| VALERIA RACCONTA Quando Luca mi ha baciata non ho capito più nulla. Non mi interessavano gli anni di differenza. Non mi interessava il fatto di essere sposata. Non mi interessava che lui fosse un mio alunno (anzi, ex alunno). Volevo solo stringerlo, accarezzarlo, baciarlo, provare sensazioni che con Roberto non avevo mai neppure sfiorato. Ma era ancora niente. Luca mi ha portato nella camera da letto mia e di mio marito, mi ha fatto sedere sul letto...aveva il pene eretto e duro...no, il cazzo! UN CAZZO come non avevo mai visto! Mi ha preso e mi ha fatto arrivare all'orgasmo più devastante della mia vita. Ho urlato e poi mi sono abbattuta sul materasso. Dopo qualche minuto lui è...è rientrato dentro di me... Gli ho detto di smetterla perché avevo già goduto e non ne potevo più. Credevo di non poterne più. Luca ha continuato a scoparmi mentre con le mani giocava con i miei capezzoli. Dopo qualche secondo iniziai a gemere e mugolare come un animale. Ci volle tempo (non so quanto) ma arrivai ad un secondo orgasmo ancora più intenso del primo. Ero distrutta, sdraiata sul letto in un mare di sudore, ad occhi chiusi quasi rantolante e...avevo provato più piacere quel pomeriggio che in tutto il resto della mia vita. Dopo un paio di minuti smisi di ansimare e recuperai una sorta di respirazione normale. Passò ancora qualche secondo poi quel dio in forma di ragazzo si mise a cavalcioni su di me. - Vale, amore, hai voglia di fare qualcosa per lui? Riaprii gli occhi. Aveva ancora il cazzo duro! Meraviglioso e durissimo! Davanti a me. E lo indicava Mi mise una mano dietro la nuca e mi alzò la testa avvicinandola sempre più a quel bastone da sogno. - Vorresti succhiarlo? Non avevo mai fatto una cosa del genere ma mi venne naturale. Così feci il primo pompino della mia vita. Per un attimo ho creduto di soffocare poi pian piano mi sono sempre più eccitata. Lui mi guidava dicendomi cosa fare. Dopo un po' leccavo e succhiavo senza controllo. Ad un certo punto Luca è saltato indietro, mi ha sdraiato nuovamente e mi ha penetrato per la terza volta. Pensavo di morire. Ero sicura di morire. VOLEVO morire così. E sono venuta una terza volta. Mentre ancora tremavo in un orgasmo meraviglioso, Luca mi ha nuovamente infilato il cazzo in bocca. Ero esausta ma ho ricominciato a succhiare quella meraviglia di carne e questa volta, dopo pochi secondi anche lui è stato squassato dal godimento. Ho sentito la gola invasa dal suo sperma. Fino a poche ore prima la sola idea mi avrebbe fatto inorridire ma adesso...mi sembrava di gustare la crema più dolce del mondo. Poco tempo dopo Luca si è rivestito dicendo che forse era meglio se ne andasse. Con un filo di voce gli ho detto che lo amavo e che volevo assolutamente rivederlo. Lui mi ha dato un dolcissimo bacio in fronte e se ne è andato dicendo: - Certo che ci rivedremo. Non credo che potremmo più farne a meno, amore. Di sicuro IO NON POTEVO.
LUCA RACCONTA Da quel giorno è stato un crescendo. Dopo un paio di volte ancora a casa sua, avevo cominciato a chiederle di vederci in posti diversi, sempre più complicati per lei: - cinema dove, in ultima fila mi facevo spompinare, - trattorie dell'entroterra con servizio di camere a ore, - feste di amici miei, - una volta addirittura nei bagni del liceo dove insegnava. Alzavo sempre l'asticella del pericolo di essere visti e la costringevo ad inventare balle sempre più grosse ed incredibili con quello stronzo del marito. Lei sulle prime faceva la difficile, cercava di convincermi a cambiare il luogo dell'appuntamento ma bastava che io dicessi che allora non se ne faceva niente perché lei, scodinzolante come un cagnolino, subito facesse marcia indietro e accettasse tutto. Credo avesse un bell'arretrato di sesso e io e il mio cazzo eravamo diventati per lei come l'eroina per un tossico in crisi di astinenza. Le chiesi appuntamenti di sera, un paio di weekend fuori città, una volta la convinsi ad una sveltina nel salotto di casa mentre suo marito era appena tornato dal lavoro e si stava facendo la doccia. Accettava tutto pur di stare con me. Mentre scopavamo le chiedevo di insultare Roberto e lei, ansimando e mugolando, mi diceva che era un minidotato, che non le aveva fatto mai raggiungere un vero orgasmo, che quando mi aveva chiamato frocio secondo lei era perché sotto sotto il frocio era lui e io gli piacevo. Quando ci vedevamo fuori casa la volevo vestita sempre più provocante: tacchi alti, gonna corta, reggiseni push-up, perizoma e autoreggenti. Accettava tutto. All'inizio arrampicandosi sugli specchi e inventando per poter uscire da sola fantomatici Consigli di Classe serali o weekend fuori città per incredibili corsi di aggiornamenti. Poi senza neppure dare spiegazioni, fregandosene via via del marito e delle sue crescenti proteste.
5)
ROBERTO RACCONTA All'inizio non capivo. Valeria aveva iniziato a uscire da sola, sempre più spesso e ad orari che facevo fatica a comprendere. Consigli di classe alle 8 di sera? E per di più vestita in maniera...diciamo appariscente...come non ero abituato a vederla. Aveva cominciato anche a fare acquisti...tacchi altissimi, minigonne, lingerie da sballo che però (non me ne ero accorto subito) in realtà non metteva mai per me ma solo per le sue uscite in solitaria. Iniziavo a sospettare qualcosa. Avrei dovuto farlo prima, lo so, ma...ero stato il suo primo ed unico uomo: ero certo che non avrebbe mai guardato un altro! Poi iniziarono i weekend di aggiornamento con corsi fuori casa che duravano due giorni e ai quali non voleva essere accompagnata... Quando tornava, per di più, era...come dire?...felice e...sbattuta, distrutta... Ad un certo punto i sospetti sono diventati fortissimi e ho deciso di parlarle. Volevo sapere la verità. Subito. E guai a lei se fosse stata quella che temevo. Valeria era sempre stata piuttosto sottomessa ed era il momento di ricordarle chi comandava in casa. L'ho fermata una sera prima che uscisse ed ero pronto a farle capire qual era il suo posto. Ma mia moglie non aveva cambiato solo il modo di vestire. Era una persona diversa. Totalmente diversa. Mi disse di non romperle i coglioni. Che lei doveva uscire e lo avrebbe fatto. Che io potevo pure tornarmene al lavoro o a fare quel cazzo che voleva mentre era fuori e se avevo delle voglie potevo farmi una sega senza romperle la minchia. Tanto...aggiunse con un'espressione maligna...mi bastavano due dita e 30 secondi per fare uscire tre gocce di sborra. Io rimasi senza parole. Ero incredulo. Lo ripeto: all'improvviso mi trovavo di fronte una persona totalmente diversa. Una persona che mi faceva paura e non sapevo come affrontare. Alla fine mi lanciò un'occhiata schifata e se ne andò dicendo: - Fai pure a meno di aspettarmi. Tornerò tardissimo ma domani...domani faremo un bel discorsetto.
LUCA RACCONTA Ormai ero arrivato dove volevo. Valeria era cotta di me davvero come un'adolescente al primo innamoramento. Mi mandava messaggi, mi telefonava, mi diceva che ero l'uomo della sua vita e voleva lasciare Roberto per vivere con me. Io giocavo con lei dandole un momento più speranza e un altro togliendola. Le dicevo che stavo cercando un lavoro così da poter mettere su casa insieme, che non vedevo l'ora di poter dormire con lei ogni notte. Dormire e naturalmente scoparla perché ero anch'io innamoratissimo di lei. Che era la donna più bella e sexy avessi mai incontrato e soprattutto che non meritava di stare vicino ad un uomo squallido e inutile come suo marito. Dopo un po' però cambiavo registro. Allora le dicevo di essere troppo giovane per lei, le parlavo di qualche compagna di università che mi stava dietro, mororavo che con lei stavo bene ma... Allora si terrorizzava. Mi supplicava, mi pregava, piagnucolava che non poteva fare a meno di me e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimanere insieme. E qui partivano le richieste: - mi piacerebbe vederti più sexy...e lei arrivava con gonne sempre più corte, tacchi sempre più alti, camicette con scollature sempre più vertiginose e senza reggiseno; - vorrei poterti venire a prendere a scuola facendo capire a tutti che stiamo insieme...e lei il giorno dopo mi correva incontro all'uscita e in mezzo a colleghi e studenti mi gettava le braccia al collo e mi baciava; - sarebbe bello un week-end al mare io e te...e lei accettava e tornava a casa dopo due giorni di sole, abbronzata e felice nonostante avesse detto al marito di essere ad un corso a Milano; - sarei orgoglioso di poter andare con te alla festa di un amico, sei talmente bella che vorrei esibirti come un trofeo...e il sabato dopo lei, vestita come una escort, era venuta ad una specie di rave con almeno una dozzina di suoi alunni che le avevano fatto centinaia di foto poi messi sui social; - addirittura una volta le dissi che se veramente mi voleva bene mi avrebbe permesso una 'piccola' vendetta contro Roberto...e lei il giorno dopo mi aveva mandato un video in cui versava il mio sperma da un preservativo dentro la minestra del cornuto e lui, ignaro di tutto, la mangiava.
Alla fine ci fu l'ultima richiesta. Dopo una volta in cui l'avevo scopata per ore. Volevo (e questa volta VOLEVO) che parlasse al marito della nostra relazione, che gli raccontasse tutto anche i dettagli più sconci, gli dicesse che il loro matrimonio è finito e che sarebbe andata via con me entro pochi giorni (il tempo - le avevo mentito - in cui io avrei trovato un appartamento per noi due). Mi sembra inutile dire che promise di farlo, felicissima.
ROBERTO RACCONTA Non sapevo più come comportarmi con Valeria. Non la riconoscevo più. Usciva alle ore più assurde, a volte per interi fine settimana, per poi rientrare ogni volta disfatta ma felice come non mai. Se provavo a parlarle, lei mi rideva sulla faccia dicendomi che se quello che faceva non mi andava bene, potevo anche fare le valigie e andarmene. Quando avevo messo insieme tutto il mio coraggio e, come ho detto, avevo provato ad impedirle di uscire, mi aveva trattato con una ferocia che non le conoscevo. Mi aveva umiliato e rimandato al giorno dopo. Poi era andata al suo appuntamento (ancora non sapevo con chi). Era tornata a casa alle tre di notte e il pomeriggio seguente, finalmente, aveva parlato. Eccome se aveva parlato. - Allora, Roberto, e cose stanno così. Finalmente...FINALMENTE, ho trovato un vero uomo. Ho trovato l'amore. Un uomo che mi ama e CHE MI SCOPA. - Ma...ma...chi è? Cosa vuole date? E... Lei rise. - Vuoi sapere chi è? E' il mio ex alunno, Luca...il frocio, secondo te! - Lui? Ma... - Ma cosa? Tranquillo, tutto è meno che frocio. Ha un cazzo doppio del tuo e a differenza di quello che fai tu, lo sa anche usare. Sono innamorata! Siamo innamorati. Sono quasi sei mesi e ora finisco questa farsa di matrimonio: me ne vado con lui. Tra una settimana mi trasferisco nella nostra nuova casa. Io ero sbalordito, stupefatto, senza parole. Mi sembrava di vivere un incubo. Valeria innamorata di un altro? Di quel ragazzino? Andarsene? E poi? il divorzio? Io la amavo ancora. Forse non ero l'uomo dei suoi sogni, forse l'avevo trascurata ma non potevo pensare di restare da solo. E poi...io ero un professionista...per scelta case, auto, tutto era intestato a lei...e se avesse portato via tutto? Non era possibile. La pregai, la supplicai, mi inginocchiai, mi misi a piangere. Niente. La sua unica risposta fu: - Eccolo il vero maschio! L'uomo vero che piange. Mi fai schifo. Hai una settimana di tempo per trovarti una abitazione...Si, io me ne vado a vivere da un'altra parte ma questa casa è mia e credo proprio che la venderò! E scordati tutto quello che mi hai messo in testa per i tuoi stupidi giochetti fiscali. E uscì. Ero rovinato. Affettivamente ed economicamente. E non potevo farci nulla. Ripresi a piangere e andai avanti a lungo poi un'idea...forse...forse potevo ancora fare un tentativo. Potevo andare io da Luca. Umiliarmi e pregarlo di non portarmi via Valeria. Sarebbe stata la cosa più difficile della mia vita ma era l'unica soluzione possibile.
|