Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Una competizione senza fine F/F

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view post Posted on 24/9/2017, 14:32     +5   +1   -1
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Professore/essa SM

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Sono felice che la mia prima storia vi sia piaciuta quindi come promesso ecco qui la seconda che sarà molto più lunga ( 45 capitoli più l'epilogo ).


Parte 1 : Cena di famiglia


Si dice che i giorni più felici della vita di una persona siano il giorno del proprio matrimonio e la nascita del primo figlio. Se qualcuno in quel pomeriggio di mezz’estate mi avesse chiesto quale fosse stato il più bel giorno della mia giovane vita, io non avrei avuto nessuna esitazione a rispondere che nulla avrebbe potuto rendermi più felice di quanto lo fossi in quell’esatto momento, senza sapere che proprio quel giorno avrebbe sconvolto la mia vita e dato inizio a questa lunga storia.

Ero così euforica che balzai fuori dalla auto decappottabile della mia amica Rose nello stesso istante in cui il mezzo si fermò, i miei lunghi capelli neri mossi da una leggera brezza e gli ultimi raggi del sole che irradiavano la mia pelle chiara. Salutai calorosamente la mia amica che stava parcheggiando la sua BMW e cominciai a correre verso la mia casa che si trovava a due isolati di distanza. Non potevo ancora credere di aver ottenuto la parte, non potevo credere che la mia vita stesse per cambiare per sempre.

Invece di correre dritto a casa decisi di fare alcune deviazioni per allenarmi un po’, dato che quel giorno che avevo saltato la mia corsa mattutina. Ero il capitano della squadra di calcio femminile della mia scuola e non potevo permettermi di essere fuori forma all'inizio dell’anno scolastico, non nell'anno più importante, l'ultimo prima del College. Un corpo atletico ed un bel viso mi rendevano sicuramente una ragazza molto attraente, ma non mi ero mai considerata bellissima come una modella, a differenza di mia madre che anche a quarant’anni aveva ancora una bellezza incredibile, con quei suoi bei capelli rossi che io purtroppo non avevo ereditato, prendendo invece da mio padre i più comuni capelli neri.

Mi fermai per un momento, con le lacrime negli occhi pensando a quanto mio padre sarebbe stato orgoglioso di sapere che avevo ottenuto una parte così importante. Il cinema era stato sempre la sua grande passione e tutti dicono ancora oggi che Robert Martin sarebbe diventato uno dei registi più importanti della storia del cinema se solo avesse avuto un po’ più di tempo. Un tragico incidente in montagna si era però portato via quel promettente regista, si era portavo via mio padre quando avevo appena tredici anni. Cercai di rimuovere dalla mia mente quella tragica giornata di cinque anni prima e ripresi la mia corsa.

Ad un certo punto mi accorsi che erano quasi le sette e decisi di tornare a casa, dove mi stava aspettando una cena molto interessante. Mia madre mi aveva detto che ci sarebbe stata anche la zia Emma, cosa rara dato che le due sorelle non erano di certo molto unite, probabilmente a causa della grande competizione che che vi era tra di loro in passato, una competizione simile a quella che esisteva attualmente tra me e la mia "amata" cugina Kaley che per fortuna non sarebbe stata presente alla cena, sicuramente troppo arrabbiata per essere arrivata seconda al provino e non aver ottenuto la parte. Mentre io sorridevo trionfante pensando alla sconfitta di mia cugina, io voltai un’angolo ed andai a schiantarmi contro un ragazzo dai capelli molto disordinati.

- Stai attento stupido - io gridai con rabbia al ragazzo, che indossava gli occhiali con delle spesse lenti ed aveva un apparecchio ai denti.

- Mi dispiace - lui balbettò anche se non era stata colpa sua, poi si chinò a raccogliere i libri che gli erano caduti per terra.

Con un calcio spedii un libro in mezzo alla strada ed esso fu quasi travolto da un'auto che sopraggiungeva. Ripresi la mia corsa senza degnare quel misero nerd di un ulteriore sguardo.


Quando arrivai a casa trovai mia madre che mi aspettava nel salotto e quando lei mi vide entrare mi corse incontro per abbracciarmi e congratularsi con me. Bevetti una limonata fresca e corsi di sopra a farmi una doccia per lavare via tutto il sudore e per rilassare i miei muscoli. Come tutte le ragazze trascorsi molto tempo in bagno, così tanto in effetti che quando tornai al piano di sotto la cena era ormai pronta e la zia Emma era arrivata. La zia era quasi identica a mia madre, forse sembrava persino più bella della sorella. I suoi lunghi capelli rossi erano più luminosi che mai, ed i suoi occhi verdi erano davvero meravigliosi. Ancora una volta non potei fare a meno di rimpiangere di non aver preso il patrimonio genetico di mia madre e di mia zia.

- Ecco qua la mia grande attrice - mia madre disse a mia zia quando mi vide entrare in cucina, non curandosi per niente del fatto che io avessi ottenuto la parte a scapito di mia cugina Kaley.

Mia zia però non sembrò notare la frecciatina della sorella e mi abbracciò calorosamente. Il suo profumo era inebriante e mi dispiacque molto separarmi da lei, rompendo l'abbraccio. La zia Emma era molto elegante e non potei che adorare il suo abito bianco che le cadeva all'altezza delle ginocchia ed i suoi collant neri che velavano le sue gambe perfette. Ai piedi indossava delle costose scarpe (di un famoso marchio italiano) con dei tacchi vertiginosi. Quasi mi paralizzai a guardare quelle scarpe per quasi un minuto, poi mia madre chiamò il mio nome e mi riportò alla realtà.

- Jennifer, prendi posto a tavola -

La zia Emma si sedette accanto a me, io la vidi accavallare le gambe elegantemente e non potei fare a meno di sbirciare nuovamente giù ai suoi piedi.

- Jennifer dai raccontaci. Cosa ti hanno detto ? Perché hanno scelto proprio te ? - disse mia madre che apparentemente voleva davvero far arrabbiare mia zia, facendomi dire perché avevano preso me per quella parte importante e non sua figlia.

- Non hanno detto molto, o forse ero troppo eccitata e non ho capito molto io. Ciò che conta è che ho ottenuto la parte e sono molto felice di questo - io risposi, cercando di non guardare in faccia mia zia.

- È proprio come sua madre. Ricordo ancora quando ebbi la mia prima parte. Era per il film "Uno scandalo al Casinò“ te lo ricordi Emma ? - disse mia madre che quella volta aveva avuto la parte al posto della sorella proprio come io l’avevo ottenuta al posto di Kaley.

- Ricordo molto bene - rispose zia Emma con un largo sorriso che la faceva apparire ancora più bella - Ricordo anche che esso fu uno dei più grandi flop di Donald Stein, non ha diretto molti film dopo quel fallimento -

- Beh, non si può avere sempre successo - rispose mia madre, che però aveva subito il colpo della sorella.

Per impedire che le due sorelle continuassero a lanciarsi frecciatine a vicenda o cominciassero a litigare seriamente, io cercai di pensare a qualcosa di interessante da dire per distrarle.

- Hai delle scarpe veramente belle, zia - io esclamai all’improvviso senza trovare nulla di meglio da dire. Nonostante tutto io raggiunsi il mio obiettivo e riuscii a distrarre le due donne.

- Sono contenta che ti piacciano, le ho comprate la scorsa settimana. Devo confessare che ho speso una piccola fortuna per averle, ma sembra che ne sia valsa la pena dato che i miei piedi attirano così tanti sguardi -

Non so perché ma le sue parole mi fecero arrossire intensamente ed io iniziai a mangiare la zuppa che mia madre aveva preparato. Di solito non cucinava lei ma la nostra cameriera Mary che però era fuori città per alcuni giorni, ed il risultato era piuttosto evidente… la zuppa era disgustosa !

Nel bel mezzo della cena, il telefono squillò e con stupore io sentii mia madre dire :

- Scusatemi tanto ma ho un impegno urgente con il mio agente -

- Ma mamma, hai detto che almeno per una volta saremmo state insieme senza nessuna distrazione - io protestai veementemente

- Mi dispiace Jen ma devo andare, forse potrò fare una pubblicità che mi garantirà un assegno con molti, molti zeri - e prima che io potessi dire altro, lei mi diede un bacio sulla fronte, salutò freddamente zia Emma ed uscì.

Non potevo credere che se ne fosse andata in quel modo, che mi avesse lasciato da sola anche in quella serata speciale. A quanto pare anche ottenere la parte per un famoso film non aveva cambiato nulla nel nostro rapporto. Mia madre era molto dolce solo quando le conveniva, per tutto il resto del tempo con me era sempre così fredda ed io ero veramente stanca dei suoi atteggiamenti da primadonna, era stanca di essere lasciata sempre da sola, ero stanca di chiedere alla nostra domestica per avere dei consigli che sarebbe dovere di una madre dare alla propria figlia.

- Perché è sempre così ? - io chiesi con gli occhi pieni di lacrime

- Non ti preoccupare, va tutto bene, non è colpa tua - disse zia Emma abbracciandomi.

Ancora una volta non potei fare a meno di smarrirmi inalando il suo profumo. All’improvviso mi sentii felice, non mi ricordavo di essere mai stata abbracciata così da mia madre.

- Grazie zia - io mormorai

- E di cosa tesoro. Ora ti suggerisco di buttare via questa robaccia e di mangiarci la torta che ho portato. Sappiamo bene entrambe che la cucina non fa per Christine - disse mia zia scoppiando a ridere.

La sua risata migliorò sicuramente il mio umore e con gioia io gettai nel cestino dei rifiuti il cibo che mia madre aveva preparato. La torta era deliziosa e mentre mangiavamo con gusto, la zia Emma mi raccontò delle storie divertenti su mia madre che mi fecero ridere tantissimo. Ad un certo punto risi così tanto che il piatto mi cadde dalle mani ed il dolce finì sulle scarpe eleganti di mia zia.

- Mi dispiace, mi dispiace - io dissi mortificata e prima che lei potesse dire o fare qualcosa, io mi gettai sul pavimento e cominciai a pulirle le scarpe con un panno pulito, facendo attenzione a non strofinare troppo per non rovinare le sue scarpe nuove. La zia Emma non disse niente per tutto il tempo e lei si limitò a fissarmi mentre inginocchiata le pulivo con fervore le scarpe, continuando a chiedere il suo perdono. Quando le calzature furono completamente pulite, io sollevai lo sguardo e vidi che la zia Emma stava sorridendo ed in quel momento fui felicissima che lei fosse soddisfatta del mio lavoro. Rimasi quasi paralizzato lì inginocchio per più di un minuto a guardare quei meravigliosi occhi verdi, poi all'improvviso zia Emma disse :

- Mentre sei lì, potresti farmi un favore cara ? Queste scarpe sono molto belle ma non sono molto comode. Potresti gentilmente farmi un massaggio ? I piedi della tua zietta fanno così male -

“ Mia zia vuole che le faccia un massaggio ai piedi ?" io pensai un po’ stordita, quasi come se avessi bevuto troppo.

- Ma forse sto chiedendo un po’ troppo. Capisco che non vuoi toccare i miei piedi - disse zia Emma guardandomi negli occhi

- No zia, sarà un piacere per me massaggiarti i piedi - io rimasi sbalordita quando sentii quelle parole uscire dalla mia bocca.

Sentendo la mia risposta zia Emma mi accarezzò dolcemente i capelli ed in quel momento mi sentii proprio come un gatto che fa le fusa, poi dopo averla guardata un altro istante negli occhi, io cominciai a rimuovere delicatamente le sue scarpe. Il mio cuore stava battendo all’impazzata ed io non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, perché fossi così emozionata in quel momento. Quando tolsi la prima scarpa, fui subito in grado di avvertire il forte odore che emana il piede della zia Emma e rimasi stupita. Non era affatto quello che mi aspettavo e non potevo infatti definirlo un cattivo odore, anzi mi sembrava addirittura un profumo ancora più bello di quello che mia zia si era spruzzata addosso ed io non potei fare a meno di fare dei respiri profondi, immediatamente vergognandomi di quello che avevo appena fatto. Fortunatamente la zia Emma non sembrò essersene accorta.

Il suo soffice piede era molto caldo e con le mie mani potevo percepire anche quanto umidi fossero i suoi collant. Con i miei pollici applicai una dolce pressione sulla morbida pianta e sul tallone. Un gemito mi fece capire che zia Emma si stava godendo il mio massaggio e fui stranamente orgoglioso di me stessa. Mi concentrai sempre di più ed i gemiti di zia Emma divennero sempre più frequenti. Dopo circa dieci minuti rimossi anche l'altra scarpa ed iniziai a massaggiare il piede destro come avevo già fatto con il sinistro. Quando realizzai che zia Emma si stava godendo il massaggio con gli occhi chiusi, io mi presi un rischio ed avvicinai la mia faccia al suo piede portando il mio naso appena sotto le sue dita ed io annusi nuovamente quello strano, piacevole profumo. Non sapevo perché quell’odore avesse un effetto del genere su di me, ma sapevo che non avrei mai smesso di odorare quel profumo di mia spontanea volontà. Solo quando sentii le dita della zia arricciarsi e toccare per un attimo il mio naso io allontanai velocemente il mio viso dal suo piede, per paura di essere scoperta. La zia Emma, ​​però, era ancora con gli occhi chiusi e non diede alcun segno di aver notato qualcosa di strano, strano come può essere la sua stessa nipote che le annusava i piedi. Continuai a massaggiare i piedi di mia zia per altri venti minuti, resistendo a quello strano impulso di annusarle i piedi, non volevo sfidare troppo la sorte.


- È stato fantastico, sei davvero brava - disse zia Emma, ​​mentre le rimettevo le scarpe

- Oh, grazie - io balbettai imbarazzata

- Sarebbe bello avere un massaggio come questo ogni sera prima di andare a dormire, è così rilassante. Se ti va qualche volta potremo rifarlo, sempre che non sia un problema per te toccare di nuovo i miei piedi, naturalmente -

- Sì - io risposi - Voglio dire, no, non è un problema toccare i tuoi piedi zia - io continuai a balbettare, poi prima di potermi fermare io sentii uscire dalla mia bocca :

- Sono così soffici -

Sono sicura di essere diventato rossa come un pomodoro, mia zia mi guardò per un attimo e ridacchiò.

- Sei così gentile Jennifer. Beh, dal momento che ti piacciono tanto non vedo l'ora di ricevere un altro massaggio - lei disse, accarezzandomi di nuovo i capelli ed alzandosi dalla sedia. .

Mentre ancora in ginocchio osservavo la mia bella zia andarsene, il mio sguardo tornò ai suoi piedi e non potei fare a meno di pensare :

“ Non vedo l’ora anche io zia "
 
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view post Posted on 25/9/2017, 11:39     +1   -1
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Born To Sniff

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Anch'io non vedo l'ora....del prossimo capitolo ;)
 
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view post Posted on 25/9/2017, 14:49     +3   +1   -1
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Parte 2 : Curiosità


Erano passati tre giorni da quella insolita cena con mia zia ed io ancora non riuscivo a capire le strane emozioni che avevo provato quella notte. Sapevo di aver sempre avuto una forte passione per le scarpe ed infatti non potevo fare a meno di comprarne almeno un paio nuovo ogni settimana, grazie al notevole conto in banca di mia madre ovviamente. Ovunque andassi non riuscivo a non lanciare delle occhiate alle scarpe che indossavano le persone intorno a me, ma avevo sempre pensato che fosse una cosa abbastanza normale, come è normale per una ragazza osservare minuziosamente i vestiti di un'altra ragazza.

La cena con mia zia era stato un qualcosa di diverso, ero sicura di questo. Infatti non si poteva certo considerare "normale" quella incredibile voglia di annusarle i piedi ed assolutamente non era normale che quell’odore mi piacesse così tanto da arrivare a definirlo addirittura “profumo”. I piedi dovrebbero essere qualcosa di sporco e se si pensa alla parola “puzza" dovrebbe essere naturale collegarla quasi immediatamente alla parola “piedi”, come se i due fossero una coppia inseparabile. No, c'era sicuramente qualcosa di sbagliato in me. Avevo persino rischiato di farmi scoprire dalla zia Emma e poi come avrei fatto a spiegarle quello che stavo facendo ? Cosa avrebbe pensato di me, un essere che sembrava trarre piacere nell’annusare i piedi della propria zia ? E se lei lo avesse detto a mia madre ? Probabilmente avrei perso ancora di più la sua stima.

Per mia madre infatti sembrava non essere abbastanza che io fossi il capitano della squadra di calcio e la star negli spettacoli teatrali della scuola, anche la mia prima parte in un vero film sembrava non aver fatto una così grande impressione su di lei, come se ottenere una parte in un film fosse qualcosa di semplice, quasi "dovuto". Nei tre giorni successivi a quella cena da cui era corsa via per incontrare il suo agente, mia madre era stata davvero poco a casa e nelle rare occasioni in cui eravamo nella stessa stanza lei mi parlava a malapena.

Mentre mi lavavo con attenzione i denti, i miei pensieri si spostarono ancora una volta su mia zia ed a quello che sarebbe potuto succedere se lei mi avesse scoperto ad annusarle i piedi, poi con orrore dissi a me stessa :

“ E se lei lo avesse detto a Kaley ? "

Non osavo nemmeno immaginare come mia cugina avrebbe potuto reagire a quella notizia, quella strega avrebbe finalmente trovato un modo per rovinarmi e per me probabilmente sarebbe stata la fine. Da lungo tempo aveva fatto di tutto per sottrarmi la fascia di capitano, fortunatamente però le altre ragazze avevano sempre preferito me ed era anche una fortuna che il nostro Coach avesse una grande passione per i portieri perché non è certo raro che la fascia di capitano sia data al capocannoniere della squadra come una sorta di ricompensa per i gol fatti. Anche negli spettacoli teatrali Kaley era sempre stata l’eterna seconda ed aveva avuto accontentarsi di parti minori mentre io mi prendevo tutti gli applausi del pubblico. Devo confessare di aver avuto molta paura quando avevo sentito che anche Kaley avrebbe partecipato al provino per il film perché, anche se l’avevo sconfitta molte volte, mia cugina era veramente brava a recitare. Non credevo che Kaley avrebbe partecipato all’audizione ma in fin dei conti non c'era da meravigliarsi, entrambe le nostre madri erano state delle famose modelle in passato ed avevano molti contatti nel mondo dello spettacolo, sicuramente però mia madre ne aveva molti di più rispetto alla sorella grazie a mio padre che era stato un importante regista. Per un secondo non potei fare a meno di pensare che forse avevo avuto la parte solo grazie al mio nome e all'influenza di mia madre. Cercai di rimuovere immediatamente dalla mia mente quel pensiero spiacevole.

“ No, mi hanno presa perché sono brava, perché sono la migliore" io mi dissi mentre camminavo su e giù per la mia stanza indossando solo il reggiseno e le mutandine.

Quando stavo per infilarmi i calzini, mi soffermai un attimo a guardarmi ai piedi. Devo confessare di non avere dei bei piedi, a mio parere sono troppo grandi (quasi un 41), le dita troppo lunghe, tranne il mignolo cortissimo che è una cosa che non ho mai sopportato. Non ero solita avere lo smalto sulle unghie dei piedi, un'abitudine che avevo preso a causa dello sport che praticavo ed anche in estate mi prendevo cura raramente dei miei piedi, indossando quasi sempre delle scarpe chiuse.

Iniziai a massaggiarmi il piede destro cercando di ripetere ciò che avevo fatto con i piedi di mia zia Emma, ​​però non fui in grado di capire perché stessi provando una sensazione così diversa, rimanendo delusa. Inoltre non potei fare a meno di notare quanto le mie piante e soprattutto i miei talloni fossero ruvidi, una grande differenza rispetto ai piedi di mia zia che erano così morbidi. Mi chiesi per un attimo come sarebbe stato toccarle i piedi nudi, come sarebbe stato bello far scivolare le mie dita lungo le sue morbide piante, tra le sue eleganti dita. Mentre quei pensieri strani affollavano la mia mente io cominciai a giocare con le mie dita dei piedi e per curiosità avvicinai ad esse il mio naso. Poco dopo ,sempre più eccitata, mi misi tutto il piede in faccia, fortunata di essere abbastanza elastica per fare quella torsione senza difficoltà. Annusai il mio stesso piede come una sorta di cane da caccia ma nonostante ciò potevo sentire solo un debole odore di sapone ed in quel momento fui tremendamente rammaricata di essermi appena fatta il bagno. Continuai a respirare profondamente con il naso tra le dita dei piedi, ma l'odore non era nemmeno paragonabile a quello di mia zia, quindi decisi di provare qualcosa di diverso.

Molto lentamente io tirai fuori la lingua e quando essa toccò la pianta del mio piede, diverse cose avvennero nello stesso istante. Prima avvertii un leggero solletico nel piede, poi si aggiunse il gusto della mia stessa pelle ed infine un brivido attraversò il mio ventre. Scossa da quelle serie di sensazioni, mi feci sempre più audace e leccai avidamente tutta la pianta che fu presto coperta dalla mia saliva. Ancora una volta maledissi la doccia che avevo appena fatto, perché il gusto del mio piede era appena percepibile. Cercando di assaporare qualcosa di più gustoso, io spostai la mia lingua tra le dita dei piedi e cominciai a leccare freneticamente.

"Bingo" io pensai, finalmente gustando il vero sapore dei miei piedi e rimasi scioccata da quanto esso mi piacque.

Quasi senza rendermene conto, la mia mano scivolò tra le mie gambe e le mie dita sotto le mutandine. Mi accorsi di essere incredibilmente bagnata e mi domandai come non avevo fatto a notarlo prima. Mentre succhiavo le dita dei miei piedi come se fossero dei gustosi lecca-lecca, le mie dita iniziarono a giocare con la mia figa stimolando il clitoride e presto fui sopraffatta dal piacere. Non ero abituata a toccarmi, non perché fossi stata cresciuta da una rigorosa famiglia cattolica (al contrario), ma perché mi sembrava in qualche modo strano fare tutto da sola, infatti, ero sempre stata del parere che il piacere deve essere raggiunto insieme a qualcuno. Quando gli effetti dell’orgasmo terminarono decisi che da quel momento in poi avrei messo da parte le mie strane convinzioni sulla masturbazione e sul sesso, che probabilmente avevano ostacolato la mia capacità di relazionarmi con i ragazzi, finendo per essere ancora vergine a 18 anni, probabilmente l’unica ragazza in tutta la scuola ad esserlo.

La porta della mia stanza si aprì all'improvviso e mentalmente mi ritrovai a maledire mia madre che non aveva l'abitudine di bussare. Io ero un vero disastro, avevo ancora il mio alluce in bocca e quello che avevo appena fatto sarebbe stato ovvio al primo sguardo. Così mentre la porta si apriva, mi gettai a terra dal lato opposto del letto.

- Jennifer, cosa è stato questo rumore ? - chiese mia madre quando entrò

- Niente…sono caduta per terra - dissi, alzando solo la testa e guardando mia madre vestita elegantemente, probabilmente stava per uscire - Sai dovresti bussare, mi hai fatto prendere un colpo - io dissi rimanendo in terra cosicché mia madre fosse in grado di vedere solo la parte superiore del mio corpo mentre il resto era coperto dal letto.

- Esagerata - lei ripose mettendosi i suoi costosi orecchini di perle - Comunque volevo solo dirti che sto uscendo e sarò fuori città per una settimana -

- Una settimana ? - io gridai - e perché non me lo hai detto prima ? -

- Mark mi ha appena informato che sono state anticipate le riprese di quella pubblicità di cui ti avevo parlato qualche giorno fa, quindi me ne vado in Colorado - disse mia madre senza nemmeno guardarmi, troppo occupata ad ammirarsi nel mio specchio ed a sistemarsi i capelli. Poi prima che io potessi dire altro, lei aggiunse :

- Mary tornerà tra tre giorni, quindi dovrai arrangiarti un po’ per il cibo. Ordinati qualcosa ma non esagerare con la pizza, penso che tu abbia messo su un po’ di peso e non voglio rischiare che ti tolgano la parte -

Non potevo credere a quello che mi stava dicendo, giuro che se avessi avuto qualcosa di pesante a portata di mano gliela avrei scagliata contro.

- Ha chiamato tua zia due ore fa, mi ha detto di riferirti che anche lei è sola perché sua figlia è andata a casa di un’amica per una decina di giorni e se vuoi puoi stare da lei questa settimana. Naturalmente suppongo che tu non voglia andarci quindi cerca di non mettere a soqquadro la casa, non voglio tornare e scoprire che hai organizzato una festa in segreto...non che ci sia questo problema dato non hai amici a parte quella Rose - disse mia madre con freddezza ed io mi dovetti sforzare enormemente per trattenere le lacrime, sempre più ferita dalle sue parole. Poi prendendo coraggio, io quasi le gridai :

- Andrò da mia zia -

- Che cosa ? - mia madre mi chiese sorpresa, non si aspettava di certo quella risposta.

- Andrò da mia zia - ripetei, sapendo bene quanto mia madre non sopportasse la sorella e l'idea che sua figlia potesse avere uno stretto rapporto con lei.

- Fai quello che ti pare… io devo scappare, sono già in ritardo - disse mia madre, ancora una volta con un tono glaciale e senza guardarmi, poi lei sbatté la porta e se ne andò.



Furiosa ritornai in bagno per darmi una pulita, continuando a pensare alle parole velenose di mia madre. Ma che cosa avevo fatto di male per essere sempre trattata in quel modo ? Mia madre era sempre stata una donna molto impegnata e questo era qualcosa che avevo sempre capito. Non è facile vivere con una madre così poco presente, ma non l'ho mai incolpata per questo, non le avevo mai chiesto di essere la migliore madre del mondo ma penso sia davvero assurdo che una madre dica a sua figlia quelle cose ed in quel modo così freddo. Mi trattenni dal buttar giù dalle scale uno dei suoi preziosi vasi orientali di porcellana, poi presi il mio telefono e cercai il numero di zia Emma nella rubrica. Lei rispose dopo qualche squillo.

- Ciao zia… sono Jennifer -

- Oh Jennifer, quanto sono felice di sentirti -

- Senti zia posso stare da te per un paio di giorni ? Mia madre mi ha detto che tu... -

- Certo certo - rispose subito la donna interrompendomi - Sono sola soletta ed io ho sempre apprezzato un po’ di compagnia -

- Beh... allora sarò da te nel pomeriggio, ok ? Vuoi che prenda qualcosa al supermercato prima di venire ?

- Oh no, non ti preoccupare cara, non ho bisogno di niente. Preparo immediatamente la camera degli ospiti... -

La conversazione proseguì per un altro minuto e quando chiusi la chiamata io cominciai subito a preparare la mia valigia mettendo all’interno molti più vestiti del necessario, non volevo rischiare di dover tornare a casa per cambiarmi in quei giorni. In effetti in quel preciso momento non volevo più mettere piede in casa mia per molto, molto tempo.

Mentre indossavo le scarpe non potei fare a meno di pensare che sarei stata sola con zia Emma per una settimana intera e che vivendo sotto lo stesso tetto avrei avuto molte opportunità per poter vedere i suoi bei piedi e chissà, forse anche farle un altro massaggio. Mi venne subito l’acquolina in bocca mentre uscivo fuori di casa, con solo i piedi della mia bella zia in testa.
 
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view post Posted on 25/9/2017, 16:32     +1   -1
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Mi auguro di leggere parte 3 e 4 prestissimo una di seguito all'altra.....
 
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view post Posted on 26/9/2017, 13:43     +2   +1   -1
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Come al solito vi ringrazio per i commenti. Come potete vedere l'inizio di questa storia è abbastanza lento ma vi prometto che le azioni non mancheranno di certo.

Parte 3 : Tattiche


Bussai alla porta per la terza volta e mi stavo già spazientendo. Quando la mia amica Rose aprì finalmente la porta, le sorrisi cercando di nascondere la mia irritazione. Avrei tanto voluto andare direttamente a casa di mia zia Emma, ​​ma avevo già preso un impegno con Rose e quindi avrei dovuto aspettare fino al tardo pomeriggio per vedere la mia bella zia ed ammirare i suoi piedi meravigliosi.

- Ciao Jennifer, accomodati in salotto per un attimo. Finisco di prepararmi e poi possiamo andare - la ragazza mi disse, facendomi strada verso il soggiorno che conoscevo molto bene.

Rose era una ragazza molto carina, aveva dei capelli castani a caschetto e dei begli occhi cerulei. Quella giornata indossava una nuova maglietta bianca smanicata ed un paio di jeans di colore blu scuro. Notai subito che non indossava le scarpe e da quel momento in poi persi l'attenzione di tutto ciò che mi circondava, i miei occhi fissi sui suoi calzini bianchi. Non riuscivo ancora a capire perché improvvisamente fossi così attratto dai piedi, avevo visto quelli di Rose centinaia di volte e non una volta essi avevano avuto effetto su di me, adesso invece non potevo smettere di fissarli.

- Spero che non ci sia una coda troppo lunga, non vedo l'ora di mettere le mani sul nuovo iPhone - lei mi disse eccitata ed io mi dovetti sforzare parecchio per distogliere lo sguardo dai suoi piedi e risponderle normalmente, per evitare di suscitare sospetti.

- Dovremo aspettare in fila per almeno tre ore. Scommetto quello che vuoi - io dissi

- Tre ore passano in fretta e poi immagino che ci saranno molti ragazzi, così... - lei ripose facendomi l’occhiolino ed afferrando un paio di scarpe da ginnastica che erano sul pavimento accanto al divano. Probabilmente prima che suonassi alla sua porta si stava per mettere le scarpe. Quando un piede fu quasi dentro la prima scarpa, la madre di Rose chiamò insistentemente la figlia dal piano di sopra.

- Cosa vuoi mamma ? - Rose urlò in riposta togliendosi la scarpa che si era appena infilata e correndo su per le scale, lasciandomi da sola nel salotto.

Le sue scarpe attirarono il mio sguardo come un potente magnete e nonostante tutti i miei sforzi non riuscii a resistere. Dopo aver lanciato una veloce occhiata verso le scale e sentendo che la madre e la figlia stavano ancora litigando intensamente al piano di sopra, io afferrai la scarpa che Rose si era infilata per un istante e l’annusai velocemente. Le scarpe erano state acquistate di recente ed erano state utilizzate solo poche volte, per cui quello che giunse alle mie narici fu solo un leggero odore di pelle. Le voci si erano fermate ed io mi affrettai a rimettere la scarpa al suo posto mentre Rose scendeva rapidamente le scale.

Quando uscimmo da casa della mia amica io ero troppo distratta per sentire le sue chiacchiere interminabili, troppo occupata a cercare di capire cosa mi stesse succedendo in quei giorni, cosa mi stesse spingendo a fare delle cose così sconsiderate.


Proprio come avevo previsto la coda era già lunghissima quando arrivammo fuori dal negozio ed io incominciai a temere che Rose non avrebbe avuto il suo nuovo smartphone alla fine della giornata. Rose aveva ragione, c'erano molti ragazzi in attesa con noi ma la mia amica non aveva previsto che la maggior parte fossero solo dei nerd in attesa del loro nuovo giocattolo tecnologico. Tra i primi posti della fila io vidi anche William Johnson, il tipo contro il quale era andata a sbattere pochi giorni prima. Mentre osservavo con disgusto il suo lungo naso ed il suo volto pieno di lentiggini, mi venne una brillante idea.

- Torno subito - dissi a Rose

- Dove stai andando ? - lei mi chiese stupita, vedendomi spingere la coppia davanti a noi per farmi largo.

Avanzai tra la folla con estrema difficoltà e ci volle quasi un minuto per raggiungere William che fece un balzò quando mi vide.

- Hey, ciao - gli dissi sorridendo maliziosamente

- Ehm... ciao - balbettò il ragazzo, che non avrebbe mai immaginato che una bella ragazza gli avrebbe mai parlato in quel modo.

- Senti volevo scusarmi per come mi sono comportata l'altro giorno, sono stata così scortese. Era tutta colpa mia, non avrei dovuto urlarti contro e certamente non avrei dovuto calciare via il tuo libro -

- Ehm... ok - lui disse sempre più stordito

- Allora mi perdoni ? - io gli chiesi con gli occhi da cucciolo

- Certo, anche io avrei dovuto prestare più attenzione - lui rispose imbarazzato

Ormai ero sicura di averlo in pugno, quindi cambiai improvvisamente argomento e dissi:

- Sei anche tu in fila per acquistare il nuovo iPhone ? -

William si sistemò gli occhiali con un dito e rispose alla mia domanda banale con un semplice - Sì -

- Sei fortunato, io purtroppo dovrò aspettare qualche mese - io mentii, infatti avevo già pre-ordinato il telefono tempo prima e mi sarebbe arrivato a casa pochi giorni dopo. Poi aggiunsi - Io sono qui solo per fare compagnia alla mia amica ma siamo arrivati ​​un po’ in ritardo e dubito che ce ne saranno ancora quando sarà il nostro turno. È un peccato, voleva così tanto il nuovo iPhone e sarà solo colpa mia se non potrà averlo oggi, io le ho fatto perdere tempo -

Rimasi un momento ad osservare intensamente il ragazzo negli occhi, sperando che tutto andasse come previsto. Dopo qualche secondo poi lui disse :

- Chiama la tua amica, possiamo dire che siamo tutti insieme -

- Purtroppo penso che i tizi qui non sarebbero molto felici se qualcuno saltasse la fila in questo modo. Forse potremmo fare diversamente, saresti così gentile da scambiarci di posto ? Sono sicura che nessuno si lamenterà così -

Vidi che il ragazzo esitava, doveva essere lì da molte ore per essere tra i primi della fila e se lui avesse scambiato il suo posto con noi quasi certamente non avrebbe potuto comprare il nuovo telefono quel giorno. Gli feci un altro bel sorriso e lui finalmente capitolò.

- Va bene - disse il ragazzo quasi con le lacrime agli occhi mentre io stavo già agitando la mano per far segno a Rose di raggiungermi. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata quando pensai che con quella mossa ero sempre più vicina ad andare a casa di mia zia.





Un'ora dopo uscimmo dal negozio con il nuovo telefono tra le mani della mia amica, William era ancora in coda quasi nello stesso posto dove l'avevamo lasciato. Il ragazzo quando mi vide mi fece un sorriso ma io continuai a camminare facendo finta di non aver visto quel povero nerd che era stato così stupido da creder di avere qualche possibilità con una ragazza come me.

Quando tornai a casa ero quasi le tre del pomeriggio, mi affrettai a prendere la mia valigia e ritornai in strada dove Rose mi aspettava con la sua BMW.

- Come mai tua madre non vuole comprarti un’auto ? Il denaro non è certo un problema per lei - lei disse.

- Chi lo sa. Probabilmente è solo un altro modo per mostrarmi il suo disprezzo - io risposi così freddamente che Rose non mi fece più domande.



La casa di mia zia era dall’altra parte della città (come se lei avesse cercato di rimanere il più lontano possibile da mia madre) e ci volle quasi mezz'ora per arrivarci, anche a causa del traffico. Rose mi salutò ringraziandomi ancora di essere stata in coda con lei. Camminai fino all’imponente cancello e suonai il citofono. Quando il cancello si aprì automaticamente, io trascinai la mia valigia su per il vialetto e vidi che zia Emma mi stava aspettando fuori dalla porta d'ingresso. La donna mi abbracciò calorosamente come se fosse molto felice di vedermi ed io non potei fare a meno di annusare di nuovo il suo profumo che però era meno intenso dell'ultima volta.

Mentre seguivo la zia dentro casa il mio sguardo cadde ai suoi piedi e vidi che indossava delle ballerine nere che le permettevano di camminare in casa con lo stesso comfort di un paio di pantofole. Mi distrassi così tanto a guardarle i piedi che non mi resi subito conto che la zia si era fermata improvvisamente e le andai a sbattere addosso, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra.
Ringraziai silenziosamente il costoso tappeto persiano che aveva attutito la caduta e quasi non sentii quello che mi disse zia Emma :

- Jen devi stare più attenta, avresti potuto farmi cadere e cosa più importante, avresti potuto far cadere a terra questo vaso della dinastia Ming - e lei indicò il prezioso vaso , un'altra cosa che la zia e mia madre avevano in comune, un’altra sorta di competizione.

- Mi dispiace - io le dissi alzandomi con difficoltà

- Cosa ti ha distratto tanto ? - la zia mi chiese guardandomi attentamente negli occhi

Troppo imbarazzata per sopportare la vista dei suoi occhi verdi che mi ricordavano tanto quelli di mia madre, io abbassi lo sguardo e vedendo il tappeto persiano mi venne in mente una risposta convincente.

- Stavo guardando il tappeto, è molto bello. È nuovo? - le chiesi con un filo di voce

- In realtà l’ho preso diversi anni fa ma è comprensibile che te lo sia dimenticato, è passato molto tempo dall'ultima volta che sei venuta qui -

Per fortuna zia Emma si incamminò nuovamente verso il grande salone, interrompendo almeno per qualche istante una conversazione che stava diventando sempre più difficile per me. Il rapporto tra mia madre e mia zia era pessimo ed in effetti negli ultimi cinque anni anche se vivevamo nella stessa città, ci eravamo viste solo poche volte. Era un vero peccato invece che io fossi costretta a vedere mia cugina Kaley quasi tutti i giorni a scuola, durante le lezioni e durante gli allenamenti.

Per un attimo dubitai della mia scelta, nonostante la cena piacevole che avevamo avuto qualche giorno prima era ovvio che non sarebbe stato facile anche solo chiacchierare con mia zia, perché sarei dovuta stare attenta a non parlare troppo di mia madre se non volevo farla innervosire. Un ulteriore sguardo ai piedi di mia zia tuttavia mi diede conforto e mi convinse che avevo fatto la scelta giusta. Con difficoltà mi sforzai di non chiederle immediatamente il permesso di farle un altro massaggio ai piedi, proprio come quello che sembrava aver apprezzato pochi giorni prima.

“ Non è ancora il momento, forse avrò una migliore occasione dopo, forse se beve troppo…" io mi dissi, già immaginandomi mille scenari diversi ed eccitanti.


La cena era davvero deliziosa e non potei fare a meno di pensare alla differente abilità ai fornelli della zia rispetto alla sorella. La zia Emma mi raccontò che aveva imparato a cucinare così bene grazie ad un lungo soggiorno in Italia che aveva fatto quindici anni prima, poco dopo aver divorziato da suo marito, quando Kaley aveva solo tre anni. Notai che mia zia aveva cominciato a bere molto di più dopo aver nominato il vecchio marito e non potei fare a meno di sorridere ogni volta che le sue labbra sensuali toccavano il bicchiere di cristallo e la sua bocca si apriva leggermente per lasciare entrare quel bel vino rosso che avrei tanto voluto assaporare anche io. Avevo però un piano ben preciso in mente e non volevo rischiare di rovinarlo, se fossi stata fortunata quella notte avrei potuto assaporare qualcosa di molto più gustoso.

Dopo cena ci spostammo nel salotto per guardare un film e dopo un amichevole dibattito alla fine optammo per Pulp Fiction. Ad un certo punto del film mi ritrovai in una scomoda posizione, indecisa se guardare i piedi di Uma Thurman ripresi con precisione maniacale da Tarantino o quelli di mia zia. Alla fine optai per quelli di Uma, poi tornai ad ammirare quelli di mia zia per il resto del film. Se la zia Emma avesse distolto lo sguardo dal televisore guardandomi in faccia, probabilmente avrebbe visto la mia testa muoversi leggermente su e giù, seguendo perfettamente il ritmo del suo piede che dondolava dolcemente, quasi come un serpente davanti ad un incantatore.

La sua scarpa era in procinto di cadere a terra ed io lottai sempre di più per resistere alla voglia di gettarmi per terra e toccare quel bel piede, coperto dalle calze di nylon che mi permettevano di intravedere la pelle delicata di zia Emma. Quando la scarpa finalmente cadde sul pavimento la mia bocca era oramai spalancata, ma poi una piccola risata mi costrinse ad alzare lo sguardo. La zia Emma mi stava guardando con un ampio sorriso sul volto, ma prima che potessi pensare di essere stata scoperta lei tornò a concentrarsi sul film, continuando a bere il suo vino rosso. Guardai la bottiglia quasi vuota e mi chiesi quanto ancora potesse bere prima di crollare. La risposta giunse cinque minuti più tardi.

Il film era quasi finito e mentre Jules recitava per l'ultima volta Ezechiele 25 17, io vidi la testa di mia zia piegarsi leggermente, i suoi occhi chiusi. Il mio cuore cominciò a battere forte, ma nonostante l'emozione che provavo in quel momento, riuscii a restare calma ed ad agire con cautela. Spostai con attenzione la testa di mia zia in modo che essa potesse poggiarsi comodamente sul cuscino del divano e le feci stendere le gambe. Con quelle poche mosse mi ero assicurata che lei stesse dormendo profondamente e dopo aver guardato il suo viso angelico leggermente arrossato a causa del vino, io mi inginocchiai sul pavimento quasi tremando per l'emozione.

Prima afferrai la scarpa che era caduta sul pavimento e cominciai ad annusare intensamente quel profumo meraviglioso. Qualche istante dopo però, lasciai la scarpa e mi avvicinai all’oggetto dei miei desideri. Quando seppellii la mia faccia nel piede di mia zia ero assolutamente in estasi e quando cominciai ad annusarle i piedi come un cane da caccia, apparve sul mio volto un ampio sorriso, ma non potevo sapere che se in quel momento avessi guardato zia Emma in faccia, avrei lì trovato un sorriso ampio tanto quanto il mio.
 
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Jhin Satoshi Keeiichi
view post Posted on 26/9/2017, 20:19     +1   -1




Sempre belli i tuoi racconti, ma credi che continuerai mai quello delle due figlie del racconto precedente?
 
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Parte 4 : Bella addormentata


Non potevo credere a quello che stavo facendo ma non potevo assolutamente fermarmi nonostante il mio comportamento mi sembrasse così sbagliato, infatti non solo stavo sfregando eccitata la mia faccia sui piedi di un'altra persona ma soprattutto perché quell'altra persona non era altri che mia zia, sangue del mio sangue. Per rassicurarmi mi dissi che quello non poteva essere considerato un vero incesto perché stavo solo giocando con i piedi di mia zia e non c'era nulla di sessuale in quell’atto. Con il passare dei minuti però mi resi conto di essere sempre più bagnata in mezzo alle gambe e le mie certezze cominciarono a dissolversi.

Dopo aver inalato profondamente quel profumo meraviglioso, io allontani la mia faccia dai piedi di mia zia per un momento e subito dovetti resistere all'urgenza di rimettere il naso sotto le sue dita ed annusare nuovamente senza un attimo di sosta. La mia forza di volontà era molto debole ed in quel momento mi sentivo proprio come una persona dipendente da droga o sigarette e solo uno schiaffo riuscì a calmarmi un po’. Cercando di non abbassare di nuovo il mio sguardo verso quei piedi divini, io osservai mia zia che dormiva serenamente. La zia Emma era veramente una bellezza e mentre guardavo il suo viso angelico (ancora senza rughe), le sue labbra carnose ed il suo bel seno che si alzava e si abbassava a ritmo con il suo respiro, io non potei fare a meno di pensare che mi stavo sbagliando, aveva tutto a che fare con il sesso.

Mi misi le mani in faccia non sapendo più cosa fare, non potevo credere di essere sessualmente attratta da un'altra donna, una donna che aveva addirittura il doppio della mia età. Fino ad allora mi ero sempre interessata ai ragazzi, anche se devo confessare che il mio interesse era stato sempre ben al di sotto rispetto a quello che le mie amiche provavano per l'altro sesso ed infatti non mi ero mai spinta troppo in là con un ragazzo. Avevo baciato diversi ragazzi negli anni precedenti, ma non c'era stato molto di più perché non avevo provato quella emozione che mi aspettavo, non avevo avuto le farfalle nello stomaco o cose del genere, come tutte le mie amiche mi dicevano. Fino ad allora avevo sempre pensato che l'assenza di passione fosse dovuta al fatto di non aver ancora incontrato il ragazzo giusto, ma quella notte mentre guardavo pacificamente la mia bella zia, io cominciai a pensare che dietro a quella mancanza ci fosse qualcos'altro, qualcosa di molto diverso.

"Sono forse lesbi… ? " mi chiesi sottovoce, senza riuscire a finire la frase. Non volevo nemmeno pensare a quella parola, non perché fossi omofoba, non avevo nulla contro gli omosessuali ma semplicemente non riuscivo ad identificarmi con una di loro, io non ero diversa dalle mie amiche, io ero "normale".

Un odore familiare giunse improvvisamente alle mie narici ed io compresi che proveniva dalle mie mani che erano ancora sul mio viso e che erano state impregnate dall’odore di piedi di mia zia. Quel magnifico profumo spazzò via il debole muro eretto dalla mia forza di volontà ed io crollai di nuovo inginocchio, lanciandomi ferocemente verso i piedi di mia zia Emma. ​​Affondai il mio viso nelle sue morbide piante, con le narici del mio naso che continuavano ad dilatarsi e restringersi ritmicamente e per un folle momento mi venne in mente la famosa scena del film "Il silenzio degli innocenti " con Anthony Hopkins che annusava con fare inquietante il profumo della protagonista, Clarisse Starling.

Mentre annusavo i piedi di zia, sempre più stordita da quel profumo, io decisi di rimanere immobile con il naso sotto le dita dei piedi dove l'odore era più intenso. Ebbi la forte tentazione di rimuovere le calze di nylon e toccare e odorare finalmente i suoi piedi nudi, ma poi pensai che avrei avuto tutta la notte a disposizione e decisi di fare con calma e gustarmi appieno ogni singolo istante. Dopo mezz'ora giunse il momento di fare qualcosa di diverso e così cominciai a baciare i piedi di mia zia, prima con dei bacetti sulle sue piante e poi via via con baci sempre più appassionati usando la mia lingua. Quando essa toccò le calze di nylon io assaporai un gusto molto strano e quando il mio cervello elaborò quel sapore considerandolo delizioso, mi resi conto che io ero davvero una strana ragazza. Mi piaceva veramente il sapore che avevano un paio di piedi, sudati per giunta ? Cosa ero diventata ? Una persona normale si sarebbe disgustata ad annusare il profumo di piedi di un'altra persona.

"Puzza" mi corressi, per le persone normali la parola sarebbe stata sicuramente puzza.

Naturalmente una persona normale non avrebbe mai leccato i piedi di un'altra persona, anche solo l'idea sarebbe stata ripugnante, non solo per il gusto, ma anche perché considerato qualcosa di estremamente umiliante, un gesto di sottomissione verso un’altra persona.

“Sottomissione…” mentre continuavo a baciare i piedi di mia zia Emma senza sosta, io pensai per un attimo che se annusarle e baciarle i piedi mi dava così tanto piacere, allora sarei stata più che felice di sottomettermi alla mia bella zia.

La mia figa era un lago ed io non potevo più resistere, quindi abbassai i miei jeans e le mie mutandine ormai completamente fradicie. La mia mano sinistra cominciò a stimolare il mio clitoride mentre con l'altra mi palpai il seno, il mio naso era ancora fermo sotto le dita di mia zia. I miei gemiti divennero sempre più forti ma la cosa non mi preoccupò, zia Emma non si sarebbe svegliata prima di diverse ore. Quando l’orgasmo giunse, esso fu così travolgente che mi privò di tutte le energie ed esausta crollai sul duro pavimento, cercando di riprendere fiato.

Dopo qualche minuto le forze tornarono ed io stavo per seppellire di nuovo il viso tra i piedi di mia zia quando la vidi muovere le gambe e scioccata mi resi conto che lei si stava svegliando. Disperata rimisi al loro posto le mie mutandine ed i jeans e mi sedetti sul divano vicino ai suoi piedi, fingendo di dormire. Fortunatamente ero stata abbastanza veloce e quando mia zia aprì gli occhi, io sembravo profondamente addormentata. Con gli occhi chiusi io affinai gli altri sensi e anche se non potevo vedere, riuscii lo stesso a capire che mia zia si era alzata con difficoltà dal divano. Non potevo credere che con tutto quel vino si fosse ripresa così rapidamente e maledissi me stessa per non averle tolto le calze quando ne avevo avuto l'occasione, sarebbe stato quasi impossibile avere un’opportunità del genere.

- Jennifer - io sentii zia Emma che mi chiamava dolcemente, ma aspettai che lei dicesse il mio nome altre due volte prima di rispondere.
- Sì ? - io dissi fingendo di svegliarmi, aprendo lentamente gli occhi e sbadigliando.
- È tardi, dobbiamo andare a letto -
- Certo, zia - io risposi sgranchendomi le braccia e alzandomi lentantamente dal divano.

Stavo per uscire dal soggiorno quando notai che mia zia era rimasta indietro e si stava togliendo le calze di nylon. Per un attimo intravidi i suoi piedi nudi prima che lei si infilasse nuovamente le sue ballerine e devo confessare di essere stata molto deluso perché speravo che sarebbe andata nella sua camera a piedi nudi.

- Andiamo - disse zia Emma quando mi raggiunse.

Lanciai un occhiata verso il divano dove lei aveva lasciato le sue calze e su due piedi mi inventai una bugia.

- Va pure avanti zia, vengo di sopra tra un minuto. Giusto il tempo di bere un po’ d'acqua e me ne vado in camera mia -

Lei mi diede un bacio sulla guancia ed io arrossii immediatamente piena di imbarazzo. Poi quando la vidi salire al piano di sopra, io mi avvicinai al divano ed afferrai le sue calze che nascosi nella tasca dei miei jeans. Per essere più sicura io andai veramente in cucina per bere dell’acqua e quando finalmente entrai nella stanza degli ospiti, io mi infilai rapidamente il mio pigiama ed una volta dentro il letto cominciai ad esaminare il mio trofeo. Tra le mie gambe si creò di nuovo un lago non appena cominciai ad annusare le calze di mia zia e dopo qualche minuto ne feci scivolare una dentro la mia bocca, assaporando quel gusto meraviglioso e succhiando via da essa tutto il sudore di cui era impregnata. Poi con un calzino in bocca e l'altro sotto il naso mi addormentai, esausta ma piena di gioia.

La mattina successiva mi svegliai decisamente tardi e mi resi conto che avevo ancora una calza in bocca, che era davvero molto asciutta. Quando rimossi la calza la ispezionai con cura e fui contenta di non aver danneggiato il nylon con i denti. La mia lussuria sembrava non essersi ancora placata ed io ricominciai ad annusare la calza di mia zia. Con delusione tuttavia, mi resi conto che il calzino aveva perso quel profumo meraviglioso e disperata, mi misi a cercare l'altro che non era stato dentro la mia bocca. Il calzino doveva essere scivolato per terra durante la notte e quando lo vidi sul pavimento (che era un po’ polveroso)non ebbi alcuna esitazione e me lo portai in faccia incurante della polvere, inalando quel profumo che mi aveva stregato. Dopo qualche minuto sentii il telefono squillare solo per un attimo e mi resi conto che la zia doveva essere già sveglia ed aveva risposto subito. Con la mano destra continuai a tenere fermo il calzino di nylon sul mio naso e continuai a respirare profondamente. Poi con orrore, pensai :

"Che succede se la zia non trova i suoi calzini sul divano ? Lei penserà subito che li ho presi io "

Scesi rapidamente dal letto, attenta a nascondere le piccole calze nei miei pugni e corsi al piano di sotto, cercando di fare il meno rumore possibile. La zia era in cucina e dal rumore potevo affermare con certezza che stesse usando il frullatore. Per raggiungere il salotto senza essere vista mi misi a quattro zampe e cominciai a gattonare lentamente. Il mio cuore si fermò per un attimo quando sentii la zia Emma esclamare :

- Oh mio... -

Per mia fortuna però zia Emma non si stava riferendo a me e mentre lei imprecava per aver fatto un macello con il frullatore, io colsi al volo l'occasione per scivolare silenziosamente nel salotto. Certa che il difficile fosse stato fatto, mi avvicinai rapidamente al divano e notai che la bottiglia di vino era ancora sul tavolino di vetro. Felice, pensai che la zia non fosse ancora entrata nella stanza e senza perdere ulteriore tempo rimisi i calzini al loro posto.


- Buongiorno - dissi a mia zia entrando tranquillamente in cucina.

- Buongiorno tesoro, hai dormito bene ? - chiese la donna dolcemente e in quel momento non potei fare a meno di pensare a mia madre, lei non mi aveva mai trattato in quel modo, non mi aveva mai preparato la colazione.

Proprio come la cena della sera prima, la colazione era deliziosa ed io dimenticai completamente il consiglio di mia madre di mangiare poco perché a suo avviso avevo messo su qualche chilo di troppo. Stavo già mangiando la terza crêpe con la Nutella, quando realizzai di aver saltato ancora una volta la mia corsa mattutina. Alzai le spalle e continuai a mangiare mentre zia Emma mi osservava con i suoi bei occhi verdi, sorridendo. Ovviamente non potei fare a meno di guardare spesso verso il basso ma per mia sfortuna, quel giorno la zia indossava delle scarpe da ginnastica e quindi non fui in grado di vedere i suoi bei piedi. Ripensai al gusto dei suoi calzini e mentre mi stava venendo di nuovo l’acquolina in bocca io mangiai un'altra crêpe.

Poco dopo la colazione ci trasferimmo nel salotto e quando la zia prese la bottiglia di vino quasi del tutto vuota dicendo che la notte prima aveva un po’ esagerato, io guardai le sue calze sul divano, orgogliosa del mio lavoro e orgogliosa delle mie abilità da ninja.

- È strano, sono sicura che prima che le mie calze non fossero qui - disse zia Emma prendendo un calzino dal divano

Il mio cuore si fermò e quasi cominciai a tremare mentre pensavo a quanto ero stata stupida. Avrei dovuto nascondere i calzini tra i cuscini del divano, la zia Emma avrebbe pensato solo di non averli visti al primo sguardo. Continuai ad osservare la scena sempre più imbarazzata, aspettando che la zia si voltasse verso di me e mi accusasse di aver preso i suoi calzini. Poi la sentii dire :

- Ho davvero esagerato con il vino ieri, sono ancora un po’ stordita -

Quando la zia uscì dalla stanza lasciandomi da sola, io tirai un grosso sospiro di sollievo, la sorte continuava a sorridermi.
 
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view post Posted on 27/9/2017, 11:18     +1   -1
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CITAZIONE (Jhin Satoshi Keeiichi @ 26/9/2017, 21:19) 
Sempre belli i tuoi racconti, ma credi che continuerai mai quello delle due figlie del racconto precedente?

Quando riflettevo su come finire la storia, decisi di scrivere un finale abbastanza aperto per permettermi di continuarlo in futuro. Poi anche leggendo i commenti di altre persone mi sono convinto che era un finale buono per la mia storia e che ognuno poteva immaginarsi come meglio crede come sarebbero andate le cose da quel momento in poi tra le nostre eroine. Quindi diciamo che al momento non ho intenzione di fare un seguito... però chissà che in futuro ci ripensi ancora una volta.
 
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view post Posted on 27/9/2017, 11:27     +1   -1
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Come e quando proseguirà la vicenda zia nipote.....se ricordo bene sono 46 episodi
 
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view post Posted on 28/9/2017, 12:44     +2   +1   -1
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Parte 5 : Tentazioni

La felicità per non essere stata scoperta fu di breve durata. In effetti durò solo trenta secondi. Quando controllai il mio smartphone, che avevo lasciato in carica proprio nel soggiorno, mi accorsi che mia madre mi aveva chiamato più di dieci volte e mi aveva anche lasciato un messaggio dove mi diceva di richiamarla immediatamente. Non potei fare a meno di preoccuparmi, non era da lei chiamarmi tutte quelle volte, doveva essere urgente. Senza perdere altro tempo composi il suo numero e mentre attendevo la sua risposta, mille cattivi pensieri affollavano la mia mente e la paura che fosse successo qualcosa brutto si fece sempre più intensa.

- Finalmente ti sei decisa a richiamarmi, posso sapere che diavolo hai combinato ? -

Non avevo avuto nemmeno il tempo di rallegrarmi per il fatto che mia madre sembrasse star bene che dovevo subito affrontare la sua ira, la cui causa mi era sconosciuta.
- Cosa ho fatto ? Di cosa stai parlando ? - le chiesi in un sussurro

- SEI RITARDATA FORSE ? - dovetti allontanare il telefono dal mio orecchio per evitare che le sue urla mi rompessero i timpani - SI PUÒ SAPERE CHE COSA TI HANNO DETTO QUELLI DELLA PRODUZIONE ? -

- Che cosa ? - balbettai, cercando di capire cosa stesse succedendo.

La risposta di mia madre fu molto più tranquilla questa volta, ma conoscendola molto bene sapevo perfettamente che era molto più pericolosa quando non gridava.

- Il mio agente ieri sera ha incontrato per caso un tizio della produzione e quel gentiluomo gli ha riferito che non hai ancora ottenuto la parte del film ma solo la possibilità di fare un provino finale. E indovina un po’ chi sarà la ragazza che si contenderà la parte con te ? -

“ Non ho avuto la parte ? Ma questo è assurdo” io pensai con smarrimento, ma poi mi affrettai a rispondere prima di far infuriare ancora di più mia madre.

- Chi ? - io le chiesi sapendo la risposta, c'era solo una persona che avrebbe potuto far reagire mia madre in quel modo.

- Tua cugina Kaley ! - disse mia madre, confermando le mie paure. Poi, prima di poter pensare a qualcosa da dire, lei continuò - l’audizione finale sarà tra venti giorni e non c'è bisogno di dirti che la parte non dovrà mai e poi mai finire nelle mani di tua cugina. Quindi, preparati bene per l'audizione, lavora giorno e notte se necessario e dimenticati tutto il resto perché per te non c'è niente di più importante al mondo di quel provino -

Volevo risponderle che quel provino era la cosa più importante al mondo solo per lei. Era lei che mi aveva sempre voluto far recitare fin da quando ero una bambina, specialmente da quando aveva scoperto che mia zia aveva assunto un tutor per insegnare recitazione alla figlia. È vero, con il passare del tempo la recitazione ed il teatro della scuola avevano cominciato ad affascinarmi, ma non potevo affermare che la recitazione fosse la mia più grande passione ed infatti non mi sarei mai persa una partita di calcio per fare uno spettacolo. Prima di poter esternare ciò che stavo provando in quel momento, mia madre chiuse la chiamata senza nemmeno salutarmi. Ero così arrabbiata e delusa che stavo per scoppiare a piangere.

Il mio pessimo umore doveva essere molto evidente perché non appena entrai in cucina, la zia mi chiese subito :

- Jen, c'è qualcosa che non va ? -

Guardai attentamente quei meravigliosi occhi verdi e quel dolce sorriso, poi ripensando alle parole di mia madre mi dissi che per me c'era sicuramente qualcosa di più importante al mondo di quell'audizione ed era proprio di fronte a me.

- Niente zia, va tutto bene - io risposi, riuscendo finalmente a sorridere.

- Va bene - lei disse, forse non del tutto convinta. Poi la zia Emma aggiunse - Hai qualcosa in programma per oggi ? -

- No zia, e tu ? -

- Pensavo di riorganizzare il mio guardaroba, ma suppongo che tu non voglia aiutare la tua vecchia zia in qualcosa di così noioso. In effetti dovresti solo tenermi la scala mentre tolgo delle scatole che sono in cima all’armadio così da poter spolverare lì sopra -

Non potei fare a meno di pensare che tenendole la scala avrei avuto una visione perfetta del suo fondoschiena e dopo aver lanciato un’occhiata ai leggins attillati che mia zia stava indossando, io mi affrettai a rispondere.

- Sarò più che felice di aiutarti, zia -




La camera da letto padronale era molto grande ed arredata con estrema eleganza. Quando i miei occhi individuarono un paio di pantofole ai piedi dell’enorme letto matrimoniale io mi distrassi subito e quasi feci sbattere contro l'armadio in ciliegio la scaletta che avevo trasportato dal piano inferiore e che per mia fortuna era molto leggera.

- Sono contenta che tu sia qui, cara. Ho pregato tua cugina di aiutarmi con questo lavoro per settimane. Mi stavo quasi pentendo di aver deciso di non assumere una nuova domestica - disse zia Emma, ​​mettendomi una mano sulla spalla.

- Perché hai fatto questa scelta ? Mia madre non sopravviverebbe più di una settimana senza Mary -

- Sai Jen, una volta raggiunto la mia età capirai che il corpo di una donna ha bisogno di molto lavoro per rimanere in buone condizioni. Non sono mai stata un’amante delle palestre e quando Josephine ha rassegnato le dimissioni mi è sembrata un'opportunità perfetta per rimanere in forma. Come sai io amo cucinare ed inoltre fare altri lavori domestici come una comune casalinga non è poi così male. Dovresti provare… -

Nella mia mente balenò un immagine di me vestita con un abito da cameriera francese mentre lavavo i pavimenti e pulivo il bagno, allo stesso tempo non riuscivo proprio ad immaginare che mia zia facesse delle cose tanto umili, non mi sembrava giusto che una persona così bella dovesse lavare i pavimenti. Tutti i miei pensieri furono spazzati via quando vidi quello che stava facendo mia zia. La donna si stava togliendo le scarpe da ginnastica e la mia bocca si spalancò quando notai che non indossava dei calzini. Per un momento la sentii ridere e subito la guardai in faccia. La zia per fortuna stava guardando dentro l’armadio, ancora una volta non ero stata scoperta.

- Ok Jen, ora tieni ferma la scala -

Quasi mi paralizzai quando i suoi piedi nudi cominciarono a salire attentamente i gradini. Quando lei fu quasi in cima, i suoi piedi erano ormai alla stessa altezza della mia testa ed io stavo già sbavando di fronte quella visione meravigliosa. I piedi della zia erano perfetti, non troppo grandi (38-39) e con delle magnifiche arcate plantari. Guardando le sue dita lunghe ed eleganti io non potei fare a meno di pensare alle mie che erano così orribili in confronto. Come avevo già potuto intravedere la sera prima lei aveva le unghie smaltate di nero che rendevano (se possibile) ancora più belli quei piedi che sarebbero stati più appropriati in una dea che in un essere umano.

Non so per quanto tempo rimasi ad ammirare quelle estremità perfette, poi all’improvviso vidi la zia piegare leggermente la gamba all’indietro ed il piede sinistro staccarsi dal gradino, avvicinandosi pericolosamente al mio viso.

- Jennifer - quasi non sentii la zia che mi chiamava e lei mi diede un leggero calcio in faccia con il piede per attirare la mia attenzione.

Quando la sua morbida pianta toccò il mio viso io sprofondai in un altro mondo e la voce di mia zia sembrò sempre più lontana. Solo dopo altri due piccoli calci io risposi, il suo piede ancora poggiato sulla mia faccia.

- Cos…cosa hai detto zia ? - io chiesi stordita

- Ora ti passo queste scatole, fai attenzione perché sono pesanti - lei disse, levando il piede dal mio viso e riportandolo sul gradino della scala, per mia grande delusione.

Le scatole erano veramente pesanti, ma in quel momento ero troppo distratta per sentire la fatica, troppo distratta a pensare che qualche istante prima avevo avuto il piede di mia zia sul mio viso, troppo distratta a pensare che in quel preciso momento avevo capito quale fosse il mio posto nel mondo.

Mentre la zia spolverava la parte superiore dell’armadio, io avvicinai sempre più la mia faccia ai suoi piedi nudi e quando quel bel profumo giunse alle mie narici, io quasi premetti il mio viso contro di essi. L'odore era incredibile e molto più intenso della sera precedente, apparentemente i suoi piedi avevano prodotto molto sudore nel tempo in cui erano rimasti confinati senza calzini all'interno delle scarpe. Mia zia era ancora occupata a spolverare e così io cercai di sfruttare il più possibile quell’opportunità. Il mio naso si mosse, esplorando quasi ogni centimetro dei suoi piedi e sfiorando quella pelle chiara e delicata. Quando annusai vicino le dita dei piedi, esse si allargarono lievemente ed io quasi seppellii il mio naso tra l’alluce ed il secondo dito. Quanto avrei voluto toccarli, quanto avrei voluto posare le mie labbra su quei piedi divini, quanto avrei voluto leccare quelle goccioline di sudore, far danzare la lingua in mezzo a quelle succulenti dita e ricoprire le piante con la mia saliva.

La scala vibrò pericolosamente quando mia zia si mosse per pulire un punto più difficile da raggiungere. Io rafforzai la presa sulla scala e mi accorsi che mia zia si era messa in punta di piedi, le sue piante ormai completamente esposte. Il mio naso fu immediatamente a qualche millimetro dai suoi talloni che sembravano incredibilmente lisci. Avrei annusato le sue piante per ore ma la zia si mosse di nuovo ed i suoi piedi tornarono nelle posizione precedente. Mentre sentivo le mie mutandine inzupparsi ancora una volta, io lottai per tenere la mia lingua all'interno della mia bocca, sperando che la zia terminasse presto il suo lavoro. La mia resistenza stava crollando.

Ci vollero altri cinque minuti per finire il lavoro ed io ero esausta come se avessi corso per ore. Zia Emma mi guardò attentamente per un momento, forse chiedendosi perché ero così sudata, dopo tutto stava facendo lei quasi tutto il lavoro. Poi con un sorriso, lei mi disse :

- Grazie mille per l’aiuto Jen -

È stato un piacere zia - io risposi pensando alla mia figa bagnata e pensando al significato letterale della parola “piacere”.

- Ok Jen, ora devo lavorare un po’ nel mio studio. Sai che scrivo articoli per una rivista di moda, vero ? Allora tu cosa vuoi fare nel frattempo ? -

- Non lo so - io risposi

- Potresti guardare un film nel salotto o se non vuoi stare da sola potresti rilassarti in ​​una poltrona nel mio ufficio e leggere un libro mentre lavoro.

- Credo che leggerò un libro - io dissi, sperando di poter vedere nuovamente i suoi piedi.




La stanza che mia zia usava come ufficio non era molto grande ma la vista dalla finestra dietro la sua scrivania era incredibile e si poteva persino vedere il mare in lontananza. La zia stava lavorando al computer da quasi dieci minuti ma io non avevo ancora letto una sola pagina del mio libro, troppo occupata a cercare di vederle i piedi nudi che tuttavia rimasero nascosti dietro la scrivania. Quando giunsi a metà del primo capitolo, la zia Emma mi disse :

- Ti spiacerebbe andare a prendermi una limonata ? Quel lavoro mi ha lasciato la bocca asciutta -

- Certamente, zia - io risposi, alzandomi velocemente.

Quando tornai con la limonata, il bicchiere quasi mi cadde dalle mani quando vidi che mia zia aveva messo i piedi nudi sulla sua scrivania, gambe incrociate alla caviglia. Non c'era alcuna speranza che io finissi di leggere quel capitolo, troppo distratta da quei piedi meravigliosi, da quelle morbide piante per le quali avrei fatto di tutto. Per quasi mezz'ora continuai a fingere di leggere, mentre invece non facevo altro che osservare i piedi di zia proprio come un cane guarda un osso. Ogni volta che lei muoveva i suoi piedi io sentivo un brivido sul mio ventre e quando mia zia afferrò una penna con le dita dei piedi, intrappolandola tra l’alluce ed il secondo dito, io ebbi quasi un orgasmo sul posto immaginando e sperando che ci fosse la mia lingua al posto di quella penna.

Continuai ad osservare la penna danzare tra le dita di mia zia che intanto continuava a scrivere al computer senza fermarsi, la mia fronte sempre più grondante di sudore. Ad un certo punto mia zia si alzò e mi disse che doveva andare in bagno per un attimo e non appena uscì dalla stanza, io corsi alla scrivania e scambiai la penna che lei aveva avuto tra le dita dei piedi con una identica che avevo trovato in un cassetto.

Tornai al mio posto tenendo la penna come se fosse un trofeo. Quando la zia tornò nella stanza, lei mise i piedi nuovamente sul tavolo ed io, con la faccia nascosta dietro il mio libro, cominciai ad annusare profondamente la penna, percependo bene quel profumo che stavo cercando disperatamente. Attenta a non farmi vedere, io tirai fuori la lingua e cominciai a leccare la penna proprio come un cane.

- Jennifer - disse mia zia improvvisamente

- Sì, zia ? - io chiesi, nascondendo la penna e abbassando il libro che mi nascondeva il viso.

- Ti sta piacendo il libro ? -

- Oh sì, è molto bello - io risposi, supplicando tutti gli dei di questo mondo affinché lei non chiedesse nulla della storia, non avendo letto quasi nulla.

- Sai stavo pensando ad una cosa, visto che l'ultima volta ti è piaciuto e sei stata così brava, me lo faresti un altro massaggio ai piedi mentre lavoro ? -

Non potevo credere alle mie orecchie e quasi mi misi a saltellare per la gioia. Cercando di mantenere un minimo di contegno, io risposi :

- Certamente zia, sono contento di esserti utile mentre lavori duramente -

Zia Emma poggiò i suoi piedi sul pavimento ed io mi resi conto che sarei dovuta rimanere per terra durante il massaggio. Strisciai velocemente sotto la sua scrivania, ansiosa di poter finalmente toccare per la prima volta i suoi piedi nudi. La zia spinse leggermente indietro la sua poltrona per darmi più spazio, poi inginocchiata cominciai a massaggiarle il piede sinistro mentre l’altro veniva poggiato sulla mia spalla, come se fossi una specie di poggiapiedi. Dei brividi continuavano ad attraversare il mio basso ventre ed io mi chiesi ancora una volta perché fossi così eccitata. Non potevo credere allo stato in cui i suoi piedi riuscivano a ridurmi. Inoltre essere usata come un poggiapiedi stava avendo un effetto incredibile su di me, era qualcosa di incredibilmente umiliante ma nonostante in quel momento mi sentissi un misero verme, io posso affermare con certezza che allora ero la persona più felice del mondo.
 
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Jhin Satoshi Keeiichi
view post Posted on 28/9/2017, 16:58     +1   -1




Ti prego, continua presto, è epico! ^^ Vogliamo la parte clue della storia >.<
 
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view post Posted on 29/9/2017, 13:59     +2   +1   -1
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Parte 6 : Lussuria

Era questo che provavano le mie amiche quando baciavano un ragazzo ? Anche loro sentivano freddo come se stessero congelando, smarrite in una bufera di neve, e al contempo sudando come se fossero tra le dune di un deserto, disperate per un po’ d’acqua ? Mi chiesi di nuovo cosa ci fosse di così sbagliato in me, non era normale sentire quelle forti emozioni massaggiando i piedi di un'altra persona, non era normale essere usati come un poggiapiedi ed essere totalmente ignorati come se io non fossi nulla più di una parte del mobilio, non era normale essere così eccitata e rischiare di avere un orgasmo in qualsiasi momento.

Questi e molti altri pensieri affollavano la mente mentre massaggiavo delicatamente il piede sinistro di mia zia, ancora meravigliandomi di quanto fosse morbida la sua pelle che era liscia e delicata come quella di un bambino. Le mie dita lavorarono con cura sulla sua pianta mentre cercavo di dare a mia zia quanto più piacere possibile, sperando di essere così brava da instillare nella sua mente un crescente desiderio di ricevere sempre più attenzioni ai suoi piedi meravigliosi, un desiderio che io sarei stata più che felice di soddisfare. In quel momento, mentre ero inginocchiata ai piedi della zia sotto la sua scrivania, non c'era niente che potesse distrarmi dal mio lavoro. Ero così perduta in un'altra dimensione (dove esistevamo solo io e la zia) ed ero così concentrata a massaggiarle i piedi che non mi accorsi nemmeno di star inalando rumorosamente quell’intenso odore che emanava il piede poggiato sulla mia spalla e più di una volta mi ritrovai a piegare leggermente la testa di modo che il mio naso fosse solo a qualche millimetro dal suo piede. La mia posizione divenne sempre più scomoda con il passare dei minuti e presto mi ritrovai prostrata ai piedi di mia zia come se stessi pregando una dea. Con la schiena sempre più arcuata in avanti e la faccia a qualche centimetro dal pavimento, si fece sempre più difficile continuare il massaggio. Fui colta di sorpresa quando la zia tolse il piede dalle mie mani e rimasi stupefatta quando lo poggiò sulla mia testa, schiacciando debolmente il mio viso contro il freddo pavimento. Non sapevo cosa fare e la mia mente non era in grado di elaborare una reazione adeguata, sempre più annebbiata dal tumulto di emozioni che sconvolgevano il mio animo. Decisi di non fare nulla e rimasi in quella scomoda posizione, con il viso premuto contro il pavimento ed il piede di mia zia sulla testa. Dopo qualche secondo la zia ridacchiò e un istante dopo le sue dita tornarono a battere sulla tastiera del suo computer. Mi chiesi cosa la zia stesse pensando in quel momento, mi domandai cosa provasse ad avere la propria nipote prostrata ai suoi piedi, usandola come una sorta di poggiapiedi. Aveva capito che ero attratta dai suoi piedi ?


“ Se non l'ha capito prima non c'è dubbio che l’avrà realizzato adesso” dissi a me stessa, pensando di aver rivelato con la mia non-reazione tutti i miei strani sentimenti verso mia zia, meglio di come avrei mai potuto fare con le parole.

Il tempo sembrava essersi fermato ed io non sapevo se fossero trascorsi solo pochi secondi o diverse ore da quando avevo assunto quella posizione umiliante. Quello che oggi posso dire con certezza è che continuai a rimanere immobile anche se avevo i muscoli della schiena in fiamme e le mie gambe si erano addormentate da molto tempo, il piede di mia zia che premeva ancora sulla testa. Ad un certo punto non sentii più il rumore della tastiera e mi chiesi cosa stesse facendo la zia. La tentazione di sollevare la testa e guardare era molto forte, ma non osavo muovermi ed io continuai a rimanere immobile, cercando di affinare gli altri sensi. Le mie orecchie non percepirono nulla ed io pensai che forse la zia stava rileggendo quello che aveva scritto ed in tal caso non potevo che ammirarla per essere riuscita a continuare il suo lavoro nonostante quello che stava accadendo.

Dopo cinque minuti (o così pensai) sentii diminuire la pressione del suo piede ed un attimo dopo la zia lo tolse dalla mia testa e così fece con il piede destro che prima era poggiato sulla mia schiena. Finalmente libera di muovermi mi misi a quattro zampe ed alzai lo sguardo. Mia zia mi guardava con un ampio sorriso ed i suoi bei occhi verdi sembravano luccicare dalla gioia. Non sapevo se dovevo dirle qualcosa, comunque non ebbi nemmeno il tempo di preparare un discorso nella mia mente che i suoi piedi si posarono sulla mia faccia. Questa volta la zia non sembrava soddisfatta della mia posizione e mi manovrò come se fossi un burattino. Pochi secondi più tardi mi ritrovai distesa sulla schiena, con entrambi i piedi sul mio viso, i suoi talloni sulla fronte e le dita dei piedi vicino le mie labbra. Ero in estasi. Realizzando di essere ormai stata scoperta decisi che era inutile tergiversare e quindi cominciai ad annusarle profondamente i piedi, sempre più tentata di aprire la bocca, tirar fuori la lingua e leccare senza sosta quelle piante che sembravano star così bene sulla mia faccia. Mentre ero sempre più eccitata e lottavo per trattenere i miei gemiti di piacere, zia Emma tolse improvvisamente i piedi dal mio viso e li mise ai lati della mia testa, per mia grande delusione. Lei spostò leggermente la sua poltrona in modo che, alzando lo sguardo, potessi vederla in faccia. La zia ridacchiò di nuovo vedendo il mio volto arrossato.

"Dio, quando adoro questo suono" pensai, continuando a guardare il volto angelico di mia zia.

Quando zia Emma finì di ridere, lei mi guardò dritto negli occhi e mi chiese :

- Allora ? Che cosa ti ha sconvolto tanto questa mattina ? -

La sua domanda mi prese di sorpresa, con tutto quello che era successo mi sarei aspettata una domanda molto diversa. Voglio dire, non succede tutti i giorni di avere una ragazza con la metà dei tuoi anni, la tua stessa nipote, che si lascia mettere i piedi in faccia e si lascia usare come un poggiapiedi.

- Allora ? - ripeté mia zia, cominciando a perdere la pazienza.

- Ehm... ho parlato con mia madre, il suo agente ha incontrato un tizio delle produzione ieri- io risposi balbettando leggermente.

- E ? - disse mia zia, invitandomi a continuare il mio discorso

- Ha detto che non ho ancora la parte, devo fare un audizione finale - stavo per aggiungere che avrei dovuto contendermela con sua figlia Kaley ma la zia mi interruppe.

- E cosa hai provato quando l'hai sentito ? - lei mi chiese, continuando a guardarmi attentamente negli occhi.

- Delusa, credo. Pensavo che la parte fosse già mia e stavo già pensando a quando avrei letto un copione per la prima volta, a quando avrei cominciato le ripre... -

Improvvisamente il suo tallone destro mi tappò la bocca, riducendomi al silenzio.

- Sai - disse la zia, premendo il suo tallone sulla mia bocca con tanta forza che quasi mi venne un conato di vomito. Poi guardandomi attentamente negli occhi, lei continuò - Ho cambiato idea, non mi importa. Ora cerca di stare tranquilla e non disturbarmi mentre lavoro -

Con gli occhi pieni di lacrime osservai per un attimo quel bel viso, dove vidi apparire un sorriso malvagio. Poi le sue piante tornarono sulla mia faccia e tutto divenne nero.




Rimasi sul pavimento sotto quella scrivania con i piedi di mia zia sul mio viso per molte altre ore. I suoi piedi sudarono molto a contatto con la mia pelle e la zia Emma si divertì molto a sfregare i suoi piedi sulla mia faccia, coprendo ogni centimetro con il suo sudore. Non potevo credere a quanto fossi bagnata tra le gambe e mi resi conto che non erano solo i piedi di mia zia ad eccitarmi ma era anche l'umiliazione che stavo sperimentando che stava avendo un effetto incredibile su di me. Le parole di mia zia mi avevano ferito ed io piansi per qualche minuto dopo che lei mi aveva zittito mettendomi il tallone in bocca. Con il passare di minuti, tuttavia, mentre mia zia usava il mio viso come uno zerbino ed il suo sudore ricopriva sempre di più la mia faccia, io entrai nuovamente in un altro mondo, in un mondo dove nulla poteva farmi del male, dove nulla aveva importanza al di fuori di quei piedi meravigliosi e di quel profumo fantastico.

Senza rendermene conto io cominciai, ancora una volta, ad annusare rumorosamente i piedi di mia zia che, per fortuna, non sembrava essere disturbata da quel rumore. Quando lei intrappolò il mio naso tra l’alluce ed il secondo dito, io avevo ormai perso il controllo e stavo ansimando come un cane. Zia Emma strinse la presa sul mio naso e rise mentre io continuavo ad annusare senza sosta e mi umiliavo sempre più. Eccitatissima non riuscii più a resistere e cominciai a baciare voracemente le sue morbide piante, ricoprendo di baci anche i talloni e le dita dei piedi che mi stavano facendo impazzire danzando vicino le mie labbra.

Quando le mie labbra si chiusero attorno al suo alluce io pensai che la zia avrebbe ritirato di scatto il suo piede, pensavo che quello sarebbe troppo per lei. La zia Emma ​​invece si limitò a ridacchiare di nuovo quando il suo alluce si posò sulla mia lingua. Felice che la zia si stesse godendo quel momento, io cominciai a succhiare. Gemiti di piacere uscirono dalla mia bocca mentre succhiavo quel dito come avevo fatto già una volta con quello del mio stesso piede, ma il gusto era così diverso, così meraviglioso. Leccai e succhiai il suo alluce con così tanta passione che ebbi paura di averle tolto persino lo smalto nero dall’unghia, ma fortunatamente quando esso uscì dalla mia bocca (per essere subito sostituito dall’alluce del piede sinistro) esso era ancora intatto. Non potevo credere che nel mondo ci fosse qualcosa di così gustoso e con il mio viso sempre più madido di sudore (il mio e quello di mia zia) io continuato a leccare una dopo l’altra le dita di quella magnifica donna come se fossero il gelato più delizioso il mondo.




Quando mia zia finì il suo lavoro, erano quasi le tre del pomeriggio. Lei tolse i piedi dal mio viso e rise quando io cercai di raggiungerli con la mia lingua.

- Si è fatto troppo tardi per cucinare. Vai in cucina, c'è ancora del pollo di ieri. Scaldalo nel forno a microonde e portamelo in salotto - disse zia Emma ​​asciugandosi le dita dei piedi, ricoperte dalla mia saliva, con i miei lunghi capelli neri.

Mi alzai con difficoltà, le mie gambe erano ancora addormentate ma nonostante ciò mi affrettai ad eseguire il suo ordine. Non so perché, ma seguire i suoi comandi come un cucciolo mi stava eccitando molto e mentre il microonde era in funzione, io cominciai a masturbarmi furiosamente, venendo ricompensata quasi subito con un potente orgasmo. Recuperai le forze con difficoltà, poi mi lavai per bene le mani e portai il pollo nel salotto come mi era stato ordinato.

La zia era seduta comodamente sul divano intenta a guardare in Tv un programma che non avevo mai visto. Quando mi vide arrivare, lei fece una strana espressione e disse :

- Non hai portato niente da bere ? -

- Mi dispiace, non ci avevo pensato. Ti porto subito un drink, cosa ti piacerebbe zia ? - io chiesi imbarazzata, imprecando mentalmente per essere stata così sbadata.

- Un bicchiere di vino. Anzi...ripensandoci porta qui tutta la bottiglia -

Lei stava già mangiando il pollo quando ritornai in salotto con la costosa bottiglia di vino tra le mani. La zia stava usando le mani per mangiare le alette di pollo ma nonostante ciò, ai miei occhi la donna sembrava nobile ed elegante come sempre.

- Inginocchiati - lei mi disse quando poggiai la bottiglia di vino sul tavolo

Guardai mia zia negli occhi per un momento, sapendo che quello sarebbe stato un momento decisivo. Ero ad un bivio, con una sola mossa la mia vita sarebbe cambiata per sempre, come potevo ben capire guardando mia zia che invece non sembrava avere dubbi su quale sarebbe stata la mia risposta. Zia Emma aveva ragione, solo uno sguardo ai suoi piedi fu sufficiente per farmi decidere. Mi incamminai lentamente verso il divano, guardando attentamente quegli occhi ipnotici. Poi, con il cuore che batteva all’impazzata, mi prostrai ai piedi di mia zia e quando lei mise ancora una volta il suo piede nudo sulla mia testa, io, spinta solo dalla mia lussuria ed incapace di pensare razionalmente, dissi :

- Avete qualche altro ordine per me... Padrona ? -
 
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view post Posted on 29/9/2017, 20:23     +1   -1
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La situazione assume un divenire molto intrigante....ce la fai a postare a breve il seguito...
 
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view post Posted on 30/9/2017, 15:11     +2   +1   -1
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Sto cercando di postare un capitolo al giorno ma non è neanche detto che ci riesca sempre perchè anche se ho già scritto tutta la storia, l'originale è in inglese. Quindi ogni volta devo tradurre il nuovo capitolo e non è certo sufficiente google translate per avere un buon testo in italiano. Tutto questo per dire : Accontentatevi di un capitolo al giorno :D



Parte 7 : Una vincente

"Padrona"

Non riuscivo a credere che una parola come quella fosse uscita veramente dalla mia bocca.


Avevo immediatamente provato una grande eccitazione nel pulire le scarpe di mia zia durante quella cena a casa mia, un'eccitazione che era diventata sempre più forte quando le avevo toccato i piedi per la prima volta. Quel primo massaggio aveva smosso qualcosa dentro di me, aveva liberato un mostro che persino io non sapevo di aver nascosto nelle profondità della mia anima, un mostro fatto di lussuria che era diventato sempre più potente nei giorni successivi a quella scioccante serata. Da quella cena i piedi di mia zia erano stati costantemente nella mia mente e non vi era stato un solo momento della giornata in cui fossi in grado di mettere da parte l’immagine di quei piedi divini.

All'inizio avevo cercato di resistere a quegli strani pensieri, cercando di capire cosa mi stesse succedendo. Ma con il passare del tempo la mia resistenza era diventata sempre più debole, forse anche a causa dei noiosi giorni estivi, senza la scuola o gli allenamenti a distrarmi. Mi ero ritrovata più di una volta a fantasticare sui piedi di zia Emma, ​​cercando nei miei sogni di rimuovere le sue calze di nylon ed ammirarle i piedi nudi. Gli ultimi due giorni non avevano fatto altro che confermare che la mia era una diventata un vera e propria ossessione, ma solo quando zia Emma mi aveva messo il piede sulla spalla, usandomi come un poggiapiedi, avevo capito quanto pericolose fossero le mie emozioni, i miei desideri.

Essere ignorata in quel modo mentre la zia lavorava aveva aperto la porta di un nuovo mondo. Non era più solo i suoi piedi a farmi battere forte il cuore ed a farmi eccitare così tanto, era qualcosa di molto diverso, qualcosa di estremo. Non volevo solo leccare incessantemente quelle morbide piante e succhiare quelle succulente dita, io volevo essere usata…usata da mia zia in qualsiasi modo lei volesse, in qualsiasi modo pur di darle piacere. Mentre ero prostrata ai suoi piedi sotto la scrivania, io avevo desiderato con tutta me stessa di sottomettermi a lei, di eseguire ogni suo ordine, lasciandomi alle spalle tutte le responsabilità che gravavano su di me.

Non è facile essere la figlia di una famosa modella, non è facile essere la figlia di un importante regista. Fin da quando ero bambina tutti si aspettavano grandi cose da me, ma io non avevo ereditato l'incredibile bellezza di mia madre e di sua sorella, perciò avevo dovuto lavorare sodo per rendere il mio corpo il più perfetto possibile. Nonostante tutti i miei sforzi sapevo però bene che non avrei mai potuto competere con una vera modella, competere con mia madre o mia zia o... mia cugina.

Kaley era stata baciata dalla fortuna, lei era davvero perfetta ed aveva molti talenti. Recitava molto bene, giocava splendidamente a calcio (segnando un gol dopo l’altro) ed aveva un talento naturale per le "relazioni umane". Kaley sapeva conquistare con estrema facilità il cuore della gente ed io mi ero chiesta spesso perché le ragazze della mia squadra preferissero me come capitano. Ecco un'altra grande responsabilità ! Essere il capitano della squadra di calcio femminile presso la propria scuola è veramente stressante. Quando una partita andava male era compito mio parlare nello spogliatoio, era compito mio sostenere il gruppo ed incoraggiare tutti a superare quella sconfitta. Ora che l’ultimo anno era alle porte, io sapevo bene che le mie responsabilità sarebbero aumentate ancor di più, le ragazze non mi avrebbero mai perdonato se avessi condotto la squadra verso una misera sconfitta in campionato, riducendo le loro possibilità di entrare nei College più prestigiosi.

La mia vita era sempre stata piena di difficoltà e mia madre non aveva fatto altro che rendere le cose ancora più difficili. Non avrebbe mai accettato di avere una perdente per figlia, non poteva nemmeno immaginare che la figlia della famosa Christine Spencer potesse essere sconfitta da qualcun altro in una competizione, non importa se essa fosse una stupida recita teatrale, una partita di calcio o una semplice corsa tra due bambini nel giardino di casa. Ero stata cresciuta per vincere e giorno dopo giorno avevo lavorato duramente per essere la migliore e, come mi madre aveva fatto in passato la sorella, per sconfiggere la mia più grande rivale... mia cugina Kaley.

Cercando di capire le mie emozioni, ritornai a pensare a ciò che era successo poco prima. Mentre la zia lavorava al suo computer ed io ero distesa sulla schiena con i suoi piedi sulla mia faccia, era cresciuto sempre di più dentro di me quel desiderio di sottomissione, quel desiderio di libertà… sì, so che può sembrare un paradosso.


Ritorniamo però a quello che stava succedendo nel soggiorno.

La mia mente stava ancora cercando di elaborare quello che era successo e mentre pensavo a qualcosa da dire per giustificare quello che avevo appena detto, zia Emma tolse il suo piede dalla mia testa ed alzando lo sguardo io vidi che mi stava guardando intensamente, sicuramente riflettendo sulla parola che mi ero lasciata sfuggire. I suoi occhi verdi sembravano quasi leggere nel profondo del mio animo e prima che lei potesse dire qualcosa, io cercai di far finta che tutto fosse solo una specie di scherzo. La mia risata fu tuttavia poco convincente ed anche un bambino avrebbe capito che prima non stavo affatto scherzando.

- Vieni qui cara, siediti vicino a me - disse la zia improvvisamente, battendo la mano sul divano.

Il suo tono era di nuovo gentile e per un folle momento pensai che la zia autoritaria di qualche istante prima fosse stata solo frutto della mia immaginazione. Lentamente mi alzai da terra e mi sedetti sul divano accanto a mia zia che mi strinse le mani tra le sue e mi guardò dolcemente negli occhi. Mantenni il contatto visivo, cercando di non prestare attenzione alle sue mani che erano ancora oleose a causa del pollo.

- Jennifer, so che la tua è un'età difficile. Non è facile diventare adulti e nonostante tutti, bambini ed adolescenti, sognino di diventare adulti il ​​più presto possibile, quando giunge quel momento chiunque vorrebbe solo essere in grado di tornare a quella vita spensierata. So bene che la tua vita cambierà radicalmente nel giro di pochi anni e so quanto sia difficile affrontare un tale cambiamento, credimi, anche io ci sono passata. È normale a questa età che una ragazza si faccia della domande, sperimenti qualcosa di diverso, mettendo in dubbio tutto il suo essere. Questo è probabilmente il periodo più difficile nella vita di una persona, il nostro cuore è costantemente messo alla prova perché anche se è vero che non c'è niente di più bello dei primi amori, è anche vero che questi sono anche quelli che ci fanno soffrire di più. È in questo momento di difficoltà e confusione, che molte ragazze iniziano ad avere desideri che in precedenza non avrebbero mai pensato di avere -

Continuai a guardare intensamente mia zia, stringendole ancora le mani, poi dopo aver analizzato le sue precedenti parole, ripresi ad ascoltare la sua voce melodica.

- Non è raro che una ragazza della tua età sviluppi un'attrazione verso altre ragazze, al College abbiamo tutte sperimentato qualcosa -

- Io non... - cercai di dire sempre più imbarazzata, ma zia Emma mi ha interruppe subito.

- Cara, non c'è nulla di male nell'essere attratta da un'altra donna, che sia solo una fase di passaggio o meno -

Avrei voluto dire qualcosa ma non ne avevo la forza e quindi rimasi in silenzio, sempre più incantata dalle parole di mia zia che sembrava aver capito esattamente quello che stavo provando in quel momento.

- Devo confessare che essere attratta dalla propria zia non è molto comune, almeno per le ragazze. I ragazzi d’altro canto... ma lasciamo perdere. Come stavo dicendo, sono rimasta sorpresa quando ho notato come mi guardavi -

- Io…non so perché, non so perché ho queste emozioni - io cominciai a dire con lacrime gli occhi -

- Calma, va tutto bene - la zia mi disse abbracciandomi ed asciugandomi le lacrime. In quel momento, stretta tra le sue braccia mi sentivo davvero protetta. Poi zia Emma proseguì - Come stavo dicendo, essere attratti dalla propria zia non è molto comune per una ragazza…però è anche vero che poche ragazze hanno una zia bella come me - e lei rise, facendomi sorridere a mia volta - Inoltre, questa tua passione per i miei piedi è molto particolare -
Inevitabilmente il mio sguardo cadde subito alle sue estremità ed io non riuscii a trattenermi dal dire con un sussurro :

- Sono così belli -

- Oh grazie tesoro, sei così gentile - rispose la zia che distese le gambe e si ammirò i suoi stessi piedi - Sai, devo confessare che avere la lingua di una persona tra le dita dei piedi è una sensazione meravigliosa, così rilassante -

- Veramente? Ti è piaciuto ? - io le chiesi sorpresa

- Oh sì, in quel momento mi sentivo proprio come una principessa. Avere una persona prostrata ai tuoi piedi è qualcosa di incredibile, ti dà una sensazione così grande di potere - zia Emma sembrava estasiata ed io, incoraggiata dal suo bel sorriso, le dissi :

- Se ti è piaciuto tanto, per favore zia permettimi di prostrarmi di nuovo ai tuoi piedi meravigliosi, lasciati venerare come una Dea. Io farei qualsiasi cosa per te, obbedirei ad ogni tuo ordine - poi sempre più spinta dall'emozione, io abbassai la testa e ricoprii di baci la sua mano .

La zia Emma non mi rispose subito ma mi permise di continuare a baciarle la mano per più di un minuto, poi la portò sul mio viso e mi chiese gentilmente :

- Per questo hai detto quella parola prima ? Ti sei così infatuata di me da voler essere addirittura la mia schiavetta ? -

Non vi era più alcun motivo di fingere, di nascondere i miei veri sentimenti, così io risposi:

- Sì zia, io farei di tutto per te e sarebbe un grande onore essere la tua schiava devota. Per favore permettimi di servirti- avevo le lacrime agli occhi tanto forte erano le emozioni che provavo mentre supplicavo la mia bella zia, che sorrise ascoltando la mia risposta.

- Non posso negare che mi tenti molto l’idea di avere una schiava che esegua subito tutti i miei ordini, ubbidiente come un cagnolino. Ma penso che stiamo correndo un po’ troppo, tu sei molto confusa in questo momento, le tue emozioni non ti permettono di pensare lucidamente e quello che vuoi fare è un passo enorme perché non esso sarebbe un gioco. Non sono una amica con cui sperimentare le tue fantasie da teenager, sono tua zia ed un solo passo falso danneggerà irrimediabilmente il nostro rapporto. Ricorda, puoi avere centinaia di amici, ma c'è solo una famiglia -

Ancora con gli occhi pieni di lacrime, io guardai la zia con stupore, cercando di comprendere appieno le sue parole. Lei dovette percepire i miei dubbi e mi disse :

- Jen vai a casa. Riflettici attentamente, guarda dentro te stessa e cerca di capire le emozioni che stai provando. Ti darò un suggerimento, dovrai rispondere a queste due domande : "Chi sono io ? Che cosa voglio ?". Quando avrai la risposta ne riparleremo, nel frattempo è meglio se non ci vediamo - poi zia Emma mi diede un bacio sulla fronte e disse : “Torna a casa ora, anche io devo riflettere"



Mentre rimettevo i miei vestiti nella valigia, la mia mente era in stato confusionario. Una parte di me voleva scendere al piano di sotto, prostrarmi nuovamente ai piedi di mia zia e baciandoli pregarla finche non mi accettasse come la sua schiava devota. L'altra parte invece pensava che mia zia avesse fatto bene a darmi il tempo di riflettere. Non potevo lasciare che la mia lussuria mi spingesse a fare un passo così grande, un passo che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Tornare a casa e stare lontana da zia Emma per un po’ sarebbe stata sicuramente la scelta più saggia ed un paio di giorni in isolamento (mia madre e Mary sarebbero state fuori città ancora per diversi giorni) mi avrebbero sicuramente aiutato a capire meglio quelle strane emozioni. Quando tornai al piano inferiore, zia Emma mi stava già aspettando all'ingresso. Nessuno delle due parlò e noi ci guardammo attentamente per qualche secondo, poi io voltai le spalle a quella Dea dai capelli rossi e lasciai la sua casa ammirando un bellissimo tramonto.



Mentre mi dirigevo verso la fermata del bus più vicina, non potei fare a meno di ripensare a quei due giorni che erano stati i più emozionanti della mia vita. In quel momento non c'era spazio nella mia mente per qualcosa di così banale come quel provino (a dispetto di quanto dicesse mia madre), ero infatti troppo occupata a pensare a come raggiungere il mio nuovo obiettivo, sapendo dentro di me che ci sarei riuscita perché io ero un vincente e quella era solo un'altra competizione.
 
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view post Posted on 30/9/2017, 23:32     +1   -1
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Maestro di Piedi

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bella storia anche questa , bravo :D
 
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151 replies since 24/9/2017, 14:32   153826 views
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