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| Il “Rack” è l’acronimo inglese derivante dall'espressione "risk-aware consensual kink". E’ un termine che indica ,nel BDSM, l'insieme delle attività sadomasochistiche ritenute accettabili a patto che gli eventuali rischi presenti siano accettati consensualmente da tutti i partecipanti.
Lo amo, e adoro farlo. Mi permette di lasciarmi andare completamente, facendomi assorbire e cullare dal flusso di sensazioni potenti e totali che si crea, e passa, e ritorna, da me al sub. E’ un flusso molto più forte di quello che si crea se c’è la possibilità di usare la Safe Word, perché agisce ad un livello mentale più profondo, dove so che potrei fare al sub tutto quello che vorrei (sempre nel pieno rispetto dell’SSC), e lui non si potrebbe opporre. E grazie a questa libertà, che ci diamo con fiducia l’uno all’altra all’inizio di ogni incontro rack, è possibile spostare sempre un po’ più in là l’asticella dei nostri limiti, Miei e suoi, fino a portarla a punti che non avremmo mai immaginato di raggiungere.
Una pratica così totale e profonda la faccio solo con le persone che conosco a fondo e da molto, dove sono in grado di interpretare ogni più piccola espressione del corpo e del viso, in modo da sapere quando fermarmi senza che lo facciano loro. Non mi arrischierei mai a farlo con persone che non soddisfano questi requisiti, perché non mi lascerei andare a quella libertà necessaria per vivere in fondo un’esperienza così totale e coinvolgente che per me arriva quasi all’estasi.
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