Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Sottomissione totale

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view post Posted on 9/1/2021, 16:34     +1   -1
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Professore/essa SM

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Finalmente è venerdì. Fra qualche ora sarò completamente suo. A sua completa disposizione.
Ciao buon week-end ci vediamo lunedì, mi salutano i colleghi ed io rispondo incominciando a sentire avvampare il calore che avvolge il mio corpo.
Salgo in macchina e mi avvio; fra qualche minuto sarò a casa dove mi sta aspettando Lei ‘..
Sarà un week-end di totale sottomissione.
Arrivo a casa, parcheggio la macchina e suono il campanello, il cancello è già aperto ‘.
Entro e chiudo il cancello e comincio a spogliarmi ‘. Completamente come mi aveva ordinato Lei. Sono nudo. Piego i miei vestiti guardandomi in giro, potrebbe vedermi qualcuno ‘. Una macchina infatti sta arrivando, faccio in tempo a nascondermi dietro una colonna. Pochi secondi che mi sembrano un’eternità ‘ finalmente entro in casa.
Appoggio la borsa con i vestiti su una sedia e mi metto in ginocchio in attesa che arrivi Lei ‘.
Perdo la cognizione del tempo saranno passati 10 minuti forse 20’ non sento nessun rumore ‘
Finalmente mi chiama
‘Sei arrivato finalmente!!!!’ vieni subito qui da me!!!!
Mi alzo e la raggiungo è seduta sul divano ‘.
Indossa solo il suo body nero con ai piedi delle ciabatte con il tacco alto
‘Buonasera Padrona’ le dico con gli occhi abbassati e devotamente mi inginocchio per baciarle i piedi, ma uno schiaffone mi colpisce sulla faccia e poi un altro e un altro ancora.
‘Chi ti ha detto di alzarti? Ritorna immediatamente da dove si venuto e ritorna qui come un cane muoviti!!!’
Immediatamente mi alzo e faccio per andare, ma Lei mi blocca per un braccio
‘Allora non ci siamo capiti’ mi prende i capezzoli tra le dita e li strizza violentemente costringendomi ad inginocchiare. ‘Forse adesso hai capito ‘ fila in ginocchio ‘. muoviti!!!’ e mi molla un calcione nel sedere facendomi cadere a faccia in giù. ‘Anzi ‘ striscia come un verme’ ‘. e mi molla una cinghiata sul sedere.
Strisciando ritorno sulla porta d’ingresso e mi rimetto in ginocchio aspettando il suo ordine.
Dopo qualche minuto mi richiama ‘Vieni qui miserabile inetto di uno cane’ . Questa volta come un cane a quattro zampe mi accingo a raggiungere la mia padrona.
Quando arrivo vicino incomincio a leccarle i piedi. Lei mi accarezza la testa e mi fa una carezza invitandomi ad alzare la testa. Comincio a leccarle la mano.
‘Vedi che quando vuoi sai essere docile come un cane, e non come hai fatto questa settimana che sei stato veramente cattivo. E quando sei cattivo poi la tua Padrona ti punisce ‘ Giusto?’ ‘Si Padrona ‘ sono stato cattivo e non ho ubbidito ai suoi ordini. Merito tutte le punizioni che mi vorrà dare’
Lei si alza e prende un guinzaglio che mi mette al collo. Così mi trascina fino al garage. Apre la porta e mi spinge fuori in giardino. Il nostro giardino dà su una strada ed è recintato da una staccionata. Chiunque passi di li può tranquillamente vedere quello che avviene nel giardino.
Io sono titubante a uscire e, questa titubanza fa arrabbiare la mia Padrona, che comincia a darmi cinghiate sul sedere e sulla schiena.
Esco fuori e lei lega il guinzaglio alla gamba del tavolo. Mi lascia li e se ne rientra dentro. Mi guardo intorno ‘ arriva una macchina, mi nascondo sotto il tavolo ‘. Arriva un’altra macchina ‘ ho l’impressione che mi abbiano visto. Vedo la luce degli stop che si accendono ‘ per fortuna se ne va.
‘Che fai sotto il tavolo? vieni fuori’ non mi ero accorto che si era affacciata alla porta.
Viene verso di me slega il guinzaglio e mi strattona per cercare di mostrarmi. Mi porta al centro del giardino, mi toglie il guinzaglio e mostrandomi un pezzo di legno lo lancia vicino il recinto ‘ in ginocchio devo andarlo a raccogliere il viso si avvampa vedo una signora con un cane vero che si sta avvicinando.
Corro sperando non mi abbia visto. Arrivo e alzando le braccia porgo il bastone stretto tra i denti alla mia padrona e, con gli occhi la supplico perché mi faccia entrare. Lei capisce la mia vergogna e mi spinge verso il tavolo. Scappo sotto e cerco di accucciarmi per evitare che mi veda. Lei si siede e quando arriva la signora, la saluta cordialmente scambiando qualche parola sul suo cane. Le sento parlare sottovoce e poi una gran bella risata di entrambe. Dalla voce mi sembra di riconoscerla, è Anna la nostra vicina, non ho il coraggio di alzare la faccia ‘ ma quando va via fa i complimenti alla mia padrona per il suo originalissimo cane. Ma noi non abbiamo nessun cane!!!!!
Mi ha visto!!!! Avvampo di calore il mio volto sarà sicuramente paonazzo!!!! La mia padrona ringrazia e dice che magari qualche giorno potremmo portarli a spasso insieme. E ridono ancora più divertite.
Credo che Anna sia ancora vicino al recinto quando la mia padrona mi sferra un calcio e mi ordina di uscire ‘ e ridendo ‘quante mosse ‘ tanto ti ha visto e, a quanto mi ha detto , non è la prima volta che ti vede in versione cane, credo sia molto interessata a te. Sarà sicuramente un’amante di cani’
Mi mette il guinzaglio e mi fa girare intorno al tavolo, e ora vedo la faccia di Anna con il suo risolino. Vorrei sprofondare ‘ ‘Scodinzola’ mi ordina la mia padrona e io cercando di farla contenta muovo il culo proprio mentre sto davanti ad Anna. Il suo cane abbaia e la mia padrona mi ordina ‘Abbaia anche tu , rispondi al saluto del tuo simile’ . Io abbaio goffamente e, mentre mi riporta in casa con la mano fa un segno e poi saluta Anna che ricambia, molto divertita, con un occhiolino.
Una volta dentro si toglie la vestaglia che aveva indossato per uscire e rimane ancora col suo body nero e ciabatte dal tacco alto. Mi strattona il guinzaglio e mi fa alzare le mani lasciandomi ancora in ginocchio. Quindi mi pinza i capezzoli con due pinzette a denti di coccodrillo e mi molla due ceffoni che mi fanno barcollare. Si tira fuori una tetta e mi ordina di leccargliela, io con molta devozione la incomincio a baciare e a leccare arrivando fin sul capezzolo che comincio a ciucciare. Mi ama la mia padrona e ogni tanto mi da qualche bella ricompensa, come leccarle le tette. Mi stavo deliziando a sentire il suo sapore ma ancora due ceffoni mi riportano alla realtà.
Prende un grosso pene di plastica e me lo mette in bocca ‘guai a te se lo fai cadere, mettiti giù a quattro zampe, non lamentarti, non parlare, silenzio assoluto. Ora ti colpirò 50 volte con la cinghia e guai a te se ti muovi ‘. Intesi? ‘ Faccio segno di si con la testa.
Arriva il primo colpo non molto forte e poi il secondo e il terzo ‘ incomincia a tirare più forte ‘ non mi muovo, so che poi la punizione diventa terribile. Siamo a dieci, undici ‘.’Sai, Anna, la nostra vicina, ha detto che le piacerebbe tenerti al guinzaglio ” dodici colpi, tredici, quattordici ‘ non rispondo ma avverto un forte calore alla faccia.
‘Dice che lei sa come trattare i cani’ ‘ quindici, sedici, diciassette, ‘. venti ‘ma le ho detto che anche io non scherzo’ ‘ ventuno ‘. venticinque ‘ ‘ Ormai è oltre un anno che il fine settimana addestro cani! ‘ ‘ trenta, trentuno ‘ incomincio a muovermi leggermente e questo lei lo nota e allora comincia a picchiare più forte ‘ ‘ Mi ha detto Anna che spesso sente i tuoi lamenti ‘ una volta stava venendo per vedere se ti sentissi male, ma quando è arrivata alla finestra ha visto te tutto nudo e me che ti stavo frustando ‘ non ha voluto disturbarci , anche se avrebbe avuto tanta voglia di entrare, ed è rimasta li a guardare molto divertita’ ‘ Quaranta, quarantuno ‘. Non ce la faccio più ‘ lei ancora più forte ‘. Quarantacinque, quarantasei ‘ mi cade il pene che avevo in bocca e comincio a lamentami ‘ giù un colpo fortissimo che mi fa cadere a terra ‘. E un altro e un altro ancora e ancora altri sette otto colpi ‘. dieci ormai ‘. non li conto più ‘. Lei la mia padrona è arrabbiata ‘ e ha ragione! Non sono stato bravo a sopportare solo 50 colpi di cinghia!.
Mi fa alzare, mi molla cinque, sei ceffoni e mi sgrida per non essere stato ubbidiente; mi toglie le due pinzette a denti di coccodrillo, e piego le ginocchia ‘ ancora sei ceffoni ‘ la mia faccia è un fuoco.
‘Lo sai che ora devo punirti ancora?’ ‘ Si mia padrona non sono stato ubbidiente e merito tutti i castighi che mi vorrai dare’ ‘ e faccio per mettermi in ginocchio per baciarle i piedi, ma lei mi da un calcio ‘chi ti ha detto di inginocchiarti? La punizione sarà ancora più tremenda.’ Mi prende per il guinzaglio e mi porta alla croce a X, mi toglie il guinzaglio, mi lega le braccia e i piedi, mi fa passare una cinta che mi blocca la pancia alla croce. ‘Avevo pensato di darti 20 colpi ai capezzoli, ma considerato che sei disubbidiente te ne darò 50. Dovrai contarli e ringraziarmi ad ogni colpo con voce alta e sei anche autorizzato a lamentarti, ma non chiedermi di smettere, altrimenti ti darò 100 colpi. Hai capito?’ ‘Si padrona’ mi colpisce con due ceffoni.
‘Hai capito’ mi ripete ed io gridando a squarciagola ‘ Si padrona’. ‘Adesso hai capito ‘ voglio sentire i tuoi lamenti, voglio vederti piangere! Voglio che anche Anna senta le tue urla’
Si tira fuori entrambe le tette e le avvicina alla mia bocca ‘. Delizia ‘. Incomincio a ciucciarle una, si sposta e mi offre l’altra ‘.. come amo la mia padrona ‘. In fondo lei mi vuole bene e le punizioni che mi dà sono solo perché me le merito perché sono un incapace e non riesco ad ubbidirle come si deve.
‘Ora basta’ e si sposta lasciandomi il dolce sapore sulle mie labbra e nella mia bocca ‘ prende la benda e mi copre gli occhi ‘Non devi vedere quando arrivano i colpi ‘. Ma li devi sentire!’
Il primo colpo è sul pene ‘ non molto forte ‘. Ma mi fa uscire il primo lamento e ‘Uno, grazie padrona’;
poi una serie di colpi sui capezzoli, martoriati dalle pinzette a denti di coccodrillo, abbastanza forti che mi fanno lamentare, e non poco, ‘Due, grazie padrona, tre, grazie padrona ‘ otto , grazie padrona’.
I colpi incominciano ad essere sempre più forti sui capezzoli, intervallati da colpi meno potenti sul pene, io ogni volta grido il numero del colpo e il grazie padrona. Ogni tanto la mia padrona mi dice di gridare più forte e di lamentarmi di più. Io cerco di fare del mio meglio, come potrei non farlo col dolore sempre più forte. Ma c’è un motivo per cui mi dice questo, ne sono sicuro, anche se non vedo, mentre con una mano mi colpisce, con l’altra si sta masturbando e più mi lamento e più gode. La mia padrona è una vera sadica, gode a vedermi soffrire! Al quarantacinquesimo colpo penso di non farcela più ‘ vorrei dire basta ‘ il dolore ai capezzoli è incredibile, altrettanto al pene ‘ lei colpisce sempre più forte ‘. Vorrebbe sentirmi dire ‘basta” ma io resisto ‘ ‘Quarantotto, grazie padrona ‘ che male ” il quarantanovesimo e tremendo sul pene ‘ secondo me sta godendo ‘ la sento come sta ansimando ‘. L’ultimo colpo arriva fortissimo insieme ad un suo grido di godimento e mi fa quasi svenire ‘ ‘cinquanta, grazie padrona, grazie padrona, grazie padrona’ . La sento che mi si avvicina e mi abbraccia ‘ mi fa ancora più male perché mi sfiora i capezzoli con le mani e si struscia col mio cazzo sulla sua passera ‘. Si era denudata sento tutto il suo calore e il suo sudore che si mischia al mio ‘. Mi ha frustato nuda ‘ come mi sarebbe piaciuto poterla vedere!
Mi offre le sue tette da baciare ed io tra un lamento e un singhiozzo lo faccio con passione ‘ la mia faccia è tutta rigata da lacrime e per questo il suo seno ha un sapore salato. ‘ Sei stato bravo ‘ ti sei comportato bene ‘ avrei voluto colpirti ancora ‘. Ma non mancherà occasione, ora per premio ti farò leccare i mie umori ‘ e così dicendo mi stacca la bocca dai suoi capezzoli e mi fa leccare la sua mano con tutto il suo sapore ‘ ‘Come ti amo mia padrona’ ‘
Queste ultime cose mi hanno un poco addolcito i dolori ‘ ‘Adesso rimarrai legato qui, mentre io andrò a fare una doccia, dopo verrò a slegarti e mi preparerai la cena, e visto che sei stato bravo non ti pinzerò i capezzoli ‘ ” grazie padrona’ ma non avevo capito nulla ” non ti pinzerò i capezzoli con le pinzette a denti di coccodrillo ‘. Ma ti metterò delle mollette da bucato’ .
Comunque mi era andata bene lo stesso perché non sarei riuscito a sopportare il dolore del coccodrillo ‘ almeno le mollette da bucato mi strizzeranno soltanto i capezzoli.
Quando me li pinza, mi rendo conto che sarebbe stato lo stesso molto doloroso e comunque le dico ‘grazie amore padrona’ ‘ lei mi passa la mano sulla testa, una carezza della mia padrona mi farà sopportare meglio quel dolore. Sento spegnere la luce e i suoi passi che si allontana.
I capezzoli mi fanno male, il pene altrettanto ‘. Ripenso a come è iniziata questa storia ‘
Noi siamo stati fino a circa un anno fa, una coppia come tante altre; io 53 anni lei 50, facevamo l’amore normalmente con la posizione del missionario e con qualche sessantanove, più o meno due/tre volte a settimana. Ma circa un anno fa è incominciato un periodo, diciamo, un poco diverso. Nel senso che il mio pene non teneva più come prima ma si afflosciava prima che lei riuscisse a godere. Abbiamo pensato allo stress del lavoro, molto intenso in quel tempo, a motivi di salute legati all’influenza. Ma tanté. Dopo circa un mese le cose non andavano più come prima. Un giorno, mentre sembrava che lui reggesse la situazione, all’improvviso ha iniziato a perdere. Mia moglie tutta arrabbiata ha cominciato a prenderlo a sberle, e quando io cercavo di difendermi ha cominciato a schiaffeggiarmi poi ha sfilato la mia cinghia dai pantaloni e ha cominciato a colpirmi in maniera isterica e violenta. Io cercavo di coprirmi con le mani per non ricevere i colpi ma lei, con voce molto autorevole, mi gridava di non muovermi e di mettermi in ginocchio. Io sentendomi in colpa per quello che era successo e cercando di farla calmare, mi misi a quattro zampe. Allora lei comincia a frustarmi il sedere e man mano che mi colpisce mi ordina di non muovermi. I colpi sono tremendi e sento il sedere in fiamme, ma succede una cosa strana: al dolore iniziale, incomincio ad avvertire un piacere sempre più intenso e comincio a chiedere perdono a mia moglie, ma anziché chiederle di smettere la incito a continuare e che merito quella punizione. In un momento di lucidità, alzando la testa la vede che mentre con una mano mi frusta, con l’altra si masturba e spontaneamente mi viene di farlo anch’io. La cosa con turba affatto mia moglie che continua ancora più forte a colpirmi anche sulla schiena. Un grido incredibile di godimento viene lanciato da mia moglie che gode con una serie di orgasmi a ripetizione e quasi contemporaneamente anche io godo lanciando schizzi di sperma che cadono per terra. Entrambi ci abbracciamo e rimaniamo per circa venti minuti avvinghiati, baciandoci appassionatamente. All’improvviso mi tira un ceffone e mi dà uno spintone. Si alza riprende la cinghia e mi ordina di inginocchiarmi e mostrare le mani col palmo rivolto sopra. Io eseguo e lei comincia a darmi delle forti cinghiate sul palmo della mano dicendomi che mi doveva punire per essermi masturbato senza il suo consenso. Comincio a chiederle scusa e che non sarebbe successo più, ma lei continuava a somministrarmi la giusta punizione. Inutile dirlo, il mio pene cominciava ad indurirsi ancora. Tutto quello che stava succedendo era strano, ma mi rendevo conto che mi piaceva tantissimo. La stessa cosa succedeva a lei e mentre mi picchiava ricominciava a masturbarsi e a godere per l’ennesima volta. Finalmente, calmatasi nuovamente, comincia a baciarmi e ad accarezzarmi sui numerosi lividi che mi aveva procurato e spostandomi la faccia sui numerosi schizzi di sperma mi ordina di leccare. Mai prima di allora avevo assaporato lo sperma. Molto devotamente e con molta sottomissione leccai tutto lo sperma.
Qualche giorno dopo, al mio rientro dal lavoro, la trovo seduta sul divano vestita semplicemente con un body nero e con della ciabatte con tacco alto. Subito le vado vicino e cerco di baciarla, ma un violento ceffone mi fa capire che non era cosa:
‘Ho pensato tanto a quello che è successo l’altro giorno ‘ mi sono informata su internet e ho scoperto di avere una forte propensione al sadismo, mi piace tanto infliggere dolore e la cosa mi eccita molto, ma ho scoperto anche che tu, invece, sei un masochista e ti piace tanto soffrire. E’ vero?’
Ho ripensato a quello che era successo l’altro giorno, al ceffone che mi aveva appena dato e ho iniziato a sentire un forte calore che iniziava dal basso ventre e raggiungeva la mia testa ‘ fu semplice inginocchiarmi e cominciare a baciarle i piedi ‘ ‘Si mia padrona hai fatto centro! Voglio essere il tuo schiavo e darti tanto piacere’ ‘..
Sento dei passi, è lei sta tornando, sento il click dell’interruttore, si avvicina, tocca le mollette, le stringe un poco, mi scappa un lamento, mi accarezza sulla testa, mi leva le mollette e mi tocca i capezzoli ‘. mi fanno male ma il tocco delle sue dita mi piace ‘. Mi toglie la benda dagli occhi ‘. Faccio fatica a vedere ‘. Apro gli occhi piano e la vedo in tutta la sua bellezza ‘. Profumata ‘. Indossa una sottoveste nera trasparente ‘. Si intravedono i suoi meravigliosi seni e la sua dolce fragola ‘.
Mi slega le mani e i piedi ‘. Mi rimette il guinzaglio e mi metto a quattro zampe ‘ mi porta in cucina.
Mi fa alzare, mi toglie il guinzaglio quattro cinque ceffoni mi raggiungono, mi pizzica i capezzoli facendomi inginocchiare di nuovo mette i suoi piedi vicino alla mia bocca ‘. Incomincio a leccare di gusto ‘ un calcio sul muso e un ordine ‘preparami la cena che ho fame!’ mi lascia dolorante per terra e se ne va sul divano a guardare la tv.
Mi alzo e comincio la preparazione della cena. Sono felicissimo di preparare la cena alla mia padrona.
Ogni tanto uno scampanellio mi fa capire che la mia padrone ha bisogno di me. Molto velocemente la raggiungo e prostrandomi in ginocchio le chiede di cosa avesse bisogno. Per dire la verità non ha bisogno di nulla, però le piace vedere la mia devozione e la mia umiliazione. E così una volta ha sete, una volta vuole sgranocchiare qualcosa, una volta devo cambiare canale alla tv ‘.. E’ passato circa un’ora la cena finalmente è pronta. Ritorno dalla padrona e inginocchiandomi le dico che è tutto pronto. Mi sale in groppa e, usandomi come un cavallo, si fa portare a tavola. Servo la cena sulla tavola imbandita e mi inginocchio sotto il tavolo per massaggiarle e leccarle i piedi. Ogni tanto mi butta qualche avanzo sotto il tavolo che io prontamente e senza usare le mani mangio. Una volta terminata la cena, raccoglie gli avanzi e li mette in una ciotola, quindi l’appoggia per terra e mi ordina di mangiare. Così come fatto prima mi è assolutamente vietato usare le mani ‘ devo mangiare come un cane! Lei mi osserva e ogni tanto ci sputa anche dentro ‘. Le piace vedermi così. Quando ho finito tutto e leccato la ciotola mi fa inginocchiare mi prende per i capezzoli e mi solleva fino a farmi mettere in piedi mi molla una decina di ceffoni e mi ordina di sparecchiare e ripulire. Mentre lei va a guardarsi la tv io provvedo ad ubbidire ai suoi ordini.
Quando tutto è sistemato, mi rimetto in ginocchio e vado da lei. Lei mi accarezza la testa e me la spinge sui suoi piedi. Io comincio a leccare. Ma gli errori sono sempre in agguato. Mentre lecco i piedi lei si accorge che guardo la tv. Quattro, cinque colpi di cinghia mi colpisce sulla schiena e sul sedere ‘bravo! Chi ti ha detto di guardare la tv?’ E giù altri sei sette colpi. Prende le pinzette a coccodrillo e mi pinza i capezzoli poi scalciandomi mi prende per i capelli e mi porta nell’angolo vicino alla tv ‘per punizione starai qui in ginocchio con le mani dietro la nuca e faccia al muro e senza muoverti fino al mio ordine’ giù altri cinque colpi di cinghia che io prendo senza muovermi e senza battere ciglio.
Lei si risiede sul divano e continua a guardare la tv. Saranno passati circa venti/trenta minuti quando il suono del citofono mi fa sobbalzare. Incomincio ad essere inquieto, chi sarà a quest’ora. Vorrei scappare, nascondermi, ma l’ordine è stato di non muovermi e, così rimango fermo sperando sia qualcuno che ha suonato per sbaglio.
Nel frattempo la mia padrone è andata al citofono, sento aprire la porta ‘.’mio Dio, chi sarà? E che figura farò guardandomi in questo stato?’ spero sia qualcuno che abbia bisogno di qualcosa e magari la mia padrona non la farà entrare qui dove sono io in castigo.
‘Ciao Anna sei stata puntuale’ saluta mia moglie l’ospite che stava entrando. Si ho capito bene l’ha salutata chiamandola Anna. No, non può essere lei, la nostra vicina ‘ e invece ‘Ciao Wanda, come potevo non accettare il tuo invito’ la voce è proprio la sua : è Anna. Vorrei scappare, ma non riesco a muovermi.
‘Vieni, accomodati ‘ sento i passi, stanno per entrare nel salotto ‘ eccole credo siano entrate ‘ una risata di Anna è la conferma che sono dietro di me!. ‘Brava Wanda l’hai messo in castigo e dai numerosi segni sul suo corpo vedo che gli hai già dato una bella razione di frustate’ ‘sai è ancora da poco che cerco di addestrarlo a fare lo schiavo ma non è ancora molto bravo e con le punizioni cerco di farglielo capire’ poi viene verso di me e mi ordina di alzarmi e di girare su me stesso per far vedere tutti i segni del mio corpo.
Mi sento sprofondare la mia faccia avvampa, mai ero stato mostrato nudo ad estranei. Molto titubante mi alzo e, cercando di coprirmi abbasso le mani sul pene, ma due cinghiate mi fanno riportare le mani dietro la schiena e molto lentamente mi giro mostrandomi ad entrambe, continuando a girare su me stesso.
La mia padrona mi ordina di salutare Anna, e io ubbidisco inginocchiandomi e togliendo le ciabatte e comincio a baciarle i piedi, prima uno e poi l’altro. Anna mi prende per i capelli e alzandomi la testa mi guarda negli occhi e mi dice è da tanto tempo che desideravo stare qui ed averti a mia disposizione, sai quante volte ti ho visto in giardino, o in casa che le prendevi da tua moglie; stai tranquillo che so come si trattano gli esseri inferiori come te. Mio marito è mio schiavo da oltre due anni e nonostante le dure punizioni che subisce quotidianamente, mi adora e non può fare a meno di me. Mi dispiace che adesso non c’è perché fuori per lavoro, ma presto sarete entrambi ai nostri ordini’ un ceffone mi fa capire che anche lei non scherza. ‘Alzati in piedi’ mi ordina Anna e quando sono in pieni mi strizza le pinzette procurandomi un dolore lancinante ai capezzoli che mi fa cadere in ginocchio. Mia moglie, intanto mi assesta alcuni colpi di cinghia ordinando di rialzarmi. E ancora una volta Anna mi strizza le pinzette e questa volta cerco di rimanere in piedi. Si siedono entrambe sul divano e la mia padrona mi ordina di preparare qualcosa da bere. Corro di corsa in cucina e, credendo di non essere visto, tolgo le pinzette dai capezzoli massaggiandoli un poco. Li appoggio sul tavolo e preparo un cocktail alle due padrone. Rimetto le pinzette procurandomi un dolore acuto e ritorno in salotto. ‘hai tolto le pinze dai capezzoli?’ chiede la mia padrona ‘no’ rispondo d’istinto, ma mi rendo conto che dallo specchio del salotto si vede benissimo la cucina ‘ mi inginocchio immediatamente e chiedo perdono giustificandomi che Anna mi aveva dato tantissimo dolore.
Entrambe guardandosi in faccia scoppiano in una fragorosa risata promettendomi una dura punizione.
Mi strizza con forza le pinzette sui capezzoli e ‘fila in castigo’ mi ordina la mia padrona, ed io eseguo prontamente.
 
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