LEGGERE QUESTA NOTA PRIMA DEL CAPITOLO: La parte 4 introduce Natsu Hyuga, un personaggio davvero secondario che immagino sia sconosciuta alla maggior parte di voi, anche ai lettori di Naruto. Vi prego dunque di dare un occhiata al personaggio tramite il seguente link, così da essere preparati quando entrerà in scena.
https://naruto.fandom.com/wiki/Natsu_Hy%C5%ABgaIl tempo scorre così rapidamente a volte, veloce come Rock Lee in quel giorno in cui per la prima volta aveva fatto provare a Gaara un sentimento a lui estraneo come la paura, il timore di aver sottovalutato un avversario che ad ogni colpo, veloce come il fulmine, stava disentegrando le sue certezze come stava facendo con la sua impenetrabile difesa di sabbia. Erano passate tre settimane da quando Sakura aveva tirato fuori dalla sua tasca quelle terribili pillole come un prestigiatore tira un coniglio fuori da un cilindro. La kunoichi dai capelli rossi e le due giovani Hyuga erano state fedeli alla loro parola e come promesso avevano cambiato radicalmente il regime alimentare di quella povera ragazza bionda che una volta era una kunoichi forte e rispettata ed ora era al loro servizio come la più umile delle servitrici. In 20 giorni Ino aveva già quasi dimenticato il sapore di un vero pasto, di un ramen caldo, di un delizioso pesce fresco…tutto era diverso ora, tutto gustava come quelle disgustose pillole scure che, proprio come le aveva detto Sakura, avevano sempre un sapore diverso, visto che sempre diversi erano gli ingredienti utilizzati per produrle…anche se essi avevano una cosa in comune, proveniva ogni cosa dalla spazzatura della sua grande rivale.
Non solo il suo gusto ero cambiato in quelle settimane, ma anche il suo aspetto era già molto differente. Ino sapeva che quelle pillole contenevano una quantità smisurata di calorie, sapeva che l’avrebbero fatta ingrassare, Sakura non glielo aveva certo nascosto, anzi si era divertita un mondo a dirle che sarebbe diventata velocemente più grassa di Choji, ma dopo tre settimane fu comunque uno shock scoprire quanto le minacce della sue rivale si fossero rivelate veritiere. Ino non aveva bisogno di vedersi allo specchio per capire quanto fosse diversa, poteva vedere quanto fossero più tozze le sue braccia e le sue mani, poteva sentire le cosce strofinarsi tra loro e provocargli una fastidiosa irritazione, e soprattutto poteva sentire la fatica durante lo svolgimento di quelle attività che fino a poco tempo prima avrebbe potuto fare senza perdere una goccia di sudore. Ora anche salire pochi gradini era diventato difficile, come era complesso rialzarsi dopo essere stata per ore a quattro zampe, pulendo i sandali delle sue Padrone o leccando via le impronte dei loro piedi sudati dal pavimento del dojo, come era ormai solita fare dopo ogni allenamento delle due giovani Hyuga. Riguardo ai suoi allenamenti in vista del rematch contro Sakura davanti a Tsunade, ai consiglieri ed al resto del villaggio…beh, diciamo solo che non stavano andando molto bene.
- Zerbino -
La voce squillante di Hanabi risvegliò improvvisamente Ino da quel sogno ad occhi aperti che la giovane stava facendo mentre stava spolverando la camera di Hinata sama, approfittando della assenza della sua magnifica Dea, partita pochi giorni prima per una nuova missione. Ino si affrettò a raggiungere il genkan ma il suo nuovo fisico le impediva di muoversi con la velocità e l’agilità normale per uno shinobi, un’abilità che sembrava essere scomparsa, seppellita sotto quello strato di grasso che aveva preso possesso del suo corpo e cominciato a comprimere i suoi organi.
Hanabi non sembrava di buon umore quando finalmente Ino si distese per terra davanti alla seconda figlia di Hiashi Hyuga, in attesa di essere usata ancora una volta come uno zerbino umano, un’umiliazione a cui nessuno avrebbe mai potuto abituarsi. Ma questa volta Hanabi sembrava avere qualcosa di diverso in mente, non voleva usare il corpo di Ino per pulirsi i piedi prima di entrare in casa, voleva invece sfogare su di lei la sua rabbia per l’ennesima missione di basso livello che le era stata appena assegnata. Ino non riuscì a trattenere un gemitò di dolore quando la ragazza saltò sul suo stomaco con violenza, affondando il suo piede destro proprio nel punto i cui si trovava il fegato di Ino, un organo già sofferente per la dieta delle ultime settimane. Ma quel salto fu solo l’inizio e ben presto Hanabi cominciò a camminare lungo tutto il corpo della sua miserabile serva senza alcuna pietà, come al solito, provando un particolare piacere nello schiacciare sotto le sue suole il seno di Ino, ora di quasi due taglie più grosso.
- Stai zitta, gli zerbini non parlano - Hanabi disse poco dopo, quando Ino gemette nuovamente di dolore.
Per non essere disturbata dai lamenti della giovane Yamanaka, Hanabi le pressò con forza un piede sulla bocca, mentre il sinistro continuava a calpestare il seno di Ino senza pietà, utilizzando persino il chakra sotto i suoi piedi, proprio come si fa per scalare un albero o camminare sull’acqua, per rafforzare la sua presa e causare un danno maggiore alla povera ragazza sotto di lei.
- Ho detto di fare silenzio - Hanabi ripetè e stufa del servizio poco efficiente della sua serva le infilò rudemente quasi tutto il piede dentro la bocca, rischiando di soffocare Ino.
La ragazza bionda cominciò a contorcersi, il dolore al seno era insopportabile e quel piede in bocca non le permetteva nemmeno di respirare correttamente, oltre a farla quasi vomitare. Ma la sua disperazione sembrò incrementare ancora di più il sadismo di Hanabi che mise anche il piede sinistro sulla faccia di Ino e con le sue dita dei piedi le intrappolò il naso, sbarrando l’unica via di accesso che era rimasta all’ossigeno per entrare nei polmoni di Ino. La ragazza bionda non ebbe nemmeno il tempo di festeggiare il momentaneo sollievo al seno, che già doveva lottare per non morire soffocata sotto i piedi crudeli di Hanabi che quel giorno sembrava quasi un’altra persona. Non che di solito fosse la ragazza più gentile del mondo ma…
Hanabi era curiosa di vedere la reazione di Ino, nonostante tutto la ragazza avrebbe potuto ribellarsi, dentro di lei ci doveva ancora essere quell’istinto di sopravvivenza che spinge l’essere umano a lottare anche nelle situazioni più disperate e persino Ino non poteva rimanere inerme mentre stava per morire soffocata. Hanabi attese due lunghi ed interminabili minuti prima di comprendere che Ino non aveva la forza per salvare la sua stessa vita ed alla fine la giovane Hyuga, con un espressione disgustata, liberò il naso della sua serva e le tolse il piede dalla bocca, permettendole di ricominciare a respirare. Ma ovviamente le sofferenze di Ino non erano finite e ben presto Hanabi rimise entrambi i piedi sul seno della ragazza e cominciò nuovamente a saltellare su di esso, facendo finta di allenarsi.
- Non capisco proprio di cosa tu ti stia lamentando, non vedi quanto il tuo corpo sia molto più adatto ora ad essere uno zerbino? Già, tutto quel grasso ti ha reso molto più…morbida, sì, questa è la parola giusta. E confortevole direi, è un vero piacere per i miei delicati piedi camminare su di te ora. Dovresti essere felice di questo, no? Servire al meglio le tue Padrone dovrebbe essere lo scopo della tua miserabile vita, giusto? - Hanabi chiese sbeffeggiando la povera Ino e continuando a schiacciare con forza il suo seno sotto i suoi piedi. Ma la ragazza non voleva udire una risposta e così continuò il suo discorso - Ti preferisco di gran lunga così, Ino, devo ricordarmi di ringraziare Sakura quando la vedrò la prossima volta, lei ha avuto davvero una brillante idea. D’altronde a cosa ti servirebbe adesso un bel corpo atletico e tonico di uno shinobi? No, molto meglio questa tua nuova versione, comoda e confortevole, perfetta per essere un magnifico zerbino -
Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime che cominciarono a bagnarle il viso ormai paffuto, quel dolore era quasi impossibile da sopportare, un dolore fisico e psicologico al tempo stesso, un mix letale che Hanabi sapeva usare contro di lei meglio di chiunque altro, calpestando il suo corpo e la sua dignità allo stesso tempo.
- Sai, penso che attualmente con i tuoi canali del chakra fuoriuso, tutto quel grasso e la tua stamina praticamente inesistente, forse anche un civile riuscirebbe a sconfiggerti in uno scontro. Mi chiedo proprio come farai a combattere contro Sakura ora che sei diventata inutile persino come sparring partner nei nostri allenamenti quotidiani. Beh certo, non eri molto utile neanche prima, visto il tuo basso livello, ma qualche colpo riuscivi a schivarlo…ogni tanto. Però devo dire che è piacevole prendere a calci un sacco di lardo come te, anche Hinata mi ha confessato di amare prendere a calci quel tuo grasso sedere, aspettandosi quasi di sentire un grugnito uscire dalla tua bocca al posto di un gemito di dolore. Oh, parlando di maiali, quasi dimenticavo di darti la tua pillola…è la terza oggi, giusto? -
Ino stava ancora piangendo quando Hanabi scese finalmente dal suo corpo, ma la ragazza sapeva bene che una nuova umiliazione era in arrivo, come sapeva bene che Hanabi aveva perso il conto di proposito, come aveva fatto spesso in quei giorni così da poterle fare mangiare anche 6 o 7 pillole, superando un limite che la stessa Sakura aveva fissato, dicendo che era pericoloso fare assumere ad Ino altre calorie, che erano già 4 volte superiori a quelle che un uomo medio avrebbe dovuto assumere in un giorno.
Con estrema fatica, Ino cercò di rimettersi in piedi per seguire Hanabi in cucina ma le faceva male ogni muscolo del suo corpo e la ragazza decise di gattonare come un cane o come il maiale in cui si stava velocemente trasformando. Ino raggiunge la sua Padrona in cucina proprio quando la ragazza aveva afferrato la busta che conteneva una nuova Pillola del maiale ma a differenza del solito, la giovane Hyuga non la mise per terra e disse ad Ino di seguirla. La ragazza bionda non potè fare altro che obbedire e seguire stancamente la sua Padrona, gattonando dietro di lei. Solo diversi secondi dopo Ino si accorse che Hanabi era entrata nel bagno degli ospiti che non veniva usato letterlamente mai, o almeno non da quando Ino viveva lì.
- Ecco qua, mangia il tuo pasto, perdente - Hanabi disse facendo cadere la Pillola proprio dentro il gabinetto.
Ino non poteva credere a quello che aveva appena visto, Hanabi aveva davvero gettato il suo pasto, già disgustoso di suo, dentro il gabinetto riservato agli ospiti? E lei come avrebbe dovuto mangiarlo? Infilando la sua testa dentro il gabinetto e…e mangiare con la bocca quella ”pallina” nera e disgustosa che galleggiava nell’acqua?
- Non fare quella faccia, lo sai che non usa nessuno questo bagno. Non vedi quanto è pulito? - Hanabi disse all’improvviso come se quelle parole dovessero rincuorare la sua serva.
“Ok, il bagno sarà pure pulito ma quello rimane comunque un gabinetto e lei vuole che io mangi il mio “pasto” che galleggia lì dentro. Ma non vede quanto tutto questo è assurdo?” Ino pensò avvicinandosi lentamente alla tazza del water, che continuava a fissare con orrore.
La ragazza Yamanaka sapeva però di non poter disobbedire, sapeva che non ne aveva la forza, come non aveva avuto la forza di dire ad Hanabi che si era sbagliata, che quella sarebbe stata già la quinta ed ultima pillola del giorno, non la terza. Consapevole dell’atto degradante che stava per fare, l’ennesimo nelle ultime settimane, Ino infilò la testa dentro il water e con grandi difficoltà tirò fuori la lingua e l’avvicinò a quell’acqua che sembrava pulita ma che poteva nascondere un infinità di germi.
- Lascia che ti aiuti - Hanabi disse un attimo dopo ed Ino sentì immediatamente il piede nudo della ragazza sulla sua testa, spingendola sempre più dentro la tazza del water.
Sempre più umiliata, Ino non potè fare altro che mangiare in quel terribile modo, quasi come un cane, mentre Hanabi continuava a tenere il suo piede saldamente sui bei capelli biondi della sua serva. Quando Ino finalmente terminò di mangiare il suo “delizioso” pasto, la ragazza cercò rialzarsi e far uscire la testa da dentro la tazza del water ma Hanabi intervenne ancora una volta.
- Non essere maleducata Ino, lo sai che dopo aver mangiato bisogna pulirsi la bocca per bene - E così dicendo la ragazza tirò lo sciacquone del water.
Ino dovette attendere pochi secondi che sembrarono infiniti, la sua faccia e parte dei suoi capelli erano totalmente bagnati. L’acqua del gabinetto aveva lavato via i residui appiccicosi di quella terribile pillola e spazzato via l’ultima briciola di dignità di quella ragazza che era nata per essere l’erede del clan Yamanaka.
Solo qualche ora dopo Hanabi informò Ino della sua imminente partenza e che la ragazza si sarebbe dovuta trasferire a casa di Sakura per qualche giorno.
“Sakura ti aspetta dopo il calar del sole e sembrava fuori di sè dalla gioia quando le ho detto che saresti stata la sua serva durante l’assenza mia e di Hinata”
Ino non aveva faticato a credere alle parole di Hanabi che stava finendo di preparare il suo zaino per la sua missione che l’attendeva e che ancora una volta non sembrava aver soddisfatto le sue aspettative. Ma la giovane Hyuga non aveva ancora terminato il suo discorso.
- Fino al tramonto, dovrai continuare a svolgere le tue faccende sotto la supervisione di Natsu, cerca di non farla arrabbiare come l’ultima volta - e cosi dicendo Hanabi scoppiò a ridere e se ne andò.
Ino deglutì nervosamente mentre l’ansia cominciava a prendere possesso del suo corpo. Ino sapeva perche Hanabi trovasse la cosa tanto divertente, vedere Ino comandata a bacchetta da una serva, da quella ragazza che per anni aveva servito e scortato Hanabi dovunque, doveva essere una vista molto appagante. Ino ricordava quando Natsu era tornata da quel lungo viaggio in cui aveva accompagnato il suo capo clan che per il momento non aveva più bisogno di lei, e la ragazza Yamanaka ricordava fin troppo bene la prima volta in cui lei aveva supervisionato il suo lavoro all’interno della residenza degli Hyuga. Ino non conosceva molto bene Natsu, aveva visto solo poche volte quella ragazza coi capelli corti di colore verde scuro che di solito indossava un lungo kimono nero con un grembiule bianco sopra. In quelle rare occasione in cui Ino aveva incontrato la ragazza, che apparteneva alla casata cadetta degli Hyuga, la giovane le era sembrata una persona gentile e calma ed aveva sempre trattato Ino con il massimo rispetto. Ma tutto ciò era solo un ricordo ora che Natsu non vedeva più Ino come un ospite delle sue signore ma come una vera schiava, cosa che Hinata ed Hanabi non le avevano certo nascosto. Natsu non aveva quindi perso tempo a sfogare su Ino tutte le sue frustrazioni, come a voler sottolineare la nuova differenza di status che c’era ormai tra le due ragazze. Per tale motivo Ino temeva sempre quelle ore in cui la cameriera degli Hyuga aveva il compito di supervisionare il suo lavoro, qualcosa che la giovane faceva in modo assolutamente spietato…e quel giorno non fu certo diverso.
- Ci sono ancora delle pieghe sul lenzuolo, fallo di nuovo -
Ino imprecò sotto voce dopo aver udito quelle parole per la terza volta di fila, ma sapeva bene che Natsu non avrebbe accettato altro che la perfezione ed avrebbe continuato a starle col fiato sul collo fino a quando i letti delle sue signore non fossero stati perfetti.
- Sì Natsu sama, mi perdoni -
Ino trovava estremamente umiliante chiamare in quel modo una serva, ma quello serviva a ricordarle ancora una volta quanto lei fosse caduta in basso e che occupava davvero l’ultimo gradino della scala sociale all’interno della residenza degli Hyuga. La giovane Yamanaka osservò per un istante il suo severo supervisore che sembrava quasi non provare alcuna emozione, come se fosse una sorta di robot, ed Ino riprese a rifare il letto di Hanabi per l’ennesima volta, consapevole che da lì al tramonto avrebbe ricevuto una serie infinita di rimproveri.
Hmm, può andare per il momento…ma dovrai impegnarti di più la prossima volta -
Ino non ebbe il tempo di rallegrarsi per quelle parole perchè Natsu la condusse subito nella stanza di Hinata e le ordinò di pulire il pavimento. La ragazza bionda non potè fare a meno di inginocchiarsi nuovamente per terra e cominciare a strofinare il pavimento con uno straccio molto simile a quello che lei indossava fuori di casa. Ino voleva poter dire di essersi abituata ad essere vista nuda dalla sue due Padrone o da Natsu, ma non era esattamente così e soprattutto con quest’ultima era tremendamente umiliante lavorare senza nulla indosso. Natsu come sempre appariva incurante del corpo nudo di quella ragazza che era ormai una sua sottoposta, e la giovane cameriera degli Hyuga continuava ad esplorare la stanza di Hinata con il suo Byakugan alla ricerca della più piccola traccia di sporcizia.
Lì, hai dimenticato di pulire in quell’angolo -
Ma io… - Ino cercò di protestare prima di essere interrotta.
- E lì vicino al letto, non hai visto quanta polvere? E’ un lavoro assolutamente inaccettabile. Fallo di nuovo…e usa la tua lingua stavolta, come punizione -
Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime, non era giusto, la stanza era pulita e lei non poteva vedere quelle tracce microscopiche di sporco che invece Natsu aveva rilevato grazie al suo potente dojutsu, senza considerare il fatto che Hinata non c’era e non aveva senso pulire così tanto quella stanza. Ino però non ebbe la forza di protestare o di dire quello che pensava a Natsu che sorrise per la prima volta quel giorno proprio mentre Ino cominciava a leccare il pavimento. Mentre la lingua di Ino si muoveva senza sosta sul pavimento di legno, che proprio come lei affermava era pulito, Natsu continuava a muoversi avanti e dietro per la stanza, i suoi piedi nudi calpestarono più di una volta le dita di Ino, apparentemente in modo involontario ma la giovane Yamanaka sapeva che non era affatto così e dovette sopportare il dolore in silenzio.
Qui - la giovane indicò toccando con l’alluce un punto in cui i suoi potenti occhi avevano visto dello sporco che Ino non potè fare altro che leccare via.
Ancora una volta niente di quello che Ino fece sembrò soddisfare il suo supervisore che continuò a rimproverarla a lungo, perdendo sempre di più la pazienza.
- Non hai visto quella ragnatela? Rimuovila immediatamente - disse ancora Natsu, sfruttando al massimo il suo Byakugan per punire sempre di più quella sfortunata giovane donna che per uno strano scherzo del destino era finita sotto il suo controllo.
Ino poté solo strisciare fino al punto indicato e...
- Cosa stai facendo? Ti ho detto di usare la lingua come punizione -
"Cosa? Vuole davvero che rimuova questa ragnatela con la lingua? Non posso, è troppo disgustoso"
Natsu odiò quell'esitazione e prima che Ino se ne rendesse conto, nelle mani della donna era comparso un piccolo ma pericoloso frustino che sferzò l'aria e colpì la giovane Yamanaka sulle natiche.
Solo dopo più di due minuti, quando il sedere di Ino era ormai rosso e dolorante, la giovane donna fu "libera" di obbedire a quell'ordine macabro, mangiando quella ragnatela, fortunatamente priva di ragni e delle sue vittime. Non che la cosa fosse di grande aiuto e Ino rischiò di vomitare più di una volta, ma il frustino di Natsu fece in modo che ciò non accadesse.
Ma solo quando le due ragazze si spostarono in cucina, Natsu si arrabbiò veramente.
- Non posso crederci, e tu hai osato dirmi di aver pulito qui? Non vedi quanta polvere c’è sopra quelle mensole? -
“No, non la vedo…scusa se non ho i tuoi occhi” Ino avrebbe voluto replicare ma ancora una volta dalla sua bocca uscì un debole:
- Mi scusi Natsu sama -
- Sai solo scusarti? Ho capito, devo fare tutto io qui, come al solito - Natsu replicò stizzita, prima di schioccare imperiosamente le dita e aggiungere - A terra, vediamo se almeno puoi essermi utile in qualche modo -
Ino si distese a pancia in giu, consapevole di quello che sarebbe successo poco dopo. Ancora una volta qualcuno la stava usando come uno zerbino, una sorta di sgabello, e Natsu era salita sul suo corpo per raggiungere quelle mensole che erano decisamente troppo in alto per lei. Ino dovette stringere i denti per non lasciarsi sfuggire un gemito di dolore mentre la giovane cameriera degli Hyuga continuava a camminare sul suo corpo, mentre spolverava quelle zone che Ino aveva trascurato, o così lei diceva. Natsu sembrava provare uno strano piacere a calpestare con maggiore forza la nuca di Ino, nel mezzo delle sue spalle e ovviamente sulle sue natiche doloranti. Nonostante stesse facendo il suo vecchio ed umile lavoro, per la prima volta la giovane cameriera si sentiva importante, come se avere qualcuno sotto i propri piedi le desse una parte di quella nobiltà che avevano avuto sempre e solo i membri della casa principale degli Hyuga.
- Non ci arrivò lassù, mettiti a quattro zampe -
La giovane pronunciò quelle parole ma non scese dal corpo della povera Ino che dovette usare tutte le sue energie per cambiare posizione e mettersi a quattro zampe nonostante il peso di Natsu sulla sua schiena e sulla sua nuca.
- Stai attenta a non farmi cadere, perdente -
Il calcio di Natsu sulla sua nuca fu molto doloroso ma Ino riuscì comunque a completare quella difficile operazione ed a permettere al suo supervisore di raggiungere finalmente la mensola più in alto. Le braccia di Ino cominciarono a tremare per la fatica, ancora una volta la giovane si rese conto che il suo nuovo fisico era ben lontano dalla prestanza atletica posseduta dalla vecchia Ino che sapeva di non poter resistere ancora a lungo sotto i piedi di Natsu che sembrava decisamente perdere tempo di proposito. Dieci minuti dopo Ino era allo stremo, numerose gocce di sudore caddero dalla sua fronte al pavimento e la ragazza sperò che Natsu non se ne accorgesse o gliele avrebbe fatte leccare via, ma i suoi pensieri furono interrotti quando le sue braccia cedettero improvvisamente. Natsu non cadde rovinosamente per terra solo grazie alle sue abilita ninja ma la ragazza era comunque furiosa.
- Sei un idiota! - la ragazza dai capelli verdi le urlò, quella giovane così educata e gentile che Ino aveva conosciuto anni prima, era scomparsa. Il suo frustino colpì nuovamente e per 5 lunghi minuti, poi quasi rassegnata, Natsu aggiunse: - Ma c’è qualcosa che tu sappia davvero fare? -
Natsu non sapeva se essere felice o meno che Ino fosse peggio di lei sotto ogni punto di vista, il suo lavoro era mediocre e questo la costringeva a dover lavorare per pulire quello che Ino aveva trascurato ma ciò le dava anche la possibilità di punire ed umiliare la ragazza Yamanaka, qualcosa che Natsu aveva rapidamente imparato ad amare.
- Io…io sono brava a pulire scarpe…e leccare piedi -
Ino non compresè perchè quelle parole le erano uscite dalla bocca, perchè aveva fatto a Natsu una confessione tanto patetica che ovviamente fece apparire un sorriso sul viso della giovane cameriera degli Hyuga, una confessione che non le avrebbe certo fatto guadagnare il rispetto di Natsu ma che le avrebbe dimostrato ancora di più quando patetica fosse diventata quella ragazza che una volta aveva servito portandole da bere mentre era in compagnia di Hinata e che ora poteva usare come uno sgabello mentre puliva la casa delle sue Signore.
- Davvero? Questo è tutto quello che hai da offrire? Beh, mostrami cosa sai fare dunque, vediamo se stai dicendo la verità o se sei davvero del tutto inutile -
Ino non potè che maledire se stessa per essersi cacciata da sola in quella situazione e come poteva dunque rifiutarsi quando Natsu la condusse nel genkan e le disse di pulirle i suoi sandali proprio come faceva con quelli di Hinata ed Hanabi? E proprio come la più giovane delle due sorelle era solita fare, Natsu rimase lì ad osservare Ino che le puliva i sandali, ma non come una personale normale, non utilizzando una spazzola o qualche altro utensile, Ino lo faceva con la sua lingua che esplorava ogni centimetro di quei sandali con l’abilità di chi aveva fatto quell’operazione numerose volte. La giovane Yamanaka poteva sentire lo sguardo di Natsu su di lei, ma questo non le impedì di svolgere il suo lavoro alla perfezione, quasi come se volesse dimostrare al suo supervisore che non aveva mentito, che esisteva davvero qualcosa che Ino sapeva fare meglio di chiunque altro. Per quella ragione quindi la ragazza bionda cominciò ad annusare i vecchi sandali di Natsu con intensità, facendo entrare nei propri polmoni quel forte odore di piedi che era frutto di anni e anni di lavoro al servizio della casata principale degli Hyuga. Ino non potè fare a meno di paragonare quell’odore a quello delle sue due Padrone ed alla fine la giovane pensò che esso era molto più simile a quello di Sakura, nonostante Natsu fosse una Hyuga come Hanabi ed Hinata. Nel frattempo la ragazza con i capelli verde scuro osservava la scena con in volto un mix di soddisfazione e disgusto, come poteva qualcuno fare una cosa così degradante? Quello era qualcosa che lei non avrebbe mai fatto, neanche se qualcuno della casata principale avesse cercato di costringerla grazie al sigillo maledetto marchiato sulla sua fronte da più di 16 anni. No, quello non era il lavoro di una serva, quello era il compito di una schiava.
- Devo dire che non mentivi, hai fatto davvero un buon lavoro nel pulire i miei sandali - Natsu disse qualche minuto dopo, giudicando il lavoro di Ino.
- Grazie Natsu sama - Ino rispose subito, felice di aver finalmente dimostrato il suo valore al suo severo supervisore che tuttavia non aveva dimenticato il resto delle sue parole.
- Ora non resta che vedere se sei così brava anche a leccare i piedi. Dai, fai in fretta…il sole tramonterà tra poco -
Con la solita vergogna, Ino strisciò ai piedi di Natsu e senza perdere tempo cominciò a leccarli cercando di dare il meglio di sè, di dimostrarle che lei era davvero utile in qualcosa, anche se in una cosa così degradante. I piedi della giovane non erano belli come quelli delle sue Padrone, si vedeva che Natsu lavorava molto e nelle sue piante c’erano diversi calli, ma ciò non fermò Ino che continuò a muovere senza sosta la sua lingua dai talloni della ragazza alle palle dei suoi piedi. Ancora una volta Ino si ritrovò ad analizzare il gusto dei piedi di un altro essere umano e decise che quello di Natsu era decisamente il peggiore tra quelli che aveva assaggiato fino a quel momento. Il sapore era molto forte soprattutto tra le dita dei piedi della giovane cameriera degli Hyuga, e ci vollero diversi leccate per rimuovere quasi del tutto le tracce del sudore dei suoi piedi che in quel punto si era miscelato con altra sporcizia che Ino dovette ingoiare senza lamentarsi.
Natsu trovò la lingua di Ino estramente piacevole, molto più di quanto si sarebbe mai immaginata e si disse che da quel momento in poi avrebbe usato quella patetica ragazza più spesso in quel modo. Non solo la lingua della giovane Yamanaka stava massaggiando i suoi piedi stanchi, facendola rilassare come mai prima di allora, ma era come se ad ogni nuova leccata, Natsu si sentisse più forte e sicura di sè, per la prima volta nella sua vita si stava sentendo più come una regina che come una serva. Probabilmente il fatto che Ino non fosse una semplice kunoichi, ma l’erede di uno dei clan più importanti del villaggio, rendeva il tutto ancora più speciale e Natsu dovette trattenere un gemito di piacere quando usò la lingua di quella patetica schiava come una sorta di zerbino, strofinando rudemente i suoi piedi contro di essa.
- Avevi decisamente ragione, sei buona solo per pulire scarpe e leccare piedi - Natsu disse ad un certo punto, senza allontanare i suoi piedi dalla faccia di Ino che si sentì stranamente felice di udire quel “complimento”. Ma la giovane cameriera non aveva ancora terminato e aggiunse - Complimenti, sei brava solo in quelle cose che farebbe solo un animale o una schiava…e tu quale sei dei due? -
E con quella domanda Natsu si allontanò, il sole stava tramontando ed una nuova sadica Padrona stava aspettando Ino con trepidazione dall’altra parte del villaggio.
- Benvenuta, Ino Pig. Sei pronta ad prenderti amorevolmente cura di me in questi giorni? -
Ino non aveva mai visto Sakura così felice ed il motivo di quella gioia non era certo un mistero, se la ragazza dai capelli rosa aveva amato poter usare brevemente Ino quelle due volte a casa della loro amica Hinata, cosa avrebbe fatto ora che avrebbe avuto il totale controllo sulla sua rivale per giorni?
- Togliti quello straccio prima di entrare, Maial Ino, puzza da morire e non voglio che quel fetore infesti la mia casa -
Quelle parole umiliarono tremendamente la giovane Yamanaka che avrebbe voluto urlarle che non era una sua scelta indossare quell’ “abito” orrendo, quello straccio che veniva usato dalle sue Padrone per pulire i loro bei corpi sudati dopo i loro allenamenti, che non era una sua scelta andare in giro con una cosa così puzzolente indosso che tra l’altro quasi non le entrava più ora e si era scucito in diversi punti. Tuttavia Ino rimase ancora una volta in silenzio e senza dire una parole si tolse lo straccio, che lasciò fuori dalla porta, ed entrò in casa della sua rivale totalmente nuda, provando vergogna per quello che stava facendo e per quello che era diventata.
- Vedo che le mie pillole del maiale stanno funzionando benissimo, ma guardati! Sei davvero bellissima, una bellissima scrofa…e aspetta di vedere il risultato finale - Sakura disse ridendo a crepapelle, i suoi occhi continuavano a studiare il corpo ormai grasso e molliccio delle sua rivale che aveva già perso tutta la sua bellezza e che oramai non poteva più competere con lei neanche da quel punto di vista.
Sakura era una kunoichi migliore e lo sapeva, era più forte, più agile, aveva una conoscenza dei jutsu medici seconda solo a Tsunade oramai ed Ino non aveva nessuna possibilità di competere con lei, aveva perso totalmente quella gara che era durata anni. Ma fino a poche settimane prima Ino aveva ancora la sua incredibile bellezza, qualcosa che la rendeva estremamente pericolosa, qualcosa che avrebbe potuto rovinare i piani di Sakura riguardo Sasuke, quando l’ultimo bellissimo superstite del clan Uchiha sarebbe finalmente tornato al villaggio.
“Adesso Sasuke non ti guarderebbe neanche per un attimo, e se lo facesse lo farebbe con un espressione di disgusto. No, ormai il mio Sasuke non può che scegliere me” Sakura pensò felice mentre mostrava ad Ino la sua casa, che la giovane Yamanaka aveva visitato l’ultima volta ben cinque anni prima.
Sakura decise di cominciare a giocare con la sua nuova serva nella piccola cucina e dopo aver condotto lì Ino, la padrona di casa, disse:
- Sei proprio arrivata al momento giusto, non ho ancora “cucinato” le tue meravigliose pillole ed ora potrai aiutarmi ed assistere alla loro speciale produzione -
Ino sapeva benissimo che le sue umiliazioni stavano per ricominciare ma non aveva la forza per opporsi ne per guardare la sua rivale che continuava a ridacchiare. La ragazza bionda decise dunque di studiare il pavimento di legno su cui era inginocchiata, mentre Sakura prendeva delle ciotole di diversa grandezza e colore. Solo qualche istante dopo, la ragazza fece un piccolo balzo e si sedette sul tavolo della cucina, cominciando a dondolare i suoi piedi nudi a mezz’aria, a pochi centimetri dal viso di Ino che tuttavia non si mosse, sapeva che non avrebbe avuto senso e che presto o tardi sarebbe stata di nuovo ai piedi della sua vecchia amica.
- Cominciamo a preparare il primo ingrediente, va bene? - Sakura disse facendole l’occhiolino e porgendo ad Ino un tagliaunghie.
“Ma per la tua dieta ho deciso di essere particolarmente buona e ho scelto di insaporire ancora di più la tua “brodaglia” utilizzando alcune unghie dei miei piedi, la loro pelle secca…”
Ino ricordava quelle parole come se Sakura le avesse pronunciate il giorno prima. Erano invece già passate tre settimane da quel giorno in cui la ragazza le aveva raccontato l’origine di quelle pillole disgustose che Ino era stata costretta a mangiare da allora, lottando ogni volta contro il loro gusto nauseabondo e contro l’umiliazione. Ino sapeva che Sakura non aveva mentito, sapeva che la sua rivale aveva davvero messo ogni genere di schifezza possibile dentro le pillole ed oggi ne avrebbe avuto la conferma definitiva. Con la mano tremante Ino prese il tagliaunghie che Sakura le aveva dato, e con grande lentezza la giovane Yamanaka si avvicinò ai piedi della sua momentanea “proprietaria” e ne studiò le unghie, che erano decisamente più lunghe di quando aveva incontrato l’amica/rivale nella residenza degli Hyuga.
- So a cosa stai pensando, so quale domanda sta riempendo quel piccolo cervello dentro la tua scatola cranica -
Ino alzò la testa e per la prima volta quel giorno i suoi occhi incontrarono quelli della sua rivale, che senza esitazione continuò a dire:
- Ti stai domandando come posso avere le unghia dei piedi così lunghe, vero? Stai cercando di capire come può un ingrediente così speciale ma così raro essere sempre presente nelle tue pillole. Beh, la soluzione è molto semplice. Sto usando un particolare jutsu che mi permette di rigenerare velocemente le mie unghie dei piedi. Sai, è una tecnica particolarmente faticosa e dovresti ringraziarmi per questo grande sacrificio che sto facendo per te -
- Gr…grazie Sakura sama -
Quel giorno quelle erano state le prime parole pronunciate da Ino da quando aveva messo piede nella casa della sua rivale, e le sue prime parole erano state un ringraziamento per quello che Sakura faceva per offrirle sempre delle unghie dei piedi fresche da mangiare dentro le sue pillole. Quanto in basso era caduta? E quanto ancora poteva cadere? Esisteva davvero un limite alla sua perversione, alla sua follia?
- Prego, Maial Ino. Ora inizia a tagliarmi le unghie e stai attenta, se mi ferisci calpesterò quella tua faccia fino a farti perdere tutti i denti -
Consapevole della forza bruta che la giovane possedeva, Ino rabbrividì e cominciò il suo lavoro con un attenzione quasi maniacale, per un attimo le sembrò quasi di essere nuovamente alla scuola medica di Tsunade sama, quando in classe stavano facendo un intervento chirurgico ad un rospo. Anche Sakura la osservava con la stessa concentrazione, ancora incredula che la sua grande rivale fosse ormai la sua serva e le stesse tagliando le unghie dei piedi che sarebbero presto diventate un ingrediente importante del suo pasto ultra calorico.
- No, non farle cadere per terra…diamine, non ti ricordi che dopo esse faranno parte del tuo pasto? Vuoi forse mangiare delle cose sporche, Ino Pig? -
Quel rimprovero di Sakura non aveva nessun senso per Ino, la sua rivale le aveva già detto che la maggior parte degli ingredienti delle pillole proveniva dalla sua spazzatura e ora si lamentava se le sue unghia dei piedi finivano per terra per qualche secondo?
“Esatto, le sue unghia dei piedi!” Una vocina urlò dentro di Ino, stavano parlando di fottutissime unghia dei piedi, erano già sporche!
Il conflitto interiore della ragazza Yamanaka non si mostrò a Sakura che continuò a ridacchiare mentre la sua nuova serva continuava diligentemente il suo lavoro, il primo umiliante compito di quel giorno che sarebbe stato lungo, molto lungo.
- Prendi quella ciotola e metti le unghia dentro, poi posala per terra proprio sotto i miei piedi e comincia con questa - Sakura disse qualche minuto più tardi, dando ad Ino una piccola pietra pomice.
Dopo aver obbedito, Ino tornò ad inginocchiarsi ai piedi della sua rivale, sapendo bene cosa avrebbe dovuto fare pochi secondi dopo.
“Ma prima i piedi non dovrebbero stare a mollo per qualche minuto?” La ragazza bionda si domandò cominciando a strofinare la pietra sulle belle piante dei piedi di Sakura. La pelle secca della ragazza cadeva dentro la ciotola come quei fiocchi di neve che solo rare volte avevano imbiancato Konoha, o per fare una similitudine più vicina alla sua triste situazione, come del formaggio grattugiato viene sparso sopra un delizioso pasto. Ino sapeva che il suo pasto era tutt’altro che delizioso, tre lunghe settimane le avevano dimostrato che non era neanche possibile abituarsi ad una cosa così disgustosa, ed ogni volta sembrava di mangiare quelle pillole come se fosse la prima.
Ci vollero altri dieci lunghi minuti prima di completare quella nuova umiliante operazione e solo quando l’ultimo granello di pelle morta cadde dentro la ciotola, Sakura sembrò soddisfatta e pronta a balzare giù dal tavolo su cui si era seduta e da dove aveva dirette le operazioni con il suo onnipresente sorriso beffardo.
- Oh, quasi dimenticavo. Leccami velocemente le piante, Maial Ino, le sento come se fossero tutte impolverate - Sakura disse avvicinando i suoi piedi al viso della sua serva che ancora una volta non potè fare a meno di mettere da parte l’orgoglio, se ne aveva ancora, ed obbedire.
Non era la prima volta che Ino leccava i piedi della sua rivale, ma l’effetto fu identico, l’umiliazione enorme. La lingua di Ino si mosse con l’ormai solita abilità, proprio come aveva detto Sakura la giovane poteva percepire quanto fossero “polverose” le sue piante, ma grazie al suo lavoro ben presto i residui di pelle morta si trasferirono dai piedi della pupilla di Tsunade sama alla sua lingua, pronti per essere ingeriti.
“Lei ha ragione, solo uno lurido maiale ormai” Ino pensò con tristezza e con rassegnazione, chiedendosi se la sua vita sarebbe stata sempre così da quel momento in poi.
Ino sperava ancora di vincere contro Sakura e dimostrare davanti a tutta Konoha che poteva essere ancora una kunoichi, sperava ancora di poter tornare ad essere un ninja medico, anche se quello significava comunque essere agli ordini di Sakura che aveva vinto la precedente sfida a tre, sconfiggendo anche Shizune e diventando praticamente il nuovo capo della divisione medica. Ino sperava ancora di avere una vita normale. Ma allora perche stava facendo tutte quelle cose? Perché mangiare quelle pillole e devastare il suo corpo? Perché accettare di subire tutte quelle umiliazioni che stavano velocemente e radialmente cambiando la sua psiche? L’espressione di trionfo di Hinata le balenò nella mente per una frazione di secondo ed Ino sentì di nuovo un fuoco tra le sue gambe. La ragazza tornò a concentrarsi su quello che stava facendo e tornò a leccare i talloni di Sakura con maggiore vigore, senza pensare più al suo triste destino.
- Ok, è ora di passare alla prossima fase - Sakura disse qualche minuto dopo, questa volta balzando davvero giù dal tavolo ed afferrando la ciotola dentro cui erano depositate le sue unghia dei piedi e la loro pelle morta.
Ino rimase al suo posto, inginocchiata sul pavimento ad osservare dal basso quello che stava facendo la sua rivale che sembrava più che felice di mostrarle ogni cosa.
- Vedi, ora mettiamo dentro un po’ d’acqua, dobbiamo fare inumidire le unghia per evitare che possano perforarti lo stomaco. Ma come ti ho detto sono molto generosa quando ti preparo questo pasto speciale e quindi oltre l’acqua metto un po’ di questa per insaporirla -
La ragazza bionda osservò con disgusto Sakura sputare numerose volte dentro la ciotola, e la mente di Ino inevitabilmente non potè che tornare al giorno in cui aveva leccato da terra lo sputo di Hinata, lo sputo per cui aveva tradito e disonorato il suo clan, lo sputo per cui aveva spezzato il cuore di suo padre. Ma i tristi ricordi della giovane furono presto interrotti dalla sua rivale che le afferrò improvvisamente i capelli e tirandoli con forza, la costrinse a gattonare dall’altra parte della stanza.
- Nel frattempo l’acqua e la mia preziosa saliva fanno il loro lavoro, che ne dici se scegliamo il resto degli ingredienti per le tue pillole? -
Non fu una sorpresa per Ino quando Sakura si fermò proprio davanti il sui cestino della spazzatura, le aveva gia detto settimane prima da dove provenivano la maggior parte degli ingredienti. Questo però non rese meno difficile ed umiliante i minuti succesivi. Sakura scaraventò con un calcio il cestino per terra rivelandone tutto il suo contenuto che si sparse in modo caotico sul pavimento che Ino sapeva bene avrebbe poi dovuto pulire.
- Forza, scava un pò in quel cumulo di schifezze e mostrami cosa c’è nel menù di oggi. Sì, brava, proprio così -
Ino non fu certo rincuorata da quel complimento e sempre più umiliata continuò a cercare tra la spazzatura della sua rivale come se fosse una stracciona senza un tetto sotto cui dormire e con lo stomaco vuoto da riempire.
- Vediamo cosa hai trovato…quella buccia di mela? Hmm, no troppo fresca…ah sì, quel pezzetto di salmone va bene, era troppo grasso per me quando l’ho buttato due giorni fa. Anche quelle buccie di banane di tre giorni fa sono perfette…proprio come quei fazzolettini della scorsa settimana, sai, sono stata un po’ influenzata e ne ho consumati tantissimi, ma per fortuna abbiamo trovato il modo di riciclarli, non è vero? - Sakura disse con un nuovo sorriso perfido.
Ino dovette usare tutta la sua forza di volontà per non indietreggiare, terrorizzata da quello che aveva appena visto. Davvero aveva mangiato tutte quelle schifezze per tre settimane? E poi quei fazzoletti…davvero Sakura voleva inserirli nella sua terribile ricetta? Ino rischiò ancora una volta di vomitare al solo pensiero di mettere in bocca e poi ingerire quella roba che inoltre l’avrebbe sicuramente contagiata.
“Ma i fazzoletti non possono essere uno dei soliti ingredienti, ed il resto, seppur disgustoso, non è neanche lontamente sufficiente a rendere le pillole così caloriche. Come è possibile dunque che io sia ingrassata così tanto?”
Ancora una volta Ino non dovette che attendere qualche minuto prima di avere una risposta. Dopo averle ordinato di mettere gli ingredienti prescelti in una seconda ciotola, Sakura aprì uno sportello sotto il lavandino e le mostrò una terribile collezione di pentole piene di una strana sostanza.
- Ho dovuto fare un accordo con ben cinque ristoranti qui vicino per accumulare tutto questo grasso, ma non avevo altra scelta, nella mia dieta ci sono pochi cibi grassi e poi non volevo sporcare la mia cucina. Comunque i ristoratori sono sembrati più che felici di smaltire il grasso rimasto nelle loro cucine e hanno accettato di darmelo in cambio di un giorno di pulizia al mese…che ovviamente dovrai fare tu, Maial Ino, ne ho già parlato con Hinata. Però mi raccomando, non farmi fare brutta figura, mentre pulisci la cucina di questi ristoranti e scrosti i loro fornelli, per favore cerca di non mangiare il grasso che trovi in giro -
Ino non sapeva cosa fosse peggio, se il dover pulire le cucine di quei ristoranti una volta al mese, la scoperta dell’ingrediente principale della sua dieta, o le parole di Sakura che sembrava convinta che Ino amasse così tanto le sue pillole ed i suoi ingredienti speciali da leccare in giro i residui di grasso mentre lavorava come una serva nelle cucine di quei ristoranti…quasi come se lei fosse un animale.
- Bene, adesso metti il lardo di quella pentola dentro la prima ciotola e poi frulla il contenuto della seconda, quando hai finito chiamami. Mi troverai in camera mia, devo studiare la cartella clinica di un nuovo paziente. Oh, e non dimenticare di raschiare le suole dei miei sandali, sai che quella sporcizia è uno degli ingredienti più importanti delle tue pillole -
I successivi minuti furono terribili per Ino che stava lavorando per creare lei stessa quelle stesse pillole che poi sarebbe stata costretta a mangiare, quelle pillole che avrebbe continuato a farla ingrassare ed a rendere ancora più difficile una sua vittoria contro Sakura nell’arena. Non era certamente la prima volta che Ino puliva un paio di sandali ma era sicuramente più difficile farlo sapendo che la sporcizia che rimuovevi dalle loro suole sarebbe diventato uno degli ingredienti delle pillole.
“Ma non sei solita pulire con la tua lingua i sandali delle tue Padrone? Non ha ingoiato persino quella montagna di fango che avevano sporcato i sandali di Hanabi?” La solita vocina le chiese umiliandola ancora di più ed Ino non potè fare a meno di constatare quanto essa avesse ragione.
Fu Sakura ad occuparsi della lavorazione finale delle pillole, la ragazza indossò un paio di guanti e cominciò a formare quelle terribili palline che sarebbero diventate il pasto della sua rivale. Ma l’umiliazione più grande ancora doveva arrivare per la povera Ino e tutto iniziò con le parole della giovani dai capelli rosa:
Perfetto, sono pronte. Ne vuoi una, non è vero Maial Ino? -
Si Sakura sama, per favore Sakura sama - Ino disse inginocchiandosi e baciandole i piedi, ormai conosceva fin troppo bene le regole di quel gioco ed aveva capito che anticipare le richieste delle sue Padrone era sempre più conveniente. Beh, quasi sempre.
Molto bene, porta qui i miei sandali allora -
La giovane Yamanaka non comprese il motivo di quella richiesta ma nonostante ciò gattonò fino alla porta di ingresso, afferrò con la bocca i sandali che aveva precedentemente pulito e li riportò alla loro proprietaria. Ino osservò con stupore Sakura indossare i sandali poco prima di gettare per terra una “pillola del maiale” e calpestarla.
- Ecco qui, maiale, il pranzo è servito. Puoi leccarlo direttamente dalla suola delle mie scarpe - Sakura disse con il solito sorriso.
Ma Ino non si mosse, era troppo confusa e quell’esitazione non piacque per nulla alla sua rivale.
- Che cosa stai aspettando? Oh, forse ti stai chiedendo perche ho indossato i sandali? Ma è ovvio no? O pensavi che avrei toccato quella schifezza con i miei piedi nudi? Eww -
Eccola lì una nuova terribile umiliazione, quelle pillole erano così disgustose che la sua rivale, o meglio quelle che una volta era stata una sua rivale, provava ribrezzo persino a toccarle con i piedi, mentre Ino era costretto a mangiarle come unico pasto di una terribile dieta che stava devastando il suo fisico.
Lecca bene, non vorrai lasciarmi le suole sporche, no? -
- Sì Sakura sama, farò del mio meglio Sakura sama - Ino rispose con tono sottomesso mentre tirava fuori la lingua e cominciava a leccare.
Il giorno decisivo era finalmente giunto, erano scaduti i 40 giorni che Tsunade le aveva concesso per allenarsi per quel match che si diceva aver attratto dentro l’arena di Konoha più di metà villaggio. Ino non si era praticamente mai allenata in quelle settimane, troppo impegnata a servire le sue due meravigliose Padrone ed in loro assenza Sakura, la sua grande rivale che sarebbe stata anche l’avversario da battere per mantenere il suo grado di Chuunin e dimostrare a Tsunade, ai consiglieri e a tutto il villaggio che lei era ancora una vera kunoichi. Ma pochi avrebbero scommesso su di lei che ormai, come Sakura aveva previsto, era persino più grassa di Choji, quel compagno di team che era rimasto a bocca aperta quando l’aveva vista arrivare dentro l’arena. Ino sapeva che nessuno credeva in lei, e forse lei stessa era consapevole di avere ben poche speranze, il suo chakra non funzionava ancora ed essere colpita giorno dopo giorni dalle tecniche devastanti di Hinata ed Hanabi non era stato certo di aiuto, la sua stamina era praticamente inesistente e la sua agilità era davvero pessima. Con quale forza di volontà si era dunque incamminata verso l’arena, verso quel test che tutti pensavano avrebbe fallito?
“Devo riuscire ad usare il mio chakra solo per un attimo, se riesco a colpire Sakura con la mia tecnica del capovolgimento spirituale anche per pochi secondi posso costringerla a dichiararsi sconfitta e tutto il resto non avrà importanza”
Quel pensiero rincuorò Ino mentre i suoi occhi osservavano la numerosa gente sugli spalti, trovando ben presto dove erano sedute Hinata ed Hanabi, curiose di vedere come si sarebbe comportata la loro serva quel giorno. Ma i suoi occhi si fermarono solo quando Ino scorsè suo padre, circondato da altri membri del clan Yamanaka che nonostante tutto, nonostante il suo tradimento, erano venuti ad assistere al suo match. Nei loro occhi Ino aveva visto la stessa identica espressione incredula che aveva visto sui volti di tutti quelli che la conoscevano e che quasi non credevano che quella donna grassa potesse essere la bella Ino. Persino il quinto Hokage apparve scioccato quando la vide e dalle parole di Tsunade mentre la donna spiegava le regole del match ad Ino e Sakura, si capiva perfettamente come la sua vecchia insegnante non credesse possibile una sua vittoria quel giorno.
- Oh, quasi dimenticavo di dirti in cosa consiste il mio test, Ino. Ricordi i tre test che devi superare per essere marchiata con il sigillo maledetto degli Hyuga, vero? Beh, dovrai superare il mio test proprio oggi -
Il cuore di Ino si fermò per un istante quando Sakura le sussurrò quelle parole all’orecchio mentre le due ragazze si erano avvicinate per il sigillo di confronto, quella sorta di mini cerimonia che precede una battaglia leale.
- Dovrai perdere questo incontro per superare il mio test, ma visto che non hai comunque nessuna speranza di battermi, cerca soprattutto di non perdere troppo in fretta. Prima voglio divertimi a stracciarti un bel po’ davanti all’intero villaggio. Solo quando ti darò il segnale, ti concederò finalmente di perdere, dopo che mi avrai supplicato di aver pietà di te ovviamente - Sakura disse con un ampio sorriso, sapendo bene che nessuno avrebbe mai più considerato Ino una sua rivale dopo quel giorno - Oh, fallo baciandomi e leccandomi i piedi, Maial Ino - la ragazza concluse prima di voltarsi ed allontanarsi dieci metri, in attesa che il giudice della gara annunciasse l’inizio dello scontro.
Era come se Ino fosse stata colpita da un pugno in faccia, le parole di Sakura l’avevano annichilita e spazzato via anche l’ultima speranza di poter vincere quel match, di poter continuare ad essere un chuunin. Poteva davvero rifiutare e perdere il suo test? Poteva davvero rinunciare all’idea di essere marchiata da Hinata dopo tutto quello che aveva già fatto? Ino aveva già tradito il suo clan per poter ottenere quella ricompensa finale che l’avrebbe fatta finalmente fatta diventare la vera schiava di Hinata, che senso aveva combattere allora? Perchè opporsi a Sakura quando aveva gia dimostrato che avrebbe fatto davvero di tutto per essere sotto il totale controllo della Principessa del Byakugan? E allora perche qualcosa dentro di lei si rifiutava di perdere quel match senza lottare con tutte le sue forze?
Ma quei mille pensieri la distrassero e neanche si accorse che il match era già cominciato. Sakura approfittò di quella distrazione per avvicinarsi rapidamente e sferrare il primo attacco. Ino era migliorata nel taijutsu e non temeva più gli scontri ravvicinati come prima, ma questo non cambiava la realtà delle cose, nelle ultime settimane il suo fisico non era più adatto ad essere una kunoichi e non riuscì a schivare il pugno di Sakura nonostante questo fosse stato lento, facendole comprendere che la ragazza dai capelli rosa non si stava per nulla impegnando in quel frangente. Il pugno di Sakura la colpì nello stomaco ma non le fece molto male, permettendole persino di poter contrattaccare. Ma Ino era estremamente lenta e Sakura evitò i suoi colpi fingendo di sbadigliare.
“Devo usare il mio jutsu, è la mia unica speranza di vittoria, devo sfruttare questo momento”
Sakura stava solo giocando con lei e questo avrebbe potuto esserle fatale, ma Ino avrebbe avuto davvero la forza di attaccarla sul serio dopo quello che le aveva detto? Vincere lo scontro e perdere Hinata o farsi umiliare da Sakura davanti a tutto il villaggio e fare un altro passo verso quel sogno che tutti avrebbero definito folle? Ancora una volta l’esitazione di Ino permise a Sakura di sferrare un altro attacco, ma questa volta la pupilla del Quinto Hogake usò un po’ di più quella forza spaventosa che possedeva. Il pugno di Sakura colpì Ino alla spalla, sbilanciando la ragazza che subito dopo fu colpita da un calcio alle gambe che la fece cadere per terra. Ino cercò di fuggire da una serie infinita di calci, gattonando via proprio come quel maiale che era diventata, facendo ridere molte persone sedute negli spalti.
“Cosa devo fare? Cosa devo fare?” La giovane Yamanaka continuò a ripetere mentre cercava disperatamente di sfuggire ai colpi della sua rivale che continuava a sorridere mentre la prendeva a calci, dimostrando sempre di più a tutti di essere la migliore, che tra loro non c’era più confronto.
Ino non sapeva ancora se voleva davvero vincere quella battaglia o meno, ma qualcosa in lei la spinse a concentrarsi per usare il chakra e provare il suo jutsu segreto. Ma ancora una volta i suoi canali del chakra si dimostrarono essere troppo danneggiati e non successe nulla. Sakura colse l’occasione per afferrarla e colpirla numerose volte con pugni allo stomaco ed al volto.
Da quando tempo stavano combattendo? Sakura si sarebbe ritenuta soddisfatta se Ino si fosse arresa in quel momento? O doveva subire altri colpi per superare il suo terribile test? Solo qualche secondo dopo la ragazza bionda realizzò che con quel pensiero aveva già accettato il suo destino, che aveva perso ogni speranza e desiderio di vittoria. I calci di Sakura sembrarono dirle che la sua rivale non si era ancora stufata di giocare con lei ed Ino continuò ad essere colpita per altri 10 lunghissimi minuti. La giovane Yamanaka era di nuovo a quattro zampe, ogni muscolo del suo corpo le faceva male e non riusciva quasi nemmeno a respirare per la fatica e per il dolore. Fu in quel momento, mentre vedeva la sua rivale avvicinarsi quasi a rallentatore, che Ino notò il segnale di Sakura. La ragazza dai capelli rosa si fermò ad un metro da lei, sorrise diabolicamente prima di abbassare lo sguardo. Ino seguì la traiettoria di ques’ultimo e si ritrovò ad osservare i bei piedi di Sakura ed i suoi sandali. Quando la ragazza agitò le sue dita dei piedi, Ino comprese che era quello il segnale, che poteva finalmente arrendersi, che le sue sofferenze erano finite…quelle fisiche almeno. Ino cominciò a gattonare verso i piedi della sua rivale consapevole che stava per compiere l’umiliazione definita, qualcosa che avrebbe dimostrato a tutti quanto era diventata patetica, qualcosa che avrebbe rivelato al mondo che lei aveva perso ogni cosa, lo scontro, il suo grado ninja, il suo futuro da capo clan e soprattutto la sua dignità.
- Per favore Sakura sama…per favore…abbiate pietà di me -
Ino non sapeva se quelle parole potessero essere udite da tutti gli spettatori ma di certo tutti poterono osservare quello che accadde qualche instante dopo. Un silenzio tombale cadde dentro l’arena mentre la giovane Ino cominciava a sbaciucchiare i piedi della sua rivale continuando a supplicarla, ma ben presto quel silenzio si tramutò in grida e risate quando Ino tirò fuori la lingua e leccò i piedi di Sakura come un cane. La ragazza bionda non si curò di quello che stava accadendo sugli spalti, troppo impegnata ad osservare quei piedi che stavano dominando tutti i suoi sensi e quando Sakura sollevò leggermente le sue dita dei piedi, Ino non perse tempo ed infilò la sua lingua tra le dita dei piedi della sua rivale ed la soletta dei suoi sandali. Sakura non si fece sfuggire quell’occasione per umiliare ancora di più la sua vecchia amica ed un attimo dopo schiacciò quella lingua che le stava ripulendo le dita dei piedi dal sudore, frutto di quella battaglia a senso unico, e la intrappolò in una difficile situazione, come se questa fosse tra martello ed incudine. Nello stesso istante Sakura mise l’altro piede in testa ad Ino e con un largo sorriso sollevò due dita al cielo, mostrando la sua posa vittoriosa all’intera arena che era quasi impazzita dopo lo spettacolo assurdo e patetico a cui avevano appena assistito.
- Per favore Sakura sama, mi arrendo. Siete troppo forte…siete voi la migliore, Sakura sama - Ino disse pateticamente ma le sue parole furono quasi incomprensibili e Sakura non diede segno di aver udito la nuova supplica di quell’essere miserabile ai suoi piedi.
- Anche i mie talloni hanno bisogno della tua lingua, Maial Ino -
Dopo quelle parole finalmente Sakura sollevò le sue dita dei piedi e liberò la lingua di Ino che si affrettò a metterla in quello spazio che si era creato quando Sakura aveva alzato stavolta leggermente il suo tallone destro. Ino sapeva bene cosa sarebbe successo ma non le importava più e non fu sorpresa quando il tallone di quella ragazza spietata calpestò dolorosamente la sua lingua, intrappolandola nuovamente. Nel frattempo sugli spalti la situazione non sembrava calmarsi e mentre alcuni continuavano a ridere, altri che non sopportavano più quello spettacolo atroce, decisero di andarsene con largo anticipo. Ma gli occhi di Sakura erano fissi su quel punto dove siedevano i membri del clan Yamanaka, scioccati e furiosi. Persino Hinata ed Hanabi osservavano quell’angolo delle tribune con lo stesso interesse con cui il resto del pubblico guardava quello che succedeva sul campo di battaglia, e le due giovani Hyuga non riuscirono a trattenere un sorriso quando diversi membri del clan Yamanaka si scagliarono contro il loro stesso capoclan, il padre di quella ragazza che prima li aveva traditi e che ora stava portando vergogna e disonore su di loro come mai nessuno aveva mai fatto prima.
Quella è tua figlia! Non puoi essere ancora il nostro leader dopo tutto questo! -
Quell’urlo fu l’unica cosa che Sakura riuscì a sentire in mezzo al trambusto dell’arena, ma anche Ino doveva aver udito quelle parole perché la ragazza cercò di muoversi e guardare in direzione di suo padre.
- Continua a leccare ed a supplicare, maiale. Lo scontro non è ancora finito - Sakura disse schiacciando con più forza la lingua che giaceva sotto il suo tallone -
- Mi scusi Sakura sama…abbiate pietà di me Sakura sama…mi arrendo - Ino provò a dire nuovamente ma con gli stessi scarsi risultati.
Persino Tsunade si alzò e lasciò l’arena con un espressione disgustata e furente, mentre due consiglieri continuavano a parlare tra di loro con aria soddisfatta e divertita.
- Ok, Maial Ino, hai superato il test…e perso questo match. Dì buonanotte ora - Sakura disse liberando la lingua della sua vecchia rivale.
Ino non ebbe il tempo di reagire a quelle parole ed alla sua nuova libertà di movimento. Il tempo sembrò fermarsi e i suoi occhi si fermarono per un istante su suo padre circondato dai suoi stessi uomini che urlavano contro di lui, l’uomo era come pietrificato e continuava a guardare quella che una volta era sua figlia, i suoi occhi erano pieni di dolore e disperazione, vergogna ed umiliazione. Inoichi Yamanaka sembrava trent’anni più vecchio, la sua vita non sarebbe stata più la stessa ed Ino, in quel frangente che sembrò durare in eterno, seppe che era colpa sua e che le sue azioni folli avevano fatto perdere a suo padre ben più che la guida del clan Yamanaka.
Il tempo sembrò riaccelerare, Sakura la guardava dall’alto in basso, il suo viso era come illuminato da quel sorriso trionfale mentre il suo piede si sollevava lentamente sopra la sua faccia pronto a calpestarla con forza come aveva già calpestato la sua dignità. Quando il piede della sua rivale si abbattè sul suo viso come un onda si abbatte sugli scogli, l’arena cadde nel silenzio, tutte le grida e tutte le risate si spensero di colpo, poi tutto divenne nero.
- Guarda guarda chi è tornata tra noi -
Ino riaprì gli occhi con fatica, il mondo attorno a lei era ancora tutto sfocato ma aveva riconosciuto quella voce e sapeva che era Sakura quella donna in piedi vicino a lei. Solo qualche minuto dopo Ino realizzò di essere ancora dentro l’arena, oramai totalmente deserta ad eccezione delle sue due Padrone che erano sedute adesso in prima fila.
- Forza, avviciniamoci ad Hinata ed Hanabi, anche loro vorranno assistere alla tua ricompensa - e cosi dicendo Sakura afferrò i capelli biondi di Ino e costrinse la ragazza a muoversi a quattro zampe, come un cane, verso il luogo dove le sorelle Hyuga attendevano.
- Bel lavoro, perdente - Hanabi disse quando Sakura ed Ino si fermarono a pochi passi da lei - Non ho mai visto Tsunade così arrabbiata. Sai, col mio Byakugan ho letto il labiale dei consiglieri ed ho ”ascoltato” il discorso tra loro ed il Quinto Hokage. Complimenti Ino, non solo sei il primo ninja del villaggio a perdere il suo grado di chuunin…ma indovina un po’, hanno persino deciso che da oggi non sarai nemmeno più un ninja -
- Beh, a prescindere dalla loro decisione Ino non era un ninja già da un bel po’, non potendo più usare il suo chakra - Hinata aggiunse con un sorriso che Ino non seppe se odiare o amare.
- Senza considerare il fatto che ora somiglia molto di più ad un maiale che ad un essere umano…hai mai visto dei maiali ninja, Ino? No, neanche Tonton lo è…ma chissà, magari potrebbe diventare presto tua moglie? -
Le tre ragazze scoppiarono a ridere ed Ino sentì di nuovo quella sensazione tra le gambe che era solita venire fuori dopo una grande umiliazione.
- Ok ok, basta - Sakura disse cercando di smettere di ridere - Immagino che tu voglia la tua ricompensa ora, no? Tre test da superare e tre ricompense, era questo l’accordo, giusto Hinata? -
- Esatto, solo dopo l’ultimo test Ino potrà ricevere il sigillo maledetto degli Hyuga e…essere mia per sempre -
Mille pensieri affollavano la mente della giovane, il ricordo di suo padre così sofferente, la sua umiliazione pubblica che sarebbe stata ricordata per sempre nei libri di storia del villaggio, il suo declassamento che aveva infranto ogni suo sogno, quello per cui si era allenata per anni, sudando e faticando insieme ai suoi compagni di team, sprecando gli insegnanti del suo caro maestro…ma tutto ciò sembrò passare in secondo piano quando Ino sentì la parola ricompensa e la ragazza nonostante tutto, nonostante il dolore fisico, conseguenza del match appena conclusosi, non potè fare a meno di eccitarsi mentre attendeva di scoprire come la sua fedeltà sarebbe stata ricompensata.
- Ti ricordi che in passato sei stata tu a dirmi di non nascondere più la mia fronte con i miei capelli? Devo ringraziarti per quelle parole e per quel fiocco che mi regalasti, mi ha aiutato davvero molto e mi ha ha fatto diventare una persona più forte e sicura di me, imparando a non ascoltare i bulli ma a dare il massimo in ogni situazione. Lo ricordi, vero Ino? -
Quelle parole sorpresero la giovane Yamanaka che alzò lo sguardo ed osservo la sua vecchia migliore amica che le sorrideva come se non fosse successo nulla pochi minuti prima, come se non l’avesse umiliata pubblicamente, facendole perdere il suo status di kunoichi di Konoha.
- Sì, dal tuo sguardo vedo che ti ricordi. Comunque, quello che hai fatto allora mi ha aiutato a scegliere la tua ricompensa e per tale motivo oggi sarò io a farti un dono. Ecco qui, spero ti piaccia -
La confusione negli occhi di Ino era evidente quando Sakura le mostrò una paio di forbici, ma la ragazza non perse tempo e le spiegò subito dopo come le avrebbero usate.
- I miei…i miei capelli? -
- Sei ancora intontita per il calcio precedente? Sì, sciocca, i tuoi capelli. Quale migliore ricompensa che un nuovo taglio di capelli? -
Sakura non perse altro tempo e con una mano afferrò i lunghi capelli biondi di Ino che non aveva assolutamente la forza di opporsi a quella che assomigliava più ad una punizione che ad una ricompensa. Hanabi ed Hinata scoppiarono a ridere quando le forbici tagliarono la prima ciocca di capelli che presto cominciarono a ricoprire il pavimento ai piedi di Ino, che aveva ora gli occhi pieni di lacrime, consapevole che stava perdendo un’altra parte di se, quei capelli che aveva sempre amato e che avevano contribuito a renderla la piu bella kunoichi del villaggio. Ma lei ormai non era più bella, il suo corpo era molto diverso ormai e da quel giorno non sarebbe stata nemmeno più una kunoichi. Ino pianse a dirotto mentre le forbici continuavano il loro sadico lavoro e solo diversi minuti più tardi, Sakura le gettò per terra e accumulò del chakra su una mano, dicendo:
- Credo che per tagliare il resto dovrò usare un jutsu -
Ino sapeva che Sakura voleva rimuovere ogni singolo capello nella sua testa, lasciandola completamente calva, ricompensando la sua umiliazione pubblica con un’altra terribile umiliazione, e per tale motivo Ino si stupì quando si accorse che la sua rivale non aveva usato i suoi bisturi di chakra dappertutto.
- Ecco fatto. Che ne dite ragazze, vi piace il nuovo taglio di capelli del nostro maialino? - Sakura disse poco dopo, ridacchiando.
- Quelle due code di maiale sono proprio perfette, sei stava molto brava Sakura - Hanabi rispose per prima.
- Incredibile, posso quasi specchiarmi nella sua testa pelata ora - Hinata aggiunse ridendo ed accarezzando la testa ormai priva di peli di Ino, ad eccezione di quelle due code di maiale bionde ai lati della sua testa.
- E a te piace il tuo nuovo taglio di capelli, Maial Ino? Guardati pure in questo piccolo specchio prima di rispondere -
Chi era quella donna, no, quell’essere, riflesso nello specchio di Sakura? Era davvero lei? Era davvero la bella, talentuosa e solare Ino Yamanaka? Ino non seppe rispondere a quella domanda e non riuscì a spiegare a se stesse perche ancora una volta era così eccitata davanti alla distruzione di un’altro pezzo di quella ragazza che un tempo era ammirata da tutti e che ora avrebbe fatto fatica a farsi accettare da dei maiali dentro un porcile.
- Grazie Sakura sama - Ino rispose poco dopo, stava ancora piangendo ma questa volta per qualche motivo non balbettò.
- Te lo sei meritata, Maial Ino. Ora dai, puliscimi i piedi in fretta, non vedo l’ora di tornare a casa - Sakura rispose sedendosi sulla tribuna vicino ad Hanabi.
Solo in quel momento Ino realizzò che Sakura si era tolta i sandali mentre lei era svenuta e che aveva camminato scalza da allora sul terreno polveroso dell’arena. Rassegnata, la giovane Yamanaka strisciò ai piedi della ragazza che quel giorno le aveva portato via ogni cosa e cominciò a leccarle i piedi sporchi e sudati, una’altra ricompensa per quel maiale che oramai sapeva solo vivere tra la sporcizia e la costante umiliazione.
- Basta sognare ad occhi aperti! Ho perso il conto di quante volte te l’ho detto da quando sei la nostra serva -
Ino si fermò, la sua lingua rimase paralizzata sopra quel delicato tallone che stava leccando da chissà quando tempo. La ragazza alzò gli occhi e si ritrovò davanti Hanabi, seduta sulla poltrona nel suo salotto, la giovane Hyuga aveva il solito libro in mano e la guardava con un’espressione severa.
“Ma come…”
Ino si era dimenticata per un momento dove si trovasse, si era dimenticata di non essere più dentro quell’arena dove la vecchia Ino Yamanaka era morta per sempre, dove quella ragazza che sarebbe potuta essere il futuro radioso di Konoha, era stata spazzata via dalla sua rivale e da quella nuova patetica persona che era sorta al suo posto. Eppure quel ricordo continuava a tormentarla giorno e notte, come se il suo cervello fosse rimasto intrappolato dentro un terribile loop che la costringeva a rivivere di continuo quei minuti devastanti in cui aveva perso la sua dignità e i suoi amati capelli biondi. Ino riprese a leccare i piedi di Hanabi dopo il suo rimprovero ma davanti i suoi occhi c’erano ancora le piante dei piedi sporche di Sakura che aveva dovuto leccare per quasi un’ora quel giorno, prima di poter finalmente lasciare l’arena e tornare con le sue due Padrone alla sua nuova casa, con un aspetto ancora peggiore di quello che aveva quando era uscita dalla residenza degli Hyuga alcune ore prima. Non era stato facile leccare i piedi della sua rivale quella volta, non dopo quello che le aveva fatto e non era stato facile farlo mentre Hanabi ed Hinata continuavano a ridere a causa del suo nuovo patetico taglio di capelli. A proposito di quello, Ino non si era ancora abituata a vedersi allo spesso quasi del tutto calva, ad eccezione di quelle due code di maiale che Sakura le aveva lasciato per umiliarla ancora di più, per ricordarle che una volta la sua testa era piena di quei meravigliosi capelli biondi…capelli che non sarebbero più ricresciuti, o almeno così la sua rivale le aveva detto.
“Ho usato un particolare Jutsu che ha “addormentato” i tuoi bulbi piliferi, così non dovremo tagliarti i capelli ogni pochi giorni”
Quelle parole erano state difficili da accettare, così come non era stato facile accettare di continuare a mangiare le sue terribili pillole, una dieta che Ino sperava sarebbe terminata dopo il match contro Sakura, d’altronde la sua rivale aveva ottenuto quello che voleva ormai, no?
- Lecca in mezzo alle mie dita dei piedi -
Le parole di Hanabi impedirono che Ino tornasse a smarrirsi eccessivamente tra i suoi pensieri e la giovane Yamanaka si affrettò ad eseguire l’ordine della sua giovane Padrona, leccando quell’area dove il sapore era sicuramente più intenso.
- Sai, stavo pensando che ti rimane solo il mio test da superare. Scommetto che non vedi l’ora di farlo, non è vero? Vuoi ancora ricevere il sigillo maledetto degli Hyuga e diventare la nostra schiava, giusto? - Hanabi chiese con un sorriso qualche secondo dopo.
- Sì, Hanabi sama - Ino rispose trattenendosi dal dire che lei voleva essere solo la schiava di Hinata, tanto sapeva che nulla avrebbe potuto cambiare il fatto che sottomettendosi alla Principessa del Byakugan, Ino avrebbe dovuto servire anche la sua sorella minore, Sakura, Natsu e chiunque altro Hinata volesse.
- Bene, allora che ne dici farlo ora? Se ti comporterai bene potresti ricevere il sigillo questa sera stessa, finalmente potrai realizzare il tuo sogno -
- Adesso? - Ino replicò, con un mix di curiosità e paura.
- Esattamente, ma lascia prima che ti spieghi in cosa consisterà il tuo test e soprattutto lascia che ti dica quale sarà la tua ricompensa…anzi no, ti dirò solo che quest’ultima ti farà soffrire terribilmente, sono sicura che piangerai e che sarai ancora più triste di quando il tuo clan ti ha cacciato. A proposito di questo, mi chiedo quando faranno lo stesso con tuo padre, hai sentito vero che è stato deposto come leader del clan Yamanaka? -
Ino non rispose, era ancora troppo doloroso per lei pensare a quello che aveva fatto a suo padre, a come aveva rovinato la sua vita. Ma la ragazza non potè nemmeno fare a meno di pensare a quella ricompensa che l’avrebbe persino fatta soffrire di più di quando era stata costretta a dare ad Hinata il jutsu segreto del suo clan.
“Che piano diabolico ha in mente Hanabi?”
- Ti ricordi che qualche settimana fa io ed Hinata parlavamo del fatto che ho sempre voluto un cane come quello di Kiba? Beh, da quel giorno ho cominciato a pensare che saresti potuta essere tu quel cane…scommetto che la cosa ti piacerebbe molto - Hanabi disse ridacchiando - E per questo motivo tre giorni fa ho acquistato queste… -
Il piede di Hanabi si allontanò dalla sua faccia ed Ino vidè la sua giovane Padrona alzarsi e raggiungere una vecchia scrivania in fondo alla stanza. La ragazza aprì poco dopo un cassetto e da lì tirò fuori quello che era senza ombra di dubbio un collare di cuoio nero ed una lunga catena di metallo ed Ino non ebbe bisogno di altre spiegazioni, sapeva già quei “regali” erano per lei e che ben presto Hanabi l’avrebbe tenuta al guinzaglio letteralmente.
- Ecco cosa dovrai fare per superarà il tuo ultimo test, perdente. Dovrai indossare questo collare e lasciare che io ti porti a spasso per il villaggio proprio come un cane, mi seguirai ovunque a quattro zampe mentre mi divertirò a tirare il tuo guinzaglio ed a mostrare a tutti il mio nuovo animale domestico. Ti consiglio di comportarti bene e di non farmi fare brutta figura se non vuoi essere punita duramente…oltre a non superare il test, ovviamente -
Il cuore di Ino si fermò per un lungo istante, come poteva fare una cosa così degradante? Era già stata tremendamente umiliata dentro l’arena e metà del villaggio l’aveva vista supplicare Sakura leccandole i piedi, ma gattonare per le strade del villaggio al guinzaglio di un’altra ragazza, proprio come un animale? Ino sapeva dentro il suo cuore però che non poteva rifiutare la proposta indecente di Hanabi, sapeva di non avere la forza di rinunciare a quella ricompensa finale che per qualche strano motivo sognava da settimane e che invece avrebbe inorridito una persona normale. Ma Ino non era più una persona normale, forse non lo era mai stata, forse dietro quella ragazza solare e sicurà di sè aveva sempre vissuto quel verme che sognava di perdere permanentemente la sua libertà, di essere per sempre sotto il controllo di Hinata e di vedere ancora una volta quel ghigno che aveva spezzato le catene che probabilmente avevano tenuto prigioniero quel mostro perverso dentro di lei.
- Allora? Accetti di fare tutto questo in cambio di una ricompensa segreta che ti farà piangere e ti ferirà come nulla ha mai fatto prima d’ora? -
Ino osservò gli occhi della sua crudele Padrona per qualche istante, poi si prostrò ai suoi piedi, e con la fronte poggiata sul pavimento, la ragazza Yamanaka rispose:
- Sì Hanabi sama…per favore portatemi in giro per il villaggio come se io fossi il vostro cane -
- Tu sei il mio cane - Hanabi la corresse - non dovrai nemmeno fingere, comportati normalmente, sii te stessa…tanto non nessuno vedrà la differenza - e dicendo ciò la giovane scoppiò a ridere.
Umiliata Ino rimase nella stessa umiliante posizione per un altro minuto, prima di sentire Hanabi avvicinarsi e percepire le delicate mani della ragazza che le metteva lentamente il collare di cuoio attorno al collo. Solo quando Hanabi le tirò le code di maiale, i pochi capelli che le erano rimasti, Ino alzò la testa e la giovane Padrona ne approfittò per attaccare la catena al gancio di metallo del collare.
- Ecco fatto, ora sei pronta. Andiamo? -
- Aspetti Hanabi sama…il mio vestito - Ino disse mentre la giovane Hyuga cominciava a tirare il suo guinzaglio per farla muovere.
- Oh, il tuo straccio intendi? Non preoccuparti, non ti servirà - Hanabi rispose mettendosi da sola i sandali, compito che di solito spettava alla sua serva.
Il viso di Ino impallidì terribilmente ma la ragazza non potè che rimanere in silenzio e seguire la sua Padrona fuori nel giardino della residenza degli Hyuga, a quattro zampe ed al guinzaglio come un cane, per la prima volta nuda fuori dalle protettiva mura della casa delle sue due Padrone. Ino vide in lontananza Natsu che stava pulendo un piccolo altare sacro attorno il quale spesso i membri del clan erano soliti riunirsi, la giovane cameriera la vide e sorrise, Ino abbassò lo sguardo a causa della vergogna e continuò a gattonare dietro la sua Padrona, le ginocchia già le facevano male. Ma la giovane sapeva che quello era solo l’inizio ed infatti la situazione peggiorò subito non appena le due ragazze uscirono dalla residenza degli Hyuga e cominciarono a camminare per le strade del villaggio, sempre più affollate mano a mano che si avvicinavano al centro dello stesso. Gli occhi di Ino erano fissi sui bei piedi della sua Padrona, ma le sue orecchie potevano sentire le esclamazioni di stupore delle persone accanto a loro che osservavano scioccate quella vista così assurda. Molti abitanti del villaggio avevano visto l’erede del clan Yamanaka umiliarsi oscenamente dentro l’arena, anche se non era stato facile riconoscere la bella Ino in quella grassa e patetica donna che non era riuscita nemmeno a dare un pugno al suo avversario che aveva poi supplicato leccandole i piedi, e tanti altri avevano sentito il racconto di quella pubblica umiliazione che aveva causato il caos all’interno del clan Yamanaka, che aveva dovuto scegliere un nuovo leader, ma per tutti fu comunque uno shock assistere ad una scena tanto patetica. Come poteva quella ragazza fare quelle cose? Non si rendeva conto di quanto fosse ridicola? Gattonare in giro al guinzaglio di un’altra ragazza proprio come un cane, addirittura nuda! Ma non tutti sembravano infelici di quell’ultimo dettaglio e molti furono gli osceni commenti che arrivarono alle orecchie di Ino, ben consapevole che tutti potevano vedere perfettamente le sue parti intime.
“ E’ un vero peccato che sia diventata una tale cicciona, prima sarebbe stato bellissimo vederla nuda”
“Già, ma guarda quanto sono grosse le sue tette, quasi toccano il terreno”
“Dai ragazza, muovi un po’ di più quel grosso culo”
“Secondo te è eccitata? Mi sembra bagnata tra le gambe”
Quelli furono solo alcuni dei commenti che le due ragazze sentirono mentre avanzavano per le strade del villaggio, e mentre Hanabi continuava a sorridere, probabilmente fiera di aver attirato l’attenzione di tutti, Ino faticava sempre di più a seguire il passo della sua Padrona a causa della stanchezza e del tremendo imbarazzo che stava avendo un grande effetto su di lei. Quegli uomini avevano ragione, Ino non credeva di essere mai stata tanto eccitata ed ancora una volta la ragazza non potè fare a meno di chiedersi perche fosse così strana, perche quelle umiliazioni creavano un lago tra le sue gambe.
La reazione delle donne di Konoha fu ben diversa da quella degli uomini, esse erano decisamente troppo scioccate per parlare e solo una vecchia urlò ad Ino di andarsi a nascondere, che era la vergogna dell’intero villaggio. Ma Ino lo sapevà già, sapeva che nessuno mai prima di allora aveva causato un simile scandalo, che nessun essere umano era stato portato a spasso in giro come un cane, e sapeva bene quanto dovesse essere orrenda la vista del suo corpo ormai grasso e molliccio che si muoveva con lentezza lungo le strade polverose del villaggio, sudando sempre di più.
- Ino? Sei proprio tu? -
Una voce familiare giunse alle orecchie delle due ragazza qualche minuto più tardi ed Ino si paralizzò, consapevole che il momento tanto temuto era finalmente giunto, aveva incontrato qualcuno che conosceva.
- Ciao Tenten, sei appena rientrata da una missione vedo - Hanabi disse tranquillamente, come se non avesse al guinzaglio un’altra ragazza.
- Oh, ciao Hanabi…sì sono appena tornata - la kunoichi rispose, spostando con fatica il suo sguardo da Ino alla giovane Hyuga. - Cosa…cosa sta succedendo? Perché Ino è… - la sua voce si ruppe improvvisamente, come se lei non fosse in grado di trovare le parole adatte a descrivere una situazione tanto assurda.
- Perché la sto portando a spasso come un cane? Perchè questo è ciò che è, lei è il mio cane ora. Non è vero Ino? Di a Tenten quello che sei -
Hanabi sottolineò quelle parole mettendo un piede in testa alla sua serva, come per dimostrare a Tenten che Ino era ormai una sua proprietà. La giovane Yamanaka aveva il viso più rosso di un pomodoro ed era perfettamente consapevole che la sua amica stava osservando il suo corpo nudo come aveva fatto già più di metà abitanti del villaggio.
- Sì Tenten, questo…questo è quello che sono ormai - Ino disse tremendamente imbarazzata, ma la giovane sapeva che quelle parole non sarebbero bastate alla sua crudele Padrona e quindi aggiunse - Io sono così felice di essere il cane di Hanabi…io sono il cane più fortunato del mondo arf arf -
Hanabi scoppiò a ridere dopo quella patetica imitazione di un cane e per premiare la fedeltà della sua serva, la giovane Hyuga, con il suo piede sinistro, spinse la testa di Ino più in basso verso il suo piede destro che la ragazza cominciò ad annusare e leccare con una foga incredibile, come se Ino avesse deciso di cancellare per un istante la sua umanità per combattere contro il terribile imbarazzo che stava rischiando di sopraffarla. Ino provò con tutte le sue forze a sopprimere ogni pensiero, a dimenticare di essere un normale essere umano, di essere nuda ed al guinzaglio di una ragazza più giovane di lei, davanti ad una sua vecchia amica ed a tanti abitanti del villaggio che non perdevano mai di vista quella strana coppia che aveva creato il caos tra le strade di Konoha quel giorno.
Tenten aveva sentito dire che Ino era diventata grassa e che le era stato persino tolto il titolo di kunoichi dopo quello che era successo nell’arena, ma mai si sarebbe potuta aspettare che la ragazza fosse caduta così in basso da andare in giro nuda, abbiare e leccare i piedi di Hanabi che diceva essere la sua proprietaria. Quando la giovane Hyuga era scoppiata a ridere, Tenten aveva risposto con una risata nervosa, non riuscendo ancora a capire se quella scena fosse eccitante o patetica, o forse entrambe le cose.
- Ti prego di scusare la mia cagna, Tenten, la sto ancora addestrando -
Le parole di Hanabi colsero per un attimo di sorpresa Tenten che per la seconda volta riuscì a distogliere lo sguardo da Ino che continuava a leccare i piedi della sua Padrona. Ma prima che la giovane kunoichi potesse domandare ad Hanabi cosa lei volesse dire con quelle parole, la sorella della sua amica Hinata, tirò con forza il guinzaglio di Ino e costringendola ad allontanarsi dai suoi piedi, la giovane Hyuga disse:
- Cattivo cane, non hai sentito che Tenten è appena tornata da una missione? I suoi piedi saranno sicuramente sporchi e stanchi, dai, offrile la tua lingua…ti ho insegnato come ci si comporta con gli ospiti no? - e così dicendo Hanabi spinse in avanti la sua serva con un leggero calcio alla nuca di Ino che rimase stordita per qualche momento.
Ignorando il fatto che Tenten non fosse un ospite, un termine che Hanabi aveva usato sicuramente in modo improprio, Ino non potè fare altro che strisciare ai piedi della sua vecchia amica che rimase paralizzata sul posto, troppo sconvolta per potere reagire.
- Ino non c’è bisogno che tu… - Tenten cercò di dire, ma era troppo tardi ed Ino aveva già cominciato a leccarle i piedi.
Tenten dovette mettersi una mano davanti la bocca per non lasciarsi sfuggire un gemito di piacere quando la lingua di Ino si infilò tra le dita dei suoi piedi, pronta a raccogliere tutto lo sporco che la missione ed il lungo viaggio per il Paese del fuoco avevano lasciato lì in mezzo. Hanabi sorrise con soddisfazione mentre osservava con quanta passione Ino stesse lavorando ai piedi della sua amica che sembrava apprezzare molto la sua lingua ed aveva dimenticato presto ogni forma di imbarazzo e si stava solo godendo quel momento incredibile. Mentre la sua lingua continuava a lavorare senza sosta, Ino pensò che quelli di Tenten erano il quinto paia di piedi che leccava, dopo quelli delle sue due padrone, di Sakura e di Natsu, e ben presto la ragazza cominciò a stilare la sua personale e patetica classifica di gradimento.
“I piedi di Hinata sono sicuramente i migliori, sia per bellezza che per il sapore, quelli di Hanabi si avvicinano ma per qualche motivo non mi fanno lo stesso effetto di quelli di Sakura, quasi perdo il controllo ogni volta che le lecco i piedi. Natsu è sicuramente la peggiore, i suoi piedi sono i meno curati ed il gusto è davvero troppo acre…sì, Tenten si piazza sopra di lei in classifica”
Ino continuò a leccare ed a studiare i piedi di Tenten per altri cinque lunghi minuti, la ragazza sollevò anche i talloni permettendole di leccarli e di pulire la soletta dei suoi sandali ma, a differenza di quanto aveva fatto Sakura nell’arena, la ragazza non intrappolò sadicamente la lingua dell’amica, calpestandola. Hanabi continuava a tenere stretto il guinzaglio di Ino tra le sue dita e si divertiva un mondo ad osservare i volti scioccati degli abitanti dei villaggio che passavano da quelle parti, alcuni di loro avevano già incontrato Ino e l’avevano vista nuda, ma quello che lei stava facendo ai piedi di Tenten era tutt’altro spettacolo.
- Ti piacciono i piedi di Tenten, vero cagnolina? - la giovane Hyuga chiese poco dopo, conoscendo perfettamente la risposta.
- Sì Hanabi sama - Ino rispose subito tra una leccata e l’altra.
Quelle parole fecero scoppiare a ridere Tenten che non nascondeva più quanto stesse amando quel momento.
- Non dirlo a me, dillo a lei - Hanabi replicò scuotendo la catena agganciata al collare di Ino.
- Adoro i vostri piedi Tenten sama, sono deliziosi…grazie per il dono che avete fatto a questo cane -
Tenten continuò a ridere sempre più intensamente, non sapeva cosa era successo ad Ino nelle settimane precedenti, come aveva potuto trasformarsi in quell’essere patetico, ma era tutto così divertente, e la giovane kunoichi del Team 3, anche detto Team Guy, non potè fare a meno di ricordare quanto le era sembrata così piena di sè quella ragazzina viziata del clan Yamanaka che credeva di essere la migliore kunoichi del villaggio.
“Guardati adesso, Ino. Grassa, quasi senza capelli, al guinzaglio di una ragazza più piccola di te e così desiderosa di leccare i piedi sporchi e sudati di una tua vecchia amica. Che caduta incredibile” Tenten pensò mentre Ino aveva infilato nella propria bocca l’alluce della sua amica e lo stava succhiando con avidità.
- Non vorrei arrecare un dispiacere al tuo cagnolino, ma devo proprio tornare a casa - la bella kunoichi disse poco dopo, allontanando il viso di Ino con la suola del suo sandalo destro.
Ino tirò un sospiro di sollievo, finalmente anche quell’umiliazione era finita e presto sarebbero potute tornare a casa, dovrebbe ricevuto la ricompensa segreta di Hanabi e quella finale di Hinata che le avrebbe marchiato il sigillo maledetto degli Hyuga sulla fronte. Ma Ino aveva sottovalutato l’animo sadico di Hanabi che dopo aver salutato allegramente Tenten, si avvicinò alla sua serva e le disse:
- Sono stanca, penso che avrò bisogno di un cavallo per tornare a casa -
Ino ricordava bene la sua prima notte in casa degli Hyuga, quella mattina in cui era stata punita per non essersi fatta trovare per terra, pronta ad essere usata come uno scendiletto da Hanabi che aveva deciso quindi di cavalcarla fino alla cucina. Se già allora Ino si era stancata molto, come avrebbe potuto farlo ora che non aveva più stamina a causa del suo fisico decadente ed il “traguardo” era lontano almeno 2 km? Sarebbe stato inutile cercare di far cambiare idea ad Hanabi e quindi Ino rimase ancora una volta in silenzio ed attese che la sua Padrona si sedesse comodamente sulla schiena, usandola come una sorta di sella. Poi, proprio mentre Hanabi afferrava le due code di maiale della sua serva, usandole come redini, la giovane disse:
- Devo proprio ringraziare Sakura, la sua dieta ti ha reso decisamente più comoda da cavalcare e ti ha anche lasciato queste due code che sono davvero perfette per manovrarti durante il tragitto. Ora muoviti, maiale, voglio tornare a casa prima che faccia buio -
E così ebbe inizio quel lungo e faticoso viaggio di ritorno, ancora una volta sotto gli occhi stupefatti degli abitanti del villaggio, che forse mai si sarebbero abituati ad una scena così assurda.
- Ehi sorellona, vieni anche tu in giardino, sono sicura che Ino voglia che tu assista ad un momento così importante. E’ la sua ultima ricompensa prima di ricevere il nostro marchio, non è vero perdente? -
Ino non perse tempo e strisciò subito ai piedi di Hinata che era seduta sulla sua elegante poltrona e si stava spazzolando i lunghi capelli.
- Vi prego Hinata sama, mi farebbe molto piacere se ci foste anche voi mentre Hanabi sama mi concede la sua ricompensa - Ino disse sbaciucchiando i bei piedi della sua Padrona che sembrava ignorarla e non dimostrava nessun interesse per quello che sarebbe successo pochi minuti più tardi.
Solo diversi minuti dopo, dopo l’ennesima patetica supplica di Ino, Hinata finalmente schiacciò la faccia della sua serva per terra e disse:
- E va bene, andiamo -
Arrivati nel genkan Ino mise come al solito i sandali ai piedi delle sue Padrone e le tre ragazze uscirono di casa subito dopo ed ancora una volta Ino si sentì un vero cane mentre Hanabi la conduceva verso un angolo più nascosto del giardino, tirando il suo nuovo guinzaglio. Ino aveva scoperto poche settimane prima che quello era il posto preferito della secondagenita di Hiashi Hyuga, un luogo solitario e silenzioso dove Hanabi amava leggere seduta in una panchina di legno, circondata dal canto degli uccellini, dal suono di un piccolo ruscello che scorreva poco distante, godendosi allo stesso tempo l’ombra degli alberi ed quei piccoli raggi di sole che filtravano dal loro ampio fogliame. Quella volta tuttavia solo Hinata si sedette sulla panchina, finalmente curiosa di sapere cosa Hanabi aveva progettato. La giovane Hyuga rimase in piedi, nelle sue mani stringeva ancora il guinzaglio di Ino che era a quattro zampe e nuda come al solito, ed anche la giovane Yamanaka non poteva che attendere con curiosità e paura quella ricompensa che le era stata annunciata come qualcosa che l’avrebbe fatta soffrire terribilmente…ed Hanabi non si era sbagliata.
- In queste settimane pensi di aver fatto tutto per noi, di aver dato tutto quello che avevi per mia sorella e me. Hai tradito il tuo clan, praticamente rovinando la vita del tuo povero padre. Hai perso la tua casa e la tua libertà, hai perso i tuoi amici ed il rispetto che essi avevano per te. Ovviamente hai perso anche il rispetto di Tsunade e di tutto il villaggio di cui adesso sei diventata il zimbello. Ma non è finita qui, per noi ha persino sacrificato il tuo bell’aspetto, sei diventata questo…maiale, realizzando il sogno della tua grande rivale che ti ha portato via anche la tua carriera di kunoichi e qualsiasi obiettivo che avevi nella vita, l’unico scopo che ti è rimasto è servirci. Ma nonostante ciò c’è ancora un’ultima cosa, un ultimo sacrificio che dovrai fare per me, un ultimo dono per dimostrare definitivamente che ti meriti il nostro sigillo maledetto, che meriti di diventare la nostra schiava. Quindi la tua ricompensa per aver gattonato nuda per il villaggio al mio guinzaglio, come un cane, sarà offrirmi l’ultima cosa che ti lega alla vecchia Ino Yamanaka…hai capito di cosa sto parlando? -
“No” questa era l’unica parola che fluttuava nella mente di Ino, molto confusa dalle parole di Hanabi che invece si aspettava che lei capisse. Ma la giovane Yamanaka proprio non aveva idea di cosa lei stesse parlando, lei non aveva più nulla, aveva perso tutto, aveva gettato via tutto per quel folle desiderio di essere sotto il controllo di Hinata, per quel capriccio senza senso che si era infiltrato nella sua mente come un parassita dopo che la sua vecchia amica aveva distrutto i suoi canali del chakra, quello che era stato l’inizio della fine.
- Sto parlando dei tuoi orecchini, perdente. Gli orecchini che il tuo maestro ti ha donato per essere diventata una chuunin, gli orecchini che simboleggiavano la tua maturità, lo sbocciare di un fiore, che la volontà del fuoco ardeva intensamente dentro di te. Donami i tuoi orecchini, donami l’ultima cosa che ti è rimasta e poi supplicami di schiacciarli sotto i mie sandali, di polverizzarli proprio come i nostri piedi hanno polverizzato tutti i tuoi sogni. Accetta la mia ricompensa e supplicami di calpestare il simbolo dell’amore di un uomo che credeva in te e nel tuo futuro. Dimostrami che si era sbagliato, che accetti il tuo vero destino…che accetti il tuo posto ai nostri piedi -
Ino non si accorse subito che stava piangendo, come non si accorse che le unghie delle sue mani avevano involontariamente scavato nel terreno quando lei aveva serrato le mani per la tensione. Hanabi aveva ragione, Ino aveva dimenticato quanto fossero importanti quegli orecchini che erano l’unico oggetto che ancora possedeva e l’unica cosa che aveva indossato negli ultimi giorni, quando persino il suo “straccio” le era stato portato via, costringendola ad andare in giro nuda. Quegli orecchini erano troppo importanti per lei ed Hanabi lo aveva capito, per questo stava cercando di distruggerli, per tale motivo stava cercando di costringere Ino a cederli di sua spontanea volontà. Ino ricordò l’ultima volta che aveva visitato la tomba del suo maestro, ricordò le ultime parole che lui avevano pronunciato prima di esalare l’ultimo respiro. Lei non era stata in grado di salvarlo allora, era arrivata troppo tardi ed i suoi jutsu medici non erano serviti a nulla. Distruggere quegli orecchini voleva dire distruggere tutto ciò per cui Ino aveva lottato dopo l’accademia ninja, distruggere quel legame apparentemente indissolubile che si era creato tra il maestro ed i suoi tre allievi.
“Non posso farti questo, Sensei…non posso distruggere il tuo sogno…sarebbe come uccidere il tuo ricordo, ucciderti un’altra volta” Ino si disse mentre le lacrime continuavano a rigarle il volto.
Le due sorelle attendevano con curiosità la risposta di Ino, Hinata sembrava particolarmente colpita dall’ultimo gesto di sua sorella che era stata davvero crudele ad ideare una “ricompensa” così diabolica. Hinata per un attimo credette che Ino questa volta avrebbe reagito, che il ricordo di Asuma Sensei le avrebbe dato quella forza e quel coraggio che le era mancato nell’ultimo mese, poi però i loro occhi si incontrarono. Ino osservò Hinata per qualche secondo, la giovane immaginò di vedere sul volto della sua vecchia amica quel ghigno, quell’espressione trionfale e soddisfatto che infestava i suoi sogni. E la giovane Yamanaka perse di nuovo. Le sue mani si mossero quasi involontariamente e quando la giovane si tolse gli orecchini, Hanabi sorrise, consapevole che la sua vittoria era totale.
- Vi prego Hanabi sama, pre…prendete questi orecchini, io…una serva come me non li merita, un fallimento come me non merita di indossare gli orecchini di un uomo nobile come Asuma Sensei - Ino disse continuando a piangere e porgendo gli orecchini alla sua giovane ma spietata Padrona.
Hanabi afferrò gli orecchini subito ma non aveva certo dimenticato che la sua serva doveva supplicarla ancora.
- Non ti stai dimenticando nulla, perdente? -
Ino rimase paralizzata per diversi secondi, stava cercando di trovare il coraggio per dire quelle nuove terribili parole che non volevano uscire dalla sua bocca.
- Io…io vi supplico Hanabi sama…schiacciate questi orecchini sotto i vostri sandali…polverizzateli e…calpestate il sogno di uomo che ha sbagliato a credere in me…io non sono degna di ereditare e tramandare la volontà del fuoco…io…io posso solo strisciare ai vostri divini piedi e sperare di poter servire due persone meravigliose come voi -
Ino non aveva mai provato un dolore simile, neanche i jutsu di Hinata avevano creato un tale danno dentro di lei. Quella era una ferita troppo profonda, nessun ninja medico avrebbe mai potuto guarirla, lei sarebbe stata per sempre “rotta” ed inutile, un fallimento che aveva tradito la sua famiglia ed il suo maestro.
- Ma ne sei davvero sicura, Ino? Questi orecchini non sono troppo importanti per te? Non sono un ricordo del tuo caro Sensei? Non ti ha lasciato questi orecchini insieme ad il desiderio che tu non perdessi mai contro Sakura e che tu diventassi una splendida shinobi? - Hanabi replicò avvicinando di nuovo gli orecchini ad Ino, quasi sfidandola a riprenderseli.
Ancora una volta Ino fu su quel terreno dove il suo Maestro stava morendo, lo vide fumarsi l’ultima sigaretta e sentì le sue ultime parole, mentre il sangue di quell’uomo che l’aveva amata come una figlia le macchiava i vestiti. Ino aveva fallito, non era più una chuunin ormai, nessuno prima di lei aveva subito un tale disonore, perdendo persino il suo status di shinobi. E riguardo Sakura…beh, Ino aveva perso…perso nel modo peggiore in cui si possa perdere una competizione. La sua rivale non solo era diventata una grande kunoichi, ma l’aveva umiliata davanti a tutto il villaggio, l’aveva velocemente trasformata in una specie di maiale e le aveva tagliato i suoi bei capelli biondi…e la grande Yamanaka Ino cosa aveva fatto per replicare a tutto ciò? Si era fatta usare come uno zerbino, aveva permesso a Sakura di pulirsi i suoi piedi sulla sua faccia…aveva persino pulito le sue piante dei piedi con la sua lingua e la spazzatura della sua rivale era diventata il suo unico pasto…fazzoletti usati, unghia dei piedi e pelle morta compresi.
Ino non sapeva se il suo Sensei la stesse guardando in quel momento, ma sapeva che non poteva continuare ad indossare i suoi orecchini, non poteva disonorarlo in quel modo. La giovane dunque allontanò la mano di Hanabi che teneva quei gioielli così preziosi da un punto di vista sentimentale, e si prostrò ai piedi della ragazza, cominciando a baciarli con devozione.
- La supplico Padrona, distruggete questi orecchini, distruggete l’unica cosa che mi è rimasta ed accettate la mia totale sottomissione -
Hanabi non riuscì a nascondere la sua soddisfazione per quelle parole, soprattutto per quel termine che Ino aveva usato con lei per la prima volta. “Padrona”, sì, suonava davvero bene e presto Hanabi avrebbe potuto riascoltare quella dolce melodia tutte le volte che desiderava.
- Molto bene allora, adesso stai giù ed osserva molto attentamente. Sorellona, vuoi aiutarmi? Anche tu meriti di schiacciare sotto i tuoi piedi l’ultima cosa che rende Ino una donna libera -
Hinata non se lo fece ripetere due volte, qualcosa negli occhi di Ino aveva risvegliato in lei quel nuovo lato sadico che aveva imparato a conoscere nelle ultime settimane, quando aveva compreso che la caduta di Ino era stata fondamentale per la sua ascesa, come se i loro destini fossero incrociati. Le due sorelle Hyuga posizionarono i due orecchini per terra, Hanabi sotto il suo sandalo destro ed Hinata sotto il sinistro. Ino era ancora prostrata a terra, la sua guancia sinistra pressata sul terreno polveroso, e gli occhi della giovane osservarono i piedi delle sue due Padrone muoversi come al rallentatore. Il cuore della ragazza sembrò fermarsi per quel lungo istante, poi finalmente le suole dei sandali delle due sorelle Hyuga si abbatterono sugli orecchini di Asuma Sensei con la forza di un uragano. Era fatta, le sue Padrone avevano calpestato l’ultimo ricordo della sua vecchia vita, avevano reciso un legame che aveva sempre spinto Ino a migliorarsi…ma ora il suo destino era completo, ora lei doveva solo servire. Hinata ed Hanabi sollevarono i loro piedi quasi all’unisono ed allo stesso modo le due giovani dissero:
- Lecca -
Ino si mosse in avanti, come se non stesse attendendo altro, la sua lingua già fuori dalla bocca, pronta a leccare via i residui di quei gioielli che adesso erano solo polvere sotto le suole delle sue Padrone, sotto i piedi di quelle due ragazze meravigliose che avevano cambiato il suo destino e che avevano distrutto la sua vecchia vita, forgiandone una nuova, sotto il loro totale controllo.
Il tempo era giunto, settimane di fatiche, trasformazioni, umiliazioni e sofferenze avevano condotto Ino in quel luogo, a quell’esatta ora del giorno in cui la luna prende il posto del sole nel cielo, diventando un faro nell’oscurità che cala sul mondo per delle lunghe e silenziose ore. Normalmente quella speciale cerimonia si svolgeva alla presenza di tutti i membri del clan, riuniti attorno ad un sacro altare che risiedeva proprio all’esatto centro dell’enorme residenza degli Hyuga, quasi ad un unire i due rami in cui si divideva il clan possessore del potente Byakugan. Nonostante il marchio fosse un simbolo di sottomissione per i membri della casata cadetta, esso era allo stesso tempo un onore, poiché chi possedeva il sigillo maledetto degli Hyuga avrebbe avuto uno scopo fondamentale, difendere il suo clan con la sua stessa vita, permettendo che questi potesse continuare a fiorire e non subisse lo stesso destino di altri clan altrettanto potenti che avevano avuto un grande ruolo nella fondazione di Konoha ma che oramai non esistevano più. Questo onore non fu concesso ad Ino che nonostante tutto quello che aveva fatto, nonostante avesse ripudiato la sua famiglia e la sua stessa vita precedente, rimaneva pur sempre un’estranea, qualcuno che non sarebbe mai stato degno di portare il nome degli Hyuga, qualcuno che non aveva i loro occhi, qualcuno che avrebbe ricevuto il loro sigillo maledetto per motivi molto meno nobili.
Ino dunque fu condotta da Hinata in una grande sala all’interno dell’abitazione stessa del capoclan, una stanza in cui la giovane Yamanaka non aveva mai messo piede prima, neppure per pulirla, un compito che era riservato a Natsu. Hanabi spiegò che quella sala era un luogo che loro padre aveva creato per ricordare la sua defunta moglie, e che nessuno oltre Hiashi Hyuga, le sue due figlie e la loro serva aveva il permesso di entrarvi. Ino si sentì stranamente onorata di poter accedere in quel luogo e mai prima di allora si era sentita così vicina ad Hinata che si era inchinata brevemente di fronte al bel dipinto che raffigurava la madre, bella e così simile alle figlie da sembrare più la loro sorella. Ino sapeva che la madre di Hinata era molto giovane quando era morta, ma non sapeva altro su di lei, le due sorelle non ne parlavano mai ed Ino non osò fare domande.
Mentre Hanabi accendeva numerose candele che erano l’unica fonte di illuminazione della stanza, Hinata invitò la sua vecchia amica ad inginocchiarsi al centro di essa.
- Chi avrebbe mai potuto immaginare che questo giorno sarebbe arrivato? Chi avrebbe mai potuto pensare che la bella e potente Ino Yamanaka un giorno mi avrebbe supplicato per essere marchiata con il sigillo maledetto del mio clan, perfettamente consapevole di quali saranno le conseguenze. Ti ricordi i primi giorni in accademia, Ino? Ricordi che io non riuscivo a parlare tanto era grande la mia timidezza? E ricordi invece come tu eri sempre al centro dell’attenzione, facendo ridere tutti, prendendo in giro Naruto, giocando con Sakura. Come avrei mai potuto immaginare allora che quella bella ragazzina bionda un giorno sarebbe diventata una mia proprietà? Che lei avrebbe sacrificato ogni cosa, la sua perfetta vita, per diventare la mia schiava, per adorare il pavimento su cui cammino. E adesso credo sia arrivato il momento della verità, cara Ino, adesso voglio che tu mi dica perchè hai fatto tutto questo… -
La giovane Yamanaka osservò per un breve istante gli occhi della sua vecchia amica che cercavano di leggere nel profondo della sua anima, poi, incapace di sostenere oltre quello sguardo così potente, gli occhi di Ino si spostarono sui bei piedi della sua Padrona e quasi senza rendersene conto, delle parole cominciarono ad uscire dalla sua bocca, come se la vista di quei piedi che avevano causato la distruzione della sua vita, avessero sbloccato qualcosa dentro di lei, permettendole di rivelare dei sentimenti che neanche lei sapeva di provare.
- Io ho fatto tutto questo perchè…perchè credo che voi siate la cosa più bella mai creata in questo mondo. Non so perchè non me ne sono accorta prima, perchè l’ho compreso solo dopo che mi avete sconfitto durante quell’ultimo allenamento…dopo che avete danneggiato i mie canali del chakra. Ma in quel momento ho capito…che io non ero niente rispetto a voi, che avevo bisogno di voi nella mia vita, del vostro controllo, delle vostre lodi ma anche dei vostri rimproveri. Ho capito che il mio posto era proprio qui… - e cosi dicendo Ino strisciò ai piedi nudi di Hinata e cominciò a baciarli con una devozione mai vista prima.
Hanabi non potè che osservare la scena con un po’ di gelosia, sapeva che mai avrebbe ricevuto lo stesso trattamento da Ino, ma una parte di lei era molto felice per sua sorella che finalmente era maturata ed aveva abbandonato quelle debolezze che l’avevano accompagnata per tutta la sua giovane vita. Ino continuò a soffocare di baci i piedi di Hinata, le sue labbra non trascurarono nemmeno un centimetro dei piedi della sua amica e Padrona, ma la ragazza sapeva quale era il suo posto ed i suoi baci non salirono mai oltre le caviglie della Principessa del Byakugan.
- Così hai capito cosa? Che io sono migliore di te? - Hinata chiese con un sorriso, sollevando un piede e permettendo ad Ino di baciare anche la pianta.
- Sì…voi siete molto superiore a me, sotto ogni punto di vista - Ino replicò senza smettere di baciare quei piedi divini nemmeno per un momento.
- Quindi sono perfetta per te, no? Sei forse innamorata di me, Ino? -
Quella domanda improvvisa colse la giovane Yamanaka di sorpresa. Era vero? Lei era davvero innamorata di Hinata? Per tale motivo aveva dunque fatto tutte quelle cose assurde? Ino ripensò alle emozioni che provava ogni volta in cui i suoi occhi si posavano su quella ragazza magnifica, ogni volta che poteva toccarla, anche se di solito poteva toccare solo le parti più infime e sporche di Hinata, ripensò a quanto fosse felice di stare sotto i suoi piedi mentre la sua Padrona si rilassava sul divano, usandola come un poggiapiedi, o come bramasse essere il suo zerbino nonostante il dolore e l’umiliazione.
- Io…sì…io vi amo Hinata sama - Ino confessò infine, le sue labbra sempre ai piedi di quella ragazza che l’aveva stregata.
Hinata scoppiò a ridere e rise così tanto e per così tanto tempo che dovette mettersi una mano sull’addome che cominciava a farle male.
- Tu ti sei innamorata di me…HAHA…ti sei innamorata di me prima o dopo che i miei piedi calpestassero il tuo sogno di diventare un ninja medico? No, non rispondere, non ha importanza. Anzi, leccami i piedi mentre ti spiego una cosa molto importante - Hinata disse mettendo un piede in testa ad Ino e bloccandola per terra, cosicché la ragazza potesse solo leccare l’altro piede della sua Padrona che continuava a ridere, proprio come stava facendo sua sorella che osservava la scena da qualche metro di distanza, mentre la giovane Hyuga accendeva l’ultima candela proprio in quel piccolo altare dedicato alla loro madre defunta.
Ino cominciò a leccare il piede destro della sua vecchia amica, assaporando quel gusto oramai così familiare mentre Hinata riprendeva il suo discorso.
- Lo sai che io non ricambierò mai i tuoi sentimenti, vero? Mi ami così tanto da aver sacrificato letteralmente ogni cosa per me, da aver tradito il tuo clan, da aver ferito tuo padre, da aver accettato ogni tipo umiliazione dalla tua rivale…tutto per me, per compiacermi. Ma nonostante ciò, questo è tutto quello che potrai avere, i miei piedi da ripulire…ed una Padrona da servire -
Ino cominciò a piangere, il suo cuore sembrò spezzarsi ed un nuovo indescrivibile dolore prese possesso del suo corpo, ma la ragazza non smise di leccare i piedi di quella Dea che continuava a schernirla e che sembrava provare un piacere immenso nel vedere Ino così sofferente.
- Questo è come io ricompenserò il tuo amore, permettendoti di gettarti in una schiavitù permanente così che potrai servire “l’amore della tua vita” per lunghi anni, fino a che la tua giovinezza sarà solo un lontano ricordo, fino a quando quei pochi capelli che ti sono rimasti diventeranno bianchi e la tua pelle diventerà sempre più brutta e cadente. Da oggi fino al giorno in cui tu esalerai l’ultimo respiro, non sarai mai niente di più di una schiava, di un verme strisciante ai miei piedi. Anzi, mi correggo, non da oggi…tu sei sempre stata un verme ai miei piedi. Ed adesso me lo dimostrerai - Hinata concluse quel lungo e crudele discorso facendo un segnale ad Hanabi che prese qualcosa da un piccolo armadio in fondo alla sala e si avvicinò ad Ino che potè vedere cosa la ragazza stringeva tra le mani.
Ino osservò con stupore Hanabi posizionare per terra, a pochi passi da Hinata ed Ino, i vecchi sandali da genin della sorella, gli stessi sandali che Ino doveva avere sempre sulla faccia quando dormiva dentro l’armadio della scarpe di Hinata.
- Inchinati ai miei vecchi sandali Ino, qualcosa che avresti dovuto fare molto tempo fa gia quando frequentavamo l’accademia. Inchinati e mostrami che sei sempre stata inferiore a me -
Ino aveva ancora gli occhi pieni lacrime, non si aspettava delle parole tanto dure da parte di Hinata ma ancora una volta quel trattamento degradante aveva risvegliato quello strano mostro dentro di lei ed un nuovo brivido scosse il suo basso ventre. La giovane Yamanaka si prostò davanti a quei sandali che ormai conosceva bene, quei sandali che appartenevano ad una ragazzina che non sarebbe mai stata in grado di trattare in quel modo un’altro essere umano, una ragazzina che si sarebbe fatta usare come uno zerbino dai suoi compagni di classe, una ragazzina che non esisteva più. Al suo posto era sorta una donna sicura di sè, che sapeva quello che voleva e che aveva finalmente compreso il suo posto nel mondo, una donna che possedeva un vero zerbino umano sulla cui faccia pulirsi i piedi sporchi e sudati.
Ino continuò a venerare quei sandali per altri due minuti, come se fossero un oggetto sacro, ma Hinata non sembrava ancora soddisfatta ed avvicinando alla sua serva, le mise nuovamente un piede in testa e rudemente le schiacciò la faccia contro il pavimento di legno.
- Lo sai che meriti una punizione, non è vero verme? Avresti dovuto fare ciò molto tempo fa e sarai quindi punita per ogni giorno in cui non ti sei prostrata ai miei piedi. Lecca le suole e le solette dei mie sandali da genin, fai quello che avresti dovuto fare durante i nostri anni in accademia davanti a tutta la nostra classe -
Quella era una ingiustizia, Ino lo sapeva bene, non poteva essere punita per qualcosa che non aveva fatto quando era ancora una persona libera, una persona normale, una ragazza felice e solare…quando era una vincente. Ma nonostante ciò la giovane Yamanaka strisciò verso quei piccoli sandali e cominciò a leccarli, continuando a pensare a quanto fossero crudeli ed ingiuste le parole di Hinata, considerando che fino a poche settimane prima lei sembrava la prima a non accettare la nuova Ino debole e sottomessa.
“Come potevo prostrarmi ai piedi di quella Hinata timida ed insicura? Lei non avrebbe mai sopportato una cosa del genere”
Ino cercò di liberare la mente da quei pensieri che non avrebbero migliorato la sua situazione, le era stato detto di fare una cosa e lei doveva farlo, fine del discorso. Dopo aver ripulito con attenzione le suole di quei sandali, Ino si dedicò alle solette dove i piccoli piedi della giovane Hinata si erano poggiati per anni e anni, durante i suoi allenamenti e le sue prime missioni. Nonostante il passare del tempo, Ino poteva ancora avvertire sulla punta della sua lingua il gusto aspro del sudore dei piedi della sua Padrona e questo la spronò a leccare con maggiore intensità, facendola sembrare ancora una volta un cane affamato. Per un attimo la giovane donna si chiese se in futuro avrebbe dovuto dormire ancora con quei sandali sulla faccia o se la sua Padrona avrebbe scelto di cambiare calzature per la sua routine notturna, ora che i suoi sandali da genin erano puliti. Ma ben presto Ino tornò a dedicarsi totalmente a quella speciale pulizia, anche se più di una volta dovette combattere con il ricordo delle parole precedenti di Hinata che continuavano a riecheggiare nelle sue orecchie.
“Non sarai mai niente più di una schiava”
Ino pianse ancora una volta e dovette leccare via pure le sue lacrime salate che erano scivolate sui sandali della sua Padrona. Passarono altri dieci minuti e solo quando Hinata finì di esaminare le sue vecchie scarpe, la giovane Hyuga affermò che era arrivato il momento di iniziare la cerimonia e di imprimere il sigillo maledetto del suo clan sulla fronte di Ino. Quella non era certo un operazione semplice e veloce ed Hinata si sedette per terra difronte alla sua futura schiava. Dopo aver fatto dei complessi sigilli con le mani, Hinata mise due dita sulla fronte di Ino e la ragazza chiuse gli occhi per concentrarsi, consapevole che la tecnica sarebbe durata parecchi minuti.
Hanabi decise di sfruttare quel momento di silenzio, per giocare un altro po’ con la povera Ino che osservava Hinata con un mix di paura e curiosità. Ino non sapeva se il sigillo le avrebbe fatto male, ma non le importava, nelle ultime settimane i calpestamenti delle due sorelle, soprattutto di Hanabi, l’avevano preparata ad affrontare ogni tipo di dolore.
- Questa è l’ultima occasione per fare un passo indietro, perdente - Hanabi cominciò a dire, attirando a sè lo sguardo di Ino - Lo sai vero che dopo che sarai stata marchiata ogni membro del clan Hyuga potrà instantaneamente costringerti a sottometterti alla loro volontà? Sarai a disposizione di chiunque qui, ogni volta che loro lo vogliano…sì, persino quelli della casata cadetta ed i servi come Natsu potrannò comandarti a bacchetta -
Ino non si mossè, nonostante le parole di Hanabi la ragazza Yamanaka rimase al suo posto, le dita di Hinata erano ancora poggiate sulla sua fronte e la sua Padrona era ancora molto concentrata per eseguire quel sigillo maledetto che avrebbe cambiato per sempre la vita di Ino. Hanabi sembrò leggerle la mente perche continuò a schernirla dicendo:
- Prova ad immaginare la tua vita da questo momento in poi, non è difficile…scommetto che puoi vedere nella tua mente delle immagini nitide come se fossero già reali. Immaginati mentre Hinata ed io ti portiamo a spasso per le strade del villaggio, al nostro guinzaglio, una cosa che faremo così spesso che la gente finirà col dimenticarsi che sei un essere umano e ti tratterà come il cane che sei, scacciandoti via con calci e sputi per paura che tu possa rubare il cibo dalle loro bancarelle o fare la pipì sul muro della loro casa. Immaginati mentre strofini i pavimenti a quattro zampe, mentre Natsu si rilassa con i piedi sollevati, felice di non dover più svolgere lavori manuali così infimi ora che ci sei tu lì a sgobbare al posto suo, una schiava che può comandare a bacchetta e frustare casualmente ogni volta che le sembra che tu non ti stai lavorando abbastanza disperatamente nelle tue faccende domestiche. Sai, credo che d’ora in avanti dormirai con i sandali di Natsu sulla faccia, d’altronde quelli di mia sorella sono puliti ormai e credo che questo piccolo cambiamento sia necessario per farti comprendere che tu occupi davvero il gradino più basso nella gerarchia degli Hyuga. Sì, i sandali sporchi della nostra serva saranno perfetti per te e sono sicura che imparerai presto ad amare il sudore dei suoi piedi…sai, so che questo è molto intenso, non bisogna certo essere dei leccapiedi come te per sentire quella puzza ogni volta che Natsu si toglie i sandali dopo aver lavorato per ore. Ancora sicura di volere quel sigillo maledetto? Sì? Bene, sarai accontentata tra pochi secondi, Hinata ha quasi terminato -
Hanabi non si sbagliava e meno di un minuto dopo successe qualcosa, una grande luce verde illuminò la stanza ed Ino avvertì un calore fortissimo sulla sua fronte, il sigillo maledetto degli Hyuga aveva marchiato finalmente la sua pelle ed il suo destino si era finalmente realizzato.
“Sono una schiava ora…la schiava di Hinata” Ino pensò per un breve istante mentre sentiva le energie del suo corpo calare drasticamente come se il sigillo stesse risucchiando il poco chakra che riusciva a circolare in quei canali danneggiati dalle potenti tecniche degli Hyuga.
- Benvenuta nella tua nuova vita, schiava - Hinata disse alzandosi lentamente, anche lei sembrava sfinita.
Ino ebbe quasi un orgasmo nel sentire quella parola pronunciata nuovamente da Hinata dopo diverse settimane, un tempo che le era sembrato infinito. Ma l’eccitazione della ragazza Yamanaka ebbe vita breve, le dita di Hinata si mossero velocemente e formarono un sigillo, poi la ragazza disse:
- Metti il tutto il mio piede dentro la tua bocca e strozzati con esso fino a vomitare e poi continua fino a che non perderai i sensi -
Ino non ebbe il tempo di chiedersi se ciò fosse possibile, il suo corpo di stava muovendo da solo, ma non le era chiaro se fosse il sigillo a muoverne i fili come un burattinaio o se era la paura di quello che il sigillo avrebbe potuto farle se avesse rifiutato o persino esitato davanti ad un ordine della sua Padrona. Ino aprì la bocca ed infilò al suo interno il piede di quella ragazza che aveva cambiato ogni cosa, che aveva calpestato i suoi sogni e che fino alla fine dei suoi giorni, avrebbe avuto la vita della sua vecchia e solare amica nella sue mani, una vita da schiacciare sotto i suoi piedi.