Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Luca era gay?

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view post Posted on 24/2/2024, 15:34     +1   -1

Novizio

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ROBERTO RACCONTA
Con mia moglie eravamo sposati da quasi cinque anni.
Io ne avevo 35 ed ero, devo ammetterlo, un uomo fisicamente abbastanza insignificante: pochi muscoli, media altezza, forse qualche chilo di troppo.
Avevo faticato molto con le ragazze, fin da quando ero un ragazzino, proprio perché il mio aspetto non attirava particolarmente l'altro sesso.
L'unica arma che avevo era la lingua ma non nel senso che potreste pensare. Ero brillante, simpatico, sempre con la battuta pronta. E pronto a prendere in giro il prossimo, anche con ferocia, soprattutto se mi sentivo in inferiorità fisica verso un'altra persona.

Quando avevo conosciuto Valeria (io ero al primo anno fuori corso a Economia e Commercio mentre lei era matricola a Lettere) ne venivo da una lunga serie di 'due-di-picche' nonostante avessi nel tempo sempre più abbassato il livello delle ragazze a cui chiedere di uscire.
A 25 anni, perennemente arrapato ma con pochissime esperienze sessuali alle spalle, lei era una specie di ultima spiaggia.
Sulla carta era ancora un po' fuori dalle mie possibilità - ragazza carina, più alta di me specialmente quando portava i tacchi, con un viso non male anche se un pochino spigoloso ed un corpo magro con poco più di una prima di seno - ma mi ero presto reso conto che (Dio sa perché?) io non le dispiacevo.
Dietro l'apparenza di nerd studiosa e a proprio agio in mezzo ai libri, Valeria era in realtà timida, insicura e, lo scoprii solo in seguito, incredibilmente vergine.
Come ho detto anche le mie esperienze in materia erano molto ridotte, quasi nulle se non si considerano i rapporti a pagamenti. La differenza era che lei aveva vent'anni, io non ero attraente né venivo considerato dall'altro sesso mentre lei se avesse avuto una maggiore fiducia in se stessa avrebbe avuto...come dire?...un certo mercato.
Era orfana di entrambi i genitori morti in un incidente e, come mi aveva via via raccontato, aveva passato la giovinezza in casa di due zii per i quai occuparsi di lei era sostanzialmente un obbligo portato avanti con il minimo affetto possibile.
A forza di parlarle, ridere e scherzare ero riuscito a far si che la mia passione per lei fosse almeno in parte ricambiata.
Per farla breve: ci eravamo messi insieme, fidanzati e quindi - trentenne io, venticinquenne lei - sposati.
Le cose erano andate avanti senza intoppi per cinque anni.
Io ero commercialista in un piccolo studio ereditato da mio padre e lei aveva vinto il concorso nella scuola ed insegnava Italiano al principale Liceo Classico della città.
Tutto bene (forse anche un po' monotono) come detto per cinque anni. Io dedicavo ore e ore al lavoro: avevo ereditato con lo studio anche la clientela di mio padre e praticamente si appoggiava al mio studio l'intera Curia cittadina.
Lei faceva la professoressa anche se con sempre un po' meno entusiasmo, era ingrassata ed era diventata ancora più insicura, cosa che mi permetteva di fare sostanzialmente il padrone di casa.
Poi...
Poi era arrivato Luca...
Luca era un ragazzo di vent'anni, appena diplomato (con estrema fatica) che, per prepararsi ad un concorso pubblico, aveva chiesto aiuto alla sua ex insegnante. Valeria appunto.
Luca veniva a casa nostra quattro volte la settimana ma sempre a metà pomeriggio quando io ero in studio finché, dopo una decina di giorni e per un impegno precedente di mia moglie, la lezione fu spostata alle 18,30 e per la prima volta lo incontrai.
Valeria me ne aveva parlato come di un ragazzo come tanti, soprattutto svogliato ma non me ne aveva mai fatto una descrizione fisica. Forse perché io, abituato ai suoi tradizionali ripetizionanti di 13/15 anni, mi ero mostrato un po' seccato del nuovo alunno più 'vecchio' del consueto.
Ma quella sera lo vidi.
Biondo, capelli lunghi sulle spalle, labbra carnose e lineamenti fini quasi da efebo.
Portava una maglietta bianca corta sopra all'ombelico, una camicia a scacchi, un vecchio paio di jeans a vita bassa attillati (con una bandana legata sulla coscia destra) e per finire stivali da cowboy con qualche centimetro di tacco.
Snello fisicamente, con gambe toniche e lunghe sotto ad un sedere messo in risalto dai pantaloni, tra questi e la t-shirt mostrava comunque un accenno di tartaruga che sembrava stonare in quell'aspetto quasi femmineo.
Dentro di me sogghignai.
Tanta preoccupazione per quel ragazzo e poi era nient'altro che un frocetto effeminato.
Lui mi vide e si alzò per salutarmi.
- Buongiorno, signor Nicoli. Sono Luca. Sua moglie mi aiuta nella preparazione di un concorso.
Mi accorsi che aveva una collanina e un braccialetto di corallo. Portava anche un paio di anelli di metallo alla mano destra.
Una gonna e sarebbe stata una fighetta interessante.
Sorrisi involontariamente.
- Lo so, lo so. Valeria mi ha parlato di te. Mi dice che non hai tanta voglia di studiare, vero?
Luca arrossì. Sembrava davvero una ragazzina.
- Beh...proprio tanta no... - sorrise - ma sua moglie è una buona insegnante...e comunque le ho promesso di impegnarmi...di più...
- Mi raccomando. - non riuscii a trattenermi - Voglio che tra qualche tempo Valeria mi possa dire che sei diventata la sua studentessa più brava... - finsi di essermi confuso - Scusa...volevo dire IL SUO STUDENTE più bravo.
Sorrisi ancora.
Valeria scosse la testa. Io salutai e uscii dalla stanza.
La sera a cena mia moglie mi rimproverò un po' per quella battutaccia.
- Non è un ragazzo cattivo. Ha solo poca voglia di studiare. E comunque credo abbia una ragazza...
- A meno che Luchina sia lesbica, ne dubito molto.
Scoppiai a ridere e la cosa finì lì.
 
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view post Posted on 25/2/2024, 15:23     +1   -1

Novizio

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Il vero guaio successe il sabato successivo.
Eravamo in gelateria a comperare una torta per la cena (avremmo avuto ospiti).
Mentre aspettavamo che venisse incartata mi accorsi che, ad un tavolino d'angolo c'era Luchina con tre amici che stavano bevendo una birra.
Mi girai da Valeria e le dissi:
- Hai visto chi c'è? - indicandogli il quartetto.
Lei vide il suo studente e lo salutò, il ragazzo si alzò per ricambiare. Era vestito allo stesso modo di quando l'avevo incontrato in casa nostra con in più un giubbotto di pelle con le frange.
Era molto carino, dovevo ammetterlo, ma davvero ben poco maschile.
Mi rivolsi a mia moglie.
- Secondo te qual è dei tre la sua fidanzata?
Lei mi diede una gomitata.
In effetti avevo parlato a voce alta. Sa Luca che i suoi amici si erano voltati.
Imbarazzato presi il pacchetto con la torta, pagai ed uscimmo velocemente.
Non sapevo a che cosa avevo dato inizio.

Non mi resi subito conto di cosa stava succedendo e quello che scrivo ora mi l'ho dovuto ricostruire sia dai racconti di Valeria che da quelli di Luca.
Soprattutto da quelli di Luca che arrabbiato per la mia battutaccia davanti ai suoi amici aveva deciso di farmela pagare nel peggiore dei modi.

LUCA RACCONTA
Quindi secondo quel coglione io ero frocio?
E lo aveva deciso lui, quel cesso che nella vita aveva avuto al massimo un paio di donne e si doveva leccare le dita per aver rimediato una moglie insignificante quasi quanto lui!
Non solo: gli sembrava simpatico fare battute del cazzo davanti ai miei amici!
Beh...se ne sarebbe pentito. Amaramente pentito.

Cominciai alla prima lezione possibile, il lunedì successivo.
Iniziai facendo i complimenti alla prof per la pettinatura (era appena stata dal parrucchiere. Nessuna acconciatura particolare ma le dissi che stava benissimo e che sembrava ancora più bella. Lei arrossì).
Poi, alla prima pausa, le chiesi da quanti anni fosse sposata e quando lei mi disse da 5, finsi stupore:
- Ma...sarà stata una bambina!
- No, no, - diventava sempre più rossa - ne avevo già 25...
- Ma dai! Non ci credo! Quindi tu adesso hai 30 anni - ero passato dal lei al tu - ma sembri una mia coetanea.
Lei sorrise.
- Magari...
- E chissà quanti ragazzi si saranno disperati dopo che hai deciso di legarti a un marito.
- Che sciocco che sei. Non credo proprio.
- Non ci credi? Ora ti svelo un segreto. - poi di colpo mi interruppi, simulando imbarazzo - Oh...mi scusi...le ho dato del tu...mi perdoni, sono stato un maleducato...
- Figurati. Mi...mi fa piacere...ormai non sono più la tua insegnante ufficiale e poi...se ti sembro così giovane... - aggiunse in un timido tentativo di flirtare.
- Beh...allora grazie, prof, sei molto gentile...oltre che molto bella...
- Smettila! - si era illuminata - Piuttosto chiamami Valeria e non prof.
- Ok...anzi no. Preferisco Vale. Mi piace di più. - fece una pausa - Allora...Vale, lo vuoi sapere il segreto?
- Si. Ormai mi hai incuriosita.
- Tu hai insegnato nella mia classe solamente l'anno della maturità eppure...eppure sei arrivata prima nella classifica delle prof fighe!
- Ma smettila. Mi prendi in giro!
- Te lo giuro!
- E la DeCesari, allora? Quella di Arte.
- Seconda. Anche se per molti era frigida.
- Ah ah ah! Che cattivi eravate. Però mi fa piacere essere arrivata prima. - era imbarazzata ma palesemente contentissima - Non ho vinto niente però.
- Beh...un premio in palio c'era ma...non per te.
- Cioè?
- Facciamo che questo te lo racconto un'altra volta, eh?
Abbiamo ripreso la lezione e, al momento di andare via, l'ho ringraziata per tutto l'aiuto che mi stava dando e poi, d'improvviso, l'ho abbracciata e le ho dato un bacio sulla guancia.
- Grazie, Vale. Grazie davvero. Se passerò il concorso sarà solo merito tuo.
Un secondo bacio sull'altra guancia e sono andato via.

VALERIA RACCONTA
Luca gay? Anzi, Luca frocio...come diceva quello stupido di Roberto.
Ma come faceva a non capire?
Luca era un figo spaziale e di femminile non aveva proprio niente.
Frocio?
Doveva avere più ragazze lui in una settimana di quante mio marito aveva avuto in vent'anni.
E beate loro. Un paio di volte mi era scappato l'occhio sul cavallo dei suoi calzoni...Dio mio!

Il lunedì dopo quella figuraccia in gelateria ero indecisa se scusarmi ma lui sembrava quello di sempre.
Anzi...si era accorto della mia pettinatura nuova e mi aveva fatto i complimenti.
Mi ero sentita muovere dentro...
Che carino era stato.
Avevamo anche parlato di me.
Non credeva che avessi trent'anni. Pensava fossi quasi sua coetanea.
Eh...magari!
Alla fine ha iniziato a darmi del tu.
Mi ha fatto piacere.
Poi, prima di andarsene, mi ha abbracciato e baciata sulle guance.
Mi sono sentita sciogliere. Per un attimo mi ha stretta a sé. Ho sentito il suo corpo. Dio mio! Ho avuto una sensazione che...non so neppure se l'avessi mai provata prima con Roberto.
Quando è andato via sentivo ancora il calore delle sue labbra sulla faccia.
Mi sono stesa sul letto e mi sono masturbata. Non vedevo l'ora che fosse il giorno dopo per vederlo tornare.

LUCA RACCONTA
Da quel giorno la mia strategia è andata avanti.
Le facevo i complimenti per ogni cosa e le portavo piccoli regali con qualsiasi scusa.
Libri.
Dolci.
Una volta addirittura una rosa ("C'era un ragazzino che le vendeva per strada, mi faceva pena e l'ho comprata. Poi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere e così..."
Appena arrivato da lei e al momento di andare via, la abbracciavo e la baciavo sulle guance ma gli abbracci diventavano sempre più stretti mentre i baci oramai sfioravano le bocche).
E poi tante frasi 'giuste':
- Senza offesa eh...ma mi chiedevo come mai hai sposato tuo marito. Ti avrei visto vicino ad uno più...più valido, più macho...Una ragazza come te...scusa ma faccio fatica a chiamarti donna, sembri una ventenne...meritava di più...senza offesa, lo ripeto...
oppure
- Sai qual'era il premio nella gara delle prof fighe? Si sorteggiava uno dei votanti e a lui andava una foto che ti avevamo fatto di nascosto in classe. Ho vinto io e quella foto mi ha accompagnato in tanti momenti...intimi...se capisci cosa voglio dire.
o anche
- Ma tuo marito rientra sempre così tardi? Io se avessi una moglie come te farei fatica anche solo ad uscire di casa...
Dopo quasi un mese sferrai l'assalto finale.
 
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view post Posted on 26/2/2024, 10:04     +1   +1   -1

Novizio

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VALERIA RACCONTA
Erano due o tre settimane che ad ogni lezione Luca mi faceva complimenti e diceva frasi sempre più intriganti. L'abbraccio e i baci a fine lezione erano diventata una prassi abituale e io...non vedevo l'ora di avere quella scusa per toccarlo e, ancora castamente ma con sempre più fatica, sbaciucchiare quel figo spaziale.
Non mi riconoscevo più. Ero arrivata vergine al matrimonio e, nonostante non potessi dire di essere mai stata 'innamorata cotta' di mio marito, non mi era capitato anche solo di pensare a tradirlo.
E adesso...adesso sembravo una sedicenne in preda alla sua prima cotta: pensavo a Luca, sognavo Luca, fantasticavo su Luca. Dal mattino alla sera.
Roberto non capiva i miei sbalzi d'umore e si seccava.
Non poteva sapere che mi sentivo come su una altalena: in certi momenti pensavo di essere una pazza, che quello era solo un ragazzino e che mai avrebbe anche solo immaginato una storia d'amore con me ma in altri interpretavo tutto quello che faceva e diceva nelle ore di lezione come un messaggio nascosto per dichiararsi.
E poi tutto esplose.
Era un martedì e quel giorno Luca arrivava da me alle 16 dopo un'ora di allenamento in una vicina palestra.
Suonò al citofono puntualissimo come il solito e io, come al solito uscii per aspettarlo sul pianerottolo.
Avevo una minigonna in pelle, autoreggenti sexy e tacco dodici: parlando con lui avevo scoperto che quel tipo di abbigliamento gli piaceva molto. A completare, portavo un reggiseno push-up e una camicetta bianca.
Ero eccitata come se fosse il primo appuntamento della mia vita.
Sentii l'ascensore muoversi e poi (finalmente) arrivare al piano.
Si aprirono le porte e...cos'era successo?
Luca uscì con la faccia triste, fradicio di sudore, con i capelli appiccicati al viso e in tenuta da palestra.
Faceva sangue anche così, sembrava un pulcino bagnato e i calzoncini lasciavano immaginare un...un membro notevole.
Stavo per salutarlo ma fu lui il primo a parlare.
- Vale, scusami tanto. Dovremo rimandare. In palestra c'è stato un guasto e si sono rotte le docce. Sono in condizioni pietose. Bisogna che vada a casa a fare una doccia e verrebbe troppo tardi per tornare a fare lezione.
A quel punto decisi di saltare il fosso.
- Ma no, perché rinunciare... Se vuoi puoi fare la doccia qui.
Luca sorrise e io mi sentii il cuore sciogliersi.
- Sei sicura? Non voglio disturbare. E poi ho lasciato accappatoio e ciabatte nell'armadietto dello spogliatoio...
- Non ti preoccupare. Ci penso io. Tu intanto vai in bagno. Lo sai dov'è?
- Si, si. E grazie mille, Vale!
- Ma figurati. Qui ci sono un paio di asciugamani e delle ciabatte. Fai pure con comodo e se hai bisogno chiama.
Andai in salotto con il cuore a mille e il cervello in ebollizione.
DOVEVO trovare il sistema per vederlo spogliato. Era un occasione troppo rara per poterla sprecare.
D'un tratto l'idea.
Tornai in bagno.
Bussai alla porta.
- Luca?
- Si? - rispose lui dopo un paio di secondi - Dimmi pure.
Mi feci coraggio e...
- Stavo pensando che se vuoi posso mettere la tua roba in lavatrice...stavo proprio per farne una e...
- Ma...mi dispiace...non ti preoccupare...sei già stata gentilissima a farmi lavare. La metto in borsa e la porto via...
- Nessun disturbo. Non mi costa niente. - ero decisa ad arrivare fino in fondo - Posso entrare un secondo a prenderla così faccio partire il lavaggio?
- Certo, entra pure.
Lo feci. Attraverso i vetri della doccia vedevo finalmente quel corpo meraviglioso.
E non mi riconoscevo più: mi stavo bagnando...non mi era mai successo.
Rimanevo ferma al centro della stanza cercando di distinguere più particolari possibile di Luca.
- Sei veramente gentile, Vale. Grazie.
Sentirlo parlare mi fece riprendere.
Raccolsi la sua maglietta, i calzoncini, le calze e gli slip (che non potei fare a meno di annusare con forza). Poi uscii veloce dal bagno.

LUCA RACCONTA
Quando l'ho vista entrare nella stanza ho pensato che ormai era fatta ma la certezza l'ho avuto vedendola rimanere ferma, immobile come una statua mentre cercava di sbirciarmi dai vetri appannati.
Ma nel momento in cui ha annusato i miei slip sudati come fossero un profumo prezioso...beh a quel punto ho capito che era totalmente mia.
Mi sono sciacquato velocemente, sono uscito dalla doccia, ho preso uno dei due asciugamani e me lo sono legato in vita. L'altro lo tenevo in mano.
Mi sono infilato le ciabatte e sono andato in salotto.
Lei era in piedi, appoggiata con una mano al tavolo e l'altra in mezzo alle gambe come se...
Appena mi ha sentito si è girata, mi ha visto seminudo ed è restata a bocca aperta.
Ho fatto l'ingenuo.
- Vale, tutto bene? Sei bianca come un lenzuolo.
Lei chiuse la bocca e deglutii a fatica.
_ Si, si...tutto bene..è stato un piccolo malessere e... - non si trattenne più - Dio mio, Luca! Sei bellissimo.
Diventò tutta rossa.
- Scusami! Scusami tanto! Non so come mi sia uscita questa frase. E' solo che...cioè volevo dire che sei...sei un gran bel ragazzo. Tutto lì. Non vorrei pensassi che io intendevo...
A quel punto ho fatto cadere l'asciugamano.
- Anche tu sei una bellissima donna, Vale. Credo di essermi innamorato di te al primo giorno in cui sei entrata nella nostra classe.
Mi sono avvicinato. Le era immobile, con il viso paonazzo.
- Io...io...ma...ma...tu sei più giovane...e poi chissà...chissà quante ragazze ti...ti sbavano dietro...sei...Cazzo, Luca, sei un figo pazzesco e...
- E voglio te!
Le porsi una mano, lei la prese così la attirai verso di me.
La baciai mentre con una mano le accarezzavo il sedere.
- Vieni - dissi - Non posso più aspettare.
La portai nella camera da letto e...non uscimmo per quasi due ore.
Credo che avesse un certo arretrato e sicuramente dimensioni e capacità del suo machissimo marito dovevano essere molto più scarse di quanto credeva.
Dopo averla fatta godere tre volte, le dissi che era meglio che io tornassi a casa prima dell'arrivo di Roberto.
Mentre mi rivestivo lei era ancora ansimante sul letto.
- Quando...quando ci rivediamo? Presto, vero? Dimmi dove e quando. Luca...io ti amo...
Sorrisi e me andai.
 
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view post Posted on 28/2/2024, 07:41     +2   +1   -1

Novizio

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VALERIA RACCONTA
Quando Luca mi ha baciata non ho capito più nulla.
Non mi interessavano gli anni di differenza.
Non mi interessava il fatto di essere sposata.
Non mi interessava che lui fosse un mio alunno (anzi, ex alunno).
Volevo solo stringerlo, accarezzarlo, baciarlo, provare sensazioni che con Roberto non avevo mai neppure sfiorato.
Ma era ancora niente.
Luca mi ha portato nella camera da letto mia e di mio marito, mi ha fatto sedere sul letto...aveva il pene eretto e duro...no, il cazzo! UN CAZZO come non avevo mai visto!
Mi ha preso e mi ha fatto arrivare all'orgasmo più devastante della mia vita.
Ho urlato e poi mi sono abbattuta sul materasso.
Dopo qualche minuto lui è...è rientrato dentro di me...
Gli ho detto di smetterla perché avevo già goduto e non ne potevo più.
Credevo di non poterne più.
Luca ha continuato a scoparmi mentre con le mani giocava con i miei capezzoli.
Dopo qualche secondo iniziai a gemere e mugolare come un animale. Ci volle tempo (non so quanto) ma arrivai ad un secondo orgasmo ancora più intenso del primo.
Ero distrutta, sdraiata sul letto in un mare di sudore, ad occhi chiusi quasi rantolante e...avevo provato più piacere quel pomeriggio che in tutto il resto della mia vita.
Dopo un paio di minuti smisi di ansimare e recuperai una sorta di respirazione normale.
Passò ancora qualche secondo poi quel dio in forma di ragazzo si mise a cavalcioni su di me.
- Vale, amore, hai voglia di fare qualcosa per lui?
Riaprii gli occhi.
Aveva ancora il cazzo duro! Meraviglioso e durissimo! Davanti a me. E lo indicava
Mi mise una mano dietro la nuca e mi alzò la testa avvicinandola sempre più a quel bastone da sogno.
- Vorresti succhiarlo?
Non avevo mai fatto una cosa del genere ma mi venne naturale.
Così feci il primo pompino della mia vita.
Per un attimo ho creduto di soffocare poi pian piano mi sono sempre più eccitata.
Lui mi guidava dicendomi cosa fare.
Dopo un po' leccavo e succhiavo senza controllo.
Ad un certo punto Luca è saltato indietro, mi ha sdraiato nuovamente e mi ha penetrato per la terza volta.
Pensavo di morire. Ero sicura di morire.
VOLEVO morire così.
E sono venuta una terza volta.
Mentre ancora tremavo in un orgasmo meraviglioso, Luca mi ha nuovamente infilato il cazzo in bocca.
Ero esausta ma ho ricominciato a succhiare quella meraviglia di carne e questa volta, dopo pochi secondi anche lui è stato squassato dal godimento.
Ho sentito la gola invasa dal suo sperma.
Fino a poche ore prima la sola idea mi avrebbe fatto inorridire ma adesso...mi sembrava di gustare la crema più dolce del mondo.
Poco tempo dopo Luca si è rivestito dicendo che forse era meglio se ne andasse.
Con un filo di voce gli ho detto che lo amavo e che volevo assolutamente rivederlo.
Lui mi ha dato un dolcissimo bacio in fronte e se ne è andato dicendo:
- Certo che ci rivedremo. Non credo che potremmo più farne a meno, amore.
Di sicuro IO NON POTEVO.

LUCA RACCONTA
Da quel giorno è stato un crescendo.
Dopo un paio di volte ancora a casa sua, avevo cominciato a chiederle di vederci in posti diversi, sempre più complicati per lei:
- cinema dove, in ultima fila mi facevo spompinare,
- trattorie dell'entroterra con servizio di camere a ore,
- feste di amici miei,
- una volta addirittura nei bagni del liceo dove insegnava.
Alzavo sempre l'asticella del pericolo di essere visti e la costringevo ad inventare balle sempre più grosse ed incredibili con quello stronzo del marito.
Lei sulle prime faceva la difficile, cercava di convincermi a cambiare il luogo dell'appuntamento ma bastava che io dicessi che allora non se ne faceva niente perché lei, scodinzolante come un cagnolino, subito facesse marcia indietro e accettasse tutto.
Credo avesse un bell'arretrato di sesso e io e il mio cazzo eravamo diventati per lei come l'eroina per un tossico in crisi di astinenza.
Le chiesi appuntamenti di sera, un paio di weekend fuori città, una volta la convinsi ad una sveltina nel salotto di casa mentre suo marito era appena tornato dal lavoro e si stava facendo la doccia.
Accettava tutto pur di stare con me.
Mentre scopavamo le chiedevo di insultare Roberto e lei, ansimando e mugolando, mi diceva che era un minidotato, che non le aveva fatto mai raggiungere un vero orgasmo, che quando mi aveva chiamato frocio secondo lei era perché sotto sotto il frocio era lui e io gli piacevo.
Quando ci vedevamo fuori casa la volevo vestita sempre più provocante: tacchi alti, gonna corta, reggiseni push-up, perizoma e autoreggenti.
Accettava tutto.
All'inizio arrampicandosi sugli specchi e inventando per poter uscire da sola fantomatici Consigli di Classe serali o weekend fuori città per incredibili corsi di aggiornamenti. Poi senza neppure dare spiegazioni, fregandosene via via del marito e delle sue crescenti proteste.

5)

ROBERTO RACCONTA
All'inizio non capivo.
Valeria aveva iniziato a uscire da sola, sempre più spesso e ad orari che facevo fatica a comprendere.
Consigli di classe alle 8 di sera? E per di più vestita in maniera...diciamo appariscente...come non ero abituato a vederla.
Aveva cominciato anche a fare acquisti...tacchi altissimi, minigonne, lingerie da sballo che però (non me ne ero accorto subito) in realtà non metteva mai per me ma solo per le sue uscite in solitaria.
Iniziavo a sospettare qualcosa. Avrei dovuto farlo prima, lo so, ma...ero stato il suo primo ed unico uomo: ero certo che non avrebbe mai guardato un altro!
Poi iniziarono i weekend di aggiornamento con corsi fuori casa che duravano due giorni e ai quali non voleva essere accompagnata...
Quando tornava, per di più, era...come dire?...felice e...sbattuta, distrutta...
Ad un certo punto i sospetti sono diventati fortissimi e ho deciso di parlarle.
Volevo sapere la verità. Subito. E guai a lei se fosse stata quella che temevo.
Valeria era sempre stata piuttosto sottomessa ed era il momento di ricordarle chi comandava in casa.
L'ho fermata una sera prima che uscisse ed ero pronto a farle capire qual era il suo posto.
Ma mia moglie non aveva cambiato solo il modo di vestire.
Era una persona diversa.
Totalmente diversa.
Mi disse di non romperle i coglioni. Che lei doveva uscire e lo avrebbe fatto. Che io potevo pure tornarmene al lavoro o a fare quel cazzo che voleva mentre era fuori e se avevo delle voglie potevo farmi una sega senza romperle la minchia. Tanto...aggiunse con un'espressione maligna...mi bastavano due dita e 30 secondi per fare uscire tre gocce di sborra.
Io rimasi senza parole.
Ero incredulo.
Lo ripeto: all'improvviso mi trovavo di fronte una persona totalmente diversa. Una persona che mi faceva paura e non sapevo come affrontare.
Alla fine mi lanciò un'occhiata schifata e se ne andò dicendo:
- Fai pure a meno di aspettarmi. Tornerò tardissimo ma domani...domani faremo un bel discorsetto.

LUCA RACCONTA
Ormai ero arrivato dove volevo.
Valeria era cotta di me davvero come un'adolescente al primo innamoramento.
Mi mandava messaggi, mi telefonava, mi diceva che ero l'uomo della sua vita e voleva lasciare Roberto per vivere con me.
Io giocavo con lei dandole un momento più speranza e un altro togliendola.
Le dicevo che stavo cercando un lavoro così da poter mettere su casa insieme, che non vedevo l'ora di poter dormire con lei ogni notte. Dormire e naturalmente scoparla perché ero anch'io innamoratissimo di lei. Che era la donna più bella e sexy avessi mai incontrato e soprattutto che non meritava di stare vicino ad un uomo squallido e inutile come suo marito.
Dopo un po' però cambiavo registro. Allora le dicevo di essere troppo giovane per lei, le parlavo di qualche compagna di università che mi stava dietro, mororavo che con lei stavo bene ma...
Allora si terrorizzava. Mi supplicava, mi pregava, piagnucolava che non poteva fare a meno di me e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimanere insieme.
E qui partivano le richieste:
- mi piacerebbe vederti più sexy...e lei arrivava con gonne sempre più corte, tacchi sempre più alti, camicette con scollature sempre più vertiginose e senza reggiseno;
- vorrei poterti venire a prendere a scuola facendo capire a tutti che stiamo insieme...e lei il giorno dopo mi correva incontro all'uscita e in mezzo a colleghi e studenti mi gettava le braccia al collo e mi baciava;
- sarebbe bello un week-end al mare io e te...e lei accettava e tornava a casa dopo due giorni di sole, abbronzata e felice nonostante avesse detto al marito di essere ad un corso a Milano;
- sarei orgoglioso di poter andare con te alla festa di un amico, sei talmente bella che vorrei esibirti come un trofeo...e il sabato dopo lei, vestita come una escort, era venuta ad una specie di rave con almeno una dozzina di suoi alunni che le avevano fatto centinaia di foto poi messi sui social;
- addirittura una volta le dissi che se veramente mi voleva bene mi avrebbe permesso una 'piccola' vendetta contro Roberto...e lei il giorno dopo mi aveva mandato un video in cui versava il mio sperma da un preservativo dentro la minestra del cornuto e lui, ignaro di tutto, la mangiava.

Alla fine ci fu l'ultima richiesta.
Dopo una volta in cui l'avevo scopata per ore.
Volevo (e questa volta VOLEVO) che parlasse al marito della nostra relazione, che gli raccontasse tutto anche i dettagli più sconci, gli dicesse che il loro matrimonio è finito e che sarebbe andata via con me entro pochi giorni (il tempo - le avevo mentito - in cui io avrei trovato un appartamento per noi due).
Mi sembra inutile dire che promise di farlo, felicissima.

ROBERTO RACCONTA
Non sapevo più come comportarmi con Valeria. Non la riconoscevo più. Usciva alle ore più assurde, a volte per interi fine settimana, per poi rientrare ogni volta disfatta ma felice come non mai.
Se provavo a parlarle, lei mi rideva sulla faccia dicendomi che se quello che faceva non mi andava bene, potevo anche fare le valigie e andarmene.
Quando avevo messo insieme tutto il mio coraggio e, come ho detto, avevo provato ad impedirle di uscire, mi aveva trattato con una ferocia che non le conoscevo.
Mi aveva umiliato e rimandato al giorno dopo. Poi era andata al suo appuntamento (ancora non sapevo con chi).
Era tornata a casa alle tre di notte e il pomeriggio seguente, finalmente, aveva parlato. Eccome se aveva parlato.
- Allora, Roberto, e cose stanno così. Finalmente...FINALMENTE, ho trovato un vero uomo. Ho trovato l'amore. Un uomo che mi ama e CHE MI SCOPA.
- Ma...ma...chi è? Cosa vuole date? E...
Lei rise.
- Vuoi sapere chi è? E' il mio ex alunno, Luca...il frocio, secondo te!
- Lui? Ma...
- Ma cosa? Tranquillo, tutto è meno che frocio. Ha un cazzo doppio del tuo e a differenza di quello che fai tu, lo sa anche usare. Sono innamorata! Siamo innamorati. Sono quasi sei mesi e ora finisco questa farsa di matrimonio: me ne vado con lui. Tra una settimana mi trasferisco nella nostra nuova casa.
Io ero sbalordito, stupefatto, senza parole.
Mi sembrava di vivere un incubo.
Valeria innamorata di un altro? Di quel ragazzino? Andarsene? E poi? il divorzio?
Io la amavo ancora.
Forse non ero l'uomo dei suoi sogni, forse l'avevo trascurata ma non potevo pensare di restare da solo.
E poi...io ero un professionista...per scelta case, auto, tutto era intestato a lei...e se avesse portato via tutto? Non era possibile.
La pregai, la supplicai, mi inginocchiai, mi misi a piangere.
Niente.
La sua unica risposta fu:
- Eccolo il vero maschio! L'uomo vero che piange. Mi fai schifo. Hai una settimana di tempo per trovarti una abitazione...Si, io me ne vado a vivere da un'altra parte ma questa casa è mia e credo proprio che la venderò! E scordati tutto quello che mi hai messo in testa per i tuoi stupidi giochetti fiscali.
E uscì.
Ero rovinato.
Affettivamente ed economicamente.
E non potevo farci nulla.
Ripresi a piangere e andai avanti a lungo poi un'idea...forse...forse potevo ancora fare un tentativo.
Potevo andare io da Luca. Umiliarmi e pregarlo di non portarmi via Valeria.
Sarebbe stata la cosa più difficile della mia vita ma era l'unica soluzione possibile.
 
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view post Posted on 29/2/2024, 15:04     +1   -1

Novizio

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SERATA AL BAR
LUCA RACCONTA
Ero al nostro solito bar insieme a Marco, Lorenzo e Max: nemmeno a farlo apposta non solo erano i miei migliori amici (e sapevano tutto della mia storia con Valeria) ma anche gli stessi con cui ero la sera in cui quello sfigato di Roberto mi aveva preso in giro.
Ad un tratto...eccolo entrare! Proprio lui. Si era avvicinato al nostro tavolino ma questa volta aveva un atteggiamento ben diverso.
Era rosso in faccia, quasi curvo, con un atteggiamento umile senza più spocchia o presunzione.
Per qualche secondo feci finta di non vederlo. Lui restò fermo in piedi poi parlò:
- Luca, ciao. Sono Roberto. - alzai lo sguardo su di lui ma non dissi nulla né gli feci cenno di sedere - Scusami se...se ti disturbo. Avrei bisogno di parlarti un attimo. Appena possibile...
Io guardai i miei amici con un sogghigno poi gli feci cenno di cominciare ma...
- Se...se fosse possibile...preferirei parlarti da solo...E' una cosa un po'...un po' delicata...
Luca sorrise.
- Sono con i miei migliori amici. Puoi farlo davanti a loro, vero?
Marco, Max e Lorenzo sghignazzarono annuendo.
- Si...lo capisco ma...è una cosa...una cosa riservata... Se tu fossi così gentile da venire un momento con me...ecco preferirei...
- Ah beh...se tu preferiresti... - feci finta di alzarmi e poi mi risedetti - Però purtroppo io sto bene qui e non ho nessuna voglia di alzarmi. E poi...se anche venissi con te...tra me e loro non ci sono segreti perciò al mio ritorno gli racconterei tutto lo stesso. - lo guardai sorridendo - Dai, risparmiami la fatica!
Roberto era in piedi, confuso, agitato.
- Tra l'latro, ripensadoci, - ripresi - non mi sembra che tu abbia avuto tanti problemi a darmi del frocio davanti a loro, no? Vuol dire che anche le cose 'delicate' le puoi dire davanti a tutti, no?
Ridemmo tutti e quattro.
- Ecco... - riprese ancora più agitato - Anche di questo ti volevo parlare... Ho capito di...di non essere stato troppo educato quel giorno e vorrei...
- Non troppo educato? - lo interruppi - Mi hai dato del finocchio davanti a tutti! Forse 'non troppo educato' è un po' leggera come definizione, no?
- Scusa...scusami, hai ragione. Sono stato maleducato. - mi guardava ma io rimanevo serio con lo sguardo cattivo - Molto...molto maleducato. Un cafone. - io ero ancora immobile.
Marco intervenne.
- Ricordo la scena. Cafone e maleducato mi sembra davvero poco.
Lui divenne se possibile ancora più rosso.
- Si, si è vero. Sono stato un...un coglione. Ecco, si: un coglione. Una testa di cazzo. Un pezzo di merda.
Con gli occhi mi fissava cercando di avere da me un cenno favorevole.
Sorridendo invece, fu ancora Marco a dire la sua.
- Forse sbaglio ma secondo me quando uno vuole veramente scusarsi dopo aver fatto un'offesa...una gravissima offesa ad una persona dovrebbe far vedere il proprio pentimento anche fisicamente... - sorrise - Ad esempio inginocchiandosi.
A queste parole noi tre ridacchiammo e Max aggiunse:
- Vero! Vero! Questo darebbe più...più peso alle scuse, no?
Io annui e Roberto lentamente senza neppure più avere il coraggio di guardarci in faccia si inginocchiò.
In mezzo al bar, davanti a tutti.
Per un attimo rimase fermo a testa bassa poi ricominciò a parlare, con un filo di voce.
- Ti chiedo scusa, Luca. Sono stato un coglione, un maleducato, un...
Lo interruppi nuovamente.
- Forse anche un bugiardo, no? Io sarei un frocetto?
- No, no. Scusami. Scusami davvero. Ho detto un'enorme cazzata...
Per la prima volta si inserì Max.
- A dire la verità... Mi ricordo che da come lo guardavi...beh io avevo avuto il dubbio che il frocio fossi tu e avessi delle idee su Luca!
Scoppiammo a ridere.
- E' vero, Roby? Volevi scoparmi, non sapevi come farmi la corte e stupido come sei hai pensato di offendermi?
Fu Marco a dare un'altra frecciata.
- Io però non credo, Luca. Da quello che dice sua moglie sul cazzetto di questo sfigato sono convinto che sperasse di ESSERE SCOPATO.
Altre risate.
Lui era in ginocchio, davanti a noi, rosso fuoco e oramai con le lacrime agli occhi.
Allora ripresi.
- Va beh...considerato che sei un povero coglione sfigato e. probabilmente anche finocchio direi che ti perdono. Puoi levarti dai coglioni, ok?
Ma non era finita lì. Lui rimase in ginocchio.
- Grazie. Sei...sei molto generoso a perdonarmi. Lo siete tutti. Ma c'è ancora una cosa che devo chiederti...
 
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view post Posted on 1/3/2024, 10:10     +1   -1

Novizio

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SERATA AL BAR
ROBERTO RACCONTA
Ero in ginocchio in un bar dove almeno una dozzina di persone mi stavano guardando divertite e quattro ragazzi mi stavano umiliando come mai mi era capitato in vita mia.
Avevo toccato il punto più basso della mia vita e ancora non ero arrivato alla questione più importante.
Avrei voluto sprofondare ma sapevo di non avere alternative.
Perdere Valeria era inaccettabile perché ancora ero innamorato di lei ma anche perché...non potevo permettermi una separazione nè economicamente né tanto meno come immagine. Ne sarei uscito senza un soldo e sputtanato.
Non avevo alternativa.
Dovevo scendere ancora più in basso.
- Ecco Luca...io volevo ancora chiederti una cosa...un favore, un grosso favore. Tu non sei gay, ti ho chiesto scusa...ho fatto un grossissimo errore a prenderti in giro. Tu... - facevo fatica a parlare, mi sentivo la gola secca e soprattutto mi vergognavo come mai in vita mia - tu sei un ragazzo bellissimo...hai un bel viso, dei capelli stupendi, un corpo sexy e...e credo anche un...un grosso cazzo...
Luca e i suoi amici scoppiarono a ridere.
- Tu poi avere qualsiasi donna vuoi. Qualsiasi! Nessuna potrebbe dirti di no. Sei...irresistibile e... Ti prego! Ti prego in ginocchio! Lascia stare mia moglie. Ti prego! Farò qualsiasi cosa vorrai ma lasciala con me. Io non posso mettermi in gara con te. Non sono niente a tuo confronto...
- Direi una merda! - si inserì uno dei suoi amici provocando l'ennesima risata.
Io abbassai la testa con gli occhi rivolti al pavimento.
- Si...si, è vero. In confronto a te sono...una merda. Ma ti prego non portarmela via.
A quel punto non riuscii più a parlare e cominciai a piangere in silenzio.

SERATA AL BAR
LUCA RACCONTA seconda parte
Giuro che a quel punto ho avuto un'erezione!
Vederlo in ginocchio, a pregarmi e piagnucolare davanti ai miei amici era una cosa stupenda...
E non avevo intenzione di farla finire tanto presto.
- E perché dovrei prendere tua moglie se hai detto ora che potrei avere tutte le donne che voglio? E' la più bella del mondo?
- No...lo so...non lo è...ma penso tu mi voglia punire per averti dato del frocio e...
- E se mi fossi innamorato di lei? Non pensi sia possibile.
Sogghignava.
- Non...non lo so...non credo... Lei...lei non è alla tua altezza. Tu puoi avere donne molto...molto più belle...ma io sono innamorato di lei...
- In effetti, - intervenne Edo - è un po' un mezzo cesso, no?
Era rivolto a me, così...lo chiesi direttamente a Roberto.
- Tu cosa dici, sfigato? E' una strafiga - Marco, Lorenzo e Max, scoppiarono a ridere - o un cesso con le gambe?
- Valeria è...Valeria è una donna bella ma forse...forse non alla tua altezza e quindi...
- No, non hai capito la domanda: strafiga o cesso? Perché se è una strafiga...beh, allora me la tengo. Nell'altro caso...
- Ha ragione lui... - indicò Edo - E'...è un cesso.
Aveva quasi sussurrato perciò:
- Non abbiamo capito. Cos'hai detto?
Diventò se possibile ancora più rosso. Sudava.
- E' un cesso. - a voce più sostenuta.
- Continuiamo a non capire. Chi è che cosa?
Testa bassa ma sapeva di non avere scelta.
- Mia moglie...Valeria è un cesso.
Scoppiammo tutti a ridere.
- E allora perché ti interessa tanto?
Lui ormai era totalmente in confusione.
- Io...sono innamorato...
- Di un cesso? - chiese Marco.
- Si...no...cioè ...è mia moglie e...
- E tu vuoi essere sposato ad un cesso? - ancora Marco.
- Io l'ho vista. Fa veramente schifo! Ha una faccia che viene bene per fare passare il singhiozzo... - Lorenzo.
- Sai che se la cellulite si potesse vendere sarebbe miliardaria? - Questo era Max.
Oramai ridevamo tutti e quattro senza riuscire a smettere mentre lo sfigato era sempre davanti a noi in ginocchio, a testa bassa.
- Dai, - gli chiesi io - Dì la verità. Ci deve essere un altro motivo per volerla.
- Forse ha una collezione di mostri e lei è il pezzo forte! - Sempre Max.
Risi ancora.
- No...seriamente. Mi spieghi perché ci tieni tanto?
- Io...è mia moglie...tu sei andato con lei per punirmi ma io...ne ho bisogno...anche per il lavoro e...
- Ahhh! Ecco il motivo! Dove lavori tu?
- Io faccio il commercialista e quasi tutto il mio lavoro mi arriva dall'arcivescovado...se dovessi separarmi...non credo che rimarrebbero con il mio studio e...
- Adesso capiamo! Tu resti con quel cesso... - lo fissai negli occhi - Perché E' UN CESSO, vero?
Lui fece cenno di sì e riabbassò la testa.
- Bravo! Tu resti con quel cesso altrimenti finisci a chiedere l'elemosina!
- Ma dai, non esagerare. - intervenne Marco - Figurati se in tanti anni non ha messo qualcosa da parte.
- Certo che l'ha fatto ma il cesso...sua moglie, mi ha detto che è tutto intestato a lei per ragioni fiscali. Se divorzia resta senza lavoro e senza soldi.
- Beh, allora è diverso. Ehi, sfigato, parlo con te. - Marco si rivolse a Roberto - Quindi è solo interesse se stai con quella schifezza cellulitica?
Ormai era distrutto. Avrebbe detto qualsiasi cosa pur di uscire da quella situazione.
- Si. - mormorò.
- E per scopare come fai? Le metti un sacchetto in testa, al buio, dopo esserti riempito di viagra?
Ridevamo senza ritegno. Lui taceva così alzai un piede e gli alzai il mento con la punta della scarpa.
- Non ti hanno insegnato che è buona educazione rispondere?
- Scusami, scusatemi. Si...è così. Per scoparla devo...devo farlo al buio...e con tanto viagra...e...
- E credo non basti vista la fame di cazzo che ha tua moglie! Mi ha detto che ce l'hai talmente piccolo che in tutti questi anni non ha avuto neppure un orgasmo!
- Non...non è colpa mia...io ho il pene piccolo...molto piccolo... Non come te...
Scoppiammo di nuovo a ridere mentre Roberto in terra piangeva per l'umiliazione.
- Senti, pisellino, - Max, Marco e Lorenzo ulularono a questo nomignolo - ho deciso che mi fai veramente pena. E schifo. Non so se più pena o più schifo ma ho deciso di farti un regalo. Tieniti pure quel cubo grasso e puzzolente. Le dirò che vado in America per un tour con il complessino in cui suono e che dovremo per forza smettere di vederci. Sarà una tragedia per lei tornare al tuo cazzettino da bambino ma oramai mi sono divertito abbastanza.
Lui sgranò gli occhi improvvisamente felice. Fece per rialzarsi ma lo fermai.
- Aspetta: in cambio voglio almeno un bel ringraziamento come si deve.
- Gr...grazie, Luca. Sei molto...generoso e...
- Ma che ringraziamento è? - intervenne Lorenzo - Fai una cosa come si deve, no? Spiega bene per cosa lo ringrazi...altrimenti mi sa che Luca cambia idea e continua a bombarsi il cesso.
Ora era veramente distrutto.
- Io...io ti ringrazio per lasciarmi mia moglie. So che è brutta...un cesso, - Marco con la mano gli faceva cenno di andare avanti - è...è grassa, piena di cellulite ma a me va bene così.
- OK, sfigato. Ti farò la cortesia. - feci una piccola pausa - Solo un'ultimissima cosa. Fai vedere che sei veramente pentito per quello che mi hai detto...
- Ma...ma ti ho chiesto scusa e sono qui in ginocchio...cosa vuoi di più
- Fai ancora un piccolo sforzo. Mi chiedi scusa ancora una volta e intanto, per far capire che veramente ti dispiace, baci i piedi a me e ai miei amici. Qui. Ora e davanti a tutti.
Lui ha cominciato a piagnucolare, allora Lorenzo l'ha preso per un'orecchia torcendola e lo ha spinto verso le mie scarpe.
- Visto che fai il difficile, ora le lecchi.
Lo sfigato si lamentava per il dolore e ora piangeva.
Bastarono pochi secondi di quel trattamento e ubbidì.
Leccò le scarpe a tutti e quattro.
A quel punto ci alzammo e ce ne andammo. Ma prima...
- Sei veramente una merda d'uomo! - gli dissi dopo avergli sputato in faccia.


CONCLUSIONE
LUCA RACCONTA
Ormai ero soddisfatto dell'umiliazione (meglio delle umiliazioni) inflitte a quel coglione di Roberto e comunque un mese dopo partii veramente per gli USA.
Quella della band e del tour sarebbe stata veramene una balla ma, a sorpresa, avevo vinto una borsa di studio per un anno di 'crescita culturale' all'estero.
Finsi di essere devastato dal dolore di doverla lasciare ma le dissi che capivo come sarebbe stato egoistico chiederle di aspettarmi e irrealizzabile di seguirmi.
Lei si disperò, si offrì comunque di venirmi almeno a trovare ogni tanto e ovunque.
Mi giurò che avrebbe atteso un anno e anche di più pur di ritornare con me.
Alla fine dopo fiumi di lacrime capì.
Potevo andarmene ma avevo ancora una soddisfazione da levarmi.
Le dissi che lei non doveva più essere la donna un po' scialba e insoddisfatta che era prima di conoscerci.
- Eri una crisalide ma ora sei una stupenda farfalla!
Aggiunsi faticando a non ridere.
- Non meriti di stare vicino ad una persona squallida come Roberto.
Le raccontai la scena di poche sere prima davanti ai miei amici calcando il discorso non sul fatto che voleva recuperarla ma sul comportamento da sfigato, le lacrime, le preghiere, le umiliazioni a cui si era piegato.
Dissi delle sue dichiarazioni di inadeguatezza, di scarsa virilità e di cosa si era dimostrato pronto a fare...di quello che avrebbe fatto se io fossi veramente un frocio e non avessi schifo per una merda come lui.
In conclusione le raccomandai di cercarsi uomini veri e di non permettere allo sfigato anche solo di provare ad impedirlo. In caso contrario, divorzio sanguinoso e peggio per lui.
Ci salutammo e, dopo averle preannunciato un ultimo 'regalo' da parte mia, la vidi andar via ancora con gli occhi rossi ma - come si dice - caricata a palla contro suo marito.
Probabilmente non li avrei più rivisti ma ero sicuro che la mia vendetta sarebbe durata ancora molto e molto tempo...

CONCLUSIONE
VALERIA RACCONTA
La vita senza Luca è stata durissima ma, come lui stesso mi aveva raccomandato, la crisalide non aveva nessuna intenzione di ritornare farfalla.
Il mio abbigliamento non ha fatto passi indietro.
E dopo pochi giorni un collega di scuola si è fatto avanti.
Questa è un altra storia ma credo proprio che finiremo a letto.
Ho parlato con Roberto che ha chinato la testa. Sa di non potersi permettere un divorzio ed ha accettato la mia nuova, totale libertà.

Un mese dopo, a sorpresa, ho ricevuto una mail.
Di Luca.
Ha cominciato a battermi il cuore e...devo ammetterlo mi sono sentita bagnata al solo ricordo delle ore passate con lui.
Il testo era brevissimo:
"Ciao, Vale.
Spero tu abbia iniziato una nuova vita insieme, come ti avevo raccomandato.
Ho pensato di mandarti un ricordo del mio ultimo incontro con quello sfigato di tuo marito. Penso che possa aiutarti a raffrontarti con lui."
Ho aperto l'allegato.

CONCLUSIONE
ROBERTO RACCONTA
Dopo quella serata umiliante, Luca è partito ma Valeria non è più tornata quella di prima.
Esce, frequenta altri, fa quello che vuole e io devo accettarlo visto che l'unica alternativa sarebbe rovinosa.
Spero solo che un giorno possa tornare la donna di un tempo.

Un mese dopo il disastro.
Luca aveva mandato a Valeria una mail con allegato un filmato.
A turno, quel maledetto, giorno, i suoi amici mi avevano registrato in tutte le umiliazioni che avevo dovuto subire.
Ma non solo: ne avevano fatto un taglia-e-cuci ancora più orribile.

CONCLUSIONE
IL FILMATO
ROBERTO RACCONTA
Luca e i suoi amici avevano fatto davver un gran lavoro.
L'inquadratura iniziale (traballante ma comunque chiara) mi vedeva già in ginocchio.
Ero di schiena, non si vedeva la mia faccia e perciò avevano potuto completarla con pezzi di audio uniti insieme come se fosse stato un solo discorso.

IL SONORO
Roberto - E'...è un cesso. (...) Mia moglie...Valeria è un cesso. (...) E' mia moglie...tu sei andato con lei per punirmi ma io...ne ho bisogno...anche per il lavoro e...
Luca - Ahhh! Ecco il motivo! Dove lavori tu?
R. - Io faccio il commercialista e quasi tutto il mio lavoro mi arriva dall'arcivescovado...se dovessi separarmi...non credo che rimarrebbero con il mio studio e...
L. - Adesso capiamo!
Marco - Ma dai, non esagerare. Figurati se in tanti anni non ha messo qualcosa da parte.
L. - Certo che l'ha fatto ma sua moglie, mi ha detto che è tutto intestato a lei per ragioni fiscali. Se divorzia resta senza lavoro e senza soldi.
M. - Beh, allora è diverso. Ehi, sfigato, parlo con te. Quindi è solo interesse?
R. - Si.
M. - E per scopare come fai?
Risate in sottofondo.
La ripresa staccava e si vedeva un piede che alzava il mento di R. con la punta della scarpa.
M. - Non ti hanno insegnato che è buona educazione rispondere?
R. - Scusami, scusatemi. Per scoparla devo...devo farlo al buio...e con tanto viagra...e...
L. - E credo non basti! Mi ha detto che ce l'hai talmente piccolo che in tutti questi anni non ha avuto neppure un orgasmo!
R. - Non...non è colpa mia...io ho il pene piccolo...molto piccolo... Non come te...(...) Io...io ti ringrazio per lasciarmi mia moglie. So che è brutta...un cesso, è...è grassa, piena di cellulite ma a me va bene così.
L. - OK. (...) Ti farò la cortesia. Solo un'ultimissima cosa. Fai vedere che sei veramente pentito per quello che mi hai detto...
M. - Ma...ma ti ho chiesto scusa e sono qui in ginocchio...cosa vuoi di più
L. - Fai ancora un piccolo sforzo. Mi chiedi scusa ancora una volta e intanto, per far capire che veramente ti dispiace, baci i piedi a me e ai miei amici. Qui. Ora e davanti a tutti.
Si sente R. e poi si vede Lorenzo prenderlo per un'orecchia, torcergliela e spingerlo verso le scarpe di L.
- Visto che fai il difficile, ora le lecchi.
Ora si sente R. lamentarsi per il dolore e piangere.
Poi lo si vede leccare le scarpe a tutti e quattro e, dopo che i ragazzi si erano alzati ridendo, l'inquadratura punta sul viso di R., si sente la voce di L. (- Sei veramente una merda d'uomo!) e poi il rumore di uno sputo che arriva in piena faccia di R.

CONCLUSIONE
ROBERTO RACCONTA seconda parte
Rimasi a bocca aperta.
Poi sentii Valeria urlare!
Lo aveva visto anche lei.
Da quel giorno le cose andarono anche peggio.
Usciva, scopava, si portava amanti a pagamento in casa.
Io non potevo fiatare.
Oltre che lavorare mi occupavo di tutti i lavori domestici, umiliato e schiavizzato ventiquattrore al giorno.
Non c'era alternativa.
In più sapevo di essermi rovinato con le mie stesse mani.
Luca non era gay. E mi aveva punito nel peggiore dei modi.
 
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