CITAZIONE (EVAFETISH77 @ 16/6/2013, 17:56)
Perchè le donne vivono piu' a lungo?
E' una domanda a cui è molto difficile rispondere. La cronobiologia è da un pezzo che si chiede cosa influenzi la durata della vita e se è possibile attribuire ad uno (o pochi) fattori la lifespan (durata della vita). Fino ad ora si è ricercata questa difformità utilizzando principalmente modelli animali, si è visto che la durata della vita è inficiata molto dal consumo metabolico specifico (cioè il consumo metabolico di una certa quantità di tessuto standard). Altri studi portati avanti su piccioni e topi, hanno evidenziato che la lifespan è correlata con la fertilità e la capacità dei mitocondri di far sopravvivere la cellula a livelli elevati di stress ossidativo (i radicali liberi delle pubblicità, chiamati anche ROS). Nello specifico, si è notato che il piccione (animale poco fertile in confronto al topo) presenta un'elevata selezione dei propri gameti, i quali presentano mitocondri molto adattati ad elevate concentrazioni di radicali ossidativi (il piccione è per natura più esposto a questi radicali, in quanto volare è un'attività energeticamente costosa), questo induce un abbassamento della fertilità, ma un aumento della resistenza ai ROS, unito ad un costo riproduttivo pro capite più elevato rispetto al topo, ma minore nell'intero arco della vita (il topo si riproduce qualcosa come una volta ogni 3 mesi quando va male, altrimenti più spesso). Quindi, la maggior selezione dei gameti, la maggior capacità di resistere ai ROS e il minor costo riproduttivo giocano a favore del fatto che il piccione presenti una lifespan sensibilmente più elevata rispetto al roditore.
Ad inficiare sulla durata della vita potrebbe quindi essere la riproduzione (e la strategia riproduttiva). Altri studi, condotti soprattutto su animali sociali come le api e l'eterocefalo, hanno dimostrato che gli animali riproduttori presentavano una lifespan molto più elevata rispetto a chi non si riproduce (in questi animali la riproduzione funziona per caste sociali ed è programmata quando ancora sono allo stadio larvale). Questa teoria è rinforzata dal fatto che diverse specie di colonie di formiche, presentavano una differenza tra la lifespan delle regine (uniche femmine riproduttrici) a seconda del loro essere monoginiche (uniche regine in colonia) o poliginiche (più regine in colonia). Le monoginiche presentavano una lifespan molto elevata (anche 30 anni), questo è imputabile sicuramente alla maggior protezione rispetto ad altri animali e agli agenti ambientali, ma sicuramente un ruolo deve rivestirlo la possibilità di riprodursi.
A ciò, bisogna anche aggiungere che nel caso della maggior parte degli animali diploidi (come l'Uomo), le malattie ereditarie presentano un'incidenza più elevata nei maschi che nelle femmine, questo perché il maschio ha di solito dei cromosomi sessuali differenti (nell'uomo XY), mentre la femmina presenta cromosomi sessuali uguali (nella femmina umana XX). Ciò comporta il fatto che, anche se una malattia è ereditaria recessiva, la femmina non sarà malata poiché sarà portatrice sana in quanto soltanto la madre le avrà fornito il gene che da la malattia, mentre quello del padre sarà funzionante, un maschio invece sarà sicuramente malato, poiché si ritroverà aploide per quel gene e la malattia si manifesterà. Questo implica il fatto che la femmina ha molta più probabilità di arrivare all'età riproduttiva e accoppiarsi, in quanto sarà sana mentre il maschio malato è difficile che riuscirà ad accoppiarsi e probabilmente morirà prima di arrivare all'età riproduttiva.
Queste considerazioni possono essere riportate all'Uomo in modo neppure tanto astratto. La donna infatti opera una selezione del gamete molto più accurata rispetto all'uomo (un gamete al mese contro milioni ogni eiaculazione), quindi anche se è soggetta ad un costo riproduttivo enorme è probabile che sulla lunga distanza sarà avvantaggiata. Da aggiungere a ciò, è il fatto che l'incidenza di malattie cardiovascolari (e di disturbi a tale apparato, come la pressione alta), hanno un'incidenza molto più elevata nell'uomo che nella donna, probabilmente a questo è anche associata una questione ormonale (oltre che culturale), ma su ciò non sono bene informato e dovrei ricercare meglio in bibliografia scientifica.
Spero di essere stato esaustivo!
Comunque sia, il simpatico amico eterocefalo è lui: