| Mi sento leggera, io e Gianni siamo in macchina e parliamo. Ma ad un certo punto sottolinea che lui accetterà il mio lato ludico sessuale, solo alle sue condizioni. Questo comporterà delle regole. Mi dice che con Roberto sono stata sfortunata, quel giorno facendo rifornimento lui Roberto si vantò di avere un appuntamento con una donna bellissima, quella donna eri tu, non sapeva nulla della nostra storia! Quando vi ho sorpreso lui era contento della conferma e invece tu hai pensato alla nostra complicità, di la verità? Lui Gianni continua, voglio essere chiaro io ti amo, ma queste sono le mie richieste insindacabili. Consumerai i rapporti extra quando vuoi e con chi vuoi, premetto che quando lo farai non voglio sapere i dettagli. Avrai l'obbligo di avvisarmi nei tempi e nei luoghi, io accetterò se questo non comporterà un mio disagio, le corna in bella vista sono un trofeo a cui non aspiro. Queste parole quasi mi fanno male, e credo che Gianni ha come intento proprio questo, farmi sentire sporca. Usa le parole come fossero pugnali che trafiggono la mia anima, ma stranamente la mia anima è felice di sentirsi sporca. Lui Gianni mi chiede se le regole mi vanno bene e se sono d'accordo di aver preparato già la valigia per seguirmi a casa. Tutto troppo facile mi dico, gli accenno della visita a padre Vitaliano e a suoi consigli, lui Gianni si dimostra insofferente, anzi accenna una smorfia di comprensione. In questo momento Gianni stranamente si dimostra freddo quasi a volermi distante, questo mi procura disagio quasi repulsione nei suoi confronti. Mi sento avulsa da una situazione che nei miei insperati sogni mi avrebbe estasiata e invece mi risulta sterile di emozioni. Con decisione e senza dargli spiegazioni gli dico scendi. Lui scende dalla macchina e si allontana verso casa, aspetto che si giri, voglio che si giri, ma lui entra in casa e scompare alla mia vista. Il suo atteggiamento senza chiedere spiegazioni è il segno evidente che non mi avrebbe amata, ma solo compresa e questo non mi bastava. Mi sento libera, si stranamente mi sento libera come mai nella mia vita. Mi dico di non essere fatta per condividere l'amore, io amo il possesso. Con Gianni credevo di essere cambiata, ma la mia voglia in un rapporto è appagata solo nel pretendere piacere. La cosa è preponderante e questo Gianni non lo accetterà mai, e di questo adesso ne ho certezza. I pensieri volano sopra storie da vivere, sfogare la mia voglia di prendere e non dare, anzi pretendere e non dare. Gianni forse mi ha capita meglio di altri, addirittura forse meglio di come io stessa mi conosca. Sono forse nuova o nuovamente me stessa, guidando prendo direzione Roberto, si direzione piacere e solo piacere. Mi dico se devo informare Carla, non ho voglia di tradire la fiducia della mia amica. La chiamo e lei Carla mi riempie di complimenti poco garbati, gli faccio presente le mie intenzioni su Roberto il bel benzinaio e lei quasi contenta accetta. La sua unica richiesta è che Roberto di questo nostro accordo deve esserne allo scuro, sorride aggiungendo tu sai perchè e cosa gli farò. Carla è una mia amica da tempo e ci siamo conosciute proprio in palestra, non ha sviluppato le mie pulsioni di possesso ma sa farsi rispettare, questo un pochino mi preoccupa per le sorti di Roberto. Sono già nel piazzale della stazione di servizio, Roberto è li che ha già notato la mia presenza. Gli faccio cenno di avvicinarsi, abbasso il finestrino gli prendo il mento e con forza lo bacio, subito dopo liberandolo gli ordino tra venti minuti ti voglio a casa mia, non tardare ti conviene. Alzo il finestrino e vado, sto guidando alla volta di casa mia e fantastico sul sesso che farò. Mi dico spera che Roberto tardi fosse anche di trenta secondi, punirlo sarà il giusto sfogo del mio piacere. Sono in casa e il campanello suona, se è Roberto addirittura è in anticipo, è lui che entrando ha un volto raggiante che spengo con un che cazzo ridi! Gli ordino, spogliati e vai a farti una doccia e non rivestirti. Tenta una reazione stizzita che si placa solo con il mio incedere seria verso di lui, in bagno gli mostro tutto l'occorrente. Aspetto vogliosa in salotto e lui nudo fa la sua comparsa, lo guardo non è male e gli ordino di avvicinarsi a me. Noto che la sottoscritta non gli è indifferente il suo amico in mezzo alle gambe è un chiaro segnale. Lo faccio accomodare sul divano e gli salgo a cavalcioni, lui avvicinando la sua bocca alla mia cerca di baciarmi, ma è solo il mio giocattolino sessuale e i baci non fanno parte del gioco. L'assalto alla mia bocca continua, con molta chiarezza gli faccio capire che non si tratta di amore, ma solo sesso, solo sesso e il palmo della mia mano sul suo viso lo convince. Intanto scostate le mutandine lui è già dentro di me e mi meraviglia di complimenti, ma commette un errore gravissimo non riuscendo a trattenersi e dopo pochi minuti sprigiona il suo piacere dentro di me. Cerca di sfilarsi, ma con tono minaccioso gli ordino di non farlo se vuole uscire da casa mia come è entrato. Io intanto lo cavalco continuando senza curarmi di lui, e lui sotto di me si sforza con le difficoltà del caso a procurarmi piacere. Di orgasmi ormai non ne conto più, e la cosa mi sta piacendo troppo e l'astinenza di questi ultimi tempi mi aiuta. Continuo fino a non sentire più la consistenza di Roberto dentro di me. Ero stata chiara e questa mancanza a non mantenere l'erezione è cosa grave. Roberto è li sotto di me con uno sguardo colpevole, sa di avermi disobbedito e spera che io soddisfatta del sesso fatto lasci cadere la cosa. Siamo l'una a fianco all'altro stanchi e appagati, gli ordino di rivestirsi e lasciare la villa, Si riveste in un lampo si porta verso l'uscita e mi saluta, lo richiamo e lui sorridente si avvicina, gli porgo la mano lui l'afferra credendo in un saluto. Ma voglio che capisca che quando gli ordino una cosa la deve eseguire, lo tiro a me gli cingo il collo tra le mie braccia come una morsa, la sua reazione dura poco e gli sento dire solo ti prego scusa, scusa, scusa non succederà più. Soddisfatta e eccitata lo libero e aggiungo spero non doverti più spiegare la cosa, e che quello che è successo deve rimanere assolutissimamente tra noi, in caso contrario capirai quanto possa diventare pericolosa. Roberto ha lasciato la villa, il sesso fatto è stato discreto e mi sento bene. Siamo al mattino dopo, prima di andare in ufficio passo da Roberto, lui è lì che mi accoglie con un sorriso strano, tra la felicità e timore, gli mando un bacio e lo libero dall'imbarazzo. Mentre entro in ufficio un messaggio, è Roberto che mi fa i complimenti sulla mia bellezza, mi dico si fai pure i complimenti stasera ti disfo. La rutine in ufficio è quasi noiosa, solo un appuntamento con una coppia di sposini che vogliono acquistare casa e subito dopo sono libera. Ma la sorpresa è nel pomeriggio, arrivando in palestra noto Chiaretta scendere da una macchina, credo di riconoscerla è l'auto di Gianni, l'auto parte e si dilegua. Entrando in palestra Chiaretta è al mio fianco e facciamo un pezzo di strada insieme, io prendo direzione ufficio e lei spogliatoi. Tutto sembra andare come al solito, le solite scartoffie di ufficio e poi il mio amato tatami, dove il mio corpo esprime il mio tutto. Ma qualcosa nella mia mente non smette di ronzare, e alla fine della sessione sul tatami la mia attenzione si sposta alla finestra che da sul parcheggio. Nel piazzale del parcheggio c'è Gianni che è venuto a prendere Chiaretta e si baciano. Cazzo mi sento una rabbia addosso che poverino scarico su Franco che mi aveva chiesto un permesso, che poi nonostante la mia rabbia gli concedo. Ma la visione nel parcheggio mi irrita e visibilmente chi mi è a fianco nota questo mio stato d'animo, Franco mi chiede se va tutto bene. Lo mando a quel paese è questo non mi era mai capitato, subito dopo mi scuso adducendo che la mia tensione è a causa di un problema con la ditta edile. Quel bacio tra Gianni e Chiaretta mi ha uccisa, nel frattempo mi arriva un messaggio da parte di Roberto, dice questa sera ho impegni di famiglia. Povero scemo penso, so cosa ti aspetta con Carla e credo che domani non sarai in piena forma, spero che Carla si dimostri comprensiva, conoscendola minimo gli romperà un paio di dita. Ma questa sera sono sola, mi farò compagnia con una tisana e un film. Il mattino seguente sono svegliata dal cellulare che non smette di squillare, è Carla e rispondo. Buongiorno rompipalle a cosa devo questa chiamata all'alba, Carla sorride e dice non lo immagini? Certo gli rispondo, che hai fatto al poveretto? Lei, mi sono trattenuta dal non romperlo completamente, ha negato di conoscerti. Io. bravo Robertino era quello che gli ho ordinato, e tu come hai reagito? Lei, gli ho solo rotto un polso ma dopo averlo scopato, ha ha ha ha vedevi come si dimenava ha ha ha, non se lo aspettava. Io, naturalmente non ti conosceva sei tremenda, ma adesso come sta il poveretto? Lei, credo sia andato a farsi fare delle lastre, e questa sera anche se malconcio lo voglio di nuovo se no gli ho promesso che lo stronco, ha ha ha sai quanto mi piacciono i bambini obbedienti? Io, a chi lo dici sfondi un portone aperto, sta di fatto che io devo procurarmi un altro giocattolino a quanto pare! Lei, si mi spiace ma quello stronzo mi piace davvero ha ha ha. Dopo la telefonata con Carla mi preparo è sono pronta per un'altra giornata di lavoro, e consapevole che Roberto non è sul mercato mi tocca cacciare. Il tragitto per il mio ufficio è di strada con la stazione di servizio di Roberto, decido di stuzzicarlo ma soprattutto assicurarmi che la stronza di Carla sia stata tenera. So di cosa è capace quando si altera, mi viene in mente quella sera che picchiò il poveretto che poi è diventato suo marito. Frattura di setto nasale e tre costole incrinate e si limitò perchè intervenni a fermarla, non ci fossi stata lo avrebbe rovinato. Sono nei pressi della stazione di servizio, Roberto lo vedo visibilmente dolorante ma sta lavorando con una fasciatura al braccio. Quando mi vede allarga le braccia a farmi notare la fasciatura. Gli chiedo che è successo? Lui, giocavo con i nipoti e sono inciampato rovinando sul polso. Io, ma è rotto? Lui, si ma la lastra ha evidenziato solo una lesione composta, si rimetterà a posto in venti giorni, così mi hanno detto in ospedale. Io, ok rimettiti e tranquillo non sarò certo io ha ritardare la guarigione. Dopo averlo rassicurato il suo viso prima teso si rilassa e con voce emozionata mi dice grazie, scorgo i suoi occhi lucidi. Lo saluto, la stronza è stata sincera, ma rimane stronza perchè gioisce dei danni che procura. Continua.
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