| uno die membri della spedizione Daniza, il forestale «Ero davanti a lei, l’ho vista morire, che tristezza»
Luca (nome di fantasia) era uscito coni colleghi per la cattura: «Ci tenevamo andasse tutto bene. Quando è crollata la cosa peggiore è stato vedere i cuccioli avvicinarsi»
Luca ha quasi 50 anni e gli ultimi dieci li ha passati su e giù per i boschi del Trentino. Binocolo in mano, orsi in vista, emozioni a non finire. Mercoledì sera c’era anche lui nella squadra dei quattro forestali provinciali che sono partiti da Trento a caccia di Daniza, per catturarla. In realtà il nome Luca lo ha scelto per la chiacchierata al telefono di ieri sera perché «meglio non scrivere la vera identità, non si sa mai che qualche esaltato....». Luca ripete che «noi siamo i primi ad essere dispiaciuti per quello che è successo», giura che «abbiamo sempre voluto che questo degli orsi fosse un buon progetto» e che «amiamo gli animali, gli dedichiamo tantissimo tempo ed energie». Ripensa alla scena dell’altra sera, a Daniza che barcolla e si accascia. «Un’amarezza profonda — dice — vederla in quel modo... ci tenevamo così tanto che andasse tutto bene e invece...». Invece hanno dovuto vederla morire. «Siamo intervenuti rapidamente, c’era con noi il veterinario e quando ci siamo avvicinati non era ancora morta. Ma intervenire in quelle condizioni non è facile, senza attrezzature, senza tutto ciò che si può avere in una clinica. Giuro che abbiamo fatto tutto il possibile per salvarla, davvero tutto il possibile». Se assistere alla morte di Daniza è stato «di una tristezza infinita», guardare i cuccioli venire verso la madre è stato anche peggio. La femmina si è avvicinata di più, è stato possibile catturarla per applicarle il chip auricolare che permetterà di tenerla sotto controllo: «L’abbiamo spostata in una zona di sicurezza e l’abbiamo tenuta d’occhio fino al risveglio» racconta Luca, che è rimasto in piedi tutta notte «fra scoramento e amarezza». Ci hanno pensato e ripensato, lui e i suoi colleghi. «Cos’è che è andato così storto?» si sono domandati fino all’alba ripercorrendo ogni passaggio. «Non abbiamo fatto nulla che non rispondesse a protocolli ben stabiliti. Abbiamo riflettuto molto, nessuno sa spiegarsi cosa può essere successo. Magari c’entra l’età avanzata... l’orsa aveva 18-19 anni e un’orsa vive in media fra i 20 e i 25. Tutto può aver influito. In questi anni ho imparato che durante la cattura un imprevisto può sempre succedere. Lo devi sempre mettere in conto, in qualche modo». Stavolta la possibilità che qualcosa non andasse bene sembrava esclusa dal calcolo delle probabilità. O meglio: nessuno della «squadra emergenza orsi», come la chiamano tutti informalmente, ci aveva pensato. «Mi creda, la morte Daniza è stata una sconfitta anche per noi». Una sconfitta per uno come lui che l’aveva osservata tante volte da lontano: «L’ho vista in più occasioni, sì — ricorda Luca —. Guardare un orso muoversi nei boschi è sempre una grande emozione anche per noi che li abbiamo visti crescere. Non prendiamo niente alla leggera, gli animali sono parte della nostra vita».
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