Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Vacanza da schiavo, continuazione di "schiavo di una mia compagna di liceo"

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view post Posted on 4/12/2012, 15:00     +1   -1

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Davvero complimenti! Racconto bellissimo!
Se davvero sei il protagonista, beh schiavetto fortunato! :D
Aspettiamo il continuo :)
 
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view post Posted on 5/12/2012, 01:24     +1   -1
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(non l'ho riletto prima di pubblicarlo perchè non ne ho avuto il tempo e alcune frasi potrebbero presentare degli errori grammaticali o di tempi verbali o cose del genere prego di chiudere un occhio)

Avevo puntato la sveglia un po’ più presto degli altri perché non volevo essere sorpreso in quella condizione, sarebbe stato decisamente umiliante, e quindi non appena la sentii la spensi immediatamente per non svegliare nessuno, in particolar modo per non disturbare il sonno della mia padrona. Ero tutto dolorante per la notte passata sul pavimento quindi decisi di alzarmi ed andare in bagno a lavarmi il viso e i denti. Non appena aprii la bocca per infilare lo spazzolino subito notai la mia lingua: era nera, ricoperta interamente dalla sporcizia che avevo sommessamente pulito la sera precedente dalle scarpe della mia padrona. Rimasi qualche secondo ad ammirare l’opera della mia dea pensando a quanto fossi fortunato nell’essere l’unico possessore di quel marchio e subito mi pervase una sensazione di fierezza che mi fece dimenticare completamente gli acciacchi. Andai in cucina e preparai la colazione e subito mi venne in mente di fare una sorpresa a Federica facendole trovare la colazione a letto. Dopo aver preparato tutto persi un vassoio, disposi tutto sopra e lo portai alla mia dea, la quale era ancora assopita, e glielo appoggiai vicino al viso. Per svegliarla decisi di fare ciò che ogni bravo schiavetto avrebbe fatto: mi inginocchiai infondo al letto e cominciai a leccare con delicatezza le morbide piante per un paio di minuti (era stata una notte davvero calda e lei aveva dormito con il lenzuolo quindi i suoi piedi erano velati da una leggera patina di sudore che li rendeva ancora più succulenti e irresistibili) finché non vidi qualche suo movimento. Aperti gli occhi trovò di fronte a se il vassoio con la colazione, le scappò un sorriso e picchiettandomi leggermente la guancia con la punta del piede mi disse con un tono dolce ed ammaliante:” come sei stato carino a prepararla anche per me, ma per svegliarmi hai disobbedito all’ordine di non leccarmi i piedi e sappi che me ne ricorderò oggi”. Me ne ero completamente scordato, preso com’ero dal compiacere la mia padrona e subito mi scusai baciando e accarezzando le sue estremità. Continuai finche non finì di mangiare poi, sentiti i primi movimenti nelle altre camere, mi diede un calcetto col tallone sulla bocca come segno di fermarmi e allora mi alzai. I nostri amici uscirono dalle camere, ci salutammo e cominciammo a chiacchierare riguardo a quello che avremmo potuto fare durante la giornata e decidemmo di passarla sulla spiaggia del Lido di Venezia. Era una giornata caldissima e il sole era rovente, ma tra bagni, giochi e scherzi dimenticai di mettere la protezione solare. Era una spiaggia libera quindi non c’erano ombrelloni sotto i quali avrei potuto ripararmi e il risultato fu che mi scottai interamente le spalle e la schiena. Erano completamente rosse e facevano male solo a sfiorarle, ma per non perdermi il divertimento feci finta di niente. Rientrammo nel tardo pomeriggio e così che avremmo potuto fare un giro per la città e scegliere un ristorante dove mangiare alla sera. Facemmo tappa a casa per lasciare gli zaini e rinfrescarsi e fu qui che gli altri notarono il rossore della mia schiena e la proprietaria di casa mi disse che sua zia (che abitava lì a Venezia) aveva una buona crema per ridurre le ustioni solari ed alleviare il dolore. Mi disse di rimanere a casa a riposarmi e fare una doccia fresca e che, mentre sceglievano il ristorante sarebbero passati a prenderla. “Casualmente” una persona si offrì di farmi compagnia mentre gli altri sarebbero sati via: avete indovinato, era Federica e subito nella mia mente svanì quella speranza di riposo e sollievo per le mie membra stanche e “ferite” dal sole. Non fecero quasi in tempo ad uscire tutti dalla porta che mi ritrovai prostrato al suolo nonostante tutto. Con voce tremante implorai:” Pietà mia dea la supplico, sono distrutto dalla nottata sul pavimento e la mia schiena brucia da morire”. Tutto mi aspettavo tranne la risposta più egoista, umiliante e maledettamente eccitante che mi diede:” e cosa dovrei dire io, i miei piedi sono accaldati, direi che sto molto peggio. Fortunatamente però ho uno schiavetto che rimedierà a tutto questo, non è vero?!”. Non riuscivo a credere con quanto egoismo riusciva a trattarmi, ma nonostante tutto ero d’accordo con lei ed ero pronto a fare tutto ciò che mi avrebbe ordinato. “striscia fino a me come un insulso verme, poi inizia a soffiare delicatamente sui miei piedi per rinfrescarli, per ora inizia così poi vedremo”. Non me lo feci ripetere due volte ed iniziai a contorcermi sul pavimento nel tentativo di raggiungerla, ma ad ogni movimento le spalle ustionate mandavano fitte di dolore acute rendendo quella mia breve traversata un inferno. Non nascondo che tutto ciò divertiva molto la mia padrona che pertanto cominciò ad indietreggiare lentamente prolungando la mia agonia. Finalmente la raggiunsi, l’unica cosa che vedevo erano le sue angeliche estremità incorniciate da delle infradito di gomma blu con dei fiorellini leggermente insabbiate, e subito cominciai il mio compito: fff, fff, fff “non sento” ffffffff, ffffffff, fffffffff, “più forte verme” FFFFFFF, FFFFFFFF, FFFFFFF. Durai un paio di minuti finché non sentii la testa girare e le orecchie fischiare, stavo per svenire e fortunatamente lei se ne accorse. “Devo ammettere che non serve a molto, ho voglia di stendermi, sono stanca, seguimi”. Sempre strisciando le andai dietro fino alla poltrona a forma di trono che stava al centro della sala: era il suo posto preferito per rilassarsi, le dava un’aria da imperatrice e ne era pienamente consapevole. “Su mettiti a quattro zampe, voglio stendere un po’ le gambe” “Ma padrona la mia schiena, cioè io non ce la faccio, non è che…” “ Ho detto a quattro zampe, subito, le mie gambe stanche sono molto più importanti del benessere della tua schiena, inoltre stamattina hai disobbedito e questo mi rende ancora meno incline a mostrarti pietà. Sbrigati!”. Mi vidi costretto a malincuore ad obbedire e subito presi la forma di un volgare poggiapiedi, dal canto suo Federica lasciò cadere le gambe senza un minimo di riguardo e automaticamente un urlo di dolore uscì dalla mia gola. “Fai silenzio, da quando in qua i poggiapiedi parlano. Muto! Voglio rilassarmi” allora iniziai a sopportare in silenzio, mordendomi le labbra per il dolore che provavo cercando di soffocare le grida che volevano a tutti i costi uscire ad ogni piccolo movimento delle gambe della mia padrona. I minuti passavano e lei continuava a cambiare posizione come se niente fosse, ignorando completamente le mie espressioni di dolore intenso, portandomi volontariamente al limite della sofferenza fino a che non resistetti e un “ahia” mi uscì prima che potessi risbatterlo giù nelle mie viscere. “Povera bestiolina sofferente” scoppiò a ridere “io mi comporto in maniera così magnanima con te e hai anche il coraggio di lamentarti” e mentre parlava raddrizzò i piedi (con ancora indosso le infradito) portando le suole leggermente insabbiate a pieno contatto con la mia pelle e le sfregò violentemente sull’ustione. Sembravano carta vetrata e il dolore che mi provocarono fu atroce; scoppiai in lacrime e urlai pietà, ma era come se non sentisse. Sapevo che se mi fossi mosso sarebbe peggiorato quindi subii urlando e capii che quello che dovevo supplicare non era la pietà, perché chiedere pietà è una richiesta egoistica dello schiavo, bensì il suo perdono. Finalmente si fermò e fui libero di piangere delle mie pene. Vedendomi in quello stato mi disse:” Vedo che con la sabbia brucia un pochino vero?! Vorresti che non ci fosse...allora toglila!”. Tolse le gambe dalla mia schiena e puntando i talloni al pavimento mi mostrò le suole impolverate. Mi gettai subito a leccarle cercando di togliere più granelli possibile perché non avrei potuto sopportare un'altra tortura simile. Stavo venerando così avidamente quelle stesse ciabatte che qualche secondo prima mi avevano inferto un dolore immenso e come se non bastasse dall’alto, con tono un po’ seccato, piovette questa frase:” sono così buona che ti concedo di leccare via dalle mie infradito tutta la sabbia e nemmeno mi ringrazi!” fu il massimo dell’umiliazione e per questo il “Grazie” che dissi fu il più sentito e vero che avessi mai detto. Passai svariati minuti a leccare via lo sporco ma quando finii volle aggiungere la beffa al danno:” sai i miei piedi sono moooolto sudati, non mi va più di indossare le infradito, le hai pulite per niente ihihihih! Toglimele!”. Afferrai con la bocca la punta di ognuna, le sfilai e le appoggiai appaiate di fronte a lei. “ma guarda come è nero dove appoggio la pianta dei miei sacri piedini, è uno scempio: provvedi!” accompagno l’ordine con uno schiocco di dita e in una frazione di secondo la mia lingua era già un tutt’uno con la gomma, questa volta tutta bagnata di sudore. Era come il nettare degli dei, l’acqua per un uomo disperso nel deserto, leccai più avidamente che mai e cercai addirittura di succhiare fuori tutto il prezioso liquido che era penetrato. Nel vedere la mia devozione Federica si rasserenò e rimase assorta guardandomi lavorare, finché non mi disse che poteva bastare. Mi fermai e rimasi con lo sguardo basso e la testa radente il pavimento quando la padrona scostò leggermente i piedi che erano stati nella stessa posizione, a diretto contatto con il parquet per molto tempo, svelando un qualcosa di magnifico: era rimasta impressa per terra la sua impronta di sudore, quel sudore che proveniva direttamente dai suoi divini piedi. Alzai lo sguardo e la vidi annuire, aveva capito le mie intenzioni senza che io avessi fatto nulla, mi conosceva bene, sapeva quanto le ero devoto, fin a dove sarei arrivato e cosa lei scatenava in me, tanto che il sapore dei suoi piedini sudati che avevo leccato per diversi minuti mi aveva dato una forte assuefazione e come un tossico in astinenza ne volevo ancora, anzi ne avevo bisogno. E fu così che cominciai a leccare il pavimento sul quale i suoi piedi si erano posati e avevano lasciato quell’acqua santa. Il suo sadismo era puro tanto che mentre mi umiliavo fino all’inverosimile constatando che leccavo il pavimento su cui si era posata, mi piantò i piedi sull’ustione dicendo di voler togliere la sabbia e lo sporco che erano rimasti dopo la sua precedente punizione, giusto per procurarmi quel po’ di sofferenza che mancava. Io non mi tirai indietro e finii di leccare tutto senza emettere un fiato. Come premio mi permise di leccarle liberamente le piante dei piedi, ingoiando tra l’altro sabbia, sporcizia e sudore residui, poiché sapeva quanto mi piaceva. Era quello che mi aveva indotto a vederla come mia padrona ed era quello che più amavo fare. Continuai imperterrito fino a quando i miei amici non tornarono. Mi diedero la crema e notarono che la mia ustione era peggiorata, sembrava che la pelle si fosse staccata in maniera anomala e fosse un po’ sporca e Federica disse con l’ingenuità di un angelo:”si l’ho notato anche io prima, strano visto che gli ho fatto degli impacchi di acqua fresca per attenuare il dolore” (che falsa, spudorata, fantastica e suprema ragazza). Infine misi la crema che mi procurò molto sollievo (anche se l’usarla mi aveva lasciato come una sensazione di tradimento nei confronti di Federica che provava un così gran piacere nel torturarmi su quella scottatura) e uscimmo godendoci la serata come se nulla fosse successo.

Ci sarebbe ancora una parte che racconta dell’ultima notte e della mattina seguente quando ci prepariamo x il ritorno ma non so se vale la pena distenderle e pubblicarle….
 
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view post Posted on 5/12/2012, 13:26     +1   -1
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Professore/essa SM

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pubblica, la storia è molto bella e ben scritta
 
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view post Posted on 5/12/2012, 21:46     +1   -1
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Grazie a tutti...tenevo solo a precisare che ho continuato a tenermi sulla linea del raccontare al 90% la verità aggiungendo un 10% di parti romanzate ma sono davvero esigue
 
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falcos
view post Posted on 6/11/2013, 17:54     +1   -1




Soft? Mica tanto! Bella però complimenti "collega", anche dalla mia padrona
 
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19 replies since 27/11/2012, 17:22   10773 views
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