Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Vacanza da schiavo, continuazione di "schiavo di una mia compagna di liceo"

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view post Posted on 27/11/2012, 17:22     +1   +1   -1
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Vi avevo promesso una seconda storia e così ho deciso di raccontarvi di quando io e la mia padrona (Federica) siamo andati a fare una breve vacanza a Venezia con dei nostri amici.

La scorsa estate una mia amica ha proposto di trascorrere qualche giorno nella sua casa di Venezia a me a Federica e ad un paio di nostri amici (in totale eravamo 3 maschi e 3 ragazze). Ovviamente io ero molto eccitato all’idea di poter trascorrere giorni interi insieme alla mia padrona e, seppure non saremmo stati soli, accettai subito. Nei giorni prima della partenza nella mia testa c’era un solo pensiero: avrei potuto vederla giorno e notte scalza (visto che saremmo andati al mare e soprattutto era estate). Alla fine arrivò il giorno di partire. Appena ci incontrammo in stazione la salutai e subito mi offrii di portarle la valigia fino al binario e, gli altri due miei amici maschi che erano con noi subito fecero lo stesso con le altre ragazze in segno di scherzosa galanteria, non sapendo però che il mio unico scopo era di compiacere la mia padrona ed allietare il più possibile la sua vacanza. Presi la sua valigia, era del tipo rigido con le ruote, ma non un trolley: era pesantissima e inoltre aveva una ruota malmessa quindi risultava difficile da trainare e quindi rimasi un po’ indietro. Federica se ne accorse e mi raggiunse, gli altri errano ormai molto avanti nel binario e Lei vedendomi arrancare con la mia e la sua valigia era molto divertita, tanto che ad un certo punto si mette a cavalcioni sulla sua valigia e mi dice “su forza, non vorrai che mi stanchi ad arrivare fino al vagone, inoltre il pavimento è decisamente schifoso e non vorrai che le mie scarpe si sporchino troppo visto che dovrai pulirle tu a modo tuo vero?! Eh già non sai cosa ti farò passare” detto questo ripresi a camminare trainandola come un mulo da soma, con lei che mi spronava dicendo che per colpa mia avremmo perso il treno e che ero un buono a nulla, arrivando al vagone sfinito dalla fatica e dal caldo, ma decisamente soddisfatto nel vederla compiacersi delle mie sofferenze. Saliti sul treno ci aspettavano circa 3 ore di viaggio. Avevamo i posti quelli con un tavolino in mezzo e questo fece sapientemente decidere alla mia padrona di sedersi di fronte a me nel posto di fronte al mio verso il finestrino; ciò le diede la possibilità di stuzzicarmi con i suoi piedi sotto il tavolo. Dopo una ventina di minuti sentii una forte fitta alle parti basse e capii che era Lei che mi stava colpendo con il suo piede. Mi fece capire senza farsi notare di toglierle la scarpa e con uno sguardo severo, dominante, indiscutibile mi fece capire che avrei dovuto massaggiarle i piedi per tutto il viaggio, senza però farmi vedere dagli altri. Ubbidii senza pensarci e cominciai a massaggiare, massaggiare,massaggiare e massaggiare, ogni tanto portavo un dito alla bocca e facevo come per mangiarmi le unghie così potevo assaporare un po’ del suo divino sudore e quando se ne accorgeva sul suo viso compariva un sorrisetto malizioso, di chi sa di avere un ragazzo in pugno o meglio un vero e proprio schiavo. Ad un’ora dal termine del viaggio però mi venne la necessità di andare a fare pipì in modo molto urgente, così cercai di far capire a Federica che avrei dovuto smettere per poco di massaggiarle i piedi e che se non fossi andato me la sarei fatta addosso. Di tutta risposta mi arrivò una tallonata sulla vescica, che iniziò a farmi un male atroce, e una sul pene ricordandomi così che in nessun caso avrei potuto o dovuto mettere le mie esigenze davanti alle sue perché farla restare in una condizione di assoluto relax per tutto il viaggio e non farle mancare nemmeno per un secondo il massaggio ai piedi era molto più importante persino delle mie necessità naturali. Aveva perfettamente ragione e il mio egoismo era meritevole di essere punito. Riprendemmo tranquillamente a parlare con gli altri e io soffrii in silenzio e mi trattenni in ogni modo. Non perse nemmeno l’occasione di torturami bevendo una bottiglietta d’acqua intera fissandomi con sguardo di sfida ad ogni sorso, sorso che per me era una coltellata al ventre perché non mi faceva distogliere il pensiero dall’andare in bagno. Riuscii con una fatica enorme ad arrivare fino in stazione e lì finalmente mi lasciò libero di andare in bagno, senza parlare, senza farsi vedere, senza che dovessi prendermi questo egoismo con la forza. Questo sua ennesimo gioco psicologico mi convinse che non era lei ad avermi imposto qualcosa ( perché se avessi sfruttato il fatto di non essere da soli in treno e se avessi detto che dovevo andare in bagno i miei amici avrebbero colto come un comportamento strano il fatto che me lo impedisse), ma che ero a desiderare ad ogni costo che le mi sottomettesse e mi trattasse come uno zerbino, non era lei che prendeva la mia dignità ma io che gliela porgevo con le mie mani sotto i piedi per essere calpestata.

Se volete che entro stasera continui il mio racconto lasciate qualche commento…
 
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view post Posted on 27/11/2012, 17:40     +1   -1
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ma certo, pregusto il seguito. continua
 
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andros guevara
view post Posted on 27/11/2012, 17:51     +1   -1




Molto bello ma ancora soft
 
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Delicato.Autore
view post Posted on 27/11/2012, 18:07     +1   +1   -1




CITAZIONE (andros guevara @ 27/11/2012, 17:51) 
Molto bello ma ancora soft

Meglio così. Non avrebbe senso farlo diventare una cosa estrema senza motivo.
 
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view post Posted on 27/11/2012, 18:38     +1   -1
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Davvero un qualcosa di unico

Davvero un qualcosa di unico.
 
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view post Posted on 27/11/2012, 18:38     +1   +1   -1
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@andros guevara
è un po' soft perchè è un'esperienza vera e calcola che io e la mia padrona abbiamo 17 anni...quindi non potrà spingersi tanto oltre...forse nel seguito del racconto aggiungerò parti un po' romanzate più spinte ma non a livelli estremi anzi...questo racconto vuole essere (almeno in partenza) una pura cronaca di un'esperienza...cmq anche a me piacciono racconti un po' spinti quindi non vado contro il tuo giudizio...spero che continuando a seguire lo sviluppo possa piacerti

@gli altri
grazie

entro fine serata posto la seconda parte che è ciò che è successo il primo giorno di vacanza

 
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view post Posted on 27/11/2012, 21:37     +1   +1   -1
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Usciti dalla stazione ci dirigemmo verso casa, lasciammo i bagagli in soggiorno e decidemmo i fare una passeggiata tra i vicoli veneziani per sfruttare a pieno la mattinata. Visti da fuori sembravamo una normale compagnia di ragazzi, nessuno avrebbe potuto sospettare che all’interno due persone avessero un legame così profondo e particolare. Tra scherzi e risate però io riuscivo comunque ad intravedere le particolari occhiate che Federica mi mandava, ammiccanti, cariche di impazienza e desiderio di vedermi strisciare ad ogni suo comando che all’improvviso svanivano, rimanendo inosservate dagli altri. Ciò rendeva la nostra situazione segreta stando alla luce del sole, lasciandomi in preda all’eccitazione più totale, alla voglia di buttarmi ai suoi piedi in mezzo a tutta piazza San Marco che faticavo a trattenere, nell’impazienza di quel momento in cui ci saremmo trovati soli ed esso non tardò. Rientrammo in casa e subito nacque il problema della spesa, avevamo solo un po’ di pasta che sarebbe bastata solo per quel pranzo. Federica colse l’occasione al volo e si offrì di rimanere a casa per preparare il pranzo mentre gli altri avrebbero sbrigato le commissioni ed io, capite le sue intenzioni mi proposi di aiutarla. Il piano andò alla grande poiché tutti si trovarono d’accordo e ci lasciarono soli in casa. Non appena tutti uscirono io mi gettai subito a terra, prostrandomi di fronte alla mia regina, che tuttavia mi passò davanti senza preoccuparsi di me e andò in camera. Ero distrutto, aspettavo quel momento da tutto il giorno e lei non voleva concedermi nulla. Rimasi in quella posizione per una decina di minuti, finché non tornò e quando mi vide disse:” ti ho addestrato proprio bene, ora vieni con me” la seguii carponi fino ad una poltrona, molto simile ad un trono, dove si sedette. Aveva un aspetto così superiore e regale che al solo guardarla mi venne un erezione istantanea. Accavallò le gambe e poi disse:” ti avevo avvertito che ti avrei fatto pulire le mie scarpe e così sarà, ma prima voglio che tu pensi a tutti i posti in cui sono state da stamattina: la stazione centrale di Milano, il treno, i bagni della stazione di Venezia, piazza San Marco con tutti i suoi piccioni”. Non era la prima volta che le leccavo le scarpe ma non mi ero mai soffermato a pensare a dove avesse messo i piedi e quell’immagine mi diede un’incredibile senso di disgusto tanto che cercai di evitare il mio compito, ma la risposta fu:” sbrigati prima che arrivino gli altri e ti vedano e tu non vuoi questo vero?”. Spaventato da quella frase iniziai a leccare prima timidamente i lacci, poi mi pervase il desiderio di servire la mia padrona come meritava e allora incominciai a leccarle le suole spalmando il più possibile la mia lingua sulla gomma sporca per cercare di ripulirle nel migliore dei modi, arrivando fino ad aprire dei piccoli tagli sulla lingua con delle pietruzze che si erano incastrate tra le scanalature della suola. Continuai per un quarto d’ora ed ingoiai tutto lo sporco possibile, sperando che dopo mi avrebbe concesso ciò di più prezioso potevo aspirare di avere: i suoi divini piedi da onorare con tutta l’umiltà della mia lingua. Raggiunsi un risultato più che accettabile quando, interrompendomi, mi di disse di andare a mettere l’acqua sul fuoco e preparare il pranzo. Mentre ero in cucina la sentii andare in camera e ne uscì pochi minuti dopo con un paio di pantaloncini da calcio (che aveva preteso che le regalassi e che io ero più che felice di averlo fatto) e una canotta, poiché voleva mettersi comoda per guardare un po’ di tv, facendomi segno di seguirla. Mi prostrai di fronte a lei e mi ordinò di slacciarle le scarpe, lo feci puntualmente, diedi un bacio sulla punta di ognuna senza che mi fosse stato ordinato e le posai ordinatamente aspettando un suo ordine:” ora accendi la tv e mettiti in ginocchio di fronte a me, con la testa rivolta al soffitto e le mani appoggiate sul pavimento dietro i tuoi piedi e non provare a muoverti per nessuna ragione al mondo altrimenti mi riterrò delusa e offesa” Lo feci e notai subito che era una posizione molto scomoda e faticosa anche senza dover fare cose particolari. Successivamente si mise di fianco a me, mi disse di aprire la bocca, si tolse le calze e strizzò fuori da esse il suo sudore, buono come la rugiada del mattino, dentro la mia gola (era una giornata di fine luglio molto afosa e lei aveva camminato tutto il giorno con delle all star quindi i suoi calzini erano davvero zuppi). Io mandai tutto giù sperando che nemmeno una goccia andasse persa poi lei appallottolò i calzini e me li mise in bocca dicendomi: “così sarò sicura che non leccherai i miei piedi senza un mio ordine” e sedendosi sulla poltrona allungò i suoi piedi sulla mia faccia lasciando cadere pesantemente il tallone. Ero in ginocchio in una posizione scomodissima e dovevo sostenere il peso delle gambe della mia padrona che stava guardando la tv ignorandomi totalmente, inoltre la tallonata mi aveva aggiunto altra sofferenza alla sofferenza tanto che una lacrima mi colò sulla guancia. Mi tenne in quella posizione per un tempo che mi sembrava infinito, il dolore si accumulava lentamente e mi teneva in una morsa costante e sempre maggiore ma non osavo muovere un muscolo, non volevo deludere la mia padrona, dovevo resistere, sopportare. Non era tempo di essere egoista e dovevo fare cose più importanti del mio benessere fisico, garantire la comodità di Federica. Il contatto dei suoi piedi con la mia pelle e l’odore (che non era affatto sgradevole per quanto fossero sudati), li rendeva così perfetti che avrei resistito a tutto. Respiravo a fatica perché il mio collo era tutto esteso all’indietro e la mia bocca foderata dalle calze, ma non se ne curava anzi decise di darmi il colpo di grazia spostando i piedi e appoggiando ora completamente la pianta di entrambi coprendo l’intero viso e di conseguenza anche il naso che era l’unica cosa che mi faceva respirare. Mi sentii soffocare e pregai che li spostasse perché io non avevo alcuna intenzione di muovermi o avrei disobbedito agli ordini, cosa che non mi sarei mai perdonato. Quei secondi sembrarono un eternità ma alla fine tolse completamente le sue estremità e disse:” saresti stato disposto a rischiare di soffocare pur di non disobbedirmi, bravo è questo quello che voglio da te, totale devozione”. Detto questo mi ordinò di scolare la pasta e preparare il tavolo poiché di li a poco sarebbero rientrato con la spesa. Appena finito strisciai letteralmente fino ai piedi della mia padrona, che ora stava seduta aspettando l’arrivo dei nostri amici, la guardai con occhi imploranti e lei capendo le mie intenzioni disse:” hai fatto ciò che ti è stato richiesto senza fiatare, togli pure le calze dalla bocca e sei libero di leccarmi e di baciarmi i piedi, so quanto lo desideri, però ad una condizione che tu non dia più di tre tra baci e leccate ad ognuno dei miei piedi, non vorrei che ti sentissi appagato” i suoi piedi erano ciò che di più perfetto avesse mai toccato questa terra e solo vederli mi mandava fuori controllo, ma nonostante ciò mi limitai a due leccate e a due baci lunghi e profondi, non usufruendo del terzo di ognuno in segno di pieno e totale rispetto del suo volere, cosa che mi sembrò apprezzare molto perché sul suo viso si dipinse l’espressione serena di piena soddisfazione e consapevolezza di una superiorità assoluta.
Arrivati gli altri tutto tornò alla normalità, mangiammo chiacchierammo e poi ci sdraiammo in sala un po’ a casaccio (chi per terra, chi sui divani, chi sulle sedie) e decidemmo di riposarci un po’ dopo il viaggio e la mattinata. Io cercai come al solito di mettermi in una posizione vicina ai piedi di Federica che era completamente sdraiata sul divano con i piedi sul bracciolo. Avvicinai una sedia e finsi di essere tanto stanco da appoggiare la testa sul bracciolo, una misera scusa per godermi quello spettacolo di piedini e ogni tanto, assicurandomi di non essere visto, davo qualche veloce bacio sulle dita e nel vedere il mio impegno e la mia volontà di servirla anche in mezzo a tutti gli altri mi sorrise. Il pomeriggio passò e la sera pure visto che andammo in un ristorantino, facemmo un giro sul canal grande col vaporetto e verso mezzanotte tornammo a casa.

Quello che successe la notte lo racconterò nel prossimo episodio.
se lo volete lasciate un commento così capaisco che la storia vi sta piacendo altrimenti la chiudo.
 
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feetfoot90
view post Posted on 27/11/2012, 23:44     +1   -1




perfetta
 
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view post Posted on 28/11/2012, 02:01     +1   -1

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Bella, continua
^_^
 
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view post Posted on 28/11/2012, 17:35     +1   -1
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ma certo, la trovo molto bella. grazie:-)
 
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view post Posted on 29/11/2012, 13:36     +1   -1
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Schiavo di Queen Amelia

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Complimenti, molto bella :)
 
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view post Posted on 30/11/2012, 20:31     +1   -1
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Arrivati a casa decidemmo come avremmo dovuto dormire poiché c’erano due stanze con i letti matrimoniali più il divano letto in sala. Due dei nostri amici erano fidanzati e quindi si presero la camera degli ospiti con il matrimoniale e la proprietaria di casa decise di dormire nel letto dei suoi insieme a Federica, ma non era nelle sue intenzioni perdersi un’intera notte dove io sarei potuto essere al suo servizio, quindi accampò scuse dicendo che in camera avrebbe sofferto troppo il caldo e che avrebbe preferito dormire in sala sul divano letto. La proprietaria di casa allora si avviò nella stanza da letto assieme al suo migliore amico e a quel punto rimasi solo con Federica. Non appena le porte delle camere si chiusero mi prostrai con la fronte a terra davanti al quell’essere straordinario, aspettando un suo ordine che non tardò ad arrivare:” inizia a metterti a quattro zampe, devo cambiarmi”. Mi mossi in maniera automatica e non appena fui in posizione lei si sedette sulla mia schiena, iniziando a spogliarsi dei vestiti che aveva indossato quella sera; in particolare si sfilò la minigonna, era blu a vita alta, si infilò i pantaloncini del pigiama e fatto ciò staccò i piedi da terra, si girò e me li appoggiò sulla nuca spingendomi pesantemente la testa in basso di modo che io non potessi alzare lo sguardo, sostenendo interamente inoltre il suo peso. Notai che non si era tolta le scarpe poiché ne avvertivo la suola sul mio collo ma non diedi importanza a questo particolare. A questo punto si sfilò la canottierina a righe bianche e blu e il reggiseno, mise un a maglietta sottile e poi rimase ferma per un po’ finché le sue parole non furono:” sei una sedia molto comoda però così sei comodo anche tu e questo non va assolutamente bene, come posso rimediare? Vediamo cosa succede se ti ordino di staccare le ginocchia da terra?! Hop hop”. Era solita a sottopormi a queste prove, spesso trattandomi come bestia da soma e la adoravo per questo. Non solo esigeva che fosse trattata come una regina e che non le mancasse alcuna comodità, ma anche che al fine che lei fosse comoda tu dovessi soffrire, sacrificando il tuo corpo. Inoltre il suo essere completamente indifferente ai segnali di dolore e ai segni di cedimento che mandavo ogniqualvolta non ero più in grado di reggere allo sforzo mi rendeva sempre più devoto, sottomesso ed eccitato. Comunque sollevai le ginocchia e mi ritrovai nella posizione di uno che sta per eseguire una flessione, sostenendo ora il suo peso quasi interamente con le mie braccia e in tutto questo lei prese il suo cellulare ed iniziò a messaggiare come se niente fosse. Dopo qualche minuto il mio sforzo era immenso, le braccia tremavano, avevo il fiatone e il peso dei suoi piedi sulla nuca mi provocò una terribile fitta al collo, ma lei rimaneva tranquilla e assorta nelle sue faccende. Era completamente inutile ciò che mi stava obbligando a compiere e senza nessuna logica eppure rimanevo fermo senza protestare, sperando che ogni secondo di agonia potesse darle piacere anche se al di fuori non lo avrebbe mai mostrato. Iniziai a cedere lentamente con le braccia, ora invase completamente dagli spasmi più dolorosi, finché, dopo aver lottato con tutte le forze per resistere, mi sdraiai per terra. In quel momento le parole della mia dea arrivarono come un coltello:” qualcuno ha detto che puoi riposarti? Hop hop.” Rantolai cercando di rialzarmi ma fu tutto inutile e la supplicai dicendo di non avere più forze, ma l’unica risposta che ricevetti fu:” hop hop” secco e distaccato. Diedi fondo alle ultime forze rimaste e mi sollevai di qualche centimetro ma le mie braccia cedettero di schianto e caddi battendo la faccia sul pavimento. Ed è li che mentre ero stordito dallo sforzo e dalla botta ricevuta disse:” Ah è questa la tua ubbidienza? Che mezza sega! Sapevo che sarebbe andata a finire così ed è per questo che mi sono attrezzata prima.” Avrei voluto sprofondare dalla vergogna ma non ne ebbi il tempo perché intanto Federica si era alzata, mi sovrastava dall’alto, imperiosa. Subito cercai i suoi piedi per scusarmi dovutamente , quella sera indossava dei sandali in cuoio marrone intrecciato con la suola piatta che lasciavano in mostra tutto il suo fantastico piedino, nascondendo solo il tallone, le sue dita smaltate color prugna erano lì e stavano per accogliere la mia supplica, ma lei puntò il tallone a terra e sollevò la suola delle scarpa, nera e impolverata. “Leccami le suole delle scarpe e supplica il mio perdono. Non ti sarà dato ordine di fermarti, lo farai solo quando il tuo buon senso ti dirà che sono pulite.” Se in quel momento avessi avuto del sapone me lo sarei messo sulla lingua pur di far brillare quelle suole cercando di ottenere il suo perdono e soddisfare il suo volere. Fatto sta che iniziai con foga inaudita a leccare con tutta la lingua, stando attento a non lasciare nessuno spazio indietro e ingoiando tutto ciò che mi arrivava in bocca come autopunizione per la mia mancanza. La mia lingua lavorava insistentemente e senza sosta e più mi faceva male più la calcavo contro il cuoio intriso di sporcizia affinché potessi lustrarle le suole come meritava un essere così superiore. Tra leccate e suppliche di perdono quasi in lacrime, sottolineando la mia inettitudine e autoinsultandomi, ci misi circa mezz’ora, ma entrambe le calzature sembravano appena uscite dalla scatola. Le strofinò un po’ sulla mia maglietta per asciugarle dalla mia saliva sporca e indegna persino di toccarle la suola dei sandali, se le sfilò e mi ordinò di andare a posarle nell’angolo, portandole poi le infradito. Da bravo cagnolino le raccolsi dal pavimento con la bocca e andai gattonando nel punto indicatomi, le posai, presi allo stesso modo le infradito e gliele appoggiai al lato del letto. “Finalmente sei riuscito ad eseguire un ordine come si deve Bobby (era il soprannome che mi dava ogni volta che dovevo comportarmi come se fossi il suo cagnolino)” e mentre lo diceva si sdraiò delicatamente nel centro del letto fino ad occuparlo interamente. In quella posa sembrava in tutto e per tutto una dea greca, in attesa che un manipolo di schiavi si prostrasse al suo cospetto. “Sono molto stanca e per questo ora vado a dormire. Inginocchiati ai piedi del letto e baciami delicatamente i piedi fino che non mi addormento. Non provare ad usare la lingua, non voglio concederti questo piacere. Quando mi sarò addormentata sarai libero di riposare, ma non dormirai ne in questo letto ne su qualsiasi poltrona: dovrai farlo esclusivamente sul pavimento e senza cuscino. Ora mettiti al lavoro, domani sarà una lunga giornata”. Andai a spegnere la luce e mi ritrovai nel buio e nel silenzio più totale, ai piedi del letto con gli occhi che mi si chiudevano e il fisico distrutto, consapevole che avrei passato una nottataccia sul pavimento, ma iniziai a svolgere il mio compito come se fosse stato un premio e non come un capriccio della mia padrona. Adoravo i suoi piedi così delicati, lisci, odorosi e perfetti e il divieto di poterci posare sopra la lingua mi dilaniava, ma anche dopo che si fu addormentata non osai disubbidire. Infine mi sdraiai accanto alle sue infradito e cullato dal dolce aroma di cui erano impregnate mi addormentai.

Fine della terza parte…se vi è piaciuta racconterò il seguito più avanti
 
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ping g
view post Posted on 30/11/2012, 20:56     +1   -1




Sempre più bella e intrigante ! Un saluto master Ping g
 
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view post Posted on 1/12/2012, 14:17     +1   -1
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view post Posted on 3/12/2012, 18:28     +1   -1
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"slave" Proprieta' di Severa Dolce

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...che dire,ottimo racconto!!!
continua...quando puoi....
ciao,
buonavita
mummiadiseta
 
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19 replies since 27/11/2012, 17:22   10773 views
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