| Riemersa da un lungo bann... Vi condivido un nuovo racconto. come sempre "in pillole". Ben ritrovati
IL RAPIMENTO Pillola 1
Eccolo lì. Mesi di mail per condurmi nel suo mondo oscuro e nel suo desiderio divenuto ossessione. Le prime foto erano a dir poco imbarazzanti per la loro inadeguatezza: un 55enne alle prime armi nell’infinito e spesso crudele mondo del travestitismo. Stivali di vernice alti fin sopra il ginocchio, acquistati in qualche Bata o Pittarello per due soldi. Autoreggenti che lasciano intravedere due gambette magre magre e non depilate. Un abitino nero corto con scollatura sul petto irsuto. Una parrucca di ricci capelli neri raccattata in qualche bazar cinese. Rossetto rosso e occhi stravolti da ombretto nero e eyeliner. Seduto con le gambe accavallate sulla scrivania del suo ufficio. (a terra un borsone di carta vuoto recante il marchio rosso “PITTARELLO”). Questa è la prima immagine che vidi di lui molti, molti, molti anni fa...quindici più a meno. Le mail, al contrario, rivelavano una persona dall’acuta intelligenza, di notevole profondità, e una serie di sordidi pensieri. Non mi aveva cercata per avere ragguagli sulla sua nuova passione per il travestimento, anche se in seguito non potei esimermi dal dedicare molte ore di molti giorni a sgrezzare quello che inizialmente era uno scempio dell’arte e un offesa a tutti i trav dell’emisfero. Era, e credo sia ancora, (solo al termine di questa narrazione verrà svelato il motivo della mia repentina interruzione di ogni rapporto con questa persona), un noto e affermato avvocato penalista di Bologna. All’epoca io bazzicavo spesso e con piacere ne “La rossa, la grassa, la dotta” cittadina emiliana ed ero già nota nell’ambiente per la mia innata passione per pratiche e situazioni estreme e fuori dal comune, e lui non ebbe grossi problemi nel rintracciarmi tramite una piccola rete di contatti che, all’epoca, era “la nicchia” del sadomaso. Racconti onirici nelle sue mail avevano attirato la mia attenzione, a volte non era chiaro cosa fosse fantasia, cosa realtà e cosa ideazione che avrebbe messo in pratica o se fosse esperienza già vissuta. Da me cercava un rapimento. Sì. Un rapimento in piena regola. Da anni sognava di uscire dal suo ufficio una sera tardi e nelle tenebre sentire la punta di un coltello spingere nella schiena mentre una voce femminile gli sussurrava “Dammi tutto! Portafogli e chiavi della macchina!” Di essere in seguito incappucciato, legato ai polsi e buttato nel bagagliaio del suo suv. Nella sua fantasia si sarebbe poi ritrovato in una camera di hotel, completamente nudo, legato e imbavagliato su una sedia, ancora incappucciato. Quando la sua rapitrice gli avesse liberato lo sguardo avrebbe trovato davanti a sé una figura femminile abbigliata con una tutina nera stretch, anfibi neri, ma soprattutto con indosso un passamontagna che faceva vedere solo gli occhi. Ora siamo qui nel bar di un hotel fuori zona. Lui è un uomo mingherlino, molto ben vestito, elegante e dai movimenti sicuri, ma pacati. Mi confessa che da due giorni indossa una cintura di castità in omaggio a me. Rispondo: “Non ricordo di averlo richiesto. Siamo qui per organizzare un rapimento non per i giochini scemi”.
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