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La matrigna. Scritto da Sileno, Cerco racconto "la matrigna" di Sileno

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sissymaid.
view post Posted on 2/11/2023, 15:18 by: sissymaid.     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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II PARTE:



Giovedì è giorno di rientro pomeridiano in ufficio; durante la pausa pranzo, sto al bar aziendale e sto mangiando un toast, mentre sfoglio una rivista. Si avvicina a me Silvia:

“Ciao Patrizia, mi posso sedere un attimo? Ti disturbo?”

“ma certo che no Silvia, prego accomodati”

Silvia è una splendida donna di 35 anni circa, sempre molto provocante, certamente esibizionista, gli uomini le farebbero una corte serratissima, e per la verità in tanti gliela fanno anche se non hanno speranza alcuna perché lei è dichiaratamente lesbica.

“Sicuro che non disturbo Patrizia?”

“ ma no anzi mi fa piacere”

un sorriso sottolinea le mie parole mentre la guardo, in effetti capisco bene perché pur sapendo di essere senza speranza alcuna molti uomini insistono a farle la corte; è bella davvero.

“Patrizia tu sai che sono sfacciata(sorride mentre lo dice), quindi non ci giro in tondo, vorrei conoscerti meglio, invitarti a cena una di queste sere per parlare un pò”

“ ne sono lusingata Silvia, accetto il tuo invito”

“tu sai cosa si dice di me no? Sul fatto che sono lesbica?”

“Si ho sentito dire”(allargo un altro sorriso)

“va bene lo stesso?”

“va meglio di quanto tu non pensi mia cara”

anche lei mi sorride sfiorandomi la mano;

“va bene domani sera alle 8? Ti vengo a prendere io, so dove abiti”

“come lo sai?”

“Mi interessi e ho preso qualche piccola informazione, so che sei single, quindi non ci sono rompiscatole di uomini in mezzo e che, oltre a essere bella sei anche un tipo abbastanza indipendente, tutti ingredienti necessari; spero non ti spiaccia”

Le sorrido e le strizzo l’occhio, lei ricambia;

“ok alle 8 domani sera”

L’ho vista passare dalla mia stanza diverse volte, lavoriamo ad un piano diverso, ma in quel pomeriggio e il giorno avanti è passata diverse volte e ci siamo scambiate dei sorrisi molto significativi.

Le 8 della sera successiva, lei suona il citofono, non la faccio aspettare, sono pronta scendo subito:

“Ciao Silvia”

Lei mi sorride, ha un sorriso meraviglioso:

“Patrizia prima ci facciamo un aperitivo, poi ti porto a cena in un posto dove si mangia benissimo, ma nel contempo dove potremo parlare un po’, ok?”

“Certo fai tu”

Ci siamo fermati in un bar specializzato in cocktails, quando usciamo dalla macchina faccio caso al suo abbigliamento; veste con un vestito lungo nero, ma con uno spacco interno che le arriva quasi all’inguine, quando cammina la coscia si vede ed essa è inguainata da una calza di seta che poi viene retta dal reggicalze, meravigliosa creatura. Sceglie anche per me, mi ha detto che come fanno l’alexander lì non lo fanno da nessuna parte. In effetti è buonissimo ma un po’ forte. Non sono preparata e ..insomma mi sento leggera. Al ristorante scegliamo quasi le stesse portate, annaffiate da un ottimo rosso di Montalcino.

“Allora Patrizia, di me c’è poco da sapere; ho avuto un paio di storie importanti, due donne con cui mi sono trovata bene, ma poi sai com’è, parto dal presupposto che quando una cosa finisce, allora vuol dire che finisce e le ho lasciate. Poi ho avuto diverse avventure piacevoli, naturalmente sempre con donne, una volta mi ero lasciata coinvolgere da una coppia; lei era bella ma lui aveva le mani lunghe e nonostante i patti chiari le aveva allungate su di me. Io proprio non ci sto a essere toccata da un uomo. Dimmi di te ora”

Mi sono messa a ridere, lei mi chiede perché sto ridendo

“perché ho la sensazione che l’aperitivo mi sia andato in testa e ora col vino potrei fare tombola e magari dirti davvero tutto scandalizzandoti non poco”

“Mi intrighi molto dicendo queste cose, cos’hai di così scandaloso da nascondere?”

“Non posso dirlo”(mentre rido)

Lei ricambia la risata, mi prende una mano nella sua:

“bene allora facciamo così; io faccio le domande e tu rispondi ok?”

“Ok”

“hai una qualche relazione con qualcuno dopo la morte di tuo marito?”

“Non nel senso che pensi tu” (mentre lei mi accarezza la mano e ride vedendomi così su di giri)

“allora aspetta facciamo il punto; vivi da sola con tuo figlio no?”

“Figliastro prego”

“Lo dici come se lo disprezzassi”

“sai che il disprezzo può essere utilizzato al meglio?”

lei mi guarda interrogativamente ma sempre col sorriso tra le labbra:

“accipicchia spero di non pentirmi di confessartelo, mi prometti che non ne fai parola con alcuno?”

“giuro”

“Il mio figliastro è mio schiavo e faccio di lui ciò che più mi pare e piace”

“Maddaiii!!”

“Si, è così e mi piace molto questa situazione”

“Ma cosa fai con lui?”

“di tutto mia cara di tutto; sapessi come ha imparato a leccarmi bene, dai piedi fino alle ascelle..uhmm! non mi ci fare pensare, vorrei averlo qui sotto il tavolo ora”

“accidenti! Questa proprio non me l’aspettavo; ma hai anche una relazione sessuale vera e propria con lui?”

si! Col suo naso”

Silvia mi guarda, poi prende a ridere in modo irrefrenabile, io la seguo e la gente si volta a guardarci;

“vuoi dire…vuoi dire?”

“sapessi che naso lungo che ha”

Ridiamo con le lacrime agli occhi, finiamo la cena e siamo entrambe fuori giri, non abbiamo più freni inibitori. Lei paga il conto, ce ne andiamo, entriamo in macchina, partiamo, le metto una mano sulla coscia, lei guida, sorride, mi guarda un attimo, io continuo ad accarezzarla, mi piace questa donna.

Mi chiede:

“Come continuiamo questa serata?”

“Io un’idea l’avrei…..da me, così potrai vedere con i tuoi occhi”

“Non osavo sperarlo Patrizia”

Prendo il cellulare, compongo il numero di casa:

“scemo sto arrivando, voglio trovarti sdraiato sul divano”

chiudo la comunicazione, Silvia mi guarda:

“sdraiato sul divano?”

“ si, ci siederemo su di lui a baciarci e ad accarezzarci”

“mmmm!! Mi piace l’idea”

Entriamo a casa mia, lo schiavo è al suo posto, noi ci avviciniamo al divano mano nella mano:

“vedi ? Esiste per servire noi”

Silvia lo guarda, poi mi chiede:

“gli posso mettere un piede in faccia?”

“Si certo che si”

Alza un piede poggia la suola sulla bocca e naso, il tacco pigia sulla guancia, mi metto dietro di lei e le bacio il collo, le accarezzo il seno, abbondante, turgido, lei preme di più il piede e reclina la testa all’indietro, ci baciamo:

“fagli male non preoccuparti vedrai che ti piacerà”

“mmm! Si lo sto facendo, sto schiacciando il suo naso e premo il tacco sulla guancia, mi piace”

inizio a spogliarla, abbasso le bretelline del vestito, è senza reggiseno, le tocco e strizzo leggermente i capezzoli, lei quasi si appoggia del tutto su di me schiacciando di più la faccia col piede, il ragazzo mormora qualcosa sotto la suola, probabilmente il dolore è forte, noi ci baciamo.

Il vestito è a terra, le sue natiche bellissime appaiono, le calze e il reggicalze fanno da cornice.

“Girati Silvia e siediti sulla sua faccia ora”

Si gira e lentamente si abbassa inarcando la schiena, socchiude gli occhi leccandosi le labbra, io sorrido, la bacio lei si siede a pieno peso:

“spoglia me Silvia”

Mi metto di fronte a lei, mi sbottona la giacca del tailleur, mentre mi guarda e oscilla le natiche lentamente sulla faccia dello schiavo, sono anch’io senza reggiseno, si mette un capezzolo tra le labbra mentre con le mani cerca la cerniera della gonna, mmm! Mi succhia il seno, mi piace, anche la mia gonna si abbassa, mi siedo accanto a lei sullo stomaco dello schiavo, ci baciamo con le lingue che guizzano fuori dalle bocche:

“Sento il suo respiro nel mio culo, lo sento affannato, mi piace questa sensazione di potere, il fiato di un uomo nel mio culo…ma perché non ho pensato prima che così gli uomini mi piacciono?”

“ Si goditi la sua lingua ora; (giro una mano e graffio una gamba del ragazzo) lecca ora schiavo”

Lei si alza un secondo e si libera del perizoma, poi si mette a cavalcioni sul viso e si abbassa schiacciando la faccia tra le natiche, poi mi afferra il viso tra le mani e mi bacia quasi con violenza:

“Siii ha il naso lungo..mi piace..ho il suo naso nel culo… dentro, non so come respira, la sua lingua è dentro la fica mmm! Bellissimo”

“graffialo mentre godi, graffiagli il braccio”

vedo che in effetti affonda le sue unghie sul braccio dello schiavo e si sente soffocato da sotto il sedere il suo lamento….io la bacio e a mia volta affondo le unghie sulle gambe, siamo entrambe in estasi, lei mi sussurra:

“posso venire dentro la sua bocca?”

“Si Silvia si, la sua bocca è l’unico recipiente che uso da due mesi”

“Mmmm! Schiavo apri la bocca”

Lei si accarezza le labbra con la lingua mentre viene; è splendida ed è splendido guardala godere così. Rimane seduta ancora anche dopo essere venuta.

“meraviglioso Patrizia meraviglioso, aspetta mi tolgo e così ti metti tu qui”

“Si cara, ma tanto sono talmente eccitata anch’io che mi basterà appoggiare il buco sul suo naso per venire come una fontana”

Io mi metto sulla faccia e Silvia prende il mio posto, lei mi succhia il seno, il naso lì la lingua là, mmm! Sono totalmente partita anch’io, afferro la mano destra dello schiavo e mentre vengo gliela mordo con forza, Silvia mi guarda con ammirato stupore:

“Si deve soffrire mentre vengo….!”

Rimango seduta, il naso puntuto è proprio dove lo voglio, scambio un bacio con Silvia, poi giro un piede e mi alzo repentinamente:

“ Silvia un brandy e una siga?”

“Si volentieri cara”

Ma mentre ero girata per riempire i bicchieri e accendere una sigaretta per tutte e due, Lei, senza neanche alzarsi dal corpo dello schiavo si frega il mio posto sulla faccia, mi giro, mi metto a ridere e quasi faccio cadere i bicchieri, anche lei ride, mi siedo accanto a lei sullo stomaco, poso i bicchieri sul tavolino e le passo una sigaretta. Rimaniamo in silenzio diversi minuti, siamo in assoluto relax, ogni tanto ci guardiamo e ci scambiamo un bacino, nel silenzio, si sente solo un leggero lamento di fatica dello schiavo, ma per noi è come se suonasse Mozart.


“ti fermi qui stanotte?”

“No cara, non sono preparata”

“ ma dai ti dò tutto l’occorrente, sarebbe bellissimo, appoggeremmo i piedi su di lui e dormiremmo soporitamente”

“non ho quello che mi serve per le lenti a contatto mi spiace”

Ancora un po’ di silenzio mentre sorseggiamo il nostro brandy, vedo lei ridere senza motivo :

“che è successo?”

avvicina le labbra al mio orecchio:

“ho fatto uno scorreggino sul suo viso”

prima di allontanare le labbra mi lecca l’orecchio

“Oh! Come mi dispiace! Povero caro”

Ci baciamo incrociando le lingue.

“Patrizia ho un’idea; domani mattina potremmo andare al mare, ho una villetta a 100 km da qui che da proprio sul mare, abbiamo anche la spiaggetta privata, inaccessibile per tutti se non dal mare”

“bellissimo; per me va bene, rimaniamo lì per la notte pure no?”

“Si certo, ma vorrei chiederti se possiamo portarci questo coso qui sotto di noi’”

“ma naturale Silvia, certo che si già, mi è mancato al ristorante figurati per due giorni”

“Ok ora me ne vado è tardi, alle 10 sarò qui ok?”

“si certo”

“Patrizia mi indichi il bagno?”

“e’ proprio sotto dove sei seduta ora”

Lei mi guarda tra l’incuriosito e il divertito

“aspetta ti faccio vedere”

Mi alzo vado a prendere l’attrezzo per la pipì; consiste in una specie di imbuto largo, molto morbido però, solo che invece del beccuccio finale c’è un tubo, chiedo a Silvia di alzarsi, metto il tubo dentro la bocca dello schiavo, poi metto l’imbuto sotto la fica, spiego alla mia amante di quella sera, che così non ho bisogno neanche di perdere un attimo magari se sto vedendo un film, infatti mi giro e mentre guardo la tv posso pisciare, non mi accorgo neppure di lui, so che beve e basta. Quando finisco, immediatamente lui toglie il tubo dalla bocca, poso l’imbuto e mi accomodo sulla sua faccia e lui mi pulisce, ma non l’ho solo spiegato, l’ho anche fatto:

“Sei una grandissima meravigliosa porca, dai dai fammi fare”

Si mette nella mia stessa posizione, inarca il sedere meraviglioso e piscia

“ingozzati di piscio maiale”

L’aria si sta surriscaldando di nuovo, ma no! Domani avremo tempo, tanto tempo.

Ci salutiamo con un bacio.

“andiamo a letto bestia!”

Si alza mi segue, lo faccio passare dal bagno, io sono già sdraiata sul letto, quando arriva, alzo una natica con la mano e gli dico:

“fammi addormentare dolcemente mentre mi lecchi il culo, sù sbrigati! la faccia qui dentro; quando mi sarò addormentata appoggia il tuo viso ai miei piedi”

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