venire io. Ormai ho capito i tuoi punti deboli", e così dicendo mi stringe forte i capezzoli con le unghie rosse e lunghe. Li stringe quasi a sangue. Sembra che me li tagli. Urlo di dolore, ma anche di liberazione, mentre sento finalmente lo sperma che sale, prima piano, come una piccola corrente, poi potente, inarrestabile, come un'eruzione stromboliana.

Rita si cala completamente sopra di me, accoglie tutta l'asta nella sua figa calda. Ed io la inondo.
Lei continua a muoversi.
"Si, così, dammela tutta, bella calda. Quanto adoro sentirmi questo getto caldo dentro di me".
Poi ad un certo punto le pulsazioni diminuiscono.
Io vorrei starmene lì dentro ancora un po' finché non finisce completamente, in fondo mi sento un po' sfinito.

Ma Rita, ha altri progetti.
Si solleva e si siede sul mio stomaco, in modo anche un po' rude. Io emetto uno sbuffo d'aria, quasi come quando faccio gli addominali.

Le sue spalle sono magnifiche.
La sua schiena, sudata e lucida, perfetta, si vedono le vertebre.
Mi prende il cazzo, ben lubrificato ed ancora un po' barzotto e pulsante in mano.
"Questo è il momento in cui tutti gli uomini vogliono godersi l'ultima fase del loro orgasmo in pace, poi separarsi, rilassarsi, due chiacchiere e due coccole. Purtroppo per te è anche il momento in cui una sadica come me si diverte di più. Adesso preparati ad urlare ed a supplicarmi di smetterla. E cerca di essere convincente".
Non la vedo, ma sento che sorride mentre pronuncia queste parole.
Ed io inizio ad aver un po' di paura.
 
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view post Posted on 17/3/2020, 23:20     +1   -1
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