| Nel racconto che andrete a leggere, ho toccato per la prima volta dei temi molto particolari e complicati che nessuno aveva mai trattato prima. Spero di averlo fatto con delicatezza senza offendere nessuno e senza prendere posizioni troppo nette. Il risultato lo vedrete voi stessi. Buona lettura.
UNA STORIA D’ALTRI TEMPI
Questo racconto contiene nomi storici ed altri invece completamente inventati. Qualunque omonimia con questi ultimi e’ puramente casuale.
PRIMO EPISODIO
Il traffico di Roma e’ abitualmente intenso ed in questo giorno di martedi’ 12 giugno dell’anno di grazia 2018 la regola sembra non fare eccezione. Strade completamente bloccate, macchine ferme. Impossibile passare….. se uno ha un autoveicolo ma io, col mio scooter, evito in gran parte questo traffico pazzesco stando comunque attento a non commettere infrazioni. Sono un tipo ligio alle regole. Non per niente, il mio desiderio e’ sempre stato quello di diventare un tutore dell’ordine. Ed alla fine, sono riuscito ad esaudire quel desiderio diventando appunto poliziotto. Anzi, commissario di polizia. E considerando che ancora devo compiere 34 anni, non posso proprio lamentarmi della mia carriera. Evito l’ennesimo semaforo girando per un vicolo e penso che potrei anche pretendere che mi vengano a prendere con la macchina di servizio ma amo essere informale e cercare di non usufruire delle agevolazioni dovute al mio grado. Ma dicevo della mia vita. La carriera va a gonfie vele ma anche il resto della mia vita funziona piu’ che discretamente. E si, posso sostenere che non potrei proprio volere di piu’ dalla mia vita. Beh forse…… Se proprio dovessi chiedere qualcosa direi che mi manca l’amore. Non le donne, intendiamoci. Quelle non mi sono mai mancate. Ci so fare col gentil sesso. Dicono che sono notevolmente affascinante, simpatico, intelligente e naturalmente mi guardo bene dal contraddirle. In effetti, non sono male. Leggermente piu’ alto della media col mio metro e ottanta, fisico snello ma atletico e muscoloso il giusto per non sfigurare a torso nudo. Capelli corti e neri, occhi neri e mascella volitiva, barba volutamente incolta, devo dire che faccio la mia porca figura con l’altra meta’ del cielo. Ma come dicevo, non ho mai incontrato la donna che mi faccia battere forte il cuore. Forse perche’ non so nemmeno io come deve essere la mia donna ideale e su questo argomento sono un po’ confuso. O forse lo so e quel che so mi spaventa. Inutile dire che la vorrei affascinante, intelligente ma mi piacerebbe anche un tipo tosto, una ragazza che mi tenga testa, che si faccia rivalere, indipendente economicamente. Ho quasi l’impressione che mi piaccia la donna capace di farmi rigare dritto ed invece sembra che riesca a trovare soltanto fanciulle che sembrano pendere dalle mie labbra e che lasciano l’onere della relazione tutto sulle mie spalle col risultato che dopo un po’ sono stufo marcio. Mah! Misteri della psiche umana e la mia, almeno sotto il lato sentimentale, e’ piuttosto contorta. Quello che e’ sicuro e’ che amo il mio lavoro. All’inizio, esattamente l’anno scorso quando sono arrivato in questo commissariato, sono stato visto con un pizzico di titubanza a causa della mia giovane eta’ ma credo che si siano tutti ricreduti sulle mie capacita’. E non li faccio mica riposare i miei poliziotti. Sono un fanatico del lavoro. Non per niente mi chiamano, pensando che non ne sia venuto a conoscenza, Matteo Lorenzi il milanese anche se sono capitolino da sette generazioni. Forse perche’ i meneghini sono rinomati per la loro devozione al lavoro ma io odio questi stereotipi. Dove sta scritto che se uno nasce a sud del Rubicone abbia poca voglia di lavorare? In effetti, qui nel commissariato ho trovato gente di tutte le provenienze e mi sono reso conto di come non ci siano differenze. Siciliani, napoletani, romani, lombardi o veneti, un buon poliziotto lo si e’ per vocazione e non per provenienza. Termino le mie elucubrazioni su questi argomenti perche’ sono giunto alla mia meta: il mio commissariato. Mi tolgo il casco che poggio senza troppi problemi sul sellino senza legarlo. D’accordo che i ladri non si fermano dinanzi a niente ma dubito che correrebbero il rischio di rubare qualcosa nel parcheggio interno di un commissariato destinato soltanto a noi. Entro nell’edificio. Il poliziotto nella guardiola si alza e mi fa il saluto “ Buongiorno commissario. Sempre in anticipo lei” Lo ricambio con un sorriso e guardo l’orologio. In effetti, sono da poco trascorse le 8.00 ed io potrei anche cominciare alla nove, sempre che non ci sia un caso eclatante che richieda la mia presenza visto che il mio orario di lavoro e’ piuttosto flessibile ma amo dare il buon esempio sul luogo di lavoro. Mentre mi dirigo nel mio ufficio, gli altri poliziotti che incontro sul mio cammino mi salutano con il giusto rispetto e contraccambio con tutti. Il sovrintendente Francesco Tricarico mi viene incontro “ Buongiorno dottore” “ Buongiorno Tricarico. Mi chiami per favore Lasalandra e l’ispettore Romei” “ Subito dottore. Ah no, l’ispettore Romei ha chiesto un giorno di permesso” “ Va bene. Non era importante. Basta Lasalandra” Luigi Lasalandra, siciliano, assistente, colui che in grado viene subito sopra ad agente scelto. E’ il poliziotto che di solito la mattina mi mette al corrente dei casi notturni ma stamattina sembra tutto tranquillo. D’altronde, se ci fosse stato qualcosa d’importante, sarei gia’ stato informato dai miei agenti o dal questore in persona. Luigi entra nel mio ufficio. E’ un tipo pacioso, con qualche chilo in piu’ che dovrebbe smaltire, cosa difficile perche’ mi risulta che sua moglie sia un’ottima cuoca “ Buongiorno dottor Lorenzi” esordisce col suo cantilenante accento siciliano “ Buongiorno Luigi. Mattinata calma?” “ Pare di si. C’e’ pero’ una persona che dice di aver commesso un omicidio e che vuole parlare con lei” Salto dalla sedia “ E me la chiami mattinata calma? Un caso di omicidio? Chi c’e’ con questa persona? La state controllando? Avete preso le precauzioni del caso?” L’assistente Luigi Lasalandra sorride con un pizzico d’ironia. E se c’e’ una cosa che mi fa incavolare di brutto e’ quando mi sorridono in quella maniera “ Si calmi dottore. La persona che dice di aver commesso un omicidio non puo’ andare da nessuna parte” “ Non perdere tempo. Fallo entrare” gli ordinai “ Falla” Lo guardo strabuzzando gli occhi “ Che vuoi dire con < falla>? “ Intendevo che l’ordine che mi avrebbe dovuto dare e’ < Falla entrare>. Si tratta di una donna, dottore” “ E quindi? Ci sono anche le donne assassine. Cosa c’e’ di tanto strano?” “ Ehm, se ne accorgera’ personalmente. Le vado a prendere” Guardo Luigi in modo interrogativo “ Perche’ hai detto che le vai a prendere? Cos’e’? Un omicidio commesso da una coppia?” “ No, e’ che la presunta omicida e’ accompagnata da un’altra donna. E che donna, dottore, se posso permettermi. Piu’ bella di quelle della televisione” “ Non stiamo ad un concorso di bellezza ma in un commissariato” lo rimprovero “ Vai e portami queste persone e poi un caffe’ per cortesia” “ Provvedo subito, dottor Lorenzi” fa Luigi scomparendo dal mio ufficio. Mi chiedo perche’ dell’atteggiamento di Lasalandra. E’ un poliziotto sempre molto attento e preciso. Forse, pensa che si tratti di una mitomane. Beh, questo spiegherebbe il suo comportamento. Attendo comunque un paio di minuti prima che l’assistente Luigi Lasalandra bussi di nuovo alla porta del mio ufficio. Gli dico < Avanti> e lui entra per primo per poi lasciare il passo a due donne. Una giovane ed una molto anziana. Mi alzo dalla mia poltrona. Sono proprio curioso di sapere di quale omicidio si sia macchiata una di queste due donne.
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