Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Un sogno calpestato

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view post Posted on 6/9/2023, 10:30     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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Questa è la prima parte di una fanfiction sull’anime Naruto che mi è stata commissionata. Tutti i personaggi della storia hanno almeno 18+ anni, indipendentemente dal momento del manga in cui è inserito il racconto.



La primavera sembrava essere arrivata in anticipo quell’anno, molti fiori erano già germogliati, come le primule che Ino Yamanaka stringeva in mano mentre la ragazza, con il suo classico vestito viola ed i lunghi capelli biondi, camminava lentamente lungo le strade di Konoha. Era ancora presto e c’erano poche persone in giro, una donna stava spazzando per terra davanti l’ingresso del suo negozio, uno di quelli che la giovane kunoichi amava, uno di quei luoghi in cui potevi trovare oggetti rari ed antichi provenienti dal resto del mondo. Ino voltò un angolo mentre ripensava ad una bellissima candela che aveva comprato lì mesi prima ed al suo profumo così intenso. Il cocco non era un frutto tipico del Paese del fuoco ed Ino non aveva mai avuto la possibilità di assaggiarlo, ma quella candela le aveva permesso di perdersi in quei luoghi esotici dove quel frutto era solito crescere, in un albero che poteva essere alto anche 40 metri. Distratta dai suoi pensieri, Ino si accorse di essere giunta alla sua destinazione solo quando un uccellino le volo poco sopra la testa, il suo cinguettio che sembrava una triste malinconia, perfettamente adatta a quel luogo.

La ragazza avanzò lentamente lungo il cimitero, porgendo i suoi rispetti anche alle tombe di ninja che non conosceva ma che avevano sacrificato la propria vita in battaglia, permettendo a Konoha di continuare a germogliare, dando linfa alle nuove foglie che sarebbero state il futuro del villaggio.

- Ciao Sensei, è passato un po’ dall’ultima volta. So che non è una scusa ma sono stata davvero impegnata nelle ultime settimane. Uno potrebbe pensare che senza più Orochimaru in giro e con l’Akatsuki apparentemente immobile, tutto sia più semplice ma non è così. Le tensione e la paura tra i Paesi continua a crescere, l’Akatsuki avrà anche perso altri due membri con la morte di Hidan e Kakuzu ma possiede ancora numerosi bijuu e tutti temano che possa scoppiare presto una guerra. Per questo l’Hokage ci sta chiedendo di dare il massimo, dobbiamo allenarci e diventare sempre più forti, essere pronti a tutto. Ed il team 10 deve fare la sua parte, non è vero Sensei? - Ino domandò alla foto che adornava la tomba di una delle persone più importanti della sua vita.

Poi, asciugandosi una lacrima che le stava scivolando lungo il viso, la ragazza aggiunse - Siamo diventati forti in questo anno, saresti fiero del trio Ino-Shika-Cho. Shikamaru è diventato un vero leader, si lagna per ogni cosa come al suo solito, ma nessuno a Konoha ha un numero di missioni completate con successo da capo squadra come lui. E Choji? Quel bimbo cicciottello che ti faceva spendere sempre un sacco di soldi al ristorante, è diventato finalmente un uomo, forte ma con il suo solito cuore puro. Io…anche io non me la sto cavando male, Papà è molto orgoglioso di me e dice che il clan sarà in buone mani in futuro e gli allenamenti con Tsunade sama sono molto interessanti, anche se sempre più duri. Parlando di ciò…Shizune mi ha informato ieri sera che Tsunade vuole vedere tutte le sue allieve stamattina, quindi ho poco tempo per chiacchierare con te, caro Sensei, ma ti prometto che tornerò presto…e che terrò d’occhio Mirai, so che Shikamaru la va a trovare spesso, ma ho paura che possa trasmettergli la sua pigrizia e tremo al pensiero di quale possa essere la sua prima parola haha -

Ino rise per diversi secondi, toccandosi l’orecchino che così tanto valore aveva per lei, l’orecchino che Asuma Sensei aveva donato a tutti i membri del Team 10 per essere diventati dei chunin. La ragazza continuava a ridere ma dai suoi occhi però continuavano a cadere molte lacrime che bagnarono la terra ai piedi della tomba del suo maestro, dove la ragazza adagiò con delicatezza i fiori che aveva portato, notando un pacchetto di sigarette nuovo che era stato lasciato lì sicuramente da Shikamaru.

“Ieri sera ha piovuto, deve essere venuto qui ancora più presto di me” Ino pensò osservando un’ultima volta la foto del suo maestro prima di voltarsi e lasciare rapidamente il cimitero, lo strano meeting richiesto da Tsunade sama sarebbe iniziato presto.



Sakura e Shizune erano già nell’ufficio dell’Hokage quando Ino arrivò, di Tsunade sama non c’era ancora traccia.

- Ieri sera ha perso una bella cifra scommettendo con un forestiero, sono sicura che sarà di pessimo umore - Shizune disse accarezzando Tonton, il maialino di Tsunade sama quasi sempre affidato alle cure della sua prima allieva.

Il quinto Hokage arrivò solo venti minuti dopo e, proprio come Shizune aveva previsto, la donna sembrava molto arrabbiata e si sedette nella sua poltrona senza neanche salutare le tre ragazze.

- Dagli ultimi rapporti degli Anbu le cose continuano a peggiorare nel Paese della pioggia e l’Akatsuki prima o poi tornerà a caccia del Kyuubi. Quei due vecchiacci continuano a starmi col fiato sul collo, sapete che non volevano che Naruto si allenasse sul monte Myoboku, e continuano a dire che dobbiamo essere pronti per una guerra improvvisa. E’ soprattutto la nostra unità medica a destare preoccupazioni, il consiglio teme che non siate pronte per guidare i nostri reparti sul campo di battaglia. Per tale motivo ho deciso di mettervi alla prova e di farlo pubblicamente, così da cancellare ogni dubbio sulle vostre qualità - Tsunade Sama disse, fermandosi ad osservare le tre ragazze una per volta, quasi come a tentare di leggere nei loro cuori. Poi la donna continuò - Non sarà solo una sfida per dimostrare che siete dei bravi ninja medici, ma sarà una sfida per capire chi è la migliore tra di voi, per comprendere chi sarà il capo della divisione medica sul campo di battaglia. Avete dieci giorni per prepararvi, spero che facciate buon uso di questo tempo -

Senza aspettare una risposta, Tsunade sama si alzò ed uscì dall’ufficio, infuriata proprio come era entrata, e le tre ragazze non poterono fare altro che guardarsi e porsi silenziosamente la stessa domanda : “Sono pronta?”



Ino continuò a farsi quella domanda lungo tutto il tragitto fino a casa e la risposta era sempre uguale “non ancora”. Ino sapeva di essere svantaggiata, era diventata una allieva di Tsunade sama da molto meno tempo rispetto a Shizune e Sakura. La sua vecchia compagna di classe aveva già dimostrato diverse volte di essere straordinaria nell’utilizzo di jutsu medici ma non era quello a preoccupare Ino, sapeva che il suo vero punto debole in un eventuale scontro con Sakura sarebbe stato il taijutsu.

“Attualmente non avrei nessuna possibilità in un 1vs1 contro di lei, Sakura conosce perfettamente il mio jutsu segreto ed il suo punto debole. E la sua immensa forza…no, non posso assolutamente vincere contro di lei, non al momento”

Ino voleva dimostrare a tutti di essere un ninja medico capace, di poter anche sconfiggere la sua rivale in uno scontro, sebbene lei, come ogni membro del Clan Yamanaka, avesse sviluppato le sue abilità per un diverso uso in battaglia, sfruttando l’aiuto dei compagni per poi usare il jutsu segreto della sua famiglia contro il nemico distratto e porre fine allo scontro. Ino dubitava però che i consiglieri di Konoha o la stessa Tsunade avrebbero dato importanza ad una cosa del genere, l’unica soluzione era vincere.

“Ma come?” Ino si chiese, stendendosi sul letto e agitando le dita dei piedi per lo stress.

Poi la soluzione si fece strada nella sua mente, chiara come l’acqua di una sorgente e pura come la persona che avrebbe potuto aiutarla.



- Tu…tu vorresti davvero allenarti con me per affrontare il test del quinto Hokage? Sei davvero sicura, Ino san? -

- Ma certo che sono sicura, Hinata. Non essere così modesta, lo sanno tutti che sei una migliori ninja del villaggio nel taijutsu. Dai, sei la principessa del Byakugan, sei stata allenata duramente dal Clan più forte di Konoha fin da quando eri piccola, chi meglio di te potrebbe aiutarmi a migliorare il mio stile di combattimento e permettermi di fronteggiare un nemico anche a corto raggio? - Ino disse mettendo una mano sulla spalla della sua amica, che invece teneva le sue mani strette tra loro e spostava di continuo il suo peso da una gamba all’altra, ennesimo segno che la ragazza non aveva ancora superato la sua enorme timidezza.

- Non so se…è una grande responsabilità - Hinata rispose, il tono della sua voce era così basso che Ino faticava a sentirla nonostante fosse a pochi centimetri dall’erede degli Hyuga.

- Hina, nessuna pressione. Combatti con me un paio di volte e basta, non sarà certo colpa tua se non supererò il test di Tsunade sama. E poi, se non mi allenerai tu, non lo farà nessun altro. Mi chiuderò in camera mia per una settimana e dormirò fino al giorno del test - Ino rispose ridacchiando, sapendo dentro di lei che Hinata non avrebbe potuto rifiutare dopo quelle parole.

La ragazza aveva avuto ragione e quando Hinata alla fine aveva ceduto e le aveva promesso di allenarla nel taijutsu, Ino l’abbracciò calorosamente e corse via, gridandole :

- A domani Hina, e non trattenerti! -

E quello è cio che la principessa del Byakugan fece il giorno successivo, quando le due ragazze, come d’accordo, si scontrarono nel campo di addestramento nella residenza degli Hyuga. Hinata sapeva che non poteva andarci leggero, Ino era una sua amica ma sarebbe stato molto peggio per lei se non si fosse impegnata sul serio. E così Hinata aveva cominciato a lottare come una vera tigre, facendo dimenticare per un momento ad Ino che l’avversario che aveva di fronte, fosse quella ragazzina timida a cui tutti erano abituati. Ino non era veloce come Hinata e decisamente non aveva la sua esperienza in scontri ravvicinati, il loro differente livello si notò subito nei primi minuti, quando ogni colpo della ragazza Yamanaka era parato dalla sua rivale con estrema semplicità. Ino d’altro canto non stava riuscendo ad avere una difesa solida, come se il Byakugan della sua avversaria riuscisse sempre a trovare un’apertura dove colpire. Quando Hinata la colpì per l’ennesima volta, Ino crollò per terra toccandosi lo stomaco. Gli occhi della ragazza videro i piedi nudi della sua amica farsi sempre più vicini e Ino si preparò a ricevere un altro colpo, temendo il momento in cui il bel piede di Hinata si sarebbe abbattuto su di lei. Ma l’erede degli Hyuga le porse una mano e l’aiutò a rialzarsi, spiegandole cosa aveva sbagliato durante il loro primo scontro. Ino non riusciva a credere che la timida Hinata riuscisse ad essere un insegnante così brava, sembrava totalmente a suo agio mentre le insegnava come schivare in modo più efficiente e preciso.

“Lei sembra così…sicura di sè” Ino pensò stupita, osservando Hinata, che da quando avevano combattuto aveva smesso di tremare o di balbettare, come se vincere quel primo scontro le avesse dato una forza che prima non aveva.

Ino invece sembrò perdere la sua confidenza, sapeva di non essere un’esperta di taijutsu e per tale motivo aveva scelto di allenarsi con Hinata, ma non credeva che tra loro esistesse un divario così grande da apparire incolmabile in una vita intera, figurarsi in sette giorni. Dopo averla ringraziata più e più volte, Ino salutò Hinata con la promessa di rivedersi il giorno dopo per un nuovo scontro.

La ragazza Yamanaka ripensò più volte alla battaglia con Hinata e cercò di ricordare il più possibile le mosse della sua amica, sperando di riuscire a prevenire i suoi attacchi durante il prossimo scontro. Ma le speranze di Ino andarono in frantumi, come uno specchio colpito da un sasso, non appena le due ragazze tornarono ad allenarsi, questa volta con un piccolo pubblico. Hanabi, la sorella più piccola di Hinata, stava osservando il loro scontro insieme ad un altro ragazzino del Clan Hyuga, i due continuavano a ridacchiare ogni volta che la patetica guardia di Ino veniva spezzata dai calci di Hinata, dopo subito pronta a colpire la sua avversaria con il suo Pugno gentile. Ino crollò per terra ancora una volta, respirando a fatica.

- Per oggi lo scontro finisce qui, Ino san. Ho colpito i punti di fuga del tuo chakra e non potrai usarlo per un po’ -

- Maledizione, dovevi proprio usare quella tecnica? Ieri… -

- Ieri ho cercato di insegnarti le basi del taijutsu, da oggi pensavo fossi pronta a combattere seriamente. Però è ok se…se vuoi andarci piano, Ino san - Hinata disse ed il ritorno del suo balbettio dimostrava quanto si sentisse in colpa per aver fatto del male ad una sua cara amica.

- No…no ti prego, non migliorerò mai se non combattiamo al massimo delle nostre capacità. Hai ragione Hinata, sono stata una stupida a lamentarmi -

- Sei proprio sicura di volerlo? - intervenne una voce, Ino girandosi di scatto comprese che era stata Hanabi a parlare.

Ino osservò la ragazza avvicinarsi, il suo vestito giallo, adornato da fiamme rosse, sembrava risplendere illuminato da un raggio di sole che colpiva la piccola degli Hyuga come se fosse attratto magneticamente da lei. Quando la ragazza fu a pochi passi da lei, Ino, che per un attimo si era distratta ad osservare le sue scarpe, la salutò calorosamente al suo solito, nonostante si fosse accorta che Hanabi ed il suo amico si fossero presi gioco di lei per tutto il tempo durante lo scontro.

- Ehi Hanabi, ho sentito che hai portato a termine la tua prima missione di rango A, congratulazioni -

- E’ stato facile…credo che anche tu ci saresti riuscita - la ragazza rispose ridacchiando ed ad Ino sembrò di essere colpita quasi da uno schiaffo. Ma la ragazza Yamanaka non ebbe il tempo di pensare ad una risposta perche Hanabi aggiunse - Comunque se fossi in te supplicherei di nuovo mia sorella, questa volta però per chiederle di non usare più il Pugno gentile, un altro paio di scontri così e il flusso del tuo chakra rischia di danneggiarsi enormemente.

Ino impallidì per un istante, ricordava bene come, al suo primo esame per chunin, Neji aveva ridotto la sua stessa cugina e non voleva certo farà la stessa fine, non con il test di Tsunade sama così vicino.

- Sono sicura che Hinata sa quel che fa - Ino rispose sorridendo.



Ino ripensò più e più volte a quel breve scambio di battute con Hanabi, ogni giorno sempre più preoccupata e dubbiosa quando ritornava a casa stremata, con dolori lancinanti in tutto il corpo, dopo i nuovi allenamenti con Hinata e nuove brucianti sconfitte. Ino però non voleva desistere, credeva di cominciare a vedere dei miglioramenti ed anche la sua amica non mancava occasione di sottolinearlo. Così Ino continuò a combattere nel campo di addestramento degli Hyuga, dove ormai molti membri del Clan si fermavano ad assistere ai suoi scontri, ridacchiando ogni volta che Hinata la scaraventava a terra con i suoi pugni o con i suoi calci, proprio come aveva fatto Hanabi. Ino non riusciva a capire perche non riusciva a togliersi dalla testa quella scena, la più giovane degli Hyuga che si prendeva gioco di lei mentre la sua sorella maggiore continuava ad infiggere sempre più danni sul corpo della debole Yamanaka.

La settimana trascorse velocemente e quando sorse il sole il giorno del famoso test di Tsunade, che si sarebbe svolto nell’arena di Konoha, proprio come era accaduto in quel famoso esame chunin interrotto dall’attacco di Orochimaru e dai ninja del suono, Ino si alzò presto ed uscì di casa con un grande sorriso in volto. La ragazza era sicura di avere molte più chance di vittoria ora, Sakura non si sarebbe mai potuto immaginare quanto brava nel taijutsu fosse diventata la sua rivale. Ino però voleva arrivare all’arena sempre più pronta e decise di chiedere ad Hinata di combattere con lei per un ultima volta.

“Sarà un gran bel riscaldamento, preparati Sakura, oggi ti batterò davanti a tutti e dimostrerò chi è la migliore tra noi finalmente”

I pensieri che affollavano la mente di Ino erano numerosi e tutti felici, il suo futuro era gia scritto ed oggi anche Tsunade sama ed quei vecchi consiglieri da strapazzo avrebbero capito che lei avrebbe guidato il dipartimento medico come suo padre comandava quello dei ninja sensoriali. Quando la ragazza bionda giunse nella residenza degli Hyuga, trovò la sua amica sotto un albero, dove si stava prendendo cura di due piccoli fiori viola che erano appena sbucati dal terreno, da una piccola fessura in mezzo alle enormi radici dell’albero.

- Vuoi batterti di nuovo? Io…io non penso sia una buona idea, Ino san -

- E dai Hinata, non farti pregare, ho bisogno di fare un po’ di riscaldamento prima di combattere nell’arena - Ino disse, guardando la sua amica con occhi da cucciolo.

Ci vollero altri due minuti per convincere Hinata ma alla fine le due ragazze preserò il loro abituale posto nel campo di addestramento e cominciarono a combattere. Anche quel giorno Hanabi stava assistendo allo scontro, anche se era mattina presto. Gli occhi della secondogenita degli Hyuga seguivano i movimenti dei combattenti senza difficoltà, analizzando ogni loro mossa e prevedendo come sarebbe finito lo scontro. Ino voleva dare il massimo, si sentiva piena di energie e nonostante il suo corpo fosse ancora dolorante per i colpi subiti nei giorni precedenti, la ragazza credeva di potercela fare quella volta. Aveva ormai memorizzato gran parte degli attacchi della sua amica e sebbene non sempre avesse la velocità per schivarli, nei primi minuti Ino fu in grado di pararli abbastanza agevolmente. Hinata sembrò impressionata dai migliormenti di Ino e la ragazza quasi senza notarlo, alzò nettamente il suo livello ed i suo colpi divennero sempre più veloci. Nonostante ciò Ino non perse mai il sorriso e finalmente trovò un apertura nella difesa, di solito impeccabile della sua amica. L’unica ragazza del team 10, si abbassò all’improvviso, la sua mano piantata per terra che sopportava tutto il suo peso mentre Ino roteava il suo corpo, pronta a lanciarsi contro Hinata che non avrebbe avuto il tempo di reagire…o almeno così Ino pensava.

La principessa degli Hyuga, seppur sorpresa dalla mossa della sua amica, riuscì a leggere il suo movimento con un attimo d’anticipo grazie al suo Byakugan che le aveva permesso di notare la contrazione del muscolo del braccio di Ino, facendole capire cosa la ragazza aveva intenzione di fare. Ino osservò la scena quasi a rallentatore, Hinata non poteva schivare il calcio basso e una volta caduta per terra, avrebbe finalmente vinto. Ma i piedi nudi della sua amica si mosserò inaspettatamente, una sorta di rotazione che portò Hinata a dare le spalle al suo avversario per un breve istante, prima di colpire Ino con un poderoso calcio in viso. Ino aveva capito che aveva perso ancora una volta prima ancora che il calcio rotante di Hinata la colpisse, osservando la suola del piede della sua avversaria fendere l’aria e farsi sempre più vicina, un solo istante ma che parve durare un’eternità, un tempo infinito che permise ad Ino di studiare ogni dettaglio della soffice pianta dei piedi di Hinata, prima che il tallone della principessa del Byakugan si abbattesse sul suo zigomo destro con una forza spaventosa. Ino sì sentì sollevare da terra, il suo corpo a mezz’aria era ormai indifeso ed Hinata la colpì cosi tante volte che Ino perse il conto…e poi i sensi.



La ragazza riaprì gli occhi lentamente, tutto era confuso e sembrava vorticare furiosamente attorno a lei. Solo diversi secondi dopo Ino fu in grado di focalizzarsi su quello che aveva a pochi centimetri dal viso…due paia di piedi. Mentre la sua vista tornava a funzionare correttamente, Ino continuò ad osservare quei piedi e notò che due di essi erano più piccoli, seppur di poco, rispetto a quelli che ormai conosceva bene e che potevano appartenere solo ad Hinata.

- I…Ino san ti…ti senti bene? - Hinata chiese balbettando più del solito, spaventata per quello che era successo e che Ino non riusciva ancora a comprendere bene, ricordando solo il piede di Hinata farsi sempre più vicino alla sua faccia.

Ino non rispose, non si capiva se non avesse capito o sentito la domanda. Hanabi allora si avvicino ancora di più ed improvvisamente le toccò la guancia con l’alluce del piede destro.

- Hanabi cosa…cosa stai facendo, smettila - Hinata disse, calciando via la gamba della sorella e liberando la faccia di Ino che aveva osservato la scena in silenzio, i suoi occhi sempre fissi sui piedi delle due sorelle che riempivano quasi tutto il suo campo visivo.

- Ehi, stavo solo controllando che rispondesse agli stimoli. Guardala, ha gli occhi aperti ma non sembra davvero sveglia - Hanabi rispose seccata, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

- Ino san, sei sveglia? Puoi sentirmi? Puoi parlare? - Hinata chiese alla sua amica inginocchiandosi accanto a lei e prendendole la mano.

Ino cercò di raccogliere tutte le forze che aveva in corpo per rispondere ed alla fine dalle sua bocca uscirono queste parole :

- Sì…mi fa male il petto…mi fa male tutto-

- Lo so, è tutta colpa mia Ino chan…non so quello che è successo, mi sono lasciata trasportare dalla foga del combattimento e…ho usato la tecnica delle 64 chiusure. Mi dispiace tanto Ino…io ed Hanabi abbiamo provato a curarti ma non credo che… -

Ino non capiva, la sua mente continuava a rivivere gli ultimi momenti dello scontro, quando credeva di poter vincere, quando quel piede si faceva sempre più vicino.

- Non credo che potrai fare il test di Tsunade Sama oggi. Ca…capisci cosa ti sto dicendo, Ino san? - Hinata domandò con gli occhi pieni di lacrime.

-Non posso? -

-No Ino san, il tuo chakra…è tutto…ho fatto un casino, non potrai usarlo oggi o domani… -

- O tra una settimana - Hanabi intervenne, il suo piede che nervosamente calpestava il terreno.

- Non puoi saperlo questo - Hinata rispose, voltandosi a guardare la sorella.

- Ma guardala bene Hina, usa il Byakugan e guarda i canali del suo chakra…sono devastati -

Hinata non rispose e tornò a guardare Ino con il viso pallido e triste, sapeva che la sorella aveva ragione, che il danno probabilmente era molto più di quello che aveva creduto inizialmente. Come aveva potuto fare ciò ad una amica? Come aveva potuto perdere il controllo in una semplice sfida di allenamento?

- Non è colpa tua Hinata, ti ho supplicato io di combattere con me anche oggi…e ti prego ancora una volta, amica mia. Aiutami ad alzarmi, il quinto Hokage mi sta aspettando.

Hinata fece come la sua amica le aveva detto e fu tentata di sconsigliare di andare, ma qualcosa la trattenne. Ino nonostante il dolore sembrava più decisa che mai ed Hinata comprese che ogni sua parola sarebbe stata inutile, la sua amica avrebbe affrontato quel test anche avesse dovuto strisciare per arrivare all’arena. Fortunatamente non fu necessario, le cure delle sorelle Hyuga erano stati sufficienti a mettere Ino in condizione di camminare e la ragazza, dopo aver rassicurato Hinata ed Hanabi che non aveva bisogno di altro aiuto, si mise lentamente in marcia.

“Non posso arrivare tardi” Ino pensò mentre attraversava il villaggio, cercando di non pensare a quello che le due sorelle si erano dette, alla loro paura che lei non potesse usare il chakra per lungo tempo. Ino però era sicura che loro si sbagliassero, come tutti si sbagliavano sul suo conto, cosa che avrebbe dimostrato poco dopo, quando era ancora convinta di poter combattere e sconfiggere Sakura e Shizune.

L’arena non era certamente affollata come durante gli esami chunin ma c’erano comunque almeno cento o duecento persone sedute sulle tribune che osservano lo svolgimento di quelle prove che l’Hokage aveva scelto per le sue tre discepole.

- Questa test è composto da tre prove, rianimare un pesce, curare una mucca ferita ed infine gestire un piccolo team al fine di coordinare le cure di una decina di pazienti. Ovviamente i pazienti non hanno delle vere ferite ma ognuno di loro fingerà di avere un tipo di lesione diverso e dovrete scegliere quale paziente ha la priorità e come curarlo. State attente, voglio che questo pronto soccorso improvvisato sia il più in ordine possibile, se vedo del caos la prova è fallita. Finito il primo step potrete passare al secondo e poi al terzo, la prima a finire sarà ovviamente la migliore. Ricordatevi però una cosa importante, avrete un’ora per completare la prova e chi dovesse finire oltre questo tempo limite, anche fosse la prima tra voi, da domani non sarà piu una mia allieva. Non deludetemi ragazze - Tsunade concluse prima di andare a prendere il suo posto nelle tribune, dove per sua sfortuna i due consiglieri la stavano gia aspettando.

“Ho fatto una settimana di allenamenti per nulla, che sciocca” Ino pensò dimenticando totalmente che il suo corpo era stato gravemente danneggiato pochi minuti prima e che forse non poteva utilizzare il suo chakra.



Dopo un forte fischio che segnalò alle tre ragazze l’inizio della prova, esse si avvicinarono a tre piccoli tavoli su cui erano adagiati altrettanti pesci. Ino aveva rianimato più volte un pesce durante gli allenamenti di Tsunade sama ed era abbastanza tranquilla, l’unico problema era essere più veloce delle sue due rivali. Sakura fu la prima a passare alla prova successiva e Shizune la seguì dopo appena 30 secondi. Mentre le due cominciavano a studiare il bovino ferito che era stato scelto per loro, Ino cominciava a sudare, sempre più timorosa che le due sorelle Hyuga avessero avuto ragione. Per quanto ci provasse, le sembrava impossibile impastare il chakra, come se qualcosa ostruisse quei canali su cui scorreva “l’elemento” fondamentale per un ninja.

“Dai, dai” Ino pensò, quasi urlando per la disperazione che stava prendendo del suo corpo. Sakura e Shizune erano ancora ferme alla seconda prova, vero, ma il vero nemico della prova era il tempo. Davvero non sarebbero state più allieve dell’Hokage se non fossero riuscite a completare le tre prove entro sessanta minuti? E come sarebbe cambiata la sua vita se quel percorso si fosse interrotto così bruscamente? Ino era un esperta ninja sensoriale ma fino a quel momento aveva sempre desiderato prendere una strada diversa dal padre, che in quel momento la stava osservando dalla tribuna e stava percependo le difficoltà della figlia. Il tempo passava e quando Shizune e Sakura arrivarono alla terza ed ultima prova, Ino continuava i suoi miseri tentativi con il pesce. La folla sugli spalti cominciò ad agitarsi e la ragazza lanciò uno sguardo in direzione del padre che si stava alzando, pronto a lasciare l’arena e quello spettacolo pietoso. Il tempo sembrava accellerare e quando un nuovo fischiò segnalò che erano passati i sessanta decisivi minuti, Ino si accorse che le due rivali avevano finito e la stavano osservando, nei loro occhi un mix di compassione e divertimento. Dopo altri dieci minuti Tsunade comparve al suo fianco e le comunicò che aveva fallito miseramente la prova.

- Domani non presentarti agli allenamenti, il tuo futuro da ninja medico finisce oggi -

- La prego Tsunade sama…il mio chakra, è colpa del mio chakra -

Ino cominciò a raccontare dei suoi allenamenti con Hinata ed il tragico incidente che poche ore prima aveva distrutto il suo grande sogno.

- Questo però non aiuta la tua situazione, è stato così sciocco fare una cosa del genere ed anche con il tuo problema mi sarai aspettata di più…maledizione, anche un’amatoriale avrebbe fatto meglio. Mi hai messo in imbarazzo davanti a mezzo villaggio e soprattutto hai confermato in parte i dubbi che quei due maledetti vecchi avevano su di voi…sui miei insegnamenti. Con quello che hai fatto dimostrato di non avere le qualità di un leader, scommettere così impunemente sulla tua stessa vita potrebbe costare la vita dei tuoi compagni in battaglia. Evidentemente ti avevo sopravvalutato ed è un errore che non voglio ripetere - Tsunade disse con tono severo.

Ino ascoltava quelle parole con le lacrime che le rigavano il viso, ma le cattive notizie non erano finite per la sfortunata ragazza.

- Il danno è molto più grave di quanto mi aspettassi - il quinto Hokage continuò mentre esaminava il corpo di Ino con le sue tecniche mediche - Le lesioni in alcuni punti sono… forse irreparabili. Non potrai usare il chakra per almeno un mese e ti proibisco categoricamente anche di provarci…se vuoi essere ancora un ninja -



Quelle parole continuarono a risuonare all’infinito nella testa di Ino durante le ore ed i giorni successivi, che trascorsero lentamente e noiosamente. Non potendo partecipare alle missioni con i suoi compagni, Ino era solita passare le sue giornate camminando lungo il villaggio, ripensando a quanto era stata stupida. Non solo si era convinta erroneamente che in quel test, che avrebbe dovuto provare le sue abilità mediche, si sarebbe dovuta battere con una delle due rivali, ma aveva anche avuto la brillante idea di affrontare Hinata poche ora prima di una prova che poteva cambiare per sempre la sua vita. Ino continuava a rivivere nella sua mente quell’attimo fatale, quel momento in cui il piede di Hinata si stava per abbattere sul suo viso, il momento in cui quel piede aveva schiacciato, forse per sempre, i suoi sogni. La ragazza del Clan Yamanaka non dava la colpa di quello che era successo alla sua amica, che anzi aveva cercato in tutti i modi di avvertirla, di non combattere con lei quel giorno. Era solo colpa sua se tutto era andato male, se la sua carriera da ninja medico era finita nel peggiore dei modi, con una tremenda umiliazione pubblica che la faceva vergognare ogni volta in cui si trovava faccia a faccia con qualcuno. Ino non poteva che chiedersi ogni volta se il suo interlocutore avesse assistito alla prova, al disastro che aveva combinato, e per la giovane divenne difficile guardare le altre persone negli occhi. La ragazza un tempo pieno di confidenza, adesso arrossiva ed abbassava il capo, quasi a nascondersi, a sparire nel terreno sotto i suoi piedi.

Le notti non erano migliori dei giorni, i suoi sogni erano tormentati dalla stessa visione, da quel piede che aveva cambiato il suo destino e dalle risatina di Hanabi che tanto simile sembrava a quella che aveva fatto Sakura nel loro ultimo incontro, quando le aveva detto di non preoccuparsi, che in un mese sarebbe stata sana come un pesce. Il ghigno di Sakura aveva risvegliato un ricordo in Ino, che adesso la tormentava come tutto il resto. Il viso di Hinata le sembrava così nitido che quasi poteva toccarlo, come se la ragazza fosse proprio davanti a lei, e quell’espressione di trionfo che era apparsa nella faccia della principessa degli Hyuga un attimo prima di roteare su se stessa e colpire la stupida avversaria che aveva creduto di poterla battere, era qualcosa che Ino non avrebbe mai più potuto dimenticare. Il trionfo di Hinata e quel piede così ben curato che aveva causato la sua caduta, sia nel match d’allenamento che nel test di Tsunade sama, continuarono ad infestare la mente di Ino per ore…che poi divennero giorni.

A quasi una settimana dalla sua pubblica umiliazione, Ino si ritrovò per caso davanti la residenza degli Hyuga, un luogo che negli ultimi tempi aveva ormai imparato a conoscere bene. Qualcosa la spinse ad entrare, a vedere la sua amica che tanto gentile era stata con lei…quasi quanto era stata dura nel loro ultimo scontro.

-Ehi sorellona, guarda chi c’è - Hanabi disse, indicando Ino che avanzava verso le due sorelle sedute in giardino, apparentemente senza far nulla.

- Ino san, perdonami ancora per…per la nostra battaglia. Abbiamo saputo quello che è successo all’arena - Hinata disse abbassando la testa e stringendo le sue mani con tanta forza che sembrarono impallidire.

- Beh, in realtà tutti lo hanno saputo - Hanabi sottolineo, non riuscendo a nascondere un sorrisino.

- Non preoccuparti Hinata, è stata tutta colpa mi… -

- Ora non voglio essere quella che interrompe sempre ma tecnicamente è stato il piede di Hinata che ha causato tutto - Hanabi disse, intervenendo ancora una volta nella discussione tra le due amiche.

- Hanabi! -

Mentre Hinata fulminava con lo sguardo la sorella, Ino non aveva potuto fare a meno di abbassare il suo ed osservare quel piede che, proprio come aveva detto Hanabi, era stato la causa della sua sconfitta e della pubblica umiliazione che ne era seguita. Ino rimase ad osservare i piedi di Hinata ed i sandali che la ragazza indossava, per diversi secondi, le due sorelle Hyuga continuavano a battibeccare tra loro e non sembravano essersi accorte di nulla.

- Va tutto bene - Ino disse infine - In realtà sono venuta qui per ringraziarti Hinata, sei stata molto gentile ad aver accettato di aiutarmi e sento di essere migliorata molto nel taijutsu -

A quelle parole Hanabi rispose con uno sbuffo e la ragazza trattenne una delle sue solite risatine solo per non fare infuriare la sorella. Ino fece finta di non averla notata e continuò a ringraziare la sua amica.

- Anche se le cose sono andate ma…non sono andate come speravo, il tuo aiuto è stato molto importante per me e vorrei potermi sdebitare in qualche modo…non lo so, aiutarti con le faccende di casa o… -

- Fammi capire bene - Hanabi intervenne per l’ennesima volta - Tu vorresti sdebitarti con mia sorella ed addirittura aiutarla nelle faccende domestiche come una specie di serva, nonostante lei sia la causa per la quale non hai superato il test e Tsunade ti ha cacciato via dalla sua “Accademia medica”? -

Ino sapeva che Hanabi non aveva tutti i torti, che qualcun altro al suo posto avrebbe addirittura odiato Hinata per quello che era successo, per averle fatto perdere tutto quello in cui Ino aveva sperato negli ultimi anni. Ma qualcosa dentro di lei la pensava diversamente, qualcosa aveva cambiato il modo in cui lei vedeva Hinata, qualcosa voleva rivedere quello sguardo di trionfo che continuava ad infestare i suoi sogni.

- Beh, sì. Come ho detto, Hinata non ha nessuna colpa se non quella di aver aiutato un’amica in difficoltà, sacrificando il suo tempo prezioso per allenarsi con me. E’ giusto che io ricambi e poi…non ho altro da fare in questi giorni - Ino concluse imbarazzata, sentendosi una nullità per non poter contribuire al bene di Konoha, per non poter andare in missione con i suoi compagni che potevano anche rischiare la loro vita a causa della sua assenza.

- Io non…io non penso che… - Hinata cominciò a dire, balbettando più del solito.

- E dai Hinata, falla felice. Non vedi quanto vuole sentirsi utile? Al momento non è neanche una ninja, permettile di giustificare la sua presenza in questo villaggio. O deve forse chiedertelo in ginocchio? -

Ino ascoltò attentamente le parole di Hanabi e fu felice di sentire che la ragazza stava cercando di aiutarla. Aveva udito anche le ultime parole della più giovane degli Hyuga, ovviamente, ma Ino non aveva capito la malizia dietro le parole di Hanabi… che però centrarono il bersaglio.

- Ti prego Hinata, lasciami rendermi utile… - Ino cominciò a dire dopo essersi inginocchiata ai piedi della sua amica, proprio come suggerito da Hanabi - Ti prego, permettimi di servirti in qualche modo, in qualunque modo tu desideri, fino a quando non potrò tornare ad usare il chakra, essere di nuovo un ninja e tornare a combattere per Konoha -

Gli occhi di Hinata, tremendamente imbarazzata, continuavano a spostarsi tra Ino, che rimaneva in ginocchio difronte a lei, e sua sorella Hanabi che con un cenno del capo la invitò ad accettare la richiesta, o meglio dire la supplica, della sua amica.

-Se…se questo è quello che vuoi, Ino san -



Il giorno successivo Ino corse di mattina presto ancora una volta alla residenza degli Hyuga, il suo cuore pieno di curiosità ed un’altra sensazione che la giovane non riusciva a capire. Ino nonera solita fare le faccende domestiche nemmeno nella propria casa che non era certo grande come la mansione della sua amica, ma dubitava che avrebbe dovuto fronteggiare una sfida che non poteva superare. Forse la cosa più difficile sarebbe stata convincere Hinata che non era certo così felice di quell’accordo che evidentemente la imbarazzava molto.

“Spero di non doverla pregare in ginocchio ogni volta” Ino si disse, ripensando a quello che era accaduto il giorno prima, con l’istigazione di Hanabi che invece le era sembrata più che felice di averla in giro per casa come servitrice.

Le sensazioni della ragazza Yamanaka non erano errate ed Hinata, proprio come aveva previsto, continuò ad essere esitante ed in imbarazzo quando fu costretta ad affidarle il primo incarico del nuovo “lavoro”. Quando Ino era arrivata alla residenza degli Hyuga scoprì che le due sorelle erano uscite presto per fare una corsa nel bosco poco fuori il villaggio, una routine che le giovani facevano insieme fin da quando erano piccole, quando non c’erano missioni a separarle ovviamente. Ino si era seduta dunque sui gradini all’ingresso della mansione e godendosi quella leggera brezza che portava con se il profumo dei fiori che stavano germogliando in tutta Konoha, aveva aspettato il ritorno delle due sorelle, giocando con la sua coda di cavallo e i suoi splendidi capelli biondi che erano la cosa di cui andava più orgogliosa. Hinata ed Hanabi erano arrivate qualche minuto dopo, in apparenza per nulla affaticate. Hinata indossava la sua solita giacca con cappuccio color lavanda e crema, con polsini dello stesso colore, su una sottoveste a rete, pantaloni blu scuri ed i sandali neri come quelli della sorella che camminava al suo fianco, anche lei indossava il suo classico kimono, la gonna lunga fino alle ginocchia ed un obi bianca attorno la vita.

-Io…io non so cosa…cosa puoi fare… - Hinata aveva cominciato a dire quando Ino si era detta pronta per cominciare e che era in attesa del suo primo ordine.

- Sorellona, smettila di tremare in questo modo, va tutto bene. Te l’ho già detto prima, Ino non è arrabbiata con te per quello che è successo ed è anzi più che felice di servirti in questi giorni di riposo forzato - Hanabi intervenne - Non è così Ino? -

- Sì Hanabi, assolutamente. E’ un onore potermi rendere utile lavorando per te, Hinata, giuro -

Hinata ascoltava incredula quelle parole, come poteva la sua amica non essere furiosa con lei dopo aver calpestato i suoi sogni in quel modo? Dopo averle fatto subire un’umiliazione pubblica di fronte a molti abitanti del villaggio che non avrebbero perso tempo nel raccontare a tutti gli altri l’imbarazante prova sostenuta dall’erede del Clan Yamanaka. E come poteva addirittura “ripagare” quel torto mettendosi al servizio della ragazza che aveva quasi distrutto la sua reputazione?

- Ok…puoi lavorare qui come avevamo detto, Ino san - Hinata disse, apparentemente più calma e quasi più confidente - Ma non so da dove tu possa iniziare -

- Penso di avere un’idea - Hanabi disse con un largo sorriso mentre le tre erano giunte in quello che tradizionalmente veniva chiamato genkan - Ecco qui, prendi questi. Puliscile e mettile al loro posto -

Ino osservò la secondogenita degli Hyuga porgerle i suoi piccoli sandali neri e, dopo un attimo di esitazione, li prese e la ringraziò.

- Grazie Hanabi, farò del mio meglio per farli splendere come se fossero nuovi -

Mentre diceva ciò, Ino osservò Hinata che si stava togliendo i sandali a sua volta, i suoi occhi si fermarono per qualche secondo di troppo su quel piede che continuava a rivedere nei suoi sogni, quel piede che si era abbattuto sulla sua faccia e sulla sua vita con la forza di un uragano.

- Dai Hinata, dai i tuoi sandali ad Ino, sarà più che felice di offrirti lo stesso servizio - Hanabi disse, spronando ancora una volta la sorella.

Ino notò l’imbarazzo dell’amica ma anche una certa curiosità nei suoi occhi, come se fosse curiosa di sapere se la sua vecchia compagna di classe avrebbe davvero fatto un compito così umile. Solo quando Ino le sorrise, Hinata le diede i suoi sandali proprio come aveva fatto Hanabi poco prima e, senza neanche un balbettio, disse :

- C’è del fango incrostato nelle suole, rimuovilo tutto per favore, Ino san -

Prima che Ino avesse il tempo di rispondere, Hanabi annunciò che avevano bisogno di un bagno caldo e le due sorelle si allontanarono, lasciando Ino al suo primo compito. La ragazza, dopo aver osservato i piedi delle due sorelle calpestare il tatami e poi sparire dietro un angolo, portò i due paia di sandali che aveva in mano in giardino, e si sedette per terra accanto una piccola fontanella dove aveva visto prima qualcuno lasciare una spazzola che le avrebbe fatto davvero comodo, soprattutto per togliere tutto quel fango che, come aveva detto Hinata, ricoprivano le suole dei suoi sandali. Mentre Ino cominciava il suo primo compito da “serva” delle Hyuga, la ragazza non potè a meno di pensare agli allenamenti di Tsunade che dovevano essere gia iniziati, allenamenti a cui lei non avrebbe più potuto partecipare. La ragazza immaginò la faccia di Sakura, l’espressione di trionfo che avrebbe fatto nel sapere che, mentre lei si allenava con il quinto Hokage diventando sempre più forte e diventando presto la leader della divisione medica, Ino era invece occupata a pulire i sandali di Hanabi ed Hinata, di quella stessa ragazza che aveva distrutto i suoi canali del chakra come aveva distrutto le sue possibilità di superare il test di Tsunade sama.

A quel pensiero, gli occhi di Ino furono attirati dal sandalo destro di Hinata come una calamita e una strana sensazione prese possesso di lei. Quasi senza rendersene conto, la giovane avvicino il sandalo al suo viso, più precisamente in quello zigomo su cui si era abbattuto quel piede che era solito stare dentro quello stesso sandalo. La risata squillante di un bambino in lontananza la risvegliò da quella strana trance, da quel torpore che l’aveva avvolta e che aveva rallentato il suo lavoro. La ragazza tornò dunque a strofinare con forza le suole degli stivali delle due sorelle Hyuga e mentre svolgeva quel compito così meniale, perse del tutto la cognizione del tempo. Ino si impegnò al massimo ed anche se i sandali le sembrano ormai puliti, lei continuò a strofinare, non voleva deludere Hinata e voleva anzi provarle che quello che le aveva detto era vero, che era felice di essere al suo servizio in quelle settimane in cui non poteva essere una kunoichi. La ragazza avrebbe anche dovuto chiedersi il perchè di quella felicità, il perchè di quella voglia di essere al servizio di una persona che aveva causa una delle cadute più dolorose della sua giovane vita, ma Ino non lo fece e continuò a lavorare fino a farsi quasi sanguinare le mani e quando mise i sandali, che sembravano quasi nuovi, al loro posto, la ragazza andò in cerca di Hinata con un largo sorriso in volto per fare rapporto ed attendere un nuovo ordine della sua signora.

- Mio padre si era lamentato con Akeno che c’è una siepe troppo alta sul lato occidentale del giardino, occupatene tu Ino san…ma sii più svelta questa volta - Hinata disse senza mostrare questa volta la sua solita timidezza, cosa che fece sorridere la sorella, felice che Hinata stesse diventando sempre più forte e confidente.

“E se questo è il risultato già al primo compito di Ino, chissà come potrebbe diventare la mia sorellona se spingessi la sua amica oltre il baratro a cui si è avvicinata di sua stessa volontà” Hanabi pensò mentre mille idee stavano nascendo della sua giovane e brillante mente.

- Certo Hinata, vado subito - Ino rispose chinando il capo davanti alla sua amica che era distesa su un divano con le gambe incrociate alle caviglie.

Ino rimase immobile alcuni secondi ad osservare le piante dei piedi di Hinata che sembravano quasi parlargli, come se l’agitarsi delle sue dita creassero una musica senza suono come le vibrazioni delle corde vocali potevano creare capolavori senza tempo. Sforzandosi di tornare alla realtà Ino chinò ancora il capo davanti ad Hinata e si voltò per uscire dalla stanza, incrociando il suo sguardo con Hanabi che sembrava più felice che mai.



Mezz’ora dopo Ino tornò a fare rapporto alle due sorelle, il sudore le impregnava la fronte ma potare quella siepe era stato certamente più divertente e meno umiliante che pulire i loro sandali. Hinata ed Hanabi sembravano pronte per uscire e prima che Ino potesse chiedere dove stavano andando, la sorella più piccola, accortasi della presenza di Ino, esclamò :

- Oh Ino, portaci i sandali così potremo anche giudicare il tuo lavoro -

Hanabi non dovette ripeterlo due volte ed Ino corse a prendere le calzature delle due sorelle che attesero il suo ritorno in silenzio, una con le braccia conserte e sguardo imperioso, una tenendosi un braccio, nuovamente imbarazzata.

- Ecco qui, Hinata - Ino disse porgendo i sandali perfettamente puliti alla sua amica affinché potesse ispezionarli.

- Hinata sama - intervenne Hanabi a cui non era sfuggito il fatto che Ino l’avesse ignorata e fosse andata prima da suo sorella nonostante non fosse stata lei ad affidarle quel compito. Poi la ragazza aggiunse - Una serva dovrebbe mostrare più rispetto -

- Hanabi! - Hinata quasi gridò, arrabbiata con la sorella e arrossendo sempre di più - Non ti rivolgere in questo modo ad Ino san, lei non è una serva o…-

- E’ tutto ok, Hinata…sama - Ino disse interrompendo l’amica e provando uno strano piacere ad usare l’onorifico suggerito da Hanabi, che non dimenticò di ringraziare - Hanabi sama ha ragione, sono stata una stupida, voi siete un mio superiore e non vi ho mostrato il rispetto che meritate. Chiedo immensamente perdono Hinata sama, non accadrà più -

Ino chinò il capo ancora una volta davanti l’amica e lo stesso fece con Hanabi. La ragazza non era stata molto felice di usare anche con lei l’onorifico sama, sia perchè era più piccola di lei, sia perchè Ino sentiva quella strana sensazione, quel desiderio di servire che era nato in lei, solo per Hinata, come si fosse creato una connessione speciale tra le due nel momento in cui il piede della ragazza Hyuga e la sua faccia si erano toccati. Ino sapeva tuttavia che non poteva trattare le due sorelle in modo molto diverso e perciò aveva accettato quella piccola umiliazione ed ora guardava le due che stavano ispezionando il suo lavoro.

- Hai fatto un buon lavoro, Ino san - Hinata disse lasciando perdere quella parte di discussione che così tanto l’aveva imbarazzata, proprio non capendo come Ino potesse all’improvviso vederla come una sua superiore.

Poi, proprio quando Hinata stava per indossare i suoi sandali, Hanabi quasi gridò :

- Aspetta Hina! - poi, rivolgendosi alla ragazza del Clan Yamanaka - Non credi che dovresti metterci tu i sandali ai piedi? O pensi di essere troppo superiore per questo, Ino? -

- Hanabi questo è decisamente troppo, troppo umiliante…troppo degradante - Hinata questa volta sembrava inamovibile ma Ino, per qualche ragione che ancora non riusciva a capire, cercò di convincerla che anche stavolta Hanabi aveva ragione.

- Hinata sama, la prego di ascoltare vostra sorella. Delle nobil donne come voi non dovrebbero fare qualcosa così sotto il vostro livello come mettersi e togliersi le scarpe, non quando c’è qualcuno che possa farlo per voi e…ed io sarei felice di poter avere questo ruolo, Hinata sama - Ino disse guardando Hinata negli occhi con una tale devozione che la principessa degli Hyuga dovette voltarsi verso la sorella, tanto le era insopportabile quella vista così assurda e patetica.

Hanabi approffitò di quel momento di esitazione della sorella per continuare il suo attacco, volendo sempre più consolidare la posizione di Ino all’interno della loro casa, felice che la stessa ragazza bionda non si stesse opponendo alle nuove umiliazioni che stava gettando contro di lei, come sassi in uno stagno, ma che anzi sembrava stranamente felice di ricevere.

- Vedi, Ino ha compreso perfettamente il suo ruolo ed è più che felice di toglierci e metterci i sandali ogni volta che entriamo in casa o usciamo - Hanabi disse, sorridendo ad Ino che in realtà non aveva pensato che fosse una compito che doveva svolgere sempre, ma la kunoichi non tentò nemmeno di smentire le parole di Hanabi ed attese la fine del suo discorso - Pensa quante energie potremmo risparmiare, energie che potremmo usare nel nostro addestramento e fare felice nostro padre.

Hinata ascoltò in silenzio le parole della sorella e ritornò ad osservare Ino che sembrava più convinta che mai. Stanca di lottare contro dei mulini a vento, la primogenita degli Hyuga infine disse :

- Visto che per Ino non sembra essere un problema e che, secondo la sua opinione, delle ragazze nobili come noi non dovrebbero fare una cosa così umile…così sia, includo questa…”cosa” alla lista dei tuoi doveri. Ora sbrighiamoci Hanabi, dobbiamo fare rapporto al quinto Hokage tra meno di venti minuti.

Ino sentiva le proprie mani tremare mentre si inginocchiava di fronte ad Hinata e si avvicinava ai suoi piedi nudi per metterle i sandali per la prima volta. La ragazza non capiva cosa le stesse succendo, perche qualcosa dentro di lei considerasse così importante e giusto quel compito “degradante”, usando la parola che aveva usato la sua amica. Quando la sua mano sinistra toccò con delicatezza il piede di Hinata, Ino potè subito percepire il suo calore e notò anche che era leggermente sudato, forse a causa della conversazione stressante che le tre ragazze avevano appena avuto, che era stata una difficile prova da superare per la principessa degli Hyuga. Hinata osservò la sua amica metterle i sandali con una cura quasi maniacale e le sembrò quasi che Ino toccasse i suoi piedi come se fossero gioielli tanto preziosi quanto fragili. Un po’ a malincuore, finito il suo lavoro con i sandali di Hinata, Ino gattonò ai piedi di Hanabi che la attendeva con un sorriso estremamente soddisfatto. A differenza della sorella, la secondogenita degli Hyuga non sembrava voler agevolare il lavoro di Ino che dovette sollevarle un gamba prima di poterle mettere i sandali neri. Ino aveva osservato che i piedi di Hanabi erano tanto simili a quelli della sorella quanto era diverso l’odore che emanavano, da quella posizione così in basso infatti e con i piedi delle due ragazze spesso a pochi centimetri dal suo viso, Ino non aveva potuto fare a meno di annusare nell’aria quell’odore sconosciuto a chiunque non si fosse trovato in una posizione così umiliante. Quasi per dare un’altra stoccata alla sua dignità già fortemente compromessa negli ultimi giorni, Hanabi le diede una pacca sulla testa ed Ino si senti quasi come un cane che aveva reso felice il padrone. Arrossendo per quel pensiero, la ragazza, che aveva finito il suo lavoro, si alzò ed attese i nuovi ordini che arrivarono poco dopo.

- Pulisci le nostre stanze mentre siamo via, credo che non faremo tardi - Hanabi disse, prendendo le redini del gioco come spesso capitava.

- Sì Hanabi sama - Ino rispose con un nuovo inchino.



Le stanze delle due sorelle non potevano essere più diverse, quella di Hinata, che era leggermente più grande, era perfettamente in ordine ed Ino ci mise appena dieci minuti per finire la prima parte del suo nuovo compito. La stanza di Hanabi era invece tutta un’altra storia, libri e quaderni erano sparsi dovunque e Ino trovò anche diverse sacchi di patatine abbandonati sotto il letto, dove evidentemente la ragazza li aveva abbandonati dopo averli mangiati di nascosto. Il tempo risparmiato con la stanza di Hinata le fu appena sufficiente per finire il suo lavoro appena due minuti prima che la porta di ingresso si aprisse, annunciando il ritorno delle due sorelle. Ino corse all’ingresso e scoprì che Hinata era tornata da sola. Prima che la sua amica potesse dire qualcosa, Ino, ricordandosi uno dei doveri più importanti del suo lavoro, si inginocchiò ai piedi di Hinata e si mosse per toglierle i sandali.

- Non è necessario che tu lo faccia sempre, Ino. Almeno non quando non c’è Hanabi -

- Vi prego Hinata sama, come ho gia detto è un piacere e un dovere per me, io… -

- Allora fai il tuo dovere e poi vai a casa, devo riposare - Hinata disse brusca, interrompendola è avvicinando il piede che prima aveva allontanato dalle mani di quella che fino a poche ora prima era una sua cara amica e che ora faticava a riconoscere.

La stessa Ino, se si fosse potuta osservare in uno specchio in quel momento, non avrebbe riconosciuto l’erede del Clan Yamanaka in quella ragazza prostrata umilimente di fronte ad Hinata, togliendo i sandali dai piedi di quest’ultima senza curarsi dell’odore che essi emanavano o di quanto degradante apparisse quel gesto agli occhi di una persona qualunque. Quella ragazza poteva anche indossare i vestiti viola di Ino, avere i suoi lunghi capelli biondi ed i suoi begli occhi azzurri, ma non era la compagna di classe con cui Hinata aveva studiato all’accademia. Il suo bel sorriso era scomparso, il suo sguardo sempre così fiero e pieno di gioia ora appariva spento, la sua confidenza quasi del tutto scomparsa, come se insieme ai canali del suo chakra, anche un’altra parte della giovane avesse subito un terribile danno. Hinata attese che Ino le togliesse anche il sandalo sinistro prima di scavalcare il corpo dell’amica che stava studiando le scarpe che aveva ora in mano, quasi come un gioielliere fa con delle pietre preziose, e prima di andare verso la sua stanza, la principessa del Byakugan, senza voltarsi, disse :

- E non dimenticare di pulirmi i sandali prima di rimetterli al loro posto ed andartene -



Il giorno successivo Ino si ripresentò alla residenza degli Hyuga di mattina presto, sorprendendo Hinata che pensava che il faticoso lavoro del giorno prima e la notte avessero fatto rinsavire la sua amica, facendole comprendere quanto sbagliato fosse quello che stava facendo, quanto strano fosse mettersi al servizio di una persona che era la causa del suo recente disastro, che al villaggio era ancora al centro dell’attenzione, non essendoci un luogo dove qualcuno non domandasse ad un altro se aveva visto la pessima performance di una delle tre discepole del quinto Hokage che infuriata l’aveva cacciata dalla sua “scuola” personale. Nonostante tutto Ino tornò da Hinata e si mise nuovamente al suo servizio, umile quanto il giorno precedente. Lo stesso avvenne anche nei due giorni successivi, per la felicità di Hanabi che osservava compiaciuta quanto Ino si dedicasse a quel lavoro assolutamente inappropriato per una delle kunoichi più promettenti del villaggio ed erede di uno dei Clan più importanti. Hanabi non perdeva Ino di vista neanche per un secondo e fu la prima a notare quanto la ragazza stesse cambiando e quanto quel cambiamento stesse giovando ad Hinata, come se sua sorella stesse lentamente acquisendo tutta la confidenza che Ino stava perdendo ogni volta che completava un nuovo compito umiliante. Hanabi però non era una ragazza paziente e voleva di più, voleva affrettare le cose perchè temeva che allo scadere delle quattro settimane, come previsto dal quinto Hokage, Ino avrebbe ripreso tutta la sua confidenza, quando la sua capacità di usare il chakra sarebbe tornata alla normalità. L’occasione perfetta avvenne il pomeriggio del quarto giorno, quando Hinata stava dicendo :

- Hai ritirato quel pacco, Ino? -

Prima che Ino potesse rispondere, Hanabi, che era appena entrata nella camera della sorella, fece due passi avanti e mettendo una mano sulla testa di Ino, disse :

- Sorellona, non credi sia giusto attribuire ad Ino ed al suo ruolo in questa casa, lo stesso “rispetto” che lei da a noi? -

- Che cosa intendi? - Hinata chiese con la stessa confusione con cui Ino ora osservava Hanabi accanto a lei, con ancora la mano nella sua testa, un gesto che contrastava enormemente con il rispetto da lei appena citato.

- Beh, come lei riconosce la nostra superiorità chiamandoci Hanabi sama e Hinata sama, credo che sia giusto che anche noi la chiamiamo per quello che è, senza alcuna vergogna. Ino è la nostra serva, no? Dunque perche non chiamarla così? - Hanabi concluse osservando la sorella, curiosa di vedere la reazione di Hinata che non la sorprese, ricordandole che c’era ancora molto lavoro da fare su di lei.

- No Hanabi, so…so che Ino ha accettato di fare molte cose ma questa… - Hinata cominciò a dire, balbettando per la prima volta dopo diversi giorni.

- Hinata sama, posso dire una cosa? - Ino disse ad un certo punto, se la mano che Hanabi teneva ancora sulla testa, come se lei fosse il suo cane, le dava fastidio, la ragazza non lo diede a vedere e calma, Ino continuò - Mi avete concesso di potervi servire in queste settimane, così come prima avevate gentilmente accettato di allenarvi insieme a me, nonostante tutti i vostri impegni. Non mi vergogno dunque di essere la vostra serva come non mi vergognerei di essere chiamata in tale modo…anzi ritengo che sia un privilegio poter servire la principessa degli Hyuga - concluse Ino, arrossando violentemente.

- Visto, Hina? Direi che è deciso dunque - Hanabi esclamò con gioia prima che la sorella potesse replicare ed opporsi ancora una volta, poi, con una nuova mossa azzardata, la ragazza aggiunse - Serva, perché non vai a ringraziare la tua signora offrendole un massaggio ai piedi? Mia sorella si è lamentata più volte di un dolore alla pianta da quando è tornata dalla sua ultima missione.

- Come desidera, Hanabi sama - Ino rispose senza esitare mentre Hanabi le toglieva la mano dalla testa ed osservava compiaciuta la sorella che stavolta non si oppose, come se si fosse stufata di lottare al posto di Ino, a difendere la dignità di una persona a cui non sembrava importare e che stava cadendo sempre più in basso senza fare nulla per opporsi ma anzi accogliendo le nuove umiliazioni che Hanabi le stava gettando contro, quasi come un cane accetta gli avanzi della cena del padrone…scondinzolando felice.

Ino sentiva il suo cuore battere all’impazzata mentre si inginocchiava ancora una volta ai piedi di Hinata, questa volta non per toglierle o metterle i sandali, ma per dare sollievo ai suoi piedi stanchi che non si mossero quando Ino li toccò con le mani tremanti per l’emozione. I piedi di Hinata erano molto belli, Ino se ne era già accorta da tempo, cosa inevitabile quando più volte al giorno era solita strisciare al suo cospetto per eseguire quel primo e perpetuo compito che Hanabi le aveva affidato e che di gran lunga era stato il più umiliante tra tutto ciò che Ino aveva fatto in quei giorni. I piedi di Hinata erano perfetti sotto ogni punto di vista, piccoli e soffici, le dita così eleganti che non risentivano affatto della mancanza dello smalto, che Ino però avrebbe tanto voluto vedere su di Hinata e proprio mentre la ragazza cominciava il suo primo massaggio, non potè che domandarsi quale colore avrebbe reso quelle dita ancora più perfette. Hanabi osservava la scena con curiosità e soddisfazione, pregustando il momento in cui le mani di Ino avrebbero toccato anche i suoi piedi, quando avrebbe davvero potuto guardare la ragazza dall’alto in basso, quando la sua serva avrebbe davvero compreso il suo posto nel mondo. Ma ora era il momento di Hinata, la sua sorellona aveva la precedenza, lei che come Ino doveva ancora accettare il suo vero ruolo, di essere una principessa che meritava di essere servita e riverita dai suoi servi.

Hinata non si era opposta a quel massaggio, vero, ma la ragazza non riusciva a guardare quella che fino a pochi giorni fa considerava un’amica e che ora era in ginocchio e le massaggiava con gentilezza e devozione i piedi, prima muovendo in circolo i suoi pollici poco appena sotto le sue dita e poi facendoli scorrere giu, fino ad arrivare al tallone che era così morbido che sembrava la ragazza non avesse mai camminato prima. Ino mostrava di avere un’ abilità incredibile, forse frutto dei suoi studi medici, ed Hinata, che ancora provava vergogna per quello che stava succedendo, non potè trattenere un gemito di piacere quando la sua serva toccò un punto particolarmente sensibile. Spronata da quel gemito che era una sorta di approvazione provienente dalla sua signora, Ino raddoppiò i suoi sforzi per compiacere ancora di più Hinata, i suoi occhi fissi su quel piede che continuava a riempire i suoi sogni, come se fosse uno di quei parassiti che quando si attaccano ad un uomo, non lasciano più la presa dello sfortunato ospite. Ancora una volta Ino non fece a meno di notare quello strano odore che ora stava contaminando le sue mani, seppur considerandolo sgradevole, la ragazza si accorse che di respirare più intensamente, come se qualcosa dentro di lei la spingesse ad assorbire quell’aroma come se così facendo potesse dimostrare nuovamente ad Hinata che non la riteneva responsabile per quello che era successo, per aver rovinato, forse irrimediabilmente, la sua carriera di ninja medico.

“E’ per tale motivo che ho questo desiderio di servirla, di umiliarmi davanti a lei? Per dimostrare ad una amica che non servo rancore?” Ino si domandò, mentre le sue dita si infilavano in mezzo a quelle dei piedi di Hinata, solleticando leggermente la ragazza che si mosse dalla prima volta da quando si era seduta sull’elegante poltrona nella sua stanza.

Ino non sapeva se quel gesto fosse utile in un massaggio ma qualcosa le diceva che era stata una mossa giusta, perlomeno aveva raccolto dello sporco che si era depositato in mezzo alle dita dei piedi della sua signora, e quasi senza rendersene conto portò una della sue mani al viso, nascondendo la sua azione dietro al bisogno di grattarsi il naso. Ne Hinata, che continuava a guardare la finestra della sua camera o ovunque tranne che in direzione di Ino, ne Hanabi che eppure cercava di non perdersi un momento di quella scena, si accorse di quello che aveva fatto ma la più piccola degli Hyuga notò dopo delle piccole cose scure sul naso di Ino, non immaginando però che venissero dallo spazio in mezzo alle dita dei piedi di sua sorella. Il massaggio durò altri venti minuti, fino a quando qualcuno chiamò il nome di Hinata.

La giovane allontanò dunque i piedi dalle mani di Ino, ancora in ginocchio, e si alzò, felice di avere la scusa per potersi allontanare dalla sua amica per alcuni minuti.

- Papà mi sta chiamando, penso di sapere cosa voglia dirmi - Hinata disse quando stava per uscire dalla porta. Poi pero, fermandosi all’improvviso, si voltò a guardare la sorella ed Ino che era a pochi passi dalla secondogenita degli Hyuga - Hanabi, la tua stanza è di nuovo un disastro, non giocare troppo con lei…la nostra serva ha molto lavoro da fare -

“Serva”…mentre quella parola, uscita dalle labbra della dolce Hinata continuava a riecheggiare nella stanza e nella mente di Ino, Hanabi non riuscì a trattenere una risatina, il suo azzardo era riuscito ed il suo turno di giocare con Ino era finalmente giunto.



-Allora…che ne dici di fare un massaggio ai piedi anche me? Hinata mi è sembrata particolarmente soddisfatta del tuo lavoro, forse i tuoi studi medici non sono stati così inutili dopotutto -

Ino ascoltò quelle parole con un mix di stupore e rabbia, come poteva quella ragazzina parlare in quel modo? Una vocina nella sua testa però aveva insinuato il dubbio dentro di lei che Hanabi non aveva tutti i torti, in quei giorni Ino era stata davvero patetica, una ragazza senza spina dorsale che non solo aveva accettato senza discutere ogni ordine che aveva ricevuto, ma che più di una volta si era ritrovata a pregare una delle sue più care amiche di poterla servire in qualche modo, la stessa persona a causa della quale non poteva più ricevere le lezioni di Tsunade Sama e sorpassare Sakura, sempre più destinata alla grandezza mentre lei si era già abituata a strisciare dalle sue signore, come una cane fedele, ogni volta che rientravano a casa, per aiutarle a togliere lo loro scarpe come se loro non fossero in grado di farlo da sole. La facilità con Ino si era abituata ad essere constantemente ai piedi di Hinata e sua sorella era incredibile e allora perche adesso si stupiva se Hanabi si aspettava di ricevere lo stesso trattamento che Ino aveva offerto alla sorella maggiore solo pochi istanti prima?

- Smettila di sognare ad occhi aperti - Hanabi disse schioccando le dita proprio davanti la faccia di Ino che ritornò bruscamente alla realtà, notando gli occhi della giovane Hyuga fissi su di lei. Poi Hanabi aggiunse - Hai sentito Hinata? Devi pulire la mia stanza dopo, quindi non perdere tempo e massaggiami i piedi, serva -

Ino era così frastornata da tutte quelle emozioni che neanche di essersi inginocchiata ai piedi di Hanabi che si era seduta nella poltrona della sorella e osservava compiaciuta una delle kunoichi più promettenti del villaggio cominciare a massaggiarle i piccoli piedi. Le mani di Ino però non si muovevano come prima, il suo massaggio era più incerto e la ragazza mostrava un’insofferenza che non sfuggi agli occhi attenti di Hanabi.

- Cosa c’è? Non ti piacciono i miei piedi tanto quelli di Hinata o ti ritieni troppo importante per fare un massaggio ad una ragazza più piccola di te? -

- No…cioè…non so troppo importante…io sono - Ino era così in imbarazzo, così sovrastata dalle sue emozioni che non riusciva a smettere di tremare ed il suo debole balbettio fu ben peggiore di quello che mostrava Hinata di solito.

-La nostra serva! - Hanabi concluse, evitando appositamente di dire “per le prossime 3 settimane e mezzo” e con un rapido movimento mise un piede in faccia ad Ino prima che la ragazza potesse opporsi - Allora dimostrami che i miei piedi ti piacciono, annusali così puoi esserne sicura al cento per cento -

Ino non si sarebbe mai potuta immaginare una mossa così audace di Hanabi e l’erede del clan Yamanaka non ebbe ne la forza, ne la voglia di lottare. I piedi di Hanabi era sicuramente molto belli, forse addirittura più belli di quelli di Hinata, e lo smalto bianco sulle dita li rendevano ancora più regali, ma Ino sentiva che mancava qualcosa, qualcosa che invece la colpiva profondamente quando serviva Hinata. Ino non potè fare a meno di ubbidire ed annusare quel piede che Hanabi le stava strofinando indelicamente in viso, come se la giovane stesse cercando di marcare il territorio impregnando la faccia della sua serva con quell’odore che Ino era costretta a respirare a pieni polmoni, un odore che era molto più pungente in mezzo alle dita dei piedi di Hanabi che intrappolarono il naso di Ino per diversi secondi.

- Allora? Che ne pensi? Ti piacciono i miei piedi ed il loro odore o no? - Hanabi chiese ridacchiando, continuando ad intrappolare il naso di Ino tra il suo alluce ed il secondo dito dei piedi.

Ino avrebbe tanto voluto rispondere che odiava quell’odore, odiava quello che Hanabi le stava facendo, odiava doverla servire e che in verità ciò non faceva neanche parte di quello strano accordo che Ino stessa aveva fatto per chissà quale ragione. Lei voleva aiutare Hinata, voleva servirla perchè…perche? Perchè aveva distrutto la sua carriera da ninja medico ed aveva involontariamente schiacciato la sua dignità sotto quel piede che era stato l’inizio di quella valanga che l’aveva travolta? O perchè qualcosa dentro di lei, una parte malata dentro di lei, desiderava che ciò succedesse ancora? Qualunque fosse la risposta alle mille domande che affollavano la mente di Ino, la ragazza era certa di una cosa, Hanabi non era Hinata e non lo sarebbe stata mai.

- Ti ho fatto una domanda, serva - Hanabi disse schiaffecciandole due volte la faccia con il piede, prima che le sue dita tornassero a chiedersi attorno al naso di Ino.

- Mi…mi scusi, Hanabi sama. Certo… certo che mi piacciono i suoi piedi - Ino mentì, non sapendo come dire alla ragazza che lei non aveva nessun diritto di darle degli ordini e che di certo non le piaceva avere i suoi piedi in faccia od annusare il loro odore.

- Sapevo che avresti apprezzato l’aroma dei miei piedini, perchè non me lo descrivi?- Hanabi chiese ridacchiando ancora una volta

Ino fu colta di sorpresa da quella domanda e cercò di elaborare in fretta una risposta che potesse soddisfare la ragazza, Ino sapeva bene che non era saggio avere Hanabi come nemica in quelle settimane e forse appagando il suo smisurato ego sarebbe riuscita a placare quella parte di lei che sembrava amare infliggere ad Ino delle terribili umiliazioni.

- E’…è il miglior profumo al mondo - Ino rispose infine, piena di imbarazzo per quelle stupide parole che le erano uscite dalla bocca e che Hanabi avrebbe senza dubbio sfruttato.

- Ooh, il miglior profumo al mondo - la giovane Hyuga ripetè - Allora voglio essere buona con la mia serva preferita. Ti concedo di annusare entrambe i miei piedi e puoi persino baciarli -

Prima che Ino potesse rendersi conto di quello che Hanabi aveva detto, anche il secondo piede della giovane kunoichi atterrò sulla sua faccia, oramai totalmente sepolta sotto sotto le sue piante che nascondevano ogni altra cosa alla sua vista.

- Annusa e bacia, annusa e bacia - Hanabi disse dolcemente, incrociando le braccia dietro la testa e chiudendo gli occhi, in completo relax.

Mentre Hanabi si godeva il momento migliore della sua giovane vita, Ino allontanò ogni scintilla di ribellione e decise di ubbidirle senza esitare, come se quell’ordine le fosse stato dato da Hinata. Ino immaginò dunque che sulla sua faccia ci fossero i piedi della sua amica, e quando cominciò a ricoprire di baci quelle suole che le premevano con forza sul naso e sulle labbra, la giovane quasi si dimenticò della presenza di Hanabi che osservava la sua nuova umiliazione con un’espressione di trionfo che, se vista da Ino, si sarebbe aggiunta agli strani sogni che tormentavano le sue notti. Ino non aveva dimenticato le parole di Hanabi ed oltre a baciare, quasi con devozione, quei piedi che nella sua debole e confusa mente appartenevano ad Hinata, la giovane continuava ad annusare intensamente “il miglior profumo del mondo” che dalle sue narici si faceva strada nei suoi polmoni come quelle parole nella sua mente, dove quella che era nata come una bugia per tenere buona una ragazzina viziata, si stava velocemente trasformando in una terribile e pericolosa verità.

- Fantastico, continua così, serva - Hanabi disse quasi con un gemito di piacere, prima di aggiungere - Questo sì che è un massaggio, sei nata per fare questo -

Quelle parole che avrebbero dovuto umiliarla, spronarono Ino sempre più e la ragazza sbaciucchiò ancora più velocemente le piante dei piedi che aveva sulla faccia già da diversi minuti e che a contatto con la sua pelle, stavano incominciando a sudare, incrementando l’intensità di quell’aroma di cui Ino stava quasi diventando dipendente.

“Annusa e bacia” quelle parole continuavo a riecheggiare nella sua mente ed Ino non poteva fare altro che ubbidire, come se la sua vita dipendesse da ciò, come se fermarsi in quel momento fosse come commettere un terribile ed imperdonabile delitto.

L’immagine di una sorridente Sakura le balenò in testa all’improvviso ed Ino ancora una volta non potè fare a meno di chiedersi cosa avrebbe pensato la sua rivale se l’avesse vista in quel momento, mentre baciava senza sosta quei bei piedi che nascondevano il suo viso alla vista, mentre li annusava così intensamente da sembrare uno dei cani degli Inuzuka, non alla ricerca di un nemico ma di quell’odore che ormai l’aveva stregata. E Sasuke? Cosa avrebbe detto l’unico membro del clan Uchiha ancora in vita, nonchè sua crush da sempre, se l’avesse vista lì inginocchiata, servendo un’altra ragazza? Non c’erano dubbi invece sulla reazione di Sai, quello strano tipo le avrebbe chiesto se annusare e baciare i piedi di un’altra persona fossero uno strano modo per relazionarsi con qualcuno.

Mentre Ino continuava a baciarle i piedi, Hanabi decise di divertirsi un’altro po’ con lei e cominciò a strofinare con forza il naso della giovane in mezzo alle sue dita dei piedi, come grattando un prurito. La vista di quella patetica creatura che non si oppose nemmeno quella volta, mentre la sua signora usava lei ed il suo naso come un mero oggetto, ravvivò quella fiamma che era nata dentro Hanabi e che sembrava oramai inestinguibile. Il suo desiderio di dominare Ino così tanto da cambiare quella ragazza, solo poche settimane prima così solare e sicura di sè, in una creatura piena di paure ed incertezze, divenne così forte che Hanabi tornò a pensare ad un modo per tenere Ino sotto il suo controllo, sotto i suoi piedi e quelli di sua sorella, anche allo scadere delle tre settimane e mezzo, quando la giovane avrebbe potuto usare di nuovo il chakra ed avrebbe potuto partecipare alle nuovi missioni con il suo team. Hanabi però voleva di più, voleva manipolare a tal punto la mente della ragazza bionda che alla fine sarebbe stata lei stessa a pregare le due sorelle di poter rimanere al loro servizio, manipolarla fino a convincere il suo cuore e la sua anima che non le sarebbe stato più possibile vivere senza eseguire gli ordini di una Hyuga, senza strisciare ai loro piedi per togliere i loro sandali che avrebbe pulito anche con la lingua, se le loro padrone glielo avessero ordinato.

A quell’immagine Hanabi rise rumorosamente ma la sua serva non se ne curò e continuò il suo lavoro, baciando ed annusando i suoi piedi senza chiedersi se fosse lei la causa del divertimento di Hanabi, cercando invece di ritornare in quella fantasia che le aveva fatto credere che in quel momento era Hinata la persona che stava servendo, la persona che stava adorando… per ripagare quella settimana di allenamento che aveva migliorato il suo taijutsu, quell’ultimo fatale giorno che l’aveva buttata giu da quell’immaginario podio, di cui sognava di occupare il più gradino più alto, e che invece l’aveva trascinata lì, in ginocchio con i piedi di una Hyuga in faccia…annusando il miglior profumo del mondo.

Edited by Yagamilight - 11/3/2024, 15:18

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view post Posted on 14/9/2023, 08:02     +1   +1   -1
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Parte 2

E’ difficile capire quanto certe emozioni possano travolgere una persona, abbattersi sulla sua psiche con tale forza da farla distaccare dalla realtà. La mente di Ino era altrove, in un luogo esotico, la sabbia sotto i suoi piedi era bianca e caldissima ed il dolce suono del mare la cullava come faceva sua madre quando era piccola. Ino poteva quasi sentire quel profumo di cocco nell’aria, quel profumo che aveva amato comprando quella candela sicuramente non economica, un profumo che le riempiva i polmoni e la faceva sentire felice come mai prima. Ma la nostra mente può fare scherzi, farci dimenticare dove siamo e cosa stiamo facendo e trasformare un’odore poco piacevole in un profumo meraviglioso.

Quando Ino tornò finalmente alla realtà, quando si ricordo che quello che le stava riempendo i polmoni era la puzza dei piedi di Hanabi, ancora saldamente pressati sul viso, la ragazza non sapeva più quanto tempo fosse trascorso e se avesse continuato a baciare i piedi della giovane Hyuga per tutta la durata di quello strano sogno. Ino lanciò un rapido sguardo ad Hanabi che aveva gli occhi chiusi e gemeva di piacere, nulla faceva immaginare che Ino avesse disubbidito agli ordini ed avesse interrotto quella serie infinita di baci con cui aveva ricoperte le piante della ragazza, esplorandone ogni centimetro con quelle labbra che, nonostante la bellezza della ragazza del clan Yamanaka, non avevano mai toccato quelle di un ragazzo. Mentre una nuova ondata di vergogna colpiva Ino al pensiero che il suo primo bacio era stato con i piedi di Hanabi, quest’ultima sembrò percepire del movimento inaspettatato ai suoi piedi e decise di controllare il lavoro della sua serva.

Hanabi aprì finalmente gli occhi ed osservò Ino che continuava a baciarle i piedi ma con un ritmo decisamente più blando, i suoi occhi, ora non coperti dalle piante dei piedi della sua signora, sembravano persi nel vuoto ed un leggero rossore nelle sue guance mostrava l’imbarazzo della ragazza che lottava contro i suoi demoni e contro quella vergogna che stava velocemente prendendo possesso di lei. Hanabi decise di “risvegliare” la sua serva, non sapeva perchè ma era molto più divertente dominare Ino quando questa inutilmente cercava di opporsi, quando nei suoi occhi appariva una fiamma di ribellione che le parole ed i piedi di Hanabi spegnevano subito dopo, quasi senza difficoltà.

- Ti ho già detto di non sognare ad occhi aperti - Hanabi disse schiaffeggiando ancora una volta il viso della ragazza con i suoi piccoli ma letali piedi.

Ino balzò quasi in aria per la paura di aver fatto un cattivo lavoro, per la paura di essere stata scoperta a fare dei viaggi mentali pur di non rimanere in quel luogo, sotto i piedi di una ragazza che disprezzava ed adorava allo stesso tempo, una ragazza che sembrava già essersi abitata ad avere la faccia di un’altra persona come poggiapiedi e le sue labbra come uno speciale oggetto per massaggiare le sue suole.

- Mi scusi Ha..hanabi sama - Ino rispose con quel balbettio che stava diventando sempre più la sua firma come lo era stato fino a poco tempo prima per Hinata.

- Non ti sento annusare, vuoi forse essere punita, serva? - Hanabi chiese, intrappolando nuovamente il naso di Ino tra le sue dita dei piedi.

La ragazza si scusò più e più volte e riprese ad annusare così forte che quei respiri così profondi le fecero quasi girare la testa, ma Ino non poteva fermarsi dopo il rimprovererò di Hanabi e la ragazza di sua stessa volontà mosse con decisione la testa cosi da poter liberare momentanente il suo naso da quella prigione in cui Hanabi aveva scelto di gettarla, solo per poi immergerlo subito dopo in mezzo ad altre dita della sua signora che osserva quella scena patetica, divertita come non mai.

- Sai… - Hanabi cominciò a dire, mentre il suo piede destro arpionava il collo di Ino e forzava la ragazza a continuare la sua speciale adorazione del sinistro - proprio non capisco come funziona la tua stupida mente, come tu possa permettere tutto ciò, non solo fare le nostre faccende domestiche, pulire le nostre scarpe e strisciare ai nostri piedi per mettercele o togliercele ogni volta che ne abbiamo bisogno, ma questo? Come puoi permettere ad’un altra persona di metterti i piedi in faccia, come puoi e baciarli ed annusarli come una sorta di cane? Sai quanto è degradante? Sai che saresti lo zimbello del villaggio se ti vedessero fare una cosa del genere? -

Ino non rispose, non poteva rispondere a quelle parole che descrivevano perfettamente quanto in basso fosse caduta, la ragazza decise che era meglio continuare il suo lavoro, annusare e baciare, annusare e baciare.

- Non rispondi? Hai paura che le tue parole possano farti apparire ancora più patetica ai miei occhi? Sai, non credo sia possibile - Hanabi ridacchiò prima di continuare a dire - Ok allora, ti ordino di rispondere a questa domanda, serva. Perché sei così disposta a lasciare me e mia sorella libere di calpestare la tua dignità ed ad accettare ordini che neanche la più umile delle serve farebbe? -

Questa volta Ino sapeva di non poter tacere, Hanabi le aveva ordinato di rispondere e qualcosa dentro di lei non poteva fare a meno di ubbidire. Ino ripensò in pochi secondi a tutto quello che era successo nelle ultime settimane, a come la sua vita era cambiata, la sua carriera da ninja medico finita per sempre. Ino ripensò a quante volte aveva pulito i sandali di Hinata e di Hanabi e quante volte si era fermata ad osservare quel piede che continuava a sognare, notte dopo notte, quel piede che aveva cancellato in un solo istante il suo grande sogno. La ragazza non aveva ancora capito perchè provava certe emozioni e certi desideri ma in cuor suo sperava che Hanabi, che sembrava più astuta ed esperta di lei nonostante fosse più giovane, potesse finalmente aiutarla a comprendere ogni cosa. Così Ino decise di confessare e rivelò alla sua giovane signora tutti quei pensieri che affollavano la sua stanca mente.

- Io non so cosa sia successo quando…quando Hinata mi ha colpito, quando il flusso del mio chakra è stato danneggiato, quando sentivo tutte quelle persone nelle tribune ridere alla vista del mio pessimo lavoro, mentre fissavo quel pesce senza vita, immobile come lui - Ino cominciò a dire, senza curarsi del piedi di Hanabi che aveva ancora in faccia e che continuava a giocherellare con il suo naso - Non ho mai considerato Hinata colpevole per quello che è successo ma so che è a causa sua che…che la mia vita è andata a rotoli…e in me è scattato qualcosa. Sapere che le era bastato un piede per distruggere quello che aveva fatto in anni di duro allenamento è stato…sconvolgente e…e ho cominciato a vedere Hinata sotto una nuova luce, come se fosse un essere superiore che poteva cambiare il mio destino con il semplice schiocco delle sue dita. Ma non è tutto… - Ino disse guardando Hanabi per la prima volta negli occhi.

La giovane Hyuga osservava Ino con curiosità, non aveva ancora capito quanto danno avesse fatto in lei quell’ultima sconfitta contro Hinata, quanto fossero terribili e magnifici al tempo stesso, i pensieri della kunoichi ai suoi piedi.

- Vai avanti - Hanabi disse con un leggero calcio in faccia ad Ino che riprese la sua umiliante confessione.

- Io…io voglio che Hinata cambi la mia vita…che la danneggi di più…non so perchè ho questi pensieri, perchè continuo a rivedere quell’espressione di trionfo sulla sua faccia quando…quando… - la ragazza cominciò a piangere, affondando il viso nella suola di Hanabi, sconfitta e piena di vergogna.

“Le cose si fanno interessanti” Hanabi si disse, cercando di consolare la ragazza con il suo piede che Ino stava bagnando con le sue lacrime che si mescolavano a quel leggero strato di sudore di cui quel piede era impregnato.

- Shh calmati Ino - Hanabi cominciò a dire, accarezzando il viso della giovane con il suo piede - Ti prometto che farò tutto quello in mio potere per aiutarti -

- Lo farai? - Ino rispose sorpresa rialzando la testa, ma continuando a singhiozzare.

- Certo che lo farò, piccola dolce Ino. Ti prometto che ti aiuterò a realizzare il tuo sogno, di rendere le tue fantasie realtà… così che la tua vita possa finalmente essere distrutta sotto i piedi della mia adorata sorella, proprio come desideri - Hanabi osservò la reazione dell’erede del clan Yamanaka e prima che la giovane potesse dire qualcosa, le mise un piede sulle labbra e disse - Shh, va tutto bene, non sei più sola e grazie alla tua confessione, la bella Hanabi potrà finalmente aiutarti. Lascia che pensi a tutto io, lascia che prenda le redini della tua vita e le consegni a mia sorella affinché lei possa adempiere al tuo destino, calpestare i tuoi sogni ancora una volta, distruggere la tua vita sotto i suoi nobili piedi come ha già fatto una volta…quando hai finalmente compreso che era tutto sbagliato, che non era quello il tuo posto nel mondo -

Quelle parole eccitarono profondamente Ino, come se Hanabi avesse toccato proprio il tasto giusto, come se avesse aperto quello scrigno del tesoro che conteneva al suo interno la vera essenza della ragazza Yamanaka, prendendone possesso. Hanabi non potè fare a meno di notare la reazione di Ino, la sua tremenda eccitazione e quella paura inevitabile che la ragazza stava provando, perchè se la sua strana fantasia si fosse realizzata, lei avrebbe perso tutto quello che aveva…proprio come desiderava.

- Ubbisci ai miei ordini - Hanabi riprese a dire - Fai tutto quello che dico e ti giuro, sull’onore del mio nobile Clan e dei miei antenati, che realizzerò i tuoi sogni, che Hinata cambierà per sempre la tua vita con uno schiocco delle sue dita e che distruggera tutto quello che hai, tutto quello che sei, sotto i suoi piedi. Giurami fedeltà, giurami la tua assoluta obbedienza e mi assumerò la responsabilità di questo importante incarico -


Era il momento di decidere, Ino lo sapeva bene, non poteva più esitare, doveva scegliere che percorso seguire, se fermarsi e tornare indietro alla sua solita vita, magari seguendo le orme del padre ed accettando di essere solo un ninja sensoriale, o di ascoltare le parole di Hanabi, ascoltare quello che una strana voce nella sua testa le diceva, accettare quel percorso pieno di insidie che avrebbe potuto distruggerla, cancellando per sempre il ricordo di una Ino solare, fiduciosa in se stessa, una Ino vincente e che si credeva migliori degli altri, migliore di Sakura. Ino osservò per un istante Hanabi, i suoi occhi fissi su di lei, nel suo viso il largo sorriso di chi sapeva già. Ancora una volta nella mente della giovane baleno il ricordo dell’espressione di trionfo di Hinata, che Ino desiderava vedere ancora ed ancora, mentre subiva una nuova sconfitta, mentre la sua vita ed i suoi sogni venivano nuovamente calpestati dai suoi piedi.

“Hanabi le somiglia così tanto, chissà se posso vedere in lei lo stesso trionfo?” Ino si disse mentre le sue mani si muovevano come se lei non ne avesse il controllo, afferrando dolcemente il piede di Hanabi e portandolo di nuovo alle sue labbra. Poi, cominciando a ricoprire quel piede di baci, muovendo le sue labbra con tale passione e devozione sulla sua suola, sotto le sue dita dei piedi, sulla sua arcata e sul quel tallone che nulla aveva da invidiare per morbidezza a quello della sorella, Ino giurò di essere ubbidiente e di essere fedele, Ino decise il percorso da seguire e di lasciarsi travolgere da quelle emozioni che sarebbero state la sua rovina.






“Giuro di servirti, Hanabi sama, di fare tutto quello che desideri…giuro di essere come un cagnolino fedele pur di…”

Quelle parole continuavano a riecheggiare nella testa di Ino, mentre la ragazza si godeva finalmente un po’ di meritato riposo, distesa sul letto con gli occhi fissi sul tetto della sua camera, come se potesse rivedere lì quello che era successo poche ore prima, quando aveva giurato obbedienza ad una ragazza più giovane di lei, quando l’aveva supplicata di prendere il controllo per fare diventare realtà quella sua fantasia malata e lasciare Hinata libera di distruggere ancora una volta tutto quello che Ino aveva conquistato. Hanabi non le aveva neanche permesso di finire la sua supplica, le aveva premuto un piede sulle labbra e le aveva detto di tacere, che voleva rilassarsi ancora qualche minuto prima che la sua serva si dedicasse al resto delle sue mansioni. Fortunatamente Hinata non era ancora tornata quando Ino aveva lasciato finalmente i piedi di Hanabi e si era spostata nella camera della giovane per pulire il nuovo casino che aveva fatto.

Adesso, ore dopo, Ino non poteva che chiedersi se avesse fatto la scelta giusta, se non fosse stata una folle ad aver messo un potere così grande nelle mani di Hanabi che in quei giorni aveva dimostrato di essere particolarmente sadica e di godere vedendo una delle migliore kunoichi del villaggio soffrire ed umiliarsi davanti a lei ed Hinata. Ora che Hanabi conosceva il suo segreto, le sue oscure fantasie, Ino tremava al pensiero di quello che la più piccola degli Hyuga avrebbe potuto fare ma allo stesso tempo, la ragazza Yamanaka non poteva non notare l’eccitazione senza fine che cresceva sempre più dentro di lei, facendola tremare come se avesse la febbre. Forse era quello il problema, forse era delirante per la febbre o qualche altra malattia che era insorta quando i suoi canali del chakra erano stati danneggiati dal Pugno Gentile di Hinata, quella era l’unica soluzione razionale per spiegare cosa aveva accettato di fare, cosa aveva desiderato di fare, negli ultimi giorni.

“Sì, deve essere questo il motivo” Ino si disse, sapendo di mentire a se stessa, sapendo che trovare un caprio espiratorio le avrebbe permesso di cadere sempre più in basso e di compiere gli atti più degradanti senza essere travolta dai sensi di colpa.

Come se si fosse tolta un peso dallo stomaco, Ino chiuse finalmente gli occhi e mentre scivolava in lungo sonno, infestato dalle solite visioni, la ragazza si sentiva stranamente felice ed impaziente di correre di nuovo in quella che stava diventando velocemente la sua nuova casa.




La residenza degli Hyuga era uno degli edifici più vecchi del villaggio eppure il passare degli anni non avevano alterato in nessun modo la bellezza di quel luogo che Ino stava imparando ad amare, proprio come amava ed odiava al tempo stesso quello che faceva lì. Altri membri di quel nobile clan, famoso in tutte le terre per il potente dojutsu degli Hyuga, aveva cominciato a notare che la presenza di Ino era oramai divenuta una costante e sicuramente molti di loro avevano anche visto la ragazza fare dei lavoretti in giardino e delle voci erano cominciate a diffondersi tra gli Hyuga… fortunamente per Ino però, l’opinione più diffusa era che la ragazza Yamanaka doveva aver perso una scommessa con le sue amiche e così nessuno si curò più di tanto di quello che a ragazza faceva o di quello che avveniva negli alloggi privati delle due figlie del loro leader, Hiashi Hyuga, sempre più impegnato in missioni diplomatiche nel paese del fulmine. Se uno di loro fosse entrato nel soggiorno della principessa del Byakugan, si sarebbe trovato davanti una scena inaspettata poiché anche quel giorno Ino aveva supplicato l’amica di poterle massaggiare i piedi ed anche quella volta Hinata aveva opposto una notevole resistenza, decidendo infine di cedere, con la speranza che quel massaggio finisse prima del risveglio di Hanabi che a differenza sua non soffriva a vedere Ino in quello stato e che anzi era più che desiderosa di sfruttare quella situazione ed umiliare ancora di più una ragazza che sembrava aver dimenticato cosa fosse l’onore.

Ino aveva dunque cominciato a massaggiare i bei piedi di Hinata, studiandoli con attenzione e meravigliandosi ancora una volta di quanto fossero perfetti, come se fossero stati scolpiti da qualche divinità ed Ino dovette trattenersi dal baciarli come aveva fatto con i piedi di Hanabi. Mentre le sue dita si muovevano con eleganza sulle piante della sua signora, facendo del suo meglio per farla rilassare ed amare i suoi massaggi, Ino ripensò alle parole di Hanabi e si convinse che solo con il suo aiuto poteva convincere Hinata e trasformarla in quella Dea spietata che dominava le sue oscure fantasie, un essere superiore che non si sarebbe opposta agli atti di venerazione dei suoi sudditi, ma che anzi avrebbe preteso con fermezza. Ma Hinata non era ciò che la mente malata di Ino sperava, la ragazza non riusciva ancora a guardare la sua vecchia amica inginocchiata ai piedi del suo divano, mentre le massaggiava le piante con uno stupido sorriso in faccia, Hinata non era come Hanabi e, mentre la sorella si divertiva a comandare Ino a bacchetta, la Principessa degli Hyuga non poteva fare altro che pensare ad un modo per fare tornare indietro la vecchia Ino, quella ragazza senza paura che era stato un modello per lei quasi quanto Naruto, una persona che le aveva dimostrato che tutto è possibile e che bisogna affrontare le difficolta senza perdersi d’animo. Dove era adesso quella ragazza? Perchè la sua amica sembrava aver dimenticato chi fosse e di avere una dignità?

“Devo fare qualcosa, devo salvarla” Hinata pensò mentre le abili mani di Ino continuavano a muoversi sui suoi piedi, su e giù, con precisione quasi chirurgica, come se sapesse perfettamente quali punti toccare, come far sfuggire un gemito di piacere dalle labbra di Hinata, distraendola dai suoi piani eroici.

- Hai cominciato presto a giocare con la nostra serva, eh sorellona? -

Hinata osservò la sorella appena entrata nella stanza, sul suo viso il suo solito ghigno soddisfatto. Le speranze della sorella maggiore degli Hyuga di non avere Hanabi in giro mentre Ino le massaggiava i piedi erano crollate in un istante e Hinata si affrettò a pensare a qualcosa che potesse distrarre la sorella ed impedirle di umiliare Ino difronte a lei. Ma Hanabi aveva dimostrato più di una volta di essere più coraggiosa e decisa della sorella e prima che quest’ultima potesse dire qualcosa, la ragazza si sedette con un ghigno sul divano accanto ad Hinata, mentre Ino continuava il suo lavoro senza farsi distrarre dalla presenza della nuova arrivata.

In realtà Ino con la coda degli occhi non perdeva di vista Hanabi neanche per un secondo, il suo ingresso in scena cambiava decisamente le carte in tavola ed Ino non sapeva se essere preoccupata o eccitata per questo. Hanabi era come un mina vagante, era impossibile sapere cosa la giovane stesse pensando ed anticipare la sua prossima mossa che sicuramente sarebbe stata audace e rischiosa. Ino non era mai stata nella stessa stanza con le due sorelle insieme dopo la sua confessione e non sapeva come Hanabi avrebbe avviato il suo piano per aiutarla a realizzare le sue fantasie, come avrebbe fatto a far breccia in quel muro invalicabile che Hinata aveva eretto e che difendeva strenuamente ogni volta che si opponeva ad una nuova umiliazione dell’amica, l’unica persona che combatteva per la dignità di una ragazza che sembrava precipitata in un baratro senza fondo e senza nessuna voglia di uscirne. Ogni tentativo di Hinata in quei giorni si era rivelato vano ed anche quella volta non fu diverso. Tentata di allontanare i suoi piedi dalle mani di Ino, Hinata, che ancora non riusciva a guardare la sua amica, tentò di distrarre la sorella dicendo :

- Neji è tornato dalla sua ultima missione. So che volevi allenarti con lui, perchè non lo vai a trovare? Sono sicura che sarà già al campo di addestramento -

Hanabi era troppo furba per farsi ingannare da un trucchetto così semplice e poi aveva sicuramente di meglio da fare in quel momento…d’altronde cosa c’era di più divertente che giocare con Ino ed abbattere le difese di sua sorella come se fossero dei castelli di sabbia?

“Faccio tutto questo per te, sorellona. Un giorno mi ringrazierai” Hanabi si disse, sempre più convinta che il suo intervento fosse fondamentale per cambiare Hinata e renderla più forte, più audace e più sicura di sè… e se per fare ciò doveva calpestare i sogni e la faccia di Ino…”Così sia” pensò la ragazza prima di cominciare il suo attacco devastante.

- Ah si? Pensavo che nostro cugino tornasse la settima prossima, avevo sentito dire che gli era stata affidata una missione di rango S - Hanabi disse tranquilla, allungando causalmente le gambe e poggiando i suoi piedi in testa ad Ino.

Hinata osservò scioccata la sorella incrociare i piedi alle caviglie ed usare la testa di Ino come un pioggiapiedi con una tale nonchalance che Hanabi sembrava quasi abituata ad usare un’altra persona come un mero oggetto solo per essere più comoda. Ma quello che scioccava ancor di più Hinata era la reazione, o meglio dire la non reazione di Ino, che non aveva detto una parola, non si era lamentata per un gesto tanto eclatante quanto degradante ed aveva invece continuato a massaggiare i suoi piedi come se non fosse successo nulla.

- Hanabi… - Hinata era pronta a lottare come un leone, doveva mettere le sue paure da parte ed abbandonare dietrò di sè quella ragazzina timida che non riusciva ad esprimere le proprie opinioni senza balbettare, quella ragazzina che lasciava gli altri sempre liberi di vincere una discussione pur di non rischiare di ferire i loro sentimenti.

Ma quel leone, che si stava per lanciare all’attacco con una ferocia senza pari, fu subito domato dalle successive parole di Hanabi.

- Calmati sorellona, sono sicura che alla stupida cagna non dispiace, vero serva? -

Le parole di Hanabi erano così offensive, così irrispettose che Hinata quasi non riconobbe la dolce sorella in quella ragazza seduta accanto a lei, con i piedi sulla testa della sua vecchia amica. Tutta la deteminazione di Hinata fu spazzata via in pochi secondi, come se un uragano si fosse abbattuto su quel leone feroce trasformandolo in un gattino indifeso…un uragano chiamato curiosità. Per quanto la Principessa degli Hyuga fosse disgustata da quanto stava avvenendo, da quanto era già successo nei giorni precedenti, disgustata dall’arrendevolezza di Ino che non sembrava più possedere una spina dorsale, era troppa la curiosità di sapere fino a quanto si sarebbe spinta in basso la sua amica prima di reagire e tornare ad essere la vera erede del clan Yamanaka. Hinata rimase dunque in silenzio, in attesa della risposta di Ino che non tardò ad arrivare.

La ragazza bionda lottava per nascondere il suo tremendo imbarazzo, quello che Hanabi aveva appena fatto era incredibile, soprattutto davanti ad Hinata che sembrava sotto shock e la guardava con la bocca aperta, apparentemente incapace di replicare alla sorella. Ino ovviamente sapeva cosa doveva dire, sapeva che doveva reggere il gioco di Hanabi che, come promesso, stava facendo tutto quello in suo potere per trasformare in realtà le sue fantasie. Ma sapere cosa dire non rendeva più facile il farlo perchè mai prima di quel momento Ino si era sentita così umiliata…mai così eccitata. Poi mentre sentiva dei brividi diffondersi in tutto il corpo dal suo basso ventre, la ragazza disse :

- No Hanabi sama, è…è sempre un piacere esservi utile…anche come po…poggiapiedi -

Hinata scosse la testa incredula. Ino non poteva davvero aver detto una cosa del genere, doveva per forza aver sentito male, non era possibile…non era accettabile. Ma la realtà, per quanto difficile da accettare, era proprio davanti i suoi occhi, proprio come Ino che non aveva smesso nemmeno per un secondo di massaggiarle i piedi nonostante quello che Hanabi aveva fatto.

“Lei non è la ragazza con cui sono cresciuta, la bambina con cui giocavo a scuola, la compagna di classe che cercava di battere sempre Sakura per essere la migliore” Hinata pensò mentre mille dubbi la assalivano, mentre cominciava a temere che il suo piano per ”salvare” Ino potesse fallire miseramente.

- Visto Hina? Che ti avevo detto? - Hanabi disse, riportando la sorella alla realtà ma scioccandola subito dopo quando la ragazza tolse un piede dalla testa di Ino e lo avvicino alla faccia della ragazza Yamanaka, dicendole - Bacialo e ringraziami per averti dato la possibilità di essere il mio poggiapiedi -

- Grazie Hanabi sama per questa occasione, grazie per l’o..onore di essere il vostro poggiapiedi - Ino replicò baciando il piede di Hanabi, non una, non due ma ben dieci volte.

Gli occhi di Hinata erano fissi sulla sua amica che sbaciucchiava il piede della sorella con una passione ed una devozione indescrivibile. La Principessa degli Hyuga voleva distogliere lo sguardo come aveva fatto tante altre volte in quei giorni ma non ci riuscì, quella vista così assurda e patetica era quasi ipnotica e si sentì come un serpente davanti il pungi dell’incantatore, la sua mente sempre più confusa, spaventata e…

Hinata non ebbe il tempo di comprendere quale altra emozione stava provando in quel momento, Hanabi infatti aveva riportato il suo piede sulla testa della sua serva e le aveva detto di continuare a massaggiare i piedi della sorella. Quella sorta di incantesimo si ruppe dunque ed Hinata potè tornare a pensare con maggiore chiarezza, mentre le mani di Ino continuavano a danzare sulle sue suole.

- Avvicina la faccia ai piedi di mia sorella, così puoi vedere bene quello che stai facendo - Hanabi disse improvvisamente ad Ino.

Hinata questa volta non riuscì a trattenersi e con un mix di freddezza e sarcasmo replicò :

- Fammi indovinare, non ti dispiace nemmeno questo? -

Ino poteva sentire tutta la delusione della sua amica in quelle parole, ma decise di dire la verità.

- No Hinata sama, non mi dispiace…ed Hanabi sama ha ragione, po…posso vedere meglio…se sto facendo un buon lavoro - Ino rispose balbettando e senza perdere tempo obbedì all’ordine di Hanabi, perche quello era un ordine, anche se celato dietro una domanda.

Hinata osservò la faccia della sua amica avvicinarsi tanto ai suoi piedi da sfiorarle la suola con il naso, i suoi occhi studiavano i suoi piedi la stessa attenzione con cui Shino studiava i suoi minuscoli insetti. Hinata si arrese ancora una volta, sempre più stanca di essere la sola ad opporsi a quella situazione così assurda, a quella follia che aveva preso possesso della sua amica. Non aveva ancora perso le speranze con Ino ma quegli ultimi minuti avevano rischiato enormemente di spazzarle via definitivamente. Quasi senza rendersene conto Hinata allungò una gamba e poggiò il piede che Ino non stava massaggiando sulla spalla della ragazza nei cui occhi, le sembrò di vedere un lampo di gioia. Con il passare dei minuti anche la Principessa del byakugan sembrò abituarsi a quel nuovo e particolare poggiapiedi che non sembrava sentire la fatica di reggere il peso dei piedi di Hanabi sulla testa ed il piede di Hinata, a volte il destro, a volte il sinistro, sulla sua spalla, spesso giocherellando con il suo orecchio. Hinata non avevo potuto fare a meno di notare che più di una volta Ino, quando pensava di non essere osservata dalle due sorelle, aveva annusato quei piedi che aveva a pochi centimetri dal viso e la ragazza Hyuga provò un forte imbarazzo al pensiero di quanto potesse essere forte l’odore dei suoi piedi che quella mattina non aveva fatto in tempo a lavare.

“I miei piedi sudano molto di notte, come fa il suo naso a resistere ad un simile odore?” Hinata si domandò mentre un’idea folle le balenò in testa, un’idea tanto ripugnante che avrebbe fatto impallidire la sua stessa sorella e che forse avrebbe finalmente risvegliato la vera Ino, la vera kunoichi che Hinata aveva conosciuto.

“Devo essere forte. Se le buone maniere non sono servite, forse otterrò risultati migliori trattandola con severità. Sì, devo spingerla al limite…devo aiutare la mia amica”

Questo era quello che Hinata stava pensando quando la ragazza allontanò i suoi piedi dalle mani e dalla faccia di Ino, dicendole che il tempo del massaggio era finito. Hanabi osservava la scena con curiosità, non aveva bisogno del suo Byakugan per capire che qualcosa era cambiato in sua sorella. La più giovane degli Hyuga tolse anche i suoi piedi dalla testa di Ino ed attese di vedere cosa aveva escogitato sua sorella, che si stava alzando lentamente del divano, i suoi occhi fissi su Ino ancora inginocchiata e che sembrava triste di non poter toccare più quei piedi così perfetti.

- Vai a pulire i nostri sand…- cominciò a dire Hinata.

- Lì ho già puliti ieri sera, Hinata sama - la interruppe Ino, senza riuscire a trattenersi.

- Primo, non mi interrompere mai più - Hinata disse con una severità che ne Ino ne Hanabi avevano mai visto o udito in lei - Secondo, se ti dico di fare qualcosa tu la fai. Non mi interessa se hai già pulito i nostri sandali, li pulisci di nuovo, li pulisci cento volte se così desidero -

Ino abbassò lo sguardò per la vergogna, si sentiva come una bambina rimproverata dalla madre e, maledicendosi per essere stata così stupida, rimase in silenzio ad ascoltare quello che Hinata aveva da dire.

- Hai capito, serva? - Hinata chiese con lo stesso tono severo.

- Sì, Hinata sama - Ino rispose con un filo di voce, il suo sguardo fisso sui piedi della sua signora.

- E già che ci sei, stavolta vedi di usare quel naso ti cui ti vantavi tanto un tempo - poi, mentre gli occhi confusi di Ino tornarono ad incontrare i suoi, la ragazza spiegò - Hai pulito i nostri sandali ma ho notato che continuano ad emanare un cattivo odore, voglio che lo rimuovi…devi deodorare le nostre scarpe con il tuo naso. Non mi interessa quanto tempo ci impiegherai, fallo e basta -

“Qualcuno sta imparando” Hanabi pensò sorridendo mentre osservava la faccia scioccata di Ino, che non poteva credere a quello che aveva sentito…e quanto il suo corpo avesse reagito a quelle parole.






Nella nostra vita tante volte capita di pensare di conoscere bene qualcuno o qualcosa per poi capire che in realtà non avevamo capito nulla, che eravamo stati degli sciocchi come quelli che volontariamente scelgono di avanzare con gli occhi chiusi sulla soglia di precipizio. Ino pensava di aver capito cosa significasse “umiliazione”, Hanabi aveva cercato in tutti i modi di farglielo capire in quei giorni, arrivando addirittura ad usare la sua testa come un poggiapiedi, un oggetto indegno della sua attenzione, utile solo per il suo comfort. Ma era stata la dolce Hinata a farle realizzare che non aveva capito nulla, che non aveva compreso quanto fosse profonda quella voragine chiamata umiliazione e quanto Ino fosse incapace di frenare la sua caduta verso il fondo…proprio come non aveva capito la sua vecchia amica ed il suo ultimo disperato tentativo di risvegliarla, di provocare un reazione nel suo cuore e farle tendere un braccio così da poterlo afferrare e salvare finalmente Ino da quelle acque torbide che la stavano tirando a fondo. Ma Ino non era ancora pronta ad essere salvata, a combattere quelle emozioni che stavano sconvolgendo la sua anima, spazzando via i suoi freni inibitori, spingendola a fare cose inimmaginabili, proprio come l’ultimo incarico che le era stato affidato.

La ragazza Yamanaka si era diretta in giardino per pulire i sandali delle sue signore come aveva già fatto così tante volte in quei giorni, il suo sguardo era basso e non prestò nessuna attenzione agli altri membri del clan Hyuga che si erano oramai abituati a vederla in giro con delle calzature in mano. I sandali di Hanabi ed Hinata erano già perfettamente puliti, non erano stati usati dalla sera precedente, ma Ino aveva un ordine preciso e cominiciò a ripulirli comunque. Non potendo vedere dei miglioramenti, non essendoci nulla da pulire, Ino perse velocemente la cognizione del tempo ma non si fermò, come se stesse cercando di ritardare il più possibile quel momento in cui avrebbe definitivamente calpestato ogni briciolo di dignità che le era rimasta.

“Devo farlo, non ho altra scelta” Ino si disse, incamminandosi nuovamente verso gli alloggi privati delle due sorelle Hyuga, ancora una volta aveva scelto di mentire a stessa.

Arrivata nel genkan, Ino posò i sandali per terra ma a differenza del solito non si rialzò. Hanabi, che spiava la ragazza con curiosità, la vide prostrarsi davanti i sandali della sorella ed avvicinarsi così tanto ad essi che la faccia di Ino ed i sandali di Hinata quasi divennero una cosa sola. Poi un suono patetico giunse alle orecchie di Hanabi.

“E’ stata davvero un idea geniale, sorellona” la ragazza pensò con un sorriso mentre Ino continuava ad annusare intensamente e rumorosamente, inconsapevole che Hanabi la stesse osservando, assistendo alla sua grande, ennesima umiliazione.

Hinata aveva ragione, per quanto Ino avesse fatto un ottimo lavoro pulendo le loro scarpe, i sandali emanavano decisamente un cattivo odore, che sembrava essersi depositato sulle solette insieme a tutto quel sudore che era stato il frutto di numerose missioni ed allenamenti. Ino non potè fare a meno di notare quanto l’odore fosse differente da quello che aveva annusato pochi minuti prima, quando durante il massaggio, grazie all’ordine di Hanabi, la sua faccia era stata a pochi centimetri dagli splendidi piedi di Hinata. Questa volta Ino poteva annusare anche la pelle di quei sandali che miscelato al sudore dei piedi della sua amica creava un profumo intossicante che entrava senza sosta nei suoi polmoni, come se questi fossero diventati un deposito per contenere la puzza di piedi dei suoi superiori. Ino non sapeva se sarebbe davvero riuscita a rimuovere il cattivo odore in quel modo, ma la ragazzò continuò ad annusare per quelle che divennero delle ore, strofinando il suo naso dappertutto e cercando di catturare con esso ogni residuo di quella puzza che Hinata non doveva assolutamente rilevare durante la sua prossima ispezione. Le sue gambe e la sua schiena le facevano male ma Ino non si mosse mai da quella posizione, e prostrata per terra continuò diligentemente il suo lavoro fino a quando non le sembrò che i sandali di Hinata fossero finalmente deodorizzati. Ino si spostò dunque sui sandali di Hanabi che emanavano praticamente lo stesso odore e ripetè quell’umiliante operazione che sapeva bene sarebbe diventata presto una routine.

Anche Hinata non era riuscita a non spiare Ino durante quel lavoro terribile che sperava fosse stato troppo per la sua amica, facendola finalmente ribellare. La Principessa del Byakugan però aveva osservato, con delusione e disgusto, Ino annusare i loro sandali come una sorta di cane da caccia, totalmente persa nel suo lavoro e per nulla intenzionata a rialzare la testa, a lottare per la sua dignità. Sconsolata Hinata aveva dunque raggiunti la sorella nel salone, si era seduta stancamente sul divano accanto a lei ed aveva cominciato ad elaborare un altro piano, sempre più convinta che un Hinata severa e malvagia era l’unica soluzione per il problema di Ino.

Quando finalmente le due sorelle si presentarono davanti ad Ino per ispezionare il suo lavoro, Ino porse i sandali ad Hinata rimanendo per terra, ora prostrata davanti ai piedi nudi dell’amica che attirarono subito il suo sguardo come un potente magnete. Ino era sicura di aver fatto un lavoro eccellente e si sentiva persino orgogliosa di ciò che aveva fatto, dimenticandosi che aveva appena usato il proprio naso ed i propri polmoni per deodorizzare delle scarpe puzzolenti. Hinata avvicinò lentamente il suo naso ai sandali appena ripuliti da Ino, la ragazza lo fece con un certo timore, a differenza della sua amica riteneva ripugnante annusare delle scarpe o, peggio ancora, piedi. L’erede del clan Hyuga notò con stupore che il cattivo odore era scomparso ed il suo sguardo cadde su Ino prostrata ai suoi piedi, con la testa bassa ed in attesa del giudizio della sua signora. Hinata scosse la testa, non poteva credere che Ino avesse fatto anche quel compito umiliante e che lo avesse fatto così bene.

“Non posso elogiare il suo lavoro, peggiorerei solo le cose. Devo essere cattiva” Hinata si disse, cercando di trovare la forza per fare quello che andava fatto.

- Questo è assolutamente inaccettabile, come hai potuto perdere tutto questo tempo per deodorizzare i nostri sandali? Ricordati che non c’è spazio per la pigrizia tra i miei servi - Hinata disse, cercando di essere più severa possibile e di trattenere le lacrime di fronte a quel trattamento ingiusto che stava riservando alla sua cara amica.

- La supplico di perdonarmi Hi..Hinata sama…prometto di essere più veloce la prossima volta - Ino rispose debolmente, sempre guardando i piedi della sua signora

- Tieni, fammi vedere quanto sei veloce…mentre le pulisci di nuovo con la tua lingua, fuori e dentro, qualcosa che farai sempre da ora in poi -

Hanabi osservava quella scena in silenzio, sempre più entusiasta di come sua sorella stava cambiando, di quanto la sua voce ormai fosse ferma, come se tutte le sue insicurezze fossero state schiacciate sotto i suoi piedi come la patetica Ino. Mentre Hinata porgeva i suoi sandali alla ragazza, Hanabi si ricordò di una cosa e con un colpo di tosse cercò di ricordarlo anche alla sua serva. Ino, che aveva finalmente alzato la testa, incredula per l’inaspettato rimprovero di Hinata e per quel nuovo compito che le era stato affidato e che superava di gran lunga tutti gli atti degradanti che aveva già fatto, sembrò comprendere il messaggio segreto di Hanabi e nella sua mente rivide il momento in cui le aveva giurato fedeltà, quando Hanabi le aveva detto che da quel momento in poi avrebbe dovuto ringraziare Hinata ogni volta che le dava un compito umiliante.

- Gr…grazie, Hinata sama. Grazie per questa opportunità di servivi…in un modo nuovo - Ino disse mentre prendeva i sandali dalla mano di Hinata che appariva sempre più scioccata.

Ino non perse tempo e subito tirò fuori la lingua e cominciò a pulire con essa le solette di quei sandali che sì, erano apparentemente puliti ma che chissà quanti germi potevano contenere. Lo sguardo delle due sorelle non poteva essere più diverso, gli occhi di Hanabi sembravano brillare per la felicità, mentre in quelli di Hinata si poteva leggere tutta la sua incredulità, il suo disgusto ed il suo disappunto. Ino non aveva limiti, per quanto lei tentasse, sembrava non esserci nulla che la ragazza Yamanaka non fosse disposta a fare ed Hinata cominciava ad aver paura che fosse tropo tardi, che il danno in Ino fosse troppo esteso per essere riparato.

“Mi ha persino ringraziato? Mi ha ringraziato per averla rimproverata in quel modo e per averle dato l’incarico di pulirmi le scarpe con la lingua?” l’erede degli Hyuga si domandò senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla sua amica che leccava i suoi sandali senza sosta e senza un briciolo di dignità.

La lingua di Ino esplorava ogni centimetro di quei sandali che oramai conosceva alla perfezione, raccogliendo quello che la spazzola o il suo naso non erano riusciti a raccogliere…quel sudore dei piedi della sua padrona che aveva impregnato le solette di quei sandali usati un’infinità di volta. Ma Ino non aveva dimenticato le parole di Hinata e ben presto cominciò a leccare persino la sulla di quelle scarpe che, sebbene pulite, avevano comunque calpestato qualsiasi cosa.

“Sabbia, polvere, fango e chissà…forse anche escrementi di animali” quel pensiero inorridì Ino ma non fermò la sua lingua, ed anzi per qualche strano motivo la spinse a leccare sempre più velocemente, quasi come un cane assetato lecca l’acqua dalla sua ciotola. Ino non sapeva perché aveva quel desiderio irrefrenabile ma qualcosa dentro di lei le diceva che non era accettabile che le scarpe dei suoi superiori fossero contaminate da chissa quali germi, che era molto piu giusto stessero sulla sua lingua inferiore e dentro il suo stomaco immeritevole.

Persino Hanabi era rimasta stupita di quell’atto così degradante che Ino aveva fatto senza nessuna esitazione e per un attimo la ragazza temette di aver liberato un mostro che non era più sicura di poter rimettere in gabbia. Gli occhi della giovane Hyuga seguivano la piccola lingua di Ino muoversi su e giù lungo le suole dei sandali Hinata, ed Hanabi non potè fare a meno di chiedersi se le avesse leccate con la stesse decisione se fossero state più sporche, ad esempio al ritorno da una missione, magari in uno di quei giorni di pioggia che trasformavano le strade ed i boschi di Konoha in dei laghi di fango. Hanabi spostò il suo sguardo sulla sorella che osservava la scena in silenzio, stupita e disgustata quanto lei da quella patetica ragazza che una volta chiamava amica e che ora era più un animale che una persona. Hinata sperava ancora di salvare Ino, Hanabi lo sapeva, sapeva che la sorella stava testando la kunoichi bionda per farla ribellare. Ma Hinata aveva sottovalutato Ino e non aveva capito quanto profondamente l’aveva danneggiata quell’ultimo giorno di allenamento.

“Hinata non ha solo distrutto i suoi canali del chakra, ma ha spazzato via tutte le sicurezze di Ino e creato in lei questo senso di inferiorità che si è nutrito delle umiliazioni ricevute, diventando sempre più grande…sempre più sconfinato” Hanabi pensò, per la prima volta dubbiosa sul da farsi.

Poi però la giovane si ricordò di quanto fosse migliorato Hinata in quei giorni, di come i suoi balbetti fossero quasi del tutto scomparsi e si convinse che quello che stava facendo era giusto, che tutti avrebbero vinto alla fine. Hinata sarebbe diventata quello che era destinata ad essere, una vera Principessa, Ino avrebbe realizzato il suo nuovo sogno, permettendo ad Hinata di distruggere sempre più la sua vita…e lei, beh, lei si sarebbe divertita un mondo.

- Non ho mai visto una serva più patetica… - intervenne Hanabi, finalmente convinta che era il momento di sferrare il colpo decisivo -…e felice di servire i suoi padroni. Non so, probabilmente Ino ci considera così superiori a lei che leccherebbe volentieri via lo sporco ed il sudore dai nostri piedi proprio come sta facendo con le suole dei nostri sandali, se solo glielo chiedessimo-

Sentendo quelle parole, Ino arrossì ancora più intensamente di come era solita fare Hinata davanti a Naruto, soprattutto quando era più giovane. Quella scena così imbarazzante si insinuò nella mente già debole di Ino che quasi senza rendersene contò annui, mentre la sua lingua continuava a muoversi senza sosta sulla suola dei sandali di Hinata, ancora più sconvolta. Hanabi, proprio come la sorella, non si era persa quel gesto e battendo con forza il piede per terra, come una ragazzina viziata disse:

- Basta con quei sandali. Guarda mia sorella negli occhi e dille che leccheresti volentieri lo sporco ed il sudore via dai suoi piedi, se lei ti chiedesse di farlo -

Ino osservò prima Hanabi e poi Hinata, negli occhi della sua amica vide una delusione tale che la costrinse ad abbassare nuovamente la testa, mentre dalle sua bocca uscivano parole che non avrebbe mai più dimenticato e che forse, avrebbero segnato per sempre il suo destino.

Io…sarei onorata di poter…di leccare via sporco e sudore da vostri piedi, Hinata sama -

A quell’ammissione, terribile e patetica, Hinata perse quasi del tutto la speranza di salvare Ino, la cui sola vista la digustava e la faceva infuriare. Neanche ad un nemico avrebbe augurato una fine simile ed Ino invece sembrava…felice ed onorata di poterle leccare i piedi come un cane? Non era possibile, non poteva pensarlo davvero, forse aveva solo paura di contrariare Hanabi per chissà quale ragione. Hinata allora si avvicinò alla patetica figura prostata ai suoi piedi ed alzando con uno di essi il mento di Ino, cosi da constingerla a guardarla nuovamente in faccia, le chiese freddamente :

- Dici sul serio? -

Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime, sapeva che doveva sembrare patetica e stupida agli occhi di Hinata ma non poteva combattere i suoi sentimenti e nonostante la vergogna, annuì nuovamente e replicò :

- Sì Hinata sama -

Sempre più disgustata, Hinata arretrò improvvisamente, come se volesse allontanarsi il più possibile da quella serva in cui non riconosceva più una delle sue compagne, una delle kunoichi più promettenti del villaggio, fino a poche settimane almeno. Hinata cercò con gli occhi l’aiuto della sorella che sembrava attendere la sua prossima mossa con grande trepidazione.

- Seguici in soggiorno - Hinata disse infine ad Ino, prima di voltare le spalle alla sua amica e cambiare stanza, seguita subito dopo da Hanabi.

Ino non aveva la forza di rialzarsi, le girava la testa a causa di tutte quelle emozioni che continuavano a travolgerla come onde contro gli scogli. Non voleva fare arrabbiare ancora di più Hinata, quindi decise di seguire l’amica gattonando dietro di lei, come una specie di animale domestico. Ino vide le due sorelle sedersi nuovamente sul divano quando poche ore prima l’avevano usata come poggiapiedi, mentre massaggiava i piedi della sua signora. La ragazza Yamanaka vide però Hinata avvicinare al divano un vecchio ottomano ed una parte di Ino fu contenta di non dover essere nuovamente usata come un oggetto. Ma la ragazza aveva esultato troppo presto.

- Guarda le mie piante, guarda quanto sono sporche e sudate - Hinata le disse indicandole i suoi bei piedi che Ino riprese ad osservare con attenzione quasi maniacale - Guarda lo sporco e le briciole che si sono appiccicate dovunque. Guardali bene e dimmi ancora che leccheresti volentieri via tutto, che mi offriresti la tua lingua come uno strumento per pulirmi i piedi… - Hinata disse con rabbia e disgusto.

- Beh sorellona, non sarebbe certo così scioccante o una cosa nuova per lei. Non ha appena leccato via tutto quel sudiciume dalle nostre scarpe? Non ha appena assaporato il sudore dei nostri piedi pulendo le solette dei nostri sandali? - intervenne Hanabi che sembrava più che felice di gettare olio sul fuoco.

Hinata ignorò la sorella, la sua attenzione era tutta per Ino, era la sua risposta ciò che desiderava avere, per capire finalmente cosa diavolo stesse passando per la testa della sua amica, per capire se voleva uscire da quella voragine che l’aveva inghiottita.

- Ti ho fatto una domanda, Ino. Davvero sei disposta a fare una cosa così ripugnante? Davvero sei diposta ad abbassarti a tanto e leccare le mie suole lercie?

Hinata lesse la risposta di Ino nei suoi occhi, prima ancora che la ragazza potesse parlare e confermare ancora una volta che era pronta a fare ogni cosa per Hinata, che era un onore poterla servire e che la ringraziava per quella possibilità.

- Oh stai zitta e lecca, serva - Hinata disse con rabbia, interrompendo il discorso patetico della sua amica ed agitando il piede destro, come ad indicarle dove avrebbe dovuto iniziare.

Ino era davvero un caso disperato, nessuno al mondo sarebbe stato disposto a fare quell’atto così degradante da essere quasi indescrivibile. Ino sapeva quanto Hinata fosse disgustata da lei, lo vide nei suoi occhi quando gattonò lentamente verso i suoi piedi e lo vide ad ogni nuova leccata, quando lo sporco e le briciole appiccicate ai suoi piedi veniva trasferito nella bocca della sua serva che non riusciva a smettere di tremare per l’emozione. Ino non sapeva spiegare cosa avesse provato nel momento in cui la sua lingua aveva toccato i piedi di Hinata per la prima volta, quando la sua lingua aveva assoporato quel gusto che pensava di conoscere dopo aver leccato i loro sandali, quello che Ino sapeva è che era incredibilmente felice, come se tutto quello che era successo nelle ultime settimane fosse servito a portarla lì, con la sua lingua ai piedi della sua amica, della ragazza che aveva distrutto la sua carriera da ninja medico, che aveva causato quella tremenda umiliazione pubblica che ancora la tormentava e che aveva creato una frattura con suo padre, che non le aveva più parlato da quel giorno. Hinata aveva calpestato il suo sogno ed ora stava calpestando sempre più la sua dignità con quei meravigliosi piedi sempre più ricoperti dalla saliva di Ino che stava facendo del suo meglio per pulirli e far scomparire ogni traccia di sporco, proprio come era scomparso il desiderio di Hinata di fermarla. La Principessa degli Hyuga assisteva a quello spettacolo in silenzio, non poteva negare che la lingua di Ino sulle sue suole fosse piacevole e persino più rilassante dei suoi massaggi, ma ancora le sembrava tutto così surreale ed inspiegabile. Come poteva qualcuno cadere così in basso? Come poteva Ino ingerire quello sporco che fino a pochi secondi prima ricopriva i suoi piedi?

Queste ed altre mille domande affollavano la mente della stanca Hinata che fu scossa da un brivido di piacere quando la lingua di Ino si spostò in mezzo alle sue dita dei piedi, come se la ragazza stesse cercando altra sporcizia da mangiare.

- Non ti preoccupare, se vuoi altro ci sono ancora i miei piedi -

La voce di Hanabi, che anche notato con quanta foga la lingua di Ino stesse scavando in mezzo alle dita della sorella, riportò Hinata alla realtà e la giovane non potè chiedersi ancora una volta se era rimasta qualche speranza di riavere la vecchia Ino indietro.

“Pensavo che trattandola male, facendole toccare il fondo, avrei ottenuto dei risultati” Hinata si disse tristemente mentre la lingua di Ino continuava esplorare ogni centimetro dei suoi piedi, cercando persino di insinuarsi sotto le sue unghia per raccogliere dello sporco lì accumulatosi.

“Forse per lei questo non è il fondo” una vocina nella sua testa le rispose ed Hinata comprese che non tutto era perduto e che c’era ancora un ultima speranza, un’ultima umiliazione che poteva salvare Ino.






Tre giorni dopo Hinata era pronta, o almeno così sperava. La Principessa degli Hyuga aveva pensato a lungo alla sua prossima mossa, a quell’umiliazione atroce che sarebbe stata assolutamente impossibile da tollerare, un’umiliazione che avrebbe sconfitto definitivamente quella Ino sottomessa e patetica, facendo riemergere quella ragazza forte e sorridente che avrebbe potuto affrontare qualasiasi nemico senza la minima paura. Hinata era sicura di vincere, quel pensiero le dava la forza di fare quello che andava fatto, anche se era una cosa davvero terribile. La giovane si era dunque avvicinata ad Ino, che stava a quattro zampe e stava pulendo i pavimenti e, cercando di nascondere il proprio imbarazzo, le aveva detto :

- Sto uscendo, tornerò di pomeriggio… e non sarò da sola. Sakura deve fare una sorta di colloquio con i membri del consiglio, penso sia un segnale della sua prossima promozione, e dopo verremo a festeggiare qui. Mi aspetto di vederti al tuo posto, in ginocchio, pronta a toglierci le scarpe -

Hinata aveva visto con soddisfazione uno strano fuoco negli occhi di Ino, il nome di Sakura aveva risvegliato qualcosa in lei e l’idea di dover servire la sua grande rivale, come faceva con le sue signore, era un duro colpo da digerire…soprattutto dopo aver appena saputo che Sakura stava per ottenere quella posizione che Ino aveva desiderato per così tanto tempo.

“Bene, penso sia un ottimo inizio” Hinata pensò con un sorriso mentre lasciava Ino al suo lavoro, uscendo dalla residenza degl Hyuga finalmente di buon umore, con la speranza di non rivedere la sua amica al suo ritorno.

Hinata aveva visto giusto, qualcosa era scattato dentro di Ino e la giovane impiegò un’ora per un lavoro che avrebbe richiesto appena dieci minuti. Molte volte Ino si accorse di essere rimasta immobile, come paralizzata, per chissà quanti secondi, la sua mente era altrove e non poteva dimenticare quello che Hinata le aveva appena detto. Sakura stava per diventare il capo della divisione medica, stava per realizzare il suo sogno mentre lei puliva pavimenti e scarpe. Ino cercò di non pensare a come faceva oramai quell’ultimo compito, come se volesse cancellare dalla sua mente il ricordo delle numerose volte in cui aveva leccato sudore e sporcizia via dai sandali delle due sorelle Hyuga e deodorizzato la loro puzza con il suo naso. Sakura aveva vinto quel giorno all’arena, ma Ino aveva perso molto più di una gara, di una promozione. La sua carriera medica le era scivolata via dalle mani come l’acqua di un torrente e la sua dignità aveva subito il primo di una lunga serie di colpi micidiali. E adesso Sakura avrebbe visto cosa era diventata in pochi giorni la sua rivale, avrebbe visto quella creatura senza spina dorsale strisciare ai suoi piedi, umile e serviziole mentre le toglieva le scarpe e liberava i suoi piedi sudati e sporchi. Non poteva farlo, non con Sakura. Ino non amava servire Hanabi, non quanto amava servire Hinata perlomeno, ma avrebbe preferito servire la viziata secondogenita di Hiashi Hyuga in qualunque modo e per tutta la vita piuttosto che farsi vedere da Sakura in quello stato, ridotta al ruolo di serva.

“Di una schiava, in realtà” Ino si disse, pensando che nessuna serva avrebbe mai pulito le scarpe ed i piedi della sua signora con la sua lingua.

Il ricordo di quella prima volta in cui aveva leccato i piedi di Hinata continuava ad eccitarla profondamente e quasi poteva ancora sentire la sensazione della sua lingua che scivolava sulle morbide e perfette suole della sua amica, raccogliendo tutto quello sporco che non era degno di stare sui piedi della Principessa degli Hyuga. Ma quello non era l’unico ricordo che la tormentava, Ino non poteva certo dimenticare quello che era successo il giorno successivo, quando Hanabi…

- Hai finito di pulire il pavimento? Voglio che tu dia un’altra leccata ai miei sandali, mi sembra ci sia qualcosa incastrato sotto la suola -

Come se il suo pensiero l’avesse evocata, Hanabi entrò nella stanza che Ino stava pulendo ed un solo sguardo della giovane fu sufficiente per far capire ad Ino che era meglio seguirla senza fare storie. Mentre Ino cominciava per l’ennesima volta a leccare le scarpe di Hanabi, che amava osservarla mentre faceva una cosa così degradante, la piccola degli Hyuga le disse:

- Ti vedo diversa oggi, cosa è successo? -

Dopo un attimo di esitazione e con ancora la lingua sulla suola dei suoi sandali, Ino le confessò quello che Hinata le aveva appena detto.

- Non posso farcela, non posso farmi vedere…così - Ino disse con gli occhi pieni di lacrime ed una grande rabbia che stava crescendo in ogni cellula del suo corpo.

- Ma non capisci? Questa è una cosa assolutamente meravigliosa, Hinata ti sta mettendo alla prova. Cara Ino, non sei mai stata più vicina a realizzare il tuo sogno! - Hanabi replicò quasi saltellando sul posto per la gioia - Hinata sta finalmente capendo quanto le sei devota e vuole essere sicura che i tuoi sentimenti siano reali, che sei disposta davvero a tutto pur di servirla e darle il controllo della tua vita. Pensaci bene, pensa a quello che potrebbe farti Hinata quando sarà finalmente consapevole di poterti manovrare come una marionetta, pensa a come potrebbe distruggere la tua vita con uno schiocco delle sue dita ed un sorriso sul suo nobile volto -

Hanabi sapeva bene che tasti toccare, sapeva le perverse fantasie di Ino e come manipolare la ragazza senza che questa nemmeno se ne accorgesse. Ino, che fino a pochi secondi prima era terrorizzata, furiosa e per la prima volta desiderosa di fuggire dalla residenza degli Hyuga, si sentì travolgere da un onda di piacere che le fece vibrare ogni muscolo del suo corpo. Hanabi sapeva di aver vinto e che la resistenza della giovane era stata spazzata via come una foglia al vento.






Diverse ore dopo, Hinata stava lentamente tornando a casa e con lei, proprio come aveva detto, c’era Sakura Haruno, che sembrava felicissima dopo quel colloquio con i membri del consiglio che sembrava essere andato davvero bene. Le due giovani stavano chiacchierando allegramente quando giunsero nel bel giardino che Hinata amava tanto. La padrona di casa invitò Sakura nei suoi alloggi privati, dentro si sè l’ansia stava crescendo sempre più.

“ Per favore, fa che Ino sia andata via, per favore”

Hinata non sapeva chi o cosa stesse pregando ma sapeva che il suo cuore si era fermato per qualche instante mentre le sue orecchie cercavano di captare un minimo rumore che potesse rivelarle quale decisione Ino aveva preso. Hinata non aveva avuto il coraggio di usare il suo Byakugan, come se qualcosa dentro di lei temesse di vedere la sua amica ad attenderla, in ginocchio, patetica come sempre.

Ino era propriò lì, doveva le aveva ordinato di stare, in attesa del rientro della sua signora e della sua grande rivale che si fermò non appena la vide, in ginocchio e con la testa bassa. La bocca di Sakura era aperta per lo stupore, niente avrebbe potuto prepararla a quella vista, mai avrebbe immaginato di trovare Ino a casa di Hinata, certamente non in quel modo. Mentre Sakura era colma di stupore, la Principessa degli Hyuga era furente come mai era stata nella sua vita. Ino l’aveva delusa ancora una volta, aveva fatto quello che Hinata sperava non facesse…obbedire.

“Cosa devo fare affinché tu capisca, Ino?” Hinata pensò stancamente, sapendo in cuor suo che oramai non aveva altra scelta se non proseguire con il suo terribile piano e sperare per l’ennesima volta che Ino non lo rovinasse.

- Avanti serva, fa il tuo lavoro - la giovane Hyuga disse con tono severo, sapendo che le sue parole avrebbero generato un milione di domande.

- Serva? Ma di cosa stai parlando? Che ci fa Ino qui? - Sakura le chiese senza togliere lo sguardo da Ino che era in ginocchio a pochi metri da loro, con un’espressione in viso che non aveva mai visto nella sua rivale.

- E’ molto semplice, l’ho aiutata a migliorare il suo taijutsu ed Ino si è offerta di farmi da serva in queste settimane in cui è incapace di usare il chakra -

Sakura guardava Ino senza potere credere ai suoi occhi e la giovane quasi si diede uno schiaffo come per svegliarsi da un sogno incredibile…ed estremamente divertente.

“La grande Ino…una serva” Sakura si disse, senza riuscire a nascondere un sorriso. Sembrava proprio che qualcuno avesse realizzato i suoi sogni, prima la sua rivale era stata umiliata davanti a centinaia di persone nell’arena, poi era stata cacciata via dalll’accademia medica di Tsunade sama…e ora questo?

- E cosa fa? Voglio dire…come tua serva che mansioni ha? - Sakura riuscì a dire quando si riprese dallo stupore.

- Tutto quello che io e Hanabi le diciamo di fare - Hinata rispose, prima di aggiungere - Soprattutto questo -

La giovane schioccò le dita ed indicò i suoi piedi, Ino che aveva gia tergiversato parecchio, si affrettò a strisciare dalla sua signora e sotto lo sguardo attonito di Sakura, cominciò a sfilarle i sandali dai piedi. Quello era un compito a cui Ino era ormai abituata ma non fu facile farlo alla presenza della sua rivale che non la perdeva di vista nemmeno per un secondo, e come avrebbe potuto fare differentemente? Per lei doveva essere come se il suo compleanno fosse arrivato in anticipo, prima era appena diventata il capo del dipartimento medico, o comunque aveva fatto un grosso passo in avanti per ottenere quella posizione, e poi aveva scoperto che la sua grande rivale era diventata la serva di una sua amica, pronta a strisciare ai piedi della sua signora come un cane che da il benvenuto al suo padrone. Ma Ino sapeva che il peggio doveva ancora arrivare, che la sua umiliazione era solo agli inizi e che tutto il suo mondo sarebbe collassato non appena sarebbe strisciata ai piedi di Sakura per fare quello che aveva fatto con Hinata. Qualcosa la bloccò, impedendole di muovere un muscolo, qualcosa si stava finalmente scuotendo dentro di lei ed anche Hinata se ne accorse.

“Dai Ino, un’altro piccolo sforza ed è fatta!” La giovane Hyuga cercò mentalmente di incitare la sua amica a ribellarsi, ad alzarsi e fuggire via, anche ad infuriarsi con lei ed insultarla se fosse stato necessario.

Furono pochi secondi che durarono ore ed ore, il tempo sembrava essersi fermato e nessuna delle tre ragazze si muoveva o parlava. Poi Ino si ricordò delle parole di Hanabi e dopo aver deglutito a fatica, come se stesse inghiottendo il boccone più amaro della sua giovane vita, la ragazza Yamanaka strisciò verso Sakura, con le mani già tese per toglierle i sandali.

- Po…posso toglierle i sandali, Sakura sama? - Ino chiese con voce tremante, il suo viso rosso per l’imbarazzo.


Il cuore di Hinata si fermò nuovamente, questa volta ci aveva davvero creduto ma Ino non era ancora arrivata al limite, ma lo avrebbe fatto poco dopo, aveva bisogno solo di un’altra piccola spinta.

- Sakura sama? Mi piace come suona, ben detto “maial Ino” - Sakura rispose ridacchiando, non riusciva proprio a descrivere quanto fosse felice di vedere la sua rivale prostata davanti a lei, togliendole le scarpe sudate come la più umile delle serve, non potendo in quella posizione non odorare nell’aria quella puzza che arrivava persino alle narici del futuro capo del dipartimento medico. Era stato un giorno difficile per Sakura, appena tornata da un missione era dovuta correre da Tsunade sama per incontrare i membri del consiglio senza nemmeno poter passare a casa per pochi minuti e lavarsi…e quel cattivo odore ne era la prova. Ma Ino incredibilmente sembrò non esserne infastidita e le tolse i sandali senza lamentarsi, con un’abilità tale che fece capire a Sakura che non era la prima volta che faceva quel compito. Hinata continuava ad osservare prima Ino e poi Sakura per vedere le reazioni delle due ragazze, sapendo che le sue prossime parole sarebbero state ancora più scioccanti per la ragazza dai capelli rosa e per la sua serva dai capelli biondi.

- Zerbino! - e dicendo solo quella parola, Hinata schioccò nuovamente le dita, sicura che Ino sapesse cosa fare ma incerta se avrebbe obbedito o meno al suo nuovo terribile comando.

Ino si sentì sprofondare, come se la terra sotto i suoi piedi fosse improvvisamente scomparsa. Ino ricordava bene quando aveva sentito per la prima volta quell’ordine, quando Hanabi aveva deciso di umiliarla come mai prima in presenza di Hinata che aveva potuto assistere a quel patetico spettacolo solo per pochi minuti, prima di lasciare in fretta la stanza della sorella con gli occhi pieni di lacrime. Ino si era chiesta se Hanabi si fosse accorta della reazione della sorella, ma la giovane era troppo occupata a strofinare i suoi piedi sudati sulla faccia della sua serva per aver visto lo sguardo disperato e disgustato di Hinata. Ino ricordava quanto si fosse sentita miserabile quella prima volta, quanto non si era più sentita un essere umano ma un mero oggetto al servizio della sua padrona, che non mostrava alcuna pietà per quello zerbino umano che una volta era una kunoichi potente e rispettata.

“Io non posso, non di nuovo, non con Sakura qui” Ino si disse, mentre il suo corpo tremava per l’orrore, come se capisse ancora più della sua mente che se avesse obbedito a quell’ordine non ci sarebbe stato ritorno, che la vecchia Ino sarebbe morta per sempre.

Quel pensiero, l’idea che Hinata potesse distruggere definitivamente la sua vita fu tutto quello di cui aveva di bisogno per superare quell’esitazione, per lasciare il controllo nella mani della sua amica ed realizzare le sue perverse fantasie. Sakura osservò Ino stendersi per terra, sulla sua schiena e rimanere immobile, come in attesa di qualcosa. La pupilla del quinto Hokage non dovette aspettare molto per comprendere quello che stava succedendo, perchè pochi secondi dopo Hinata fece un passo in avanti e mise un piede in faccia ad Ino, strofiandolo con forza come se il bel viso della kunoichi non fosse altro che uno zerbino. L’eccitazione dentro Sakura era quasi pari a quella di Ino che nonostante tutto, nel profondo stava amando quel momento, quell’umiliazione ai piedi della sua signora che ormai adorava come una vera Dea che le stava concedendo il supremo onore di poter rimuovere con il suo bel viso, il sudore dei suoi piedi che per la ragazza Yamanaka era prezioso come l’ambrosia. Sakura pensò nuovamente di essere in un meraviglioso sogno, o peggio di essere intrappolata nel perverso genjutsu di un nemico, come spiegare altrimenti ciò aveva davanti gli occhi? Come poteva essere reale quella scena così assurda? E come poteva essere Ino quella misera creatura lì per terra, che stava lasciando Hinata libera di usarla come uno zerbino?

“Realtà, sogno o illusione, non mi importa, voglio godermi questa…questa cosa” Sakura pensò sorridendo, non potendo che invidiare Hinata in quel momento e sperare che arrivasse presto il suo turno.

Hinata stava cercando di non mostrare le sue vere emozioni, cercando di non uscire dalla parte della Padrona severa che non aveva pietà per la sua misera serva, che continuava a lasciarla usare la sua faccia in quel modo degradante, senza opporre nessuna resistenza. Hinata ricordava quando Hanabi aveva usato Ino come zerbino per la prima volta, ricordava di essere fuggita e di aver pensato che mai avrebbe fatto usato la sua amica in quel modo. Ed ora eccola lì, costretta a pulirsi i piedi sudati sul viso di una ragazza una volta così forte ed orgogliosa ed ora così arrendevole e sottomessa. La Principessa degli Hyuga non poteva negare a se stessa che c’era qualcosa di profondamente emozionante in quella atto che tanto aveva disprezzato, sentire la faccia di Ino immobile sotto i suoi piedi era…incredibile. Hinata cercò di ritornare alla realtà, aveva una missione da compiere e non poteva lasciarsi distrarre da quei pensieri assurdi, doveva salvare Ino e per fare ciò doveva calpestare l’ultima briciola di dignità che le era rimasta, doveva consegnare quello speciale zerbino a Sakura e sperare che essere usata in quel modo dalla sua grande rivale, potesse finalmente risvegliare l’orgoglio sopito di Ino.

- Dai Sakura, pulisci anche tu i piedi sul mio zerbino personale, la serva ha appena lavato i pavimenti e non vorrei che si sporcassero di nuovo - Hinata disse, allontanando i suoi piedi dal viso di Ino ed invitando quelli di Sakura a prendere il loro posto.

- Ehi “maial Ino” non ti dispiace se uso anche io la tua faccia come uno zerbino, vero? - Sakura chiese alla sua rivale, godendo nel vedere quanto fosse diversa oramai l’espressione sul viso dell’amica, il suo solito sorriso e la sua confidenza totalemente scomparsi.

- No, Sakura sama, non…non mi dispiace- Ino rispose balbettando e Sakura non potè fare a meno di notare quanto la ragazza bionda fosse diventata simile alla vecchia e timida Hinata, come se il sudore della Principessa del Byakugan fosse penetrato attraverso la sua pelle e l’avesse lentamente trasformata in un’altra persona, insicura e patetica.

Sakura non se lo fece ripetere due volte e mise un piede in faccia alla sua rivale senza tanti convenevoli. Il viso di Ino era caldo e così piacevole sotto le sue suole sudate, Sakura ebbe un brivido per l’eccitazione e quando cominciò a strofinare il suo piede lungo tutto il viso dell’amica, pensò che non poteva esistere una vittoria più grande, non solo aveva sconfitto Ino all’arena ed aveva visto la sua rivale umiliata davanti a centinaia di persone, perdendo così anche la possibilità di seguire le lezioni di Tsunade sama, ma adesso si stava letteralmente pulendo i piedi sporchi sulla sua faccia, qualcosa che non sarebbe stato più possibile dimenticare. Ino avrebbe potuto anche sconfiggere l’Akatsuki da sola, diventare persino Hokage ma nulla avrebbe potuto cancellare il fatto che lei aveva usato la sua faccia come un zerbino, annientando il suo orgoglio e facendole finalmente comprendere che la grande Sakura Haruno sarebbe stata un suo superiore per il resto delle loro vite.

Ino non riusciva ancora a credere di essere caduta così in basso da servire in quel modo anche Sakura che sembrava felicissima di potersi pulire i piedi sudati sulla sua faccia, usando il suo naso per pulire in mezzo alle dita dei suoi piedi che erano sicuramente l’area in cui l’odore dei suoi piedi era più intenso. Ino cercò di cogliere tutte le sfumature di quell’odore, cercando di comprendere le differenze con l’odore di Hinata ed Hanabi. Solo qualche minuto dopo la ragazza si rese conto di quello che stava facendo, che stava giudicando la puzza di un paio di piedi come un sommelier giudica un vino. Imbarazzata, Ino chiuse gli occhi ma poteva ancora sentire le risatine di Sakura che non si sarebbe mai fermata ed avrebbe continuato a pulirsi i piedi sulla sua rivale per ore e ore, se non giorni interi, rammaricandosi di non avere i piedi ancora più sporchi così da lasciare sul quel bel faccino le sue impronte, che potessero rivelare al mondo intero quanto patetica era Yamanaka Ino e che era nata solo per stare sotto i piedi di Sakura.

“Scommetto che ora non sei più così sicura che Sasuke sceglierebbe te, non è vero ”maial Ino” ?” Sakura si disse pensando al suo bel compagno di squadra che non vedeva da molto tempo e che sarebbe stato di certo sorpreso nello scoprire quanto erano cambiate le cose al villaggio e quanto la ragazza bionda era caduta in basso.


- Che ne pensi se ci spostiamo in soggiorno, Sakura san? - Hinata disse all’improvviso, interrompendo quel fantastico sogno ad occhi aperti che Sakura stava facendo, godendosi le labbra della sua rivale sotto i suoi talloni che stava strofinando con forza per togliere lo sporco che lì era molto più evidente che sul resto dei suoi piedi.

- Se possiamo portarci dietro la nostra “maial Ino”, perchè no? - Sakura rispose, allontanando a malincuore i suoi piedi dalla faccia di Ino che rimase immobile per terra, come se fosse realmente uno zerbino.

- Certamente, può sempre pulirci le scarpe dopo - Hinata disse schioccando le dita.

Ino si affrettò a tornare a quattro zampe, proprio come un cane addestrato, mentre Sakura rifletteva su quello che la ragazza Hyuga aveva appena detto, curiosa di vedere con quanta passione Ino le avrebbe pulito i sandali proprio come le aveva pulito i piedi. Hinata condusse Sakura in soggiorno e la fece accomodare sull’elegante divano, mentre Ino seguiva le due ragazze gattonando, il suo sguardo basso per paura di incontrare gli occhi di Sakura e vedere il suo sorriso beffardo. Ino sapeva che la sua vita non sarebbe più stata la stessa, sapeva che Sakura non le avrebbe mai fatto dimenticare quello che era appena successo e che tra loro due non ci sarebbe mai più potuta esserci competizione, non dopo che Sakura si era pulita i piedi sulla sua faccia. Ino però aveva paura che la ragazza potesse raccontare quello che aveva visto ad altri, anche se il suo racconto sarebbe stato così assurdo che difficilmente i suoi compagni avrebbero creduto alle parole della pupilla del quinto Hokage. Ma quanto tempo ci sarebbe voluto prima che Kiba, Shino, Ten Ten o uno degli altri la vedessero in quello stato con i propri occhi e la usassero con i propri piedi? Hinata poteva invitare i suoi amici da un momento all’altro ed Ino era sicura che anche in quel caso non si sarebbe rifiutata di servire i suoi vecchi amici come aveva servito la sua grande rivale.

I suoi pensieri furono spazzati via non appena Hinata le ordinò di portare alla loro ospite della limonata e felice di potersi allontanare da Sakura, seppur brevemente, la ragazza Yamanaka corse in cucina per eseguire gli ordini della sua signora. Al suo ritorno Sakura ed Hinata stavano parlando a bassa voce e si interruppero non appena si accorsero della sua presenza, Ino allora avanzò verso le due e con un inchino offri ad entrambe un bicchiere di freschissima limonata che aveva fatto poco prima del ritorno di Hinata.

- Grazie, maiale - Sakura le disse con l’ennesimo sorriso beffardo ed Ino non potè fare altro che ricevere quella nuova offesa in silenzio, senza sapere che quello era solo l’inizio.

Ino non sapeva cosa si fossero dette le due ragazze sedute sul divano, ma le sembrò che Sakura era diventata ancora più arrogante e sicura di sè in quei due minuti in cui si era assentata, come se oramai fosse certa di poter usare la serva di Hinata senza nessuna limitazione. La sua mossa successiva fu tanto audace che per un attimo Ino pensò di avere davanti Hanabi ed i suoi perfidi piani.

Ehi maiale, Hinata mi ha detto come deodori le sue scarpe. Sai, credo che aver spalmato il mio sudore sulla tua faccia non sia stato sufficiente, sento che i miei piedi puzzano ancora molto e vorrei usufruire dei tuoi servigi. Quindiiii porta qui il tuo naso, maiale - Sakura disse con un ghigno, indicandole l’area in mezzo alle sue dita che aveva divaricato il più possibile per mostrarle la sporcizia che lì abbondava.

Ino osservò Hinata come in cerca del suo aiuto ma la sua signora la guardava con freddezza e disgusto ed Ino comprese che non aveva scelta e che la dolce Hinata non l’avrebbe salvata.

“Fuggi via, nessuno ti sta trattenendo, hai una scelta” le disse quella vocina nella testa che continuava a parlarle da giorni senza mai essere ascoltata davvero ed anche quella volta Ino decise di ignorarla e mettendo da parte l’orgoglio, se ancora ne aveva, strisciò ai piedi della sua rivale e chinandosi quanto più possibile per terra, infilò il suo naso proprio dove le era stato indicato, in mezzo alle dita dei piedi di Sakura.

Ino cominciò ad annusare intensamente, aveva oramai deodorizzato le scarpe delle due sorelle Hyuga così tante volte da sapere che solo respirando profondamente poteva catturare dentro i suoi polmoni quel cattivo odore. Ino fu ancora una volta assalita dalla vergogna e si sentiva sempre più un essere inferiore che doveva solo essere grata di poter respirare e poco importava che fosse ossigeno o puzza di piedi.

- Dai maiale , non nascondere la tua vera natura. Facci sentire un bel grugnito…oink oink, maialino - Sakura disse scoppiando a ridere ed anche Hinata non riuscì a trattenere una risatina nervosa.

Il viso di Ino doveva oramai essere rosso come la maglia di Sakura, ma la ragazza decise ancora una volta di obbedire, nonostante quella lunga ed interminabile sequela di umiliazioni la stava annichilendo.

- Oink…oink -

Ino non si era mai sentita più stupida, come poteva aver accettato di fare una cosa simile? Come poteva umiliarsi in quel modo davanti alla sua rivale che si stava sbellicando dalle risate vedendo la sua buffa imitazione mentre continuava ad annusare intensamente quella puzza che le stava facendo girare la testa?

Quelle stesse domande affollavano la mente di Hinata che cominciava oramai a perdere le speranze, quel fuoco che aveva visto negli occhi di Ino quando aveva visto Sakura sembrava già essersi spento, come se la ragazza, che per un momento era stata sul punto di esplodere come una bomba e finalmente ribellarsi, si fosse arresa ed si era lasciata trascinare dagli eventi come un tronco da un fiume in piena.

“C’è solo un ultima cosa che posso fare, se Ino fallisce pure questa prova…” Hinata non riuscì a pensare alla fine di quella frase, non voleva pensare a quello che sarebbe potuto succedere se Ino fosse crollata ancora una volta.

- Basta così, serva - Hinata disse infine e la speranza tornò a vivere nel cuore di Ino che vedeva in quelle parole un’ancora di salvezza che la sua amica le aveva appena gettato per salvare dal mare in tempesta. Ma sfortunamente Hinata aveva un piano ben preciso e poco dopo aggiunse - Ho notato che i piedi della nostra ospite sono ancora sporchi, tira fuori quella lingua e puliscili…e non dimenticare di mostrarle il tuo rispetto. Non so, dille quanto sei onorata di poterle pulire i piedi, elogia la sua bellezza e la sua intelligenza, falle capire che sai quale è il tuo posto e che lei è una tua superiore -

Mentre Sakura scoppiava nuovamente a ridere, Ino osservava con incredulità Hinata, non potendo credere che quella dolce ragazza potesse aver appena calpestato definitivamente la sua dignità, consegnando la sua vita nelle mani di Sakura che da quel giorno non avrebbe più potuto guardare negli occhi, indegna di essere la sua rivale e di camminare a testa alta in sua presenza. Ino sapeva che se avesse leccato i piedi di Sakura, la giovane dai capelli rosa avrebbe vinto e l’avrebbe considerata alla stregua di un lacchè per il resto della sua vita. Ma non era questo che voleva? Non era per quel motivo che aveva fatto tutte quelle cose assurde? Aveva confessato ad Hanabi di volere che Hinata le distruggesse la vita, facendole perdere poco a poco tutto quello che possedeva, prima la sua carriera da ninja medico, poi la sua dignità ed infine…

- Dai maiale, sono ansiosa di sentire la tua lingua danzare sui miei piedi. Sono sicura che il loro gusto sarà una vera prelibatezza per un maialino come te - Sakura disse intrappolando il naso di Ino tra l’alluce ed il secondo dito del piede e scuotendo la testa della sua rivale come a risvegliarla da quella srota tranche in cui era caduta dopo aver sentito le parole di Hinata.

“Hanabi sama aveva ragione, sicuramente questo è un test di Hinata sama” Ino pensò cercando di trovare qualcosa che potesse scusare quello che era oramai pronta a fare e quando la sua lingua finalmente toccò i piedi di Sakura, un brivido scosse il suo basso ventre e un gemito rischiò di sfuggirle dalle labbra.

Sakura aveva sventolato il suo piede davanti la faccia di Ino per diversi secondi, curiosa di sapere se la ragazza avrebbe davvero fatto una cosa del genere, dopo essere gia stata usata come uno zerbino ed averle annusato i piedi, grugnendo come un maiale. Il disgusto negli occhi di Hinata fece capire a Sakura che la giovane Hyuga sapeva già quale sarebbe stata la risposta di Ino e quando la sua rivale cominciò a leccarle i piedi, Sakura credette di impazzire per la gioia.

Yamanaka Ino, Ino la Grande, Ino la Bella, Sakura l’aveva sentita chiamare in così tanti modi nei lunghi anni dell’Accademia che aveva finito quasi per odiare il suono di quel nome, ma ora era tutto diverso, ora la potente Ino era prostrata davanti a lei e le leccava i piedi come un cane, o meglio, come il maiale che era. Sakura seguiva con i suoi occhi ogni movimento della lingua della ragazza bionda che stava raccogliendo tutto il sudore e la sporcizia che aveva accumulato durante la missione e quell’incontro con i membri del consiglio che era stato molto stressante, e la kunoichi dai capelli rosa non poteva neanche immaginare quale fosse il gusto di quella schifezza che Ino stava ingoiando, mentre il divario tra le due ragazze diventava sempre più incolmabile. Sakura sarebbe diventata presto capo del dipartimento medico, aveva sconfitto un membro dell’Akatsuki e molti pensavano che in futuro avrebbe potuto prendere il posto del Quinto Hokage…Ino invece era diventata una serva, un disgustoso maiale che mangiava sporcizia e l’unico modo in cui poteva sperare di avvicinarsi alla scrivania dell’Hokage in futuro, era essere scelta dalla sua rivale come suo poggiapiedi ufficiale, con il compito di pulire con la lingua il sudore dai piedi della sua vecchia amica, impegnata a governare il villaggio.

- Non stai dimenticando qualcosa, maialino?- Sakura disse all’improvviso, ridacchiando quando Ino si fermò con la lingua in mezzo alle sue dita dei piedi.

La ragazza Yamanaka si ricordò allora delle parole di Hinata e non sapendo cosa dire, lasciò che le parole le uscissero liberamente dalla bocca.

- Gra…grazie Sakura sama per questo onore immenso, io non sono degna di pulire i vostri gloriosi piedi con la mia misera lingua. Grazie per essere così generosa con me, per lasciare strisciare questo lurido maiale al vostro cospetto, voi che dovreste schiacciarmi come un verme per ricordarmi quanto sono stata stupida a pensare di essere stata eguale a voi…meglio di voi…io non sono nulla se non sporco sotto i vostri piedi e vi ringrazio per avermelo ricordato permettendo al mio indegno stomaco di ricevere la sporcizia depositata in mezzo alle vostre dita, ai miei polmoni di ricevere l’odore dei vostri piedi, meraviglioso come tutto in voi che siete molto più bella di me, più intelligente, più forte ed…unica che merita di ricevere l’amore di Sasuke che…che neanche dovrebbe guardare un essere inferiore come me, soprattutto vicino ad una Dea come voi, perfetta sotto ogni punto di vista, che sono grata di poter servire…ora che ho compreso che il mio posto è sotto di voi, che voi siete la migliore -

Sakura aveva vinto, mai più nessuno avrebbe mai più osate mettere in discussione chi era la miglior kunoichi tra le due, quello scontro durante gli esame chunin terminato in pareggio sembrava oramai appartenere ad un’altra vita, in questa non c’era più competizione, Sakura era la vincitrice assoluta ed Ino il cane al suo guinzaglio.

- Hmm adoro questa nuova Ino, che ha finalmente capito quale è il suo posto e chi è la migliore - Sakura disse con un ampio sorriso, infilando l’alluce del piede destro nella bocca di Ino che non oppose nessuna resistenza, cominciandolo a succhiare avidamente - Sai una cosa, maialino? Voglio farti un regalino ma prima devi supplicarmi…supplicami di sputarti addosso, supplicami di ricoprire quella brutta faccia con la mia preziosa saliva -

- Ino aveva ormai perso la testa, quell’umiliazione senza fine aveva acceso un fuoco in mezzo alle sue gambe e senza neanche rendersene conto la ragazza, con ancora l’alluce di Sakura in bocca, disse :

- Peffavore Safuva ama, peffavore sfutaemi in fafcia -

Sakura scoppiò a ridere sentendo quelle parole quasi incomprensibili ma la giovane decise di essere buona ed accontentare il maiale ai suoi piedi. Dopo aver raccolto quanta più saliva possibile, Sakura sputò tutto in faccia ad Ino che fu inondata dalla saliva della sua rivale che poco dopo cominciò a colarle lungo il viso. Ino senza neanche pensare di togliere l’alluce di Sakura dalla sua bocca, tirò fuori la lingua e cercò di leccare la saliva che colava vicino le sue labbra. Era uno spettacolo davvero patetico ma Sakura non si era mai divertita così.








- SI PUÒ SAPERE COSA DIAVOLO HAI IN TESTA??? -

Ino non aveva mai visto Hinata così arrabbiata e di certo mai l’aveva sentita gridare contro qualcuno. Dopo aver accompagnato Sakura alla porta, Hinata era tornata in soggiorno dove la attendeva la sua serva che mai si sarebbe aspettata quell’esplosione devastante.

- Io…Io non… -

- NON DIRMI CHE NON CAPISCI, NON DIRMI CHE NON COMPRENDI QUANTO SIA GRAVE, QUANTO SIA ASSURDO TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO IN QUESTI GIORNI - Hinata continuò a dire, negli occhi sembrava ci fosse un fuoco che avrebbe potuto radere al suolo un intero Paese - HO FATTO DI TUTTO PER CERCARE DI SVEGLIARTI, PER CERCARE DI FARTI RAGIONARE, SONO STATA GENTILE, SONO STATA SPIETATA, HO CHIAMATO PERSINO SAKURA CON LA SPERANZA CHE DAVANTI ALLA TUA RIVALE FINALMENTE SARESTI ESPLOSA…E TU COSA HAI FATTO?? TI SEI FATTA USARE COME UNO ZERBINO, TI SEI FATTA DERIDERE, LE HAI LECCATO I PIEDI MENTRE DECANTAVI LE SUE LODI E TI UMILIAVI…MALEDIZIONE L’HAI PERSINO SUPPLICATA DI SPUTARTI IN FACCIA… -

Hinata si accasciò sul divano, come se quelle urla avessero sottratto tutte le sue energie. Ino la osservava con gli occhi pieni di lacrime, dispiaciuta di aver deluso in quel modo la sua amica che sembrava aver fatto ogni cosa per far tornare indietro la vecchia quasi quanto Hanabi aveva tentato di far emergere sempre più quella patetica creatura che si cibava di umiliazione, sudore di piedi e sporco. Hinata cominciò a piangere, nel giorno della grande vittoria di Sakura lei aveva perso, aveva perso ogni speranza di rivedere la sua vecchia amica e l’ultima briciola di rispetto che provava per Ino. La ragazza Yamanaka era consapevole di essere la colpevole delle sofferenze di Hinata, decise allora che era arrivato il momento di rivelare quella verità di cui solo Hanabi era a conoscenza.

Ino si avvicinò ad Hinata e si inginocchiò ai suoi piedi, le prese dolcemente una mano e le raccontò ogni cosa, come qualcosa era scattato in lei dopo quel fatidico giorno in cui la sua carriera da ninja medico era finita, come aveva sviluppato una strana ossessione per colei che aveva causato la sua caduta e come desiderasse che Hinata continuasse a calpestare tutti i suoi sogni, distruggendo tutto quello che aveva e tutto quello che era. La principessa del Byakugan ascoltò quel discorso in silenzio, era tutto così assurdo ma ora capiva meglio quello che era successo, perche Ino avesse volontariamente accettato di subire tutte quelle umiliazioni.

“Le desiderava, desidera essere umiliata, insultata e trattata come…” i pensieri di Hinata si interruppero, i suoi occhi si posarono sulla sua vecchia amica che la osservava con curiosità e forse paura. Il tempo sembrò fermarsi nuovamente, Ino non riusciva proprio a capire cosa Hinata stesse pensando e temeva che la ragazza avrebbe potuto gridargli addosso nuovamente. Passarono due lunghi minuti, poi Hinata cominciò a parlare, la sua voce era calma e fredda come il ghiaccio.

- Se è questo che davvero quello che vuoi, se si è trattato di ciò per tutto questo tempo…se davvero desideri così disperatamente che io ti rovini la vita, allora va bene, lo farò…schiava -
 
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view post Posted on 19/9/2023, 11:53     +1   +1   -1

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Wow come sempre il migliore... sempre fantastiche queste storie attendo con ansia il continuo 😍
 
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view post Posted on 1/10/2023, 14:50     +1   -1
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CITAZIONE (Vgs Zx @ 19/9/2023, 12:53) 
Wow come sempre il migliore... sempre fantastiche queste storie attendo con ansia il continuo 😍

Grazie mille, ho risposto anche al tuo messaggio privato ma non capisco se il messaggo si è inviato correttamente. In caso contrario fammelo sapere sempre in mp.
 
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Un sogno calpestato Parte 3


C’era caldo, molto caldo quel giorno. La via principale del villaggio era affollata da numerose persone, come sempre a quell’ora del giorno quando lo stomaco brontola ed un gustosissimo ramen ti chiama a sè come quelle creature chiamate sirene, narrate nelle storie di paesi lontani, chiamano a sè con il loro canto ipnotico gli sventurati marinai che stavano solcando quelle acque. Tra gli abitanti ed i numerosi turisti che si muovevano lungo la via come tante formiche indaffarate, due giovani ragazze stavano camminando con l’espressione stanca di chi ha appena finito un lunghissimo turno di lavoro.

- Non posso ancora credere che quella era una missione di rango A…che noia -

Hinata era stufa di sentire le lamentele della sorella minore che camminava al suo fianco, sbadigliando per l’ennesima volta.

- Te l’ho già detto, era una missione importante -

- Un vecchio si perde in un bosco ed è una missione importante? Potevano mandare dei ragazzini dell’accademia invece di far perdere tempo a noi Hyuga, Kiba, sua madre e sua sorella - Hanabi replicò, continuando a contestare la scelta dell’Hokage di aggiungerla come supporto al team di sua sorella con altri due membri del clan Inuzuka.

- Ti ricordo per l’ennesima volta che quel vecchio era il Damyo del Paese del fuoco, dovresti capire quanto sia importante…e se non riesci a farlo, forse sei tu che dovresti tornare all’accademia -

Hanabi non riuscì a replicare quella volta e la giovane non pote fare a meno di pensare ancora una volta quando fosse cambiata sua sorella in così poco tempo.

“E’ tutto merito di Ino” Hanabi pensò con un sorriso e, dimenticandosi per un momento della missione che l’aveva costretta a stare via dal villaggio per quasi una settimana intera, la giovane affrettò il passo, desiderosa di tornare a casa dove sapeva che avrebbe trovato l’erede del clan Yamanaka ad attenderla, a quattro zampe come un fedele cagnolino, proprio come le era stato detto di fare.

La residenza degli Hyuga era silenziosa come sempre e quando le due ragazze attraversarono l’ampio e curato giardino, non videro nessuno in giro, probabilmente stavano pranzando tutti…o quasi. C’era un unica persona al lavoro in quel momento ed era una bella ragazza dai lunghi capelli biondi che stava strofinando il pavimento, proprio fuori la casa del capo clan, ancora assente per i suoi numerosi impegni diplomatici.

Ino Yamanaka si accorse solo dopo diversi secondi del ritorno delle sue due Padrone ed nei suoi occhi sembrò risplendere una strana luce mentre la giovane correva ad inginocchiarsi ai piedi di Hinata ed Hanabi che come sempre amava vedere una ragazza, fino a poche settimane prima così nobile e potente, ora ridotta in quello stato.

- Bentornata Hinata sama, bentornata Hanabi sama - Ino disse dando un bacio a piedi di quelle ragazze che l’avevano conquistata e che l’avevano cambiata totalemente.

Alla vista di quella scena così patetica, Hinata provò una sensazione ormai familiare. Aveva smesso da tempo di lottare contro i mulini al vento, di lottare per i diritti e la dignità di una persona che chiaramente non li meritava, una persona che non aveva nessun problema a baciare i piedi di una sua vecchia compagna di classe o farsi umiliare sempre in qualche nuovo modo. No, quei tempi erano finiti, Hinata aveva capito che non c’era speranza per qualcuno come Ino, per un verme che amava strisciare ai suoi piedi più di ogni altra cosa. Hinata aveva smesso di preoccuparsi per lei ed aveva finalmente imparato a godersi quella strana ma potente sensazione di potere che prendeva il possesso del suo corpo e della sua mente ogni volta che assisteva all’ umiliazione della sua vecchia amica, di una ragazza che un tempo rispettava enormente e che ora invece disprezzava e considerava patetica.

- Posso togliervi le scarpe, Hinata sama? - Ino chiese con il suo ormai solito tono ossequioso.

- Sì, ma fai in fretta…schiava -

Ed ecco di nuovo quella sensazione, quel potere che aveva scoperto e che non riusciva più a lasciare andare. Hinata non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe amato comandare un altro essere umano a bacchetta, ma più Ino si umiliava davanti a lei, più l’erede del clan Yamanaka cadeva in basso, più Hinata diventava dipendente da quel senso di superiorità che per la prima volta le aveva fatto comprendere che tutti avevano avuto ragione a chiamarla la Principessa del Byakugan. Hinata era diversa, aveva finalmente abbandonato la sua timidezza, la paura di non essere ciò che gli altri si aspettavano, e nessuno meglio di Hanabi aveva compreso tale cambiamento. La seconda figlia di Hiashi Hyuga poteva vedere anche senza il suo potente dojutsu come sua sorella fosse ormai totalmente a suo agio con Ino, nel darle ordini e nel vederla strisciare ai suoi piedi come un verme…una differenza abissale rispetto alle prime settimane dove ciò che la muoveva era la sola speranza di far risvegliare la sua amica da quel torpore, da quella follia che aveva preso il sopravvento su di lei dopo il danno subito ai suoi canali del chakra e dopo quell’umiliazione pubblica all’arena che le era costata la sua carriera da ninja medico. La confessione di Ino era stata determinante, Hinata aveva finalmente compreso che la ragazza desiderava servirla più di ogni altra cosa al mondo ed aveva finalmente smesso di lottare e deciso di godersi quella bella schiavetta sempre pronta ad obbedire ad ogni suo ordine.

- Non dimenticarti dei miei sandali, schiava - Hanabi disse incrociando le braccia e facendo quel broncio così carino che era un po’ il suo marchio di fabbrica.

Hanabi sapeva che Ino venerava Hinata più di ogni altra cosa al mondo e che non provava per lei ciò che invece provava per la sua sorella maggiore, ma non le importava ed anzi trovava che fosse ancora più divertente vedere Ino servire qualcuno che non amava ma che a cui doveva obbedire ugualmente.

- Brava cagnolina -

Hanabi diede una pacca sulla testa di Ino quando la ragazza le tolse i sandali, sapendo bene quanto paragonarla ad un cane eccitasse la povera Yamanaka che come al solito arrossì violentemente udendo quelle parole. Nonostante il mettere e togliere i sandali ad Hinata ed Hanabi fosse uno dei suoi più vecchi doveri come serva degli Hyuga, per Ino quel compito era imbarazzante ed eccitante come la prima volta, quando aveva capito che la sua vecchia vita era stata tutta una bugia e che lei non era assolutamente nulla in confronto ad una Dea come Hinata che poteva cambiare e distruggere la sua vita con il solo schioccò delle sue dita.
Cercando di tornare in fretta alla realtà, Ino abbandonò i ricordi dei suoi primi giorni di servitù e si affrettò a seguire le sue Padrone che stavano per entrare in casa.

- Schiava! -

Hinata si era fermata nel genkan e con un imperioso schiocco delle dita aveva ordinato ad Ino, che era rimasta indietro di qualche passo, di affrettarsi…un altro ormai consueto e degradante dovere l’attendeva. Ino gattonò veloce come se avesse un leone dietro di lei pronto ad azzannarla, ed oltrepassando le ragazze Hyuga, lei si distese per terra sulla sua schiena e con le braccia ben aderenti al corpo.

Hinata sorrise alla comparsa del suo speciale zerbino, che da quando aveva cominciato ad usare regolarmente aveva migliorato notevolemente il livello di pulizia della casa.

“E’ così bello non entrare più in casa con i piedi sporchi e sudati” la Principessa del Byakugan pensò avanzando e mettendo il primo piede sulla faccia di Ino.

L’erede del clan Yamanaka come sempre non sapeva se essere triste per essersi ridotta in quello stato, ad essere lo zerbino di una sua compagna di classe, o essere felice di avere l’onore di poter pulire con la sua faccia ed il suo corpo i piedi di una Dea come Hinata. Quest’ultima era molto più spavalda della prima volta che aveva utilizzato Ino in quel modo, quando aveva cercato di farla ribellare e farla tornare ad essere la ragazza solare, felice e sicura di sè di un tempo. Ma neanche essere usata come zerbino da Sakura, la sua più grande rivale, era servito per riportare in vita la vera Ino ed Hinata aveva ammesso di essersi sbagliata, la vera Ino era quella patetica creatura sotto i suoi piedi, quel miserabile verme che la guardava con occhi adoranti, quasi pregando che quel momento non finisse mai. Ed Hinata aveva cominciato quindi ad amare quei minuti di gioco con il suo zerbino umano, amava strofinare le sue piante dei piedi sulla bella faccia di Ino, utilizzare il suo naso come uno strumento per pulire tra le sue dita, calpestare e sporcare quei meravigliosi capelli biondi che tutti i ragazzi del villaggio amavano. Ma c’era una cosa che Hinata aveva cominciato ad amare più di ogni altra cosa, salire con tutto il suo peso sulla faccia di Ino, vederla contorcersi sotto di sè a causa del dolore e dell’immensa eccitazione che provava ad essere usata in quel modo così degradante. Non c’era nulla di più bello che vedere la sua faccia diventare sempre più rossa e vedere, una volta scesa dal suo zerbino umano, le impronte dei suoi piedi impresse sulla faccia della ragazza Yamanaka. Anche quella volta Hinata provò la stessa grandiosa sensazione, strofinare i suoi piedi sudati e sporchi, a causa della lunga missione, sulla faccia di Ino era così meraviglioso che era fin troppo facile perdere la cognizione del tempo. Hanabi dovette schiarirsi la gola numerose volte prima di far capire ad Hinata che era arrivato il suo turno di usare lo zerbino umano e dopo aver strofinato rudemente i suoi talloni sporchi sulle labbra della sua schiava, la figlia primogenita di Hiashi Hyuga scesè dal corpo di Ino e si diresse in soggiorno senza voltarsi ad osservare la sorella minore che era pronta ad entrare in azione. Hanabi amava usare il suo zerbino tanto quanto Hinata ma il suo approccio era sicuramente diverso, mentre la sorella amava stare in piedi con tutto il peso sulla faccia di Ino, Hababi preferiva schiacciare sotto un piede il seno della sua schiava mentre strofinava l’altro sulla sua faccia per rimuovere tutta la sporcizia ed il sudore dalla sua pianta del piede. Ino non era sicuramente felice di essere usata da Hanabi in quel modo, ma la ragazza in cuor suo sapeva che era solo merito della giovane Hyuga se era stata in grado finalmente di servire pienamente Hinata e capire il suo vero posto nel mondo. Per questo motivo Ino cercava spesso di non curarsi troppo delle battute e delle umiliazioni della giovane, che aveva un animo particolarmente sadico, e si sforzava di servirla al meglio, quasi come se fosse in presenza della sua Dea, di quella stessa Hinata sama che aveva visto sbocciare da un giorno all’altro, come il più bello e maestoso dei fiori.

Qualche minuto dopo Hanabi scese finalmente dal corpo di Ino, non senza aver schiacciato con forza per l’ultima volta il suo seno destro, e come la sorella si diresse verso il soggiorno. Già stanca e con faccia e seno arrossati, Ino si rialzò il più velocemente possibile e dopo aver messo momentaneamente al loro posto i sandali delle sue Padrone, che avrebbe pulito dopo, la giovane si affrettò a seguire Hanabi. Quando Ino entrò nel soggiorno, le due sorelle erano sedute come sempre sul loro lussuoso divano e stavano parlando della missione che avevano appena completato. Ino sentì Hanabi lamentarsi di qualcosa ma decise che non era compito suo concentrarsi sulle discussioni dei suoi superiori e, dopo essersi messa a quattro zampe, la ragazza gattonò ai piedi delle due sorelle.

- Un intera settimana a cercare quel dannato vecchio e lui alla fine se ne stava bello tranquillo e sbronzo nella casetta di una bella cacciatrice. E tu leccami i piedi invece di stare lì immobile a non fare nulla! -

Ino si affrettò ad obbedire all’ordine di Hanabi mentre questa proseguiva il suo discorso. Ancora una volta Ino non riusciva a capire perchè la eccitasse così tanto essere trattata in quel modo, da una ragazza più piccola di lei addirittura. Hanabi si stava lamentando di quanto a lungo avesse dovuto usare il suo Byakugan quella settimana, quando Ino si avvicinò ai suoi piedi nudi, cominciando a leccarli avidamente, come un cane affamato. La ragazza bionda non amava certo leccare dei piedi sporchi e sudati, o leccare dei piedi in generale, era una cosa assolutamente degradante da fare, eppure c’era qualcosa che le impediva di fermarsi una volta cominciato. Ino non sapeva spiegare quel particolare sapore ma sapeva che creava pericolosamente dipendenza e che la sua lingua non ne sembrava mai sazia.

- Dovresti essere fiera di aver fatto parte di un team di ricerca così importante, Tsunade sama ha scelto te tra tanti che hanno molta più esperienza, questo significa che vede qualcosa di importante in te - Hinata disse all’improvviso, mettendo casualmente i suoi piedi sulla testa di Ino.

La schiava si eccitò ancora di più ad essere usata in quel modo, quasi come un mero oggetto neanche degno della minima attenzione della sua proprietaria che continuava a parlare con la sorella cercando di insegnarle qualcosa di importante. Ma Hanabi non era certo famosa per ascoltare consigli ed inoltre la ragazza era troppo distratta dalla lingua di Ino che continuava a muoversi con abilità sulle sue piante dei piedi, scivolando su e giù senza un attimo di riposo e raccogliendo tutto lo sporco che si era accumulato sulla sua delicata pelle durante quella lunga e faticosa settimana in missione tra i boschi del Paese del fuoco. I piedi di Hanabi non erano molto grandi ma pulirli del tutto richiedeva comunque molto tempo, Ino non voleva mai rischiare di far arrabbiare la sua giovane Padrona lasciando il suo lavoro incompleto e quindi la ragazza bionda stava sempre ben attenta a leccare più e più volte ogni centimetro di quei piedi che continuavano a muoversi e a giocare con la sua faccia, come se Hanabi si divertisse un mondo a disturbare la sua schiava e rendere più difficile il suo lavoro. Ino non stava più seguendo la conversazione delle due sorelle perche troppo occupata a pulire una strana macchia sul tallone di Hanabi che non scomparì nemmeno dopo la quinta leccata.

“Forse è fango” Ino pensò continuando a leccare quella macchia ostinata e cominciando a disperare che i suoi sforzi potessero servire a qualcosa

Dopo quasi un minuto Ino decise di raccogliere un po’ della sua saliva e sputarla sui piedi di Hanabi, temendo però di farla infuriare. La giovane Hyuga però non disse nulla, ma dalla sua espressione si capiva che si stava divertendo a vedere Ino lottare così strenuamente per togliere quella sporcizia dai suoi nobili piedi. La giovane Yamanaka si affrettò a leccare nuovamente il tallone di Hanabi prima che la saliva sciovolasse giù e cadesse sul pavimento. Solo quando Ino decise di usare i suoi denti, stando attenta a non fare male alla sua Padrona, quella terribile macchia finalmente scomparve. Felice per quel successo ormai insperato, la lingua di Ino si mossè all’insù, prima leccando l’arcata di Hanabi e poi esplorando con abilità nel mezzo delle sue dita dei piedi. Ino non aveva certo bisogno che qualcuno le dicesse di ingoiare tutta la sporcizia che c’era lì e quando lo fece, notò la soddisfazione di Hanabi per quella mossa. Hanabi le accarezzò la faccia con il piede che Ino non stava leccando, un gesto carino ed terribilmente umiliante al tempo stesso. Hinata che nel frattempo aveva continuato a discutere con la sorella, cercando di farle capire ancora una volta che non poteva decidere lei che missioni fare, non perdeva di vista nemmeno per un secondo Ino e quello che la sua vecchia amica stava facendo. Vedere una persone un tempo così tenace nel cercare di sconfiggere un rivale, ridotta ora a dare tutta se stessa per pulire i piedi di una kunoichi più giovane di lei, era incredibile ma Hinata aveva oramai imparato che non c’erano limiti a quanto in basso Ino potesse cadere.

- A proposito di non fare nulla - Hinata cominciò a dire, incrociando i piedi nudi alle caviglia e continuando ad usare Ino come un poggiapiedi, mentre la ragazza continuava a leccare i piedi di Hanabi senza un attimo di riposo - Penso che durante questa nostra settimana di assenza tu abbia oziato troppo, schiava -

Solo sentendo quella parola Ino comprese che Hinata stava parlando con lei e che le due sorelle avevano smesso di ignorarla. Ovviamente le parole della Principessa del Byakugan non avevano senso per Ino, lei non aveva assolutamente oziato in quel lunghi giorni in cui le sue due Padrone erano state fuori dal villaggio in missione, e la giovane Yamanaka ricordava bene quanto fosse lunga la lista di faccende che Hinata le aveva dato prima di partire. Probabimente la residenza degli Hyuga non era stata pulita in quel modo da anni, Ino non solo aveva infatti dovuto pulire ogni centimetro della casa della sua Padrona, ma anche il dojo e gli spazi comuni dove tutti i membri del clan si incontravano. Non era stato affatto facile per Ino lavorare come una misera sguattera in quei giorni, spesso sotto lo sguardo incredulo e divertito di altri uomini e donne Hyuga che ancora non capivano come potesse una Yamanaka essere al servizio del loro clan. Ma ovviamente nessuno aveva osato lamentarsi per quella pulizia inattesa e nessuno l’aveva offesa durante lo svolgimento delle sue mansioni degradanti.

“In realtà nessuno mi ha mai rivolto la parola, come se non fossi neanche degna della loro attenzione” Ino pensò con tristezza.

- Sto parlando con te, schiava. Ascoltami quando parlo! -

Il calcio di Hinata fu improvviso e molto doloroso ma Ino non osò lamentarsi ed alzò lo sguardo per guardare la sua Padrona che aveva avuto le sue buone ragioni per punirla.

- E non smettere di leccarmi i piedi, verme - Hanabi aggiunse pressando con forza il suo alluce contro le labbra di Ino che si dischiusero per permettergli di entrare nella sua bocca.

Mentre la ragazza bionda cominciava a succhiare l’alluce di Hanabi come se fosse il ciuccio di un neonato, avvolgendolo con la sua calda e delicata lingua che si muoveva sinuosamente come un serpente, Ino osservò con attenzione la sorella maggiore degli Hyuga che la stava fissando con i suoi potenti occhi che potevano vedere ogni cosa, persino dentro la sua anima.

- Come dicevo, penso che ti sei goduta una settimana di vacanza immeritata. Ed il risultato di ciò è fin troppo evidente, oggi sei distratta ed il tuo servizio è scadente -

Ino fu più ferita da quelle parole più di quanto fosse mai stata ferita su un campo di battaglia, si era impegnata molto fin dal ritorno delle sue Padrone, le aveva accolte con tutti gli onori, mostrandosi servile e docile come una buona schiava, gli aveva baciato i piedi con devozione, era stata il loro zerbino umano e non si era mai lamentata neanche una volta, nonostante il dolore di avere tutto il peso di un’altra donna sulla propria faccia. Ed adesso stava leccando i piedi certamente non puliti di Hanabi con attenzione quasi maniacale. Ma tutto ciò non era servito a nulla, tutto ciò non era stato sufficiente per rendere felice Hinata e quella cosa feriva Ino più di ogni altra cosa al mondo.

- Mi perdoni, Hinata sama - Ino disse, quasi con le lacrime agli occhi. O almeno è ciò che avrebbe voluto dire, ma l’alluce nella sua bocca le impediva di parlare correttamente e tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu un suono buffo ed imcomprensibile.

- Shh, fa silenzio - Hinata disse interrompendola e, dopo aver rimesso i suoi piedi sulla testa della sua schiava, ancora una volta usata come un mero poggiapiedi, la bella e nobile ragazza aggiunse - L’inattività non ti fa bene, ti rende stupida ed inefficiente. Per tale motivo ho deciso che d’ora in poi, quando sia io che Hanabi saremo assenti, sarai a completa di disposizione di Sakura e dovrai servire la tua nuova proprietaria con la stessa devozione e fedeltà con cui servi me e mia sorella.

“La tua nuova proprietaria…”

Perchè quelle parole continuavano a riecheggiare nella mente di Ino? Era così strano pensare alla sua rivale in quel modo? Ino non avrebbe mai immaginato che quella stupida ragazzina con i capelli rosa potesse un giorno superarla come kunoichi. Certo, Sakura si impegnava sempre molto all’accademia e per anni era stata una degli studenti migliori, ma Ino era pur sempre l’erede di un nobile e potente clan di Konoha che possedeva uno dei Jutsu segreti più potenti del mondo intero…No, quella ragazzina figlia di nessuno non aveva nessuna speranza di superarla e questo pensiero era rimasto nella mente della ragazza anche dopo quel famoso match contro Sakura durante le selezioni per diventare chunin, finito in pareggio. Poi era arrivata Tsunade, ma neanche allora Ino aveva temuto che la sua rivale potesse superarla, nonostante gli insegnamenti del quinto Hokage. Quando era giunta al villaggio la notizia che Sakura aveva sconfitto uno dei membri dell’akatsuki che avevano rapito il Kazekage, Ino aveva deciso di allenarsi sempre di più ma ancora una volta era sicura di essere la migliore. Ma tutto era cambiato nelle ultime settimane, quello che era successo dopo l’ultimo fatale allenamento con Hinata, aveva annientato la vecchia Ino e lasciato al suo posto solo un ombra di ciò che era, una creatura sottomessa alla volontà altrui e bramosa di umiliazioni. Mentre Ino cadeva sempre di più in quel vortice di sottomissione sotto i piedi delle sorelle Hyuga, Sakura continuava a crescere ed a diventare sempre più potente e non solo aveva superato la sua rivale, ma tra loro si era creata una distanza incolmabile quando Sakura, spinta da Hinata, aveva usato Ino come uno zerbino. Ino ricordava ancora bene l’umiliazione provata quel giorno, ricordava quanto si fosse sentita miserabile quando la sua più grande rivale le aveva messo un piede in faccia, sancendo la sua totale sconfitta. Ed ora Hinata progettava di affidare la sua schiava a Sakura durante le sue prossime missioni…

- Ehi, non sognare ad occhi aperti e concentrati sul tuo lavoro -

Hanabi spinse ancora più in profondità le sue dita dei piedi dentro la bocca di di Ino, quasi sfiorando le tonsille della ragazza che ebbe un conato di vomito e fu tentata di allontanarsi dai piedi della sua giovane Padrona, cosa che avrebbe causato la sua ira e quella di Hinata che aveva ancora i piedi poggiati sulla sua testa. Ino lottò per ritornare alla realtà, concentrarsi sul suo umiliante lavoro e non pensare a come sarebbe stato essere la schiava della sua più grande rivale, non pensare a quale modo Sakura avrebbe trovato per schiacciare ancora di più sotto i suoi piedi quella ragazza che un tempo aveva osato pensare di essere migliore di lei e di fare la corte al suo caro Sasuke. Mentre le sorelle riprendevano a parlare tra di loro, la lingua di Ino continuava a muoversi sulle dita dei piedi di Hanabi, assaporando quel sapore acidulo e salato che con il tempo aveva imparato a riconoscere. Ino preferiva sicuramente il gusto dei piedi di Hinata, la sua Dea era perfetta in tutto ed anche il sudore dei suoi piedi sembrava dolce come quella ragazza meravigliosa. Peccato che Hinata non le concedesse così spesso le sue estremità come Hanabi…

“Quanto sono patetica” Ino si disse, realizzando che i suoi pensieri ormai ruotavano sempre attorno ai piedi delle sue Padrone o attorno uno dei suoi umilianti doveri che svolgeva sempre con la massima cura per dimostrare ad Hinata quanto davvero volesse servirla, che non c’era cosa al mondo che lei desiderasse di più. Le missioni, gli allenamenti, le tecniche ninja e persino la sua stessa famiglia ed i suoi cari amici non esistevano più per lei, quelli erano pensieri di una normale kunoichi, non di una misera schiava il cui unico scopo nella vita era servire la sua perfetta Padrona, un essere divino che poteva rovinare la sua vita sempre più e senza alcuno sforzo.

Lo scorrere del tempo per l’erede del clan Yamanaka divenne confuso e quando Hanabi improvvisamente allontanò i suoi piedi dalla bocca di Ino, la ragazza non sapeva dire se avesse leccato i piedi della secondogenita di Hiashi Hyuga per dieci minuti o per un’ora intera. Mentre Hanabi si asciugava i piedi, ormai pieni della saliva di Ino, sui bei capelli biondi di quest’ultima, la schiava era ancora una volta confusa dai sentimenti contrastanti che stava provando in quel momento. Una parte di lei era infatti felice che il suo lavoro faticoso ed umiliante fosse finalmente finito, un’altra parte di lei, nel profondo del suo cuore, era invece dispiaciuta di non poter continuare a servire quella ragazzina viziata che aveva avuto il merito di sfruttare le sue debolezze e permetterle di diventare una serva quasi perfetta per Hinata, realizzando il sogno segreto di Ino, nato dopo la sua umiliazione pubblica, dopo che il suo sogno di diventare un ninja medico bravo e rispettato come Tsunade sama era stato schiacciato dal piede della Principessa del Byakugan e dalla sua tecnica delle 64 chiusure. Senza rendersene conto, per un istante Ino aveva cercato di leccare ancora una volta i piedi di Hanabi mentre lei li portava dalla sua faccia alla sua testa per asciugarli sui capelli della schiava e l’espressione patetica di ques’ultima fece scoppiare a ridere Hanabi. Anche Hinata stava ridendo ma la giovane cercava di nasconderlo dietro la sua mano bella e curata quanto i suoi piedi.

- Sei così buffa e così devota… - Hanabi disse avvicinando la sua faccia a quella di Ino e gli occhi delle due ragazze si incontrarono per un tempo che sembrò infinito. Poi Hanabi continuò a parlare - Stai amando tutto questo, non è vero? Servire me ed Hinata è la cosa più bella che ti sia mai capitata, giusto? Sei così fortunata ad avere questo immenso onore, non tutti possono andare in giro e raccontare di aver potuto pulire i piedi della Principessa del Byakugan con la loro lingua… -

Ino non rispose e di certo non osò dire ad Hanabi che non era certamente una buona idea andare in giro per il villaggio e gridare ai quattro venti che aveva leccato i piedi delle due giovani Hyuga o di vantarsi pubblicamente di essere diventata una serva ed uno zerbino umano. Eppure, per quanto quel pensiero all’inizio le sembrasse raccapricciante, quell’immagine rimase impressa nella mente di Ino che senza volerlo cominciò quasi a desiderare che quella nuova umiliazione pubblica si realizzasse e che la sua vita subisse un altro colpo devastante che avrebbe cancellato sempre di più la vecchia Ino Yamanaka dalla mente dei cittadini di Konoha che non l’avrebbero più vista come l’erede di un nobile ed antico clan del villaggio ma solo come una misera schiava.

- Ehi, niente sogni ad occhi a preti, te l’ho gia detto prima. Dai, rispondi alla mia domanda…stai amando essere la nostra serva? -

- Sì Hanabi sama, amo essere la vostra schiava - Ino rispose sinceramente, sapeva bene che oramai era inutile nascondere i suoi veri sentimenti.

Hinata ascoltò quelle parole con attenzione e notò con quanta devozione Ino l’avesse guardata mentre faceva quella patetica “dichiarazione d’amore”.

- Schiava? Hmm non so se possiamo veramente dire che tu sia una schiava, Ino - Hanabi replicò con uno dei suoi sorrisetti beffardi.

- Cosa? -

Ino non era riuscita a tenere la bocca chiusa, come poteva non essere una schiava dopo tutto quello che aveva fatto e dopo tutte le umiliazioni che aveva subito? E poi Hinata ed Hanabi la chiamavano schiava ormai, doveva essere per forza una schiava…giusto? Allora perchè la giovane Hyuga stava dicendo quelle cose? Ino proprio non capiva e decise di essere coraggiosa e chiedere:

- Non sono già la vostra umile schiava, Hanabi sama? Non sono la vostra schiava devota, Hinata sama? -

Ancora una volta fu Hanabi a rispondere, come spesso capitava era lei a condurre i giochi ed Hinata si divertiva ad osservare, amando ogni minuto di quella patetica scena che solo pochi giorni prima l’avrebbe fatta infuriare, quando ancora aveva una speranza di salvare la sua vecchia cara amica dalle grinfie della sua sorellina e soprattutto da Ino stessa.

- Beh, tecnicamente per poter essere considerata la nostra schiava, una vera schiava degli Hyuga intendo, dovresti essere marchiata con il sigillo maledetto del nostro clan. Dovresti gia conoscere la storia della casata principale e della casata cadetta del nostro clan e come funziona il sigillo maledetto…credo che mio cugino Neji ve lo abbia spiegato dettagliatamente in passato. Senza il sigillo maledetto non sei realmente la nostra vera schiava, tutto qui -

- Il sigillo maledet…- Ino cominciò a dire prima di essere interrotta dalle nuove parole di Hanabi.

- Proprio cosi, il sigillo maledetto…ti piacerebbe essere marchiata con esso? - la giovane Hyuga chiese ridacchiando.

- Io…Io non lo so… -

Confusa, Ino si voltò per osservare Hinata che aveva finalmente tolto i suoi piedi dalla testa dalla sua vecchia amica e li aveva poggiati per terra, proprio sopra le mani di Ino che tuttavia non aveva problemi a sopportare il loro peso. Hinata era molto curiosa di sapere la risposta della ragazza bionda, Hanabi era stata ancora una volta molto audace e scaltra, mettere Ino di fronte ad un tale bivio, avrebbe rivelato senza ogni ulteriore ombra di dubbio i veri sentimenti della giovane e le due sorelle avrebbero finalmente potuto comprendere se la ragazza Yamanaka stesse solo facendo un perverso gioco per soddisfare le sue fantasie in quelle strane settimane o se davvero era così devota a loro da sacrificare ogni cosa per loro, anche la sua stessa libertà…per sempre.

- Pensaci! Finalmente con il marchio realizzeresti davvero il tuo sogno, la tua vita sarebbe davvero sotto il totale controllo di Hinata e non solo per pochi giorni…parlo letteralmente della tua intera vita, da quando quel marchio comparirà sulla tua fronte, fino al giorno della tua morte…ogni momento, ogni minuto…e tu sarai propriò lì, sotto i piedi della Principessa del Byakugan -

Hanabi aveva sottolineato quell’ultima parte del suo discorso, indicando i bei piedi di Hinata che Ino si affrettò ad osservare con gli occhi pieni di devozione e lussuria. Hinata non riuscì a nascondere la sua risata melodiosa questa volta e quasi senza rendersene conto, la giovane cominciò a dondolare sensualmente i suoi piedi nudi proprio sotto il naso di Ino che ne sembrava stregata. Ino sapeva quanto quel sigillo fosse pericoloso, sapeva che i membri della casata principale degli Hyuga potevano controllare quelli della casata cadetta grazie ad esso, causando un atroce dolore o persino la morte delle cellule celebrali di coloro che si opponevano e tentavano di ribellarsi. Ino sapeva che se fosse stata marchiata con quel sigillo non ci sarebbe stata più nessuna possibilità di tornare alla sua vecchia vita, Hinata avrebbe davvero avuto il totale controllo su di lei per sempre. Quel pensiero scatenò come una scarica elettrica che attraversò tutto il corpo di Ino fino ad arrivare alla sua vagina e la giovane dovette lottare per non emettere un gemito di piacere che avrebbe reso quella situazione ancora più imbarazzante. Ino sapeva che il sigillo era permanente, sapeva che il sigillo avrebbe rovinato per sempre la sua vita, lei sapeva che ne aveva di bisogno…

- Per favore Hinata sama, potete marchiarmi con il sigillo maledetto e rendermi una vera schiava degli Hyuga? -

Hinata pochi giorni prima sarebbe rimasta sconvolta di udire tali parole ma ormai la giovane aveva imparato a conoscere la vera Ino ed aveva capito subito dal suo sguardo, dal suo respiro affannato e da quella mano che era scivolata sempre più basso tra le gambe della ragazza che neanche si era resa conto di ciò che il suo corpo stava facendo, quale sarebbe stata la scelta della sua vecchia amica. La supplica di Ino non era stata dunque una sorpresa ed Hinata aveva già incominciato ad elaborare un piano per mettere alla prova ancora una volta la sua vecchia amica, un piano sadico che Hanabi avrebbe sicuramente apprezzato.

- Pensi davvero di meritarlo, Ino? Pensi davvero di essere idonea a portare fieramente il nobile sigillo maledetto degli Hyuga? -

Hanabi sorrise sentendo sua sorella parlare in quel modo, non solo avevano già convinto Ino a diventare per sempre la loro schiava ma ora la ragazza doveva persino pregare Hinata di marchiarla e privarla definitivamente della sua libertà. Gli occhi di Hinata ed Hanabi si incontrarono per un lungo istante e le due sorelle sembravano quasi capaci di comunicare telepaticamente, una cosa che, ironicamente, sapevano fare solo i membri del clan Yamanaka.

- Io…io sarò brava, lo giuro. Sarà la migliore schiava del mondo. La prego, Hinata sama, marchiatemi -

Ino si gettò ai piedi di Hinata e cominciò a baciarli disperatamente, le sue labbra sembravano muoversi alla velocità della luce e nessuna zona di quei bei piedi venne trascurata dai baci pieni di devozione di Ino che aveva quasi le lacrime agli occhi. La ragazza sollevò anche la gamba di Hinata così da poterle baciare anche le pianta del piede destro che cominciò anche ad annusare intensamente come se volesse dimostrare alla Principessa degli Hyuga che amava davvero qualsiasi cosa di lei.

- Hmm, non lo so…tu che ne pensi sorellina? Ino merita questo onore? -

- Credo che lei debba dimostrarci ancora qualcosa, forse dovremmo testare prima la sua lealtà, scoprire se davvero farebbe tutto per noi, se diventare la nostra schiava è davvero così importante per lei - Hanabi rispose sorridendo e non smettendo di guardare Ino nemmeno per un secondo mentre la ragazza continuava a baciare i piedi nudi di Hinata senza un attimo di riposo.

“Testare in che modo?” Ino si chiese, non era forse sufficiente tutto quello che aveva fatto fino a quel momento? Dopo che gli aveva baciato e leccato i piedi, cosa altro poteva fare per dimostrare alle due sorelle che gli era leale e che voleva servirle più di ogni altra cosa al mondo?

- Forse hai ragione - Hinata disse e poi, dopo una piccola pausa - Penso che tre prove da superare siano sufficienti…ma ti avverto Ino, non saranno per nulla facili. Pensi di essere pronta? -

Ino smise solo in quel momento di baciare i piedi della sua Padrona e dopo aver alzato la testa per poterla guardare negli occhi, Ino rispose:

- Sì Hinata sama, grazie per questa possibilità. Giuro che non vi deluderò! -

- Molto bene allora. Vediamo…sì, credo che sia giusto che tu faccia tre diversi test con tre diverse persone, ricevendo tre diverse ricompense ovviamente. Sola dopo aver superato anche la terza prova con successo, avrai l’onore di ricevere il sigillo maledetto degli Hyuga direttamente da me.

- Tre…tre persone? - Ino chiese con quel leggero balbettio che ricordava la vecchia ed insicura Hinata, una persona che ora non esisteva più proprio come la vecchia Ino.

L’erede degli Yamanaka temeva di conoscere la risposta a quella domanda che lei stessa aveva posto, ma dovette attendere quasi un intero minuto prima di udire la risposta di Hinata che confermava le sue peggiori paure.

- Esattamente, tre persone. Ovviamente dovrai superare il mio test, poi sarà il turno di Hanabi di metterti alla prova ed infine…saranno la tua grande rivale ed il suo test a decidere la tua sorte -

Ino non ebbe il tempo di reagire a quella notizia, tanto spaventosa ed umiliante quanto prevedibile e…gratificante.

- Direi che possiamo cominciare subito col mio test…hmm…vediamo - Hinata disse portandosi un dito sulle labbra e mettendosi palesemente a pensare, alla ricerca di una sfida che potesse mettere Ino in difficoltà. Solo qualche minuto dopo, un grido di gioia esplose nella stanza - Sì ci sono, ho trovato il test perfetto. Ok Ino, per superare la mia prova ed ottenere la prima delle tue tre ricompense, dovrai solamente consegnarmi la pergamena con il Jutsu segreto del Clan Yamanaka. Fallo e sarai un passo più vicina a realizzare il tuo sogno ed ad aver il mio sigillo sulla tua fronte.

No, no, no. Non poteva farlo, non poteva consegnare il Jutsu segreto del suo Clan ad Hinata, i suoi avi avevano tramandato di generazione in generazione quel Jutsu all’interno della sua famiglia, proteggendo più di una volta il suo segreto con il sangue. Lei non poteva mettere quel segreto nelle mani di Hinata, non poteva assolutamente, Ino sarebbe diventata il disonore della sua famiglia, avrebbe reso vano il sacrificio di molti membri del clan Yamanaka e per cosa? Per essere la schiava di un’altra persona?

- Non devi decidere subito, riflettici su mentre deodori e pulisci i nostri sandali, ne hanno proprio di bisogno dopo una missione così lunga - Hinata disse alzandosi dal divano, seguita subito dopo da Hanabi, che non perse l’occasione di lanciare un’altra frecciatina alla ragazza bionda che sembrava assolutamente annichilita.

- Mentre tu prendi una decisione così importante, noi ci andiamo a fare un bel bagno caldo - e dopo l’ennesimo sorriso beffardo, Hanabi uscì dalla stanza come aveva fatto sua sorella poco prima.

Ino sapeva benissimo quello che la giovane aveva fatto, le aveva dimostrato ancora una volta come tutto quel tempo trascorso a leccarle i piedi era stato inutile, un atto che serviva solo a far divertire le due giovani Hyuga ed ad accrescere il loro ego. Ino era sicura di non aver mai leccato i piedi delle due sorelle dopo il loro bagno giornaliero, no, era qualcosa che era invece solita fare prima quando essi erano sporchi e sudati, come se la sua lingua non si meritasse piedi puliti e profumati. Ino mise da parti quei pensieri e si spostò nel genkan dove i sandali delle sue Padrone la attendavano. Mentre Ino avvicinava il suo naso al sandalo sinistro di Hinata, cominciando l’operazione degradante, ormai diventata una triste routine, di annusare così intensamente ogni centimetro dei sandali della sua Padrona per aspirare tutte le particelle di cattivo odore e raccoglierle nei propri polmoni, la giovane non potè fare a meno di continuare a pensare al terribile test di Hinata che le sembrava un ostacolo insormontabile. Come avrebbe potuto guardare di nuovo in faccia suo padre se avesse tradito il suo clan consegnando agli Hyuga il loro Jutsu segreto? Come avrebbe potuto guidare gli altri membri della famiglia Yamanaka dopo quello che aveva fatto? Nessuno l’avrebbe mai perdonata, nessuno l’avrebbe mai accettata come leader del clan.

“Ma come posso mai diventare la leader del mio Clan se divento realmente la schiava di Hinata? Come posso comandare il mio Clan se Hinata può costringermi a fare praticamente qualsiasi cosa grazie al sigillo maledetto degli Hyuga?”

Risolvere quel dilemma era di una difficoltà immensa ed Ino non trovò la risposta nemmeno venti minuti dopo, quando aveva appena finito di deodorare anche i sandali di Hanabi e si apprestava a pulirli con la sua lingua, come sempre. Ino aveva gia notato quanto le solette di quei sandali fossero sporchi, quello spiegava anche perche i piedi di Hanabi erano in quelle condizioni quel giorno, ma solo quando ne osservò le suole, la ragazza si rese davvero conto di quanto sarebbe stato difficile ed umiliante il suo lavoro. A differenza delle suole dei sandali di Hinata, quelle di Hanabi sembrano ricoperte totalemente di fango oramai secco ed Ino non pote fare a meno di chiedersi come avesse fatto la giovane Hyuga a ridurre i suoi sandali in quello stato.

“Scommetto che mentre tutto il suo team saltava da un ramo di un albero all’altro, Hanabi ha scelto volontariamente di camminare sul terreno. Ieri si vedevano delle grosse nubi scure a Nord est del villaggio, scommetto che devono aver corso a lungo sotto la pioggia. E questo spiegherebbe il fango…”

Consapevole che Hanabi aveva sporcato i suoi sandali di proposito, Ino non potè però fare altro che pulirli con la sua lingua, non avendo il coraggio di disobbedire agli ordini delle sue Padrone che le avevano usato di vietare la spazzola sui loro sandali, dicendole invece di usare solo la sua morbida lingua. E cominciò così quel duro lavoro che non riusciva però a liberare Ino dai suoi tristi pensieri e da un dilemma apparentemente irrisolvibile. Mentre Ino usava i suoi denti per staccare dei pezzi di fango secchi dalla suole dei sandali di Hanabi, che poi fu costretta ad ingoiare perché non poteva certo sporcare la casa delle sue Padrone, e mentre la sua lingua raccoglieva qualsiasi genere di sporco e di germi, la ragazza si rese conto che non esistevano delle vie di mezzo, avrebbe potuto continuare a pensarci su per un milione di anni ma la soluzione di quel dilemma infernale era semplice ma terribile.

“O accetto la richiesta di Hinata, le consegno il Jutsu segreto del mio Clan e faccio un passo avanti per diventare la sua vera schiava, o rifiuto e dico addio alla possibilità di servire di nuovo Hinata che sicuramente mi butterai via come un sacco della spazzatura”

Ino prese la sua decisione definitiva proprio mentre stava leccando l’interno dei sandali di Hinata, percependo quel sapore che non sapeva ancora se amare o odiare. I sandali ormai puliti di Hanabi erano poco distanti e sembravano praticamente nuovi. Ino non si era mai sentita così fiera del suo lavoro prima di allora e solo dopo realizzò che era orgogliosa di aver leccato, bene sì ma pur sempre leccato, i sandali di un’altra ragazza e di averli ripuliti da una montagna di fango con il solo ausilio della sua morbida lingua. Una volta finito il suo duro lavoro Ino tornò nel soggiorno dove le sue due Padrone si stavano rilassando ascoltando della musica, i lunghi capelli di Hinata erano ancora umidi ed avvolti da un asciugamano bianco. Le due sorelle capirono subito che Ino aveva fatto la sua scelta e con un sorriso attesero che la ragazza si avvicinasse e che facesse il suo discorso.

- Hinata sama, Hanabi sama - Ino disse inchinandosi profondamente davanti alle due ragazze Hyuga - Vi prego di accettare questo prezioso dono come dimostrazione della mia lealtà e della mia devozione… - e così dicendo, Ino evocò una piccola mantide religiosa, il guardiano silente che da generazioni proteggeva la pergamena contentante il Jutsu segreto del Clan Yamanaka.

Non era stato facile, non solo era un tradimento consegnare ad un altro Clan il segreto più importante della sua stessa famiglia, ma anche usare il chakra per la tecnica del richiamo era stato veramente arduo, ennesima dimostrazione che i suo canali del chakra erano stati danneggiati più seriamente del previsto. Per una volta fu Hinata a sorridere maliziosamente mentre sua sorella sembrava assolutamente scioccata a causa di quello che Ino aveva appena fatto. Hanabi sapeva quanto fosse incasinata la mente di Ino in quei giorni…ma tradire il suo Clan in quel modo? Non esisteva disonore più grande!

- Molto bene Ino, molto bene - Hinata disse afferrando la pergamena ma continuando a studiare con attenzione quella misera ragazza ai suoi piedi che una volta era una sua amica ed una kunoichi formidabile e degna di rispetto - Hai superato il primo test e hai cominciato a dimostrare quanto vuoi che io ti marchi con il sigillo maledetto. Immagino che ora ti aspetti una ricompensa vero? Che ne dici, Hanabi, dovrei dargliela o no? -

- Certo, se la merita assolutamente - la giovane Hyuga replicò immediatamente, sapendo bene che sua sorella stava solo giocando con Ino come una tigre fa con la sua preda quando ha lo stomaco già pieno.

- Molto bene allora - Hinata disse, mettendo un piede sotto il mento di Ino e spingendo in alto la testa della ragazza per poterla guardare dritto negli occhi.

Le due vecchie amiche si guardarono per un lungo istante, poi all’improvviso Hinata sputò per terra.

- Ecco la tua ricompensa Ino, ecco per cosa hai tradito il tuo Clan, ecco per quale motivo hai disonorato la tua famiglia e i tuoi avi -

Ino non poteva credere ai suoi occhi, quella era davvero Hinata? Quella ragazza sadica e che stava provando una gioia immensa ad umiliarla, era davvero quella timida ed impacciata ragazza che arrossiva e balbettava sempre?

- Perché quella espressione? - Hinata continuò a dire - Non dirmi che non ti piace la tua ricompensa, pensi forse che non sia stato uno scambio equo? Pensi davvero che l’onore ed il Jutsu segreto del tuo Clan valga più della mia preziosa saliva? -

- Io…io…non so se… -

- Dillo Ino, dì che il mio sputo vale più del tuo intero Clan. Dimmi che sacrificheresti ogni cosa e che tradiresti chiunque pur di poter strisciare ai miei piedi. Dimmi che mi veneri così tanto che leccare la mia saliva da terra è la massima aspirazione della tua miserabile vita e che getteresti via la tua ultima briciola di dignità per essa.

Ino sentiva il suo corpo tremare, le parole di Hinata ed il suo sguardo pieno di trionfo ma privo di pietà l’avevano turbata profondamente, ricordandole quella Dea invincibile che l’aveva guardata dall’alto in basso dopo averle distrutto i canali del chakra in quel terribile ultimo allenamento. La bocca della giovane si mosse prima ancora che Ino se ne rendesse conto, e le parole che ne uscirono sembravano quasi pronunciate da un automa.

- Il vostro…il vostro sputo vale più del mio intero Clan - Ino disse, ripetendo le parole di Hinata, stava provando una vergogna immensa ma non riusciva a fermarsi, doveva far felice quella Dea che continuava a guardarla con uno sguardo glaciale.

- Vai avanti - Hinata rispose, pestando volontariamente la mano di Ino che era vicino ai suoi piedi. Nonostante il dolore però la ragazza proseguì:

- Io sacrificherei tutto e tutti per voi, Padrona, io tradirei la mia famiglia…io ho tradito già la mia famiglia per voi…ho tradito il mio caro padre, l’ho disonorato e ho disonorato tutti i miei avi…forse ho persino messo fine al mio lignaggio per voi. Io vi amo e vi venero così tanto che leccare il vostro…il vostro sputo da terra è la massima aspirazione della mia vita, darei via la mia dignità pur di farlo…se ne avessi ancora una.

Ed eccolo di nuovo lì, quel sorriso trionfale che Ino amava vedere, Hinata era compiaciuta più che mai, la sua timidezza ormai solo un lontano ricordo. La Principessa del Byakungan aveva preso possesso finalmente di quel trono che le spettava di diritto e mettendo un piede in testa ad Ino, spinse la ragazza per terra, invitandola a leccare la saliva di una Dea per cui aveva sacrificato ogni cosa.

“Già, proprio uno scambio equo” Hinata pensò sorridendo e stringendo in mano la pergamena con il Jutsu segreto degli Hyuga.


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“Cosa diavolo hai fatto?”

“Hai perso la testa?”

“Hai portato disonore su di me e su tutta la nostra famiglia!”

“Hai tradito il tuo Clan e tutto quello per cui i nostri avi hanno lottato per generazioni!”

Quelle erano solo alcune delle frasi che tormentavano la mente della giovane Ino, i ricordi di quello che era successo poche ore prima a casa sua, davanti il suo intero Clan, erano rimasti impressi nella sua mente e probabilmente quei ricordi e quell’umiliazione sarebbero rimasti con lei fino all’ultimo dei suoi giorni. Mentre Ino avanza tra le strade deserte e poco illuminate del villaggio, il suo corpo tremava ma non per il freddo notturno, tremava per la vergogna e per la paura. Ino non sapeva quale sarebbe stato il suo futuro, sapeva solo che la sua vecchia vita era finita, non poteva tornare a casa, non poteva tornare da chi aveva tradito, non poteva tornare dal suo caro padre che aveva ferito terribilmente, un padre a cui aveva spezzato il cuore, un padre che non era riuscito neanche a guardarla negli occhi per un ultima volta prima che la ragazza si voltasse ed uscisse per strada, dicendo addio probabilmente per sempre al Clan Yamanaka. Ma c’era soprattutto una domanda che tormentava Ino più di ogni altra, una domanda che le avevano fatto mille volte quella sera.

“Perchè? Perchè fare una cosa del genere?”

Ino non aveva saputo rispondere a quella domanda, e cosa avrebbe potuto dire? “Ho rivelato il nostro Jutsu segreto agli Hyuga perché voglio essere la schiava di Hinata e voglio che lei mi rovini sempre di più la vita?” Solo pensare di dire una cosa del genere davanti a suo padre le metteva i brividi ma Ino realizzò che l’ultima parte di quella frase si stava realizzando, Hinata le stava davvero distruggendo la vita. Prima danneggiando i suoi canali del chakra aveva praticamente infranto il suo sogno di diventare un ninja medico e ora con il suo terribile test le aveva fatto perdere la sua famiglia, forse la cosa più importante che aveva.

Sola la comparsa improvvisa di un gatto con un morbido pelo arancione che era saltato giù da un albero, riuscì per un momento a distrarre Ino dai suoi tristi pensieri e la ragazza, si fermò per qualche secondo ad accarezzarlo. Ino sorrise sentendo il gatto fare le fuse e quasi con dispiacere la giovane riprese il suo cammino verso la residenza degli Hyuga, dove sperava di essere accolta dalla sua Padrona.

Inò senti una goccia di pioggia sul viso prima del fragore del primo fulmine. In un attimo cominciò a piovere intensamente e la ragazza fu costretta a correre, i suoi vestiti si erano bagnati in pochi secondi e stava cominciando a sentire molto, troppo freddo. Fu Hanabi ad aprire la porta, la giovane sembrava ancora mezza addormentata e parecchio sorpresa di vedere Ino lì a quell’ora della notte.

- Mi scusi disturbarla a quest’ora tarda, Hanabi sama. Potrei parlare con Hinata sama? Per favore - Ino disse tremante per il freddo e con i capelli totalmente bagnati che gocciolavano sul terreno.

Forse in un altro momento Hanabi si sarebbe arrabbiata per quelle parole, anche lei era la Padrona di Ino, non c’era bisogno di chiamare sempre sua sorella maggiore…ma in quel momento la giovane era più che felice di affidare Ino ad Hinata e di tornare presto a stendersi sul suo comodo letto, dove pensava si sarebbe riaddormentata presto, era la sua prima notte a casa dopo la lunga missione dopotutto. Hinata arrivò alla porta d’ingresso qualche minuto dopo, con una tazza di tè caldo e fumante che l’infreddolita Ino guardò come un cane guarda un osso. La sorella maggiore degli Hyuga indossava una bella vestaglia di lino rossa e a differenza di Hanabi sembrava perfettamente sveglia e pronta a sentire ciò che Ino aveva da dire.

- Mio padre…il mio Clan…mi hanno cacciata via…sono un emarginata ora - Ino disse scoppiando a piangere e inginocchiandosi ai piedi nudi della sua Padrona che non sembrava affatto sorpresa di udire quella notizia. - Non posso più tornare a casa mia…vi prego Hinata sama…vi prego…posso stare qui? -

- Non so se sia appropriato Ino, non sei ancora la nostra vera schiava. E’ qualcosa che potresti fare dopo aver superato tutti i test che… -

- Vi prego Hinata sama, sarò la vostra schiava 24h al giorno…farò tutto quello voi mi direte di fare… io non ho dove altro andare, non posso dormire fuori, c’è una tempesta e…e…non posso..- - Ino supplicò ancora una volta, cominciando a baciare i piedi di Hinata, sperando di convincerla.

- Dai Hinata, falla rimanere qui per i prossimi giorni. Poi se supererà i test potrà davvero chiamare questo posto “casa” oppure, se fallirà, cercarsi un posto dove dormire vicino qualche cassonetto della spazzatura - Hanabi intervenne, un po’ più sveglia di prima anche se qualche secondo dopo sbadigliò vistosamente.

- Grazie Hanabi sama, grazie! Siete troppo buona - Ino replicò strisciando ai piedi della giovane Hyuga e soffocandoli con affettuosi baci.

- Hmm. Hai detto che farai tutto quello che di diremo di fare, ma non è già così? Non è forse per questa ragione che sei in questa situazione difficile? -

La domanda di Hinata rimase senza risposta ma non le serviva, era solo un altro modo per umiliare ancora di più la povera Ino che continuava a tremare per il freddo mentre baciava con affetto i piedi di Hanabi, che la osservava con grande soddisfazione. Poi, vista l’indecisione della sorella, la giovane disse:

- Dai sorellona…Ino non ci disturberà affatto, durante la notte possiamo riporla sotto il nostro letto o magari nel tuo armadio per le scarpe. Che ne pensi Ino? Ti va bene questa soluzione? -

Ino non disse nulla ma annuì rapidamente mentre continuava a baciare i piedi di Hanabi, felice che la giovane stesse cercando di aiutarla in ogni modo. E che importava se da quel momento in poi avrebbe dovuto dormire sotto il letto di quelle ragazze come un giocattolo usato o nell’armadio di Hinata in mezzo alle sue numerose scarpe come se fosse un mero oggetto?

“Meglio che dormire per strada al freddo, sotto questa pioggia e dove tutti possono vedere quanto sono caduta in basso e scoprire che la mia famiglia mi ha cacciato via, dopo il disonore che ho loro arrecato” Ino pensò con tristezza.


- Spogliati prima di entrare, non voglio che bagni dappertutto - Hinata disse alla fine, cedendo alle suppliche della sua vecchia amica e alla richiesta della sorella minore.



E così Ino cominciò la sua nuova vita come serva degli Hyuga 24/7, nuda come il giorno in cui era nata, la ragazza infatti non aveva altri abiti con sè e le sorelle non le offrirono null’altro da indossare in quel momento. Hanabi non ebbe difficoltà a convincere la sorella ed ottenere il controllo su Ino per quella prima notte. Come promesso, la giovane comandò ad Ino di strisciare sotto il suo letto e di non fare nessun rumore durante la notte ma non prima di aver usato il suo corpo come gradino per salire sul suo morbido letto. Ino non si lamentò quando i piedi di Hanabi si poggiarono pesantemente sulla faccia, era solo grazie a lei che aveva di nuovo un tetto sopra la testa dopotutto. Hanabi rimase sulla faccia di Ino diversi secondi, godendosi quel momento il più possibile e solo quando fu sul letto, la giovane spense la luce e con uno schiocco delle dita ordinò ad Ino di prendere posizione sotto il letto. Il posto era pieno di polvere e stretto, il materasso sopra di lei non le permetteva di dormire di fianco e così Ino fu costretta a rimanere nella stessa posizione per tutta la notte, distesa sulla schiena sul pavimento, il materasso su cui dormiva Hanabi era pochi centimetri dal suo naso che fu schiacciato da esso ogni volta che la giovane Hyuga si rigirava pesantemente durante il suo prezioso sonno. Umiliata, triste ed ancora infreddolita, Ino cercò di addormentarsi ma solo molte ore dopo riuscì finalmente a chiudere gli occhi.

- Ehi verme, dove sei? Dove è il mio gradino? -

Ino riaprì gli occhi lentamente, le sembrava di essersi addormentata solo pochi minuti prima, il suo corpo nudo era dolorante e freddo. I suoi occhi notarono i piccoli e graziosi piedi di Hanabi poggiati sul pavimento, da come la giovane li stava muovendo, sembravamo molto nervosa ed impaziente.

- Svegliati cagna, voglio la tua faccia sotto i miei piedi ORA! Non lo ripeterò per una terza volta -

Allarmata dal tono di voce di Hanabi, Ino si affrettò ad obbedire all’ordine della sua giovane Padrona e strisciò il più velocemente possibile fuori da sotto il letto. Hanabi non le diede nemmeno il tempo di guardarsi attorno e subito le mise entrambi i piedi sulla faccia e si alzò dal suo letto, ancora una volta usando il viso di Ino come un gradino.

- Così non va affatto Ino, sei sotto il letto per un motivo ben preciso, impedire che i miei piedi tocchino il pavimento freddo e sporco. Quando la mattina mi alzò, voglio trovare sempre la tua faccia qui. Hai capito? O vuoi forse che dica ad Hinata che ho sbagliato a supportare la tua richiesta? Forse il tuo posto è davvero vicino il cassonetto dell’immondizia -

- No, Hanabi sama, per favore. Mi scusi Hanabi sama, non succederà più - Ino rispose in qualche modo, i piedi di Hanabi sulla sua faccia non le permettevano di parlare bene ma in quel momento non le importava, doveva farsi perdonare da Hanabi e per fare ciò cominiciò a baciare i talloni della ragazza che erano pressati proprio sulle sue labbra.

Hanabi come la sera prima non scese subito dalla faccia di Ino ma anzi rimase diversi minuti immobile a farsi baciare i piedi da quella ragazza che avrebbe fatto assolutamente ogni cosa per lei e sua sorella Hinata.

- Va bene, per questa volta sei perdonata e non dirò nulla ad Hina… -

- Grazie Hanabi sam… -

- Aspetta a ringraziarmi, cagna! E non interrompermi mentre parlo. Come stavo dicendo, non dirò nulla a mia sorella ma questo non significa che ho dimenticato quello che hai fatto e credo che una punizione sia necessaria per non farti dimenticare più il tuo ruolo in questa casa e nello specifico in questa stanza, quando hai l’onore di dormire sotto il mio letto.

“Un grande onore…” pensò ironicamente Ino che veniva punita per non aver messo subito la sua faccia sotto i piedi di Hanabi ed averle fatto toccare il pavimento. “Freddo e sporco”, così l’aveva definito Hanabi, che però non sembrava aver problemi a far dormire su quello stesso pavimento un’altro essere umano, una ragazza che non aveva neanche dei vestiti a riparla dal freddo della notte e che era costretta a dormire in uno spazio angusto e molto impolverato. Mentre Ino prendeva una rapida nota mentale di ripulire per bene quel posto dove avrebbe dovuto trascorre le sue future notti in casa delle sorelle Hyuga, Hanabi scese finalmente dalla sua faccia e disse:

- Hmm, come punizione…sì ho trovato, dovrai trasportarmi in cucina come se fossi il mio cavallo -

Prima che Ino avesse il tempo di reagire a quelle parole assurde, Hanabi schioccò imperiosamente le dita e disse:

- Forza cagna, a quattro zampe -

Pensando tristemente che quella non era di certo la peggiore umiliazione della sua vita, Ino si mise a quattro zampe ed un attimo dopo Hanabi si sedette sulla sua schiena nuda ed afferrò i suoi lunghi capelli biondi che usò come redini. Per rendere tutto più complicato Hanabi sollevò i piedi da terra e li posizionò a pochi centimetri dalla faccia di Ino, giocherellando con il suo naso mentre la ragazza avanza in quell’imbarazzante modo verso la cucina. Quella era stata la prima notte ed il seguente risveglio di Ino nella sua nuova casa ma le cose non migliorarono con il passare dei giorni. Proprio come le due sorelle Hyuga avevano discusso quando aveva scelto di accogliere Ino nella loro casa, alla giovane serva fu permesso solo raramente di dormire più volte di fila nello stesso posto e così un notte Ino dormiva sotto il letto di Hanabi, che la usava come gradino per salire o scendere dal letto, costringendo praticamente Ino a svegliarsi con largo anticipo per evitare di ripetere l’errore della prima mattina e subire un’altra punizione, ed un’altra notte Ino dormiva dentro l’armadio delle scarpe di Hinata che a differenza della sorella non voleva un’altra persona troppo vicina al suo letto, per non disturbare il suo prezioso sonno.

Come Ino aveva immaginato, Hinata possedeva almeno 50 paia di scarpe anche se la ragazza bionda in tutti quegli anni gliene aveva visti ai piedi solo due. Mentre i sandali che Hinata usava ogni giorno si trovavano nel genkan della residenza, i sandali che la Principessa del Byakugan aveva indossato durante l’accademia e negli anni da Genin erano in quell’armadio che era diventato la nuova dimora notturna di Ino che veniva “riposta” lì tutte le sere in cui Hanabi non la voleva sotto il suo letto, o per meglio dire, in quelle sere in cui Hanabi preferiva cedere Ino alla sorella per non farla ingelosire e per rafforzare sempre di più l’autostima della nuova Hinata. Ancora una volta Ino era costretta a dormire in uno spazio angusto che non le permetteva stavolta nemmeno di stendersi interamente e, proprio come le sue Padrone le avevano ordinato, la ragazza doveva dormire seppellita da una montagna di scarpe. Per la verità era stata la solita Hanabi a progettare quel suo secondo “letto” ed Hinata sembrava incurante del destino notturno della sua serva. Solo alla terza notte, quando Hinata aveva aperto per un momento la porta del suo armadio ed aveva osservato la sua vecchia amica sommersa da tutte le sue scarpe, la giovane Hyuga aveva espresso il desiderio, che per Ino era ovviamente un ordine, che la sua serva dormisse con i suoi vecchi sandali da Genin sempre sulla sua faccia.

Hinata aveva trovato uno strano piacere nel vedere la faccia di Ino sotto quei vecchi sandali che la ragazza aveva usato per molti anni, e con cui aveva svolto le sue prime missioni. Quella era un’altra Hinata, era una ragazzina timida ed insicura, con un peso troppo grande sulle sue spalle. Hinata ricordava bene lo sguardo severo del padre dopo ogni allenamento, dopo ogni suo fallimento. Quella ragazzina era troppo debole per essere il futuro leader del clan più nobile di Konoha, si poteva leggere senza difficoltà quel pensiero negli occhi di Hiashi Hyuga, che ad un certo momento aveva perso le speranze con la sua primogenita che non sembrava avere il talento di suo nipote Neji, un ragazzino della casata cadetta capace di fare sembrare il futuro leader del clan un essere debole ed un vigliacco. Hinata ricordava il violento scontro con suo cugino durante la selezione per diventare chunin, non era stata una vigliacca allora, aveva rischiato di morire pur di dimostrare a suo padre che lei era una persona degna di rispetto, qualcuno che non sarebbe fuggito nemmeno contro un avversario nettamente più forte di lei. Ma non era stato Hiashi Hyuga a darle la forza di combattere, era stato Naruto, la sua tenacia incrollabile, la sua volontà di non arrendersi mai contro le difficoltà della vita. Hinata aveva rischiato la sua vita quel giorno, lo aveva fatto per suo padre, che aveva ormai deciso di puntare tutto su Hanabi che aveva dimostrato di possedere un talento maggiore e sicuramente un carattere più forte, lo aveva fatto per Naruto, quel ragazzino che amava da anni e che quasi non sembrava accorgersi di lei, troppo occupato a guardare Sakura, la sua compagna di team che lo maltrattava e non aveva rispetto per lui come tanti altri nel villaggio. Ma Hinata aveva affrontato Neji anche per dimostrare qualcosa ad un’altra persona, ad una ragazza con cui lei non avrebbe mai potuto reggere il confronto…o almeno così pensava un tempo.

Ino era sempre stata la più bella dell’accademia, la ragazza più sicura di sè di tutto il villaggio. Da piccola persino Sakura non credeva in se stessa e nelle sue capacità, era stata Ino ad ispirarla, a creare quella rivalità che avrebbe portato quella ragazzina dai capelli rosa a migliorarsi sempre di più anno dopo anno. E ora era tutto cambiato, ora quella stessa ragazza, che nel frattempo era diventata ancora più bella, dormiva dentro il suo armadio delle scarpe ed aveva i suoi sandali da Genin in faccia per tutta la notte, annusando anni e anni di quell’odore di piedi che si era impregnato nelle scarpe. Quella visione incredibile era stato solo l’ultimo passo di un cammino incredibile, un percorso che aveva trasformato nettamente le due giovani, ponendo fine alla vecchia ed insicura Hinata, la ragazzina che nessuno rispettava, la ragazzina che nessuno guardava…o amava.

Come poteva quindi la giovane Hyuga non amare le umiliazioni della sua vecchia amica che la facevano sentire potente come una Dea? Come poteva fermarsi ora che quella persona, un tempo ignorata da tutti, era finalmente rispettata e venerata così tanto che Ino aveva sacrificato l’onore del proprio clan pur di leccare il suo sputo? No, Hinata non sarebbe più tornata indietro, non dopo tutto quello che era successo, non dopo che aveva visto la potente Ino dormire con i suoi vecchi sandali in faccia, un atto che persino la ragazza bionda aveva trovato simbolico, niente poteva dimostrare di più come fossero cambiate le cose nel tempo, come lei ed Hinata avesso finalmente capito il loro vero posto nel mondo.








Così come le notti di Ino seguivano una routine ben definita, lo stesso avveniva anche durante il giorno. Oltre alle ordinarie faccende domestiche ed alla pulizia delle scarpe delle sue due Padrone, la presenza di Ino era richiesta sempre nel dojo del clan Hyuga dove Hinata ed Hanabi si allenavano regolarmente. Grazie all’ottimo addestramento di Hinata, Ino era diventata molto brava nel Taijutsu, ovviamente non era neanche lontanamente al livello delle sue due Padrone ma le le sue nuove abilità, che aveva acquisito ad un caro prezzo, erano più che sufficienti per permettergli di essere un buon sparring partner per le due sorelle che amavano avere qualcuno con cui potersi allenare senza trattenersi, un sacco di sabbia in movimento su cui potevano sfogarsi usando le loro tecniche migliori.

Hinata aveva sempre odiato il non poter usare fino in fondo le sue tecniche durante gli allenamenti, come diceva suo padre era troppo pericoloso usare le tecniche Hyuga contro altre persone e quindi, per evitare che i membri del Clan potessi riportare ferite simili a quelle che aveva subito Ino, da anni era proibito usarle contro avversari in carne e ossa. Ma ovviamente migliorare tecniche così complesse allenandosi solo con dei manichini non era il massimo e le due sorelle Hyuga aveva subito colto al volo l’occasione di usare Ino per i loro allenamenti, e poco importava se i suoi canali del chakra venissero danneggiati ulteriormente, già in quel momento forse la ragazza non aveva più nessuna speranza di guarire ed usare il ninjutsu come prima. Ogni giorno Ino si allenava dunque con le due sorelle, ma i loro erano degli scontri a senso unico, mai una volta Ino era riuscita a colpire Hinata ed Hanabi che sembrava persino più abile della sorella maggiore. Le due ragazze invece colpivano Ino così tante volte che la giovane Yamanaka usciva dal dojo ogni giorno sempre peggio, con grandi lividi e spesso sputando sangue. Hinata era solita usare i suoi jutsu medici su Ino per dare sollievo agli organi più sofferenti della ragazza ma sapeva che non poteva fare nulla per i suoi canali del chakra. Tutto ciò però non le impediva di tornare ad allenarsi il giorno dopo con la stessa aggressività, colpendo ripetutamente la sua serva con calci e pugni devastanti.

Anche quel giorno non fu diverso ed Ino crollò a terra dopo aver ricevuto un calcio in pieno volto seguito subito dopo da un’altro calcio nella gola. Come era già successo in passato, Ino non poteva fare altri che rimanere a guardare quei due magnifici piedi avvicinarsi sempre più, quei piedi che avevano rovinato la sua vita e che stavano continuando a massacrare il suo corpo, fosse irrimediabilmente. Nonostante il dolore e l’umiliazione per essere usata come un sacco di sabbia, Ino non potè fare a meno di gettarsi ai piedi di Hinata quando questa fu abbastanza vicina. Ino soffocò i piedi della Padrona di baci, congratulandosi con lei per la sua immensa abilità in battaglia. Hinata sembrava molto soddisfatta di quel gesto e permise ad Ino di baciarle i piedi per altri cinque minuti prima di curare le ferite più superficiali della giovane.

- Oggi ci siamo allenate davvero molto, sorellona - Hanabi disse avvicinandosi ad Hinata ed alla serva ai suoi piedi.

In effetti sia Hinata che Hanabi erano molto affaticate, sudate ed i loro volti erano arrossati.

- Hai ragione Hanabi, credo di non aver mai sudato tanto in vita mia. Ma tu forse sei persino più sudata di me, guarda tutte le impronte che hai lasciato per terra -

Hinata quindi indicò il pavimento di legno del dojo che era ricoperto da piccole ma numerose impronte di piedi che si erano formate quando Hanabi vi aveva camminato sopra con i piedi molto sudati.

- Ehi, vedi che non è solo colpa mia, alcune impronte sono anche tu. Guarda dietro di te, ce ne sono tantissime ed io lì non ho camminato -

Hinata ed Ino si voltarono nello stesso istante per osservare le impronte dei piedi che Hanabi stava indicando e la giovane Yamanaka realizzò che la giovane Hyuga aveva ragione, quelle impronte erano certamente di Hinata. Ino non sapeva se essere orgogliosa o di vergognarsi per essere capace perfettamente di distinguere le impronte dei piedi delle due sorelle che agli occhi di una persona normale sarebbero sembrati così simili da essere praticamente impossibile capire quali appartenevano ad Hinata e quali alla sua sorella minore. Eppure Ino non avrebbe mai confuso i piedi di Hinata con nessun altro al mondo, la forma perfetta del suo piede, la sua arcata, la distanza tra le dita dei suoi piedi…ogni cosa era perfettamente impressa nel suo cervello come se uno di quei calci in testa avesse impresso nella sua scatola cranica il piede della sua Padrona per sempre.

- Ehi cagna, ti sei persa di nuovo nei tuoi sogni ad occhi aperti, vero? - Hanabi disse ad un certo punto, mettendo un piede sudato in faccia e scuotendo la sua testa per farla svegliare dal quello strano torpore in cui era caduta -

- Mi scusi, Hanabi sama - Ino disse subito.

- Si si, sei scusata. Ma scommetto che non hai capito una parola di quello che ti ho detto, vero?-

- Io… - la serva cominicò a dire, piena di imbarazzo per essersi distratta in modo tanto stupido.

- Ho detto, pulisci tutto mentre noi andiamo a berci una bella limonata fresca. Fai in fretta e raggiungici nel nostro soggiorno -

Le due sorelle stavano uscire dal dojo quando Hinata si voltò e disse:

- Ovviamente dovrai usare la tua lingua, Ino - e facendole un occhiolino, la Principessa del Byakugan seguì la sorella e scomparve.

Ino non perse tempo e cominciò il suo lavoro che si prospettava essere molto lungo, a giudicare dal numero di impronte sul pavimento del dojo. La ragazza non pensò nemmeno per un istante di pulire il pavimento con uno mocio o oppure con quel vecchio straccio che le sue Padrone le facevano indossare ogni volta che doveva uscire di casa, per evitare ovviamente che gli altri membri del Clan Hyuga la vedessero nuda. La vecchia Ino non avrebbe mai indossato una cosa del genere, che sembrava un vero straccio, troppo grande per lei, vecchio e pieno di buchi, ma quella ragazza non esisteva più e la nuova Ino poteva ritenersi fortunata di poter indossare ancora dei"vestiti", privilegio che all'interno della casa delle sue Padrone non le era più concesso.


Dopo la prima notte, in cui la ragazza si era presentata alla loro porta tutta bagnata, le due giovani Hyuga avevano avuto la brillante idea di buttare via il suo unico vestito e da quel momento le avevano ordinato di andare in giro totalmente nuda, solo un altro modo per umiliarla. Solo più tardi quello straccio era entrato nella sua vita, orrendo... e puzzolente. Come sempre, era stata un'idea di Hanabi profumare il vestito della loro serva utilizzando quello straccio per asciugare il sudore dai loro corpi dopo gli intensi allenamenti, operazione a cui Ino doveva assistere ogni giorno dopo essere tornata a casa e essersi spogliata davanti alle sue due Padrone, che ormai conoscevano il suo corpo alla perfezione. Hinata e Hanabi cominciavano quindi a rimuovere il sudore dai piedi usando il vestito di Ino, poi era il turno delle loro ascelle...

Parlando di umiliazioni, Ino cominciò a leccare la prima impronta di piedi che era sicuramente di Hanabi ed il gusto acidulo che colpi le sue papille gustative glielo confermò. Nei minuti seguenti la ragazza continuò a gattonare da una parte all’altra del dojo per rimuovere con la sua lingua ogni traccia di sudore lasciate dai piedi delle sue Padrone, sentendosi come una specie di cane e chissà per quale motivo, quel pensiero eccitò Ino che sentì una scossa nel suo basso ventre. Poco dopo, mentre la sua lingua leccava avidamente una delle ultimeimpronte dei piedi di Hinata, Ino sentì un rumore improvviso di passi e la ragazza si voltò di scatto in preda al panico.

- Non preoccuparti Maial Ino, continua pure il tuo lavoro -

La vista di Sakura le fece gelare il sangue nelle vene, la sua rivale doveva aver osservato quello che stava facendo da diversi minuti, Ino ne fu certa osservando il sorriso stampato sul volto della giovane con i capelli rosa. Gli occhi di Sakura sembravano brillare per la gioia, tanto era felice di vedere la sua rivale ridotta in quello stato, con indosso degli abiti orrendi ed a quattro zampe come un cane, leccando le impronte dei piedi sudate di altre due persone. Sakura cominciò a camminare verso Ino, anche lei era scalza e la giovane dai capelli biondi osservò i piedi della sua rivale avvicinarsi sempre e non potè fare a meno di studiarli con attenzione e paragonarli a quelli delle sue Padrone. I piedi di Sakura erano leggermente più grandi di quelli di Hinata, il suo secondo dito era leggermente più lungo e quel giorno la ragazza aveva uno smalto verde chiaro molto simile al colore dei suoi occhi.

- Non ti vergognare Maial Ino, fai come se io non ci fossi e continua il tuo lavoro. Non vorrai fare arrabbiare Hinata, non è vero? -

E cosi dicendo Sakura mise una mano sulla testa di Ino e spinse la faccia della ragazza verso l’impronta dei piedi che stava leccando prima di essere interrotta.

- Molto bene, muovi quella lingua e pulisci tutto - Sakura disse ridacchiando e poi mettendo un piede in testa ad Ino, impedendole di rialzarsi.

La giovane Yamanaka tremava a causa dell’umiliazione, la presenza della sua rivale rendeva tutto più difficile ed ancora una volta Ino non potè fare a meno di chiedersi dove fosse finita quella ragazza che non si sarebbe mai fatta mettere un piede in testa da Sakura, quella ragazza che l’avrebbe affrontata senza paura e che avrebbe sconfitto la sua rivale senza difficoltà. Quella Ino invece rimasi lì immobile, senza opporre resistenza e continuando a leccare il pavimento come un cane affamato. Il piede di Sakura continuò a giocherellare con i suoi capelli biondi per diversi minuti, Ino poteva percepire che la sua rivale aveva intrappolato tra l’alluce ed il secondo dito una ciocca dei suoi capelli e ogni tanto prova a tirarla, per infastidire Ino, ma con scarso successo perché i capelli continuavano a scivolarle tra lei dita dei piedi.

Solo diversi minuti dopo, Ino non sapeva dire se ne erano passati sei o sessanta, Sakura finalmente si allontanò da quella patetica creatura sul pavimento.

- Ehi Maial Ino, ti sei dimenticata di leccare queste impronte. Dai, finisci presto la tua “missione” e raggiungimi di là, mi troverai seduta a chiaccherare con la tua “proprietaria”. E dopo aver sottolineato quell’ultima parola come aveva gia fatto con la parola “missione”, Sakura uscì dal dojo ridendo a crepapelle.

Ino sapeva che quelle impronte di piedi non appartenevano ad Hinata ed Hanabi, lo sapeva prima ancora di strisciare fino al punto indicato da Sakura che aveva ovviamente lasciato anche le sue impronte sudate per infliggere una nuova umiliazione alla sua rivale. Non potendo fare altro che obbedire, nonostante la rabbia per quell’ennesima ingiustizia, Ino tirò fuori la lingua e cominciò a leccare, assaporando per seconda volta il sudore dei piedi del futuro capo della divisione medica di Konoha. Ed una solita sensazione tra le sue gambe scatenò nuovamente quel conflitto interno alla sua anima, ribellarsi…o perdersi nel piacere?





Proprio come Sakura le aveva detto, Ino la trovò in soggiorno quando la giovane Yamanaka concluse finalmente il suo umiliante lavoro e l’allieva più brillante del Quinto Hokage stava conversando con Hinata mentre Hanabi leggeva un libro poco più in là, seduta comodamente sulla poltrona e con le sue belle estremità su un poggiapiedi azzurro. Tornando dentro casa Ino non si era dimenticata di spogliarsi totalmente, come ordinato dalla sue Padrone, e quando la giovane entrò nel soggiorno nuda come il giorno in cui era nata, Sakura scoppiò a ridere. Ino subì quella nuova umiliazione in silenzio e si inginocchiò ai piedi di Hinata.

- Hai deodorizzato e pulito i sandali di Sakura San? -

Le parole di Hinata fecero arrossire Ino terribilmente, no, non lo aveva fatto e la risposta glielo si leggeva in faccia.

- Vai a prenderle, veloce. Hai solo quindici secondi di tempo - Hinata disse e poi, mentre Ino si stava alzando per correre ad obbedire al suo ordine, la giovane aggiunse - No, non ti alzare…gattona, come il cane che sei -

E gattonando Ino cominciò quella gara contro il tempo, non aveva nessuna intenzione di essere punita davanti a Sakura e la ragazza non perse nemmeno tempo a pensare a come portare indietro i sandali della sua rivale, quindi li afferrò con la bocca, proprio come un cane, e tornò strisciando ai piedi della sua Padrona proprio prima che scadesse il tempo. Ancora una volta Ino sentì Sakura ridacchiare ma la ragazza Yamanaka non alzò lo sguardo da terra, i sandali della sua nemesi ancora nella sua bocca.

- Molto bene, Ino - Hinata disse accarezzandole la testa.

- Sì, davvero molto brava, Maial Ino - Sakura confermò un attimo dopo, prima di aggiungere - Ora puliscimi i sandali mentre ti dico qualcosa di molto importante -

Ino non potè fare a meno di alzare la testa e con curiosità osservare Sakura. Cosa poteva dirle di così importante? Forse era un messaggio di Tsunade sama? Forse il Quinto Hokage aveva deciso di darle un’altra occasione e riprenderla alla sua accademia medica?

- Non dimenticare di pulirmi le scarpe nel frattempo, scrofa! -

Curiosa di sentire cosa Sakura avesse da dire, Ino cominciò ad annusare intensamente i suoi sandali incurante di quanto potesse apparire patetica in quel momento. Il naso della giovane esplorò ogni centimetro della suoletta che la sua rivale calpestava giorno dopo giorno, depositando in essa sporco e sudore di piedi, che ora Ino stava inalando con tale foga che sembra quasi che le stesse piacendo quell’operazione così degradante.

- Tsunade sama ha finalmente deciso la data del tuo test, come sai, dopo la tua imbarazzante performance nell’arena davanti a metà villaggio, molti hanno dubitato delle tue capacità come kunoichi ed uno dei consiglieri ha persino chiesto che tu fossi retrocessa…te lo immagini, Maial Ino? Quanto sarebbe umiliante tornare ad essere un Genin mentre tutti i tuoi amici stanno per diventare dei Jonin? Beh, tutti eccetto Naruto ma lui già può competere contro dei Kage, quindi immagino che la cosa non valga per lui -

- Nessuno prima d’ora è stato mai retrocesso di grado, vero? - Hanabi chiese ad un certo punto, intervenendo per la prima volta nella discussione e mettendo giù per un attimo il libro che fino a pochi secondi prima stava leggendo avidamente.

- No, Ino sarebbe la prima nella storia di Konoha - Sakura replicò ridacchiando.

Ino non poteva credere alle sue orecchie, non solo aveva perso il suo posto nella divisione medica ma ora rischiava persino di tornare ad essere un Genin? Di fare missioni con dei ragazzini appena usciti dall’accademia?

“Al momento quei ragazzini sono molto più forti di me, non posso usare il mio chakra dopotutto” Ino pensò tristemente, continuando ad annusare i sandali di Sakura ed attendendo che la sua rivale ricominciasse a parlare.

- Come stavo dicendo, un consigliere ha spinto molto per la tua retrocessione ma Tsunade sama ha deciso di testare nuovamente le tue abilità per dimostrare che sei ancora una kunoichi degna di questo nome, anche se tutti cominciano a dubitare di ciò. Questa volta dovrai semplicemente lottare contro un avversario in 1vs1…e quell’avversario sarò io - Sakura concluse facendole l’occhiolino.

Doveva combattere contro Sakura? Proprio per il timore di combattere contro di lei in un 1vs1 aveva scelto di allenarsi con Hinata, quella era stata la causa di tutte le sue disavventure. Ma forse ora aveva una speranza, il suo Taijutsu era migliorato molto e forse in qualche settimana avrebbe potuto usare nuovamente il chakra e tutti i suoi jutsu.

- Quando sarà l’esame di Tsunade sama? - Ino chiese improvvisamente, il suo naso ancora sulla suoletta dei sandali di Sakura.

- Esattamente tra 40 giorni. Tsunade ha molti impegni in queste settimane e prima vuole alleggerire un po’ quella montagna di scartoffie che ha sulla sua scrivania -

“40 giorni? Ottimo, avrò tutto il tempo di guarire ed allenarmi” Ino si disse con gioia e quasi senza rendersene conto cominciò a leccare i sandali di Sakura.

- Visto che hai molto tempo per poterti preparare, io ed Hinata abbiamo pensato di aiutarti e per questo motivo ti ho preparato queste -

Ino osservò Sakura tirare fuori qualcosa da uno zaino e pochi secondi dopo la ragazza aveva in mano una pallina scura che somigliava molto ad una pillola di razioni militari.

- Aveva fatto queste pillole anche per aiutare Naruto con i suoi allenamenti…beh non proprio queste pillole, questa volta ho usato una ricetta davvero speciale - Sakura disse ridacchiando e poi, con tono più serio, lei aggiunse - Lecca un po’ più velocemente i mie sandali, se non ti dispiace, Maial Ino -

“Sì, mi dispiace. Mi dispiace leccare i tuoi sudici sandali, mi dispiace annusarli e persino averli vicino la mia faccia”

Queste sono le parole che Ino avrebbe voluto dire in quel momento ma come sempre non ebbe la forza di opporsi ed obbedì all’ordine di Sakura, muovendo senza sosta la sua lingua lungo tutti i suoi sandali, mentre la sua rivale riprendeva a spiegare quelle strane pillole.

- Queste pillole speciali che ho denominato “ Le pillole del maiale” in tuo onore, hanno effetti incredibili sul corpo umano. Una sola pillola può soddisfare il fabbisogno giornaliero di un uomo adulto, grazie al suo enorme apporto calorico. Puoi capire quanto sia utile mangiare queste pillole invece di un normale pasto, sarai sempre “piena” di energie e non dovrai perdere tempo a cucinare…sfruttando quel tempo per servire le tue Padrone invece -

- Quella…quella pillola sarà il mio unico pasto durante il giorno? - Ino chiese con stupore, la sua lingua ancora sui sandali di Sakura, proprio nel punto dove di solito le dita dei piedi della ragazza si poggiavano.

- Oh no, certo che no - la giovane dai capelli rosa rispose sorridendo - Una sola pillola non sarà sufficiente per il tuo “allenamento speciale”. Che ne dici Hinata, quattro dovrebbero essere sufficienti, no? -

- Forse 5 pillole è il numero giusto, non so perchè ma mi piace il numero 5 ed i suoi multipli - Hinata rispose con un sorriso, i suoi occhi si incontrarono con quelli di Sakura per alcuni secondi.

- Ma…ma…avete detto che una pillola ha cosi tante calorie da soddisfare un uomo adulto…se ne mangio 5 al giorno… -

- Diventerai più grassa di quell’elefante di Choji in poche settimane, esatto Maial Ino - Sakura rispose scoppiando a ridere ed allo stesso modo risero anche Hinata ed Hanabi.

Ino era scioccata, non poteva credere che volessero ridurla in quello stato, costringerla a mangiare così tante calorie da devastare il suo corpo in quel modo. La giovane non aveva neanche apprezzato l’offesa al suo amico Choji, il suo caro dolce compagno di squadra. Una rabbia immensa cominciò a crescere dentro di lei e per la prima volta la giovane era pronta a ribellarsi, i sandali di Sakura caddero per terra e la giovane Yamanaka osservò la sua rivale con tale odio da far spaventare chiunque…ma non l’allieva del Quinto Hokage. Sakura osservò Ino per un istante che sembrava infinito, quasi sfidandola a ribellarsi. Ma le furono sufficienti poche parole per spazzare via tutte le resistenze della povera Ino.

- Hai detto che sacrificheresti ogni cosa per Hinata no? Allora stavi mentendo? Il tuo bell’aspetto è troppo importante per te? Più importante di Hinata? -

Ino rimase paralizzata da quelle parole, la sua rabbia sparì in un istante, sostituita da una grande confusione. La ragazza si voltò ad osservare la sua bella Padrona che la osservava con attenzione, attendendo la sua risposta. Era davvero così? Il suo bell’aspetto, di cui si era sempre vantata, era più importante di quella Dea che aveva giurato di servire? Non aveva forse supplicato Hinata per diventare la sua schiava? Non aveva sacrificato persino il suo onore, la sua dignità, e persino tradito il suo Clan per lei? Davvero si sarebbe tirata indietro in quel momento? E per cosa? Per potersi vedere sempre allo stesso modo davanti ad uno specchio? Forse Sakura aveva ragione, sacrificare anche la sua bellezza avrebbe dimostrato ancora di più quanto venerasse la Principessa del Byakugan. E poi aveva senso, la vecchia Ino non esisteva già più, perche non distruggere l’unica cosa che era rimasta di lei?

Sakura e le due sorelle Hyuga notarono subito il cambiamento di Ino, qualcosa dentro di lei si era spazzato, la ragazza aveva ceduto nuovamente ed aveva accettato quel nuovo terribile sacrificio.

- Niente è più importante di Hinata sama...nemmeno...nemmeno il mio aspetto. Io... accetto queste pillole - disse Ino con gli occhi pieni di lacrime.


- Veramente? Ma non vuoi sapere prima come vengono prodotte? Ok, te lo dico, in fondo sai quanto è importante il consenso informato del paziente, vero? E tu sarai un mio paziente d’ora in poi, un paziente speciale come la dieta che seguirai d'ora in poi. Naturalmente anche gli ingredienti che ho utilizzato sono speciali, qualcosa che un maiale come te adorerà da morire. Cominciamo con alcuni prodotti selezionati appositamente per te dal mio bidone della spazzatura, so già che ti faranno venire l’acquolina in bocca. Ma per la tua dieta ho deciso di essere particolarmente buona e ho scelto di insaporire ancora di più la tua “brodaglia” utilizzando alcune unghie dei miei piedi, la loro pelle secca...oh certo non dobbiamo dimenticare un po' della sporcizia depositata sotto i miei sandali. Sai, questa è una cosa interessante, si cammina sempre in posti diversi e quello che si deposita sulle suole delle scarpe è sempre diverso, quindi non tutte le pillole avranno lo stesso sapore, come sai bene una dieta variata è molto importante per la salute, Maial Ino -


Il cuore di Ino si fermò per diversi secondi, doveva davvero mangiare tutta quella schifezza? Mangiare ingredienti tirati fuori dal bidone della spazzatura della sua rivale? Mangiare le sue unghie dei piedi e chissà cos'altro? Come poteva accettare quella dieta folle? Come potevano pensare che avrebbe accettato una simile umiliazione?


"Ma l’hai già fatto" disse una vocina nella sua testa ad Ino.


È vero, aveva già accettato di mangiare le pillole e le loro molte calorie che l'avrebbero fatta ingrassare, ma questo prima di sapere come venivano prodotte.


"E questo cambia forse qualcosa?" la vocina chiese ancora ed Ino non seppe rispondere subito.


Cambiava davvero qualcosa sapere esattamente come venivano prodotte quelle pillole? Era ovvio che Sakura aveva creato qualcosa di disgustoso per umiliarla e punirla, Ino lo sapeva fin dall'inizio...e aveva accettato le pillole. Adesso sarebbe riuscita a cambiare idea?


"Niente è più importante di Hinata sama," quelle parole echeggiarono nella sua testa, e la ragazza capì subito di aver perso una nuova battaglia.


- Io...accetto le pillole...e la mia nuova dieta - disse Ino sottovoce, non osando guardare in faccia le tre ragazze.


- Veramente? - chiese Sakura con falso stupore, sul suo viso c'era il solito sorriso beffardo - Sei proprio sicura, Maial Ino? Capisci che mangerai letteralmente la mia spazzatura? E che tutto questo ti renderà una brutta palla di lardo? -


Ino rimase in silenzio per qualche secondo, il suo corpo tremava di nuovo, poi finalmente la ragazza rispose:


- Sì -


- Sì cosa, Maial Ino? Dimostrami che hai capito bene - disse Sakura senza pietà.


- Accetto le tue pillole...le pillole che sono letteralmente fatte con la tua spazzatura...che dovrò mangiare ogni giorno...fino a diventare una...una palla di lardo -


Sakura scoppiò a ridere e la sua risata fu presto seguita da quella di Hanabi, Hinata, invece, continuava ad osservare la scena in silenzio e con grande attenzione.


- Penso che tu stia andando troppo di fretta, sembra quasi che tu non veda l'ora di diventare un vero maiale, Ino - continuò a dire Sakura, non volendo porre fine troppo in fretta all'umiliazione della rivale - Ho detto che ho fatto queste pillole per te , ma prima di dartele voglio che tu mi mostri quanto le desideri. Avanti, implorami di poter mangiare queste pillole fatte con le unghie dei miei piedi e la mia spazzatura, implorami di poter seguire la mia dieta e diventare più grassa di Choji -


Ino era troppo debole per combattere e sapeva che niente avrebbe mai potuto salvarla ormai, così si inchinò profondamente alla sua rivale e disse:


- Per favore, Sakura Sama, permettimi di mangiare le tue pillole speciali, le pillole che sei stata così gentile da creare per me, usando le unghie dei tuoi piedi, la tua spazzatura e tutte quelle cose che uno schifoso maiale come me ama. Ti prego Sakura sama, permettimi di poter seguire la tua dieta e diventare la persona più grassa e brutta del villaggio... -


Ino piangeva ma non se ne rese conto, le tre ragazze la guardavano con un'espressione strana, c'era divertimento, trionfo e incredulità allo stesso tempo.


- Ebbene, come posso non cedere dopo una simile supplica? Ti permetterò di realizzare il tuo grande desiderio, Maial Ino. Ringraziami adesso. Striscia ai miei piedi e ringraziami per aver creato faticosamente queste pillole per te, ringraziami per averti dato i mezzi per diventare ciò che avresti sempre dovuto essere... un bellissimo e sudicio maiale -

- Ringraziami, Ino Pig. Striscia ai miei piedi e ringraziami per aver faticosamente creato queste pillole appositamente per te, ringraziami per averti dato i mezzi per farti diventare quello che avresti sempre dovuto essere…un bel maialino -

Umiliata e piena di vergogna, Ino strisciò lentamente vicino Sakura e cominciò a baciarle i piedi, sentendo la ragazza ridacchiare. Le due sorelle Hyuga osservavano la scena con due ampi sorrisi.

- Gr…grazie Sakura sama…grazie per aver creato per me queste pillole che…che mi renderanno un maiale - Ino disse balbettando più che mai.

- Prego, Maial Ino - Sakura replicò ruotando il suo piede destro e permettendo alla sua vecchia rivale di baciarle anche la pianta. Poi la ragazza con i capelli rosa aggiunse - Penso che ti meriti una ricompensa, che ne dici di mangiare la tua prima pillola? -

Prima che Ino potesse fare qualcosa, Sakura buttò per terra la “Pillola del maiale” e con un piede l’avvicinò alla bocca di Ino.

- Apri la bocca…sì proprio così! -

La ragazza esultò quando Ino mangiò in un sol boccone la sua prima pillola che sotto i suoi denti era pastosa, troppo pastosa ed aveva un gusto terribile che la ragazza Yamanaka non riuscì però ad identificare, fortunatamente. Il fatto che Sakura non le avesse nascosto le origini di quelle terribili pillole, ma che anzi le avesse detto apertamente ogni cosa, vantandandose, dimostrava ancora una volta quanto Ino era caduta in basso e come la sua rivale e le sue due Padrone sapessero bene che lei non si sarebbe mai ribellata, neanche dopo qualcosa di così degradante, qualcosa che avrebbe dovuto mangiare per più di un mese, una schifezza che l’avrebbe resa grassa e brutta, qualcosa che avrebbe cancellato per sempre la vecchia Ino Yamanaka.



“Per costruire un mondo migliore a volte bisogna distruggere quello vecchio”

Ino ripensò a quella frase che in passato le aveva detto un uomo anziano che lei, Shikamaru e Choji avevano incontrato in un piccolo villaggio di pescatori nel paese delle onde, dopo una delle loro prime missioni. Il mondo le sembrava così bello allora, pieno di luce e colori. E allora perche adesso stava accettando tutto quello che stava succendendo nella sua vita? Perchè stava permettendo ad Hinata, Hababi e Sakura di distruggere il suo mondo? E soprattutto, quel nuovo mondo sarebbe stato davvero migliore? Per loro, sicuramente sì.


Fine Parte 3


Ps: Ricordo anche qui che ho da poco pubblicato sulla mia pagina gumroad una nuova versione inglese editata della storia pubblicata anche qui con il nome “Una competizione senza fine” e con essa ho pubblicato anche il nuovissimo “Kaley’s diary”, un racconto ambientato nello stesso mondo in cui vedremo anche alcune scene già viste ma dal punto di vista di uno dei personaggi più amati, che racconterà nel suo diario i suoi sentimenti relativi al nuovo rapporto con la cugina…un diario in cui non mancheranno le fantasie e le bugie di una ragazza che sta per diventare una star. Al momento non è prevista una versione in italiano vista la scarsa richiesta delle mie opere in questa lingua.
 
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view post Posted on 18/2/2024, 18:07     +1   +1   -1
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Allego anche un immagine, creata con AI, relativa ad una scena dell’ultimo capitolo.

Attached Image: IMG_1125

IMG_1125

 
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view post Posted on 18/2/2024, 18:23     +1   +1   -1

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No va bhe non ci speravo manco più... Subito a leggerlo😍
 
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view post Posted on 20/2/2024, 00:29     +1   +1   -1

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Adoro i tuoi racconti, il migliore in circolazione per distacco.
 
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view post Posted on 22/2/2024, 15:05     +1   +1   -1
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Non vedo l'ora del seguito ! Stupendo ! 🤩
 
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view post Posted on 25/2/2024, 22:44     +1   +1   -1
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Top bellissimo
 
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view post Posted on 7/3/2024, 19:57     +1   -1

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Non continua ?
 
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view post Posted on 11/3/2024, 08:25     +1   -1
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CITAZIONE (IsmaelRashad @ 7/3/2024, 19:57) 
Non continua ?

Le mie storie finiscono solo quando appare “The end”
 
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view post Posted on 11/3/2024, 15:14     +1   -1
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LEGGERE QUESTA NOTA PRIMA DEL CAPITOLO: La parte 4 introduce Natsu Hyuga, un personaggio davvero secondario che immagino sia sconosciuta alla maggior parte di voi, anche ai lettori di Naruto. Vi prego dunque di dare un occhiata al personaggio tramite il seguente link, così da essere preparati quando entrerà in scena.

https://naruto.fandom.com/wiki/Natsu_Hy%C5%ABga


Il tempo scorre così rapidamente a volte, veloce come Rock Lee in quel giorno in cui per la prima volta aveva fatto provare a Gaara un sentimento a lui estraneo come la paura, il timore di aver sottovalutato un avversario che ad ogni colpo, veloce come il fulmine, stava disentegrando le sue certezze come stava facendo con la sua impenetrabile difesa di sabbia. Erano passate tre settimane da quando Sakura aveva tirato fuori dalla sua tasca quelle terribili pillole come un prestigiatore tira un coniglio fuori da un cilindro. La kunoichi dai capelli rossi e le due giovani Hyuga erano state fedeli alla loro parola e come promesso avevano cambiato radicalmente il regime alimentare di quella povera ragazza bionda che una volta era una kunoichi forte e rispettata ed ora era al loro servizio come la più umile delle servitrici. In 20 giorni Ino aveva già quasi dimenticato il sapore di un vero pasto, di un ramen caldo, di un delizioso pesce fresco…tutto era diverso ora, tutto gustava come quelle disgustose pillole scure che, proprio come le aveva detto Sakura, avevano sempre un sapore diverso, visto che sempre diversi erano gli ingredienti utilizzati per produrle…anche se essi avevano una cosa in comune, proveniva ogni cosa dalla spazzatura della sua grande rivale.

Non solo il suo gusto ero cambiato in quelle settimane, ma anche il suo aspetto era già molto differente. Ino sapeva che quelle pillole contenevano una quantità smisurata di calorie, sapeva che l’avrebbero fatta ingrassare, Sakura non glielo aveva certo nascosto, anzi si era divertita un mondo a dirle che sarebbe diventata velocemente più grassa di Choji, ma dopo tre settimane fu comunque uno shock scoprire quanto le minacce della sue rivale si fossero rivelate veritiere. Ino non aveva bisogno di vedersi allo specchio per capire quanto fosse diversa, poteva vedere quanto fossero più tozze le sue braccia e le sue mani, poteva sentire le cosce strofinarsi tra loro e provocargli una fastidiosa irritazione, e soprattutto poteva sentire la fatica durante lo svolgimento di quelle attività che fino a poco tempo prima avrebbe potuto fare senza perdere una goccia di sudore. Ora anche salire pochi gradini era diventato difficile, come era complesso rialzarsi dopo essere stata per ore a quattro zampe, pulendo i sandali delle sue Padrone o leccando via le impronte dei loro piedi sudati dal pavimento del dojo, come era ormai solita fare dopo ogni allenamento delle due giovani Hyuga. Riguardo ai suoi allenamenti in vista del rematch contro Sakura davanti a Tsunade, ai consiglieri ed al resto del villaggio…beh, diciamo solo che non stavano andando molto bene.



- Zerbino -

La voce squillante di Hanabi risvegliò improvvisamente Ino da quel sogno ad occhi aperti che la giovane stava facendo mentre stava spolverando la camera di Hinata sama, approfittando della assenza della sua magnifica Dea, partita pochi giorni prima per una nuova missione. Ino si affrettò a raggiungere il genkan ma il suo nuovo fisico le impediva di muoversi con la velocità e l’agilità normale per uno shinobi, un’abilità che sembrava essere scomparsa, seppellita sotto quello strato di grasso che aveva preso possesso del suo corpo e cominciato a comprimere i suoi organi.

Hanabi non sembrava di buon umore quando finalmente Ino si distese per terra davanti alla seconda figlia di Hiashi Hyuga, in attesa di essere usata ancora una volta come uno zerbino umano, un’umiliazione a cui nessuno avrebbe mai potuto abituarsi. Ma questa volta Hanabi sembrava avere qualcosa di diverso in mente, non voleva usare il corpo di Ino per pulirsi i piedi prima di entrare in casa, voleva invece sfogare su di lei la sua rabbia per l’ennesima missione di basso livello che le era stata appena assegnata. Ino non riuscì a trattenere un gemitò di dolore quando la ragazza saltò sul suo stomaco con violenza, affondando il suo piede destro proprio nel punto i cui si trovava il fegato di Ino, un organo già sofferente per la dieta delle ultime settimane. Ma quel salto fu solo l’inizio e ben presto Hanabi cominciò a camminare lungo tutto il corpo della sua miserabile serva senza alcuna pietà, come al solito, provando un particolare piacere nello schiacciare sotto le sue suole il seno di Ino, ora di quasi due taglie più grosso.

- Stai zitta, gli zerbini non parlano - Hanabi disse poco dopo, quando Ino gemette nuovamente di dolore.

Per non essere disturbata dai lamenti della giovane Yamanaka, Hanabi le pressò con forza un piede sulla bocca, mentre il sinistro continuava a calpestare il seno di Ino senza pietà, utilizzando persino il chakra sotto i suoi piedi, proprio come si fa per scalare un albero o camminare sull’acqua, per rafforzare la sua presa e causare un danno maggiore alla povera ragazza sotto di lei.

- Ho detto di fare silenzio - Hanabi ripetè e stufa del servizio poco efficiente della sua serva le infilò rudemente quasi tutto il piede dentro la bocca, rischiando di soffocare Ino.

La ragazza bionda cominciò a contorcersi, il dolore al seno era insopportabile e quel piede in bocca non le permetteva nemmeno di respirare correttamente, oltre a farla quasi vomitare. Ma la sua disperazione sembrò incrementare ancora di più il sadismo di Hanabi che mise anche il piede sinistro sulla faccia di Ino e con le sue dita dei piedi le intrappolò il naso, sbarrando l’unica via di accesso che era rimasta all’ossigeno per entrare nei polmoni di Ino. La ragazza bionda non ebbe nemmeno il tempo di festeggiare il momentaneo sollievo al seno, che già doveva lottare per non morire soffocata sotto i piedi crudeli di Hanabi che quel giorno sembrava quasi un’altra persona. Non che di solito fosse la ragazza più gentile del mondo ma…

Hanabi era curiosa di vedere la reazione di Ino, nonostante tutto la ragazza avrebbe potuto ribellarsi, dentro di lei ci doveva ancora essere quell’istinto di sopravvivenza che spinge l’essere umano a lottare anche nelle situazioni più disperate e persino Ino non poteva rimanere inerme mentre stava per morire soffocata. Hanabi attese due lunghi ed interminabili minuti prima di comprendere che Ino non aveva la forza per salvare la sua stessa vita ed alla fine la giovane Hyuga, con un espressione disgustata, liberò il naso della sua serva e le tolse il piede dalla bocca, permettendole di ricominciare a respirare. Ma ovviamente le sofferenze di Ino non erano finite e ben presto Hanabi rimise entrambi i piedi sul seno della ragazza e cominciò nuovamente a saltellare su di esso, facendo finta di allenarsi.

- Non capisco proprio di cosa tu ti stia lamentando, non vedi quanto il tuo corpo sia molto più adatto ora ad essere uno zerbino? Già, tutto quel grasso ti ha reso molto più…morbida, sì, questa è la parola giusta. E confortevole direi, è un vero piacere per i miei delicati piedi camminare su di te ora. Dovresti essere felice di questo, no? Servire al meglio le tue Padrone dovrebbe essere lo scopo della tua miserabile vita, giusto? - Hanabi chiese sbeffeggiando la povera Ino e continuando a schiacciare con forza il suo seno sotto i suoi piedi. Ma la ragazza non voleva udire una risposta e così continuò il suo discorso - Ti preferisco di gran lunga così, Ino, devo ricordarmi di ringraziare Sakura quando la vedrò la prossima volta, lei ha avuto davvero una brillante idea. D’altronde a cosa ti servirebbe adesso un bel corpo atletico e tonico di uno shinobi? No, molto meglio questa tua nuova versione, comoda e confortevole, perfetta per essere un magnifico zerbino -

Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime che cominciarono a bagnarle il viso ormai paffuto, quel dolore era quasi impossibile da sopportare, un dolore fisico e psicologico al tempo stesso, un mix letale che Hanabi sapeva usare contro di lei meglio di chiunque altro, calpestando il suo corpo e la sua dignità allo stesso tempo.

- Sai, penso che attualmente con i tuoi canali del chakra fuoriuso, tutto quel grasso e la tua stamina praticamente inesistente, forse anche un civile riuscirebbe a sconfiggerti in uno scontro. Mi chiedo proprio come farai a combattere contro Sakura ora che sei diventata inutile persino come sparring partner nei nostri allenamenti quotidiani. Beh certo, non eri molto utile neanche prima, visto il tuo basso livello, ma qualche colpo riuscivi a schivarlo…ogni tanto. Però devo dire che è piacevole prendere a calci un sacco di lardo come te, anche Hinata mi ha confessato di amare prendere a calci quel tuo grasso sedere, aspettandosi quasi di sentire un grugnito uscire dalla tua bocca al posto di un gemito di dolore. Oh, parlando di maiali, quasi dimenticavo di darti la tua pillola…è la terza oggi, giusto? -

Ino stava ancora piangendo quando Hanabi scese finalmente dal suo corpo, ma la ragazza sapeva bene che una nuova umiliazione era in arrivo, come sapeva bene che Hanabi aveva perso il conto di proposito, come aveva fatto spesso in quei giorni così da poterle fare mangiare anche 6 o 7 pillole, superando un limite che la stessa Sakura aveva fissato, dicendo che era pericoloso fare assumere ad Ino altre calorie, che erano già 4 volte superiori a quelle che un uomo medio avrebbe dovuto assumere in un giorno.

Con estrema fatica, Ino cercò di rimettersi in piedi per seguire Hanabi in cucina ma le faceva male ogni muscolo del suo corpo e la ragazza decise di gattonare come un cane o come il maiale in cui si stava velocemente trasformando. Ino raggiunge la sua Padrona in cucina proprio quando la ragazza aveva afferrato la busta che conteneva una nuova Pillola del maiale ma a differenza del solito, la giovane Hyuga non la mise per terra e disse ad Ino di seguirla. La ragazza bionda non potè fare altro che obbedire e seguire stancamente la sua Padrona, gattonando dietro di lei. Solo diversi secondi dopo Ino si accorse che Hanabi era entrata nel bagno degli ospiti che non veniva usato letterlamente mai, o almeno non da quando Ino viveva lì.

- Ecco qua, mangia il tuo pasto, perdente - Hanabi disse facendo cadere la Pillola proprio dentro il gabinetto.

Ino non poteva credere a quello che aveva appena visto, Hanabi aveva davvero gettato il suo pasto, già disgustoso di suo, dentro il gabinetto riservato agli ospiti? E lei come avrebbe dovuto mangiarlo? Infilando la sua testa dentro il gabinetto e…e mangiare con la bocca quella ”pallina” nera e disgustosa che galleggiava nell’acqua?

- Non fare quella faccia, lo sai che non usa nessuno questo bagno. Non vedi quanto è pulito? - Hanabi disse all’improvviso come se quelle parole dovessero rincuorare la sua serva.

“Ok, il bagno sarà pure pulito ma quello rimane comunque un gabinetto e lei vuole che io mangi il mio “pasto” che galleggia lì dentro. Ma non vede quanto tutto questo è assurdo?” Ino pensò avvicinandosi lentamente alla tazza del water, che continuava a fissare con orrore.

La ragazza Yamanaka sapeva però di non poter disobbedire, sapeva che non ne aveva la forza, come non aveva avuto la forza di dire ad Hanabi che si era sbagliata, che quella sarebbe stata già la quinta ed ultima pillola del giorno, non la terza. Consapevole dell’atto degradante che stava per fare, l’ennesimo nelle ultime settimane, Ino infilò la testa dentro il water e con grandi difficoltà tirò fuori la lingua e l’avvicinò a quell’acqua che sembrava pulita ma che poteva nascondere un infinità di germi.

- Lascia che ti aiuti - Hanabi disse un attimo dopo ed Ino sentì immediatamente il piede nudo della ragazza sulla sua testa, spingendola sempre più dentro la tazza del water.

Sempre più umiliata, Ino non potè fare altro che mangiare in quel terribile modo, quasi come un cane, mentre Hanabi continuava a tenere il suo piede saldamente sui bei capelli biondi della sua serva. Quando Ino finalmente terminò di mangiare il suo “delizioso” pasto, la ragazza cercò rialzarsi e far uscire la testa da dentro la tazza del water ma Hanabi intervenne ancora una volta.

- Non essere maleducata Ino, lo sai che dopo aver mangiato bisogna pulirsi la bocca per bene - E così dicendo la ragazza tirò lo sciacquone del water.

Ino dovette attendere pochi secondi che sembrarono infiniti, la sua faccia e parte dei suoi capelli erano totalmente bagnati. L’acqua del gabinetto aveva lavato via i residui appiccicosi di quella terribile pillola e spazzato via l’ultima briciola di dignità di quella ragazza che era nata per essere l’erede del clan Yamanaka.



Solo qualche ora dopo Hanabi informò Ino della sua imminente partenza e che la ragazza si sarebbe dovuta trasferire a casa di Sakura per qualche giorno.

“Sakura ti aspetta dopo il calar del sole e sembrava fuori di sè dalla gioia quando le ho detto che saresti stata la sua serva durante l’assenza mia e di Hinata”

Ino non aveva faticato a credere alle parole di Hanabi che stava finendo di preparare il suo zaino per la sua missione che l’attendeva e che ancora una volta non sembrava aver soddisfatto le sue aspettative. Ma la giovane Hyuga non aveva ancora terminato il suo discorso.

- Fino al tramonto, dovrai continuare a svolgere le tue faccende sotto la supervisione di Natsu, cerca di non farla arrabbiare come l’ultima volta - e cosi dicendo Hanabi scoppiò a ridere e se ne andò.

Ino deglutì nervosamente mentre l’ansia cominciava a prendere possesso del suo corpo. Ino sapeva perche Hanabi trovasse la cosa tanto divertente, vedere Ino comandata a bacchetta da una serva, da quella ragazza che per anni aveva servito e scortato Hanabi dovunque, doveva essere una vista molto appagante. Ino ricordava quando Natsu era tornata da quel lungo viaggio in cui aveva accompagnato il suo capo clan che per il momento non aveva più bisogno di lei, e la ragazza Yamanaka ricordava fin troppo bene la prima volta in cui lei aveva supervisionato il suo lavoro all’interno della residenza degli Hyuga. Ino non conosceva molto bene Natsu, aveva visto solo poche volte quella ragazza coi capelli corti di colore verde scuro che di solito indossava un lungo kimono nero con un grembiule bianco sopra. In quelle rare occasione in cui Ino aveva incontrato la ragazza, che apparteneva alla casata cadetta degli Hyuga, la giovane le era sembrata una persona gentile e calma ed aveva sempre trattato Ino con il massimo rispetto. Ma tutto ciò era solo un ricordo ora che Natsu non vedeva più Ino come un ospite delle sue signore ma come una vera schiava, cosa che Hinata ed Hanabi non le avevano certo nascosto. Natsu non aveva quindi perso tempo a sfogare su Ino tutte le sue frustrazioni, come a voler sottolineare la nuova differenza di status che c’era ormai tra le due ragazze. Per tale motivo Ino temeva sempre quelle ore in cui la cameriera degli Hyuga aveva il compito di supervisionare il suo lavoro, qualcosa che la giovane faceva in modo assolutamente spietato…e quel giorno non fu certo diverso.

- Ci sono ancora delle pieghe sul lenzuolo, fallo di nuovo -

Ino imprecò sotto voce dopo aver udito quelle parole per la terza volta di fila, ma sapeva bene che Natsu non avrebbe accettato altro che la perfezione ed avrebbe continuato a starle col fiato sul collo fino a quando i letti delle sue signore non fossero stati perfetti.

- Sì Natsu sama, mi perdoni -

Ino trovava estremamente umiliante chiamare in quel modo una serva, ma quello serviva a ricordarle ancora una volta quanto lei fosse caduta in basso e che occupava davvero l’ultimo gradino della scala sociale all’interno della residenza degli Hyuga. La giovane Yamanaka osservò per un istante il suo severo supervisore che sembrava quasi non provare alcuna emozione, come se fosse una sorta di robot, ed Ino riprese a rifare il letto di Hanabi per l’ennesima volta, consapevole che da lì al tramonto avrebbe ricevuto una serie infinita di rimproveri.

Hmm, può andare per il momento…ma dovrai impegnarti di più la prossima volta -

Ino non ebbe il tempo di rallegrarsi per quelle parole perchè Natsu la condusse subito nella stanza di Hinata e le ordinò di pulire il pavimento. La ragazza bionda non potè fare a meno di inginocchiarsi nuovamente per terra e cominciare a strofinare il pavimento con uno straccio molto simile a quello che lei indossava fuori di casa. Ino voleva poter dire di essersi abituata ad essere vista nuda dalla sue due Padrone o da Natsu, ma non era esattamente così e soprattutto con quest’ultima era tremendamente umiliante lavorare senza nulla indosso. Natsu come sempre appariva incurante del corpo nudo di quella ragazza che era ormai una sua sottoposta, e la giovane cameriera degli Hyuga continuava ad esplorare la stanza di Hinata con il suo Byakugan alla ricerca della più piccola traccia di sporcizia.

Lì, hai dimenticato di pulire in quell’angolo -

Ma io… - Ino cercò di protestare prima di essere interrotta.

- E lì vicino al letto, non hai visto quanta polvere? E’ un lavoro assolutamente inaccettabile. Fallo di nuovo…e usa la tua lingua stavolta, come punizione -

Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime, non era giusto, la stanza era pulita e lei non poteva vedere quelle tracce microscopiche di sporco che invece Natsu aveva rilevato grazie al suo potente dojutsu, senza considerare il fatto che Hinata non c’era e non aveva senso pulire così tanto quella stanza. Ino però non ebbe la forza di protestare o di dire quello che pensava a Natsu che sorrise per la prima volta quel giorno proprio mentre Ino cominciava a leccare il pavimento. Mentre la lingua di Ino si muoveva senza sosta sul pavimento di legno, che proprio come lei affermava era pulito, Natsu continuava a muoversi avanti e dietro per la stanza, i suoi piedi nudi calpestarono più di una volta le dita di Ino, apparentemente in modo involontario ma la giovane Yamanaka sapeva che non era affatto così e dovette sopportare il dolore in silenzio.

Qui - la giovane indicò toccando con l’alluce un punto in cui i suoi potenti occhi avevano visto dello sporco che Ino non potè fare altro che leccare via.

Ancora una volta niente di quello che Ino fece sembrò soddisfare il suo supervisore che continuò a rimproverarla a lungo, perdendo sempre di più la pazienza.

- Non hai visto quella ragnatela? Rimuovila immediatamente - disse ancora Natsu, sfruttando al massimo il suo Byakugan per punire sempre di più quella sfortunata giovane donna che per uno strano scherzo del destino era finita sotto il suo controllo.



Ino poté solo strisciare fino al punto indicato e...



- Cosa stai facendo? Ti ho detto di usare la lingua come punizione -



"Cosa? Vuole davvero che rimuova questa ragnatela con la lingua? Non posso, è troppo disgustoso"

Natsu odiò quell'esitazione e prima che Ino se ne rendesse conto, nelle mani della donna era comparso un piccolo ma pericoloso frustino che sferzò l'aria e colpì la giovane Yamanaka sulle natiche.



Solo dopo più di due minuti, quando il sedere di Ino era ormai rosso e dolorante, la giovane donna fu "libera" di obbedire a quell'ordine macabro, mangiando quella ragnatela, fortunatamente priva di ragni e delle sue vittime. Non che la cosa fosse di grande aiuto e Ino rischiò di vomitare più di una volta, ma il frustino di Natsu fece in modo che ciò non accadesse.



Ma solo quando le due ragazze si spostarono in cucina, Natsu si arrabbiò veramente.

- Non posso crederci, e tu hai osato dirmi di aver pulito qui? Non vedi quanta polvere c’è sopra quelle mensole? -

“No, non la vedo…scusa se non ho i tuoi occhi” Ino avrebbe voluto replicare ma ancora una volta dalla sua bocca uscì un debole:

- Mi scusi Natsu sama -

- Sai solo scusarti? Ho capito, devo fare tutto io qui, come al solito - Natsu replicò stizzita, prima di schioccare imperiosamente le dita e aggiungere - A terra, vediamo se almeno puoi essermi utile in qualche modo -

Ino si distese a pancia in giu, consapevole di quello che sarebbe successo poco dopo. Ancora una volta qualcuno la stava usando come uno zerbino, una sorta di sgabello, e Natsu era salita sul suo corpo per raggiungere quelle mensole che erano decisamente troppo in alto per lei. Ino dovette stringere i denti per non lasciarsi sfuggire un gemito di dolore mentre la giovane cameriera degli Hyuga continuava a camminare sul suo corpo, mentre spolverava quelle zone che Ino aveva trascurato, o così lei diceva. Natsu sembrava provare uno strano piacere a calpestare con maggiore forza la nuca di Ino, nel mezzo delle sue spalle e ovviamente sulle sue natiche doloranti. Nonostante stesse facendo il suo vecchio ed umile lavoro, per la prima volta la giovane cameriera si sentiva importante, come se avere qualcuno sotto i propri piedi le desse una parte di quella nobiltà che avevano avuto sempre e solo i membri della casa principale degli Hyuga.

- Non ci arrivò lassù, mettiti a quattro zampe -

La giovane pronunciò quelle parole ma non scese dal corpo della povera Ino che dovette usare tutte le sue energie per cambiare posizione e mettersi a quattro zampe nonostante il peso di Natsu sulla sua schiena e sulla sua nuca.

- Stai attenta a non farmi cadere, perdente -

Il calcio di Natsu sulla sua nuca fu molto doloroso ma Ino riuscì comunque a completare quella difficile operazione ed a permettere al suo supervisore di raggiungere finalmente la mensola più in alto. Le braccia di Ino cominciarono a tremare per la fatica, ancora una volta la giovane si rese conto che il suo nuovo fisico era ben lontano dalla prestanza atletica posseduta dalla vecchia Ino che sapeva di non poter resistere ancora a lungo sotto i piedi di Natsu che sembrava decisamente perdere tempo di proposito. Dieci minuti dopo Ino era allo stremo, numerose gocce di sudore caddero dalla sua fronte al pavimento e la ragazza sperò che Natsu non se ne accorgesse o gliele avrebbe fatte leccare via, ma i suoi pensieri furono interrotti quando le sue braccia cedettero improvvisamente. Natsu non cadde rovinosamente per terra solo grazie alle sue abilita ninja ma la ragazza era comunque furiosa.

- Sei un idiota! - la ragazza dai capelli verdi le urlò, quella giovane così educata e gentile che Ino aveva conosciuto anni prima, era scomparsa. Il suo frustino colpì nuovamente e per 5 lunghi minuti, poi quasi rassegnata, Natsu aggiunse: - Ma c’è qualcosa che tu sappia davvero fare? -

Natsu non sapeva se essere felice o meno che Ino fosse peggio di lei sotto ogni punto di vista, il suo lavoro era mediocre e questo la costringeva a dover lavorare per pulire quello che Ino aveva trascurato ma ciò le dava anche la possibilità di punire ed umiliare la ragazza Yamanaka, qualcosa che Natsu aveva rapidamente imparato ad amare.

- Io…io sono brava a pulire scarpe…e leccare piedi -

Ino non compresè perchè quelle parole le erano uscite dalla bocca, perchè aveva fatto a Natsu una confessione tanto patetica che ovviamente fece apparire un sorriso sul viso della giovane cameriera degli Hyuga, una confessione che non le avrebbe certo fatto guadagnare il rispetto di Natsu ma che le avrebbe dimostrato ancora di più quando patetica fosse diventata quella ragazza che una volta aveva servito portandole da bere mentre era in compagnia di Hinata e che ora poteva usare come uno sgabello mentre puliva la casa delle sue Signore.

- Davvero? Questo è tutto quello che hai da offrire? Beh, mostrami cosa sai fare dunque, vediamo se stai dicendo la verità o se sei davvero del tutto inutile -

Ino non potè che maledire se stessa per essersi cacciata da sola in quella situazione e come poteva dunque rifiutarsi quando Natsu la condusse nel genkan e le disse di pulirle i suoi sandali proprio come faceva con quelli di Hinata ed Hanabi? E proprio come la più giovane delle due sorelle era solita fare, Natsu rimase lì ad osservare Ino che le puliva i sandali, ma non come una personale normale, non utilizzando una spazzola o qualche altro utensile, Ino lo faceva con la sua lingua che esplorava ogni centimetro di quei sandali con l’abilità di chi aveva fatto quell’operazione numerose volte. La giovane Yamanaka poteva sentire lo sguardo di Natsu su di lei, ma questo non le impedì di svolgere il suo lavoro alla perfezione, quasi come se volesse dimostrare al suo supervisore che non aveva mentito, che esisteva davvero qualcosa che Ino sapeva fare meglio di chiunque altro. Per quella ragione quindi la ragazza bionda cominciò ad annusare i vecchi sandali di Natsu con intensità, facendo entrare nei propri polmoni quel forte odore di piedi che era frutto di anni e anni di lavoro al servizio della casata principale degli Hyuga. Ino non potè fare a meno di paragonare quell’odore a quello delle sue due Padrone ed alla fine la giovane pensò che esso era molto più simile a quello di Sakura, nonostante Natsu fosse una Hyuga come Hanabi ed Hinata. Nel frattempo la ragazza con i capelli verde scuro osservava la scena con in volto un mix di soddisfazione e disgusto, come poteva qualcuno fare una cosa così degradante? Quello era qualcosa che lei non avrebbe mai fatto, neanche se qualcuno della casata principale avesse cercato di costringerla grazie al sigillo maledetto marchiato sulla sua fronte da più di 16 anni. No, quello non era il lavoro di una serva, quello era il compito di una schiava.



- Devo dire che non mentivi, hai fatto davvero un buon lavoro nel pulire i miei sandali - Natsu disse qualche minuto dopo, giudicando il lavoro di Ino.

- Grazie Natsu sama - Ino rispose subito, felice di aver finalmente dimostrato il suo valore al suo severo supervisore che tuttavia non aveva dimenticato il resto delle sue parole.

- Ora non resta che vedere se sei così brava anche a leccare i piedi. Dai, fai in fretta…il sole tramonterà tra poco -

Con la solita vergogna, Ino strisciò ai piedi di Natsu e senza perdere tempo cominciò a leccarli cercando di dare il meglio di sè, di dimostrarle che lei era davvero utile in qualcosa, anche se in una cosa così degradante. I piedi della giovane non erano belli come quelli delle sue Padrone, si vedeva che Natsu lavorava molto e nelle sue piante c’erano diversi calli, ma ciò non fermò Ino che continuò a muovere senza sosta la sua lingua dai talloni della ragazza alle palle dei suoi piedi. Ancora una volta Ino si ritrovò ad analizzare il gusto dei piedi di un altro essere umano e decise che quello di Natsu era decisamente il peggiore tra quelli che aveva assaggiato fino a quel momento. Il sapore era molto forte soprattutto tra le dita dei piedi della giovane cameriera degli Hyuga, e ci vollero diversi leccate per rimuovere quasi del tutto le tracce del sudore dei suoi piedi che in quel punto si era miscelato con altra sporcizia che Ino dovette ingoiare senza lamentarsi.

Natsu trovò la lingua di Ino estramente piacevole, molto più di quanto si sarebbe mai immaginata e si disse che da quel momento in poi avrebbe usato quella patetica ragazza più spesso in quel modo. Non solo la lingua della giovane Yamanaka stava massaggiando i suoi piedi stanchi, facendola rilassare come mai prima di allora, ma era come se ad ogni nuova leccata, Natsu si sentisse più forte e sicura di sè, per la prima volta nella sua vita si stava sentendo più come una regina che come una serva. Probabilmente il fatto che Ino non fosse una semplice kunoichi, ma l’erede di uno dei clan più importanti del villaggio, rendeva il tutto ancora più speciale e Natsu dovette trattenere un gemito di piacere quando usò la lingua di quella patetica schiava come una sorta di zerbino, strofinando rudemente i suoi piedi contro di essa.

- Avevi decisamente ragione, sei buona solo per pulire scarpe e leccare piedi - Natsu disse ad un certo punto, senza allontanare i suoi piedi dalla faccia di Ino che si sentì stranamente felice di udire quel “complimento”. Ma la giovane cameriera non aveva ancora terminato e aggiunse - Complimenti, sei brava solo in quelle cose che farebbe solo un animale o una schiava…e tu quale sei dei due? -

E con quella domanda Natsu si allontanò, il sole stava tramontando ed una nuova sadica Padrona stava aspettando Ino con trepidazione dall’altra parte del villaggio.



- Benvenuta, Ino Pig. Sei pronta ad prenderti amorevolmente cura di me in questi giorni? -

Ino non aveva mai visto Sakura così felice ed il motivo di quella gioia non era certo un mistero, se la ragazza dai capelli rosa aveva amato poter usare brevemente Ino quelle due volte a casa della loro amica Hinata, cosa avrebbe fatto ora che avrebbe avuto il totale controllo sulla sua rivale per giorni?

- Togliti quello straccio prima di entrare, Maial Ino, puzza da morire e non voglio che quel fetore infesti la mia casa -

Quelle parole umiliarono tremendamente la giovane Yamanaka che avrebbe voluto urlarle che non era una sua scelta indossare quell’ “abito” orrendo, quello straccio che veniva usato dalle sue Padrone per pulire i loro bei corpi sudati dopo i loro allenamenti, che non era una sua scelta andare in giro con una cosa così puzzolente indosso che tra l’altro quasi non le entrava più ora e si era scucito in diversi punti. Tuttavia Ino rimase ancora una volta in silenzio e senza dire una parole si tolse lo straccio, che lasciò fuori dalla porta, ed entrò in casa della sua rivale totalmente nuda, provando vergogna per quello che stava facendo e per quello che era diventata.

- Vedo che le mie pillole del maiale stanno funzionando benissimo, ma guardati! Sei davvero bellissima, una bellissima scrofa…e aspetta di vedere il risultato finale - Sakura disse ridendo a crepapelle, i suoi occhi continuavano a studiare il corpo ormai grasso e molliccio delle sua rivale che aveva già perso tutta la sua bellezza e che oramai non poteva più competere con lei neanche da quel punto di vista.

Sakura era una kunoichi migliore e lo sapeva, era più forte, più agile, aveva una conoscenza dei jutsu medici seconda solo a Tsunade oramai ed Ino non aveva nessuna possibilità di competere con lei, aveva perso totalmente quella gara che era durata anni. Ma fino a poche settimane prima Ino aveva ancora la sua incredibile bellezza, qualcosa che la rendeva estremamente pericolosa, qualcosa che avrebbe potuto rovinare i piani di Sakura riguardo Sasuke, quando l’ultimo bellissimo superstite del clan Uchiha sarebbe finalmente tornato al villaggio.

“Adesso Sasuke non ti guarderebbe neanche per un attimo, e se lo facesse lo farebbe con un espressione di disgusto. No, ormai il mio Sasuke non può che scegliere me” Sakura pensò felice mentre mostrava ad Ino la sua casa, che la giovane Yamanaka aveva visitato l’ultima volta ben cinque anni prima.

Sakura decise di cominciare a giocare con la sua nuova serva nella piccola cucina e dopo aver condotto lì Ino, la padrona di casa, disse:

- Sei proprio arrivata al momento giusto, non ho ancora “cucinato” le tue meravigliose pillole ed ora potrai aiutarmi ed assistere alla loro speciale produzione -

Ino sapeva benissimo che le sue umiliazioni stavano per ricominciare ma non aveva la forza per opporsi ne per guardare la sua rivale che continuava a ridacchiare. La ragazza bionda decise dunque di studiare il pavimento di legno su cui era inginocchiata, mentre Sakura prendeva delle ciotole di diversa grandezza e colore. Solo qualche istante dopo, la ragazza fece un piccolo balzo e si sedette sul tavolo della cucina, cominciando a dondolare i suoi piedi nudi a mezz’aria, a pochi centimetri dal viso di Ino che tuttavia non si mosse, sapeva che non avrebbe avuto senso e che presto o tardi sarebbe stata di nuovo ai piedi della sua vecchia amica.

- Cominciamo a preparare il primo ingrediente, va bene? - Sakura disse facendole l’occhiolino e porgendo ad Ino un tagliaunghie.

“Ma per la tua dieta ho deciso di essere particolarmente buona e ho scelto di insaporire ancora di più la tua “brodaglia” utilizzando alcune unghie dei miei piedi, la loro pelle secca…”

Ino ricordava quelle parole come se Sakura le avesse pronunciate il giorno prima. Erano invece già passate tre settimane da quel giorno in cui la ragazza le aveva raccontato l’origine di quelle pillole disgustose che Ino era stata costretta a mangiare da allora, lottando ogni volta contro il loro gusto nauseabondo e contro l’umiliazione. Ino sapeva che Sakura non aveva mentito, sapeva che la sua rivale aveva davvero messo ogni genere di schifezza possibile dentro le pillole ed oggi ne avrebbe avuto la conferma definitiva. Con la mano tremante Ino prese il tagliaunghie che Sakura le aveva dato, e con grande lentezza la giovane Yamanaka si avvicinò ai piedi della sua momentanea “proprietaria” e ne studiò le unghie, che erano decisamente più lunghe di quando aveva incontrato l’amica/rivale nella residenza degli Hyuga.

- So a cosa stai pensando, so quale domanda sta riempendo quel piccolo cervello dentro la tua scatola cranica -

Ino alzò la testa e per la prima volta quel giorno i suoi occhi incontrarono quelli della sua rivale, che senza esitazione continuò a dire:

- Ti stai domandando come posso avere le unghia dei piedi così lunghe, vero? Stai cercando di capire come può un ingrediente così speciale ma così raro essere sempre presente nelle tue pillole. Beh, la soluzione è molto semplice. Sto usando un particolare jutsu che mi permette di rigenerare velocemente le mie unghie dei piedi. Sai, è una tecnica particolarmente faticosa e dovresti ringraziarmi per questo grande sacrificio che sto facendo per te -

- Gr…grazie Sakura sama -

Quel giorno quelle erano state le prime parole pronunciate da Ino da quando aveva messo piede nella casa della sua rivale, e le sue prime parole erano state un ringraziamento per quello che Sakura faceva per offrirle sempre delle unghie dei piedi fresche da mangiare dentro le sue pillole. Quanto in basso era caduta? E quanto ancora poteva cadere? Esisteva davvero un limite alla sua perversione, alla sua follia?

- Prego, Maial Ino. Ora inizia a tagliarmi le unghie e stai attenta, se mi ferisci calpesterò quella tua faccia fino a farti perdere tutti i denti -

Consapevole della forza bruta che la giovane possedeva, Ino rabbrividì e cominciò il suo lavoro con un attenzione quasi maniacale, per un attimo le sembrò quasi di essere nuovamente alla scuola medica di Tsunade sama, quando in classe stavano facendo un intervento chirurgico ad un rospo. Anche Sakura la osservava con la stessa concentrazione, ancora incredula che la sua grande rivale fosse ormai la sua serva e le stesse tagliando le unghie dei piedi che sarebbero presto diventate un ingrediente importante del suo pasto ultra calorico.

- No, non farle cadere per terra…diamine, non ti ricordi che dopo esse faranno parte del tuo pasto? Vuoi forse mangiare delle cose sporche, Ino Pig? -

Quel rimprovero di Sakura non aveva nessun senso per Ino, la sua rivale le aveva già detto che la maggior parte degli ingredienti delle pillole proveniva dalla sua spazzatura e ora si lamentava se le sue unghia dei piedi finivano per terra per qualche secondo?

“Esatto, le sue unghia dei piedi!” Una vocina urlò dentro di Ino, stavano parlando di fottutissime unghia dei piedi, erano già sporche!

Il conflitto interiore della ragazza Yamanaka non si mostrò a Sakura che continuò a ridacchiare mentre la sua nuova serva continuava diligentemente il suo lavoro, il primo umiliante compito di quel giorno che sarebbe stato lungo, molto lungo.

- Prendi quella ciotola e metti le unghia dentro, poi posala per terra proprio sotto i miei piedi e comincia con questa - Sakura disse qualche minuto più tardi, dando ad Ino una piccola pietra pomice.

Dopo aver obbedito, Ino tornò ad inginocchiarsi ai piedi della sua rivale, sapendo bene cosa avrebbe dovuto fare pochi secondi dopo.

“Ma prima i piedi non dovrebbero stare a mollo per qualche minuto?” La ragazza bionda si domandò cominciando a strofinare la pietra sulle belle piante dei piedi di Sakura. La pelle secca della ragazza cadeva dentro la ciotola come quei fiocchi di neve che solo rare volte avevano imbiancato Konoha, o per fare una similitudine più vicina alla sua triste situazione, come del formaggio grattugiato viene sparso sopra un delizioso pasto. Ino sapeva che il suo pasto era tutt’altro che delizioso, tre lunghe settimane le avevano dimostrato che non era neanche possibile abituarsi ad una cosa così disgustosa, ed ogni volta sembrava di mangiare quelle pillole come se fosse la prima.

Ci vollero altri dieci lunghi minuti prima di completare quella nuova umiliante operazione e solo quando l’ultimo granello di pelle morta cadde dentro la ciotola, Sakura sembrò soddisfatta e pronta a balzare giù dal tavolo su cui si era seduta e da dove aveva dirette le operazioni con il suo onnipresente sorriso beffardo.

- Oh, quasi dimenticavo. Leccami velocemente le piante, Maial Ino, le sento come se fossero tutte impolverate - Sakura disse avvicinando i suoi piedi al viso della sua serva che ancora una volta non potè fare a meno di mettere da parte l’orgoglio, se ne aveva ancora, ed obbedire.

Non era la prima volta che Ino leccava i piedi della sua rivale, ma l’effetto fu identico, l’umiliazione enorme. La lingua di Ino si mosse con l’ormai solita abilità, proprio come aveva detto Sakura la giovane poteva percepire quanto fossero “polverose” le sue piante, ma grazie al suo lavoro ben presto i residui di pelle morta si trasferirono dai piedi della pupilla di Tsunade sama alla sua lingua, pronti per essere ingeriti.

“Lei ha ragione, solo uno lurido maiale ormai” Ino pensò con tristezza e con rassegnazione, chiedendosi se la sua vita sarebbe stata sempre così da quel momento in poi.

Ino sperava ancora di vincere contro Sakura e dimostrare davanti a tutta Konoha che poteva essere ancora una kunoichi, sperava ancora di poter tornare ad essere un ninja medico, anche se quello significava comunque essere agli ordini di Sakura che aveva vinto la precedente sfida a tre, sconfiggendo anche Shizune e diventando praticamente il nuovo capo della divisione medica. Ino sperava ancora di avere una vita normale. Ma allora perche stava facendo tutte quelle cose? Perché mangiare quelle pillole e devastare il suo corpo? Perché accettare di subire tutte quelle umiliazioni che stavano velocemente e radialmente cambiando la sua psiche? L’espressione di trionfo di Hinata le balenò nella mente per una frazione di secondo ed Ino sentì di nuovo un fuoco tra le sue gambe. La ragazza tornò a concentrarsi su quello che stava facendo e tornò a leccare i talloni di Sakura con maggiore vigore, senza pensare più al suo triste destino.



- Ok, è ora di passare alla prossima fase - Sakura disse qualche minuto dopo, questa volta balzando davvero giù dal tavolo ed afferrando la ciotola dentro cui erano depositate le sue unghia dei piedi e la loro pelle morta.

Ino rimase al suo posto, inginocchiata sul pavimento ad osservare dal basso quello che stava facendo la sua rivale che sembrava più che felice di mostrarle ogni cosa.

- Vedi, ora mettiamo dentro un po’ d’acqua, dobbiamo fare inumidire le unghia per evitare che possano perforarti lo stomaco. Ma come ti ho detto sono molto generosa quando ti preparo questo pasto speciale e quindi oltre l’acqua metto un po’ di questa per insaporirla -

La ragazza bionda osservò con disgusto Sakura sputare numerose volte dentro la ciotola, e la mente di Ino inevitabilmente non potè che tornare al giorno in cui aveva leccato da terra lo sputo di Hinata, lo sputo per cui aveva tradito e disonorato il suo clan, lo sputo per cui aveva spezzato il cuore di suo padre. Ma i tristi ricordi della giovane furono presto interrotti dalla sua rivale che le afferrò improvvisamente i capelli e tirandoli con forza, la costrinse a gattonare dall’altra parte della stanza.

- Nel frattempo l’acqua e la mia preziosa saliva fanno il loro lavoro, che ne dici se scegliamo il resto degli ingredienti per le tue pillole? -

Non fu una sorpresa per Ino quando Sakura si fermò proprio davanti il sui cestino della spazzatura, le aveva gia detto settimane prima da dove provenivano la maggior parte degli ingredienti. Questo però non rese meno difficile ed umiliante i minuti succesivi. Sakura scaraventò con un calcio il cestino per terra rivelandone tutto il suo contenuto che si sparse in modo caotico sul pavimento che Ino sapeva bene avrebbe poi dovuto pulire.

- Forza, scava un pò in quel cumulo di schifezze e mostrami cosa c’è nel menù di oggi. Sì, brava, proprio così -

Ino non fu certo rincuorata da quel complimento e sempre più umiliata continuò a cercare tra la spazzatura della sua rivale come se fosse una stracciona senza un tetto sotto cui dormire e con lo stomaco vuoto da riempire.

- Vediamo cosa hai trovato…quella buccia di mela? Hmm, no troppo fresca…ah sì, quel pezzetto di salmone va bene, era troppo grasso per me quando l’ho buttato due giorni fa. Anche quelle buccie di banane di tre giorni fa sono perfette…proprio come quei fazzolettini della scorsa settimana, sai, sono stata un po’ influenzata e ne ho consumati tantissimi, ma per fortuna abbiamo trovato il modo di riciclarli, non è vero? - Sakura disse con un nuovo sorriso perfido.

Ino dovette usare tutta la sua forza di volontà per non indietreggiare, terrorizzata da quello che aveva appena visto. Davvero aveva mangiato tutte quelle schifezze per tre settimane? E poi quei fazzoletti…davvero Sakura voleva inserirli nella sua terribile ricetta? Ino rischiò ancora una volta di vomitare al solo pensiero di mettere in bocca e poi ingerire quella roba che inoltre l’avrebbe sicuramente contagiata.

“Ma i fazzoletti non possono essere uno dei soliti ingredienti, ed il resto, seppur disgustoso, non è neanche lontamente sufficiente a rendere le pillole così caloriche. Come è possibile dunque che io sia ingrassata così tanto?”

Ancora una volta Ino non dovette che attendere qualche minuto prima di avere una risposta. Dopo averle ordinato di mettere gli ingredienti prescelti in una seconda ciotola, Sakura aprì uno sportello sotto il lavandino e le mostrò una terribile collezione di pentole piene di una strana sostanza.

- Ho dovuto fare un accordo con ben cinque ristoranti qui vicino per accumulare tutto questo grasso, ma non avevo altra scelta, nella mia dieta ci sono pochi cibi grassi e poi non volevo sporcare la mia cucina. Comunque i ristoratori sono sembrati più che felici di smaltire il grasso rimasto nelle loro cucine e hanno accettato di darmelo in cambio di un giorno di pulizia al mese…che ovviamente dovrai fare tu, Maial Ino, ne ho già parlato con Hinata. Però mi raccomando, non farmi fare brutta figura, mentre pulisci la cucina di questi ristoranti e scrosti i loro fornelli, per favore cerca di non mangiare il grasso che trovi in giro -

Ino non sapeva cosa fosse peggio, se il dover pulire le cucine di quei ristoranti una volta al mese, la scoperta dell’ingrediente principale della sua dieta, o le parole di Sakura che sembrava convinta che Ino amasse così tanto le sue pillole ed i suoi ingredienti speciali da leccare in giro i residui di grasso mentre lavorava come una serva nelle cucine di quei ristoranti…quasi come se lei fosse un animale.

- Bene, adesso metti il lardo di quella pentola dentro la prima ciotola e poi frulla il contenuto della seconda, quando hai finito chiamami. Mi troverai in camera mia, devo studiare la cartella clinica di un nuovo paziente. Oh, e non dimenticare di raschiare le suole dei miei sandali, sai che quella sporcizia è uno degli ingredienti più importanti delle tue pillole -

I successivi minuti furono terribili per Ino che stava lavorando per creare lei stessa quelle stesse pillole che poi sarebbe stata costretta a mangiare, quelle pillole che avrebbe continuato a farla ingrassare ed a rendere ancora più difficile una sua vittoria contro Sakura nell’arena. Non era certamente la prima volta che Ino puliva un paio di sandali ma era sicuramente più difficile farlo sapendo che la sporcizia che rimuovevi dalle loro suole sarebbe diventato uno degli ingredienti delle pillole.

“Ma non sei solita pulire con la tua lingua i sandali delle tue Padrone? Non ha ingoiato persino quella montagna di fango che avevano sporcato i sandali di Hanabi?” La solita vocina le chiese umiliandola ancora di più ed Ino non potè fare a meno di constatare quanto essa avesse ragione.

Fu Sakura ad occuparsi della lavorazione finale delle pillole, la ragazza indossò un paio di guanti e cominciò a formare quelle terribili palline che sarebbero diventate il pasto della sua rivale. Ma l’umiliazione più grande ancora doveva arrivare per la povera Ino e tutto iniziò con le parole della giovani dai capelli rosa:

Perfetto, sono pronte. Ne vuoi una, non è vero Maial Ino? -

Si Sakura sama, per favore Sakura sama - Ino disse inginocchiandosi e baciandole i piedi, ormai conosceva fin troppo bene le regole di quel gioco ed aveva capito che anticipare le richieste delle sue Padrone era sempre più conveniente. Beh, quasi sempre.

Molto bene, porta qui i miei sandali allora -

La giovane Yamanaka non comprese il motivo di quella richiesta ma nonostante ciò gattonò fino alla porta di ingresso, afferrò con la bocca i sandali che aveva precedentemente pulito e li riportò alla loro proprietaria. Ino osservò con stupore Sakura indossare i sandali poco prima di gettare per terra una “pillola del maiale” e calpestarla.

- Ecco qui, maiale, il pranzo è servito. Puoi leccarlo direttamente dalla suola delle mie scarpe - Sakura disse con il solito sorriso.

Ma Ino non si mosse, era troppo confusa e quell’esitazione non piacque per nulla alla sua rivale.

- Che cosa stai aspettando? Oh, forse ti stai chiedendo perche ho indossato i sandali? Ma è ovvio no? O pensavi che avrei toccato quella schifezza con i miei piedi nudi? Eww -

Eccola lì una nuova terribile umiliazione, quelle pillole erano così disgustose che la sua rivale, o meglio quelle che una volta era stata una sua rivale, provava ribrezzo persino a toccarle con i piedi, mentre Ino era costretto a mangiarle come unico pasto di una terribile dieta che stava devastando il suo fisico.

Lecca bene, non vorrai lasciarmi le suole sporche, no? -

- Sì Sakura sama, farò del mio meglio Sakura sama - Ino rispose con tono sottomesso mentre tirava fuori la lingua e cominciava a leccare.



Il giorno decisivo era finalmente giunto, erano scaduti i 40 giorni che Tsunade le aveva concesso per allenarsi per quel match che si diceva aver attratto dentro l’arena di Konoha più di metà villaggio. Ino non si era praticamente mai allenata in quelle settimane, troppo impegnata a servire le sue due meravigliose Padrone ed in loro assenza Sakura, la sua grande rivale che sarebbe stata anche l’avversario da battere per mantenere il suo grado di Chuunin e dimostrare a Tsunade, ai consiglieri e a tutto il villaggio che lei era ancora una vera kunoichi. Ma pochi avrebbero scommesso su di lei che ormai, come Sakura aveva previsto, era persino più grassa di Choji, quel compagno di team che era rimasto a bocca aperta quando l’aveva vista arrivare dentro l’arena. Ino sapeva che nessuno credeva in lei, e forse lei stessa era consapevole di avere ben poche speranze, il suo chakra non funzionava ancora ed essere colpita giorno dopo giorni dalle tecniche devastanti di Hinata ed Hanabi non era stato certo di aiuto, la sua stamina era praticamente inesistente e la sua agilità era davvero pessima. Con quale forza di volontà si era dunque incamminata verso l’arena, verso quel test che tutti pensavano avrebbe fallito?

“Devo riuscire ad usare il mio chakra solo per un attimo, se riesco a colpire Sakura con la mia tecnica del capovolgimento spirituale anche per pochi secondi posso costringerla a dichiararsi sconfitta e tutto il resto non avrà importanza”

Quel pensiero rincuorò Ino mentre i suoi occhi osservavano la numerosa gente sugli spalti, trovando ben presto dove erano sedute Hinata ed Hanabi, curiose di vedere come si sarebbe comportata la loro serva quel giorno. Ma i suoi occhi si fermarono solo quando Ino scorsè suo padre, circondato da altri membri del clan Yamanaka che nonostante tutto, nonostante il suo tradimento, erano venuti ad assistere al suo match. Nei loro occhi Ino aveva visto la stessa identica espressione incredula che aveva visto sui volti di tutti quelli che la conoscevano e che quasi non credevano che quella donna grassa potesse essere la bella Ino. Persino il quinto Hokage apparve scioccato quando la vide e dalle parole di Tsunade mentre la donna spiegava le regole del match ad Ino e Sakura, si capiva perfettamente come la sua vecchia insegnante non credesse possibile una sua vittoria quel giorno.

- Oh, quasi dimenticavo di dirti in cosa consiste il mio test, Ino. Ricordi i tre test che devi superare per essere marchiata con il sigillo maledetto degli Hyuga, vero? Beh, dovrai superare il mio test proprio oggi -

Il cuore di Ino si fermò per un istante quando Sakura le sussurrò quelle parole all’orecchio mentre le due ragazze si erano avvicinate per il sigillo di confronto, quella sorta di mini cerimonia che precede una battaglia leale.

- Dovrai perdere questo incontro per superare il mio test, ma visto che non hai comunque nessuna speranza di battermi, cerca soprattutto di non perdere troppo in fretta. Prima voglio divertimi a stracciarti un bel po’ davanti all’intero villaggio. Solo quando ti darò il segnale, ti concederò finalmente di perdere, dopo che mi avrai supplicato di aver pietà di te ovviamente - Sakura disse con un ampio sorriso, sapendo bene che nessuno avrebbe mai più considerato Ino una sua rivale dopo quel giorno - Oh, fallo baciandomi e leccandomi i piedi, Maial Ino - la ragazza concluse prima di voltarsi ed allontanarsi dieci metri, in attesa che il giudice della gara annunciasse l’inizio dello scontro.

Era come se Ino fosse stata colpita da un pugno in faccia, le parole di Sakura l’avevano annichilita e spazzato via anche l’ultima speranza di poter vincere quel match, di poter continuare ad essere un chuunin. Poteva davvero rifiutare e perdere il suo test? Poteva davvero rinunciare all’idea di essere marchiata da Hinata dopo tutto quello che aveva già fatto? Ino aveva già tradito il suo clan per poter ottenere quella ricompensa finale che l’avrebbe fatta finalmente fatta diventare la vera schiava di Hinata, che senso aveva combattere allora? Perchè opporsi a Sakura quando aveva gia dimostrato che avrebbe fatto davvero di tutto per essere sotto il totale controllo della Principessa del Byakugan? E allora perche qualcosa dentro di lei si rifiutava di perdere quel match senza lottare con tutte le sue forze?

Ma quei mille pensieri la distrassero e neanche si accorse che il match era già cominciato. Sakura approfittò di quella distrazione per avvicinarsi rapidamente e sferrare il primo attacco. Ino era migliorata nel taijutsu e non temeva più gli scontri ravvicinati come prima, ma questo non cambiava la realtà delle cose, nelle ultime settimane il suo fisico non era più adatto ad essere una kunoichi e non riuscì a schivare il pugno di Sakura nonostante questo fosse stato lento, facendole comprendere che la ragazza dai capelli rosa non si stava per nulla impegnando in quel frangente. Il pugno di Sakura la colpì nello stomaco ma non le fece molto male, permettendole persino di poter contrattaccare. Ma Ino era estremamente lenta e Sakura evitò i suoi colpi fingendo di sbadigliare.

“Devo usare il mio jutsu, è la mia unica speranza di vittoria, devo sfruttare questo momento”

Sakura stava solo giocando con lei e questo avrebbe potuto esserle fatale, ma Ino avrebbe avuto davvero la forza di attaccarla sul serio dopo quello che le aveva detto? Vincere lo scontro e perdere Hinata o farsi umiliare da Sakura davanti a tutto il villaggio e fare un altro passo verso quel sogno che tutti avrebbero definito folle? Ancora una volta l’esitazione di Ino permise a Sakura di sferrare un altro attacco, ma questa volta la pupilla del Quinto Hogake usò un po’ di più quella forza spaventosa che possedeva. Il pugno di Sakura colpì Ino alla spalla, sbilanciando la ragazza che subito dopo fu colpita da un calcio alle gambe che la fece cadere per terra. Ino cercò di fuggire da una serie infinita di calci, gattonando via proprio come quel maiale che era diventata, facendo ridere molte persone sedute negli spalti.

“Cosa devo fare? Cosa devo fare?” La giovane Yamanaka continuò a ripetere mentre cercava disperatamente di sfuggire ai colpi della sua rivale che continuava a sorridere mentre la prendeva a calci, dimostrando sempre di più a tutti di essere la migliore, che tra loro non c’era più confronto.

Ino non sapeva ancora se voleva davvero vincere quella battaglia o meno, ma qualcosa in lei la spinse a concentrarsi per usare il chakra e provare il suo jutsu segreto. Ma ancora una volta i suoi canali del chakra si dimostrarono essere troppo danneggiati e non successe nulla. Sakura colse l’occasione per afferrarla e colpirla numerose volte con pugni allo stomaco ed al volto.

Da quando tempo stavano combattendo? Sakura si sarebbe ritenuta soddisfatta se Ino si fosse arresa in quel momento? O doveva subire altri colpi per superare il suo terribile test? Solo qualche secondo dopo la ragazza bionda realizzò che con quel pensiero aveva già accettato il suo destino, che aveva perso ogni speranza e desiderio di vittoria. I calci di Sakura sembrarono dirle che la sua rivale non si era ancora stufata di giocare con lei ed Ino continuò ad essere colpita per altri 10 lunghissimi minuti. La giovane Yamanaka era di nuovo a quattro zampe, ogni muscolo del suo corpo le faceva male e non riusciva quasi nemmeno a respirare per la fatica e per il dolore. Fu in quel momento, mentre vedeva la sua rivale avvicinarsi quasi a rallentatore, che Ino notò il segnale di Sakura. La ragazza dai capelli rosa si fermò ad un metro da lei, sorrise diabolicamente prima di abbassare lo sguardo. Ino seguì la traiettoria di ques’ultimo e si ritrovò ad osservare i bei piedi di Sakura ed i suoi sandali. Quando la ragazza agitò le sue dita dei piedi, Ino comprese che era quello il segnale, che poteva finalmente arrendersi, che le sue sofferenze erano finite…quelle fisiche almeno. Ino cominciò a gattonare verso i piedi della sua rivale consapevole che stava per compiere l’umiliazione definita, qualcosa che avrebbe dimostrato a tutti quanto era diventata patetica, qualcosa che avrebbe rivelato al mondo che lei aveva perso ogni cosa, lo scontro, il suo grado ninja, il suo futuro da capo clan e soprattutto la sua dignità.

- Per favore Sakura sama…per favore…abbiate pietà di me -

Ino non sapeva se quelle parole potessero essere udite da tutti gli spettatori ma di certo tutti poterono osservare quello che accadde qualche instante dopo. Un silenzio tombale cadde dentro l’arena mentre la giovane Ino cominciava a sbaciucchiare i piedi della sua rivale continuando a supplicarla, ma ben presto quel silenzio si tramutò in grida e risate quando Ino tirò fuori la lingua e leccò i piedi di Sakura come un cane. La ragazza bionda non si curò di quello che stava accadendo sugli spalti, troppo impegnata ad osservare quei piedi che stavano dominando tutti i suoi sensi e quando Sakura sollevò leggermente le sue dita dei piedi, Ino non perse tempo ed infilò la sua lingua tra le dita dei piedi della sua rivale ed la soletta dei suoi sandali. Sakura non si fece sfuggire quell’occasione per umiliare ancora di più la sua vecchia amica ed un attimo dopo schiacciò quella lingua che le stava ripulendo le dita dei piedi dal sudore, frutto di quella battaglia a senso unico, e la intrappolò in una difficile situazione, come se questa fosse tra martello ed incudine. Nello stesso istante Sakura mise l’altro piede in testa ad Ino e con un largo sorriso sollevò due dita al cielo, mostrando la sua posa vittoriosa all’intera arena che era quasi impazzita dopo lo spettacolo assurdo e patetico a cui avevano appena assistito.

- Per favore Sakura sama, mi arrendo. Siete troppo forte…siete voi la migliore, Sakura sama - Ino disse pateticamente ma le sue parole furono quasi incomprensibili e Sakura non diede segno di aver udito la nuova supplica di quell’essere miserabile ai suoi piedi.

- Anche i mie talloni hanno bisogno della tua lingua, Maial Ino -

Dopo quelle parole finalmente Sakura sollevò le sue dita dei piedi e liberò la lingua di Ino che si affrettò a metterla in quello spazio che si era creato quando Sakura aveva alzato stavolta leggermente il suo tallone destro. Ino sapeva bene cosa sarebbe successo ma non le importava più e non fu sorpresa quando il tallone di quella ragazza spietata calpestò dolorosamente la sua lingua, intrappolandola nuovamente. Nel frattempo sugli spalti la situazione non sembrava calmarsi e mentre alcuni continuavano a ridere, altri che non sopportavano più quello spettacolo atroce, decisero di andarsene con largo anticipo. Ma gli occhi di Sakura erano fissi su quel punto dove siedevano i membri del clan Yamanaka, scioccati e furiosi. Persino Hinata ed Hanabi osservavano quell’angolo delle tribune con lo stesso interesse con cui il resto del pubblico guardava quello che succedeva sul campo di battaglia, e le due giovani Hyuga non riuscirono a trattenere un sorriso quando diversi membri del clan Yamanaka si scagliarono contro il loro stesso capoclan, il padre di quella ragazza che prima li aveva traditi e che ora stava portando vergogna e disonore su di loro come mai nessuno aveva mai fatto prima.

Quella è tua figlia! Non puoi essere ancora il nostro leader dopo tutto questo! -

Quell’urlo fu l’unica cosa che Sakura riuscì a sentire in mezzo al trambusto dell’arena, ma anche Ino doveva aver udito quelle parole perché la ragazza cercò di muoversi e guardare in direzione di suo padre.

- Continua a leccare ed a supplicare, maiale. Lo scontro non è ancora finito - Sakura disse schiacciando con più forza la lingua che giaceva sotto il suo tallone -

- Mi scusi Sakura sama…abbiate pietà di me Sakura sama…mi arrendo - Ino provò a dire nuovamente ma con gli stessi scarsi risultati.

Persino Tsunade si alzò e lasciò l’arena con un espressione disgustata e furente, mentre due consiglieri continuavano a parlare tra di loro con aria soddisfatta e divertita.

- Ok, Maial Ino, hai superato il test…e perso questo match. Dì buonanotte ora - Sakura disse liberando la lingua della sua vecchia rivale.

Ino non ebbe il tempo di reagire a quelle parole ed alla sua nuova libertà di movimento. Il tempo sembrò fermarsi e i suoi occhi si fermarono per un istante su suo padre circondato dai suoi stessi uomini che urlavano contro di lui, l’uomo era come pietrificato e continuava a guardare quella che una volta era sua figlia, i suoi occhi erano pieni di dolore e disperazione, vergogna ed umiliazione. Inoichi Yamanaka sembrava trent’anni più vecchio, la sua vita non sarebbe stata più la stessa ed Ino, in quel frangente che sembrò durare in eterno, seppe che era colpa sua e che le sue azioni folli avevano fatto perdere a suo padre ben più che la guida del clan Yamanaka.

Il tempo sembrò riaccelerare, Sakura la guardava dall’alto in basso, il suo viso era come illuminato da quel sorriso trionfale mentre il suo piede si sollevava lentamente sopra la sua faccia pronto a calpestarla con forza come aveva già calpestato la sua dignità. Quando il piede della sua rivale si abbattè sul suo viso come un onda si abbatte sugli scogli, l’arena cadde nel silenzio, tutte le grida e tutte le risate si spensero di colpo, poi tutto divenne nero.



- Guarda guarda chi è tornata tra noi -

Ino riaprì gli occhi con fatica, il mondo attorno a lei era ancora tutto sfocato ma aveva riconosciuto quella voce e sapeva che era Sakura quella donna in piedi vicino a lei. Solo qualche minuto dopo Ino realizzò di essere ancora dentro l’arena, oramai totalmente deserta ad eccezione delle sue due Padrone che erano sedute adesso in prima fila.

- Forza, avviciniamoci ad Hinata ed Hanabi, anche loro vorranno assistere alla tua ricompensa - e cosi dicendo Sakura afferrò i capelli biondi di Ino e costrinse la ragazza a muoversi a quattro zampe, come un cane, verso il luogo dove le sorelle Hyuga attendevano.

- Bel lavoro, perdente - Hanabi disse quando Sakura ed Ino si fermarono a pochi passi da lei - Non ho mai visto Tsunade così arrabbiata. Sai, col mio Byakugan ho letto il labiale dei consiglieri ed ho ”ascoltato” il discorso tra loro ed il Quinto Hokage. Complimenti Ino, non solo sei il primo ninja del villaggio a perdere il suo grado di chuunin…ma indovina un po’, hanno persino deciso che da oggi non sarai nemmeno più un ninja -

- Beh, a prescindere dalla loro decisione Ino non era un ninja già da un bel po’, non potendo più usare il suo chakra - Hinata aggiunse con un sorriso che Ino non seppe se odiare o amare.

- Senza considerare il fatto che ora somiglia molto di più ad un maiale che ad un essere umano…hai mai visto dei maiali ninja, Ino? No, neanche Tonton lo è…ma chissà, magari potrebbe diventare presto tua moglie? -

Le tre ragazze scoppiarono a ridere ed Ino sentì di nuovo quella sensazione tra le gambe che era solita venire fuori dopo una grande umiliazione.

- Ok ok, basta - Sakura disse cercando di smettere di ridere - Immagino che tu voglia la tua ricompensa ora, no? Tre test da superare e tre ricompense, era questo l’accordo, giusto Hinata? -

- Esatto, solo dopo l’ultimo test Ino potrà ricevere il sigillo maledetto degli Hyuga e…essere mia per sempre -

Mille pensieri affollavano la mente della giovane, il ricordo di suo padre così sofferente, la sua umiliazione pubblica che sarebbe stata ricordata per sempre nei libri di storia del villaggio, il suo declassamento che aveva infranto ogni suo sogno, quello per cui si era allenata per anni, sudando e faticando insieme ai suoi compagni di team, sprecando gli insegnanti del suo caro maestro…ma tutto ciò sembrò passare in secondo piano quando Ino sentì la parola ricompensa e la ragazza nonostante tutto, nonostante il dolore fisico, conseguenza del match appena conclusosi, non potè fare a meno di eccitarsi mentre attendeva di scoprire come la sua fedeltà sarebbe stata ricompensata.

- Ti ricordi che in passato sei stata tu a dirmi di non nascondere più la mia fronte con i miei capelli? Devo ringraziarti per quelle parole e per quel fiocco che mi regalasti, mi ha aiutato davvero molto e mi ha ha fatto diventare una persona più forte e sicura di me, imparando a non ascoltare i bulli ma a dare il massimo in ogni situazione. Lo ricordi, vero Ino? -

Quelle parole sorpresero la giovane Yamanaka che alzò lo sguardo ed osservo la sua vecchia migliore amica che le sorrideva come se non fosse successo nulla pochi minuti prima, come se non l’avesse umiliata pubblicamente, facendole perdere il suo status di kunoichi di Konoha.

- Sì, dal tuo sguardo vedo che ti ricordi. Comunque, quello che hai fatto allora mi ha aiutato a scegliere la tua ricompensa e per tale motivo oggi sarò io a farti un dono. Ecco qui, spero ti piaccia -

La confusione negli occhi di Ino era evidente quando Sakura le mostrò una paio di forbici, ma la ragazza non perse tempo e le spiegò subito dopo come le avrebbero usate.

- I miei…i miei capelli? -

- Sei ancora intontita per il calcio precedente? Sì, sciocca, i tuoi capelli. Quale migliore ricompensa che un nuovo taglio di capelli? -

Sakura non perse altro tempo e con una mano afferrò i lunghi capelli biondi di Ino che non aveva assolutamente la forza di opporsi a quella che assomigliava più ad una punizione che ad una ricompensa. Hanabi ed Hinata scoppiarono a ridere quando le forbici tagliarono la prima ciocca di capelli che presto cominciarono a ricoprire il pavimento ai piedi di Ino, che aveva ora gli occhi pieni di lacrime, consapevole che stava perdendo un’altra parte di se, quei capelli che aveva sempre amato e che avevano contribuito a renderla la piu bella kunoichi del villaggio. Ma lei ormai non era più bella, il suo corpo era molto diverso ormai e da quel giorno non sarebbe stata nemmeno più una kunoichi. Ino pianse a dirotto mentre le forbici continuavano il loro sadico lavoro e solo diversi minuti più tardi, Sakura le gettò per terra e accumulò del chakra su una mano, dicendo:

- Credo che per tagliare il resto dovrò usare un jutsu -

Ino sapeva che Sakura voleva rimuovere ogni singolo capello nella sua testa, lasciandola completamente calva, ricompensando la sua umiliazione pubblica con un’altra terribile umiliazione, e per tale motivo Ino si stupì quando si accorse che la sua rivale non aveva usato i suoi bisturi di chakra dappertutto.

- Ecco fatto. Che ne dite ragazze, vi piace il nuovo taglio di capelli del nostro maialino? - Sakura disse poco dopo, ridacchiando.

- Quelle due code di maiale sono proprio perfette, sei stava molto brava Sakura - Hanabi rispose per prima.

- Incredibile, posso quasi specchiarmi nella sua testa pelata ora - Hinata aggiunse ridendo ed accarezzando la testa ormai priva di peli di Ino, ad eccezione di quelle due code di maiale bionde ai lati della sua testa.

- E a te piace il tuo nuovo taglio di capelli, Maial Ino? Guardati pure in questo piccolo specchio prima di rispondere -

Chi era quella donna, no, quell’essere, riflesso nello specchio di Sakura? Era davvero lei? Era davvero la bella, talentuosa e solare Ino Yamanaka? Ino non seppe rispondere a quella domanda e non riuscì a spiegare a se stesse perche ancora una volta era così eccitata davanti alla distruzione di un’altro pezzo di quella ragazza che un tempo era ammirata da tutti e che ora avrebbe fatto fatica a farsi accettare da dei maiali dentro un porcile.

- Grazie Sakura sama - Ino rispose poco dopo, stava ancora piangendo ma questa volta per qualche motivo non balbettò.

- Te lo sei meritata, Maial Ino. Ora dai, puliscimi i piedi in fretta, non vedo l’ora di tornare a casa - Sakura rispose sedendosi sulla tribuna vicino ad Hanabi.

Solo in quel momento Ino realizzò che Sakura si era tolta i sandali mentre lei era svenuta e che aveva camminato scalza da allora sul terreno polveroso dell’arena. Rassegnata, la giovane Yamanaka strisciò ai piedi della ragazza che quel giorno le aveva portato via ogni cosa e cominciò a leccarle i piedi sporchi e sudati, una’altra ricompensa per quel maiale che oramai sapeva solo vivere tra la sporcizia e la costante umiliazione.



- Basta sognare ad occhi aperti! Ho perso il conto di quante volte te l’ho detto da quando sei la nostra serva -

Ino si fermò, la sua lingua rimase paralizzata sopra quel delicato tallone che stava leccando da chissà quando tempo. La ragazza alzò gli occhi e si ritrovò davanti Hanabi, seduta sulla poltrona nel suo salotto, la giovane Hyuga aveva il solito libro in mano e la guardava con un’espressione severa.

“Ma come…”

Ino si era dimenticata per un momento dove si trovasse, si era dimenticata di non essere più dentro quell’arena dove la vecchia Ino Yamanaka era morta per sempre, dove quella ragazza che sarebbe potuta essere il futuro radioso di Konoha, era stata spazzata via dalla sua rivale e da quella nuova patetica persona che era sorta al suo posto. Eppure quel ricordo continuava a tormentarla giorno e notte, come se il suo cervello fosse rimasto intrappolato dentro un terribile loop che la costringeva a rivivere di continuo quei minuti devastanti in cui aveva perso la sua dignità e i suoi amati capelli biondi. Ino riprese a leccare i piedi di Hanabi dopo il suo rimprovero ma davanti i suoi occhi c’erano ancora le piante dei piedi sporche di Sakura che aveva dovuto leccare per quasi un’ora quel giorno, prima di poter finalmente lasciare l’arena e tornare con le sue due Padrone alla sua nuova casa, con un aspetto ancora peggiore di quello che aveva quando era uscita dalla residenza degli Hyuga alcune ore prima. Non era stato facile leccare i piedi della sua rivale quella volta, non dopo quello che le aveva fatto e non era stato facile farlo mentre Hanabi ed Hinata continuavano a ridere a causa del suo nuovo patetico taglio di capelli. A proposito di quello, Ino non si era ancora abituata a vedersi allo spesso quasi del tutto calva, ad eccezione di quelle due code di maiale che Sakura le aveva lasciato per umiliarla ancora di più, per ricordarle che una volta la sua testa era piena di quei meravigliosi capelli biondi…capelli che non sarebbero più ricresciuti, o almeno così la sua rivale le aveva detto.

“Ho usato un particolare Jutsu che ha “addormentato” i tuoi bulbi piliferi, così non dovremo tagliarti i capelli ogni pochi giorni”

Quelle parole erano state difficili da accettare, così come non era stato facile accettare di continuare a mangiare le sue terribili pillole, una dieta che Ino sperava sarebbe terminata dopo il match contro Sakura, d’altronde la sua rivale aveva ottenuto quello che voleva ormai, no?

- Lecca in mezzo alle mie dita dei piedi -

Le parole di Hanabi impedirono che Ino tornasse a smarrirsi eccessivamente tra i suoi pensieri e la giovane Yamanaka si affrettò ad eseguire l’ordine della sua giovane Padrona, leccando quell’area dove il sapore era sicuramente più intenso.

- Sai, stavo pensando che ti rimane solo il mio test da superare. Scommetto che non vedi l’ora di farlo, non è vero? Vuoi ancora ricevere il sigillo maledetto degli Hyuga e diventare la nostra schiava, giusto? - Hanabi chiese con un sorriso qualche secondo dopo.

- Sì, Hanabi sama - Ino rispose trattenendosi dal dire che lei voleva essere solo la schiava di Hinata, tanto sapeva che nulla avrebbe potuto cambiare il fatto che sottomettendosi alla Principessa del Byakugan, Ino avrebbe dovuto servire anche la sua sorella minore, Sakura, Natsu e chiunque altro Hinata volesse.

- Bene, allora che ne dici farlo ora? Se ti comporterai bene potresti ricevere il sigillo questa sera stessa, finalmente potrai realizzare il tuo sogno -

- Adesso? - Ino replicò, con un mix di curiosità e paura.

- Esattamente, ma lascia prima che ti spieghi in cosa consisterà il tuo test e soprattutto lascia che ti dica quale sarà la tua ricompensa…anzi no, ti dirò solo che quest’ultima ti farà soffrire terribilmente, sono sicura che piangerai e che sarai ancora più triste di quando il tuo clan ti ha cacciato. A proposito di questo, mi chiedo quando faranno lo stesso con tuo padre, hai sentito vero che è stato deposto come leader del clan Yamanaka? -

Ino non rispose, era ancora troppo doloroso per lei pensare a quello che aveva fatto a suo padre, a come aveva rovinato la sua vita. Ma la ragazza non potè nemmeno fare a meno di pensare a quella ricompensa che l’avrebbe persino fatta soffrire di più di quando era stata costretta a dare ad Hinata il jutsu segreto del suo clan.

“Che piano diabolico ha in mente Hanabi?”

- Ti ricordi che qualche settimana fa io ed Hinata parlavamo del fatto che ho sempre voluto un cane come quello di Kiba? Beh, da quel giorno ho cominciato a pensare che saresti potuta essere tu quel cane…scommetto che la cosa ti piacerebbe molto - Hanabi disse ridacchiando - E per questo motivo tre giorni fa ho acquistato queste… -

Il piede di Hanabi si allontanò dalla sua faccia ed Ino vidè la sua giovane Padrona alzarsi e raggiungere una vecchia scrivania in fondo alla stanza. La ragazza aprì poco dopo un cassetto e da lì tirò fuori quello che era senza ombra di dubbio un collare di cuoio nero ed una lunga catena di metallo ed Ino non ebbe bisogno di altre spiegazioni, sapeva già quei “regali” erano per lei e che ben presto Hanabi l’avrebbe tenuta al guinzaglio letteralmente.

- Ecco cosa dovrai fare per superarà il tuo ultimo test, perdente. Dovrai indossare questo collare e lasciare che io ti porti a spasso per il villaggio proprio come un cane, mi seguirai ovunque a quattro zampe mentre mi divertirò a tirare il tuo guinzaglio ed a mostrare a tutti il mio nuovo animale domestico. Ti consiglio di comportarti bene e di non farmi fare brutta figura se non vuoi essere punita duramente…oltre a non superare il test, ovviamente -

Il cuore di Ino si fermò per un lungo istante, come poteva fare una cosa così degradante? Era già stata tremendamente umiliata dentro l’arena e metà del villaggio l’aveva vista supplicare Sakura leccandole i piedi, ma gattonare per le strade del villaggio al guinzaglio di un’altra ragazza, proprio come un animale? Ino sapeva dentro il suo cuore però che non poteva rifiutare la proposta indecente di Hanabi, sapeva di non avere la forza di rinunciare a quella ricompensa finale che per qualche strano motivo sognava da settimane e che invece avrebbe inorridito una persona normale. Ma Ino non era più una persona normale, forse non lo era mai stata, forse dietro quella ragazza solare e sicurà di sè aveva sempre vissuto quel verme che sognava di perdere permanentemente la sua libertà, di essere per sempre sotto il controllo di Hinata e di vedere ancora una volta quel ghigno che aveva spezzato le catene che probabilmente avevano tenuto prigioniero quel mostro perverso dentro di lei.

- Allora? Accetti di fare tutto questo in cambio di una ricompensa segreta che ti farà piangere e ti ferirà come nulla ha mai fatto prima d’ora? -

Ino osservò gli occhi della sua crudele Padrona per qualche istante, poi si prostrò ai suoi piedi, e con la fronte poggiata sul pavimento, la ragazza Yamanaka rispose:

- Sì Hanabi sama…per favore portatemi in giro per il villaggio come se io fossi il vostro cane -

- Tu sei il mio cane - Hanabi la corresse - non dovrai nemmeno fingere, comportati normalmente, sii te stessa…tanto non nessuno vedrà la differenza - e dicendo ciò la giovane scoppiò a ridere.

Umiliata Ino rimase nella stessa umiliante posizione per un altro minuto, prima di sentire Hanabi avvicinarsi e percepire le delicate mani della ragazza che le metteva lentamente il collare di cuoio attorno al collo. Solo quando Hanabi le tirò le code di maiale, i pochi capelli che le erano rimasti, Ino alzò la testa e la giovane Padrona ne approfittò per attaccare la catena al gancio di metallo del collare.

- Ecco fatto, ora sei pronta. Andiamo? -

- Aspetti Hanabi sama…il mio vestito - Ino disse mentre la giovane Hyuga cominciava a tirare il suo guinzaglio per farla muovere.

- Oh, il tuo straccio intendi? Non preoccuparti, non ti servirà - Hanabi rispose mettendosi da sola i sandali, compito che di solito spettava alla sua serva.

Il viso di Ino impallidì terribilmente ma la ragazza non potè che rimanere in silenzio e seguire la sua Padrona fuori nel giardino della residenza degli Hyuga, a quattro zampe ed al guinzaglio come un cane, per la prima volta nuda fuori dalle protettiva mura della casa delle sue due Padrone. Ino vide in lontananza Natsu che stava pulendo un piccolo altare sacro attorno il quale spesso i membri del clan erano soliti riunirsi, la giovane cameriera la vide e sorrise, Ino abbassò lo sguardo a causa della vergogna e continuò a gattonare dietro la sua Padrona, le ginocchia già le facevano male. Ma la giovane sapeva che quello era solo l’inizio ed infatti la situazione peggiorò subito non appena le due ragazze uscirono dalla residenza degli Hyuga e cominciarono a camminare per le strade del villaggio, sempre più affollate mano a mano che si avvicinavano al centro dello stesso. Gli occhi di Ino erano fissi sui bei piedi della sua Padrona, ma le sue orecchie potevano sentire le esclamazioni di stupore delle persone accanto a loro che osservavano scioccate quella vista così assurda. Molti abitanti del villaggio avevano visto l’erede del clan Yamanaka umiliarsi oscenamente dentro l’arena, anche se non era stato facile riconoscere la bella Ino in quella grassa e patetica donna che non era riuscita nemmeno a dare un pugno al suo avversario che aveva poi supplicato leccandole i piedi, e tanti altri avevano sentito il racconto di quella pubblica umiliazione che aveva causato il caos all’interno del clan Yamanaka, che aveva dovuto scegliere un nuovo leader, ma per tutti fu comunque uno shock assistere ad una scena tanto patetica. Come poteva quella ragazza fare quelle cose? Non si rendeva conto di quanto fosse ridicola? Gattonare in giro al guinzaglio di un’altra ragazza proprio come un cane, addirittura nuda! Ma non tutti sembravano infelici di quell’ultimo dettaglio e molti furono gli osceni commenti che arrivarono alle orecchie di Ino, ben consapevole che tutti potevano vedere perfettamente le sue parti intime.

“ E’ un vero peccato che sia diventata una tale cicciona, prima sarebbe stato bellissimo vederla nuda”

“Già, ma guarda quanto sono grosse le sue tette, quasi toccano il terreno”

“Dai ragazza, muovi un po’ di più quel grosso culo”

“Secondo te è eccitata? Mi sembra bagnata tra le gambe”

Quelli furono solo alcuni dei commenti che le due ragazze sentirono mentre avanzavano per le strade del villaggio, e mentre Hanabi continuava a sorridere, probabilmente fiera di aver attirato l’attenzione di tutti, Ino faticava sempre di più a seguire il passo della sua Padrona a causa della stanchezza e del tremendo imbarazzo che stava avendo un grande effetto su di lei. Quegli uomini avevano ragione, Ino non credeva di essere mai stata tanto eccitata ed ancora una volta la ragazza non potè fare a meno di chiedersi perche fosse così strana, perche quelle umiliazioni creavano un lago tra le sue gambe.

La reazione delle donne di Konoha fu ben diversa da quella degli uomini, esse erano decisamente troppo scioccate per parlare e solo una vecchia urlò ad Ino di andarsi a nascondere, che era la vergogna dell’intero villaggio. Ma Ino lo sapevà già, sapeva che nessuno mai prima di allora aveva causato un simile scandalo, che nessun essere umano era stato portato a spasso in giro come un cane, e sapeva bene quanto dovesse essere orrenda la vista del suo corpo ormai grasso e molliccio che si muoveva con lentezza lungo le strade polverose del villaggio, sudando sempre di più.

- Ino? Sei proprio tu? -

Una voce familiare giunse alle orecchie delle due ragazza qualche minuto più tardi ed Ino si paralizzò, consapevole che il momento tanto temuto era finalmente giunto, aveva incontrato qualcuno che conosceva.

- Ciao Tenten, sei appena rientrata da una missione vedo - Hanabi disse tranquillamente, come se non avesse al guinzaglio un’altra ragazza.

- Oh, ciao Hanabi…sì sono appena tornata - la kunoichi rispose, spostando con fatica il suo sguardo da Ino alla giovane Hyuga. - Cosa…cosa sta succedendo? Perché Ino è… - la sua voce si ruppe improvvisamente, come se lei non fosse in grado di trovare le parole adatte a descrivere una situazione tanto assurda.

- Perché la sto portando a spasso come un cane? Perchè questo è ciò che è, lei è il mio cane ora. Non è vero Ino? Di a Tenten quello che sei -

Hanabi sottolineò quelle parole mettendo un piede in testa alla sua serva, come per dimostrare a Tenten che Ino era ormai una sua proprietà. La giovane Yamanaka aveva il viso più rosso di un pomodoro ed era perfettamente consapevole che la sua amica stava osservando il suo corpo nudo come aveva fatto già più di metà abitanti del villaggio.

- Sì Tenten, questo…questo è quello che sono ormai - Ino disse tremendamente imbarazzata, ma la giovane sapeva che quelle parole non sarebbero bastate alla sua crudele Padrona e quindi aggiunse - Io sono così felice di essere il cane di Hanabi…io sono il cane più fortunato del mondo arf arf -

Hanabi scoppiò a ridere dopo quella patetica imitazione di un cane e per premiare la fedeltà della sua serva, la giovane Hyuga, con il suo piede sinistro, spinse la testa di Ino più in basso verso il suo piede destro che la ragazza cominciò ad annusare e leccare con una foga incredibile, come se Ino avesse deciso di cancellare per un istante la sua umanità per combattere contro il terribile imbarazzo che stava rischiando di sopraffarla. Ino provò con tutte le sue forze a sopprimere ogni pensiero, a dimenticare di essere un normale essere umano, di essere nuda ed al guinzaglio di una ragazza più giovane di lei, davanti ad una sua vecchia amica ed a tanti abitanti del villaggio che non perdevano mai di vista quella strana coppia che aveva creato il caos tra le strade di Konoha quel giorno.

Tenten aveva sentito dire che Ino era diventata grassa e che le era stato persino tolto il titolo di kunoichi dopo quello che era successo nell’arena, ma mai si sarebbe potuta aspettare che la ragazza fosse caduta così in basso da andare in giro nuda, abbiare e leccare i piedi di Hanabi che diceva essere la sua proprietaria. Quando la giovane Hyuga era scoppiata a ridere, Tenten aveva risposto con una risata nervosa, non riuscendo ancora a capire se quella scena fosse eccitante o patetica, o forse entrambe le cose.

- Ti prego di scusare la mia cagna, Tenten, la sto ancora addestrando -

Le parole di Hanabi colsero per un attimo di sorpresa Tenten che per la seconda volta riuscì a distogliere lo sguardo da Ino che continuava a leccare i piedi della sua Padrona. Ma prima che la giovane kunoichi potesse domandare ad Hanabi cosa lei volesse dire con quelle parole, la sorella della sua amica Hinata, tirò con forza il guinzaglio di Ino e costringendola ad allontanarsi dai suoi piedi, la giovane Hyuga disse:

- Cattivo cane, non hai sentito che Tenten è appena tornata da una missione? I suoi piedi saranno sicuramente sporchi e stanchi, dai, offrile la tua lingua…ti ho insegnato come ci si comporta con gli ospiti no? - e così dicendo Hanabi spinse in avanti la sua serva con un leggero calcio alla nuca di Ino che rimase stordita per qualche momento.

Ignorando il fatto che Tenten non fosse un ospite, un termine che Hanabi aveva usato sicuramente in modo improprio, Ino non potè fare altro che strisciare ai piedi della sua vecchia amica che rimase paralizzata sul posto, troppo sconvolta per potere reagire.

- Ino non c’è bisogno che tu… - Tenten cercò di dire, ma era troppo tardi ed Ino aveva già cominciato a leccarle i piedi.

Tenten dovette mettersi una mano davanti la bocca per non lasciarsi sfuggire un gemito di piacere quando la lingua di Ino si infilò tra le dita dei suoi piedi, pronta a raccogliere tutto lo sporco che la missione ed il lungo viaggio per il Paese del fuoco avevano lasciato lì in mezzo. Hanabi sorrise con soddisfazione mentre osservava con quanta passione Ino stesse lavorando ai piedi della sua amica che sembrava apprezzare molto la sua lingua ed aveva dimenticato presto ogni forma di imbarazzo e si stava solo godendo quel momento incredibile. Mentre la sua lingua continuava a lavorare senza sosta, Ino pensò che quelli di Tenten erano il quinto paia di piedi che leccava, dopo quelli delle sue due padrone, di Sakura e di Natsu, e ben presto la ragazza cominciò a stilare la sua personale e patetica classifica di gradimento.

“I piedi di Hinata sono sicuramente i migliori, sia per bellezza che per il sapore, quelli di Hanabi si avvicinano ma per qualche motivo non mi fanno lo stesso effetto di quelli di Sakura, quasi perdo il controllo ogni volta che le lecco i piedi. Natsu è sicuramente la peggiore, i suoi piedi sono i meno curati ed il gusto è davvero troppo acre…sì, Tenten si piazza sopra di lei in classifica”

Ino continuò a leccare ed a studiare i piedi di Tenten per altri cinque lunghi minuti, la ragazza sollevò anche i talloni permettendole di leccarli e di pulire la soletta dei suoi sandali ma, a differenza di quanto aveva fatto Sakura nell’arena, la ragazza non intrappolò sadicamente la lingua dell’amica, calpestandola. Hanabi continuava a tenere stretto il guinzaglio di Ino tra le sue dita e si divertiva un mondo ad osservare i volti scioccati degli abitanti dei villaggio che passavano da quelle parti, alcuni di loro avevano già incontrato Ino e l’avevano vista nuda, ma quello che lei stava facendo ai piedi di Tenten era tutt’altro spettacolo.

- Ti piacciono i piedi di Tenten, vero cagnolina? - la giovane Hyuga chiese poco dopo, conoscendo perfettamente la risposta.

- Sì Hanabi sama - Ino rispose subito tra una leccata e l’altra.

Quelle parole fecero scoppiare a ridere Tenten che non nascondeva più quanto stesse amando quel momento.

- Non dirlo a me, dillo a lei - Hanabi replicò scuotendo la catena agganciata al collare di Ino.

- Adoro i vostri piedi Tenten sama, sono deliziosi…grazie per il dono che avete fatto a questo cane -

Tenten continuò a ridere sempre più intensamente, non sapeva cosa era successo ad Ino nelle settimane precedenti, come aveva potuto trasformarsi in quell’essere patetico, ma era tutto così divertente, e la giovane kunoichi del Team 3, anche detto Team Guy, non potè fare a meno di ricordare quanto le era sembrata così piena di sè quella ragazzina viziata del clan Yamanaka che credeva di essere la migliore kunoichi del villaggio.

“Guardati adesso, Ino. Grassa, quasi senza capelli, al guinzaglio di una ragazza più piccola di te e così desiderosa di leccare i piedi sporchi e sudati di una tua vecchia amica. Che caduta incredibile” Tenten pensò mentre Ino aveva infilato nella propria bocca l’alluce della sua amica e lo stava succhiando con avidità.

- Non vorrei arrecare un dispiacere al tuo cagnolino, ma devo proprio tornare a casa - la bella kunoichi disse poco dopo, allontanando il viso di Ino con la suola del suo sandalo destro.

Ino tirò un sospiro di sollievo, finalmente anche quell’umiliazione era finita e presto sarebbero potute tornare a casa, dovrebbe ricevuto la ricompensa segreta di Hanabi e quella finale di Hinata che le avrebbe marchiato il sigillo maledetto degli Hyuga sulla fronte. Ma Ino aveva sottovalutato l’animo sadico di Hanabi che dopo aver salutato allegramente Tenten, si avvicinò alla sua serva e le disse:

- Sono stanca, penso che avrò bisogno di un cavallo per tornare a casa -

Ino ricordava bene la sua prima notte in casa degli Hyuga, quella mattina in cui era stata punita per non essersi fatta trovare per terra, pronta ad essere usata come uno scendiletto da Hanabi che aveva deciso quindi di cavalcarla fino alla cucina. Se già allora Ino si era stancata molto, come avrebbe potuto farlo ora che non aveva più stamina a causa del suo fisico decadente ed il “traguardo” era lontano almeno 2 km? Sarebbe stato inutile cercare di far cambiare idea ad Hanabi e quindi Ino rimase ancora una volta in silenzio ed attese che la sua Padrona si sedesse comodamente sulla schiena, usandola come una sorta di sella. Poi, proprio mentre Hanabi afferrava le due code di maiale della sua serva, usandole come redini, la giovane disse:

- Devo proprio ringraziare Sakura, la sua dieta ti ha reso decisamente più comoda da cavalcare e ti ha anche lasciato queste due code che sono davvero perfette per manovrarti durante il tragitto. Ora muoviti, maiale, voglio tornare a casa prima che faccia buio -

E così ebbe inizio quel lungo e faticoso viaggio di ritorno, ancora una volta sotto gli occhi stupefatti degli abitanti del villaggio, che forse mai si sarebbero abituati ad una scena così assurda.



- Ehi sorellona, vieni anche tu in giardino, sono sicura che Ino voglia che tu assista ad un momento così importante. E’ la sua ultima ricompensa prima di ricevere il nostro marchio, non è vero perdente? -

Ino non perse tempo e strisciò subito ai piedi di Hinata che era seduta sulla sua elegante poltrona e si stava spazzolando i lunghi capelli.

- Vi prego Hinata sama, mi farebbe molto piacere se ci foste anche voi mentre Hanabi sama mi concede la sua ricompensa - Ino disse sbaciucchiando i bei piedi della sua Padrona che sembrava ignorarla e non dimostrava nessun interesse per quello che sarebbe successo pochi minuti più tardi.

Solo diversi minuti dopo, dopo l’ennesima patetica supplica di Ino, Hinata finalmente schiacciò la faccia della sua serva per terra e disse:

- E va bene, andiamo -

Arrivati nel genkan Ino mise come al solito i sandali ai piedi delle sue Padrone e le tre ragazze uscirono di casa subito dopo ed ancora una volta Ino si sentì un vero cane mentre Hanabi la conduceva verso un angolo più nascosto del giardino, tirando il suo nuovo guinzaglio. Ino aveva scoperto poche settimane prima che quello era il posto preferito della secondagenita di Hiashi Hyuga, un luogo solitario e silenzioso dove Hanabi amava leggere seduta in una panchina di legno, circondata dal canto degli uccellini, dal suono di un piccolo ruscello che scorreva poco distante, godendosi allo stesso tempo l’ombra degli alberi ed quei piccoli raggi di sole che filtravano dal loro ampio fogliame. Quella volta tuttavia solo Hinata si sedette sulla panchina, finalmente curiosa di sapere cosa Hanabi aveva progettato. La giovane Hyuga rimase in piedi, nelle sue mani stringeva ancora il guinzaglio di Ino che era a quattro zampe e nuda come al solito, ed anche la giovane Yamanaka non poteva che attendere con curiosità e paura quella ricompensa che le era stata annunciata come qualcosa che l’avrebbe fatta soffrire terribilmente…ed Hanabi non si era sbagliata.

- In queste settimane pensi di aver fatto tutto per noi, di aver dato tutto quello che avevi per mia sorella e me. Hai tradito il tuo clan, praticamente rovinando la vita del tuo povero padre. Hai perso la tua casa e la tua libertà, hai perso i tuoi amici ed il rispetto che essi avevano per te. Ovviamente hai perso anche il rispetto di Tsunade e di tutto il villaggio di cui adesso sei diventata il zimbello. Ma non è finita qui, per noi ha persino sacrificato il tuo bell’aspetto, sei diventata questo…maiale, realizzando il sogno della tua grande rivale che ti ha portato via anche la tua carriera di kunoichi e qualsiasi obiettivo che avevi nella vita, l’unico scopo che ti è rimasto è servirci. Ma nonostante ciò c’è ancora un’ultima cosa, un ultimo sacrificio che dovrai fare per me, un ultimo dono per dimostrare definitivamente che ti meriti il nostro sigillo maledetto, che meriti di diventare la nostra schiava. Quindi la tua ricompensa per aver gattonato nuda per il villaggio al mio guinzaglio, come un cane, sarà offrirmi l’ultima cosa che ti lega alla vecchia Ino Yamanaka…hai capito di cosa sto parlando? -

“No” questa era l’unica parola che fluttuava nella mente di Ino, molto confusa dalle parole di Hanabi che invece si aspettava che lei capisse. Ma la giovane Yamanaka proprio non aveva idea di cosa lei stesse parlando, lei non aveva più nulla, aveva perso tutto, aveva gettato via tutto per quel folle desiderio di essere sotto il controllo di Hinata, per quel capriccio senza senso che si era infiltrato nella sua mente come un parassita dopo che la sua vecchia amica aveva distrutto i suoi canali del chakra, quello che era stato l’inizio della fine.

- Sto parlando dei tuoi orecchini, perdente. Gli orecchini che il tuo maestro ti ha donato per essere diventata una chuunin, gli orecchini che simboleggiavano la tua maturità, lo sbocciare di un fiore, che la volontà del fuoco ardeva intensamente dentro di te. Donami i tuoi orecchini, donami l’ultima cosa che ti è rimasta e poi supplicami di schiacciarli sotto i mie sandali, di polverizzarli proprio come i nostri piedi hanno polverizzato tutti i tuoi sogni. Accetta la mia ricompensa e supplicami di calpestare il simbolo dell’amore di un uomo che credeva in te e nel tuo futuro. Dimostrami che si era sbagliato, che accetti il tuo vero destino…che accetti il tuo posto ai nostri piedi -

Ino non si accorse subito che stava piangendo, come non si accorse che le unghie delle sue mani avevano involontariamente scavato nel terreno quando lei aveva serrato le mani per la tensione. Hanabi aveva ragione, Ino aveva dimenticato quanto fossero importanti quegli orecchini che erano l’unico oggetto che ancora possedeva e l’unica cosa che aveva indossato negli ultimi giorni, quando persino il suo “straccio” le era stato portato via, costringendola ad andare in giro nuda. Quegli orecchini erano troppo importanti per lei ed Hanabi lo aveva capito, per questo stava cercando di distruggerli, per tale motivo stava cercando di costringere Ino a cederli di sua spontanea volontà. Ino ricordò l’ultima volta che aveva visitato la tomba del suo maestro, ricordò le ultime parole che lui avevano pronunciato prima di esalare l’ultimo respiro. Lei non era stata in grado di salvarlo allora, era arrivata troppo tardi ed i suoi jutsu medici non erano serviti a nulla. Distruggere quegli orecchini voleva dire distruggere tutto ciò per cui Ino aveva lottato dopo l’accademia ninja, distruggere quel legame apparentemente indissolubile che si era creato tra il maestro ed i suoi tre allievi.

“Non posso farti questo, Sensei…non posso distruggere il tuo sogno…sarebbe come uccidere il tuo ricordo, ucciderti un’altra volta” Ino si disse mentre le lacrime continuavano a rigarle il volto.

Le due sorelle attendevano con curiosità la risposta di Ino, Hinata sembrava particolarmente colpita dall’ultimo gesto di sua sorella che era stata davvero crudele ad ideare una “ricompensa” così diabolica. Hinata per un attimo credette che Ino questa volta avrebbe reagito, che il ricordo di Asuma Sensei le avrebbe dato quella forza e quel coraggio che le era mancato nell’ultimo mese, poi però i loro occhi si incontrarono. Ino osservò Hinata per qualche secondo, la giovane immaginò di vedere sul volto della sua vecchia amica quel ghigno, quell’espressione trionfale e soddisfatto che infestava i suoi sogni. E la giovane Yamanaka perse di nuovo. Le sue mani si mossero quasi involontariamente e quando la giovane si tolse gli orecchini, Hanabi sorrise, consapevole che la sua vittoria era totale.

- Vi prego Hanabi sama, pre…prendete questi orecchini, io…una serva come me non li merita, un fallimento come me non merita di indossare gli orecchini di un uomo nobile come Asuma Sensei - Ino disse continuando a piangere e porgendo gli orecchini alla sua giovane ma spietata Padrona.

Hanabi afferrò gli orecchini subito ma non aveva certo dimenticato che la sua serva doveva supplicarla ancora.

- Non ti stai dimenticando nulla, perdente? -

Ino rimase paralizzata per diversi secondi, stava cercando di trovare il coraggio per dire quelle nuove terribili parole che non volevano uscire dalla sua bocca.

- Io…io vi supplico Hanabi sama…schiacciate questi orecchini sotto i vostri sandali…polverizzateli e…calpestate il sogno di uomo che ha sbagliato a credere in me…io non sono degna di ereditare e tramandare la volontà del fuoco…io…io posso solo strisciare ai vostri divini piedi e sperare di poter servire due persone meravigliose come voi -

Ino non aveva mai provato un dolore simile, neanche i jutsu di Hinata avevano creato un tale danno dentro di lei. Quella era una ferita troppo profonda, nessun ninja medico avrebbe mai potuto guarirla, lei sarebbe stata per sempre “rotta” ed inutile, un fallimento che aveva tradito la sua famiglia ed il suo maestro.

- Ma ne sei davvero sicura, Ino? Questi orecchini non sono troppo importanti per te? Non sono un ricordo del tuo caro Sensei? Non ti ha lasciato questi orecchini insieme ad il desiderio che tu non perdessi mai contro Sakura e che tu diventassi una splendida shinobi? - Hanabi replicò avvicinando di nuovo gli orecchini ad Ino, quasi sfidandola a riprenderseli.

Ancora una volta Ino fu su quel terreno dove il suo Maestro stava morendo, lo vide fumarsi l’ultima sigaretta e sentì le sue ultime parole, mentre il sangue di quell’uomo che l’aveva amata come una figlia le macchiava i vestiti. Ino aveva fallito, non era più una chuunin ormai, nessuno prima di lei aveva subito un tale disonore, perdendo persino il suo status di shinobi. E riguardo Sakura…beh, Ino aveva perso…perso nel modo peggiore in cui si possa perdere una competizione. La sua rivale non solo era diventata una grande kunoichi, ma l’aveva umiliata davanti a tutto il villaggio, l’aveva velocemente trasformata in una specie di maiale e le aveva tagliato i suoi bei capelli biondi…e la grande Yamanaka Ino cosa aveva fatto per replicare a tutto ciò? Si era fatta usare come uno zerbino, aveva permesso a Sakura di pulirsi i suoi piedi sulla sua faccia…aveva persino pulito le sue piante dei piedi con la sua lingua e la spazzatura della sua rivale era diventata il suo unico pasto…fazzoletti usati, unghia dei piedi e pelle morta compresi.

Ino non sapeva se il suo Sensei la stesse guardando in quel momento, ma sapeva che non poteva continuare ad indossare i suoi orecchini, non poteva disonorarlo in quel modo. La giovane dunque allontanò la mano di Hanabi che teneva quei gioielli così preziosi da un punto di vista sentimentale, e si prostrò ai piedi della ragazza, cominciando a baciarli con devozione.

- La supplico Padrona, distruggete questi orecchini, distruggete l’unica cosa che mi è rimasta ed accettate la mia totale sottomissione -

Hanabi non riuscì a nascondere la sua soddisfazione per quelle parole, soprattutto per quel termine che Ino aveva usato con lei per la prima volta. “Padrona”, sì, suonava davvero bene e presto Hanabi avrebbe potuto riascoltare quella dolce melodia tutte le volte che desiderava.

- Molto bene allora, adesso stai giù ed osserva molto attentamente. Sorellona, vuoi aiutarmi? Anche tu meriti di schiacciare sotto i tuoi piedi l’ultima cosa che rende Ino una donna libera -

Hinata non se lo fece ripetere due volte, qualcosa negli occhi di Ino aveva risvegliato in lei quel nuovo lato sadico che aveva imparato a conoscere nelle ultime settimane, quando aveva compreso che la caduta di Ino era stata fondamentale per la sua ascesa, come se i loro destini fossero incrociati. Le due sorelle Hyuga posizionarono i due orecchini per terra, Hanabi sotto il suo sandalo destro ed Hinata sotto il sinistro. Ino era ancora prostrata a terra, la sua guancia sinistra pressata sul terreno polveroso, e gli occhi della giovane osservarono i piedi delle sue due Padrone muoversi come al rallentatore. Il cuore della ragazza sembrò fermarsi per quel lungo istante, poi finalmente le suole dei sandali delle due sorelle Hyuga si abbatterono sugli orecchini di Asuma Sensei con la forza di un uragano. Era fatta, le sue Padrone avevano calpestato l’ultimo ricordo della sua vecchia vita, avevano reciso un legame che aveva sempre spinto Ino a migliorarsi…ma ora il suo destino era completo, ora lei doveva solo servire. Hinata ed Hanabi sollevarono i loro piedi quasi all’unisono ed allo stesso modo le due giovani dissero:

- Lecca -

Ino si mosse in avanti, come se non stesse attendendo altro, la sua lingua già fuori dalla bocca, pronta a leccare via i residui di quei gioielli che adesso erano solo polvere sotto le suole delle sue Padrone, sotto i piedi di quelle due ragazze meravigliose che avevano cambiato il suo destino e che avevano distrutto la sua vecchia vita, forgiandone una nuova, sotto il loro totale controllo.



Il tempo era giunto, settimane di fatiche, trasformazioni, umiliazioni e sofferenze avevano condotto Ino in quel luogo, a quell’esatta ora del giorno in cui la luna prende il posto del sole nel cielo, diventando un faro nell’oscurità che cala sul mondo per delle lunghe e silenziose ore. Normalmente quella speciale cerimonia si svolgeva alla presenza di tutti i membri del clan, riuniti attorno ad un sacro altare che risiedeva proprio all’esatto centro dell’enorme residenza degli Hyuga, quasi ad un unire i due rami in cui si divideva il clan possessore del potente Byakugan. Nonostante il marchio fosse un simbolo di sottomissione per i membri della casata cadetta, esso era allo stesso tempo un onore, poiché chi possedeva il sigillo maledetto degli Hyuga avrebbe avuto uno scopo fondamentale, difendere il suo clan con la sua stessa vita, permettendo che questi potesse continuare a fiorire e non subisse lo stesso destino di altri clan altrettanto potenti che avevano avuto un grande ruolo nella fondazione di Konoha ma che oramai non esistevano più. Questo onore non fu concesso ad Ino che nonostante tutto quello che aveva fatto, nonostante avesse ripudiato la sua famiglia e la sua stessa vita precedente, rimaneva pur sempre un’estranea, qualcuno che non sarebbe mai stato degno di portare il nome degli Hyuga, qualcuno che non aveva i loro occhi, qualcuno che avrebbe ricevuto il loro sigillo maledetto per motivi molto meno nobili.

Ino dunque fu condotta da Hinata in una grande sala all’interno dell’abitazione stessa del capoclan, una stanza in cui la giovane Yamanaka non aveva mai messo piede prima, neppure per pulirla, un compito che era riservato a Natsu. Hanabi spiegò che quella sala era un luogo che loro padre aveva creato per ricordare la sua defunta moglie, e che nessuno oltre Hiashi Hyuga, le sue due figlie e la loro serva aveva il permesso di entrarvi. Ino si sentì stranamente onorata di poter accedere in quel luogo e mai prima di allora si era sentita così vicina ad Hinata che si era inchinata brevemente di fronte al bel dipinto che raffigurava la madre, bella e così simile alle figlie da sembrare più la loro sorella. Ino sapeva che la madre di Hinata era molto giovane quando era morta, ma non sapeva altro su di lei, le due sorelle non ne parlavano mai ed Ino non osò fare domande.

Mentre Hanabi accendeva numerose candele che erano l’unica fonte di illuminazione della stanza, Hinata invitò la sua vecchia amica ad inginocchiarsi al centro di essa.

- Chi avrebbe mai potuto immaginare che questo giorno sarebbe arrivato? Chi avrebbe mai potuto pensare che la bella e potente Ino Yamanaka un giorno mi avrebbe supplicato per essere marchiata con il sigillo maledetto del mio clan, perfettamente consapevole di quali saranno le conseguenze. Ti ricordi i primi giorni in accademia, Ino? Ricordi che io non riuscivo a parlare tanto era grande la mia timidezza? E ricordi invece come tu eri sempre al centro dell’attenzione, facendo ridere tutti, prendendo in giro Naruto, giocando con Sakura. Come avrei mai potuto immaginare allora che quella bella ragazzina bionda un giorno sarebbe diventata una mia proprietà? Che lei avrebbe sacrificato ogni cosa, la sua perfetta vita, per diventare la mia schiava, per adorare il pavimento su cui cammino. E adesso credo sia arrivato il momento della verità, cara Ino, adesso voglio che tu mi dica perchè hai fatto tutto questo… -

La giovane Yamanaka osservò per un breve istante gli occhi della sua vecchia amica che cercavano di leggere nel profondo della sua anima, poi, incapace di sostenere oltre quello sguardo così potente, gli occhi di Ino si spostarono sui bei piedi della sua Padrona e quasi senza rendersene conto, delle parole cominciarono ad uscire dalla sua bocca, come se la vista di quei piedi che avevano causato la distruzione della sua vita, avessero sbloccato qualcosa dentro di lei, permettendole di rivelare dei sentimenti che neanche lei sapeva di provare.

- Io ho fatto tutto questo perchè…perchè credo che voi siate la cosa più bella mai creata in questo mondo. Non so perchè non me ne sono accorta prima, perchè l’ho compreso solo dopo che mi avete sconfitto durante quell’ultimo allenamento…dopo che avete danneggiato i mie canali del chakra. Ma in quel momento ho capito…che io non ero niente rispetto a voi, che avevo bisogno di voi nella mia vita, del vostro controllo, delle vostre lodi ma anche dei vostri rimproveri. Ho capito che il mio posto era proprio qui… - e cosi dicendo Ino strisciò ai piedi nudi di Hinata e cominciò a baciarli con una devozione mai vista prima.

Hanabi non potè che osservare la scena con un po’ di gelosia, sapeva che mai avrebbe ricevuto lo stesso trattamento da Ino, ma una parte di lei era molto felice per sua sorella che finalmente era maturata ed aveva abbandonato quelle debolezze che l’avevano accompagnata per tutta la sua giovane vita. Ino continuò a soffocare di baci i piedi di Hinata, le sue labbra non trascurarono nemmeno un centimetro dei piedi della sua amica e Padrona, ma la ragazza sapeva quale era il suo posto ed i suoi baci non salirono mai oltre le caviglie della Principessa del Byakugan.

- Così hai capito cosa? Che io sono migliore di te? - Hinata chiese con un sorriso, sollevando un piede e permettendo ad Ino di baciare anche la pianta.

- Sì…voi siete molto superiore a me, sotto ogni punto di vista - Ino replicò senza smettere di baciare quei piedi divini nemmeno per un momento.

- Quindi sono perfetta per te, no? Sei forse innamorata di me, Ino? -

Quella domanda improvvisa colse la giovane Yamanaka di sorpresa. Era vero? Lei era davvero innamorata di Hinata? Per tale motivo aveva dunque fatto tutte quelle cose assurde? Ino ripensò alle emozioni che provava ogni volta in cui i suoi occhi si posavano su quella ragazza magnifica, ogni volta che poteva toccarla, anche se di solito poteva toccare solo le parti più infime e sporche di Hinata, ripensò a quanto fosse felice di stare sotto i suoi piedi mentre la sua Padrona si rilassava sul divano, usandola come un poggiapiedi, o come bramasse essere il suo zerbino nonostante il dolore e l’umiliazione.

- Io…sì…io vi amo Hinata sama - Ino confessò infine, le sue labbra sempre ai piedi di quella ragazza che l’aveva stregata.

Hinata scoppiò a ridere e rise così tanto e per così tanto tempo che dovette mettersi una mano sull’addome che cominciava a farle male.

- Tu ti sei innamorata di me…HAHA…ti sei innamorata di me prima o dopo che i miei piedi calpestassero il tuo sogno di diventare un ninja medico? No, non rispondere, non ha importanza. Anzi, leccami i piedi mentre ti spiego una cosa molto importante - Hinata disse mettendo un piede in testa ad Ino e bloccandola per terra, cosicché la ragazza potesse solo leccare l’altro piede della sua Padrona che continuava a ridere, proprio come stava facendo sua sorella che osservava la scena da qualche metro di distanza, mentre la giovane Hyuga accendeva l’ultima candela proprio in quel piccolo altare dedicato alla loro madre defunta.

Ino cominciò a leccare il piede destro della sua vecchia amica, assaporando quel gusto oramai così familiare mentre Hinata riprendeva il suo discorso.

- Lo sai che io non ricambierò mai i tuoi sentimenti, vero? Mi ami così tanto da aver sacrificato letteralmente ogni cosa per me, da aver tradito il tuo clan, da aver ferito tuo padre, da aver accettato ogni tipo umiliazione dalla tua rivale…tutto per me, per compiacermi. Ma nonostante ciò, questo è tutto quello che potrai avere, i miei piedi da ripulire…ed una Padrona da servire -

Ino cominciò a piangere, il suo cuore sembrò spezzarsi ed un nuovo indescrivibile dolore prese possesso del suo corpo, ma la ragazza non smise di leccare i piedi di quella Dea che continuava a schernirla e che sembrava provare un piacere immenso nel vedere Ino così sofferente.

- Questo è come io ricompenserò il tuo amore, permettendoti di gettarti in una schiavitù permanente così che potrai servire “l’amore della tua vita” per lunghi anni, fino a che la tua giovinezza sarà solo un lontano ricordo, fino a quando quei pochi capelli che ti sono rimasti diventeranno bianchi e la tua pelle diventerà sempre più brutta e cadente. Da oggi fino al giorno in cui tu esalerai l’ultimo respiro, non sarai mai niente di più di una schiava, di un verme strisciante ai miei piedi. Anzi, mi correggo, non da oggi…tu sei sempre stata un verme ai miei piedi. Ed adesso me lo dimostrerai - Hinata concluse quel lungo e crudele discorso facendo un segnale ad Hanabi che prese qualcosa da un piccolo armadio in fondo alla sala e si avvicinò ad Ino che potè vedere cosa la ragazza stringeva tra le mani.

Ino osservò con stupore Hanabi posizionare per terra, a pochi passi da Hinata ed Ino, i vecchi sandali da genin della sorella, gli stessi sandali che Ino doveva avere sempre sulla faccia quando dormiva dentro l’armadio della scarpe di Hinata.

- Inchinati ai miei vecchi sandali Ino, qualcosa che avresti dovuto fare molto tempo fa gia quando frequentavamo l’accademia. Inchinati e mostrami che sei sempre stata inferiore a me -

Ino aveva ancora gli occhi pieni lacrime, non si aspettava delle parole tanto dure da parte di Hinata ma ancora una volta quel trattamento degradante aveva risvegliato quello strano mostro dentro di lei ed un nuovo brivido scosse il suo basso ventre. La giovane Yamanaka si prostò davanti a quei sandali che ormai conosceva bene, quei sandali che appartenevano ad una ragazzina che non sarebbe mai stata in grado di trattare in quel modo un’altro essere umano, una ragazzina che si sarebbe fatta usare come uno zerbino dai suoi compagni di classe, una ragazzina che non esisteva più. Al suo posto era sorta una donna sicura di sè, che sapeva quello che voleva e che aveva finalmente compreso il suo posto nel mondo, una donna che possedeva un vero zerbino umano sulla cui faccia pulirsi i piedi sporchi e sudati.

Ino continuò a venerare quei sandali per altri due minuti, come se fossero un oggetto sacro, ma Hinata non sembrava ancora soddisfatta ed avvicinando alla sua serva, le mise nuovamente un piede in testa e rudemente le schiacciò la faccia contro il pavimento di legno.

- Lo sai che meriti una punizione, non è vero verme? Avresti dovuto fare ciò molto tempo fa e sarai quindi punita per ogni giorno in cui non ti sei prostrata ai miei piedi. Lecca le suole e le solette dei mie sandali da genin, fai quello che avresti dovuto fare durante i nostri anni in accademia davanti a tutta la nostra classe -

Quella era una ingiustizia, Ino lo sapeva bene, non poteva essere punita per qualcosa che non aveva fatto quando era ancora una persona libera, una persona normale, una ragazza felice e solare…quando era una vincente. Ma nonostante ciò la giovane Yamanaka strisciò verso quei piccoli sandali e cominciò a leccarli, continuando a pensare a quanto fossero crudeli ed ingiuste le parole di Hinata, considerando che fino a poche settimane prima lei sembrava la prima a non accettare la nuova Ino debole e sottomessa.

“Come potevo prostrarmi ai piedi di quella Hinata timida ed insicura? Lei non avrebbe mai sopportato una cosa del genere”

Ino cercò di liberare la mente da quei pensieri che non avrebbero migliorato la sua situazione, le era stato detto di fare una cosa e lei doveva farlo, fine del discorso. Dopo aver ripulito con attenzione le suole di quei sandali, Ino si dedicò alle solette dove i piccoli piedi della giovane Hinata si erano poggiati per anni e anni, durante i suoi allenamenti e le sue prime missioni. Nonostante il passare del tempo, Ino poteva ancora avvertire sulla punta della sua lingua il gusto aspro del sudore dei piedi della sua Padrona e questo la spronò a leccare con maggiore intensità, facendola sembrare ancora una volta un cane affamato. Per un attimo la giovane donna si chiese se in futuro avrebbe dovuto dormire ancora con quei sandali sulla faccia o se la sua Padrona avrebbe scelto di cambiare calzature per la sua routine notturna, ora che i suoi sandali da genin erano puliti. Ma ben presto Ino tornò a dedicarsi totalmente a quella speciale pulizia, anche se più di una volta dovette combattere con il ricordo delle parole precedenti di Hinata che continuavano a riecheggiare nelle sue orecchie.

“Non sarai mai niente più di una schiava”

Ino pianse ancora una volta e dovette leccare via pure le sue lacrime salate che erano scivolate sui sandali della sua Padrona. Passarono altri dieci minuti e solo quando Hinata finì di esaminare le sue vecchie scarpe, la giovane Hyuga affermò che era arrivato il momento di iniziare la cerimonia e di imprimere il sigillo maledetto del suo clan sulla fronte di Ino. Quella non era certo un operazione semplice e veloce ed Hinata si sedette per terra difronte alla sua futura schiava. Dopo aver fatto dei complessi sigilli con le mani, Hinata mise due dita sulla fronte di Ino e la ragazza chiuse gli occhi per concentrarsi, consapevole che la tecnica sarebbe durata parecchi minuti.

Hanabi decise di sfruttare quel momento di silenzio, per giocare un altro po’ con la povera Ino che osservava Hinata con un mix di paura e curiosità. Ino non sapeva se il sigillo le avrebbe fatto male, ma non le importava, nelle ultime settimane i calpestamenti delle due sorelle, soprattutto di Hanabi, l’avevano preparata ad affrontare ogni tipo di dolore.

- Questa è l’ultima occasione per fare un passo indietro, perdente - Hanabi cominciò a dire, attirando a sè lo sguardo di Ino - Lo sai vero che dopo che sarai stata marchiata ogni membro del clan Hyuga potrà instantaneamente costringerti a sottometterti alla loro volontà? Sarai a disposizione di chiunque qui, ogni volta che loro lo vogliano…sì, persino quelli della casata cadetta ed i servi come Natsu potrannò comandarti a bacchetta -

Ino non si mossè, nonostante le parole di Hanabi la ragazza Yamanaka rimase al suo posto, le dita di Hinata erano ancora poggiate sulla sua fronte e la sua Padrona era ancora molto concentrata per eseguire quel sigillo maledetto che avrebbe cambiato per sempre la vita di Ino. Hanabi sembrò leggerle la mente perche continuò a schernirla dicendo:

- Prova ad immaginare la tua vita da questo momento in poi, non è difficile…scommetto che puoi vedere nella tua mente delle immagini nitide come se fossero già reali. Immaginati mentre Hinata ed io ti portiamo a spasso per le strade del villaggio, al nostro guinzaglio, una cosa che faremo così spesso che la gente finirà col dimenticarsi che sei un essere umano e ti tratterà come il cane che sei, scacciandoti via con calci e sputi per paura che tu possa rubare il cibo dalle loro bancarelle o fare la pipì sul muro della loro casa. Immaginati mentre strofini i pavimenti a quattro zampe, mentre Natsu si rilassa con i piedi sollevati, felice di non dover più svolgere lavori manuali così infimi ora che ci sei tu lì a sgobbare al posto suo, una schiava che può comandare a bacchetta e frustare casualmente ogni volta che le sembra che tu non ti stai lavorando abbastanza disperatamente nelle tue faccende domestiche. Sai, credo che d’ora in avanti dormirai con i sandali di Natsu sulla faccia, d’altronde quelli di mia sorella sono puliti ormai e credo che questo piccolo cambiamento sia necessario per farti comprendere che tu occupi davvero il gradino più basso nella gerarchia degli Hyuga. Sì, i sandali sporchi della nostra serva saranno perfetti per te e sono sicura che imparerai presto ad amare il sudore dei suoi piedi…sai, so che questo è molto intenso, non bisogna certo essere dei leccapiedi come te per sentire quella puzza ogni volta che Natsu si toglie i sandali dopo aver lavorato per ore. Ancora sicura di volere quel sigillo maledetto? Sì? Bene, sarai accontentata tra pochi secondi, Hinata ha quasi terminato -

Hanabi non si sbagliava e meno di un minuto dopo successe qualcosa, una grande luce verde illuminò la stanza ed Ino avvertì un calore fortissimo sulla sua fronte, il sigillo maledetto degli Hyuga aveva marchiato finalmente la sua pelle ed il suo destino si era finalmente realizzato.

“Sono una schiava ora…la schiava di Hinata” Ino pensò per un breve istante mentre sentiva le energie del suo corpo calare drasticamente come se il sigillo stesse risucchiando il poco chakra che riusciva a circolare in quei canali danneggiati dalle potenti tecniche degli Hyuga.

- Benvenuta nella tua nuova vita, schiava - Hinata disse alzandosi lentamente, anche lei sembrava sfinita.

Ino ebbe quasi un orgasmo nel sentire quella parola pronunciata nuovamente da Hinata dopo diverse settimane, un tempo che le era sembrato infinito. Ma l’eccitazione della ragazza Yamanaka ebbe vita breve, le dita di Hinata si mossero velocemente e formarono un sigillo, poi la ragazza disse:

- Metti il tutto il mio piede dentro la tua bocca e strozzati con esso fino a vomitare e poi continua fino a che non perderai i sensi -

Ino non ebbe il tempo di chiedersi se ciò fosse possibile, il suo corpo di stava muovendo da solo, ma non le era chiaro se fosse il sigillo a muoverne i fili come un burattinaio o se era la paura di quello che il sigillo avrebbe potuto farle se avesse rifiutato o persino esitato davanti ad un ordine della sua Padrona. Ino aprì la bocca ed infilò al suo interno il piede di quella ragazza che aveva cambiato ogni cosa, che aveva calpestato i suoi sogni e che fino alla fine dei suoi giorni, avrebbe avuto la vita della sua vecchia e solare amica nella sue mani, una vita da schiacciare sotto i suoi piedi.
 
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view post Posted on 17/3/2024, 08:24     +1   -1
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Ecco anche una fanart per la storia

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