Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Un nuovo messaggio, racconto di una storia vera

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view post Posted on 22/1/2021, 15:44     +4   +1   -1

Novizio

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Ciao a tutti,

inizio a condividere il racconto di una storia realmente accaduta, ormai diversi anni fa, che sto scrivendo per diletto e per il piacere di rivivere quei ricordi. Alcuni episodi saranno inevitabilmente romanzati, ma più che altro per cercare di rendere la lettura più scorrevole ed evitare una corrispondenza troppo evidente con certi dettagli.

Buona lettura!
Atel


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Durante l’università, per un anno, mi ritrovai a condividere casa con due ragazze, a Milano. Entrambe le mie due coinquiline erano di qualche anno più grandi di me. Una, Silvia, aveva 27 anni, e veniva a Milano esclusivamente durante la settimana per lavoro. Utilizzava la stanza come un appoggio per evitare di fare avanti e indietro dalla sua casa in provincia, dove tornava ogni fine settimana a stare dai suoi genitori. L’altra, Giada, era una studentessa lavoratrice, più lavoratrice che studentessa a dire la verità. Quando la conobbi aveva 25 anni, stava quasi per terminare la sua triennale in sociologia e si manteneva nel frattempo lavorando come barista in un locale non lontano dalla casa in cui vivevamo. Io, all’epoca poco meno che ventitreenne, ero alla mia prima esperienza fuori casa, dopo aver terminato la triennale in una piccola università di provincia.

Io, Silvia e Giada componevamo un terzetto stranamente assortito. Silvia tendeva a stare molto sulle sue, la vita a Milano era per lei solo una parentesi, le serviva per non ridurre le sue giornate a un continuo viaggio su un treno regionale e questo atteggiamento si rifletteva molto nel modo in cui viveva la casa e la relazione con noi. In generale era anche una tipa simpatica e che quando voleva poteva essere estroversa, semplicemente si vedeva che non le interessasse molto costruirsi dei nuovi rapporti. Era alta e snella, biondo cenere, sempre sobria ed elegante nel vestire. Per alcuni la sua magrezza poteva essere un difetto vista la mancanza di forme, ma io ricordo di averla trovata sempre molto armonica e affascinante.

Giada era l’esatto opposto di Silvia, era una di quelle persone talmente cariche di energia e voglia di fare che stando con lei ti sentivi sempre pieno di entusiasmo. Andavo d’accordo con entrambe, ma mi venne più semplice legare con Giada proprio perché grazie alla sua espansività passammo innumerevoli serate a bere, chiacchierare e fumare nel nostro salotto. Giada era bassina, sarà arrivata malapena a un metro e sessanta, ma con un fisico tonico e ben proporzionato. I capelli erano neri, mossi, lunghi più o meno fino alle spalle. Del suo viso erano gli occhi a colpire l’attenzione, molto grandi e intensi, scurissimi, che mi catturavano sia quando portava le lenti che quando portava gli occhiali (raramente, solo nei momenti di forte stanchezza).

Giada aveva un fidanzato a Milano, era una storia iniziata da pochi mesi ma era molto felice di come stessero andando le cose. Viste le delusioni che sia lei che il suo ragazzo avevano avuto in passato, stavano andando avanti con calma, senza correre. Anche Silvia aveva un ragazzo, che viveva però nel suo paese (stavano insieme da non so quanti anni ed erano praticamente una di quelle giovani coppie per cui il matrimonio, a meno di stravolgimenti, era solo questione di tempo)

Dal canto mio, ero un ragazzo sicuramente un po’ ingenuo e insicuro, ma con tantissima voglia di costruirmi un nuovo giro lontano dalla mia vita di provincia. Non fu facilissimo all’inizio crearmi amicizie, un po’ perché arrivando solo alla magistrale tanti gruppetti erano già formati, un po’ perché non ero bravo a cercarmi nuovi amici proattivamente. Anche per questo motivo mi ritrovai a passare molte serate a casa, spessissimo a chiacchierare e scherzare con Giada, mentre Silvia si perdeva in lunghissime telefonate nella sua stanza. Ho ancora molto vivido il ricordo di Giada che si rannicchiava, minuta com’era, sul nostro sgangherato divano, piegando le gambe sotto il sedere e chiedendomi se avessi voglia di aprire una bottiglia di vino. Solitamente le nostre serate iniziavano così e proseguivano finché il sonno o l’ubriachezza non prendevano il sopravvento. Giada aveva un’altra abitudine, che poi fu quella che scatenò la storia che ci ritrovammo a vivere, cioè di camminare per casa sempre scalza. La maggior parte delle volte camminava a piedi nudi, ma anche quando indossava dei calzini, dopo un po' che eravamo sul divano, era solita sfilarseli. Io ero già consapevole delle mie fantasie sui piedi e sulla dominazione femminile, per cui fui felicissimo di aver trovato questa nuova amica, per di più mia coinquilina, che aveva anche questa abitudine che stuzzicava la mia eccitazione. Spesso indugiavo con lo sguardo, discretamente, su quei piedi scoperti, immaginando di poterne sentire l’odore. Evidentemente, però, tanto discreto non dovevo essere, perché dopo 3 mesi, durante una delle nostre chiacchierate un po’ più alcolica del solito, Giada mi chiese:

“Ste, ma ho qualcosa sul piede?”

“E che ne so, perché?” mi finsi un po’ stupito, ma avevo capito subito dove rischiava di finire la conversazione.

“No è che mi pareva che ti ci eri fissato, pensavo di avere qualcosa”

“No no, scusa, stavo con lo sguardo perso nel vuoto un attimo. Oh, stiamo oltre metà della seconda bottiglia”

“Madonna, di già?”

“Di già” dissi sorridendo, contento di averla scampata

Giada si alzò lentamente “Direi allora che possiamo chiuderla qui, ho un sonno che mi sento distrutta” disse andando verso camera sua. Prima di uscire dalla sala si fermò un secondo sullo stipite della porta e si girò di nuovo verso di me.

“Oh però non era mica solo stasera eh, sarà una settimana che ti vedo con lo sguardo perso nel vuoto sui miei piedi” mi gelò e mi guardò dritta negli occhi, seria. Poi il volto si aprì in un sorriso e disse “se ti piacciono va bene, ma voglio saperlo…domani mi racconti un po’, ok?”

“…ok…” dissi, colto totalmente alla sprovvista ma felice di avere un po’ di tempo per ragionarci.

“Bacio…Notte!”

Quella notte ci misi molto a prendere sonno. Come potrete immaginare, i miei pensieri continuavano a tornare sulla grande figura di merda che avevo fatto e a come uscirne nel modo migliore. Il sorriso con cui Giada mi aveva lasciato mi faceva sperare nella possibilità di affrontare l’argomento in modo sereno e, addirittura, una piccola parte di me sperava che, se me la fossi giocata bene, avrebbe potuto essere l’occasione per trovare una compagna di giochi. C’erano alcuni dettagli che mi facevano essere ottimista ed erano quelli sui cui provavo a concentrarmi.

Innanzitutto, mi ripetevo, Giada sembrava molto aperta di mente. Aveva avuto tantissime esperienze in passato e ne parlava in modo disinvolto. Era inoltre una persona del tutto a suo agio con il sesso e con il suo corpo, piuttosto disinibita. Per farvi capire, ero in casa da neanche un mese quando me la vidi tranquillamente camminare in pantaloni e reggiseno, mentre decideva cosa mettersi. Quando si accorse di me mi chiese addirittura un consiglio sul suo abbinamento, senza alcun accenno di imbarazzo. Mi sembrava, poi, avesse un carattere molto deciso, ancora non avrei detto dominante, ma sicuramente incline a imporsi. Si trattava di piccole cose, come per esempio quando mi diceva “Stasera si ordina? Dai un occhio ai ristoranti e dimmi un cosa potremmo prendere”, oppure “Ste, c'è da portare giù la spazzatura". Non erano domande, ma richieste perentorie. Potevano essere dettagli e finora non ci avevo mai dato troppo peso, ma nella situazione in cui mi trovavo cercavo di leggere qualsiasi indizio per autoconvincermi che fra noi potesse iniziare qualcosa di divertente. Quando mi ricomponevo un attimo, però, mi ricordavo che era fidanzata, ben più smaliziata di me e che non aveva mai e dico mai accennato ad avere attenzioni o interessi, oltre a quelli di un amico, nei miei confronti. Insomma, pensavo tutto e il contrario di tutto e in questo stato d’animo dopo un paio d’ore mi abbandonai a un sono inquieto.

(continua)
 
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view post Posted on 22/1/2021, 16:09     +4   +1   -1

Novizio

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Il giorno dopo volò. In pratica lo passai tutto pianificando cosa dire, come dirlo e in che modo rompere il ghiaccio. Delineai un piano dettagliato, anche se sapevo in cuor mio che poi sarebbe finita improvvisando. Quella sera Giada faceva il turno del tardo pomeriggio, il che voleva dire che sarebbe tornata a casa verso le 21. Io cenai per conto mio, un po’ prima, mentre Silvia come al solito si era preparata qualcosa che mangiava nella sua stanza mentre finiva di lavorare o mentre ne approfittava per fare una chiamata ai suoi. Avrei preferito fosse weekend, così io e Giada avremmo avuto la casa solo per noi. In ogni caso, però, era difficile che giusto quella sera Silvia decidesse di trasferirsi con noi a chiacchierare in salotto, per cui ero tranquillo che in ogni caso avremmo potuto fare il nostro discorso con calma.

Giada rientrò alle 21,15. Mentre di solito mi facevo trovare sul divano, perdendo tempo al pc o guardando la tv, quella sera un po’ codardamente rimasi chiuso in camera. Lei ci salutò dall’ingresso, come era solita fare per annunciare che era rientrata. Andò dritta in camera e, dopo una mezzoretta, sentii che si era impossessata del divano, guardando la tv. Non mi chiamò, né mi venne a bussare e pensai che si trattasse di un gesto carino nei miei confronti, di chi non vuole mettermi alcuna fretta. Alle 22 mi feci coraggio e uscii dalla camera.

“Eccoti!” mi disse radiosa “stasera non c’è un cazzo in tv, mi stavo per addormentare. Te che facevi?”

“Mah niente di che” dissi “ero al telefono con un mio amico” dissi la prima cavolata che mi veniva in mente

Notai come fosse scalza anche quella sera e lo interpretai come un buon segno di non averla messa troppo in imbarazzo con i miei sguardi eccessivi.

“Su su” disse battendo due volte con la mano sul posto accanto a lei sul divano “parliamo un po’. Che mi vuoi dire di ieri?”

“Eh” sospirai sedendomi “che ti devo dire” partii esitante.

“Innanzitutto tranquillo” mi disse “ho conosciuto altri ragazzi che amavano i piedi, quindi non mi scandalizzo. Forse sono stata anche un po’ troppo diretta ieri, ma avendo notato da un po’ che ti fermavi a guardarli ho preferito non girarci troppo intorno. Ho preso una cantonata o è così?”

“No non hai preso una cantonata, è così.” ammisi “Trovo molto sensuali dei bei piedi e credo che i tuoi lo siano. Però, a parte questo, ti chiedo scusa. Se mi ci sono soffermato troppo l’ho fatto davvero sovrappensiero, non voglio assolutamente farti sentire a disagio”

“Ma figurati” disse sorridendo “senti, davvero non c’è problema. Mi importava saperlo però perché siamo coinquilini e quindi mi interessa capire l’effetto che ti fanno i miei piedi. Ti trovi?”

“Si si mi trovo, assolutamente” la conversazione era già andata in una direzione che non avrei mai previsto, per cui tutto il piano che mi ero disegnato, fatto di lunghi giri di parole e convolute perifrasi, si era rivelato del tutto inutile.

“Ok, sono contenta” mi disse “ma ti va di raccontarmi un po’ di più di come funziona questa cosa?”

“Questa cosa, cosa?”

“Il fatto che ti piacciono i piedi”

“Che vuoi sapere?”

“Dai, che ne so, dimmi un po’ tu come funziona, ti piacciono tutti i piedi? Ti piacciono le scarpe? Raccontami, sono una curiosa lo sai”

Da lì iniziai a raccontare. All’inizio fui timido e cercai di tagliare corto, ma Giada era interessata, vivace, faceva mille domande e voleva conoscere tutte le sfumature di questa perversione. Le spiegai che erano istinti che avevo sempre avuto, le mie piccole prime avventure con le fidanzate del passato, provai anche a spiegarle quanto trovassi eccitante l’odore di un piede e mi sembrò persino che lo capisse. Ogni risposta generava un’altra domanda, che generava un’altra risposta e via così per diverse ore. Bevemmo molto quella sera e più ci lasciavamo andare più ci veniva facile toccare argomenti anche più spinti. Parlammo della dominazione, di come mi piacesse sentire una donna in controllo di me, della mia testa, della mia eccitazione. Di quanto fosse eccitante la semplice idea di obbedire e di come mi sentissi ancora molto in divenire. Sapevo all’epoca infatti cosa mi piacesse, ma ero ben lontano da essere certo che fossero le uniche cose che mi piacevano. Lì per lì ero talmente preso dal piacere di aprirmi che lo feci senza alcun secondo fine, era semplicemente una liberazione poter raccontare di questi aspetti a una ragazza e mai avrei pensato quello che sarebbe scaturito da questa discussione. Fu lei a riportarmi alla realtà, quando ormai all’una di notte, stanchissimi, ruppe un momento di silenzio dicendo:

“Beh, adesso so tutto di te. Ora sono fatti tuoi” sorrise

“Fatti miei? Che dici?” chiesi senza capire

“Ma si, ora posso farti impazzire per bene no?”

Arrossii e se ne accorse

“Dai, scherzo” si alzò “ora è tardissimo però andiamo a nanna. È stata una bellissima chiacchiera, sono molto contenta che ti sia confidato”

“Ha fatto piacere anche a me, mi prometti però ora nessun tipo di imbarazzo e nessun parola con nessuno?”

“Promesso cucciolo” sorrise e si dileguò in camera dandomi la buona notte. Ero felice, non mi aveva mai chiamato così e provai piacere.


(continua)
 
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view post Posted on 22/1/2021, 16:35     +1   +1   -1
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bella storia, aspettiamo il seguito :-)
 
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view post Posted on 22/1/2021, 19:33     +1   +1   -1
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Molto interessante, Bell'inizio
 
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view post Posted on 22/1/2021, 23:14     +1   -1

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Se è vera non va in questa sessione!!!
 
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view post Posted on 23/1/2021, 00:06     +1   -1

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QUOTE (Feetslave74ud @ 22/1/2021, 23:14) 
Se è vera non va in questa sessione!!!

L’ho inserita qui perché è scritta come un racconto e mi sembrava la sezione più appropriata, spero di non aver sbagliato :)
 
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view post Posted on 23/1/2021, 11:32     +1   -1
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Complimenti Atel. Inizio molto promettente e molto ben scritto. Sono convinto che verrà fuori una bella storia. Aspetto con impazienza il seguito.
 
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view post Posted on 24/1/2021, 10:58     +1   -1
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Ho letto con molto interesse, complimenti, attendo sviluppi :)
 
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view post Posted on 24/1/2021, 15:13     +1   -1

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Direi che questo è il capitolo migliore
 
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view post Posted on 24/1/2021, 16:38     +1   -1
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Racconto molto interessante. Secondo me acquisterebbe valore se fosse inserito nella sezione esperienze anche se è impostato bene come racconto.
 
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view post Posted on 25/1/2021, 17:14     +4   +1   -1

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Passò qualche settimana senza che accadesse nulla di rilevante ai fini di questa storia. Ognuno era comunque preso dalle proprie vite, la sua un po’ più impegnata e attiva della mia, e non feci troppo caso a quella conversazione. Certo, notai che parlava un po’ più spesso dei suoi piedi o delle sue scarpe, ma pensai che fosse normale dal momento che avevamo affrontato il discorso. In realtà ne ero contento perché temevo che tutto ciò che ruotava intorno ai piedi, in particolare i suoi, potesse diventare tabù ora che sapeva quanto mi eccitavano, ma fortunatamente non fu così, anzi.

Una sera, però, successe qualcosa di inaspettato che cambiò tutto. Era un giovedì, fuori pioveva, io non avevo avuto lezioni ed ero stato chiuso in casa a studiare tutto il giorno. Giada era passata a sbrigare delle pratiche burocratiche in università la mattina, andata al lavoro al bar verso l’ora di pranzo e infine rientrata a casa alle 19.

Appena entrata bussò ed aprì la porta della camera, senza aspettare una mia risposta. I primi tempi non faceva mai così, ma dopo un po’ aveva iniziato a prendersi questa libertà, che forse in altre persone non avrei accettato.

“Che fai stasera Ste, stai qui?”

“Chiaro, dove me ne vado con questa pioggia”

“Che dici, ci vediamo un film? Scegli qualcosa di leggero eh” disse, mentre già si allontanava dalla porta della mia camera

Dalle nove e mezza io iniziai ad aspettarla sul divano, ma lei arrivò solo alle dieci. Nonostante all’inizio non pensai subito a lei come a un tipo di ragazza che poteva piacermi, col tempo me ne stavo invaghendo sempre di più. Quella sera era vestita con il suo tipico abbigliamento da casa, leggins scuri e felpone con cappuccio, i capelli raccolti in una coda, ai piedi, visto il freddo, degli spessi calzini di spugna rosa. Anche vestita così mi faceva impazzire, il suo fisico come vi dicevo era minuto ma tonico e in questo modo veniva esaltato particolarmente il suo sedere tondo, sodo. Il seno era chiaramente nascosto dalla felpa molto larga, ma non era comunque il suo punto forte. Una volta arrivata, sprofondò nel suo lato del divano, seduta con le gambe piegate e le ginocchia raccolte verso il petto. Era una delle sue posizioni preferite. Tutto scorreva normale, guardavamo il film facendo qualche commento e di tanto in tanto rispondevamo a dei messaggi sul nostro cellulare. Una serata tranquilla.

A un certo punto, mentre Giada era con il telefono in mano, io ricevetti un messaggio. Presi il telefono e vidi che era suo, la guardai stupito ma lei non incrociò il mio sguardo, era tornata a guardare il film.

“Ma mi hai scrit…”

“Shhhh. Leggi”

Lessi ed ebbi un colpo. Il messaggio diceva “Mi fai un massaggio ai piedi?”. Mi sentivo eccitato e confuso, ma forse più confuso.

“Aspe, vuoi che ti faccia un mass…”

“Ssshhhh ti ho detto. Facciamo che certe cose ce le scriviamo per messaggio”

“Ma in che sen…”

“Oooh” sbuffò.

Nel farlo stese le gambe verso di me, mettendo i suoi piedi sulle mie ginocchia, riprese in mano il cellulare e scrisse un altro messaggio. Lo lessi subito, diceva “hai 5 secondi per iniziare a massaggiare”. Suonava come un ultimatum, o almeno io lo interpretai così. In pochi secondi una furia di pensieri mi attraversò la testa ma l’istinto non mi fece perdere tempo e in un attimo afferrai il suo piede destro. Con il cuore in gola iniziai a massaggiare, facendo delle piccole pressioni sulla pianta. Ero goffo e temevo di essere o troppo delicato o troppo deciso, non avevo mai fatto molti massaggi ai piedi. La calza spessa mi aiutava a contenere l’eccitazione e la lucidità mentale entro livelli accettabili, ma mi sentivo comunque al settimo cielo. Giada non mi guardava, continuava ad avere gli occhi al film oppure, di tanto in tanto, sul suo telefono.

Una volta superato lo stupore iniziale, mentre continuavo il mio massaggio e fingevo di concentrarmi sul film, iniziai a riflettere su cosa era appena successo. Giada mi aveva fatto una richiesta, che però non aveva voluto esprimere a voce ma solo attraverso un messaggio. Era insolito anche per una ragazza come lei, che assecondava le sue voglie e il suo istinto senza farsi troppe domande. Se fosse stato un massaggio innocente me lo avrebbe chiesto normalmente, pensai, ma averlo fatto mandandomi un messaggio lo rendeva qualcosa di più intimo e nascosto, un nostro gioco. Decisi di provare ad assecondarla per vedere cosa avesse in mente.

[Posso sfilare il calzino?] inviai il messaggio.

[Sfila sfila] scrisse e poi riposò come se nulla fosse il telefono sul tavolino.

Ero così felice ed eccitato che quasi non ci credevo. Per mesi avevo visto quei piedi nudi in giro per casa immaginando di toccarli e sentire il loro odore, spesso anche di adorarli ovviamente, e poi così tutto d’un tratto mi ritrovavo a realizzare una piccola parte di questa fantasia.

I piedi di Giada erano più grandi di quanto la sua altezza potesse suggerire, un bel 38/39. Il secondo dito era leggermente più lungo del primo, erano magri e forse un po’ più vissuti di quanto ci si aspettasse da una ragazza di 25 anni. Qualche vena spuntava già in modo evidente, così come dei piccoli calli ai lati dell’alluce. Non erano dei piedi curati come quelli di una modella insomma, ma comunque avrebbero attirato ben più di uno sguardo. Quello che mi colpì maggiormente però fu il loro odore, che per la prima volta trovandomici così vicino potei sentire in modo chiaro. Descrivere un odore lo trovo difficile, a maggior ragione quello di un piede. Mi ricordo però che pensai che fosse molto naturale, si sentiva che quel piede era rimasto chiuso in delle scarpe perché ne aveva in qualche modo assorbito l’odore. Quello della scarpa, però, non era un odore troppo presente e si univa a quello tipico del suo piede e del suo sudore. Nessuno di questi odori si percepiva distintamente, ma era come se fossero perfettamente mischiati. L’odore era forte al punto di percepirlo stando anche a un 30cm di distanza ma non così forte da saziarmi, tant’è che dovevo combattere contro l’istinto di gettarmi con il volto fra le sue piante.

In qualche modo resistetti, continuai il mio massaggio per una buona mezzora, quasi fino alla fine del film. Ero eccitatissimo e cercavo in tutti i modi di non far notare a Giada la mia erezione. Neanche feci caso al fatto che mi stava scrivendo quando vidi un suo messaggio che mi diceva che potevo smettere, ringraziandomi. Smisi di massaggiare ma lei lasciò comunque i piedi sulle mie gambe e come se niente fosse, poi, continuò a parlarmi del più e del meno. Il film alla fine le era parso una stronzata e mi disse di scegliere meglio la prossima volta, dopodiché si alzò, prese i suoi calzini, mi diede la buonanotte e si infilò in bagno per prepararsi ad andare a letto. Io rimasi qualche secondo sul divano, il tempo di calmarmi, poi andai a svuotare il posacenere che tenevamo sul tavolino e tornai in stanza ad aspettare che lei finisse in bagno. Dopo dieci minuti la sentii uscire e chiudersi in camera, via libera. In quel momento sento vibrare il telefono e vedo un altro suo messaggio.

[sei ancora sveglio si?]

[sisi dimmi]

[Ho esagerato con questo gioco dei messaggi?]

[ahahah ma figurati, è stato…divertente]

[solo…divertente?]

[…beh, dai lo sai che per me è stato anche un po’ “altro”]

[ah meno male, ci stavo rimanendo delusa. Ma quindi ti piacciono molto i miei piedi davvero?]

[beh si, sono devo dire che non è stato facilissimo concentrarsi sul film prima]

[ahahah non so perché ma mi piace sentirtelo dire. Allora, proseguiamo?]

[…oddio in che senso?]

[Dai su, intendo…andiamo avanti con il gioco?]

[Per me si…ma non so cosa devo fare]

[Allora direi che le regole sono semplici, io ti scrivo di fare qualcosa… e tu la fai.]

[Ma sempre per messaggio?]

[Sisi, voglio che questa cosa rimanga sempre per messaggio. Così è più facile no? Sappiamo quando stiamo giocando e quando no]

[…ok…e se è qualcosa che non voglio fare?]

[vabbè innanzitutto non è che ti chiederò di buttarti dal balcone. Poi boh, direi che dovrò essere brava io a essere convincente. Ah, ovviamente nessuna parola con anima viva ok? Ho un ragazzo e vorrei tenermelo]

[promesso, nessuna parola… proseguiamo]

[bene . Ultimo compito per oggi. Ho lasciato i miei calzini fuori dalla porta della mia stanza, prima di andare in bagno prendili, fai quello che devi fare e riportali qui davanti alla porta. Va bene? Prima che me lo chiedi… “fai quello che devi fare” = masturbati]

[…ok]

Non pensai a nulla, corsi in bagno e mi lasciai andare come Giada mi aveva chiesto, con le sue calze premute sul mio viso. Tornato in camera le scrissi solo “Eseguito”. Visualizzò, poi scrisse:

[…e come si dice?]

[…grazie]

[Bravo cucciolo]

Dopodiché mi addormentai, lasciando la suoneria accesa perché sotto sotto speravo di ricevere un nuovo messaggio.
 
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view post Posted on 25/1/2021, 17:36     +1   -1
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Spero di leggere il continuo presto... veramente piacevole...

p.s. certo che da quel giorno in poi, ogni volta che arrivava un messaggio sul cellulare forse arrivava un brivido :P
 
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view post Posted on 25/1/2021, 17:59     +1   -1

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QUOTE (paolo-rossi @ 1/25/2021, 05:36 PM) 
Spero di leggere il continuo presto... veramente piacevole...

p.s. certo che da quel giorno in poi, ogni volta che arrivava un messaggio sul cellulare forse arrivava un brivido :P

Per un bel po' ...confermo :)
 
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view post Posted on 26/1/2021, 01:02     +1   -1
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Sembra di rivedere la mia esperienza con una mia amica del passato, spero solo che non abbia un finale triste come il mio. Complimenti, continua dai!!
 
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view post Posted on 26/1/2021, 15:26     +1   -1

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Sempre più bello, rispondendo a scgiavo81, la mia è stata più "dura" ma la mia perdura tuttora
 
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