Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Umiliazione a scuola

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view post Posted on 4/3/2012, 18:33     +2   +1   -1
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Professore/essa SM

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Marco era un ragazzo tranquillo e timido, troppo timido, tant’è vero che dopo quattro anni di liceo non era ancora riuscito a creare un legame con nessuno. La sua vita era fatta soltanto di scuola, di studio, e da una pulsione erotica ancora acerba, che lo portava a desiderare cose strane, per lui ancora ignote, spesso si masturbava tenendo un tovagliolo da cucina avvolto sul pene, altre volte si sorprendeva a desiderare di esser sculacciato dalla preside dell’istituto, esattamente come faceva sua zia quando da piccolo faceva i capricci o combinava una marachella.
Un giorno durante l’intervallo gli si avvicinò Simona, era una sua compagna di classe, aveva seno e fianchi prosperosi ma sicuramente non eccessivi o volgari, un viso grazioso e fine, capelli lisci castano chiaro ed una carnagione tendente all’olivastro. Con sguardo dolce gli chiese se poteva aiutarla con i compiti, era solo metà anno ma Lei era indietro con il programma. Lui accettò imbarazzato e prese appuntamento a casa Sua il pomeriggio stesso per le tre.
Arrivò così a casa di Simona per le tre precise, agitato suonò il campanello e quando Lei gli aprì balbettò un “c-ciao”. Balbettava sempre quando era nervoso e l’idea di trovarsi solo con Lei lo metteva ancora più in agitazione ed in eccitazione . Lei indossava una maglia di lana nera, una minigonna di jeans che le fasciava i fianchi e collant neri con delle deliziose ciabattine rosa. Lo fece entrare e lo condusse sorridendo nella Sua camera, lo mise a sedere alla scrivania e disse “Io ora devo uscire, tornerò per le 17.00 e al ritorno voglio vedere i compiti fatti”. Detto questo se ne andò lasciando Marco imbambolato. Non poteva credere che lo utilizzasse così, non era mai stato trattato peggio in vita sua. Comunque, dato che era li, decise di prender i quaderni e di farLe i compiti.
Sabrina arrivò poco dopo le 17, si tolse le scarpe e andò a controllare il lavoro di Marco. Aveva fatto tutti i compiti d’inglese e matematica per il giorno dopo, Simona ne fu entusiasta. “Bravo Marco visto che quando vuoi la tua vita serve a qualcosa!”. Marco non capì subito il significato di quella frase, Lei gli chiese d’uscire dalla stanza, si mise addosso qualcosa di più comodo e lo accompagnò in salotto, dove si sedette sul divano ed accese la tv. A questo punto Marco la imitò ma quando si sedette sul divano Simona gli inviò uno sguardo gelido, lo prese per un orecchio e lo fece accucciare per terra. “Non ho detto che ti potevi sedere - disse Lei in tono divertito – ed ora leccami i piedi da bravo cagnolino”. Marco era disgustato ma qualcosa si mosse in lui, contro il suo volere razionale si avvicinò al piede sinistro di Simona e incominciò a leccarlo. Il sapore salato e il leggero olezzo di sudato lo eccitarono ancor di più, leccò per bene il piede sinistro, la pianta, il collo e poi passò per bene a leccare in mezzo alle dita. A quel punto Simona disse “facciamo così, da questo momento tu sarai il mio schiavetto, mi farai i compiti, mi aiuterai durante i compiti in classe e, se lo riterrò necessario, ti darò anche altri incarichi”. Marco non capiva più nulla dall’eccitazione, rispose un laconico “d’accordo” e si mise a leccare l’altro piede avidamente, incominciando a leccare lo spazio tra le dita, per poi succhiare l’alluce. Alle 18 Lei lo congedò, lui tornò a casa e si masturbò furiosamente per tre volte.
Così passò una settimana, Marco non andava neppure a casa di Simona, Lei gli portava i quaderni in classe e lui glieli riportava il giorno dopo con i compiti fatti. Quel martedì era giorno di verifica e Simona si sedette vicino a lui. Portava una giacca nera elegante, chiusa da bottoni neri e rifinita con quattro piccoli bottoncini disposti in fila a partire dall’orlo della manica, dei jeans scuri sorretti da una spessa cintura di cuoio e ai piedi scarpe da ginnastica nere. Fu così che durante il compito gli chiese la risposta a tre domande, lui però, per paura che l’insegnante lo scoprisse, fece finta di nulla e non rispose. Finito il compito Simona gli si avvicinò visibilmente alterata e, a fine delle lezioni, lo condusse nel bagno delle donne, all’ultimo piano. “Come ti sei permesso di non rispondermi? Lurido vermetto, se il compito mi andrà male ne pagherai le conseguenze! Ed ora entra nel bagno, meriti una bella lezione” . Marco entrò nello spazio privato dei bagni scolastici e Simona lo seguì, chiudendosi la porta alle spalle e intimandolo di girarsi e d’abbassarsi pantaloni e mutande. “Ah, che pelle schifosamente bianca e che muscoli flosci…” disse Lei con tono di ribrezzo togliendosi la cintura. La piegò e con un rapido gesto del braccio diede la prima scudisciata sul sedere di Marco. Il colpo fu vigoroso, un forte dolore gli si riverberò sul sedere e lanciò un grido. “Stai zitto quando ti punisco, stupido!” disse Lei in tono perentorio e divertito. Non aveva mai provato una tale sensazione di potere, di totale controllo su un’altra persona. Lui era Suo e poteva farci ciò che desiderava senza render conto a nessuno se non che a se medesima. Detto questo lo colpì altre nove volte e gli fece diventare il sedere completamente rosso. Marco trattenne le urla soffocandole in gola, producendo solo lamenti e squittii. Il nono colpo fu il più forte e gli fece piegare le ginocchia dal dolore. Simona era sempre più eccitata però e gli ordinò di rivestirsi. “Vedi, potrei anche lasciarti andar via così, ma credo che tu non abbia ancor imparato del tutto la lezione. Ora ti piscerai addosso davanti a me”. Marco. arrossì, non lo voleva fare, l’idea di pisciarsi addossò davanti ad un’altra persona e di andar a casa con le mutande e i pantaloni zuppi e puzzolenti lo disgustava. Ma fu più forte di lui, il Suo volere era totalmente nelle mani di Simona e, con gli occhi puntati per terra dall’imbarazzo, si lasciò andare, in un attimo i pantaloni eran zuppi, rivoli di liquido caldo gli bagnarono le gambe scendendo fino alle caviglie. Puzzava terribilmente ed una lacrima gli scese sul viso. Simona non sapeva che dire, era semplicemente esterrefatta dall’esser riuscita a sottomettere un uomo al suo completo volere, era stupita, divertita e molto eccitata. Gli si avvicinò e lo baciò sulla guancia umida con dolcezza “e che questo ti serva da lezione, intesi Marco?”. Se ne andò sorridendo soddisfatta, arrivò a casa e, ancora inebriata dall’eccitazione e governata dall’impulso, si denudò davanti allo specchio, si toccò i capezzoli turgidi, si massaggiò il clitoride e si mise un dito nella vagina calda ed umida, dopodiché infilò anche l’altro venendo copiosamente. Era la prima volta che si masturbava, non aveva mai provato qualcosa di simile in vita sua, aveva la mente completamente annebbiata dal piacere e, riesaminando ciò che aveva fatto poco prima, cadde sfinita e soddisfatta tra le braccia di Morfeo.
 
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view post Posted on 4/3/2012, 19:01     +1   -1
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Professore/essa SM

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Bellissimo racconto!!! :)
 
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view post Posted on 5/3/2012, 17:58     +1   -1
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Professore/essa SM

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bello ed eccitante!!
 
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dolcesogno24
view post Posted on 6/3/2012, 00:33     +1   -1




Fatto bene
 
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falcos
view post Posted on 13/12/2013, 16:15     +1   -1




Buon lavoro dice la mia Padrona
 
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4 replies since 4/3/2012, 18:33   10424 views
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