| Le foto che ha postato Pippo descrivono esattamente uno dei modi in cui sono chiamato a servire le mie Padrone. Io pulisco suole dal 1999 e sempre suole usate in strada. Probabilmente ho formato un determinato tipo di anticorpi o semplicemente il mio corpo reagisce bene ai possibili rischi. Il rischio c’è, è innegabile, probabilmente in soggetti meno “forti” di me è più facile che possa insorgere qualche fastidio o mal di pancia, dubito infezione o epatite.. in ogni caso ripeto se si è forti si supera. Comunque non la classifico come pratica soft. Per nulla. A me è capitato in 25 anni di pulire di tutto, dopo il club, dopo il parco, con le piogge…io mi fermo solo di fronte a una cosa: escrementi. È ovviamente pericoloso. Chi mi ha usato sa benissimo che sono una persona sana, istruita, educata, rispettosa, riservatissima e obbediente. Non farò alcun nome reale nei miei racconti ma volevo dirvi un po’ come è stato addestrato questo leccasuole milanese.
Barbara Era la mia fidanzatina. Avevamo 20 anni io e 21 lei. Innamoratissima, ero quasi sempre io il dominante tra i due, decidevo io quasi sempre e lei mi seguiva. Era figlia di un industriale, girava in 911 e spesso ero io alla guida. Mi piaceva, capelli lunghi castani bellissimi, alta 170 circa, mi piaceva perché metteva spesso giacche di pelle, jeans e si cazzo.. stivali. Ne aveva una marea. Un armadio pieno di qualsiasi ben di Dio di stivali. Tutti di marca, tutti bellissimi. Io li osservavo, glieli guardavo addosso e dato che avevo fino ad allora sempre fantasticato (e leccato molte volte le suole degli stivali della sorella di un mio amico senza farmi sgamare) ho iniziato a escogitare un modo per baciarglieli. Diciamo che lei si era accorta di questa mia attenzione ma non dava peso, anzi metteva sempre più spesso stivali. Un giorno, mentre stavamo per fare sesso, io le ho chiesto di tenere gli stivali, è così ha fatto. Nuda con gli stivali e abbiamo fatto l’amore… Così ha iniziato, soprattutto durante i rapporti veloci a casa sua (aveva una casa di 4 piani, gigantesca), a tenere gli stivali…con mia doppia eccitazione e resa ovviamente. Un giorno di questi mentre facevamo qualche preliminare lei si mette a 69, quindi accovacciata sul mio viso tenendo gli stivali praticamente a qualche cm da me. Mentre lei si dedicava al mio piacere io non ho resistito… mi sono spinto leggermente in su e mi sono trovato il tacco davanti alla bocca… Era un paio di stivali di quelli in tessuto elasticizzato che andavano di moda con un tacco abbastanza largo ma alto sui 7/8 cm… Ho iniziato a leccarlo… su e giu, e la suola del tacco… ho premuto con la lingua perché lei si accorgesse. E lei si è accorta… si è girata e abbiamo fatto l’amore. Dopo qualche giorno parlando io ho tirato fuori l’argomento. Ti è piaciuto? Le ho chiesto. E lei mi ha detto di sì. Da quel giorno si è aperto un mondo. Lo chiamavamo “giocare”. Quando uno dei due diceva giochiamo io dovevo essere pronto a tutto. Una settimana dopo il 69 lei si presenta in gonna e stivale di pelle questa volta con tacco basso 5/6 cm, non dice niente se non “giochiamo”? E appoggia lo stivale su uno sgabello abbastanza basso. Da quel giorno, seppure in un contesto vanilla io sono diventato il suo leccasuole. Nei mesi è diventata sempre più sadica fino a raggiungere il massimo un giorno di maggio in cui siamo andati in montagna da lei. C’era uninvasione di maggiolini ed erano ovunque. Lei camminando sul vialetto ne ha calpestati 2/3 e poi per aprire la porta ha affondato il tacco in un po’ di terra. Non me li farà mica pulire ho immaginato e invece appena entrati si è seduta, si è accesa una sigaretta (mi usava anche come posacenere a volte) e ha detto la parola magica. Si era pulita comunque sullo zerbino di casa ma lo stesso le suole erano terribili e leccando mi sono trovato la zampetta di un maggiolino sulla lingua. Ingoia. Si Padrona. Ed ecco per la prima volta quella parola. Io totalmente devoto a Lei. Ho obbedito. Dopo qualche mese l’ho lasciata è ha sofferto tantissimo perché mi sono invaghito di una ballerina… ma questa èunaltra storia. Grazie Barbara…
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