| "Non lo sapete che origliare è da maleducati? Un gentiluomo, anche quando non può farne a meno, fa finta di niente!" Dice con tono di rimprovero. Che poi addolcisce in un sorriso: "Questa volta però siete perdonato ed approfitterò volentieri della vostra generosa offerta."
Dal canto mio, evito di specificarle che anche guardare nel piatto degli altri per copiarne l'ordinazione viene considerato non particolarmente elegante. Sfodero il mio miglior sorriso a sessantaquattro denti. "Sono lieto che mi abbiate perdonato. A mia parziale discolpa, lasciatemi dire, che quando un gentiluomo vede una dama in difficoltà deve assolutamente intervenire, anche a costo si notasse che abbia compiuto atti non proprio signorili." Sorride leggermente. Mi alzo dalla poltrona e mi inchino leggermente ma rigidamente con il busto in avanti e la mano sinistra sul petto: "Permettete? Ambrogio Brambilla, per servirla." Lei mi porge la mano con il dorso all'insù, per il classico baciamano. Dopo averle preso le dita delicatamente, le sfioro a distanza il dorso con le labbra. Ha una mano curatissima e morbidissima, leggermente paffutella. "Miss Clara." si presenta. Noto che non usa il termine francese Madame o Mademoiselle e neppure qualcosa di più patrio. Non mi dice altro. Per non farmi mancare nulla attacco subito con una bella gaffe. "A dir la verità, appena vi ho vista, sono rimasto colpito dal meraviglioso gioiello che indossate." "Strano. In genere gli uomini rimangono colpiti dai miei occhi, dalla mia bellezza, non dai miei gioielli. A meno che non siano ladri". Sorride. Arrossisco. Balbetto e ci piazzo una toppa peggiore del buco:"Scusatemi, veramente vi avevo notato prima sulla banchina ed eravate stupenda con quell'abito verde. Non che non lo siate anche adesso con questo meraviglioso abito plissettato.Abbinati entrambi, con eleganza, alle vostre scarpe rosse all'ultima moda. Ve ne prego, lasciate che vi precisi che il mio interesse per il monile è puramente professionale...ehm si, anche se fossi un ladro lo sarebbe, ma in realtà io sono l'opposto. Sono il gioielliere che l'ha creato e lo considero l'apice della mia carriera. Anche se ne ho creati di più preziosi e più lavorati per diverse nobildonne, questo rimarrà sempre nel mio cuore. Ci ho messo l'anima per accontentare un cliente che mi ha trasmesso davvero un sentimento speciale, direi d'amore e devozione per la persona cui era destinato". Mi interrompo brevemente,giusto il tempo di recuperare con la mano sinistra il monocolo che uso per esaminare pietre e che ho sempre con me nella tasca. "Permettete?" Dimentico del fatto che non sono nella mia bottega e che la signora non è uno di quei mezzibusti finti che si usano per esporre i preziosi, od una cliente che sta provando un nostro manufatto, mentre con la sinistra indosso la lente, allungo la destra in direzione del ciondolo. Una ferrea e dolorosa stretta al polso mi fa genere di dolore. Non è maschia la cosa, ma non me ne frega nulla. Il domestico della dama, che mi sembra più avvezzo all'uso delle armi che non alla cura della padrona, mi ha fulmineamente bloccato. Il polso mi sembra stretto in una morsa d'acciaio. Mi rendo conto della situazione. Ormai sono talmente rosso acceso che sembro il carbone nella caldaia della locomotiva. "Oddio scusatemi, ve ne prego. Deformazione professionale. Non ho saputo resistere, volevo vedere se era proprio il mio oppure una copia." Enorme figura da ciccolataio,come si usa dire a Milano. Non me ne rendo conto subito. Tanto ormai, una più, una meno. "Ma come osate, villano e buzzurro. Prima allungate le mani e poi osate insinuare che sarei una miserabile che indossa una copia? Ah ,se fossimo ancora a qualche lustro fa ordinerei al mio servo di darvi una sonora battuta che vi serva di lezione per il futuro." L'importante è cominciare bene un bel rapporto! "Vogliate scusarmi", dico tra i denti, dato che il domestico serra sempre il mio polso nella pressa a vapore celata nella mano, "di solito non sono così cafone. È che sono così emozionato nel vedere la mia creazione indosso ad una bellissima donna come voi. Adesso capisco le parole ed il tono con cui vi descrisse vostro marito lord..." Mi interrompe, secca, prima che possa completare la frase. "Non è mio marito!" Il mio volto è talmente acceso che al confronto la brace della famosa pipa del mio eroe, Sherlock Holmes, sembra spenta. "Mi scusi. Non sapevo.Pensavo che...L'uso del termine miss mi aveva tratto in inganno. Capisco." "No, voi non capite. Non potete." Capisco bene, lei è la concubina. Adesso ricordo, in ritardo che forse, se una è sposata ad un Lord si appella Lady. Invece Miss sta per signorina, forse. "Ma se davvero voi siete l'artista che dite di essere conoscerete la particolarità del monile, visto che non si palesa fino a che non viene rivelata. Ed anche allora lo fa a fatica." "Ma certamente. È quello che mi fece impazzire. Mi venne chiesto di incastonare la pietra in una lavorazione d'oro e d'argento che avesse come motivo ornamentale ricorrente le lettere CDL in una specie di corsivo svolazzante. Immagino che la C stia per Clara." "Gastone, lascia." Immediatamente la pressa dal volto umano chiamata Gastone smette di serrarmi il polso e la mia mano prova l'ebbrezza di essere irrorata nuovamente dal sangue. "Grazie, Gastone" dico, guardando il domestico con malcelata ostilità. "Per curiosità, cosa vi disse esattamente chi vi commissionò l'opera?" Le racconto tutto, non ometto nulla. Le descrivo anche le ore passate a disegnare bozzetti, i diversi studi sottoposti all'approvazione del committente ed i suoi "Non è abbastanza elegante, non è abbastanza signorile, non è alla sua altezza", fino alla realizzazione attuale. "Se volete esaminarlo, accomodatevi. Anche se sono sicura che non avrebbe mai osato darmi una copia." "Non ne ho bisogno. Dopo le vostre parole, son certo anch'io che sia l'originale." "È stato davvero un gesto meraviglioso da parte sua dopo che l'ho, in un certo senso, educato e gli ho cercato la moglie giusta.Dopo averla istruita, per una buona riuscita del loro matrimonio, naturalmente. Ora che so tutta la storia lo apprezzo ancora di più." "Ah, quindi voi eravate la sua precettrice" "Una specie. Come vi è stato detto, io realizzo sogni, rendo reali le fantasie ed i desideri che certe persone hanno. Un po' come voi. Solo che talvolta i miei clienti non hanno le idee chiare e non sanno esattamente cosa vogliono. Beh, a volte, penso anche i vostri entrano nella vostra bottega con poche idee e ben confuse. Ma a volte, i miei, Non sanno neppure di volermi frequentare. Allora, devo a mo' di novella Socrate, utilizzare la maieutica per aiutarli a capire quello che al loro interno già conoscono." "Oibò, ora sono ancora più confuso su di voi" "Davvero? Eppure secondo me avete le idee molto chiare." "Voi dite?" "Un dettaglio, che avete sottolineato poco fa, è particolarmente rivelatore. Inoltre ad una donna non sfuggono certe cose. Alcuni vostri sguardi, alcuni vostri atteggiamenti sono piuttosto rivelatori, ad un occhio addestrato. Come direbbe il protagonista del romanzo che state leggendo." Ero felice di cambiare discorso. "Conoscete Conan Doyle?" "È uno dei miei preferiti, come penso lo sia per voi." L'arrivo del cameriere con la comanda interrompe il nostro dialogo. Dopo aver presentato le spigole in tutto il loro splendore, pone la rituale domanda:"Volete che ve lo prepari io?" "Per me si. Per il mio servo no. Deve imparare a farlo, nel caso gli capitasse di doverlo fare per me. Per cui vi pregherei di spiegargli mentre eseguite". Gastone un po' arrossisce, ma solo un attimo. Dopo aver ricevuto uno sguardo, che sono quasi sicuro di dover definire carico di severa minaccia da parte di Miss Clara, il domestico si dispone ad osservare e replicare. Mentre il cameriere esegue destramente il compito, Gastone osserva ed ascolta le spiegazioni. Osservo ed ascolto anch'io, dato che non sono particolarmente abile in quest'arte ed il cameriere è un ottimo insegnante, che non si limita a dare istruzioni per la spigola ma coinvolge nelle spiegazioni anche altri tipi di pesce e le varie differenze. Naturalmente il risultato dell'opera di Gastone è abbastanza lontano dalla perfezione di quello ottenuto dal nostro insegnante. Miss Clara non sembra soddisfatta, ma non dice nulla. La sua occhiata a Gastone è eloquente tanto che egli assume l'espressione del discolo colto a fare una marachella. Le rabbocco il flute con lo champagne. Intanto finisco quel che era rimasto del mio pesce che ormai è diaccio. Verso l'ultima lacrima della bottiglia nel mio bicchiere e, notando che la mia dirimpettaia ha finito il suo flute ma è ancora lontana dal finire il piatto, ne ordino un'altra bottiglia. Naturalmente cedo anche alla richiesta del dolce: non posso resistere alla crème brûlée. Lo champagne non si sposa al dolce...ma pazienza. Appena arriva la nuova bottiglia, la prima cosa che faccio è rabboccare il flute di miss Clara, che mi regala un grazie con lo sguardo. Anche se più che un ringraziamento per il gesto mi par di vedere un bagliore di qualcos'altro, come un grazie di cortesia per un' azione aspettata e data per scontata da parte sua e dovuta da me. "Potevate aspettarmi per il dolce." Questa è la sua frase non appena termina il branzino. Rimango muto, non sapendo cosa rispondere. "Suvvia, non lasciatemi credere che vi sarebbe dispiaciuto continuare la conversazione precedente. Mi sembravate piuttosto interessato." "In che senso?" "Sulla mia professione" "Pensavo foste una precettrice che all'occasione diventa sensale." "Sapete bene che non è così." "Avete ragione. Concretizzate fantasie.Soprattutto degli uomini, se ho capito bene." "Fantasie particolari, degli uomini. Anche quelle che avete voi, anche se vi ostinate a negare. Vi piacciono le mie scarpe?" E così dicendo fa uscire dallo spacco del vestito un polpaccio che termina in una caviglia sottile a cui è allacciato il cinturino di una scarpa rossa. Tacco largo che si rastrema a punta, tipo piramide rovesciata. "Sono all'ultima moda. Ed estremamente belle. Sono meravigliose su di voi". Fa oscillare e roteare la caviglia. Mi si secca un po' la gola. Bevo, con noncuranza, un sorso di champagne. "Dite? Sapete quanto uomini avrebbero notato le mie scarpe? E quanti avrebbero saputo dire che sono all'ultima moda? Voi siete un appassionato di scarpe femminili?" Arrossisco. "Solo se indossate dalla donna adatta. Ma che c'entra? In base a questo voi deducete che io abbia fantasie particolari?" Senza chiedere nulla, si trasferisce al mio tavolo, proprio di fronte a me. "Oh, adesso ne ho la certezza! Non sarei chi sono, se non fossi abile a cogliere certi segnali." Si rivolge a Gastone:"Vai a sincerarti che la mia cabina sia preparata a dovere per la notte." "Si miss Clara." dice il domestico. Immediatamente, a mo' di pupazzetto a molla che esce dalla scatola, si alza di scatto e ci lascia soli. "Quanto a noi, direi che possiamo continuare la nostra interessante conversazione davanti ad un dolce. Che ne dite, sareste così cortese da chiamare per me il personale ed ordinare altre due porzioni di quel che vi siete gustato senza neppure aspettarmi? Così possiamo parlare un po' di quello che vi ostinate a negare".
|