Quarto episodio
Vivere da sola ha molti pregi. Mangio quando voglio, dormo quando mi viene sonno senza preoccuparmi se russo, giro per casa mezza nuda e soprattutto non devo sentire nessuno se ho voglia di non andare a letto per starmene invece stravaccata in poltrona a guardare il cellulare. Beh, ho elencato solo i pregi e lo faccio per non farmi pesare troppo questa solitudine. Do un’occhiata al mio profilo facebook e vedo che è rimasto desolatamente vuoto. Non parlo del mio profilo reale ma di quello che ho aperto nel pomeriggio con le foto di Kamile. Già, ho fatto una pazzia. Ho aperto un profilo dichiarandomi una donna bellissima e dominante che cerca schiavi virtuali. Mi sono ribattezzata Lady Cassandra e sono diventata una catfish, una persona che ha rubato l’identità di un’altra. Ma perché l’ho fatto? Cerco di riflettere sulla situazione. Ho sempre ritenuto degli emeriti sfigati gli uomini che facevano certe cose. E’ pur vero che non sono mai andata a fondo alla questione e mi sono basata soprattutto sui classici stereotipi. E allora? Possibile che leggere quei commenti mi abbia fatto desiderare di provare le stesse sensazioni? Cazzo, avrei bisogno di un buon terapeuta. No, è ovvio che c’è altro. C’è che… Beh, dovrebbe essere bello avere un certo potere nei confronti degli uomini. E una come me non lo ha mai provato. Le belle ragazze sì, sanno cosa significhi avere potere nei confronti del genere maschile ma una come me no. Ecco cos’è. Ecco cosa mi ha spinto a fare questa idiozia. Della dominazione in fondo non me ne frega molto e tanto meno mi interessano quegli sfigati che troverei dall’altra parte dello schermo con una mano sul cazzo e l’altra a muovere il mouse o a toccare il cellulare ma dentro di me qualcosa si è smosso. Dovrebbe… Dovrebbe essere estremamente eccitante possedere tutto quel potere. Già, molto eccitante. Al di là del tipo di uomo che potrei trovare. Ma certo, non ci vuole Freud per comprendere questo mio gesto che continua a rimanere comunque irresponsabile. Io non sono mai stata ammirata, non sono mai stata considerata una bella ragazza. Colpa mia perché sono tutt’altro che un mostro ma comunque rimane il fatto che non c’è la fila per uscire per me. Non c’è mai stata. Ho fatto finta di fregarmene ma evidentemente era una ferita e alla prima occasione ho compreso che quella ferita era molto lontana dal rimarginarsi. E poi quel discorso con Kamile, la sua confessione che mi ha fatto desiderare di poter vivere, anche solo con un profilo falso, le sue stesse sensazioni. Già, tutto molto semplice, direi elementare, Watson. Il mio è soltanto un bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione. Ma per il momento tutto rimane aleatorio in quanto nessuno ha lasciato una riga e presumo che questo profilo continuerà ad essere vuoto. Forse, dovrei pubblicizzarmi in altro modo. Ma come? Mi metto una maglia lunga ed esco sul pianerottolo. Di fronte a me la casa di Kamile. Metto il mio orecchio sulla porta e sento dei rumori. La bella lituana deve essere in casa. Busso e attendo alcuni istanti per poi sentire la voce argentina della ragazza “ Chi è?” Beh, almeno qualche parola per comunicare in italiano l’ha appresa “ Ciao Kamile, sono io, Carolina” Sento la serratura aprirsi e un sorriso aperto e sincero mi accoglie “ Carol, bella surprise. Io felice” “ No Kamile. Bella sorpresa, non surprise. E poi si dice < Io sono felice di vederti> Ripeti” gli dico col tono della professoressa severa “ Io felice di vederti” Scuoto la testa “ Manca l’ausiliare ovvero il verbo essere che serve appunto da aiuto… Va beh, troppo complicato per te” Fa la faccia da scolaretta colta in flagrante senza aver studiato “ Oh Carol, scusa me. Italiano molto difficile. Cosa tu vuoi da me?” Le do una pacca sulla spalla. In fondo, riesce persino a coniugare alcuni verbi “ Niente. Cioè, volevo fare due chiacchiere. Così ci facciamo compagnia e nello stesso tempo fai lezione. Gratis” Fa un saltello di gioia “ Oh sì, io mo… Io sono molto felice” “ Brava Kamile, hai coniugato perfettamente” Mi porta all’interno del suo salone. La casa è simile alla mia, una sessantina di metri quadri con un piccolo ingresso che immette in tutte e quattro le room, il bagno, la cucina e le due stanze. Piccola ma perfetta per ragazze che come me e come lei vivono da sole. Deve essere piuttosto disordinata perché vedo un bel po’ di oggetti in giro, tutto il contrario di me che sono invece maniaca dell’ordine e della pulizia. Mi fa accomodare sul divano e mi offre una sigaretta che mi appresto a prendere “ E’ la prima volta che tu vieni a casa mia” mi dice dopo alcuni secondi e mi compiaccio per come ha strutturato la frase in italiano. Io annuisco. E adesso come glie lo dico di cosa ho bisogno? Devo prendere il discorso molto largo “ Sai Kamile, sono rimasta molto sorpresa quando tu mi hai detto che lavoro fai. Sono felice che tu ti sia confidata” “ Oh Carol, io sono molto felice del mio lavoro. Non faccio male a nessuno e mi diverto” Ha ricercato con cura le parole ma le ha usate bene. Le lezioni stanno dando i suoi frutti e fra poco sarà in grado di comprendere se uno dei suoi clienti vuole essere sculacciato o frustato “ Ma certo! Non c’è nulla di male” le dico mentendo spudoratamente. Per la legge italiana in effetti non fa niente di illegale ma per la morale… Beh, fra un anno avrà visto più cazzi lei di uno spogliatoio di calcetto. Ma non sono…cazzi miei, tanto per rimanere in tema “ Io sono felice che tu… come si dice quando… ah sì, che tu non giudichi me” “ Piuttosto, mi chiedevo alcun cose. Insomma, ti piace sentirti trattare come… Come una regina?” “ Oh sì Carol. Anche se loro stupidi. Pagare soldi per baciare piedi… Oppure per sega coi piedi. Boh! Uomini strani” Già, la bella Kamile non si fa tutte le domande che mi faccio io e il suo modo di valutare i suoi clienti è piuttosto semplice e forse non distante da quello che potrebbe pensare qualunque persona che non ha queste fantasie. E ovviamente non soffre certo di mancanza di potere nei confronti degli uomini perché, bella com’è, presumo che debba dare i numeretti e mettere in fila gli spasimanti. Ad ogni modo le sorrido e facendo finta di niente le faccio la domanda che mi preme “ E… E dimmi Kamile, come hai iniziato? Mi hai spiegato della tua amica moldava ma come hai iniziato a trovare clienti?” “ Sui social” “ Sì ma non credo che abbiano trovato il tuo profilo per caso” Mi sta squadrando. Oddio, avesse capito qualcosa? No, ma che mi viene in mente? “ Tu interessa mio lavoro?” “ Ma no Kamile, non dire sciocchezze” Fingo di risentirmi ma ho il cuore in gola. Mi sembra quasi di essere stata colta con le mani nella marmellata. Lei però cambia la sua iniziale espressione di sorpresa con un sorriso “ Guarda che tu bella e severa. Tu real mistress” “ Parla in italiano” la rimprovero “ Tu bella Carol. E tu comandi bene. Tua voce dominante, non come mia voce” “ Io non sono bella. Ho almeno dieci chili in più e… Ma insomma, la vedi la differenza tra me e te?” “ Sì ma tu bella. Non come me ma tu… Tu vesti male, tu non trucchi ma se tu fai… Come si dice? Quando grassa diventa magra?” “ Si dice cura dimagrante” “ Ecco, quella! Se tu fai quella tu diventi molto bella. E se tu cambi capelli. Carol, tuoi capelli brutti. Cioè, no brutti ma…” Fa un gesto muovendo entrambe le mani che forse dovrebbe significare che ho i miei maledetti capelli arruffati. Quando sono entrata l’ultima volta da un parrucchiere? Non me lo ricordo, accidenti. Vergognati Carolina! Con la scusa di voler dimostrare le mie qualità morali e intellettive ho completamente tralasciato tutto il resto. Col risultato poi di dover elemosinare l’attenzione degli altri creando un profilo falso. Scuoto comunque la testa “ Lasciamo stare. Io sono una prof e sinceramente non mi ci vedo vestita come te” “ Come me? Perché io vesto come puttana?” Allargo le braccia sconsolata. In effetti l’ho accusata di vestirsi un po’ sopra le righe “ Ma no. E’ solo che non mi ci vedo con un mini abito e tutte le gambe di fuori” Stavolta è lei a scuotere la testa “ No Carol. Non… Uff, come si dice? Tu dipende da tante cose. Per fare mio lavoro non serve mini dress. Sai che alcuni clienti vogliono role play dove io insegnante e loro allievi? Tu perfetta per questo role play” Scoppio a ridere “ Vaglielo a dire ai miei allievi” Alza le spalle “ E poi tue gambe belle, molto lunghe” Già, non sono male le mie gambe che sono in effetti piuttosto lunghe e potrebbero avere un certo fascino se io… Se le valorizzassi “ Grazie Kamile. Comunque, non sono venuta qui per imparare a fare la mistress. Mi chiedevo per curiosità come hai iniziato ad avere i clienti” La vedo armeggiare col suo cellulare che poi mi passa “ Mia amica di Moldavia mi ha detto che su questo forum è possibile… Oh, possiamo parlare inglese?” “ No. Prosegui in italiano” “ Ecco, lei detto me che se io entro in forum poi loro vengono a cercare me” A fatica mi spiega che si è iscritta su un forum tematico dove la stragrande maggioranza degli utenti sono appunto potenziali clienti. Ha ricevuto una montagna di messaggi privati e ha quindi rimandato tutti quelli che le hanno scritto sui suoi social. In più, sembra che ci siano tanti potenziali schiavi che si fanno un profilo falso, sul tipo di quello che ho fatto io, e poi ci pensa direttamente facebook a indicare loro le potenziali amicizie. E questo lo sapevo anche io. Mi ha detto inoltre che molti sono soltanto segaioli che si eccitano a parlare con una mistress ma altri sono brave persone che invece ricercano una sessione dopo aver chiacchierato un po’. E con quelle foto che ha postato, è ovvio che le abbiano dato l’assalto. Dunque, uno dei mezzi per procurarsi clienti può essere un forum che tratta BDSM. Già e se lo facessi io mi troverei tutti quelli che hanno visto le foto di Kamile col risultato che mi scoprirebbero subito. E senza farmi pubblicità, per conoscere qualcuno sono costretta a sperare che il signor facebook indirizzi chi ha certe pulsioni sul mio profilo fake altrimenti questo rimarrà desolatamente vuoto. Ma che stronzata che mi è venuta in mente! Saluto la bella lituana e me ne torno a casa. Forse è meglio abbandonare certe pazzie e tornare alla vita normale.
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