Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Il blog di Dario, Dario è un neolaureato di 21 anni, nel corso della sua vita incontrerà una persona che vorrà aiutarlo ad acquisire padronanza del suo essere.

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view post Posted on 26/3/2016, 12:32     +1   +1   -1

Cavaliere BDSM

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Il racconto è di pura fantasia, nessun fatto riportato è reale.
Ho scritto questa storia di getto, chiedo scusa per errori grammaticali o imprecisazioni.
Fatemi sapere tramite i commenti se la storia vi può interessare, mi piace molto scrivere e spero di non annoiarvi.
Se la storia non vi è piaciuta lasciate un commento cosi cercherò di perfezionarmi.
Shy

_ Prima parte

_ Seconda parte



Edited by ShyBoy - 26/3/2016, 16:34
 
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view post Posted on 26/3/2016, 13:00     +1   +1   -1

Maestro di Piedi

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Molto intrigante la trama.
E tu scrivi molto bene.
È ovvio che spero che prosegua.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 13:32     +1   +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Esule q @ 26/3/2016, 13:00) 
Molto intrigante la trama.
E tu scrivi molto bene.
È ovvio che spero che prosegua.

Troppo gentile, ho preparato già la seconda parte che entra nel vivo della situazione ma prima di postarla attendo qualche altro commento per capire se può interessare o meno.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 13:51     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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Mi piace,continua..
 
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view post Posted on 26/3/2016, 15:49     +2   +1   -1

Cavaliere BDSM

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PRIMA PARTE


Amo i coldplay, ogni mattina mi sveglio e dopo aver ringraziato il cielo (non voglio dare nulla per scontato) indosso la tuta e vado a correre in piazza. Mi sono appena laureato in scienze politiche, preferivo quasi rimanere studente.
Mio padre è dirigente d’azienda e lavora fuori città, mia madre è una casalinga ma essendo una famiglia benestante è sempre in un centro estetico o di benessere, dipende dal periodo.
Per farvi capire mio padre che tipo è, alla festa dei 18 anni mi fece trovare parcheggiata una mercedes classe a nera nuova di zecca, a 20 anni la moto ed a 21 una casa al mare.

Ultimamente non ho voglia di fare nulla, sto diventando apatico, navigando su youtube trovo il video di una nota psicologa che spiega come avere successo nella vita, guarda che fortuna, periodicamente si offre per degli incontri gratuiti.
La contatto e fisso un appuntamento, speriamo sia bella almeno se professionalmente è un fiasco non è benzina spesa inutilmente.

La porta dello studio si apre e mi accoglie la segretaria, non riesco a descriverla in quanto non le dedico neanche un minimo di attenzione anche perché il suo sguardo è rivolto verso il basso.

La psicologa che poi scoprirò essere una psicoterapeuta è una piacente donna di 43 anni, capelli tra il biondo ed il castano con dei colpi di sole che illuminano i suoi occhi verdi.
Non è stupenda ma sa aggiustarsi molto bene, sul viso è presente il trucco di un intero quartiere.

E’ abbastanza fredda mentre parla, non mi sento molto a mio agio, sono sicuro che mi sta studiando, mi offre un pacchetto di sedute, tipo pacchetti benessere che si regalano ai compleanni quando non si ha la minima idea di cosa regalare, decido di accettare tanto i soldi non mi mancano e iniziamo a frequentarci subito.
Rolex, mercedes classe A, il mio tenore è abbastanza alto, ovviamente non grazie a me, il genio della famiglia è mio padre, esperto di finanza e strategie di marketing, colma la sua assenza con il denaro ed a me va bene cosi.
Non voglio prolungarmi sulle sedute, le prime sono state davvero noiose; lei mi studiava e segnava tutto ciò che capiva su di me su un quadernetto con la copertina rosa tipo scuola elementare.

Stava tracciando il mio profilo, figlio di papà, non molto carino ma si sa che i soldi fanno la bellezza, nessuna voglia di lavorare.

“Cosa ti aspetti dalla vita? Riflettici attentamente, non sei scemo ma potresti avere tutto ciò che desideri.”
“Mi accontento di un lavoro.”
“E allora perché hai rifiutato i lavori che ti hanno offerto?”
“Mio padre mi passa 1200 euro al mese e sono seduto comodamente a casa mia, perché dovrei sporcarmi le mani?”
“Perché ti stai spegnendo.”
“Ho comprato un caricatore portatile, non credo succederà.”

Sto ridendo come un cretino mentre lei mi fissa.
Quanto è bella, potrei innamorarmi subito di lei, che siano dottoresse vigilesse o psicologhe, sarà il lavoro, ma hanno un fascino che mi fa impazzire.
Ci salutiamo in maniera fredda, mi ha lasciato una serie di cose da fare che io ovviamente non leggerò nemmeno.

Iniziamo con una nuova seduta, è sabato e fa molto caldo.
Quando entro nello studio lei indossa dei sandali senza calze, solo dopo mi confesserà la sua passione per le calzature estive.

“Hai fatto ciò che ti ho detto?
“No.”
“La terapia può chiudere anche qui allora.”
“Come vuole lei.”
“Se tu non sei collaborativo e non mi ascolti io non posso aiutarti, puoi anche uscire dal MIO studio, vai a goderti i soldi.”
“Lei è solamente invidiosa eh?”
“Si, mio padre era un operaio e mia madre una casalinga, non mi è mai mancato nulla ma il mutuo dello studio lo sto ancora pagando.”
“E la segretaria la paga?”
“No, cambiano ogni due mesi, sono tirocinanti.”

Scoppio a ridere mentre guardo il mio rolex, fortunatamente io non dovrò fare nessun tirocinio.
Il suo sguardo cambia, mi sembra si stia arrabbiando cosi decido di andarmene.

“Le manderò il suo assegno per posta.”

Lei si alza e si avvicina a me di scatto, scoppia a ridere ed io non capisco perché, si avvicina cosi tanto che le nostre labbra potrebbero sfiorarsi, riesco a sentire l’odore del suo rossetto, il cuore mi batte a mille, dedico di darle un bacio ma lei si sposta indietro e mi tira un ceffone in pieno viso, ora scoppia a ridere.

“Ti piaccio vero?”
“Ma cosa dice.”
“Peccato che vai via” ride.

Non saprei come descriverla, il suo collo nonostante sia curato porta i segni dell’età, dell’esperienza che ogni donna acquisisce con il tempo.
Il suo sguardo mi fa paura, non lo nego, è uno sguardo che incute paura come se in testa ci fosse qualcosa di diabolico.
Il suo seno è pronunciato, non formoso ma presente.
Sicuramente non segue una dieta particolare, il fisico è longilineo ma presenta qualche curva.

“Io ho studiato il modo per curarti, vieni a casa mia questa sera, ti mostrerò il video di una dottoressa americana.”

Sono eccitato, segno l’indirizzo e mi fiondo a casa per docciarmi velocemente.


La mia Mercedes scorre veloce nel traffico cittadino, la velocità mi fa sentire vivo.
Arrivo in casa sua, suono al cancello e dopo un po’ si apre in maniera automatica.
Arrivo alla porta e busso, si apre e non vedo nessuno, il cuore mi batte a mille, le pulsazioni sono a 200 credo.

“E’ permesso?” ho in mano una bottiglia di grappa barricata di alto livello.
“Accomodati.”
“La ringrazio, questa è per lei.”
“Vieni accomodati sul divano, faccio partire la proiezione.”

Mentre lei gira per casa io conto i minuti che passano, il video è estremamente noioso, alcune volte parlano in lingua straniera, faccio fatica a seguirla.
Lei indossa degli stivaletti neri chiusi, un vestito di pelle nero molto stretto che lascia intravedere il suo fondoschiena molto sensuale, non c’è nulla da fare, nonostante i suoi anni è una bellissima donna.
I gioielli di famiglia impazziscono, il cervello non ragiona più e credo che il mio apparato endocrino non abbia mai lavorato cosi tanto.

“Mi dispiace io devo andare.”
“Puoi baciarmi se vuoi.”

Sono eccitatissimo, mi avvicino incredulo e mentre sto per baciarla mi arriva un altro ceffone.
Non sono masochista, soffro per lo schiaffo, il viso si gonfia, mi innervosisco mentre lei ride.

“Seguimi.”
“Io abbasso lo sguardo e la seguo.”

Si siede sul divano, io mi siedo di fianco a lei, inizia a parlare in maniera spavalda.

“Io non ti sopporto, anzi, ti odio, lo confesso. Tuttavia, il giuramento che ho fatto è quello di aiutare tutti e tu sei un miserabile ragazzino laureato che per i soldi del padre crede di avere il mondo in mano.
Sei pazzo di me, si vede, quindi farai tutto quello che io ti dirò.”

Mi tira un ceffone nuovamente e poi ancora un altro ed infine un altro ben assestato.
Osserva il mio pantalone e sembra quasi delusa dal fatto che non ho nessuna reazione psicologica.

“Meglio cosi, se tu fossi stato masochista non mi sarei divertita.”

Si avvicina alle mie labbra e le sfiora, ormai non ragiono più.

“Non sono masochista, ma sono pazzo di lei.”
“Lo so, lo so, chi non sarebbe pazzo di me. Sei troppo giovane per me, dovrai solamente obbedire a tutto ciò che ti ordinerò.”

Sicuramente tutti voi starete pensando “E’ una Mistress”, in realtà non lo è, si sta semplicemente vendicando per i due stili di vita differenti, forse sotto si nasconde una donna crudele, lo scoprirete leggendo.

“Va bene Padrona.”

Un altro ceffone mi arriva, sempre ben assestato.

“Ma perché?”
“Ma la laurea l’hai presa al cepu o l’hai comprata direttamente? Io non sono una padrona, una mistress, una principessa o una guerriera, sono la tua dottoressa.
Ti sto curando e ti curerò per la vita.
Devi capire cos’è lo sforzo fisico, dovrai capire cosa sono i limiti e cosa vuol dire guadagnarsi da vivere.
Ora hai due possibilità, la prima è di sederti di fronte a me e di lasciarti usare come poggiapiedi per il tempo che io desidero, la seconda è di uscire fuori casa, sappi che non mi vedrai mai più.”

Sono completamente innamorato di lei, ho perso il lume della ragione, guardo il suo seno ed i suoi occhi e mi eccito, la amo, faccio ciò che mi ha chiesto.
Lei scoppia a ridere, appoggia i piedi sulla mia schiena e mi osserva.

“Uomini, pedine nelle mani delle donne. Tranquillo, troverò la cura per te, ti insegnerò a stare al mondo.”

Mi accarezza, sono suo.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 16:30     +1   -1

Cavaliere BDSM

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SECONDA PARTE


Dopo l’incontro con la Dottoressa, sono un po’ timoroso, come lo sono sempre stato di carattere.
Mi sono innamorato di Lei, ho perso completamente la testa.
Ho paura di ciò che vorrà farmi ma è l’unico modo per stare a contatto con lei.
Sono due giorni che provo a contattarla ma ha il cellulare spento.

Sono le dodici, apro il frigo per mangiare qualcosa, fuori è praticamente primavera e mia madre mi scrive un messaggio dicendo che è andata a fare shopping con le amiche e ritornerà a casa tardi, “vai al ristorante a mangiare poi passerò io a saldare”, torno in camera mia a navigare su internet, la mia attività preferita.
Ripenso alle parole della dottoressa sulla mia laurea, forse il mio cognome mi ha privilegiato con il rapporto alunno docente? Non saprei, forse un minimo aveva ragione.

Ho il cuore in gola, nella testa mille pensieri, perché non risponde?
Forse ho fatto una delle mie solite fesserie, mi vesto per andare a correre, un messaggio blocca la circolazione sanguigna.

“Ti sto aspettando.”

Lancio le chiavi in aria e le afferro al volo, mi sento un mago e rido, corro in auto apro il garage e volo verso orizzonti a me infiniti, scemo che sono… volo verso la mia “docente”.

Mi accoglie in casa vestita con un altro pantalone in pelle però questa volta rosso, credo che ha una vasta collezione di abiti.

“Buongiorno, cosa vuole che faccia?”
“Oggi ti vedo di buon umore, bravo sono felice, la cura sta già funzionando. Dunque prima cosa voglio che dovrai scrivere su un foglio tutto ciò che non mangi, quali sono le tue paure e quali lavori sei in grado di svolgere, a fine giornata ti interrogherò e nel caso in cui te lo stessi chiedendo si, passerai la giornata qui da me, ti ho lasciato una lista di cose che dovrai fare, sei venuto anche in tuta, credo sia perfetto.”

“Va bene inizio subito.”
“Io nel frattempo vado in soggiorno a guardare un film, non fare casini.”

Ecco la lista che la dottoressa mi ha lasciato:

_ pulire il giardino dall’erba secca e dalle foglie;
_ lavare la macchina;
_ riordinare il garage;
_ lavare la macchina;

Il sole batte forte, ma la mia testa mi sussurra “lo sta facendo per te, ti sta curando” e poi lei è stupenda e qualsiasi cosa avesse scritto io avrei eseguito senza esitare.
Inizio cosi a pulire il giardino, eseguo un lavoro pulito, il giardino è piccolo e in un paio di ore riesco a completare.
Passo alla pulizia dell’auto, una 500 bianca, eseguo in maniera veloce ed infine apro il garage e lo trovo in ordine, mi siedo a terra e mi godo il sole.

Dopo un paio di minuti sento il suono dei tacchi sul pavimento, all’improvviso non sento più nulla.
Un primo calcio mi arriva sulla schiena, crollo a terra facendo la parte poiché non era per nulla forte, lei mi mette una scarpa sulla fronte ed ha lo sguardo nervoso.
Sento sotto la tuta il ruvido del pavimento, non riesco a capire tutta l’aggressività, mi dice con tono freddo di seguirla.
Si siede sul divano, inizia a controllare il respiro e poi mi guarda sorridendo.
Mi ordina di abbassare i pantaloni e di sedermi sulle sue gambe, divento rosso e devo correre in bagno, ma devo trattenermi.
Lei sposta la sua maglia verso il basso e mi lascia intravedere una leggera sporgenza del seno, mi eccito come lei sa ed obbedisco.

“Quando i bambini sono piccoli i genitori devono dare dei limiti e dei segnali per imporre la propria autorità, tua madre forse era impegnata a fare shopping, ma piccolo mio ci penserò io.”

Mi accarezza ed inizia a prendere a schiaffi il mio sedere innocente che diventa subito rosso, l’eccitazione mi passa per il dolore, la prego di smettere e mi escono delle lacrime.
Al decimo schiaffone ben assestato si ferma, sembra quasi esperta della pratica.

“Forza a tavolino.”

Come ieri mi stendo avanti a lei che comodamente poggia i piedi e sorride, sfoglia una rivista e dopo mi osserva.

“Ti ho scritto due volte di lavare la macchina e di ordinare il garage ma tu non lo hai fatto. Taci mentre ti parlo e guardami negli occhi.
L’ho scritto due volte per farti capire che dovevi lavarla dentro e fuori, ma tu non hai chiesto spiegazioni. Il garage invece era già ordinato e tu hai fatto finta di nulla, per questo ti ho punito.
La tua mente con me deve tornare a quando eri bambino, ti sto educando a vivere cosi nel mondo del lavoro non avrai problemi.
Dovresti ringraziarmi. Cosa ne pensi? Forse dovrei lasciarti andare, sono troppo crudele.”

“No la prego, non posso vivere senza di lei, è la mia sveglia mattutina il colore dei suoi occhi, mi insegni a vivere, è cosi buona con me.”

Non riesco neanche io a capire da dove escono quelle parole, sono profondamente perso per lei.

“Va bene cucciolo.”

Mi avvicina una scarpa, inizio a baciarla e lei ride mentre continua a leggere.
Mi sta umiliando e io inizio a essere felice, non è umiliazione, è una cura.

“Per oggi va bene cosi, hai pranzato?”
“No.”
“Allora ti cucinerò qualcosa, tu seguimi e impara qualcosa.”

Il pranzo scorre tranquillo, mangiamo e dopo mi porta nel letto con se, mi fa stendere vicino a Lei e prendiamo sonno, mi sento in paradiso.
Quando apro gli occhi lei non è vicino a me, indossa una vestaglia di pizzo e mi sta osservando.

“Dobbiamo smettere di vederci.”
“Ma no perché, la prego.”
“Stiamo andando oltre, io più ti guardo più mi fai venire rabbia, non hai un’educazione.”
“Ma non è vero, sono educato e non dico parolacce.”
“Tu credi? Sei cosi bugiardo perfino con te stesso. Tu non hai obbiettivi, vuoi solo vivere la vita cazzeggiando come i ventenni.”
“Sono qui da lei per questo.”
“No tu sei qui per scoparmi.”
“No lo giuro.”

Si toglie la vestaglia, sale sul letto e si avvicina a me. E’ stupenda.

“Dimmi cosa provi.”
“Lei è stupenda. Io la amo.”

Scoppia a ridere.

“Ragazzino tu l’amore non sai neanche cosa sia.”
“Si io amo Lei, lo giuro.”
“Dimostramelo.”
“Come?”
“Fatti curare da me.”
“D’accordo.”

Mi tira uno schiaffo.

“Chiedimelo tu.”

E’ una donna fredda e crudele anche se alcune volte diventa dolce, come a pranzo quando ha cucinato per me.

“Mi curi la prego.”

Prendo la mano con cui mi ha dato lo schiaffo e la bacio in segno di devozione.

“Va bene, ti curerò. Ora vai a casa, quando verrai domani dovrai rinunciare ad una cosa a te cara e la riavrai soltanto lavorando per me. Hai scritto il foglio con le cose che non mangi e le tue paure?”
“Sono a metà.”
“Domani lo voglio avere.”

Torno a casa con queste parole in mente, il giorno seguente mi presento fuori casa sua, busso ma lei non mi apre, attendo fuori la porta per un paio di ore, finalmente mi apre divertita, è chiaro che lo ha fatto apposta.

“Buongiorno, mi insegni a scordarmi di pensare.”
“E bravo il mio Shakespeare, oggi andremo da una mia amica, guiderai tu ovviamente.”

Saliamo sulla mia Mercedes, mi dimentico di aprirle la portiera ma lei non mi dice niente.
Andiamo a casa di una sua amica dove mi presenta come tuttofare, capisco che devo pulire il giardino della sua amica mentre loro due sorseggiano del thè sedute comodamente in giardino, resto a petto nudo per lavorare meglio.
Salutiamo la sua amica che mi offre dei soldi ma li rifiuto, andiamo in macchina, ho la schiena a pezzi.

“La tua macchina resterà da me per una settimana.”
“Non se ne parla proprio.”

Lei non mi risponde, andiamo in casa, diventa furibonda e inizia ad urlare:

“Oggi la nostra terapia finisce qui, io ti accolgo in casa mia, cerco di darti un’educazione, ti faccio dormire sul mio letto e tu mi ripaghi cosi? Esci subito fuori.”
“No la prego io sono innamorato di lei.”
“Non me ne frega un’accidenti, esci subito fuori.”

Sono innamorato di lei anche se la conosco da una settimana circa, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei.
Dopo le sculacciate subite non ho più pudore, mi sdraio a terra, inizio a baciarle le scarpe, lei non si sposta minimamente anzi, si siede sul divano, inizio a leccarle la suola in segno di rispetto.

“Posso leccare oltre la suola?”
“No.”
“La ringrazio.” Sorride.

Continuo a leccare la suola, ho la lingua nera, mi fa cenno di fermarmi, si toglie le scarpe, mi poggia i piedi sul viso e mi dice con tono severo di respirare, quasi come un ordine.

“Non lo meriti neanche, ti odio, sappilo. Se resti qui devi subirne le conseguenze. Sei troppo attaccato ai beni materiali, la tua macchina rimarrà qui perché è stata comprata con dei soldi che non ti sei guadagnato, quando uscirai di qui andrai a comprare una bicicletta che userai per raggiungermi. Ai tuoi genitori dirai che è dal meccanico, sempre se te lo chiederanno.”
“Si dottoressa.”
“Bene, ora zitto, respira e concentrati su come potrai farti perdonare. Da oggi sarò più crudele perché ho capito che se ti lascio corda tu esci fuori binario.”
“La ringrazio.”
“Taci.”

Non rispondo.
Solleva il piede, mi riempie di ceffoni, poi sospira e mi ripoggia i piedi sul viso, da quello che riesco a guardare, anche se ho ben poco spazio, sembra che sia divertita.
Il giorno dopo le porterò dei fiori per farmi perdonare, 31 rose rosse e le chiavi della mia Mercedes che mi farà parcheggiare in garage, al portachiavi infilerò la chiave del lucchetto di una graziella in carbonio.

La situazione piano piano si sta evolvendo, se passo una giornata senza guardarla mi manca la motivazione di andare avanti.
Prendo la bici e taglio per una via del centro, non ho più la macchina da due giorni e mi sta piacendo girare in bici, inoltre sono felice di rendere la mia dottoressa fiera ed orgogliosa di me.
Passo per una gioielleria e mi fermo ad osservare un filo di perle stupendo e decido di comprarlo per Lei.

“Le ho fatto un regalo.”

Consegno il foglio che mi aveva chiesto e la busta della gioielleria, il suo sguardo cambia.
Prende la busta e la lancia in aria in maniera nervosa, inizio a pensare che forse soffre di disturbo della personalità perché mi chiedo cosa in una frazione di secondo altera il suo umore.
Con la mano sinistra cerca di trascinarmi verso il suo ripostiglio dove tiene le scarpe, le pantofole ed alcune vecchie scatole.

“Meglio che te ne stai qui, dopo faremo i conti.”

Sento nella toppa il rumore della chiave che gira, sono le 10 di mattina, il tempo non passa più.
Osservo le scarpe e mi viene un’irrefrenabile voglia di annusarle ma non posso, almeno senza un suo ordine.
Quest’ultima cosa mi fa paura, sto perdendo il controllo, sono letteralmente in mano sua.

Ore 12.00
Sento la porta che si apre, non pronuncia alcuna parola, capisco che devo seguirla in silenzio.

“Ho pensato molto a tutto, ti ho privato della tua auto per farti capire che i beni materiali sono importanti ma bisogna sudarli, altrimenti tutta questa terapia che io faccio per te non avrebbe senso.
Pensavo fossi cambiato in questi giorni invece entri in una gioielleria e spendi 700 euro.
Il regalo lo avrei apprezzato se i soldi fossero stati i tuoi, lavorati.”

“Mio padre mi passa quei soldi quindi sono miei.”

Sono in ginocchio al suo cospetto, una serie di schiaffi iniziano a pervadere il mio volto, si interrompe e poi sbuffa.

“Alcune volte penso che lo fai apposta per essere punito.”
“No lo giuro.”
“Dai sei libero di andare, ho fallito ancora.”
“No la prego mi faccia quello che vuole, io voglio stare con lei. E servirla. No mi scusi..”

Avevo capito che il mio amore non era ricambiato, l’unico modo era servirla e lasciarmi “curare”.

“Ne sei sicuro?”
“Si lo giuro.”
“Dimostralo.”

Corro in soggiorno cerco il portafoglio nella mia giacca e lo consegno direttamente nelle sue mani.

“Qui ci sono tutti i contanti e le carte di credito, le prenda, le consegno a lei che mi insegnerà ad usarle.”
“Finalmente hai capito.” Mi accarezza il volto “Ti insegnerò a risparmiare, a sentirti fiero di te stesso ma ti farò lavorare cosi tanto che mi ringrazierai e capirai il valore dei soldi. Sei pronto ad iniziare?”

“Si lo sono.”

Lei alza la gamba in aria, inizio a leccare la suola, lei ride, dopo passo a baciare la caviglia ma lei mi da un ceffone per farmi capire che non devo superare i limiti, ora ne ho la certezza, ci sta prendendo gusto ad umiliarmi e forse a me non dispiace molto, io farei qualsiasi cosa per lei.

“Bene basta cosi, ora devo andare a comprare delle cose per te. Vado a chiudere in una cassetta le chiavi della macchina e le carte, le riavrai a tempo debito, poi ti comprerò delle cosine, vieni con me.”

La seguo e mi porta nel solito sgabuzzino, mi ordina di spogliarmi nudo e di rimanere solo con le mutande, mi vergogno del mio corpo ma eseguo.

“Come vuole.” Mi tira un sonoro ceffone in viso.
“Sii più gentile.”
“Si dottoressa come desidera lei. Onorato.” Ora sorride.
“Bravo, vedi? Ci sai fare. Basta dottoressa però, mi ha stancato, troverò un nome adatto, non sognarti neanche di chiamarmi per nome, continua a darmi del Lei, ora devo uscire.”

Si guarda intorno e mi lega con la prima cosa che trova, del nastro marrone.
Mi lega le caviglie e i polsi dietro le mani, poi prende una scarpa ginnica che direi sia nuova data la pulizia e me la infila sotto il naso, lega quest’ultima intorno al viso.
Riesco a percepire il suo odore, inizio ad amarlo.

“A dopo.”

Io sorrido ma lei non può vederlo, mi sto eccitando perché ho capito che il massimo contatto che posso avere con lei è tramite i suoi piedi.
Grazie Padrona.
Oddio, ho perso del tutto il controllo.

Non so da quanto tempo ho il naso nelle sue scarpe, fortunatamente non sono molto odorose, riesco a respirare tranquillamente, mi sento quasi a mio agio.
Quindi sono feticista dei piedi? O solo feticista della mia Lei? Magari fosse mia.
Finalmente sento la porta che si apre.
E’ tornata e vorrei accoglierla come un cagnolino ma non posso perché sono un salame sul pavimento.

“Ti sono mancata? Ah scusami non puoi rispondermi.” Ride di gusto.
“Ho comprato delle cose carinissime per te, ora ti slego, ti aspetto tra cinque minuti in salone.”

Detto, fatto! Mi slega i polsi e mi ordina di continuare a slegarmi da solo, mi sussurra che la sera avrei continuato l’adorazione dell’altra scarpa e che ben presto le avrei provate tutte.
Arrivato in salone mi domando quanti soldi abbia speso perché trovo una decina di buste.
Inizia a mostrarmi i suoi acquisti, delle manette che si infilano a bracciale, diverse paia di scarpe con il tacco molto alto, sandali estivi, alcune cianfrusaglie per il mare.
In mano ha un pennarello e sta scrivendo qualcosa su una specie di portachiavi, mi ordina di avvicinarmi a lei e non so perché le mani diventano gelate, il volto diventa pallido e sudo freddo.

“Dai cucciolo vieni qui, non aver paura, è una cura mica un tentato omicidio.”

Mi avvicino, mi ordina di chiudere gli occhi e sento una cosa fredda intorno al collo, quando apro gli occhi trovo un collare in pelle nera con il guinzaglio a catenella che pende, mi ha “incollarato”.
Sotto al collare è presente un portachiavi con su scritto “Dario”, il mio nome.
Non riesco a capire.

“Vedi Dario, ora io ti sto curando, quindi tu farai tutto ciò che voglio, non lo stai facendo per me ma per la cura.”
“Io lo faccio per lei dottoressa.”
Mi arriva un ceffone.
“Basta dottoressa, lo sono in studio per le persone normali, magari un giorno ti ci porterò e ti darò l’onore di lavorare per me, poi studierò qualcosa. Non dovrai chiamarmi in nessun modo. Ora sdraiati che devo parlare, tu taci.”

Eseguo prontamente, mi sdraio, mi benda gli occhi con un foulard nero e non riesco a vedere nulla.
Mi lega alle caviglie delle cavigliere a cui lucchetta una catane corta.
La stessa cosa fa con le mani e non mi chiede neanche se sono strette o meno.
Sento che sfoglia una rivista, le scarpe cadono a terra… momento di silenzio ed i suoi piedi poggiano sul mio volto che sembra disegnato appositamente per lei.

“La terapia si basa sulla rieducazione, dovrai tornare allo stadio elementare, quindi per un po’ di tempo sarai uno stupendo cucciolo, decidi tu di che razza. E’ indifferente.”

Cerco di proferire parola, lei alza il piede lasciandomi parlare.

“Non le sembra esagerato?”

Mi sento infilare qualcosa in bocca di scatto, credo sia un calzino molto sudato, cerco di sputarlo ma mi blocca la bocca con la mano e subito dopo mi imbavaglia.
Mi gira non so dove trova la forza, sento che cerca qualcosa nelle buste e dopo tira fuori credo una frusta o un paddle ed inizia a torturare il mio sedere.
Ho capito i miei errori, non dovevo parlare e non dovevo contraddirla.
Inizio a lacrimare, mi salva il campanello, mi tira il paddle addosso e se ne va.
Meno male che non era crudele.

Non riesco a capire bene cosa succede, sento tipo un cartone che entra in casa.

“Lasciatelo pure qui grazie.”

Dopo qualche minuto la dottoressa mi slega lasciandomi il calzino in bocca per punizione o per onore come definito da lei successivamente, mi ordina di aprire il cartone e mentre lo faccio a mani nude e legato mi tira degli schiaffi.
Ho il sedere pieno di segni e ho le lacrime per il dolore, ogni tanto accarezza il mio fondoschiena.
Ho i brividi, la temo ma la amo allo stesso tempo.

Dal cartone cosa può mai uscire? Sembra una casetta da giardino, la guardo bene e sembra tipo cuccia per cani con tanto di tappetino e ciotole esterne, nella gabbia c’è tipo un porta bibite con una cannuccia, ovviamente vuoto.
Mi devo preoccupare? Il mio viso diventa nuovamente pallido, per non dire bianco cadaverico.

“Entra dai, provala.”

Non posso rispondere.

“Quando mi farai arrabbiare o semplicemente quando io lo vorrò, questa sarà la tua stanza. Devo solo decidere dove fartela spostare se in giardino o in camera mia.
Dipende da come ti comporterai.
Non mi ringrazi?”

Non so cosa fare, non posso neanche rispondere.
Mi struscio a terra ed inizio a fare le fusa, lei mi accarezza come se fossi un animale da compagnia.

“Dopo sistemeremo anche questa faccenda, ora seguimi.”

Prende posizione sul divano ma questa volta estrae da quest’ultimo un poggiapiedi in pelle, mi lega nuovamente ma in maniera molto più stretta e mi lascia li.
Arriva dopo qualche istante con un carrellino con alcune cose da mangiare da bere ed una rivista, nel piano posteriore vedo una frusta, spero solo che non la userà contro di me.
Lo ripeto, la temo ma la amo e se lei vuole questo, questo farò.

“Sono molto stanca, oggi mi hai fatto stancare e domani dovrò lavorare. Tra un po’ inoltre dovrò anche liberarti. Sai già quello che devi fare.”

Detto questo si sfila le ballerine di camoscio, è senza calze, forse quelle che aveva le ho io in bocca.
Capisco che vuole come segno di adorazione che io le odori i piedi, lo faccio.
Mi avvicino e mi inebrio del suo odore, è tutto ciò che posso avere di lei.
Non avevo mai visto i suoi piedi nudi.
Ad occhio credo siano un 39, presentano qualche sporcizia dovuta al sudore, ma non sono sporchissimi.
Il suo odore nonostante siano sudati è presente, ma è davvero lieve ed inizia a piacermi sul serio.
Vorrei baciare lei, quindi ripiego sui piedi.
Lei capisce al volo.

“Vorresti baciarli vero? Vorresti che io ti liberassi perché cosi tu mi possa supplicare di baciarli, non è cosi?”

Annuisco.

“Calma Dario, se ti comporterai bene avrai tutta la vita per adorarmi nel modo in cui merito. La cura è solo all’inizio eppure i risultati stanno portando grandi effetti.”

Piango, sto perdendo possesso della mia testa.
Guardo i suoi piedi e ritorno in me, prima o poi potrò avvicinarmi a loro.

Lei si toglie la vestaglia e resta in intimo, è una donna stupenda, tutto il vicinato le fa la corte.
E’ sul divano ed io posso ammirarla e venerarla, ritorno ai suoi piedi, ritorno al mio posto.
 
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view post Posted on 26/3/2016, 20:18     +1   -1
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Devo dire che questo racconto è scritto mille volta meglio di tanti altri che circolano su questo forum. Permetti che però possa fare alcune critiche che spero possano essere costruttive? Di solito, non lo faccio e evito come la peste certe storie ma questa ha delle potenzialità. Dunque, la storia tra terapeuta e paziente è stata sviscerata diverse volte. Però credo che sia lo sviluppo della trama a far diventare piacevole anche un'idea non nuovissima, come fece a suo tempo 8Dark8 nel suo racconto <da teppista a schiavo>. Quì invece è un po' troppo sbrigativo. Il protagonista dopo pochi minuti è innamorato della psicologa che lo schiavizza a scopo terapeutico????? e si scopre feticista. Non un accenno su questa passione all'inizio e poche descrizioni delle sensazioni che il protagonista ha. E devono essere sensazioni sconvolgenti, considerando la situazione nella quale si trova. Ecco, secondo me il tutto dovrebbe avere un andamento più lento, più descrittivo e meno sbrigativo. Sono cose che si acquistano col tempo e quindi l'ultimo consiglio (spero che non mi manderai a quel paese) è di proseguire cercando di migliorarsi laddove è possibile. Buon proseguimento
 
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maxslave
view post Posted on 26/3/2016, 22:43     +1   -1




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view post Posted on 27/3/2016, 23:09     +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 26/3/2016, 21:18) 
Devo dire che questo racconto è scritto mille volta meglio di tanti altri che circolano su questo forum. Permetti che però possa fare alcune critiche che spero possano essere costruttive? Di solito, non lo faccio e evito come la peste certe storie ma questa ha delle potenzialità. Dunque, la storia tra terapeuta e paziente è stata sviscerata diverse volte. Però credo che sia lo sviluppo della trama a far diventare piacevole anche un'idea non nuovissima, come fece a suo tempo 8Dark8 nel suo racconto <da teppista a schiavo>. Quì invece è un po' troppo sbrigativo. Il protagonista dopo pochi minuti è innamorato della psicologa che lo schiavizza a scopo terapeutico????? e si scopre feticista. Non un accenno su questa passione all'inizio e poche descrizioni delle sensazioni che il protagonista ha. E devono essere sensazioni sconvolgenti, considerando la situazione nella quale si trova. Ecco, secondo me il tutto dovrebbe avere un andamento più lento, più descrittivo e meno sbrigativo. Sono cose che si acquistano col tempo e quindi l'ultimo consiglio (spero che non mi manderai a quel paese) è di proseguire cercando di migliorarsi laddove è possibile. Buon proseguimento

Grazie per il commento.
Non ho letto sinceramente quella di 8dark8 e spero non sia simile alla mia, non l'ho proprio letta.
In effetti potrebbe sembrare sbrigativo ed un po lo è, ma non tutti amano leggere la storia nel dettaglio, ho tagliato tipo 2 pagine di word sull'evoluzione del loro rapporto in quanto poteva risultare noioso e rendeva la storia poco scorrevole.
Ho provato con altre due storie a creare un filo più lento ma la storia era più "pesante" dal mio punto di vista.
Ottimo il consiglio sull'essere meno sbrigativo e più descrittivo.
Purtroppo le storie per quanto si possano ispirare a cose che tutti vorremmo accadessero nella realtà, è molto difficile quindi prima o poi un lato fantasioso lo acquisiscono sempre.
Grazie ancora, cercherò di perfezionarmi.

Volete una continua o passo a nuova storia?
 
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view post Posted on 27/3/2016, 23:22     +1   +1   -1
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Hai capito il fratello.......è diventato un provetto scrittore........bravo,anche ad apprezzare i consigli dei più "esperti" ;)
 
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view post Posted on 28/3/2016, 08:58     +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Briciolo77 @ 28/3/2016, 00:22) 
Hai capito il fratello.......è diventato un provetto scrittore........bravo,anche ad apprezzare i consigli dei più "esperti" ;)

Con i consigli posso migliorare ^_^
Grazie bro!
 
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view post Posted on 28/3/2016, 09:39     +1   +1   -1
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Certo che devi continuare, Shy. Il piacere di scrivere deve essere prima di tutto per noi stessi e poi, se c'è anche un riscontro nel piacere degli altri, tanto meglio. Poi ovviamente, ognuno la vede in un modo. Secondo me, una buona descrizione della situazione non potrebbe far altro che migliorare la storia. Far comprendere a chi legge ciò che vorresti dire, a cominciare dalle sensazioni del protagonista, è il modo ottimale per sviluppare una trama, secondo me ma tanto vai persuaso che non potrai mai accontentare tutti e ci sarà sempre qualcuno che avrà da lamentarsi.

Leggiti quel racconto di 8dark8. Ti potrà essere utile per non ricalcare la storia che per il momento sembra essere troppo simile e poi perchè ne vale la pena perchè è splendido
 
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doctor1990
view post Posted on 28/3/2016, 10:38     +1   -1




CITAZIONE (ShyBoy @ 28/3/2016, 00:09) 
CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 26/3/2016, 21:18) 
Devo dire che questo racconto è scritto mille volta meglio di tanti altri che circolano su questo forum. Permetti che però possa fare alcune critiche che spero possano essere costruttive? Di solito, non lo faccio e evito come la peste certe storie ma questa ha delle potenzialità. Dunque, la storia tra terapeuta e paziente è stata sviscerata diverse volte. Però credo che sia lo sviluppo della trama a far diventare piacevole anche un'idea non nuovissima, come fece a suo tempo 8Dark8 nel suo racconto <da teppista a schiavo>. Quì invece è un po' troppo sbrigativo. Il protagonista dopo pochi minuti è innamorato della psicologa che lo schiavizza a scopo terapeutico????? e si scopre feticista. Non un accenno su questa passione all'inizio e poche descrizioni delle sensazioni che il protagonista ha. E devono essere sensazioni sconvolgenti, considerando la situazione nella quale si trova. Ecco, secondo me il tutto dovrebbe avere un andamento più lento, più descrittivo e meno sbrigativo. Sono cose che si acquistano col tempo e quindi l'ultimo consiglio (spero che non mi manderai a quel paese) è di proseguire cercando di migliorarsi laddove è possibile. Buon proseguimento

Grazie per il commento.
Non ho letto sinceramente quella di 8dark8 e spero non sia simile alla mia, non l'ho proprio letta.
In effetti potrebbe sembrare sbrigativo ed un po lo è, ma non tutti amano leggere la storia nel dettaglio, ho tagliato tipo 2 pagine di word sull'evoluzione del loro rapporto in quanto poteva risultare noioso e rendeva la storia poco scorrevole.
Ho provato con altre due storie a creare un filo più lento ma la storia era più "pesante" dal mio punto di vista.
Ottimo il consiglio sull'essere meno sbrigativo e più descrittivo.
Purtroppo le storie per quanto si possano ispirare a cose che tutti vorremmo accadessero nella realtà, è molto difficile quindi prima o poi un lato fantasioso lo acquisiscono sempre.
Grazie ancora, cercherò di perfezionarmi.

Volete una continua o passo a nuova storia?

ti consiglio vivissimamente di leggerti quella storia, è qualcosa di eccezionale :D (appena ho tempo leggo la tua e ti faccio sapere :wub:
 
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doctor1990
view post Posted on 28/3/2016, 17:59     +1   -1




Letto, scrivi bene e hai idee, ma il tutto è troppo sbrigativo e poco dettagliato, comunque davvero molto molto simile a quello di 8dark8, comunque vai avanti dai :)
 
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LINGUETTA CURIOSA
view post Posted on 28/3/2016, 22:53     +1   -1




Molto bello, mi intriga.. scritto molto bene... continua mi piace
 
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19 replies since 26/3/2016, 12:32   6195 views
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