Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

La festa

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view post Posted on 22/8/2012, 10:41     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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Erano le 19.30 quando Riccardo arrivò a casa di Antonella, la donna che era diventata la sua Padrona da ormai otto mesi. Suonò il campanello e Lei gli aprì, lui entrò, si spogliò e si inginocchiò rivolgendo lo sguardo a terra, come gli era stato insegnato otto mesi prima.
-“Oggi sarà una grande serata schiavo”, disse Padrona Antonella aggiungendo “ora seguimi”. La Padrona fece strada mentre Riccardo la seguiva a carponi, fino al salotto. Li lo vide. Quasi in mezzo alla stanza era posta un attrezzatura che non aveva mai visto, al classico cavalletto con il quale la Padrona si era sempre divertita molto, era stata aggiunta una gogna medievale, con i fori per la testa e le mani. Riccardo mosse uno sguardo interrogativo verso la Padrona, Lei lo guardò e gli ordinò di distendersi sul cavalletto. Lo schiavo eseguì l’ordine, venne legato per le gambe e la sua testa e le sue mani vennero bloccate nella gogna. Dopodiché la Padrona prese una benda nera e la legò sugli occhi dello schiavo. –“Questa sera aspetto ospiti, sarà tuo compito intrattenerli come Essi desidereranno”. Riccardo fu scosso da un tremito di terrore, la Padrona non aveva mai avuto ospiti, inoltre cosa avrebbe potuto fare, in quella posizione, se ci fossero stati degli ospiti maschi? Padrona Antonella sembrò accorgersene ed incominciò ad accarezzare a schiena del suo schiavo –“stai calmo, non permetterò che ti accada nulla di male, ora apri la bocca…” e la Padrona inserì nella bocca di Riccardo un ring gag, che gli teneva aperto l’orifizio. Dopodiché prese il plug abituale e, dopo averlo lubrificato, lo inserì nell’ano dello schiavo.

Qualche tempo dopo, che a Riccardo parve un’eternità, il campanello cominciò a suonare. In pochi minuti la stanza si era riempita di persone, circa una dozzina tra uomini e donne. Un tintinnio pose fine al marasma, era la Padrona di casa -“Signore e Signori, vi do il benvenuto in casa Mia! Spero che questa possa essere una bella serata, il cibo e le bevande le potrete trovare dietro di Voi, mentre il mio giocattolo, che già avete potuto ammirare, sarà ben lieto di assecondare ogni vostro desiderio, vista la sua attuale posizione”, una fragorosa risata si levò nella stanza “Ed ora divertitevi, brindo a questa serata!”. Il chiasso rincominciò, tra il tintinnare delle posate sui piatti, le risate e le discussioni.
Ad un certo punto, Riccardo sentì un inconfondibile suono di tacchi che gli giravano intorno. Era una ragazza dalla carnagione ambrata, capelli lisci e castani, indossava un abito rosa a tubino, lungo fino a metà coscia e guardava divertita lo schiavo. Gli si avvicinò all’orecchio e disse –“buonasera schiavetto, come stai? Che c’è, non puoi rispondere?” e si mise a ridere. Continuò a girargli intorno, Riccardo si era già preparato alla vessazione e, dopo pochi secondi, Lei affondò le Sue unghie di rosa laccate nella natica dello schiavo. –“Ma che bel sederino flaccido che abbiamo!” e graffiò la schiena dello slave che sussultò emettendo un gemito, dopodiché se ne andò compiaciuta.
Pochi minuti dopo Riccardo sentì il rumore di altri passi avvicinarsi a lui, era una donna sulla cinquantina, capelli corti tinti di biondo, di corporatura abbondante. Si avvicinò al viso dello schiavo, si tirò su la gonna e gli mise il suo sedere su viso. Riccardo fu completamente investito da quell’ammasso di carne, cercava di divincolarsi ma più gli sfuggiva, più la Donna gli premeva il deretano sul viso. Dopo un minuto di quasi asfissia, Riccardo fu liberato e la Donna se ne andò.
Un quarto d’ora dopo il sedere del giocattolo fu scosso da una grande scarica di dolore e calore, che gli si riverberò su tutto il corpo. L’uomo che sferrò il colpo rise fragorosamente, era sulla quarantina, alto e atletico, era calvo e indossava un elegante vestito nero. Riccardo ne fu sconvolto, provò a divincolarsi, a serrare la bocca, ma era inutile. L’uomo si diresse a passi lenti davanti a Riccardo, e una volta giunto innanzi la sua testa, aprì la lampo dei pantaloni tirando fuori il pene turgido. Riccardo non vide ciò che stava accadendo e non lo capì finché non sentì un qualcosa di duro sbattergli sulla guancia e posizionarsi sotto il naso. Aveva un odore leggermente acre d’urina e sudore, ne fu disgustato. Fu questione di un attimo ed il pene gli fu inserito in bocca. L’ospite rise divertito, gli prese la testa per i capelli ed incominciò a muoverla con violenza, facendosi spompinare alla grande, mentre la lingua dello schiavo glielo leccava meglio che poteva. Ad un certo punto l’uomo ritrasse il bacino e diede un forte colpo, infilando il pene sin nella gola dello slave. A Riccardo parve di soffocare, non riusciva a respirare, l’aria non passava dalla gola e l’odore di sudore proveniente dai peli pubici dell’ospite gli invase il cervello. L’uomo ritrasse via il pene bagnato di saliva e lo asciugò sulla faccia dello slave, dopodiché lo rinserì. Riccardo non capì più nulla, d’un tratto lo schifo di esser con un uomo scomparve e l’eccitamento prese possesso di lui. Una donna sulla quarantina che stava parlando con un altro ospite notò il rigonfiamento di piacere che stava interessando il pene dello schiavo, si diresse verso di lui e gli strizzò con forza i testicoli –“I giocattoli non provano piacere” disse con fermezza, Riccardo lanciò un urlo soffocato dall’oggetto estraneo che aveva in bocca. Lo spompinamento durò ancora qualche secondo, ad un certo punto lo schiavo sentì l’ospite fermarsi ed irrigidirsi, tempo un nulla e la sua bocca fu inondata di sperma. –“Ora ingoia, da bravo…” disse l’uomo in tono pacato e divertito, Riccardo buttò giù tutto, aveva un sapore amaro e salato, disgustoso. Dopodiché l’ospite prese un tovagliolo e gli pulì il viso per bene.
Passò più di un’ora, la ragazza dall’abito rosa ripassò e si divertì molto a giocare con il plug infilato nell’ano dello slave, un uomo gli diede due sonore cinghiate sul sedere, si avvicinò anche una donna dalla corporatura minuta e dai capelli neri a caschetto, indossava una camicia bianca con uno splendido corpetto di pelle, prese una candela e, guardando con divertimento l’amica, si divertì a cospargergli la schiena di cera bollente.

Ad un certo punto sopraggiunse il silenzio. Riccardo non capì ciò che stava accadendo, tutto era precipitato nel nulla, finché qualcuno schioccò le dita e la benda cadde al suolo. Gli ci volle qualche istante per riabituarsi alla luce, ma alla fine riuscì a notare che tutti gli invitati erano seduti sul divano o su una sedia, Padrona Antonella invece stava in piedi pochi metri dinanzi a lui, indossava una vestaglia nera di pizzo, abbastanza trasparente da far capire che sotto era nuda. Ai Suoi fianchi, vi erano due ragazzi dell’età di Riccardo, alti e palestrati, bellissimi, che guardavano lo slave con una faccia divertita. La Padrona lo guardava compiaciuta, il Suo schiavo era completamente atterrito, disorientato e nelle Sue mani, sembrava implorarla di non consumare quell’atto davanti a lui. La Padrona allora prese i peni dei Suoi due uomini e li tirò fuori dalle mutande, baciò avidamente prima l’uno e poi l’altro e poi si inginocchiò, incominciando a leccare i loro membri e a massaggiare i loro testicoli. Loro Le prendevano la testa per i capelli e la muovevano, Lei tirava fuori la lingua guardandoli dal basso e loro ci sbattevano sopra le loro belle mazze. Dopo qualche minuto Padrona Antonella si alzò, si rivolse verso lo schiavo e disse –“Vedi, una Donna non può sempre passare il suo tempo con delle nullità come te, ha bisogno di veri Uomini!” e dicendo questo accarezzò le guance dei suoi amanti, “ma non ti preoccupare, anche te troverai il tuo posto in questa faccenda”. Detto questo si slacciò la vestaglia e la fece cadere a terra. –“Lucas comes in please!”. A quel punto un enorme uomo di colore entrò dall’altra stanza. Era alto più di un metro e novanta, con grossi bicipiti e addominali che sembravano scolpiti nel bronzo. –“Lucas è appena arrivato dalla Tanzania, parla poco la nostra lingua. Però in palestra mi ha detto che gli sarebbe piaciuto avere uno schiavetto da montare per una notte… ho pensato di accontentarlo!” Lucas si avvicinò a Riccardo e gli accarezzò la guancia. Dopodiché si tolse lentamente la camicia bianca e si sfilò i pantaloni neri. Il pacco sotto le mutande era enorme, la sua pelle odorava di quel tipico odore delle persone di colore. Lucas si avvicinò al viso dello schiavo e ci strofinò il pacco. Dopodiché si allontanò e calò le mutande, rivelando l’enorme organo copulatore. Sarà stato lungo più di venticinque centimetri, largo più di otto, Riccardo lo guardò terrorizzato. La Padrona guardò la scena, era divertita ed eccitata, schioccò le dita sorridendo agli ospiti dando così il via alle danze. In un attimo l’atmosfera cambiò nuovamente, la Padrona si mise a quattro zampe e cominciò a segare il pene del suo amante, mente l’altro le leccava la vagina e gliela apriva con le dita, la ragazza con l’abito rosa incominciò a spompinare avidamente il pene dell’ospite seduto vicino a lei, la signora del facesitting si tolse le mutande e incominciò a farsela leccare da un uomo sulla cinquantina, mentre la ragazza con il corpetto di pelle aveva spogliato l’amica e le leccava il capezzolo destro, mentre con la mano le massaggiava il clitoride. Lo schiavo era completamente rapito e si ricordò di Lucas solamente quando questo gli tolse il plug dall’ano. –“Are you ready, bitch?” disse l’uomo dandogli un violento schiaffo sul sedere. Riccardo sentì distintamente il glande dell’uomo poggiarsi sullo sfintere, per poi entrare con un colpo breve ma deciso. Lo slave fu invaso da una forte sensazione di dolore, e per un attimo vide tutto nero. Pochi secondi dopo si riprese, Lucas gli stava cingendo i fianchi con le mani stantuffandolo sempre con maggior forza, l’ano di Riccardo sembrava doversi squarciare da un momento all’altro, lo schiavo incominciò ad urlare e Lucas gli diede un grosso schiaffo sulla natica sinistra intimandogli di star zitto. Dopo pochi secondi i suoi colpi si fecero meno violenti, e lo slave incominciò ad abituarsi alla dilatazione.
Intanto la festa si era trasformata in una grande orgia, la ragazza con il vestito rosa, completamente nuda, sditalinava il sedere della donna cinquantenne mentre questa gemeva di piacere, la ragazza con il corpetto nero godeva senza freni impalata da un bel ragazzo sulla trentina, i suoi seni sodi ondeggiavano al ritmo dei colpi, i corpi si avvinghiavano e aggrovigliavano in un enorme ammasso di piacere. Padrona Antonella era posizionata a pecora, uno dei suoi amanti le stava sotto mentre l’altro la prendeva da dietro: la stavano scopando in due contemporaneamente, uno nella vagina e l’altro nel culo, mentre la sculacciavano, la cavalcavano prendendola per i capelli e lei ansimava e gridava dicendo che ne voleva ancora.
Lucas intanto sentì che lo sfintere si era leggermente rilassato e ritornò a spingere, il pene nero si faceva strada nel retto dello schiavo come un treno, Riccardo ritornò a guaire sonoramente, così Lucas gli afferrò i testicoli, la sua mano era così grande che avrebbe potuto distruggerli con una sola strizzata. I minuti passavano ma i colpi di Lucas non si facevano meno duri, incominciò a spingere così velocemente che la gogna cominciò a tremare e a cigolare, sembrava fosse animata di vita propria, mentre Riccardo guardava la sua Padrona che godeva come una porca, penetrata da due uomini, mentre li spompinanava avidamente. La gogna intanto sembrava dovesse rompersi da un momento all'altro, ad un certo punto però Lucas rallentò e ansimando, inondò il culo dello slave di sperma caldo.
Dopo di Lucas altri si servirono del giocattolo, chi lo usò per un pompino, chi lo usò per farsi fare una sega, l'amica della ragazza con il bustino se la fece leccare, per quanto il ring gang lo permettese... ma Riccardo era distrutto, fisicamente, moralmente e psicologicamente. All'una gli ospiti se ne andarono, lasciando Riccardo e la Padrona da soli. Lei lo liberò e lo accompagnò a letto, dove lui dormì per ore.

Il giorno seguente si svegliò, guardò Antonella e le disse -"Mi scusi Padrona...ma alla luce dei fatti avvenuti la scorsa sera non me la sento più di essere il Suo schiavo... sono traumatizzato". Lei lo guardò, con uno sguardo dispiaciuto, triste ma comprensivo e disse -"Non ti ho mai legato, sei sempre stato libero di decidere come meglio credevi". Al che Riccardo si alzò, guardò la Padrona, la ringraziò, si vestì e se ne andò, non rifacendo mai più ritorno nel mondo del BDSM.
 
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moneyslave_al_verde
view post Posted on 22/8/2012, 13:34     +1   -1




bello :)
 
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1 replies since 22/8/2012, 10:41   2279 views
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