I racconti della Cripta, racconto grottesco a quattro mani

Il racconto prende spunto dall’idea di Vtx di qualche anno fa di fare un racconto a quattro mani, ma questa volta è un racconto di satira e grottesco con azione.
Io sviluppo il racconto e descrivo i primi personaggi, poi ognuno si può inserire (ad iniziare da Zert) e lo continua e lo sviluppa.
Il racconto ha uno scenario che prende spunto dal film dal Tramonto all’Alba. I personaggi sono in parte del sire e a loro riconducibili, altri saranno totalmente inventati e on riconsucibili a nessuno.
Così si determina un effetto placebo, voi pensate di associarlo a qualcuno ma potete indovinarci o no perché alcuni non si associano e sarete voi a cercare di associarli a qualcuno nella vostra testa.

Si parte
I RACCONTI DELLA CRIPTA
(sotto titolo della cricca)

Un gruppo di uomini e donne dopo essersi smarriti nel viaggio tra Milano ed un paese di Novara in cerca di birra si perdono per colpa di google map e arrivano ad un grandissimo bar con musica dal vivo (siamo prima del Covid).
Lui è il capitano, colui che guida. Il secondo è Palla di Biliardo per via della sua pelata, fidanzato con Lady Karma, è un noto sciupafemmine, ogni donna ai suoi piedi. Il terzo del gruppo è una donna, Isoscele, detta Isa una guerriera combattente vestita con giacca e cravatta stile Blues Brothers e che ha perso una mano durante un conflitto a fuoco. Da allora al posto della mano si è fatta costruire una pistola.
Chiude il gruppo Mister dislike, un uomo sempre elegante ma con un coltello affilato, il suo piacere è evirare le persone ed inchiodare il cazzo con i chiodi dei suoi nemici.
Il capitano ha sete, vuole un barolo chinato, e si avvia dal barista. Durante il cammino inciampa con un giullare, un menestrello. A sinistra una donna, una maga che legge le carte. A destra un omone, un buttafuori lercio e pieno di aghi nel naso, leggo il nome, er Trucido.
Il locale è strano, pieno di gente strana, ma una bella canzona mi riporta un buon umore,
Una cantante con i capelli rossi e la voce soave canta la canzone “senza fine”. Accanto a lei un pianista.
Arriva al bar.
Il barista è panzone. Peserà 120 kg, occhiali spessi, naso paonazzo.
Barista, dammi un Barolo chinato per i miei amici e cioccolata piemontese.
Il barista mi guarda e dice. Signore solo birre. 1.000 birre artigianali. Vendiamo solo quello.
Vuole andare al bagno signore ? no risponde il capitano, perché ?
Perché il mio bagno è il più splendente al mondo. Asciugamani di stoffa monouso, doccia. Le signore prima di entrare devono buttare i guanti di lattice.
Perché? Risponde il capitano.
Perché è la regola, ogni donna che usa i guanti viene mandata via da er Trucido.
Il capitano. Barista, chi sono queste persone strane nel locale?
Lui risponde. Di tutto, mignotte, carampane, mistress con fruste, bibeminkia e spennapolli, curiose e donne con le labbra rifatte a canotto . Vede, quello è Boss Hog continua a lanciare loro denaro. Gli uomini sono sedevacantisti, puttanieri, terrapiattisti, complottisti, dislikatori, medici della mutua, operai, ricchi annoiati, segaioli, gente in pigiama e soprattutto galoppini.
E poi ci sta la cripta, vuole andarci signore? . Dopo risponde il capitano, prima voglio guardarmi intorno. Barista, mi porti al tavolo 2 birre a testa, varie. Ed un poco di cibo.

Edited by Kirk - 26/11/2020, 17:27

se leggessi ho scritto che é un racconto che io inizio e chi vuole continua. A quattro mani


CIT
Io sviluppo il racconto e descrivo i primi personaggi, poi ognuno si può inserire (ad iniziare da Zert) e lo continua e lo sviluppa.


il racconto non terminó mai

Prima parte.
Entrò nel locale e non se ne accorse nessuno.
Ne magro ne grasso, altezza media, capelli radi e naso adunco che sormontava delle labbra sottili che non si erano mai distese in un sorriso.
Vestiva di nero, come sempre. Forse era il suo unico vestito, come unico era il suo atteggiamento. Nessuno avrebbe potuto dirlo.
Cliente abituale non amava scambiare parole con gli altri ma ascoltava tutto per non condividere niente. Appoggiato ad una colonna, in perenne penombra, si limitava a scuotere il capo in segno di disapprovazione.
Il suo nome era Darkside. Non si sapeva esattamente da dove venisse e sul suo conto giravano strane voci. Alcuni dicevano fosse stato rapito dagli alieni, altri sostenevano di averlo sentito parlare con Elvis ma nessuno poteva dire di conoscerlo. E a nessuno interessava, per tutti era un tipo strano.
Si avvicinò al banco per ordinare ma cambiò subito idea. Perché parlare a quel panzone del barista? Sarebbe stata una perdita di tempo e di denaro e poi il barista gli era sempre stato sulle scatole. Lui era lì per altro. Si era preparato per anni, aveva atteso si presentasse l’occasione. Aveva pazientato, immobile, silenzioso, sera dopo sera, mese dopo mese, anno dopo anno. Adesso era venuto il suo momento, finalmente aveva ricevuto il segnale. No, lui non era lì per bere una birra, Lui era lì per la cripta....e finalmente non sarebbe stato solo ......

ok dopo continuo io. Introduco la cripta ed il suo mistero.