Ho 55 anni, sono un ingegnere, impiegato in una grande azienda. Ho due grandissime passioni, le auto e le donne, anzi nell’ordine di importanza, le donne e poi le auto. Le donne mi piacciono giovani, anzi direi molto giovani, intendiamoci, non parlo di minorenni, ma fra i venti e trent’anni, per me sono il massimo. Poi, la mia è una passione , diciamo un po’ particolare…adoro i piedi femminili. Nel senso letterale della parola.. Intendiamoci, mi piace sempre una sana e bella scopata, metterlo dentro a quelle fighette strette, e sentirle gemere, mi piace sempre, ma mi piacciono i piedi, adoro i piedi. Starei ore a leccare un bel paio di piedi femminili…se poi la proprietaria ci sa fare, mi fa letteralmente impazzire. La tortura, se così posso definirla, è che nell’azienda nella quale lavoro ci sono tantissime ragazze, molte delle quali decisamente belle, e con splendidi piedini, che d’estate occhieggiano da libidinosi sandaletti. Da tempo ce n’è poi una che credo, abbia capito qualcosa di questa mia passione, è la segretaria di un mio collaboratore e moltissime volte ho a che fare con lei… Ha 25 anni, portati magnificamente, con tutto ciò che serve in splendida forma. Ha dei piedini che starei ore a guardare, anzi, più di una volta ho già pensato come potrebbe reagire se le dicessi che vorrei tanto baciarglieli, ma non posso, nella mia posizione. Però, come ho detto, ho l’impressione che abbia fiutato qualcosa, perché è la sola che non ho mai visto indossare scarpe che non abbiano almeno dieci cm. di tacco, ed è la sola che a volte, mentre stà scrivendo qualcosa alla scrivania, con le bellissime gambe accavallate, fa dondolare la scarpetta in modo decisamente provocante, e che dà lì impressione di essere un invito. Purtroppo si trovano in giro sempre meno ragazze che siano disposte a farsi fare certi servizi, e così la cosa migliore è approfittare della tecnologia, e cercarle in rete. Purtroppo però con tutti i rischi che ci sono…… E’ successo più di una volta che quella che si era definita giovane padrona con piedi bellissimi, celava una cinquantenne con le vene varicose, e le unghie incarnite. Oppure anche la ventenne che ti dovrebbe far sognare, nasconde la quarantenne che a volte ha anche litigato col sapone. Fortunatamente non ho problemi economici, e quindi cerco di trovare sempre il meglio. E questa che voglio raccontare è l’avventura che mi è capitata, cercando in rete un bel paio di piedi femminili. “Padroncina 21enne, viziosa, con splendidi piedini cerca schiavi…da dominare soprattutto psicologicamente”Questa fu l’inserzione che diede il via a quello che divenne il paradiso, ma rischiò di essere il mio inferno. La foto unita, era solamente di un bel paio di piedini, calzati in quelle delizie che per me sono i sandaletti estivi, quelli di sole striscioline. Decisi di provare ed inviai una mail all’indirizzo indicato, complimentandomi innanzitutto per la bellezza di quei piedini, e presentandomi quindi come un possibile adoratore. Trascorsero alcuni giorni prima di ricevere risposta, ed avevo già perso la speranza, perché quasi sempre in rete accadeva così, quando la sera aprendo la posta lessi: - Schiavo, a me non interessa l’età, mi interessa l'efficienza e la devozione, come in tutte le cose del resto! E gli schiavi preferisco anzi che siano uomini maturi, che si pieghino ai miei piedi e siano generosi. Un’ adorazione prettamente simbolica è troppo poco per me.- Seguivano alcuni esempi dei trattamenti che avrebbe riservato ai suoi schiavi. Trattamento che, insisteva, era basato sulla dominazione psicologica- Non potrai più fare a meno di me – era la logica conclusione della mail. Era decisamente intrigante, ed eccitante, mi piaceva , e decisi di accettare, non sapendo a cosa stavo andando incontro. C’era il nr. di cellulare e chiamai. Mi rispose una voce fresca , squillante – Pronto?Chi sei? – Chiamo per quella inserzione, che ho visto su ***** - Ah, sei uno schiavo? Bene, e cosa vorresti? Una seduta di due ore sono 300€, niente sesso e comunque facciamo solo ciò che voglio io! Sei novizio oppure hai già esperienza? – Ascolta - la interruppi –Volevo che sapessi che non sono giovanissimo, ho 55 anni! – Embè, cosa vuol dire? Meglio, ho più soddisfazione a sottomettere schiavi maturi…Poi, è meglio che chiariamo subito: non ti permettere più di darmi del tu, io per te sono la padrona! Tu sei lo schiavo, ed io la padrona, e mi devi dare del lei, ok? – Va bene, padrona – risposi io, non nascondo che già a quelle parole mi sentii il cazzo premere contro i pantaloni. -Allora – riprese – Ecco l’indirizzo, stasera alle 21, sarò libera, e vedi di essere puntuale..schiavo – Come vuole, padrona – fu la mia risposta. Confesso che appena riattaccai, mi scaricai con una sega liberatoria. Era da un po’ che non trovavo una giovane, e credetemi, le sessioni a pagamento non sono mai troppo soddisfacenti. Alla sera, cinque minuti prima dell’appuntamento, ero all’indirizzo. Era una casetta bassa, piccola, piccola, ma carina. Lessi il nome sul campanello e suonai. Rispose quasi subito: - Si? – Sono Franco…lo schiavo…Padrona – Bene, entra – lo scatto della serratura accompagnò queste parole. Percorsi un breve vialetto e dopo tre gradini mi trovai davanti alla porta che era socchiusa. Stavo per toccare la maniglia, quando mi apparve Sonia, dico mi apparve, perché in quel momento, per me fu un’apparizione. Una ragazza, alta non più di un metro e sessanta, con un caschetto nerissimo di capelli, occhi fra il verde e l’azzurro , la bocca truccata rosso fuoco, ed un fisico perfetto. Due piccole tette durissime, spingevano contro un body color vinaccia, sgambatissimo, le gambe perfette una vestaglia di pizzo trasparente rendeva il tutto molto più eccitante Mi squadrò da capo a piedi, dicendo: - Così saresti tu, l’adoratore che pensa di essere anziano? Vieni, vieni che ti farò vedere invece quanto sei giovane…eh…eh..tanto per essere chiari fin da subito, queste sono le regole: come ti ho già detto, la mia tariffa è 300€, per un minimo di due ore, ed anche se tu non ce la fai, la tariffa è quella. Niente sesso, mi chiamerai padrona, ed io ti chiamerò schiavo, e se mi andrà di concedertelo potrei anche permetterti di farti una sega sui miei piedi, comunque in ogni caso faremo sempre solo ciò che deciderò io, d’accordo? -. - In qualsiasi momento, sarai liberissimo di andartene, ma naturalmente se lo farai, non dovrai più ritornare, insomma o accetti tutto, o nulla….- Confesso che queste parole, insieme a quello che vedevo, ed al suo profumo , mi provocarono una notevole erezione, che non sfuggì al suo occhio esperto. – Ah, vedo che sicuramente lui è d’accordo! Ah…ah… vieni entra. Mi fece entrare in locale, probabilmente un salotto, che contrariamente a quanto avevo visto fin’ora in certe squallide sedute, non aveva alcuno di quegli strumenti che solitamente usano le professioniste , e di questo fui sorpreso. Mi fece togliere la giacca, e mi offrì da bere, poi si sedette sul divano, così facendo la vestaglia le scivolò aprendosi sulle cosce lisce e bianchissime, scoprendo una pelle perfetta. Non vedevo l’ora di inginocchiarmi, come da copione davanti a quella dea….Lei mi sorrise :- Scommetto che vorresti subito inginocchiarti qui davanti e baciarmi i piedi, vero? Invece aspetterai fino a che lo dirò io, e vedrai che dopo l’attesa, sarà più bello ed eccitante! – E così dicendo mi appoggiò una mano sul gonfiore dei pantaloni, io ero già eccitatissimo…. Mi fece sedere accanto a lei, e iniziò a farmi delle domande sulla mia vita, la mia attività, da quando avevo scoperto di questa mia passione per i piedi femminili, ecc… Mentre le rispondevo, mi perdevo a guardarla, era molto bella, piccola, minuta, ma bellissima, e sentivo crescere dentro di me il desiderio non solo di adorarla, ma di fare sesso con lei. Mi disse di avere 21 anni e di aver scoperto la sua “vocazione” già da bambina, quando provava soddisfazione a dare ordini ai compagni di gioco, e di giungere a punirli se non le obbedivano, poi crescendo aveva capito che erano moltissimi i ragazzi, e poi gli uomini che godevano nell’essere sottomessi da lei, e quindi ne aveva fatto quasi una professione. Mi disse quasi una professione, perché in realtà, aggiunse che lei era un‘impiegata in un’azienda di trasporti. Poi, con educazione, ma anche estrema fermezza: - I soldi, sai, io non ti conosco e vorrei evitare…Poi voglio che mi lasci anche il numero del cellulare, perché se vuoi diventare mio schiavo, ti dovrai saper mettere a mia disposizione, ogni volta che vorrò!- -Certo! – risposi e posando tre banconote da cento sul tavolino, scrissi su un foglietto il numero del mio cellulare. Ero eccitatissimo, ne avevo voglia e lei se ne accorse………, ormai non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue gambe accavallate, e da quel piedino che lei nervosamente muoveva di quà e di là. Fu allora che con la dignità di una regina, Sonia fermando quel movimento mi disse: - Vediamo cosa sai fare..Schiavo, adorami! -. - Finalmente! – pensai , e gettandomi letteralmente ai suoi piedi. Mi inginocchiai prendendoglielo in mano ed avidamente mi buttai a leccarglelo. -Piano, piano – disse Sonia – Voglio che tu mi faccia sentire quanto mi adori, lo voglio percepire dalle tue labbra, dai tuoi baci, non ti ho ancora concesso di usare la lingua! Forza, datti da fare,! – Quelle parole, ricordo che ebbero su di me un effetto magico, e che subito cambiai atteggiamento. Con tutta la delicatezza di cui ero capace presi quel piedino fra le mani , come fosse l’oggetto più delicato del mondo, ed iniziai a baciarlo, piano, con tutta l’adorazione che volevo dimostrare a quella piccola, ma autoritaria padrona. Andai avanti così forse per una decina di minuti, finchè mi sentii, dire, anzi , ordinare : - La lingua, ora fammi sentire la tua linguaccia di schiavo, lavami i piedi! – Obbedii, ed iniziai, proprio come un cane a leccare con devozione quel piedino, morbido e profumato, che non aveva sicuramente necessità di essere lavato. Ormai ero preda di un delizioso raptus, quando Sonia che si stava accendendo una sigaretta, di botto esclamò: - Ora basta! – ritraendo di scatto l’oggetto della mia adorazione aggiunse: - Basta, ti ho concesso già troppo! – Non era trascorsa che una quarantina di minuti da quando ero entrato in quella casa, e forse una decina ne avevo dedicati alla deliziosa attività, e con la massima umiltà glielo feci notare. Un calcio, neppure molto delicato mi colpì in pieno viso:- Schiavo di merda! Come osi! Se ho detto basta è basta! Capito? –Mi affrettai a risponderle: - Sì padrona! - -Ecco come funziona il mio metodo! L’hai letto, vero, che mi piace dominare psicologicamente i miei schiavi? – Annuii – Ecco, voglio che il mio schiavo desideri così tanto servirmi e di adorarmi, da soffrire per me…- Voglio che la prossima volta , tu abbia ancora più desiderio di adorarmi di quanto ne avessi ora, e la prossima ancora, ancora di più, fino a che sarà sufficiente solo un mio cenno per farti cadere ai miei piedi, ora vattene e se voglio ti chiamerò io, tranquillo che non ti voglio truffare, mi hai pagato ed avrai ciò che vuoi…. – Ero shoccato, senza parole, con tutta la voglia ed il desiderio folle che ne avevo, questa ragazzina mi stava scacciando, ed io mentalmente le stavo dando ragione, perché ne avevo una voglia folle già fin da subito. Ma non potei ribellarmi in alcun modo, dovetti subire e rimessomi la giacca, me ne andai, già sperando che mi chiamasse subito. Confesso che appena giunto a casa mi masturbai come un ragazzino, pensando a quella tirannica dea…. Fece passare due giorni prima di chiamarmi, ed io ne soffrii tantissimo, in ufficio, anche i colleghi si accorsero che qualcosa non andava, perché ero completamente diverso. Era sabato pomeriggio quando sul cellulare vidi il suo numero. Lo fece squillare senza neppure rispondermi, sapendo di avermi in pugno. Mi precipitai da lei, finalmente avrei liberato la mia natura, e dato sfogo al mio istinto, ricordo che mentre guidavo veloce per andare da lei Quando suonai a casa sua, venne ad aprirmi elegantissima in un tailleur gessato che evidenziava le sue forme perfette, ed ai piedi le classiche scarpe con tacco da almeno 12cm. Era meravigliosa, se avessi ascoltato il mio desiderio mi sarei subito gettato ai suoi piedi, ma resistetti e solo quando lei me lo concesse, appena in casa, le pulii con la lingua, anche le suole delle scarpe. Mentre ero ai suoi piedi, si accese una sigaretta, ed in una nuvola di fumo , mi chiese: -Mi hai pensato, schiavo? In questi due giorni? –Sapeva già la risposta, ma si divertiva a torturarmi, - Ho pensato solo a lei, padrona – le risposi. -Scommetto che ti sei anche masturbato, vero? – Questa domanda mi colpì come uno schiaffo in pieno viso, mi sentii arrossire, e non seppi rispondere. Lei riprese – Sono sicura che ti sei masturbato, appena sei entrato in casa, pensando di essere ai miei piedi, ne sono certa, non dirmi di no…- -Mettiti, qui, in ginocchio, davanti a me! - Obbedii, e lei mi sorrise, poi si piegò verso di me e mettendomi una mano sotto al mento, mi sollevò il viso, e si abbassò verso di me – Apri la bocca, schiavo!- Obbedii, giusto in tempo per accogliere il suo sputo che mi cadde sulla lingua. Non me lo aspettavo, ma devo dire che la cosa non mi sconvolse, sapeva un po’ di fumo, e forse un po’ di menta- Inghiottisci e ringrazia la tua padrona – Obbedii, e deglutii, ringraziando. - Che maialino sei! Ah!...Ah!...Ah!.. a casa ti masturbi, e qui ti bevi i miei sputi! Sei proprio un vecchio porcellino!Ah!...Ah!...- Avevo il cazzo che mi doleva tanto era duro, Sonia se ne accorse, e ci appoggiò un piede proprio sopra, iniziando a muoverlo. -Ora coricati, qui,davanti a me!- Ero eccitatissimo, obbedii, e la mia padroncina si sistemò meglio sul divano, ed iniziò a farmi una sega col piede, strusciandolo sui pantaloni…. Mi mise l’altro piede sul viso – Lecca! -. Non me lo feci ripetere, e con un palmo di lingua iniziai a percorrerne la pianta, lei agevolava la mia opera facendolo scorrere, proprio come fosse su uno zerbino. Poi, avvenne che non ce la feci più: il piede sui pantaloni aveva ottenuto il suo effetto, e vergognosamente me ne venni sussultando, nelle mutande, una sborrata che non mi pareva volesse smettere. Sonia scoppiò in una squillante risata- Ma com’è sensibile il porcellino!…Ah!…Ah!...Ah! Basta che glielo sfreghi un po’, e se viene come un ragazzino! Ah!..Ah!..Ah!...- Mi sentivo umiliato da questa ragazzina che mi prendeva in giro, ma allo stesso tempo ero eccitato, proprio come diceva lei: come un porcello…. Si alzò di scatto, togliendomi quel piedino che non avevo smesso un attimo di leccare: -Vattene! Ora ho da fare, ti chiamerò io! Vai, sparisci! – Ero sorpreso da questo cambio di atteggiamento, ma era nei patti, io ero lo schiavo e dovevo solo obbedire, non pensare, solo obbedire. E così feci, ed in un attimo fui sull’auto, dirigendomi verso casa. Era stato bellissimo, veramente Sonia ci sapeva fare! Ed era solo l’inizio, ero felice… Questo pensiero me lo fece nuovamente indurire, mentre con una mano tentavo di sistemarmi le mutande bagnate… Il giorno dopo, in ufficio, non riuscii pensare ad altro, che a Sonia, ed ai suoi dolci piedini….Ed ogni volta era un’erezione. Accidenti quella ragazzina, mi aveva stregato, non riuscivo a non pensare a lei, ed ogni volta mi veniva duro, come avessi avuto vent’anni.. Mi chiamò due sere dopo, quando io avevo ormai perso le speranze, in fondo lei lo faceva di professione, perché avrebbe dovuto fare delle preferenze per me?..Inutile dire che mi precipitai, eccitato a casa sua. Quando venne ad aprirmi, indossava un elegante completo, giacca e pantaloni, ed un paio di decollete nere di vernice nere, con un tacco di almeno 12cm. Sotto la giacca, aperta, la camicia bianca sbottonata lasciava intravvedere il reggiseno nero, ed un po’ della morbida curva dei seni…..Era bellissima.. Aprì la porta e mi guardò dritto negli occhi, poi mi appoggiò le mani sulle spalle e premendo leggermente, mi invitò ad abbassarmi, anzi, ad inginocchiarmi… Capii cosa voleva, e mi abbassai fino ad avere la bocca sulle sue scarpe…..- Ecco, d’ora in avanti, ogni volta che verrai questo sarà il tuo saluto, capito, schiavo? – Si padrona – fu la mia risposta. La cosa durò solo un attimo, poi lei si incamminò verso il salotto, ed io la seguii, carponi. Mi fermai ad un metro dal divano. Lei si sedette e si accese una sigaretta, poi schioccò le dita, facendo cenno di avvicinarmi, e mi indicò le scarpe. Obbedii, e mi abbassai, iniziano a leccarle le scarpe. Erano pulite, e la cosa non era spiacevole.... Accavallò le gambe, - Succhia bene anche il tacco – eseguii, e pare anche bene, perché la vidi sorridere soddisfatta. - Ora la suola, pulisci bene anche la suola! -. Questa cosa mi diede un po’ fastidio, non sono un igienista, ma la suola è a contatto del terreno, cionondimeno eseguii anche questo ordine senza fiatare….. Dedicai forse una quindicina di minuti alla pulizia di una scarpa. Poi mi ordinò di passare all’altra. Ero eccitatissimo, mi piaceva da impazzire tributarle così la mia adorazione, ed anche se mi rendevo conto che era una cosa anomala, non riuscivo più farne a meno. E mentre avevo questi pensieri, leccavo senza posa come fossi un cane, le scarpe di quella 21enne, e per poter fare ciò mi toccava anche pagare…. Ormai era diventata un’abitudine, o meglio direi un vizio, perché mi accorgevo di non poterne più fare a meno. Mi chiamava, io correvo, mi inginocchiavo a i suoi piedi ed iniziavo il mio lavoro. Prima con le scarpe indossate, poi mi concedeva la pelle nuda dei suoi piedi. Ed allora mi deliziavo a succhiare le sue dita una ad una, gustandone il sapore, mentre da sotto, di sfuggita osservavo le sue espressioni di soddisfazione per il lavoro dello schiavo. Conoscevo tutte le sue scarpe, ne aveva anche parecchie, ma credo che ormai le avessi pulite tutte. Non era più solo un rapporto fra la professionista ed il cliente, ma ormai ero al suo servizio, e non si contavano più le volte che correvo ad ogni sua chiamata. Qualche volta mi concesse di segarmi e di venirle sui piedi, che poi mi fece pulire con la lingua. Non avevo mai assaggiato il sapore dello sperma, ma devo dire che leccato dai suoi piedi, non mi parve, poi così neppure tanto disgustoso. Poi, era successo, che avendo l’auto guasta, mi aveva chiesto di accompagnarla per lo shopping. Avevo acconsentito di buon grado. Poco per volta, la cosa era diventata un’abitudine, ed ormai il mio sabato era diventato suo, con la scusa che non le piaceva guidare. Era diventata un’abitudine che le offrissi il pranzo, ogni volta in un locale diverso. Piano, piano, un po’ per volta ero diventato il suo bancomat, nel senso che ormai ero quello che le pagava tutto… Era iniziato in uno dei più bei negozi di scarpe della città, ed anche il più caro. – Ci sono delle scarpe che mi fanno impazzire – mi aveva detto un giorno, - Vorrei proprio che tu le vedessi-. Cosa pensate, che mi sarei rifiutato? Così, forse un’ora dopo eravamo nel negozio, e lei con una noncuranza incredibile, si era fatta portare decine di scatole di scarpe, forse quasi tutta la vetrina, e poi guardandomi come il gatto guarda il topo, aveva detto al commesso: - Non si preoccupi, vada pure, c’è qui il mio boy che mi aiuta-. Avevo letto dell’ironia negli occhi del commesso a quelle parole, in effetti, più che il suo boy, era evidente che avrei potuto essere suo padre…. E così, avevo avuto il compito di inginocchiarmi davanti a lei, a togliere e metterle le scarpe. Lei non si aiutava neppure un po’, ma ero io ad infilargliele e toglierle. Poi, ad ogni paio sollevava le splendide gambe, e guardandomi sorniona, mi chiedeva come le stessero. Conosceva già la risposta, e sui suoi piedi le sarebbero state bene anche delle vecchie ciabatte sfondate. Mi sarei messo a baciarle quei piedi adorati anche lì, nel negozio, e non so cosa mi trattenesse dal farlo. Lei, forse afferrò questo mio pensiero, e mi disse:- Ti piacerebbe baciarmi i piedi, qui, nel negozio, con il rischio che qualcuno ti possa vedere? Non ti eccita questa idea? Eh?- Se mi eccitava? Era da quando avevamo iniziato che mi era venuta questa idea, ed era dal primo paio di scarpe che avevo il cazzo che mi sembrava voler scoppiare…. C’erano diverse persone, però nel negozio, e quello stronzo di commesso non sembrava volesse toglierci gli occhi di dosso. Certamente lo sguardo gli cadeva sempre sulla fantastica minigonna di Sonia, che ad ogni minimo movimento saliva su a scoprirle le bellissime cosce. Io ero nella posizione migliore, inginocchiato davanti a lei, e lei mi stuzzicava dicendomi: - Dai, non ti và di provare?Fregatene se quello stupido ci guarda, sai che invidia avrà? Magari vorrebbe essere lui al tuo posto!Ah!..Ah!..-. Era il momento , il commesso si era spostato, ed io rapidamente mi abbassai, e le baciai il piede velato dal nylon, una due tre…volte. Poi mi ricomposi, e Sonia ridendo mi disse, -E l’altro?-. Mi guardai intorno, c’erano due signore che chiacchieravano ed una commessa, ma qualcosa scattò in me , e pensai – Ma chi se ne frega!- Ancora una volta mi abbassai fino a quel delizioso piede, ed ancora una volta, quasi con devozione, vi appoggiai le labbra sopra. Mi rialzai appena in tempo per vedere che una delle due signore evidentemente doveva aver notato la mia manovra, e rideva con l’amica ammiccando… Queste manovre avevano avuto l’effetto di eccitarmi tantissimo, ed ora mi trovavo il cazzo che mi doleva da tanto era duro…tentai maldestramente di sistemarlo, ma lei se ne accorse:- Ah…ah…ma guarda come gli tira al porcello, ma cosa fai?Mica vorresti farti una sega qui, in negozio?Oppure si? Ti piacerebbe, eh, venirtene sui miei piedini? Dì la verità che ti piacerebbe!Ah…ah…- Queste parole altro non fecero che aumentare la mia eccitazione. Ero eccitato ed allo stesso tempo spaventato da ciò che avrebbe potuto fare Sonia. Fortunatamente ritornò il commesso con altre scatole, che lasciò a terra accanto a Sonia, non prima di averle gettato una lunga occhiata alle gambe, a ciò che si poteva vedere alla fine della minigonna…..indugiando anche sulla deliziosa scollatura….Ricordo che per un istante fui geloso di questi sguardi..anche se non ne avevo il benché minimo diritto…. Le feci provare altre scarpe, e sempre, tutte ai suoi piedi mi parvero bellissime. Finì di sceglierne fra tutte, tre paia, però, sorridendo mi disse che non se le sarebbe potute permettere, le piacevano moltissimo, ma non se le poteva permettere, ah quanto le piacevano – Che peccato!- esclamò – Doverle lasciare qui!E quanto mi stavano bene! –Lo ripetè almeno tre o quattro volte sorridendomi con l’espressione di una bambina golosa che pensa ad una torta grandissima…..E cosa avrebbe potuto fare il sottoscritto, se non prendere dal portafogli la carta di credito?Le piacevano gli oggetti e gli accessori di qualità e così 500 euro se ne andarono per quelle scarpe… -Grazie, sei proprio un tesoro! – Arrivò a dirmi, ed ammetto che queste parole mi resero felice. Pagai ed uscimmo dal negozio, io naturalmente portavo le tre scatole, e mi precipitai ad aprirle lo sportello dell’auto. Questa era stata la prima volta. Era così iniziata la mia condizione di schiavo pagatore, di bancomat vivente, di money-slave, come ebbi poi modo di leggere in un sito.. Lo schiavo che paga..e cosa ottiene in cambio? Nulla, se non il piacere di starle accanto, di stare ore ad adorare i suoi piedi, che ormai conoscevo alla perfezione… Condizione questa che però soddisfava il mio istinto, e mai mi ero sentito così bene. Ora non pagavo più le prestazioni, ora correvo ogni volta che mi chiamava, insomma ero diventato come un cane, ed ormai non avevo più tempo libero, per me, tutto il mio tempo al di fuori del lavoro era suo. Ma mi stava bene così, e le obbedivo senza fiatare…Sempre solo con la speranza di potermi inginocchiare ai suoi piedi. Avevo, finalmente trovato ciò che volevo, una donna che sapeva soddisfare il mio istinto di sottomissione, e che sapeva far vibrare tutte le corde del mio feticismo…. Giovane e bella, cosa avrei potuto volere di più….. Era trascorso qualche mese da quando l’avevo conosciuta, e ne sentivo la mancanza, se non mi chiamava entro uno due giorni al massimo…. Aveva dunque raggiunto il suo scopo, rendersi indispensabile per i suoi schiavi?Iniziai a pensare a quando mi avrebbe chiamato, a quando l’avrei nuovamente incontrata. Era sufficiente questo pensiero, per sentirmi montare un’erezione….Trascorrevo le giornate in ufficio pensando a quando avrei sentito il suono del cellulare….Finchè una sera, dopo due giorni che non si era fatta sentire, ed il mio era ormai diventato desiderio vivo di sentire la sua chiamata, mi chiamò. Quel giorno, mi era squillato moltissimo il cellulare, ed avevo avuto un tuffo al cuore ogni volta, ma sempre era stato per lavoro, o qualche amico che mi voleva sentire….Invece, erano ormai le 20, ed io ero a casa, in cucina, a prepararmi il sugo per la pasta , quando sentii la chiamata. Quasi rovesciai la pentola, e rimasi impigliato nella maniglia del frigo, precipitandomi ad afferrare il telefono…-Pronto,? Sei tu , schiavo? – Si padrona- Cosa aspettavi a rispondere? Svegliati! Quando ti chiamo devi rispondere subito, hai capito?- Si padrona, cosa desideri, padrona?-Bene, cosa stavi facendo?Mi pensavi?- Bene, voglio che tu ti faccia una sega, subito, che raccolga tutto in un vasetto e che ci porti a vedere il tuo sperma…Ah!...Ah!...C’è la mia amica, qui che non crede che tu lo faccia, ma io sono certa che tu lo farai, vero?- Avevo la salivazione azzerata, la gola mi sembrava dovesse incendiarsi… Riuscii a malapena a balbettare:- U..una..s..se..sega? – Si! Non sai cos’è una sega?Te sarai fatte chissà quante! Ah!...Ah…! Ed ora voglio che tu te ne faccia una subito, ora! Anzi incomincia subito, mentre siamo qui al telefono, forza, schiavo, non farmi perdere la pazienza… Ero confuso, imbarazzato, ma il tono della mia sadica padroncina non ammetteva repliche. Devo anche dire che ero eccitatissimo, e quasi senza accorgermi mi trovai il cazzo durissimo, e teso, fuori dai pantaloni, lo afferrai ed iniziai a masturbarmi. - Allora? Te lo stai menando?- Si, padrona! – Bravo, il mio schiavetto, vedrai che andremo d’accordo… Ora quando hai finito raccogli tutto e vieni, subito qui da me, intesi? – Si padrona! – e riattaccò. Ero talmente eccitato che ormai ero sul punto di venire, mi guardai intorno, e l’unica cosa per raccogliere il mio sperma, che c’era a portata di mano era un piatto. Feci appena in tempo ad afferrarlo, che già stavo schizzando…ahhhhh…era una situazione anomala….stranissima ma……. ahhhh………tanto eccitante, farmi una sega……ahhhhhhhh…….. in cucina e venire dentro ad un piatto…. Ormai avevo terminato…..in fondo non era stato neppure tanto male, dopo tutti i pensieri che avevo avuto su lei durante il giorno… Mi ripulii, poi presi il vasetto della passata di pomodoro che avevo appena usata, lo risciacquai, e gli versai dentro con un cucchiaio, il mio sperma raccolto dal piatto. Un minuto dopo ero in auto che correvo verso di lei. Non era molto distante, e dopo forse una quindicina di minuti stavo suonando al suo campanello. Venne ad aprirmi ed ebbi un tuffo al cuore quando la vidi. Una vestaglia trasparente copriva appena reggiseno e slip neri, che creavano un eccitante contrasto con la pelle chiara…Era proprio bella, bella ed eccitante.. Ai piedi le pantofole che già conoscevo….-Non dovevi portarmi qualcosa? – avevo in mano il vasetto e lo alzai, lei lo prese in mano e lo guardò da vicino - Bravo, vieni, che ti faccio conoscere la mia amica! Susy, è arrivato, hai visto che avevo ragione io? – e così dicendo agitò come un trofeo il vasetto. La seguii in salotto. Qui c’era seduta sul divano, Susy, la sua amica. Una bionda che non sembrava essere male, ma truccata un po’ pesante, un po’ volgare. Indossava una minigonna di pelle cortissima, belle gambe, ed un paio di classiche scarpe nere decollete, con un tacco che non credo fosse meno di 10 cm. - Hai visto che bravo il mio schiavetto? – riprese Sonia, ridendo ed agitando il vasetto – Ora mi devi una cena, te lo avevo detto che ero sicura, - e poi rivolgendosi verso di me – Vero che tu non avresti mai deluso la tua padrona?- le sorrisi - Mai, padrona - - Non l’avrei mai creduto – esclamò Susy, -Che un uomo potesse arrivare a ridursi così, dev’essere molto eccitante avere uno schiavo! Mi piacerebbe provare –Sonia le rispose con un motto di fierezza - Certo, vero che non la deludiamo? Forza schiavo, fai vedere cosa sei capace di fare -. Ero frastornato, ma anche incuriosito, di vedere la piega che avrebbe preso la serata. Mentre pensavo ciò, mi senti afferrare per un orecchio- Forza inginocchiati e pulisci le scarpe alla mia amica, datti da fare, svelto! – Che dolore! Mi parve me lo strappasse, mentre mi tirava verso il basso. Caddi in ginocchio davanti al divano, davanti a Susy, che senza indugio alzò un piede fino al mio viso. Come ormai ero abituato a fare lo sorressi con entrambe le mani, e stavo per sfilare la scarpa, quando Sonia,mi disse, anzi mi ordinò: - No, ti ho detto di pulirle le scarpe prima! – Obbedii ed iniziare a leccare quella scarpa, che fortunatamente non era neppure molto impolverata. Per Susy, era certamente la prima volta e si stava evidentemente eccitando. Il mio cazzo si stava nuovamente risvegliando, mentre con lunghe leccate canine stavo eseguendo il mio dovere di schiavo. Susy si nfilò una mano nella camicetta ed iniziò a toccarsi il seno, Sonia le si sedette accanto e le infilò una mano sotto la minigonna. La bionda iniziò ad ansimare. Con l’altra mano abilmente le sbottonò la camicetta le tolse la sua mano, e le sollevò il reggiseno facendo sgusciare due veri meloni, bianchissimi, con i capezzoli duri e rigidi. La mia padrona, in un attimo vi si tuffò e iniziò a succhiarglieli.….Ed in breve iniziarono a pomiciare….Susy era eccitatissima, sfilò la scarpa e mi infilò il piede in bocca…e la sentii dire - Bravo, porco, succhia bene! – Ed iniziò così la serata…
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