| CAPITOLO I
Certo non sarebbe stato il lavoro della mia vita, però l’idea di poter aiutare mia moglie e servirla anche al lavoro mi piaceva non poco... e poi avrei pur sempre potuto lasciare quando volevo! Così, dopo averci dormito sopra, decisi di accettare, e comunicai con entusiasmo la mia decisione a quella splendida donna che avevo accanto.
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Il giorno dopo andai al lavoro, non passai nemmeno dal mio ufficio e mi diressi direttamente dall’amministratore delegato M: “posso rubarti 5 minuti?” Giulio non si era mai occupato delle nuove assunzioni, ovviamente non lo riguardavano, ma vista la situazione avevo bisogno della sua approvazione. G: “certo Michela, dimmi tutto” M: “di quanto è aumentata la produttività da quando sono a capo della logistica?” G: “lo sai benissimo, del 13,7%.” M: “posso portarla almeno al 15% e far rendere le ragazze ancora di più, ma la mia idea so già che non ti piacerà.” G: “continua...” M: “sono tutte bravissime, ma i miei metodi e la mia rigidità hanno portato inevitabilmente tanto nervosismo, ho bisogno di qualcosa che le permetta di sfogarsi lavorando così con più serenità, mantenendo l’attuale costanza nel tempo” G: “a cosa hai pensato?” M: “a mio marito.” G: “come scusa?” M: “hai sentito bene. Pensaci, loro mi rispettano, ma al contempo mi odiano. Mio marito attualmente è disoccupato ed è un uomo molto sensibile e premuroso. Voglio assumerlo come assistente.” G: “ancora non capisco...” M: “ è anti convenzionale, lo so, ma funzionerà. Lo assumerò e gli darò il compito di fare tutto ciò che le ragazze gli chiederanno... aumenterà la produttività dell’ufficio occupandosi degli archivi così da non far sprecare tempo al personale, porterà il caffè in ufficio così da diminuire le pause, ed in tutto ciò le ragazze lavoreranno di più, ma si divertiranno a sfogarsi su di lui come rivalsa su di me riconciliando il clima in ufficio.” G: “vuoi giocare col fuoco... lui cosa ne pensa?” M: “lui lo gestisco io tranquillo, se mai dovesse stufarsi o come mi auguro trovasse un nuovo lavoro, basterà assumere un nuovo ragazzo ma nel frattempo si saranno già tutte sfogate su di lui, avranno dimenticato i cambiamenti e andrà tutto a gonfie vele.” G: “e va bene, spero tu abbia ragione, in ogni caso non vedo come l’azienda potrebbe rimetterci. Mi spiace solo per quel pover’uomo, ho paura io ad entrare nel vostro reparto figuriamoci un assistente!” M: “ahahahah fai bene ad averne, grazie Giulio buona giornata!” G: “a te Michela, ci vediamo stasera in riunione.” ____________________________________
E così giunse il mio primo giorno, Arrivai in ufficio con Michela ma lei andò dritta al reparto mentre io mi diressi all’ufficio del personale dove mi spiegarono tutto quanto, per poi accompagnarmi alla Logistica verso le 10. Mi resi conto che dopo 8 anni non avevo mai visto l’ufficio di mia moglie... era davvero moderno, ogni dipendente aveva la sua scrivania in un’unica sala che girava intorno ad un ufficio con le pareti completamente trasparenti che si trovava esattamente al centro della stanza. Ovviamente era l’ufficio di mia moglie. M: “ragazze un momento di attenzione prego, interrompete pure tutto devo comunicarvi un importante novità che spero vi renderà felici.” “Questo e Andrea, mio marito, e da oggi sarà il vostro assistente. Il suo compito principale sarà quello di occuparsi dell’archiviazione dei vostri documenti, niente più sali e scendi dal piano interrato, ergo niente più piedi doloranti a fine serata a furia di fare su e giù coi tacchi! 😂 ogni scrivania avrà l’angolo archivio d’ora in poi e si occuperà lui di fare il giro a fine turno, quindi durante l’orario di lavoro sarà a vostra completa disposizione. Non temete il fatto che è mio marito anzi, è qui per voi! Vi porterà agende e cancelleria e andrà per voi negli uffici tecnici per risolvere i problemi informatici, farà tutto insomma. Avete domande?” B: “ci porterà anche il caffè? 😂😂” Chiese Benedetta ridendo, una delle ragazze più toste dell’ufficio, ma anche una delle più brave. M: “è naturale, sono cosciente dei grossi sforzi che avete fatto da quando sono a capo dell’ufficio ed ho pensato di aiutarvi così... naturalmente gli darò una chiavetta e tutto ciò che vorrete alle macchinette lo offriremo noi. Desidero solo che siate tranquille e serene e che facciate il vostro lavoro, per tutto il resto d’ora in poi ci sarà Andrea. Buon lavoro ragazze.” Concluse entrando nel suo ufficio e chiudendo la porta dietro di se... io rimasi di stucco, rendendomi conto che da quel momento avrei passato le mie giornate a correre dietro agli ordini di 20 donne furiose con mia moglie, per poi tornare a casa ad occuparmi dei bisogni ben più stringenti di Michela... tutti questi pensieri mi causarono un rigonfiamento sotto ai pantaloni. Non feci in tempo a realizzare la situazione in cui ero che c’erano 20 ragazze che mi stavano chiedendo il caffè ognuna di un tipo differente; tirai un bel respiro e risposi di accomodarsi pure alle scrivanie che avrei fatto il giro. Presi carta e penna e feci il giro di tutte e 20: 6 caffè al caramello, 4 caffè intensi, 5 macchiati, 3 alla nocciola e 2 ristretti. Bussai al vetro di mia moglie entrando e feci per parlare quando: M: “Sisi certamente capisco... mi scusi solo un secondo che c’è un ragazzo nuovo che ha bisogno di me; Andrea nel mio ufficio pretendo rigore. Sono al telefono, aspetta in piedi con le mani dietro alla schiena senza proferire parola, quando avrò terminato la conversazione potrai chiedermi il permesso di parlare.” Ero abituato ad essere umiliato da lei, erano anni che le facevo da schiavo ma questa volta non me lo aspettavo, rimasi completamente interdetto. Restai così lì ad osservarla attraverso la sua scrivania totalmente trasparente, era meravigliosa. Portava una camicetta bianca elegantissima, una gonna molto aderente che arrivava pochi centimetri sopra al ginocchio, delle calze color carne praticamente invisibile e dei tacchi a spillo di 12 centimetri neri che conoscevo fin troppo bene, portavo ancora indosso dei segni di quei tacchi. Non riuscivo a smettere di pensarla, desideravo solo inginocchiarmi ed iniziare a baciarle il e scarpe, ma ero in piedi con le mani dietro la schiena in posizione di attesa in una stanza di soli vetri circondato da tutte le sue dipendenti mentre parlava al telefono. Il rigonfiamento nei miei pantaloni era ormai più che visibile, e vedevo le ragazze, Benedetta in particolare, che se ridacchiavano nel vedermi così umiliato ad aspettare i comodi di quella che era mia moglie, come immagino fosse già accaduto a molte di loro. M: “perfetto la ringrazio, allora aspetto la sua mail! Grazie mille, buona giornata.” A: “Michela le raga...” M: “ti ho detto che per prima cosa avresti dovuto chiedermi il permesso di parlare”, disse interrompendomi con un sorriso sadico. Il pene mi si ingrossava sempre di più. A: “ho il permesso di parlare?” Dissi quasi balbettando... M: “Certamente, di cosa hai bisogno Andrea?” A: “Ehm, le ragazze mi hanno chiesto 20 caffè...” M: “ottimo, si sono già abituate ad averti allora! Prendi pure la chiavetta, è nella mia borsa sotto alla scrivania.” Mi disse distrattamente mentre iniziò a lavorare al computer. Avevo il cuore in gola... mi piegai poggiando un ginocchio a terra, e col viso a pochi centimetri dai suoi piedi iniziai a cercare nella borsa per un tempo che mi sembrò infinito, col mio pene che iniziava a pulsare mentre mi sentivo gli occhi delle ragazze tutti addosso... finalmente la trovai! Ero rosso paonazzo, mi rialzai e feci per uscire quando sentii la voce di Michela squillare alle mie spalle M: “per me un caffè alle mandorle grazie.” A: “certo Michela!” Risposi subito M: “voglio che mi chiami signora e che tu mi dia del lei al lavoro, chiaro?” Penso che al mio pene sarebbe bastato un lieve tocco per esplodere... ora capii perché mi aveva tenuto “casualmente” in astinenza nelle settimane precedenti... M: “hai capito oppure no?!” A: “come desidera signora!” M: “bravo. E sappi che per domani prima di venire al lavoro dovremo risolvere quel problema che hai in mezzo alle gambe.” Ero bordeaux. M: “che aspetti? Coraggio, vai!” Mi ordinò con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
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