| IL RAPIMENTO (finale) -“Cosa significa che ti sei evoluto?” -“Vede Miss, oltre al desiderio di di pratiche sadomaso sempre più estreme, in me sono affiorati desideri che mai avevo provato prima e di cui mi vergogno” -“Parla” - “Ho una figlia di dodici anni che amo molto” Il gelo mi ghiaccia le vene e la saliva mi si strozza in gola. Un sesto senso mi pietrifica lì, in quella stanza, dove io sono il carnefice, lì, dove un vero mostro è nudo e legato su una sedia. Vorrei parlare, ma un senso di angoscia e orrore mi hanno mandata in tachicardia, il volto rosso di calore, una goccia di sudore freddo scende dalla mia tempia. Inspiro e lascio che l’orrore arrivi a me: “in che modo la ami?” - “La amo. La accarezzo. La coccolo. Lei è la mia bellissima bambolina”. - “Basta con le cazzate! Hai capito cosa intendo! Rispondi!” - “ E Lei ha già capito cosa intendo io Miss”. Il tempo si ferma. Mille immagini e mille pensieri terrificanti mi attraversano come un treno merci che spazza via un auto ferma sul binario. Distorce ogni mia lamiera, frantuma i miei specchi, mi spazza via da me stessa. Il cuore spinge nelle tempie come un martello pneumatico, le mani tremano…tutto il mio corpo e la mia anima tremano. Ho un cutter nella mia mano e lui è immobilizzato sulla sedia...fermati, respira, ragiona, fai la cosa giusta. Sono alle sue spalle, lo guardo, il vomito mi vince. Taglio velocemente con il coltello le corde. E’ libero e rimane seduto, nudo e immobile su quella dannata sedia. Spingo a fondo la lama nella scapola e lascio che scenda in quelle carni putride. Finalmente urla di dolore. Urla “No la prego!!!”. - “Non serve. Io mi fermo qui. Vestiti. Ricomponiti. E vattene. Ho firmato un contratto che tu stesso hai redatto. So che sei potente, pericoloso e molto ricco. Mi hai fregata. Porterai con te solo un’altra piccola cicatrice sulla schiena. Io porterò il tuo abisso con me per tutta la vita”. E andò esattamente così. Lui se ne andò con la leggerezza della confessione e la sicurezza che io non potevo agire contro di lui perché, non solo giustizia non sarebbe stata fatta, ma di certo avrebbe mosso le carte in modo da denunciarmi per calunnia e chissà quale altra ripercussione. Io mi allontanai dal mondo sadomaso per un anno. Il famoso anno sabbatico che 14 anni fa mi condusse da un eccellente “specialista di anime”che ebbe il triste compito di ascoltare a sua volta tutto il marcio che avevo visto e vissuto nei miei primi 10 anni da mistress. Poi rientrai. Il resto è un altra storia. Anzi: tante altre storie. Ricordate le parole di Nietzsche: “...Quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso guarda dentro di te”.
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