| Secondo episodio
L’uomo salì le scale nervosamente, come ogni volta che stava per incontrare quella donna. Secondo piano e prima porta a destra che avrebbe trovato socchiusa. Era uno stabile senza portiere e relativamente basso con i suoi quattro piani per un totale di otto appartamenti. Non dovette bussare perché una donna l’attendeva e lo fece entrare immediatamente. La guardò. Era incredibilmente sexy con la sua tuta di lattice nera aderentissima che terminava dentro un paio di stivali al ginocchio dotati di un tacco a spillo di 15 centimetri che aggiunti alla sua già considerevole altezza la facevano svettare nettamente sopra di lui che pure non era basso coi suoi 180 centimetri. Doveva essere alta circa 1.75 ma in quel momento lui la vedeva immensa. Anche il viso era bello, truccato di tutto punto con un rossetto rosso e aveva i suoi capelli biondi raccolti con una coda alta. Decisamente conturbante. La donna gli sorrise e gli porse la mano che lui strinse “ Ciao Marco, entra” Poi lo osservò. Era diverso da quello che ricordava. O meglio, sapeva che lui era proprio quel suo cliente a causa delle sue richieste particolari ma quell’uomo le sembrava un perfetto sconosciuto. Un affascinante sconosciuto. Davvero un bell’uomo. Capelli corti castani, fisico atletico e viso maschio adornato da una virile barba apparentemente mal curata ma che lo rendeva molto appetibile. Se non fosse stato un cliente, ci avrebbe fatto un pensierino. Anzi, promise a sé stessa che la prossima volta non avrebbe preso nessun appuntamento dopo di lui per poterlo sedurre. E, se ricordava bene, era anche abbastanza dotato, cosa non affatto trascurabile. L’uomo deglutì nervosamente. La figura statuaria della donna lo metteva in imbarazzo e in fondo, era proprio ciò che cercava “ Buon pomeriggio Lady Penelope” La donna sorrise “ Ma sai che non ti avevo riconosciuto? Hai cambiato look?” “ Ehm, si signora. Mi sono fatto crescere la barba e ho tagliato i capelli” “ Stai bene così. Comunque, anche se non ti ho riconosciuto subito, non potevi essere che tu, considerando le tue richieste sempre uguali. Non avresti voglia di cambiare?” “ Veramente no, Lady Penelope. Quello che le ho chiesto è ciò che mi piace” “ E come mai tutto questo tempo prima di rivedermi? Non è che hai trovato un’altra miss? Guarda che potrei punirti severamente” “ Oh no signora. Ho avuto dei problemi… Problemi familiari e ho dovuto far passare un anno ma eccomi qui” “ Bravo. Mi piacciono gli schiavi che sono fedeli alla propria Mistress. A proposito, ti piace il mio dress code? E’ esattamente quello che hai richiesto” “ Miss Penelope, lei è semplicemente stupenda. Ho il cuore in gola dall’emozione di star davanti a tanta perfezione” “ Perfetto! Così mi piaci. Beh, io direi di cominciare questo nostro gioco di ruolo. Da adesso in poi io sarò tua moglie e tu il mio maritino sottomesso. Siccome non ci andrò leggera, sarebbe meglio stabilire una safe word. Non voglio eroismi. Sei d’accordo?” “ Certamente, miss” “ Bene! La parola che mi farà immediatamente smettere sarà <mela>. Hai capito bene?” “ Si signora” La donna sorrise. Quel bel maschio era proprio uno schiavo nell’anima. Nei momenti di relax come quello, molti suoi clienti avevano un approccio amichevole per poi passare in modalità da schiavo soltanto quando la sessione cominciava. Marco invece, o come diavolo si chiamasse nella realtà, si approcciava a lei sempre in modo sottomesso “ Perfetto. Ora io vado nell’altra stanza. Tu lasci su quella mensola il regalino, aspetti un minuto e poi entri. Da quel momento il gioco avrà inizio” L’uomo sospirò profondamente, prese alcune banconote dal portafogli per dare quella che quella mistress professionista aveva chiamato con un eufemismo <regalino> ma che in realtà era il prezzo pattuito, attese che trascorresse quel minuto e poi entrò nella stanza dove Lady Penelope era seduta su una sedia con le gambe accavallate. Si schiarì la gola. Il gioco poteva avere inizio “ Ciao amore” aveva usato un tono amichevole, un tono che si usa con la propria moglie ma faceva parte del gioco. La donna rimase seduta “ Dove cazzo sei stato fino a quest’ora?” “ Vengo adesso dal lavoro, amore” La mistress stavolta si alzò, andò vicino a Marco e lo schiaffeggio violentemente “ Ti ho detto dove sei stato e cerca di rispondermi perché altrimenti stasera le prendi di brutto “ Io… Io… Ecco, ho preso qualcosa da bere con i miei colleghi” Un nuovo schiaffo si abbatté sulla guancia del giovane “ E tu ti sei azzardato ad andare in un bar a prenderti qualcosa senza il mio permesso?” “ Io veramente pensavo…” L’ennesimo schiaffo colpì il volto dell’uomo” “ Brutto idiota. Tu non devi pensare. Tu devi obbedire. Da adesso in poi le mie regole cambieranno. Volevo essere buona con te, volevo usare il guanto di velluto ma mi costringi ad essere spietata” La donna afferrò il collo dell’uomo e iniziò a stringerlo. Era forte. Marco l’aveva scelta appositamente proprio per questa sua caratteristica. Amava che la sua padrona fosse più forte di lui e che lo costringesse a fare qualsiasi cosa con la forza. Certo, probabilmente se anche lui avesse usato tutta la sua forza, avrebbe potuto ribaltare la situazione ma quel gioco di ruolo necessitava anche molta immedesimazione. In ogni caso, la stretta era considerevole e Marco iniziò a rantolare “ Ti prego amore, mi soffochi” Per tutta risposta la donna aumentò la sua forza “ Da adesso in poi dovrai chiamarmi signora padrona e ogni disobbedienza la pagherai cara. Sono stata chiara?” “ Sì” rispose l’uomo con un filo di voce “ Sì cosa? Sei idiota per caso? Come ti ho detto che devi chiamarmi?” “ Sì ho capito signora padrona. La prego, mi lasci” La donna decise di lasciarlo andare “ Bene, vedo che hai compreso chi comanda. Adesso spogliati completamente nudo. Quando sei in casa ti voglio sempre senza niente indosso” L’uomo obbedì e in breve si ritrovò interamente nudo al cospetto della mistress che lo osservò con attenzione. Si ricordava bene. Quell’uomo era ben dotato e in quel momento aveva il pene in erezione dovuta sicuramente alla situazione che si stava creando e che per lui doveva essere particolarmente eccitante. Lo schiaffeggiò di nuovo “Prendimi una sigaretta, coglione” gli ordinò indicando un pacchetto di sigarette e un accendino posti sopra una specie di tavolinetto. “ Subito, signora padrona” L’uomo prese una sigaretta e l’accendino e tornò da quella che in quel gioco era la sua sensualissima moglie. Le mise la sigaretta in bocca, glie l’accese e stava per allontanarsi quando la donna gli afferrò il polso torcendoglielo “ Dove vai idiota. Ti ho detto che la mia pazienza è terminata e che tu hai bisogno di essere rieducato. Apri la bocca e fammi da portacenere” L’uomo cercò di divincolarsi. O meglio, fece finta di provare a farlo. La leva era fatta bene ma sentiva che se avesse voluto avrebbe potuto liberarsi. Ma il gioco richiedeva la sua sottomissione e, anche con quella finzione, la situazione a lui piaceva e il suo pene sempre più eretto lo stava a dimostrare “ Va bene signora padrona. Farò quello che vuole ma la prego, mi lasci. Mi sta spezzando il braccio” “ Così capirai che io posso disporre di te come meglio credo” Marco aprì la bocca mentre la donna fumava tranquillamente gettando la cenere nella sua bocca. Dopo qualche minuto, fece scendere la sua saliva sulla lingua dell’uomo e ci spense la sigaretta. Ma era tutto appena cominciato. La donna si alzò e afferrò per un braccio l’uomo “ Che cosa mi vuole fare, signora padrona?” La mistress sorrise sadicamente. Sembrava entrata perfettamente nella parte “ Io con te faccio quello che voglio. Tu dovrai tremare al mio cospetto e se farai una cosa sbagliata ti riempio di botte. Vuoi una dimostrazione?” Marco indietreggiò ma la donna lo colpì ugualmente con un calcio al fianco e poi con un pugno allo stomaco. Non erano colpi dati con maestria. Era chiaro che Lady Penelope avesse qualche nozione di arti marziali e si muoveva agilmente malgrado gli stivali col tacco altissimo ma era lontana dall’essere una campionessa. Ciononostante, aveva accusato i colpi e anche se quella scena era palesemente finta, la sua eccitazione era cresciuta e la donna naturalmente se ne accorse. Lo afferrò per il mento “Io se voglio ti ammazzo di botte, brutto idiota. Sono molto più forte di te. Hai capito bene?” Marco sospirò. La vicinanza della donna lo stava mandando fuori di testa e il suo cazzo si strusciava addosso al suo corpo ricoperto dal lattice. Dal canto suo, la mistress sorrise nel vedere la reazione erotica del suo schiavo. Non amava i contatti troppo ravvicinati ma con quel tipo così affascinante faceva un’eccezione alla sua regola accettando il contatto del suo pene eretto contro il suo corpo “ Si signora padrona. Ho capito bene. Lei comanda perché è molto più forte di me” “ Bene! Adesso sdraiati in quell’angolo” Marco obbedì e si sdraiò aspettando le mosse della splendida mistress che gli mise un tacco in bocca “Ciuccialo bene, stronzetto” Marco stavolta non replicò e iniziò a succhiare l’altissimo tacco di quello stivale per alcuni interminabili minuti. Poi la donna sghignazzando passò all’altro stivale facendo succhiare anche quello al suo schiavo. Poi si tirò giù i pantaloni aderentissimi. L’uomo ebbe un sussulto “ No, che cosa vuole farmi?” Malgrado fosse tutta una finzione, l’immedesimazione era ormai totale e sembrava davvero tremare al cospetto di Lady Penelope che, a sua volta, sembrava anche lei serissima “ Che cosa ti farò? Ti userò come cesso. E tu accetterai altrimenti saranno botte” Stavolta l’uomo si astenne da ogni replica e quando la donna iniziò a orinare lui provò a bere tutto come se si trattasse di una bevanda prelibata. Ma Lady Penelope aveva appena iniziato. Legò l’uomo a una croce di S. Andrea e lo frustò dopodiché, non contenta, tirò fuori uno strap-on di oltre 15 centimetri. L’uomo si inginocchiò ai suoi piedi “ No la prego, signora padrona. Farò tutto quello che vuole ma non mi faccia quello” Il suo terrore sembrava reale e la donna sorridendo si alzò. Lo prese per un braccio facendolo rialzare “ Allora non hai capito bene chi comanda. Io sono più forte di te e tu dovrai obbedire” La bella mistress si mise sdraiata su un lettino e fece mettere Marco seduto a terra con la schiena dell’uomo rivolta verso il suo volto. Poi allungò le gambe e le avvolse intorno al collo dell’uomo per iniziare poi a stringere. Stavolta Marco si trovava davvero in difficoltà e anche facendo leva su tutte le sue forze non riusciva a liberarsi. Certo, non era proprio come nei suoi sogni segreti dove la sua padrona era talmente forte e brava da costringerlo in quella posizione mentre lui si era dovuto mettere nel modo giusto per favorire la presa ma comunque le gambe della donna erano abbastanza forti da non farlo uscire da quelle scissors. Non voleva dire però la parola d’ordine e batté le mani sul pavimento “ Ho capito signora padrona. Farò quello che vuole. La scongiuro, abbia pietà” La donna allentò la presa. Era esperta e aveva alle spalle oltre dieci anni di professionismo nel settore, aveva fatto sessioni con centinaia di clienti e sapeva quando insistere e quando smettere. Aveva quindi capito che quel giovane affascinante stava cominciando ad avere difficoltà respiratorie ma che, come molti suoi schiavi, non voleva dire la safe world pensando di deluderla. Che idioti! Per lei erano solo clienti e di tutto aveva bisogno tranne che di uno schiavo che si sentisse male nel suo dungeon. Pertanto, dopo aver terminato quelle scissors con le sue potenti cosce, decise di passare a un’altra pratica. Afferrò quindi di nuovo lo strap-on per legarselo alla vita e infine, naturalmente dopo aver oliato per bene l’ano del suo schiavo, lo penetrò. Quando quell’atto ebbe termine, osservò il pene dell’uomo sempre più eccitato. Non le era stato richiesto ma trovò che avrebbe fatto la scelta giusta se lo avesse fatto eiaculare. Le bastò ben poco. L’eccitazione dell’uomo era ormai ai massimi gradi e quando lo stivale della donna toccò il pene, questo schizzò inesorabilmente, ovviamente dopo avergli dato il permesso di poterlo fare “ Coglione, hai sporcato i miei stivali. Puliscili con la lingua se non vuoi altre botte” “ Si signora padrona. Lo faccio subito” Mentre l’uomo si dedicava alla pulizia dei suoi stivali, la donna guardò il suo orologio rendendosi conto che aveva oltrepassato l’ora destinata a questo cliente da ben dieci minuti. Non era una che stava col cronometro in mano ma era pur sempre una professionista e dopo Marco aveva un altro schiavo che era in attesa dei suoi servigi. Tolse quindi lo stivale dalla bocca dell’uomo “ Dai su, vatti a fare una bella doccia” “ Grazie signora” disse in modo deferente Marco per infilarsi in un angusto bagno tenuto comunque in ordine e pulitissimo. Dopo cinque minuti aveva terminato. Si infilò un accappatoio ed uscì dal bagno per potersi rivestire. La donna lo accolse col sorriso sulle labbra “ Allora Marco, tutto a posto?” “ Certo signora. Tutto a posto” “ Certo che sei strano tu. Quante volte sei venuto da me? Sei o sette?” “ Questa è la sesta volta, per l’esattezza” “ E hai sempre voluto fare lo stesso gioco senza mai cambiare” “ Perché è quello che mi piace. Io le do carta bianca, signora. Inserisco i miei pochi limiti, in special modo lo scat e il clinical e poi chiedo di essere obbligato con la forza a fare tutto quello che lei vuole. Non mi interessa cosa lei mi fa fare ma il fatto che lei mi possa obbligare a farlo” “ Si, è abbastanza chiaro. Ed ecco perché hai scelto me” “ E si, lei si definiva abbastanza esperta nella kick boxing e in grado di fare scissors dalle quali sarebbe stato impossibile sfuggire. In più lei è piuttosto alta e io sono fissato con l’idea di avere una padrona più alta di me. Ecco perché le chiedo sempre di mettere scarpe col tacco altissimo” “ Capisco! Ma perché vuoi sempre che sia tua moglie?” Marco alzò le spalle “ Perché il mio sogno sarebbe proprio quello di avere una compagna padrona. Farei di tutto. Le preparerei il pranzo e la cena, la servirei come una regina e lei potrebbe fare di tutto con me” Mentre Marco terminava di vestirsi, la bella mistress lo osservò scuotendo la testa “ Ma tu vorresti essere schiavo nella vita quotidiana?” “ Si. Lo so che è complicato ma è ciò che desidero. Anche se non rifiuterei una padrona che non sia la mia compagna. L’importante, ripeto, è che sia in grado di picchiarmi se lei lo volesse” “ Avresti voluto essere picchiato più duramente?” “ Non necessariamente. Non sono un masochista che gode nel dolore. Io ho semplicemente bisogno di vedere la donna alla quale mi sottometto come una persona superiore a me. Superiore in forza fisica, in altezza ma anche in intelligenza. E quest’ultima cosa non è complicata perché non ho studiato molto” concluse l’uomo ridendo e facendo ridere la mistress “ Non è facile da trovare ciò che cerchi” “ Lo so. E per una donna del genere farei qualsiasi cosa. Glie lo giuro, qualsiasi cosa” Era tutto terminato e Lady Penelope diede la mano all’uomo che la strinse e poi si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia. Era proprio carino. E la prossima volta avrebbe fatto in modo di non avere impegni dopo di lui. Chissà, forse avrebbe potuto accontentare almeno in parte i desideri di quell’uomo.
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