Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

L’ufficio.

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view post Posted on 18/9/2020, 00:43     +3   +1   -1
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Professore/essa SM

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Ciò di cui vi racconterò è la storia di un uomo sposato con una donna meravigliosa. Una di quelle donne che non puoi non notare, alta circa 1.70, lunghi capelli rossi e delle gambe a dir poco perfette, con dei piedini numero 37 ed un sedere da perdere la testa. L’uomo, Andrea, dopo circa 7 anni di leadership nel settore assicurativo fu risucchiato da una fortissima crisi, che lo portò al punto di chiudere la partita iva e cercare nuovi orizzonti. A 30 anni però fu davvero difficile per lui iniziare una nuova carriera e dopo circa 6 mesi di disoccupazione era veramente depresso. Di problemi economici non ne aveva, quella meravigliosa donna che aveva accanto infatti, Michela, era la manager del settore logistico di una importante multinazionale di abbigliamento con sede in Svizzera. La coppia, oltre che legata da un fortissimo legame affettivo aveva fin dagli inizi praticato il femdom quale base della relazione. Mentre cercava lavoro Andrea aveva così dedicato tutte le sue energie a servire e riverire sua moglie, trattandola come un’autentica Regina. Dopo tutti questi mesi però sentiva il bisogno di rendersi utile in qualche modo! Così Michela, che non ce la faceva più a vedere il suo povero marito così sconsolato un giorno tornò a casa e gli fece una proposta:
M: ”Ascolta amore, io ci ho provato in tutti i modi a sentire tutte le aziende con cui ho contatti ma non trovo proprio nulla... se vuoi avrei una proposta però, lo so che non è molto e che sarebbe un lavoro che non si avvicina per niente alle tue qualifiche, ma se vuoi potrei assumerti io come segretario di reparto...”
A: “E quali sarebbero i miei compiti?”
M: “Lo sai che con tutti i cambiamenti che ho fatto in ufficio il clima è un po’ teso e le ragazze sono nervose, così ho pensato che mettere qualcuno a loro disposizione per tutti quei lavori scomodi ed odiosi ma necessari potrebbe sollevargli il morale!”
A: “Mh... almeno passerei un po’ il tempo...”
M: “Certo amore pensaci, e poi lo so che con la tua indole ti verrebbe molto semplice il lavoro ed anzi, ti piacerebbe molto!”
Era tutto vero in effetti, da quando Michela era diventata manager aveva approntato enormi cambiamenti. Sia sotto l’aspetto formale pretendendo un outifit elegante, inserendo l’obbligo di gonne e tacchi alti, ed un ambiente molto più rigoroso e rispettoso di ogni singolo ruolo; che sotto l’aspetto lavorativo, riducendo le pause e gerarchizzando molto di più la struttura. I risultati erano palpabili e per questo aveva ricevuto enormi elogi grazie all’aumento della produttività. Le ragazze tuttavia (nel suo ufficio ci sono solo donne, una ventina circa tra i 25 ed i 35 anni) erano diventate molto più nervose e l’ambiente ogni giorno era carico di tensione.


Dopo questa introduzione il racconto continuerà in prima persona nei panni di Andrea, con qualche capitolo dedicato alla visione di Michela.
 
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view post Posted on 18/9/2020, 01:00     +4   +1   -1
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CAPITOLO I

Certo non sarebbe stato il lavoro della mia vita, però l’idea di poter aiutare mia moglie e servirla anche al lavoro mi piaceva non poco... e poi avrei pur sempre potuto lasciare quando volevo! Così, dopo averci dormito sopra, decisi di accettare, e comunicai con entusiasmo la mia decisione a quella splendida donna che avevo accanto.

____________________________________

Il giorno dopo andai al lavoro, non passai nemmeno dal mio ufficio e mi diressi direttamente dall’amministratore delegato
M: “posso rubarti 5 minuti?”
Giulio non si era mai occupato delle nuove assunzioni, ovviamente non lo riguardavano, ma vista la situazione avevo bisogno della sua approvazione.
G: “certo Michela, dimmi tutto”
M: “di quanto è aumentata la produttività da quando sono a capo della logistica?”
G: “lo sai benissimo, del 13,7%.”
M: “posso portarla almeno al 15% e far rendere le ragazze ancora di più, ma la mia idea so già che non ti piacerà.”
G: “continua...”
M: “sono tutte bravissime, ma i miei metodi e la mia rigidità hanno portato inevitabilmente tanto nervosismo, ho bisogno di qualcosa che le permetta di sfogarsi lavorando così con più serenità, mantenendo l’attuale costanza nel tempo”
G: “a cosa hai pensato?”
M: “a mio marito.”
G: “come scusa?”
M: “hai sentito bene. Pensaci, loro mi rispettano, ma al contempo mi odiano. Mio marito attualmente è disoccupato ed è un uomo molto sensibile e premuroso. Voglio assumerlo come assistente.”
G: “ancora non capisco...”
M: “ è anti convenzionale, lo so, ma funzionerà. Lo assumerò e gli darò il compito di fare tutto ciò che le ragazze gli chiederanno... aumenterà la produttività dell’ufficio occupandosi degli archivi così da non far sprecare tempo al personale, porterà il caffè in ufficio così da diminuire le pause, ed in tutto ciò le ragazze lavoreranno di più, ma si divertiranno a sfogarsi su di lui come rivalsa su di me riconciliando il clima in ufficio.”
G: “vuoi giocare col fuoco... lui cosa ne pensa?”
M: “lui lo gestisco io tranquillo, se mai dovesse stufarsi o come mi auguro trovasse un nuovo lavoro, basterà assumere un nuovo ragazzo ma nel frattempo si saranno già tutte sfogate su di lui, avranno dimenticato i cambiamenti e andrà tutto a gonfie vele.”
G: “e va bene, spero tu abbia ragione, in ogni caso non vedo come l’azienda potrebbe rimetterci. Mi spiace solo per quel pover’uomo, ho paura io ad entrare nel vostro reparto figuriamoci un assistente!”
M: “ahahahah fai bene ad averne, grazie Giulio buona giornata!”
G: “a te Michela, ci vediamo stasera in riunione.”
____________________________________

E così giunse il mio primo giorno, Arrivai in ufficio con Michela ma lei andò dritta al reparto mentre io mi diressi all’ufficio del personale dove mi spiegarono tutto quanto, per poi accompagnarmi alla Logistica verso le 10.
Mi resi conto che dopo 8 anni non avevo mai visto l’ufficio di mia moglie... era davvero moderno, ogni dipendente aveva la sua scrivania in un’unica sala che girava intorno ad un ufficio con le pareti completamente trasparenti che si trovava esattamente al centro della stanza. Ovviamente era l’ufficio di mia moglie.
M: “ragazze un momento di attenzione prego, interrompete pure tutto devo comunicarvi un importante novità che spero vi renderà felici.”
“Questo e Andrea, mio marito, e da oggi sarà il vostro assistente. Il suo compito principale sarà quello di occuparsi dell’archiviazione dei vostri documenti, niente più sali e scendi dal piano interrato, ergo niente più piedi doloranti a fine serata a furia di fare su e giù coi tacchi! 😂 ogni scrivania avrà l’angolo archivio d’ora in poi e si occuperà lui di fare il giro a fine turno, quindi durante l’orario di lavoro sarà a vostra completa disposizione. Non temete il fatto che è mio marito anzi, è qui per voi! Vi porterà agende e cancelleria e andrà per voi negli uffici tecnici per risolvere i problemi informatici, farà tutto insomma. Avete domande?”
B: “ci porterà anche il caffè? 😂😂”
Chiese Benedetta ridendo, una delle ragazze più toste dell’ufficio, ma anche una delle più brave.
M: “è naturale, sono cosciente dei grossi sforzi che avete fatto da quando sono a capo dell’ufficio ed ho pensato di aiutarvi così... naturalmente gli darò una chiavetta e tutto ciò che vorrete alle macchinette lo offriremo noi. Desidero solo che siate tranquille e serene e che facciate il vostro lavoro, per tutto il resto d’ora in poi ci sarà Andrea. Buon lavoro ragazze.”
Concluse entrando nel suo ufficio e chiudendo la porta dietro di se... io rimasi di stucco, rendendomi conto che da quel momento avrei passato le mie giornate a correre dietro agli ordini di 20 donne furiose con mia moglie, per poi tornare a casa ad occuparmi dei bisogni ben più stringenti di Michela... tutti questi pensieri mi causarono un rigonfiamento sotto ai pantaloni.
Non feci in tempo a realizzare la situazione in cui ero che c’erano 20 ragazze che mi stavano chiedendo il caffè ognuna di un tipo differente; tirai un bel respiro e risposi di accomodarsi pure alle scrivanie che avrei fatto il giro. Presi carta e penna e feci il giro di tutte e 20:
6 caffè al caramello, 4 caffè intensi, 5 macchiati, 3 alla nocciola e 2 ristretti.
Bussai al vetro di mia moglie entrando e feci per parlare quando:
M: “Sisi certamente capisco... mi scusi solo un secondo che c’è un ragazzo nuovo che ha bisogno di me; Andrea nel mio ufficio pretendo rigore. Sono al telefono, aspetta in piedi con le mani dietro alla schiena senza proferire parola, quando avrò terminato la conversazione potrai chiedermi il permesso di parlare.”
Ero abituato ad essere umiliato da lei, erano anni che le facevo da schiavo ma questa volta non me lo aspettavo, rimasi completamente interdetto. Restai così lì ad osservarla attraverso la sua scrivania totalmente trasparente, era meravigliosa.
Portava una camicetta bianca elegantissima, una gonna molto aderente che arrivava pochi centimetri sopra al ginocchio, delle calze color carne praticamente invisibile e dei tacchi a spillo di 12 centimetri neri che conoscevo fin troppo bene, portavo ancora indosso dei segni di quei tacchi. Non riuscivo a smettere di pensarla, desideravo solo inginocchiarmi ed iniziare a baciarle il e scarpe, ma ero in piedi con le mani dietro la schiena in posizione di attesa in una stanza di soli vetri circondato da tutte le sue dipendenti mentre parlava al telefono. Il rigonfiamento nei miei pantaloni era ormai più che visibile, e vedevo le ragazze, Benedetta in particolare, che se ridacchiavano nel vedermi così umiliato ad aspettare i comodi di quella che era mia moglie, come immagino fosse già accaduto a molte di loro.
M: “perfetto la ringrazio, allora aspetto la sua mail! Grazie mille, buona giornata.”
A: “Michela le raga...”
M: “ti ho detto che per prima cosa avresti dovuto chiedermi il permesso di parlare”, disse interrompendomi con un sorriso sadico. Il pene mi si ingrossava sempre di più.
A: “ho il permesso di parlare?” Dissi quasi balbettando...
M: “Certamente, di cosa hai bisogno Andrea?”
A: “Ehm, le ragazze mi hanno chiesto 20 caffè...”
M: “ottimo, si sono già abituate ad averti allora! Prendi pure la chiavetta, è nella mia borsa sotto alla scrivania.”
Mi disse distrattamente mentre iniziò a lavorare al computer. Avevo il cuore in gola... mi piegai poggiando un ginocchio a terra, e col viso a pochi centimetri dai suoi piedi iniziai a cercare nella borsa per un tempo che mi sembrò infinito, col mio pene che iniziava a pulsare mentre mi sentivo gli occhi delle ragazze tutti addosso... finalmente la trovai! Ero rosso paonazzo, mi rialzai e feci per uscire quando sentii la voce di Michela squillare alle mie spalle
M: “per me un caffè alle mandorle grazie.”
A: “certo Michela!” Risposi subito
M: “voglio che mi chiami signora e che tu mi dia del lei al lavoro, chiaro?”
Penso che al mio pene sarebbe bastato un lieve tocco per esplodere... ora capii perché mi aveva tenuto “casualmente” in astinenza nelle settimane precedenti...
M: “hai capito oppure no?!”
A: “come desidera signora!”
M: “bravo. E sappi che per domani prima di venire al lavoro dovremo risolvere quel problema che hai in mezzo alle gambe.”
Ero bordeaux.
M: “che aspetti? Coraggio, vai!”
Mi ordinò con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
 
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view post Posted on 18/9/2020, 01:48     +1   -1
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Inizio interessante e con molto potenziale :)

Speriamo che vada nella direzione giusta :)
 
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view post Posted on 18/9/2020, 12:58     +2   +1   -1
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CAPITOLO II

La mattinata volò senza che me ne accorsi. Ora che portai tutti i caffè erano già quasi le 11, e impiegai le due ore successive a fare avanti e indietro dalla cancelleria e dall’ufficio informatico. Oltre Benedetta che pareva divertirsi a vedermi correre come un matto e che mi chiese una gomma, una matita, una penna ed una nuova agenda dalla cancelleria in 4 momenti differenti facendomi sprecare un sacco di tempo, c’era Sara; era una ragazza molto alta che coi tacchi superava senza dubbio il mio metro e 84, con capelli ricci scuri ed un fisico asciutto e tonico, che pareva odiare molto mia moglie e si divertiva a sfogarsi su di me.
A pranzare scesi poi da solo, con mia moglie che rimase in ufficio a lavorare ma mi disse di strisciarle il badge e di portarle un’insalata. In mensa trovai Giovanni, un collega storico di Michela che conoscevo ormai da anni, pranzai con lui.
G: “il primo impatto com’è andato?”
A: “vuoi dire quello di 20 ragazze che mi fanno sgobbare per tutto il giorno per rivalsa su Michela?”
G: “esattamente proprio quello ahahah 😂”
A: “devo ancora prendere il ritmo diciamo” dissi con un sospiro
G: “dai vedrai che ti ci devi solo abituare, e poi sarà tosta la prima settimana ma poi sono certo che la situazione si normalizzerà e diventerà un lavoro come gli altri vedrai”
Forse aveva ragione, era Michela però che temevo fin troppo. Mi sembrava troppo divertita dal vedermi sgobbare come uno schiavo anche al lavoro...
Dopo mezz’ora, la pausa minima che si può fare, tornai su con l’insalata e ripresi quella che era già diventata una routine. Stavo prendendo l’ordine dei caffè quando vidi Michela uscire dal suo officio
M: “ragazze sapete tutte quanto io pretenda che ognuno faccia il proprio lavoro dando il massimo del suo potenziale. E per il mio maritino non ci sarà nessuna corsia preferenziale” disse scandendo “maritino” con tono di scherno, quasi ad umiliarmi...
M: “questa è una cassetta delle lamentele. Per ogni cosa che Andrea non fa, o che ritarda a fare, mi piacerebbe che scriviate un accorgimento. Poi ci penserò io a fargli scontare ogni bigliettino 😏 e vedrete che diventerà sempre più bravo e rapido.” Concluse tra le risate generali, tornando poi in ufficio... mo so cazzi. Ogni ragazza passò il pomeriggio a darmi ordini già col bigliettino in mano... alle 18 del primo giorno ne avevo già accumulati 9 😰
L’ufficio inizio a svuotarsi e le ultime ragazze andarono via con mia moglie
M: “noi siamo giù a farci un ape, tu sistema l’archivio e quando hai fatto dai una riordinata al mio ufficio. Una volta terminato portami giù la borsa al bar che ti aspetterò lì”
Ci misi un’ora e mezza a fare tutto 😓
Quando arrivai al bar erano già un po’ su di giri, ed io avevo il terrore di sbagliare il modo di pormi...
A: “signora, quando vuole ho finito...” le dissi con un tono molto succube, rimanendo ad aspettare in piedi davanti al tavolo con la sua borsa in mano
M: “era l’ora ahahahahah bravo, ora vai a prendere la macchina e aspettami davanti all’ingresso.”
A: “si signora” le risposi sommessamente, e mentre mi allontanavo sentii che ridevano e mi parve di sentire qualcosa come “non sapete quanto mi eccita trattarlo...” ma non riuscii a sentire il resto.
La aspettai per una buona mezz’ora in macchina... e quando arrivò mi sorpresi nel vederla salire dietro. Partii senza fare domande, mi aspettavano almeno 60/90 minuti di macchina in base alla coda ed era già tardi. Appena ci immettemmo in strada la sentii mentre si levava i tacchi, si era posizionata nel posto centrale e stese le sue gambe sopra al porta oggetti coi piedi che arrivarono quasi al cambio. Dio mio voleva farmi morire.
M: “allora? Il mio schiavetto si è divertito oggi a servire tutte quelle belle donne?”
A: “è stato impegnativo mia regina...”
M: “sei tu che devi diventare più bravo, non puoi farmi fare brutta figura.”
A: “ha ragione mia regina” continuavo a rispondere mentre ero ipnotizzato dalla vista e dall’odore dei suoi piedi così perfetti. Iniziai ad accarezzarli con la mano destra... dio il mio pene stava letteralmente esplodendo
M: “dimmi un po’, da quanto sei in astinenza?”
A: “da 16 giorni mia regina” le risposi mentre fermai la macchina, eccoci subito imbottigliati nel traffico che portava alla dogana.
M: “e sei tanto eccitato vero caro il mio schiavetto?” Mi disse mentre si mise dietro al mio sedile, con le gambe che lo avvolsero fino a portare i suoi piedi sul mio naso e sulla mia bocca
A: “si mia Dea la supplico non ce la faccio più!”
M: “stai per esplodere immagino...” disse portando il piede destro sopra al mio pene, cominciando a palparlo, portandomi immediatamente ad ansimare dall’eccitazione, mentre baciavo e leccavo il sinistro...
M: “e pensa che ogni lettera di lamentela che riceverai equivarrà ad un giorno in più di astinenza 😈 io mi impegnerei di più fossi in te, sei già a 9!” Mi disse ridendo, rimettendosi comoda e sdraiata nella posizione di prima sul sedile centrale. Col passare dei secondi iniziai a realizzare, mano a mano che l’eccitazione scemava senza i suoi stimoli. Non ce l’avrei mai fatta. Provai ad oppormi ma subito lei
M: “ho già deciso e così sarà schiavo. E appena arrivati a casa ti punirò per esserti eccitato senza il mio permesso, per avermi interrotto mentre ero al telefono, per avermi dato del tu e per avermi fatto fare tardi... quindi muoviti, ci aspetta una gran bella serata 😏”
 
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view post Posted on 18/9/2020, 17:03     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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Ottimo, bravo
 
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view post Posted on 19/9/2020, 23:19     +1   -1
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Cavaliere BDSM

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Stupendo, meraviglioso, eccezionale.
Bravo' bravo'
 
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Il cammino si fa andando

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Benissimo, hai trovato una buona chiave per giocare a lungo coi personaggi senza far calare la tensione erotica, in un gioco di tease and denial molto ben svolto. Personaggi credibili e non eccessivi. Solo stai attenti ad alcune cadute di stile, che si notano tipo "era l’ora ahahahahah bravo", l'uso di parole come outfit, ape, troppo uso della parola pene. Scrivere è un lavoro di sartoria e si vede che hai stoffa, ma sono i dettagli che poi fanno la qualità.
 
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view post Posted on 20/9/2020, 01:26     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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Grazie mille a tutti per i complimenti! Hai ragione obey ci farò più attenzione; probabilmente il problema è stato che questi primi capitoli li ho scritti di getto, per i prossimi invece mi prenderò più tempo per rianalizzare con calma i testi. Ho comunque intenzione di portare avanti per molto questo racconto, quantomeno finché riscontrerò un buon seguito. Stay tuned 😉
 
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view post Posted on 20/9/2020, 06:43     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Molto bello bravo!
 
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Luminare BDSM

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Bravo interessante
 
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CAPITOLO III

L’ufficio distava una quarantina di chilometri da casa, percorsi per gran parte in autostrada; arrivammo a casa dopo un’ora circa e senza che lei mi disse nulla, mentre si apriva il cancellone automatico, scesi dalla macchina aprendole la portiera, mi inginocchiai dinanzi a lei, le rimisi le scarpe e la feci scendere cosicché potesse iniziare ad accomodarsi in casa mentre parcheggiavo l’auto. Sapevo che quando mia moglie mi prometteva una punizione questa sarebbe arrivata, speravo solo di riuscire ad ammorbidirla un po’.
Casa nostra è un trilocale arredato in stile moderno, con all’ingresso un corridoio di medie dimensioni occupato per la maggiore da un antico divano in legno sul quale Michela era solita accomodarsi in attesa che le levassi le scarpe. In casa sua vige il divieto assoluto di rimanere con le scarpe... non c’è bisogno che vi dica che pagai care le prime volte in cui me ne dimenticai prima di abituarmici. Oltre ad una cucina ben attrezzata che affaccia su un terrazzino, che era un po’ il mio regno visto che la mia regina pretendeva che cucinassi per le praticamente ogni sera, avevamo un ampio soggiorno arredato in modo molto minimal: un tavolo per 8 persone, un divano di medie dimensioni, un bel mobile moderno per la televisione ed un tappeto che divideva quest’ultimi sul quale trascorrevo la maggior parte delle mie serate: le sere in cui era affaticata Michela mi teneva tutto il tempo a massaggiarle i suoi splendidi piedini, più o meno una volta a settimana mi teneva lì inginocchiato a farle manicure e pedicure mentre si rilassava davanti alla tele, mentre quando voleva punirmi mi teneva nudo col solo collare indosso alla quale agganciava un guinzaglio che si divertiva a portare alla caviglia. In camera da letto avevamo invece due grandi armadi, una scrivania ed un bel letto matrimoniale posizionato al centro della stanza, che le permetteva di avere tutto lo spazio che desiderava per divertirsi con me torturandomi ogni volta che si sentiva eccitata. E quel giorno, mi sembrava veramente eccitata.
Come entrai in casa quella sera la trovai che mi aspettava come suo solito sul divano:
M: “prima che ti inginocchi voglio che ti spogli totalmente.” Esordì come aprii la porta. Sapevo bene quando mi era concesso fare domande, e quello non era di certo il momento più opportuno... ubbidii in silenzio. Una volta che fui completamente nudo al suo cospetto mi mise il mio collare, facendomi inoltre indossare il grembiule da cucina. Aveva ancora le scarpe indosso, il che significava che si era già preparata tutto quanto lì all’ingresso... i miei sospetti erano sempre più fondati. Aveva organizzato tutto.
Una volta “vestito”, schioccò le dita indicando i suoi piedi, ebbi così il permesso di inginocchiarmi. Come le sfilai i tacchi l’odore delle sue calze pervase tutta l’anticamera, facendomi nuovamente impazzire. Dio quanto amavo quell’odore, le bastava quello per farmi fare ciò che voleva... Sapeva benissimo quanto desiderassi baciarle i piedi, ma si limitò a guardarmi divertita in attesa che le mettessi le sue ciabatte, e così feci. Corsi poi a preparare la cena, ed alle 20 eravamo a tavola mangiando come se nulla fosse, peccato che avevo indosso sempre e solo un collare ed un grembiule, sotto il quale infilò il suo piedino facendomi mangiare in una situazione di costante erezione...
M: “e bravo il mio schiavetto, era proprio buona la cena! Ora coraggio finisci di fare il tuo dovere che stasera ho in serbo un po’ di sorprese per te 😏”
 
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CAPITOLO IV

Iniziai così a sparecchiare, lavai piatti e pentole e pulii il tavolo mentre Michela si mise comoda a guardare la tv. Quando finalmente terminai tutti miei compiti, senza battere ciglio mi fece un segno inequivocabile indicandomi il pavimento col dito. Una volta che fui in ginocchio, prese il guinzaglio allacciandolo al mio collare, infilandoselo poi alla caviglia come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi misi così a quattro zampe ai suoi piedi, che poggiò ben presto sulla mia schiena. Rimasi lì per un’ora buona mentre rideva davanti alla televisione messaggiando con le sue amiche. L’unico contatto che mi concesse per tutto quel tempo fu quello tra i suoi piedi ed i miei testicoli, coi quali si divertiva a giocare periodicamente per non farmi mai perdere l’erezione, che ormai perdurava da ore. Verso le 22 durante una pubblicità si alzò e senza dire nulla tirò dritta verso la camera, facendomi strisciare con una certa rapidità dietro di lei
M: “muoviti amore prima che ricominci il film!” Mi disse ridendo. La sentii solo prendere qualcosa nel comodino e poi tornammo in sala, dove questa volta mi fece mettere con la testa rivolta verso la televisione. Si sedette sulla mia schiena poggiando le cosce sulle mie spalle... la visione dei suoi piedino proprio davanti al mio viso era celestiale, e sentire le sue mani che giocavano coi miei testicoli mi fecero sentire totalmente suo. Mi pose poi una mascherina sugli occhi, si girò lungo la mia schiena dandomi ora le spalle, e senza neanche che me ne accorsi mi infilò un dito nel sedere iniziando a lubrificarmelo per bene. Una volta soddisfatta, iniziò a fare dentro e fuori col suo vibratore preferito, formato da palline sempre più grandi che si divertiva a mettermi dentro una dopo l’altra. Quando fu entrato tutto torno a sdraiarsi comodamente sul divano, spinse per bene il vibratore col piede destro contro la mia prostata, appoggiò il piede sinistro sulla mia schiena e fece partire le vibrazioni riprendendo a godersi il suo film in pace; come se non bastasse, aveva preso anche un frustino ed ogni volta che osavo fare un verso mi intimava immediatamente di fare silenzio. Nonostante fossimo fidanzati quasi 10 anni, e sposati da 4, non mi ero mai sentito così umiliato. Non era tanto ciò che mi stava facendo, ma la naturalezza con cui lo faceva! Mi stava trattando come un autentico oggetto nelle sue mani dandomi letteralmente per scontato... non mi parlava nemmeno! Mi fece davvero sentire totalmente una sua proprietà per tutta la sera, e vi confesso che fu una delle più eccitanti della mia vita... la amai alla follia per tutto il tempo, non scorderò mai quelle sensazioni.
E tutto quel tempo non fu di certo breve... la tortura continuò infatti fino a mezzanotte, quando una volta finito il film si posizionò in piedi dinanzi a me poggiando la sua pianta sulla mia testa fino a portarmi il viso a terra; mi legò le mani dietro la schiena, per poi mettere il suo piede destro ben posizionato accanto al mio viso. Lo potevo percepire dal profumo delle sue calze...
M: “come vedi amore mio se mi fai fare tardi al lavoro io poi ti faccio tirare tardi la sera in altri modi 😏” mi incalzò sfilandomi la mascherina e mostrandomi finalmente quel suo meraviglioso piedino
M: “e se parli senza permesso poi ti tocca passare la serata al mio cospetto, a modo mio!” Mi disse aumentando l’intensità delle vibrazioni, e non appena ansimai, avvicinò il suo piede alla mia bocca ed al mio naso
M: “lo so che faresti qualunque cosa per poter baciare il mio piedino così divino... ma spero che tu te lo sia goduto in macchina, perché non potrai baciarlo per tutta la settimana. Vediamo se così darai ancora del “tu” alla tua Dea in ufficio 😈” Mi stava punendo facendomi letteralmente impazzire ai suoi piedi!!
A: “la supplico mia Dea non mi faccia questo!!” La implorai col viso che strusciava sul suo piede
M: “Devi imparare la lezione amore mio. Tu comportati da bravo schiavetto e ti prometto che potrai tornare ad adorarli... facciamo così, se sarai sempre servizievole, soprattutto al lavoro, magari te li concederò venerdì. D’accordo?”
A: “Sì mia regina farò tutto ciò che desidera!” Dissi pieno di gioia
M: “Molto bene. Ora aspettami qui da bravo mentre vado a prepararmi per la notte, mi raccomando viso a terra e sedere all’aria come piace a me! 😍”
E se ne andò mettendo la vibrazione al massimo dopo avermi fatto reindossare la mascherina. Rimasi così lì a impazzire per un periodo che non saprei determinare. Mi sarebbe bastato un lieve strofinamento per venire copiosamente sul tappeto, e lei lo sapeva benissimo.
Quando finalmente tornò pareva una furia, senza dirmi niente mi spinse col piede facendomi crollare sul fianco per poi sedersi rapidamente col sedere sopra il mio viso... era bagnatissima ed iniziò a masturbarsi sopra di me mentre mi ordinò di leccarla. Poche volte in vita mia l’avevo vista così eccitata, ed in pochi istanti ebbe due orgasmi pressoché consecutivi. Continuando a leccargliela iniziò poi a squirtarmi dritto in bocca, sapeva bene che non c’era nulla che mi eccitasse di più che bere il suo squirt, e senza neanche che mi toccasse iniziai ad avere gli spasmi classici che precedono un orgasmo, senza però riuscire ad averlo! Come iniziai a supplicarla di poter avere anch’io un po’ di piacere, mi schiacciò il viso col suo sedere impedendomi di parlare. Sì divertì semplicemente a giocare coi miei testicoli, stritolandoli fra le sue mani, mentre mi sfilava molto lentamente il vibratore... non contenta di quanto non stessi già impazzendo, iniziò a leccarmi con calma estrema il glande fino a portarmi di nuovo ad avere gli spasmi, ma questa volta si comportò bene diversamente. Premette infatti con forza un sacchettino di ghiaccio sul mio membro; non era la prima volta che lo faceva, ma questo volta ero così eccitato che iniziai a dimenarmi cercando di scappare dalla sua presa! Con le mani legate dietro la schiena era però un’impresa semplicemente impossibile... cercai quindi di mantenere la calma rilassandomi, lasciando che spegnesse la mia erezione. Ciò di cui non avevo idea era che però nell’esatto momento in cui mi tranquillizzai, mia moglie mi infilò in pochi secondi la cintura di castità. Non ci volevo credere... non poteva essere così sadica!
Si alzò pochi istanti dopo, e mentre la guardavo dal basso verso l’alto a bocca aperta mi sorrise quasi con compassione:
M: “te l’avevo detto che avrei risolto anche il problema delle tue erezioni in ufficio 😊 ora coraggio amore, vai a prepararti che domani ci aspetta una lunga giornata in ufficio!” Mi disse dirigendosi in camera da letto.
Passai così la prima, o meglio la diciottesima notte di castità, a soffrire in silenzio per le erezioni soffocate dalla gabbietta pensando a ciò che sarebbe potuto accadere nei giorni successivi in ufficio, col solo risultato di eccitarmi e soffrire ancora di più. Mentre mia moglie riposava beata al mio fianco.
 
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CAPITOLO V

Passai così la notte in dormiveglia, e quando sentii la sveglia mi sembrò di essermi addormentato da pochi minuti.
M: “buongiorno amore mio! Dormito bene?” La mia Michela era fatta così, fresca e riposata già appena sveglia, l’esatto opposto di me...
M: “opop, non vorrai mica fare tardi al tuo secondo giorno di lavoro!” Continuò alzandosi dal letto.
Ci preparammo come se nulla fosse successo la sera prima, per lei era sempre così dopo aver avuto svariati orgasmi, e di certo non le importava del fatto che io invece fossi rimasto in astinenza. Mi misi l’abito senza dire nulla ed inizia a guardarmi allo specchio provando emozioni contrastanti che andarono dalla frustrazione all’eccitazione, era la prima volta che indossavo la gabbietta per andare al lavoro ed avevo una paura smisurata che si vedesse, o che chiunque potesse toccarmi per sbaglio insospettendosi...
M: “Inizia a tirare fuori la macchina che ti raggiungo!” Ero certo che fosse una delle cose che le piaceva di più il fatto che le facessi da autista, d’altronde era da sempre ciò che più odiava il dover fare così tanti chilometri ogni giorno. Durante tutto il tragitto pensai che dovevo trovare a tutti i costi un modo per ridurre al minimo le lamentele e le attese delle ragazze, così appena arrivammo mi diressi all’ufficio per la cancelleria dove trovai Laura. Era una donna molto prorompente sui 40 anni, con un seno visibilmente rifatto che non mancava mai di mettere in mostra con abito scollati e succinti: portava infatti almeno una terza abbondante, che spiccava rispetto ad un corpo ben più esile e magro. Avevo passato la giornata precedente a fare avanti e indietro dal suo ufficio quindi ci eravamo già abbondantemente conosciuti e spiegandole la situazione, le chiesi di poter tenere una minima giacenza nella mia scrivania, così da evitare perdite di tempo...
L: “non saprei Andrea, mi chiedi un grosso favore sarebbe una cosa parecchio anticonvenzionale...” mi disse alzandosi dalla sua sedia e facendo il giro della scrivania sulla quale si poggiò poco dopo mettendo in mostra delle gambe snelle ed i suoi tacchi scamosciati aperti.
A: “ti prego Laura non saprei che altro fare!” Le dissi guardandola dal basso verso l’alto, rimanendo seduto dinanzi a lei
L: “fammici pensare... non è per cattiveria ma è che mi sballeresti tutto l’inventario! A meno che certo...”
A: “a meno che??” La incalzai
L: “beh, io devo registrare le uscite e le entrate subito dopo pranzo, e la cosa ti confesso che mi accorcia sempre la pausa... potresti salire tu prima al mio posto e farlo tu tenendo conto di ciò che ti tieni in ufficio ogni giorno 😏”
Considerando il poco tempo che già avevo avrebbe significato mangiare in appena 15 minuti... ma non avevo scelta! Dovevo cedere al suo ricatto
A: “e va bene, non ho altra scelta!”
L: “perfetto, ma ricordati che mi devi un favore!”
Pure?? Pensai tra me e me, ma ero già in ritardo e dovevo tagliare corto...
A: “un favore di che tipo?”
L: “ ci penserò, diciamo che mi firmi un assegno in bianco e ti farò sapere...”
A: “e va bene affare fatto” le dissi stringendole la mano, col mio sguardo che non riuscì a sostenere il suo posandosi verso il basso sui suoi piedi smaltati corallo... Dio mio ma perché erano tutte così sexy! E mentre svicolai prendendo tutto ciò che mi serviva, la gabbietta iniziò a stringere.
Arrivai alla mia scrivania di corsa e non feci in tempo a mettere via le cose che dovetti subito iniziare col primo giro di caffè, oramai era routine... una volta presi gli ordini, bussai all’ufficio di Michela mettendomi con le mani dietro la schiena in posizione di attesa, aspettando di essere interpellato mentre finiva di battere al computer. Osservavo quanto era concentrata, finché il mio sguardo cadde sulle sue gambe nude, lasciate scoperte da un vestito sopra al ginocchio, erano incrociate una sopra l’altra mentre faceva scorrere il tallone dentro e fuori dalla scarpa, una decoltè beige in tinta con l’abito. Il movimento del piede era sintomo di quanto fosse concentrata. Più la guardavo, è più la gabbietta tirava... con lei poi era diverso, oltre all’eccitazione, il mio cuore palpitava a vedere quanto fosse bella. Era la donna della mia vita ed avrei aspettato anche ore pur di non deluderla.
M: “oggi un macchiato grazie.” Mi disse senza staccare gli occhi dallo schermo. Feci così un segno con la testa ed abbozzai un inchino reverenziale uscendo dalla porta, che sono certo che vide perché fu seguito da un suo sorriso malizioso. Uno di quei sorrisi che mi faceva andare fuori di testa...
la giornata passò rapida, ed alle 16.30 non avevo preso neanche un richiamo, nonostante le ragazze mi fecero correre a destra ed a sinistra senza sosta, e la mia pausa pranzo fu pressoché inesistente. Avevo calcolato che mi occorrevano circa 45 minuti per sistemare l’archivio ed evitare gli straordinari, dovevo quindi iniziare ad occuparmene di lì ad un quarto d’ora. Mentre facevo il giro delle scrivanie per ritirare i documenti, chiesi a tutte se avessero bisogno di altro, chiedendo ad una ad una il permesso di assentarmi. Filò tutto liscio finché non giunsi all’ultima tappa del mio giro: Eleonora. Era una ragazza riservata, 28 anni appena compiuti ed alta 1.78 circa, con tutte le curve nei punti giusti e vestita sempre molto elegante e mai fuori luogo. Ben presto avrei però imparato a miei spese quanto fosse perfida, e quanto ce l’avesse con Michela. Fu infatti lei la sua principale rivale alla carica di manager...
E: “a giudicare da come ti sei dato da fare oggi direi che Michela è tanto severa con te quanto con noi, ti deve aver dato una bella raddrizzata ieri sera!” Mi disse sorridendo
A: “diciamo che sa come farsi rispettare” le dissi ricambiando il sorriso
E: “ah su questo non ci piove, d’altro ognuna ha i suoi metodi...” continuò guardandomi intensamente “in questi giorni ti lascerò ambientare, lunedì invece dovrai presentarti alla mia scrivania alle 9 affinché io possa darti qualche regola che dovrai seguire su come imparare a lavorare al meglio con noi. Chiaro?”
A: “sì Eleonora”, risposi con sincero timore. Scoprii infatti di lì a pochi giorni che se Michela era più stimata dall’amministratore delegato e dai piani alti, lei era invece la leader di tutto il gruppo. Non sapevo davvero cosa aspettarmi, e mentre mi dirigevo verso l’archivio decisi che avrei dovuto consultarmi con Michela sia per quel che riguardava Eleonora, che per l’assegno in bianco firmato a Laura.
 
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view post Posted on 5/10/2020, 07:09     +1   -1
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Luminare BDSM

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Chissà come sarà questo lunedì in ufficio
 
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view post Posted on 6/10/2020, 14:31     +4   +1   -1
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Professore/essa SM

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CAPITOLO VI

Sistemai rapidamente l’archivio, ed alle 17.30 terminai la mia giornata entusiasta e senza nemmeno un richiamo!
Tornai così in ufficio e lo trovai semi deserto, con le poche ragazze rimaste che si stavano preparando per uscire. Andai così da Michela, bussando e mettendomi nell’ormai solita posizione di attesa.
Ero incantato dalla sua bellezza, e vederla così impegnata e presa dal suo ruolo mi rendeva sempre più innamorato giorno dopo giorno.
M: “ci sono quasi amore, stai lì buono ancora un attimo” mi disse con disinteresse, ottenendo lo scontato risultato di far palpitare il mio cuore ancora di più. Passai i primi minuti a guardarmi intorno, ad osservare le ragazze che uscivano una dopo l’altra, finché il mio sguardo non si posò sui piedi di mia moglie. Accavallò infatti le gambe, piegandole leggermente verso l’esterno ed iniziò a fare oscillare la sua decoltè destra sulla punta del piede, facendo scivolare il tallone dentro e fuori dalla scarpa. Nulla era in grado di eccitarmi di più... avrei dato qualsiasi cosa per avere la possibilità inginocchiarmi dinanzi a lei ed iniziare a venerare le sue meravigliose estremità.
Ero in uno stato di trans più totale, quando sentii la porta dell’ufficio aprirsi ed una voce ovattata iniziare a parlare a Michela. Tempo che mi ripresi a persi l’inizio del discorso, trovandomi in mezzo a due fuochi senza capirne il contesto.
M: “Come è stato possibile Benedetta... hai idea di quanto ci vorrà a risolvere il problema?”
B: “Certo che lo so, ma dovresti essere qui a ringraziarmi per esserne accorta! Non era certo responsabilità mia!!”
M: “lo so lo so, e ora sei l’unica in grado di entrare nel software e bloccare la spedizione...”
B: “ti rendi conto che mi ci vorranno almeno 2 ore?”
M: “2 ore ad essere ottimisti...”
B: “al diavolo, tanto non avevo programmi... ma sappi che ne infischio del tuo protocollo e come arrivo alla scrivania rimango scalza, queste scarpe nuove è tutto il giorno che mi massacrano i piedi!”
M: “per questa volta ti concedo lo strappo alla regola” disse Michela ridendo e strappandole un sorriso, cosa più unica che rara
M: “ma solo perché oramai siamo gli unici ad essere rimasti nell’ufficio!” Continuò Michela scherzando
B: “ad ogni modo, una volta terminato il lavoro avrò bisogno di qualcuno che spieghi ai tecnici quale stanza riavviare così da completare la procedura di annullamento” riprese Benedetta tornando seria
M: “io purtroppo ho una cena in programma con una mia cara amica, ma lavora qui accanto e posso farmi venire a prendere! Ma sono certo che per Andrea non sarà un problema rimanere qui per tutto il tempo di cui avrai bisogno.”
B: “ti avviso che non ho idea di quanto ci vorrà, e mi servirai solo alla fine...” disse rivolgendosi a me, ma non feci in tempo ad aprire bocca che rispose Michela al mio posto
M: “ Non ti preoccupare, è abituato alle lunghe attese... e ti dirò di più, negli anni è diventato un massaggiatore provetto. Se hai i piedi così stanchi io ne approfitterei stasera che non c’è nessuno!” Trasalii all’idea di trascorrere ore a massaggiare i piedi di Benedetta, sarebbe stato eccitantissimo ma l’umiliazione che avrei provato i giorni successivi nel vederla sarebbe stata di gran lunga peggiore... capii però che non avevo diritto di parola e tornai ad attendere nuovi ordini in silenzio limitandomi ad ascoltare la conversazione
B: “posso davvero fargli fare una cosa del genere??” Rispose entusiasta la ragazza
M: “Certamente. Io ora vado che la mia amica è già arrivata. Comunque è semplicissimo Benedetta, tu ordini lui esegue!” Disse ridendo ed avvicinandosi alla porta
M: “portami giù la borsa sc... Andrea.”
M: “te lo rimando subito, tu mettiti pure comoda” concluse uscendo dall’ufficio. Dovetti quasi correre per riuscire a raggiungerla.
M: “Voglio essere chiara, mi serve l’appoggio di Benedetta quindi tu dovrai fare qualsiasi cosa ti chieda, chiaro?” Mi disse mentre eravamo sulle scale mobili che conducevano all’atrio principale
A: “E se oltre ai massaggi volesse che le baciassi o leccassi i piedi, o qualsiasi altra cosa di cui potresti essere gelosa mia regina?”
M: “farai tutto ciò che ti dice. Dopodiché sarà tuo dovere rifermi ogni istante passati con lei, e sarai punito per tutto ciò che non mi piacerà. Chiaro? 😈”
A: “Sì mia regina” risposi con riluttanza mentre la seguii all’interno dell’atrio
M: “quando avrete finito dovrai accompagnare a casa Benedetta che oggi è senza macchina ed ha perso il suo passaggio. Poi aspetterai la mia chiamata per venirmi a prendere. Se dovessi finire prima, aspetterai ad oltranza senza disturbarmi. È chiaro?”
A: “si mia regina...” a quel punto non contenta, alzò leggermente il piede da terra e lo indicò col dito. Il segnale era inequivocabile. Mi guardai intorno e non vedendo nessuno ed in preda all’eccitazione mi misi in ginocchio davanti a lei: le baciai il piede sinistro, e poi quello destro. Sì divertì a continuare a farselo baciare arretrandolo sempre più la gamba, fino a portare la mia faccia quasi a contatto col pavimento.
M: “A dopo schiavo, rimani in quella posizione così riverente fino a che non avrò attraversato tutto l’atrio e sarò uscita dal portone.”
Ero per terra a quattro zampe, ad osservare mia moglie che si avviava lentamente sfilando passo dopo passo, sapendo che ero lì dietro incantato dalle sue movenze, col rumore dei suoi tacchi che mi riempivano le orecchie ed il terrore che chiunque potesse arrivare e vedermi lì per terra. Rimasi comunque immobile per tutto il tempo necessario, dio come mi sapeva stregare quella donna...
B: “ehi Andrea, la posizione è quella giusta ma in ginocchio ci devi stare sotto alla mia scrivania a massaggiare i miei di piedi!!” Esordì Benedetta affacciata dal piano superiore, dal quale si era goduta tutta la scena, scoppiando a ridere. Non poteva essere vero...
 
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31 replies since 18/9/2020, 00:43   21812 views
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