Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Il b&b della Signora Monica

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Jack Rossi1
view post Posted on 7/1/2017, 19:39     +1   +1   -1




Davvero una bella storia, molto intrigante e coinvolgente, complimenti Shyboy, personalmente ne attendo con ansia il seguito..
 
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view post Posted on 7/1/2017, 22:28     +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Jack Rossi1 @ 7/1/2017, 19:39) 
Davvero una bella storia, molto intrigante e coinvolgente, complimenti Shyboy, personalmente ne attendo con ansia il seguito..

Troppo gentile, grazie mille.
Presto uscirà il seguito.
 
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view post Posted on 8/1/2017, 19:02     +1   +1   -1

Cavaliere BDSM

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III PARTE



La mia vita in questi giorni è diventata stupenda, Vanessa ormai ha capito che tipo di ragazzo sono e Monica mi tiene in pugno.
Parlando proprio di Monica, ormai esce di rado dalla dependance, non viene più a controllarmi come prima.
Io svolgo il mio lavoro autonomamente, mi occupo delle stanze, dei vari servizi amministrativi, prendo le prenotazioni e curo il giardino, non che sia un pollice verde, ma faccio quello che basta per renderlo esteticamente bello, Monica apprezza il mio modo di lavorare.
Ormai il patto era stabilito, durante il lavoro niente distrazioni e niente sottomissioni, ma fuori dalla struttura, nessuna pietà.
<< Buongiorno vorrei parlare con la Signora Monica. >>
<< Mi dispiace attualmente non è possibile, vuole lasciare un messaggio? >>
<< Si chiamo per la conferma della prenotazione, bonifico arrivato, tutto sistemato. >>
<< Ottima rima. >>
<< Come scusi? >>
<< No no nulla, va bene riferisco io. >>
<< Perfetto, grazie. >>

Prendo il telefono e compongo il numero di Monica.
<< Signora Monica, sono Paolo. >>
<< Cosa vuoi? >>
<< Volevo dirle che hanno chiamato per confermare la prenotazione. >>
<< Bene, anzi ottimo. Dopo te ne parlerò. >>

Continuo a sbrigare le mie faccende, alzo lo sguardo, l’orologio indica le 12:30, è ora di andare a cucinare il pasto a Monica.
Indosso il mio grembiule nella calda dipanando.

Non vi ho mai parlato in realtà di questo posto, per me magico.
La dependance è una casa in legno, staccata e posta lateralmente in maniera riservata alla struttura, si accede tramite un piccolo vialetto alberato, è circondata da fogliame.
Quest’ultima ha un cancello manuale di ferro separato dall’ingresso principale della struttura.
E’ presente anche un capanno con degli attrezzi ed una vecchia piscina gonfiabile che veniva utilizzata prima dell’implemento della piscina interrata.
Da quando sono al servizio di Monica nel capanno sono presenti anche prodotti e lucidanti per auto che utilizzo scrupolosamente sulla Mercedes di Monica, ci tiene molto alla perfezione della vettura, come tutto il resto.

La dependance è molto calda perché ha gli infissi nuovi ed un sistema molto valido di riscaldamento che è sempre acceso, sulla struttura sono presenti dei pannelli solari per ammortizzarne le spese.
Un parquet color noce copre tutto il perimetro della dimora, sono presenti diversi quadri raffiguranti lei e la figlia e diverse porcellane.

Ogni volta che entro, dopo essermi pulito per bene le scarpe sullo zerbino, (ricordo quando a volte mi minacciava di legarmi e lasciarmi al posto del tappetino) ed essermele tolte, comincio i miei lavori di lucidatura del pavimento, sempre se il tempo me lo consente, in caso contrario inizio direttamente a cucinare.

Nel salone oltre ad un grande schermo è presente un divano molto grande con angolo in pelle ed una poltrona rossa.
Non può mancare un dolby-digital ed un impianto stereo.

Torniamo a noi.
Monica è andata a fare delle commissioni, mi ha lasciato un biglietto con su scritto:
TI ASPETTO PER PRANZO.

Sono proprio curioso di sapere dove potrò mangiare questa volta.
Le ultime volte mi ha concesso di mangiare gli avanzi sul marmo della cucina in piedi perché mi ero comportato bene.

<< E’ pronto? >>
<< Mi scusi Signora Monica, non l’avevo vista entrare. Non ancora, ho appena iniziato. >>
<< Sei il solito incompetente. >>
<< Ma io stavo lavorando. >>
<< Ordina una pizza. >>

Ecco, ordina una pizza vuol dire che forse neanche pranzerò.

<< Non hai ancora capito come devi rispondermi. >>

Esce in giardino, esce cosi di corsa che nonostante il vento non indossa neanche il copri spalle.
La vedo rientrare con una corda.

<< Spogliati nudo. >>
<< Si. >>
<< Aahahah ora vedremo. >>

Spogliato nudo, ancora non capisco cosa stia succedendo e cosa ho fatto.

<< Striscia come un verme. >> Arrivo ai suoi piedi.
<< Baciami la punta delle scarpe. Torna verso la cucina, ristriscia qui e ribaciami la punta delle scarpe. >>
<< Come desidera Padrona. >>

Il gioco va avanti per un po’, striscio avanti ed indietro baciandole la punta delle decolté rosse senza calze che lasciano scoperto il suo alluce smaltato di nero.

<< Fermati. Lo slip non lo togli? >>
<< No Padrona. >>
<< Va bene. >>

Mi lega al collo la corda a mo’ di guinzaglio, la corda è molto scomoda e stretta.
Mi sale sulla schiena, mi incita a galoppare.

<< Trotta trotta cavallino. Fammi divertire. >>

Allunga le gambe sulle spalle, ogni tanto porta il tacco sulla guancia.

<< Non farmi cadere altrimenti ti schiaccio il tacco in faccia. >>

Non ho la forza neanche per rispondere, facciamo qualche giro della dependance, grazie a dio non è enorme.

<< Andiamo in camera mia. >>

Arrivati in camera da letto si alza, io crollo al suolo.
Lei mi sale sopra e mi calpesta con i suoi tacchi, io le bacio i piedi implorando di smetterla ma ovviamente lei neanche mi risponde.

Monica apre l’armadio, prende tutti i vestiti e li sposta da un lato scoprendo l’asta di ferro.
Si gira e se ne va.
Quando torna ha altre due corde molto lunghe che impugna nella mano destra.
Capisco che vuole fare qualcosa di strano.

<< La prego Padrona, la supplico mi perdoni. >>
<< No caro mio. >>

Le bacio i piedi, sono a terra dolorante, lei ha lo sguardo al cielo, si sta godendo questo attimo di supplica.
Mi ordina di alzarmi.

<< Allora, ora ti legherò alla sbarra di ferro, girati di schiena, come se volessi entrare nell’armadio. >>

Lega i polsi alla sbarra di ferro a mo’ di Croce di Sant’Andrea, sono di spalle, non riesco a vedere cosa succede.

<< Aspetta mi serve una sciarpa. >>
<< Perché la sciarpa? >>
<< Zitto non fare domande. >>

In realtà la sciarpa servirà per coprirmi gli occhi, vuole privarmi anche della vista, la sciarpa però emana il suo profumo, lei ama quello della Gucci ed è quasi un calmante per me.
All’improvviso sento il contatto con qualcosa di freddo, mi taglia lo slip.

<< Caro schiavetto, ti avevo detto che forse era il caso di toglierli. >>
<< Hai ragione. >>
<< Verrai punito anche per questo, ha ragione, non hai ragione. Mica siamo parenti. >>
<< Mi perdoni. >>
<< Cucciolo. >> dice accarezzandomi la schiena << Ora dovrai sopportare un po’ il dolore, non costringermi a imbavagliarti. >>

Annuisco.

Con una mestola di ferro, una classica mestola da cucina, inizia a percuotere il mio sedere.
Ci mette così tanta forza che nel giro di poco tempo, non sento più il mio fondoschiena.
La imploro di smetterla ma nulla.

<< Che bello. Mi piace picchiarti sai? >>

Lei ride, si diverte. Io soffro.
Ad un certo punto mi scioglie le corde e mi ordina di girarmi, inizia a prendermi a schiaffi.

Uno, due, tre, quattro… ben assestati sul mio volto che diventa rosso.
Sento suonare alla porta, lei mi sorride, mi accarezza il viso, poi torna.
E’ cosi crudele, ma nonostante tutto, farei qualsiasi cosa per lei.

Torna in stanza con la sua pizza e sul cartone della pizza ha il nastro marrone.

<< Ora devo mangiare la pizza altrimenti si ferma, però sarò buona. Dopo ti lascerò mangiare qualche pezzo dai piedi o dal pavimento, poi deciderò. Nel frattempo lavami le calze. >>

Mi infila in bocca un paio di calzini sporchi e mi chiude la bocca con il nastro marrone.

SI siede, però alza il sopracciglio con aria divertita, si alza e torna da me, mi tira due ginocchiate sul pene, vorrei stramazzare al suolo ma le corde me lo impediscono.

<< Non guardarmi mentre mangio, cucciolo. Non è mica colpa mia se oggi ti sei comportato male. >>

Nonostante la testa bassa, l’odore della pizza mi giunge perfettamente.
Una volta terminata mi libera un polso, poi mi ordina di seguirla strattonandomi con la corda, sono a quattro zampe dietro di lei.
Lei si sdraia sul divano, io la copro, mi rilega i polsi e mi posizioni nudo sotto i suoi piedi, come un docile cagnolino che non aspettava altro.
Posiziona il suo quaranta smaltato e vellutato, nonostante il sudore, sulla mia faccia; si addormenta.

Prendo sonno anche io.

<< Ti sei addormentato Paolo? >>
<< Annuisco >>

Lei mi accarezza, poi mi libera la bocca.
Dopo aver consumato qualche pezzetto di pizza tagliuzzato e gelido direttamente dal pavimento, riprende la mia sottomissione.

<< Leccami i piedi. >> mi ordina dopo avermi sputato ripetutamente.

Mi occupo dei suoi piedi come ordinato, parto dal tallone, poi una leggera toccata alla caviglia e salgo delicatamente su tutta la pianta, lei è molto sensibile.
Cerco di asportare qualche residuo di sporco e sudore, poi passo alle dita, me ne prendo cura con molta calma e delicatezza come se fossero un oggetto di cristallo, lei gradisce molto.

<< Che pisellino piccolo. >>

Annuisco, ho il viso rosso come un peperone, non so se è per gli schiaffi o l’imbarazzo.
Ogni tanto Monica tira la corda, devo cercare di capire se vuole che mi soffermi su quel punto o vuole che prosegua.

<< Lecci proprio bene i piedi. Tu sei nato per leccarli. >>
<< Grazie Padrona. >> mi tira una pedata.
<< Non ti ho dato il permesso di rispondere, continua a leccare. >>

Annuisco e continuo il mio lavoro, fuori dalla dependance potrebbe succedere qualsiasi cosa, a me non interessa perché quando sono ai suoi piedi, il mondo fuori non ha più senso.
Il mio posto è li.

<< Sai, io sono sempre stata una donna autoritaria. Ho sempre comandato, ho avuto anche altri lavori, tutti incarichi prestigiosi. Voi uomini siete patetici, vi ribellate ma alla fine come una donna vi mostra una coscia o una gamba, siete subito lì a sbavare.
Magari tu non tanto perché sei ancora piccolo, ma gli uomini adulti fanno schifo.

Non ero al corrente di tutto questo mondo, ci ho messo anni per scoprirlo veramente. >>

<< Padrona e come lo ha scoperto? >>
<< Non ti punisco solo perché hai fatto una domanda intelligente. >>

Annuisco, lei sorride, io la guardo velocemente e ricambio.

<< Lecca con più ardore però, come se fosse un bel gelato. Non mi dire che sono sudati che ho camminato poco. >>

In realtà sono sudati ma ormai ci sono abituato.

<< Tutto è nato da mio marito, non abbiamo ancora divorziato ufficialmente, siamo comunque separati.
Prima che nascesse mia figlia, ti parlo di 20 anni fa circa, il mondo del BDSM non era molto affermato. Non c’era internet, facebook, whatsapp.
Lui ricopriva, ricopre tutt’ora, un incarico molto importante in banca, io non lavoravo, mi viziava a casa.
Ogni sera facevamo l’amore, da lì ha iniziato a pretendere strane fantasie.
Siamo passati dal gatto che miagolava allo schiavetto.
Siamo andati avanti così per un paio di anni, poi ha iniziato a baciarmi e leccarmi i piedi.
Le cose andavano avanti ma in maniera graduale, ormai i preliminari erano solo incentrati sui miei piedi, ogni tanto voleva essere calpestato.
Informandomi su internet avevo capito che tipo di persona fosse, ma non mi era ancora chiaro se fosse feticista o no.
Cosi un giorno andai in un sexy shop e comprai una frusta che dovrei avere ancora da qualche parte, dopo averlo frustato come un salame mi implorava supplicandomi di continuare.
Da lì non siamo più riusciti a fermarci.
Io controllavo tutto di lui, l’amore lo facevamo quando io volevo e ripetevo che lui non era neanche in grado di soddisfarmi. >>

Io rido, lei mi dà uno schiaffo e un calcio nello stomaco.

<< Che cosa cazzo ridi? Ma hai visto che pisellino che ti ritrovi? >>
<< Mi scusi Padrona. >>
<< Continua a leccare.
Dicevo… le cose sono andate via via discorrendo, io lo chiamavo schiavo, lo insultavo in ogni modo, lui godeva.
Una volta l’ho costretto a portarmi l’ombrello sotto la pioggia, ci siamo divertiti.
Gli ho fatto anche baciare i piedi al ristorante mentre il cameriere segnava la mia ordinazione, cameriera per la precisione. >>

<< Poi cosa è successo Padrona? >>
<< E’ successo che vuoi uomini per colpa di quel coso in mezzo alle gambe vi sentite comunque padroni del mondo. >>

Mi dà una pedata sul mio membro, mi fa molto male. Provo a divincolarmi ma mi tira a terra strattonandomi per la corda.

<< Bestia a cuccia. >>
<< Si Padrona. >>

Continuo a leccarle i piedi mentre l’ascolto, si è allungata sul divano totalmente.

<< Succia un po’ le dita che le sento sudate. >>

Annuisco ed obbedisco.
<< A casa non era più eccitato allo stesso modo, come se fosse stanco. Dopo un po’ di tempo ho scoperto che aveva una relazione con la sua segretaria. Mi implorò di prendere sia lui che la sua segretaria come schiavi, ovviamente stava degenerando.
Poi è nata nostra figlia, siamo stati insieme ancora per un po’ ma non siamo riusciti a ricucire il nostro rapporto ed è finita. >>

<< Ma lei lo ama ancora? >>
<< Ma che cazzo te ne frega? >>
<< Scusi. >>

<< Sicuramente ora avrei gestito le cose in maniera diversa, sono comunque felice di come siano andate le cose. Nel senso che mi ha permesso di capire quanto utili siete voi maschi, ovvero nulla. >>

Dalle sue parole mi sembra di percepire un po’ di tristezza, forse Monica sente ancora la sua mancanza.

<< Il mio risentimento verso di lui è stato colmato da Vanessa, ho parlato così tanto male di lui che ora Vanessa non vuole più vederlo. >>

<< Padrona ma… >>

Mi tira uno schiaffo sul viso.

<< Non ti azzardare a dire nulla. >>

Capisco che il mio confine è lì, con lo sguardo torno ai suoi piedi, continuo il mio lavoro.
Le sto leccando i piedi almeno da mezzora, mi sono stancato, a lei ovviamente non importa.

<< Questo fine settimana andrai ad una convention sul vino, ti prenderai l’attestato e lo inserirai nel curriculum. Non sei felice di passare del tempo con la tua Padrona?>>
<< Si ma non so come fare con mia madre. >>
<< Non mi importa nulla di tua madre tesoro, ci andremo lo stesso. La partenza è domani, tieniti pronto. >>

Molla la corda, mi mette il piede sulla fronte e ride.
Il piede sinistro è sul mio membro, lo sposta avanti ed indietro.

<< Che ne dici? >>
<< Dico che la sua parola è legge. >>

Lei ride, mi schiaccia i testicoli.

<< Bravo schiavetto, stai imparando. >>

Le bacio i piedi ma non riesco a contenermi, le vengo sulle graziose estremità.

<< Ripulisci tutto con la lingua poi togliti la corda e torna a lavoro. >>

Eseguo alla perfezione.

******************

Il giorno della partenza è ormai arrivato, con una scusa riesco a giustificare la mia breve assenza ai miei genitori.
Il b&b invece verrà gestito temporaneamente da Vanessa, con la speranza di ritrovarlo tutto intero.
Ovviamente a me è stato ordinato di portare una piccola valigia mentre Monica ha due valigie belle capienti.

Il viaggio in auto procede tranquillamente, niente di particolare.
Io guido e cambio le canzoni quando Monica me lo ordina, aumento o diminuisco la velocità in base al suo volere.
A mezzora prima dell’arrivo mi ha ordinato di fermarmi all’autogrill dove le ho leccato le scarpe, degli stivaletti neri.

<< Dovremmo essere quasi arrivati >>
<< Si, non manca molto. >>
<< Sei pensieroso oggi? >>
<< No padrona. >>
<< Sei strano. >>

In realtà si, ho paura.
Ho paura perché dopo la chiacchierata ho capito che lei ancora pensa al suo ex marito, non capisco perché dopo anni ancora non abbiano ufficializzato il divorzio, ho scoperto che ancora si vedono, seppur in maniera sporadica, però avviene.

<< Mi raccomando, segui la convention, poi ti aspetto in albergo. >>

Annuisco.

La convention è noiosa, tra un vino e la pasta fatta in casa, le ricevute fiscali e il sito web, io penso solamente a Monica.
Avete presente quando siete tristi, annoiati, stanchi ed all’improvviso pensate a qualcosa di bello e vi prende quell’entusiasmo e quella felicità che tutto diventa bello e positivo?
Ecco, Monica ha rappresentato questo fin dal primo istante.
Lei ovviamente mi considera solamente un bravo dipendente ed un bravo leccapiedi, niente di più.
Intanto il mio cuore batte, batte fortissimo.

Finita questa assurda convention, firmo l’attestato e scappo al volo.

<< Signora Monica è permesso? >>
<< Chi è? >>
<< Sono Paolo. >>
<< Paolo chi? >>
<< Quanti Paolo conosce? >>
<< Paolo chi!?! >>
<< Paolo il suo dipendente. >>
<< Ah il mio servo! Vieni, vieni servo entra. >>

<< Monica ma non sarà azzardato urlarlo ai quattro venti? >>
<< Non preoccuparti, è insonorizzata la stanza, ti vergogni della tua padrona? >>
<< Assolutamente no. >>
<< E allora vieni forza. >>
<< Ho un regalo per te. >>

Ecco, bravo lo scemo.
Io non le ho comprato nulla.

<< Forza aprilo. >>

Strappo la busta, un collare ed un guinzaglio di pelle nera.

<< Ti piace? >>
<< Si… >>

In realtà sono imbarazzato, non capisco perché questo regalo.

<< Inginocchiati. >>

Mi indossa il collare e mi accarezza.

<< Quanto sei carino? >>

Mi guardo allo specchio, mi sta bene, devo ammetterlo.

<< Ti sta proprio bene, ora sembri proprio un cagnolino. Spogliati nudo e datti una lavata, poi preparami la vasca. Io sbrigo qualche servizio. >>

Preparata la vasca come da Lei richiesto, Monica si immerge e chiude gli occhi.
Io come sempre le massaggio i piedi, alterno il massaggio a qualche bacio.
Dopo avermi usato come tappeto mentre si asciuga, mi ordina di metterle lo smalto rosso.
Io eseguo ma non sono molto bravo, ad ogni sbaglio mi schiaffeggia.

<< Per questa sera mangerai come gli umani, a tavola. >>
<< Grazie Padrona. >>

Mi accarezza e mi sorride.
Corro a vestirmi, un quarto alle sette, dobbiamo andare al ristorante.
Aiuto Monica a indossare il suo vestito elegantissimo, le chiudo la collana e le indosso i bracciali.
Spruzza il suo Gucci sul suo splendido collo, ne va un po’ anche nella stanza.

Prima di uscire apre la porta, poi mi ferma mettendomi la mano sul petto.

<< Non dimenticarti le buone maniere. >>

Per un attimo mi è sfuggito che il mio compito prima di uscire è lucidarle le scarpe.
Indossa delle scarpe estive con dei laccetti, lecco le scarpe, poi alza la suola per indicarmi di dare una pulita anche lì ed eseguo.

Vado a lavarmi un attimo le mani e la lingua che è diventata nera, le bacio le dita dei piedi scoperte e smaltate dal sottoscritto di rosso e usciamo.

Come un galantuomo le apro lo sportello e poi lo chiudo.

La cena con Monica è qualcosa di stupendo, ha prenotato un ristorante sulla scogliera, ogni tanto si avvicina e mi sussurra nell’orecchio qualcosa per provocarmi, prima di andare in bagno ad esempio mi ricorda dove dormirò.

Dopo la cena si toglie le scarpe e cammina a piedi scalzi sulla spiaggia, camminiamo tanto, parliamo, sembriamo amici di vecchia data, dio quanto è bella.

Ad un certo punto sta per cadere, io l’afferro, sembra che stiamo ballando, vorrei darle un bacio, ovviamente non posso, siamo due mondi differenti.
Lei mi guarda e mi sorride, ride.

<< Non azzardarti a toccarmi con quelle labbra, sai che il massimo del contatto è con i miei piedi. >>

Annuisco, entrambi scoppiamo a ridere.
Si è fatto molto tardi, torniamo in appartamento.

<< Sei stato bravo oggi. Avevo portato la frusta per punirti ma non credo servirà. >>
<< La ringrazio Padrona. >>

Dopo il consueto giro sulla mia schiena, si sdraia a letto e mi ordina di leccarle i piedi, non vedevo l’ora.
Eseguo.
La parte che amo di più è leccarle la pianta dei piedi, ogni volta che sbaglio mi rimprovera, ma la mia Padrona è molto clemente, quando faccio qualcosa di buono mi accarezza.

<< Dovrei comprare dei croccantini per il mio bravo cagnolino. >>

Io sorrido, ormai non sono più imbarazzato.

<< Avevo pensato di farti dormire come l’altra notte, legato ai miei piedi. Il fatto è che sono troppo buona e non voglio farti del male.
Avevo anche pensato che nel caso ti fossi comportato male ti avrei fatto dormire nudo e legato nel bagno, però oggi sei stato proprio un bravo cucciolo. >>

Si alza scalza, indossa un completo intimo nero molto sexy.
Prende dalla borsa delle corde e le lega ai polsi ed alle caviglie.

<< Prima di dormire ripassa un attimo i piedi. Però che palle, vedi che ho camminato scalza, dovresti sapere ormai che i miei piedi devono essere sempre puliti. >>
<< Ha ragione mi perdoni. >>
<< Si ma con la ragione mica mi ci pulisco i piedi, muoviti dai. >>

Ripulisco per l’ennesima volta le piante.
Nel bel mezzo delle dita lei si alza, viene vicino a me, è sul letto, io al bordo sul pavimento.
Prende la mia testa e la dirige a suo piacimento, mi molla qualche ceffone, prende la sua testa e la porta in mezzo al mio seno.
Con un piede inizia a sfiorare il mio membro, do qualche timido bacio al seno, lei se ne accorge e sorride.
Sono troppo eccitato, non riesco a contenermi, inizio a baciare il suo seno cercando di spostarle il reggiseno in pizzo, mi tira qualche sberla.
Scende dal letto, assesta altri schiaffi molto potenti, inizia a tirarmi gli schiaffi sul pene, essendo nudo mi colpisce in pieno.
Ogni volta che cado lei mi rialza tirandomi per il guinzaglio, il collare è stretto e mi manca quasi il fiato.
All’ultimo calcio, resto sul pavimento.

<< Ti faccio un complimento, ti dico che ti sei comportato bene e tu che fai? Esageri? >>
<< Mi perdoni la prego. >>
<< Mi hai deluso. >>

Si abbassa gli slip.

<< Caro mio non mi sono abbassata le mutande per farti vedere la mia bellissima persona, ma per farti capire quale può essere il massimo del rapporto tra di noi. >>

Sorride e ride sadicamente.
Brividi lungo la schiena.

<< Bevi. >>
<< No la supplico. >>

Assesta sul mio volto altri schiaffi.

<< Se mi disubbidirai, non ci vedremo più. A te la scelta. >>

Mi esce qualche lacrima, Monica mi guarda con disprezzo, apro la bocca, mi sento cosi umiliato in questo momento.
Potete immaginare cosa sia successo.

<< Asciugati le lacrime e vai sotto il letto strisciando. >>

Mentre striscio sotto il letto mi tira qualche calcio nella pancia e sulla schiena, si china sotto il letto e lega alla rete le corde.
Neanche mi guarda, si sdraia sul letto.
Il suo peso mi schiaccia, non mi riesco a muovere ed ho quasi paura di morire soffocato.

<< Buonanotte schiavo, spero che tu abbia imparato la lezione. >>
<< Buonanotte mia unica e stupenda Padrona, grazie per avermi fatto capire i miei errori. >>
<< Che lagna, stattene un po’ zitto. >>

La sento ridere.

La mia vita con Monica sembra quasi quando due treni si incontrano su binari paralleli, passano talmente vicini che quando si affiancano sembra che siano a contatto, poi in realtà prendono strade diverse.
Quando uno dei due si allontana più velocemente, l’altro viene quasi tramortito.
Io sono quel treno, sono nelle sue mani.
Lei comodamente nel letto, la sento ridere. Io sotto il letto, ogni tanto una lacrima pervade il mio viso.
Forse di gioia, forse di umiliazione, forse di rabbia, qualsiasi cosa sia… sono felice.
 
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annusatore di ascelle
view post Posted on 8/1/2017, 19:24     +1   -1




Storia veramente bellissima, spero che oltre a questo accenno di pissing ci sia anche dello scat, e o almeno qualcosa che si avvicin come stare con la testa nel cesso dopo che la Padrona ha evacuato, poi se c'è dell'armpits fetish o del Cuckold, diventa un capolavoro, in ogni caso, ottimo lavoro complimenti!
 
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view post Posted on 8/1/2017, 20:17     +3   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Piccoli scrittori crescono. Bravo Shy
 
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view post Posted on 8/1/2017, 23:01     +1   +1   -1

Maestro di Piedi

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Davvero un bel pezzo. Ho dato un'occhiata di getto, tornerò a leggere con più calma.
Complimenti :)
 
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view post Posted on 9/1/2017, 17:06     +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 8/1/2017, 20:17) 
Piccoli scrittori crescono. Bravo Shy

Non dire cosi che divento rosso. ^_^

CITAZIONE (Flover 991 @ 8/1/2017, 23:01) 
Davvero un bel pezzo. Ho dato un'occhiata di getto, tornerò a leggere con più calma.
Complimenti :)

Grazie mille. :)
 
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BrainSlave
view post Posted on 11/1/2017, 00:10     +1   -1




Bellissima , grazie ! :D
 
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view post Posted on 11/1/2017, 08:54     +1   -1
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Strimpellatore stonato e porcello itinerante

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Bravo Fratellino!!
 
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view post Posted on 11/1/2017, 13:22     +1   -1

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CITAZIONE (BrainSlave @ 11/1/2017, 00:10) 
Bellissima , grazie ! :D

Troppo gentile!

CITAZIONE (Briciolo @ 11/1/2017, 08:54) 
Bravo Fratellino!!

Grazie bro ^_^
 
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24 replies since 29/12/2016, 14:00   10390 views
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