Il giorno dopo arrivai in largo anticipo all'appuntamento ma Lucia era già in casa.
Mi aprì in una veste per lei insolita: fascia a raccogliere i capelli, maglietta bagna fradicia di sudore, pantaloni della tuta e scarpette da ginnastica.
Nemmeno il tempo di stupirmi del suo abbigliamento che mi disse categoricamente "D'ora in avanti in questa casa entrerai e uscirai solo completamente nudo, quindi se ti va di giocare un po' spogliati."
"Almeno fammi entrare prima" provai a balbettare ma vedendo che già stava per accostare la porta superai l'imbarazzo e mi spogliai sul pianerottolo.
"Bravo" disse la mia Dea, ti sei meritato il primo regalo e mi attaccò un collare con relativo guinzaglio.
Entrai come un vero e proprio cane viene portato dalla padrona.
arrivando in salotto mi accorsi subito che era presente un tapis roulant. Lucia sorrise mentre mi spiegava che al sexy shop aveva speso troppo poco per i suoi gusti e mi aveva prosciugato il conto con quell'ultimo acquisto.
"In fondo, facendo un po' di ricerca sui gusti di voi schiavi ho letto che vi eccitate di più quando i piedi sono sporchi. Bè sappi che ho deciso di prendermi un giorno di ferie e ho fatto ore di corsa solo per sudare per bene" e così dicendo si sedette sul divano slacciandosi le scarpette.
Mi avvicinai a lei camminando a quattro zampe come se mi fosse già spontaneo farlo.
"Bravo schiavetto, vedi come sono bagnati questi calzini di spugna" e me li premette sul viso.
"Ora voglio che li annusi per bene, anzi lascia prima che accende la videocamera"
"Ma..."provai a risponderle
"Nessun ma, schiavo! Tutte le umiliazioni che subirai le mostrerò a mia figlia per farle capire con che pezza d'uomo stava e poi chissà potrei farti dominare anche da lei"
Tornò a sedersi e mi stropicciò i piedi sul viso tra un respiro e l'altro fino a quando sfilando i calzini mi mostrò quei piedi che tanto bramavo. lo smalto era blu elettrico e la puzza di sudore fortissima.
"Ora cosa vorresti fare, schiavo?"
"Vorrei leccarle i piedi, Dea Lucia"
"Credo sia ancora un po' presto per permettertelo schiavetto. Apri bene la bocca che ci infilo i calzini."
Non ci fu bisogno di ripetersi, la mia bocca era spalancata e a momenti rischiavo di sbavare per l'eccitazione somigliando sempre di più ad un cane.
"Bene, ora tienili ben bene nelle guance e resta fermo qui. Io vado in cucina a cenare".
Non so quanto tempo passò ma appena la vidi uscire dalla cucina avevo in mente solo i suoi piedi e pregai che me li concedesse per leccarli
Per fortuna il mio sogno prese corpo. Lucia accese la tv, si sedette sul divano e distrattamente mi ordinò "Ok, ora baciami i piedi e lecca per bene in mezzo alla dita, lo sporco che troverai sarà la tua cena."
Per essere la prima volta che si comportava da Padrona, Lucia dimostrava di avere un'attitudine innata. Mi guardava a stento ma poi all'improvviso infilava un piede fino all'inizio della gola, poi li premeva entrambi sul viso, sugli occhi e tentava di farli entrare contemporaneamente nella mia bocca.
Il mio cazzo rimase duro per tutto il tempo, dopo circa 2 ore la sentii sbadigliare.
Ora la mia speranza era che magari mi permettesse di venire segandomi con i piedi.
Parve capire subito il mio pensiero e guardandomi con disprezzo mi disse "Ovviamente io non ho nessuna intenzione di toccarti, nè lo farai tu. Da questo momento non potrai godere se non te lo permetterò!"
"Dato che poco mi fido di uno schiavo leccapiedi ho comprato un oggettino che farà al caso tuo" e cacciò dalla busta del sexy shop una cintura di castità maschile.
Mettermela non fu semplice vista la mia eccitazione, quando finalmente ci riuscimmo Dea Lucia parve soddisfatta"Ora mi appartieni completamente e ad ogni errore che commetterai aumenterò il numero di giorni di astinenza. La chiave potrai sempre vederla per ricordarti che schifo di uomo sei" e dicendo così la legò alla collanina che portava al collo lasciando che si perdesse fra le due immense tette che strabordavano dalla maglietta con lo scollo a V.