Sto cercando di postare un capitolo al giorno ma non è neanche detto che ci riesca sempre perchè anche se ho già scritto tutta la storia, l'originale è in inglese. Quindi ogni volta devo tradurre il nuovo capitolo e non è certo sufficiente google translate per avere un buon testo in italiano. Tutto questo per dire : Accontentatevi di un capitolo al giorno
Parte 7 : Una vincente
"Padrona"
Non riuscivo a credere che una parola come quella fosse uscita veramente dalla mia bocca.
Avevo immediatamente provato una grande eccitazione nel pulire le scarpe di mia zia durante quella cena a casa mia, un'eccitazione che era diventata sempre più forte quando le avevo toccato i piedi per la prima volta. Quel primo massaggio aveva smosso qualcosa dentro di me, aveva liberato un mostro che persino io non sapevo di aver nascosto nelle profondità della mia anima, un mostro fatto di lussuria che era diventato sempre più potente nei giorni successivi a quella scioccante serata. Da quella cena i piedi di mia zia erano stati costantemente nella mia mente e non vi era stato un solo momento della giornata in cui fossi in grado di mettere da parte l’immagine di quei piedi divini.
All'inizio avevo cercato di resistere a quegli strani pensieri, cercando di capire cosa mi stesse succedendo. Ma con il passare del tempo la mia resistenza era diventata sempre più debole, forse anche a causa dei noiosi giorni estivi, senza la scuola o gli allenamenti a distrarmi. Mi ero ritrovata più di una volta a fantasticare sui piedi di zia Emma, cercando nei miei sogni di rimuovere le sue calze di nylon ed ammirarle i piedi nudi. Gli ultimi due giorni non avevano fatto altro che confermare che la mia era una diventata un vera e propria ossessione, ma solo quando zia Emma mi aveva messo il piede sulla spalla, usandomi come un poggiapiedi, avevo capito quanto pericolose fossero le mie emozioni, i miei desideri.
Essere ignorata in quel modo mentre la zia lavorava aveva aperto la porta di un nuovo mondo. Non era più solo i suoi piedi a farmi battere forte il cuore ed a farmi eccitare così tanto, era qualcosa di molto diverso, qualcosa di estremo. Non volevo solo leccare incessantemente quelle morbide piante e succhiare quelle succulente dita, io volevo essere usata…usata da mia zia in qualsiasi modo lei volesse, in qualsiasi modo pur di darle piacere. Mentre ero prostrata ai suoi piedi sotto la scrivania, io avevo desiderato con tutta me stessa di sottomettermi a lei, di eseguire ogni suo ordine, lasciandomi alle spalle tutte le responsabilità che gravavano su di me.
Non è facile essere la figlia di una famosa modella, non è facile essere la figlia di un importante regista. Fin da quando ero bambina tutti si aspettavano grandi cose da me, ma io non avevo ereditato l'incredibile bellezza di mia madre e di sua sorella, perciò avevo dovuto lavorare sodo per rendere il mio corpo il più perfetto possibile. Nonostante tutti i miei sforzi sapevo però bene che non avrei mai potuto competere con una vera modella, competere con mia madre o mia zia o... mia cugina.
Kaley era stata baciata dalla fortuna, lei era davvero perfetta ed aveva molti talenti. Recitava molto bene, giocava splendidamente a calcio (segnando un gol dopo l’altro) ed aveva un talento naturale per le "relazioni umane". Kaley sapeva conquistare con estrema facilità il cuore della gente ed io mi ero chiesta spesso perché le ragazze della mia squadra preferissero me come capitano. Ecco un'altra grande responsabilità ! Essere il capitano della squadra di calcio femminile presso la propria scuola è veramente stressante. Quando una partita andava male era compito mio parlare nello spogliatoio, era compito mio sostenere il gruppo ed incoraggiare tutti a superare quella sconfitta. Ora che l’ultimo anno era alle porte, io sapevo bene che le mie responsabilità sarebbero aumentate ancor di più, le ragazze non mi avrebbero mai perdonato se avessi condotto la squadra verso una misera sconfitta in campionato, riducendo le loro possibilità di entrare nei College più prestigiosi.
La mia vita era sempre stata piena di difficoltà e mia madre non aveva fatto altro che rendere le cose ancora più difficili. Non avrebbe mai accettato di avere una perdente per figlia, non poteva nemmeno immaginare che la figlia della famosa Christine Spencer potesse essere sconfitta da qualcun altro in una competizione, non importa se essa fosse una stupida recita teatrale, una partita di calcio o una semplice corsa tra due bambini nel giardino di casa. Ero stata cresciuta per vincere e giorno dopo giorno avevo lavorato duramente per essere la migliore e, come mi madre aveva fatto in passato la sorella, per sconfiggere la mia più grande rivale... mia cugina Kaley.
Cercando di capire le mie emozioni, ritornai a pensare a ciò che era successo poco prima. Mentre la zia lavorava al suo computer ed io ero distesa sulla schiena con i suoi piedi sulla mia faccia, era cresciuto sempre di più dentro di me quel desiderio di sottomissione, quel desiderio di libertà… sì, so che può sembrare un paradosso.
Ritorniamo però a quello che stava succedendo nel soggiorno.
La mia mente stava ancora cercando di elaborare quello che era successo e mentre pensavo a qualcosa da dire per giustificare quello che avevo appena detto, zia Emma tolse il suo piede dalla mia testa ed alzando lo sguardo io vidi che mi stava guardando intensamente, sicuramente riflettendo sulla parola che mi ero lasciata sfuggire. I suoi occhi verdi sembravano quasi leggere nel profondo del mio animo e prima che lei potesse dire qualcosa, io cercai di far finta che tutto fosse solo una specie di scherzo. La mia risata fu tuttavia poco convincente ed anche un bambino avrebbe capito che prima non stavo affatto scherzando.
- Vieni qui cara, siediti vicino a me - disse la zia improvvisamente, battendo la mano sul divano.
Il suo tono era di nuovo gentile e per un folle momento pensai che la zia autoritaria di qualche istante prima fosse stata solo frutto della mia immaginazione. Lentamente mi alzai da terra e mi sedetti sul divano accanto a mia zia che mi strinse le mani tra le sue e mi guardò dolcemente negli occhi. Mantenni il contatto visivo, cercando di non prestare attenzione alle sue mani che erano ancora oleose a causa del pollo.
- Jennifer, so che la tua è un'età difficile. Non è facile diventare adulti e nonostante tutti, bambini ed adolescenti, sognino di diventare adulti il più presto possibile, quando giunge quel momento chiunque vorrebbe solo essere in grado di tornare a quella vita spensierata. So bene che la tua vita cambierà radicalmente nel giro di pochi anni e so quanto sia difficile affrontare un tale cambiamento, credimi, anche io ci sono passata. È normale a questa età che una ragazza si faccia della domande, sperimenti qualcosa di diverso, mettendo in dubbio tutto il suo essere. Questo è probabilmente il periodo più difficile nella vita di una persona, il nostro cuore è costantemente messo alla prova perché anche se è vero che non c'è niente di più bello dei primi amori, è anche vero che questi sono anche quelli che ci fanno soffrire di più. È in questo momento di difficoltà e confusione, che molte ragazze iniziano ad avere desideri che in precedenza non avrebbero mai pensato di avere -
Continuai a guardare intensamente mia zia, stringendole ancora le mani, poi dopo aver analizzato le sue precedenti parole, ripresi ad ascoltare la sua voce melodica.
- Non è raro che una ragazza della tua età sviluppi un'attrazione verso altre ragazze, al College abbiamo tutte sperimentato qualcosa -
- Io non... - cercai di dire sempre più imbarazzata, ma zia Emma mi ha interruppe subito.
- Cara, non c'è nulla di male nell'essere attratta da un'altra donna, che sia solo una fase di passaggio o meno -
Avrei voluto dire qualcosa ma non ne avevo la forza e quindi rimasi in silenzio, sempre più incantata dalle parole di mia zia che sembrava aver capito esattamente quello che stavo provando in quel momento.
- Devo confessare che essere attratta dalla propria zia non è molto comune, almeno per le ragazze. I ragazzi d’altro canto... ma lasciamo perdere. Come stavo dicendo, sono rimasta sorpresa quando ho notato come mi guardavi -
- Io…non so perché, non so perché ho queste emozioni - io cominciai a dire con lacrime gli occhi -
- Calma, va tutto bene - la zia mi disse abbracciandomi ed asciugandomi le lacrime. In quel momento, stretta tra le sue braccia mi sentivo davvero protetta. Poi zia Emma proseguì - Come stavo dicendo, essere attratti dalla propria zia non è molto comune per una ragazza…però è anche vero che poche ragazze hanno una zia bella come me - e lei rise, facendomi sorridere a mia volta - Inoltre, questa tua passione per i miei piedi è molto particolare -
Inevitabilmente il mio sguardo cadde subito alle sue estremità ed io non riuscii a trattenermi dal dire con un sussurro :
- Sono così belli -
- Oh grazie tesoro, sei così gentile - rispose la zia che distese le gambe e si ammirò i suoi stessi piedi - Sai, devo confessare che avere la lingua di una persona tra le dita dei piedi è una sensazione meravigliosa, così rilassante -
- Veramente? Ti è piaciuto ? - io le chiesi sorpresa
- Oh sì, in quel momento mi sentivo proprio come una principessa. Avere una persona prostrata ai tuoi piedi è qualcosa di incredibile, ti dà una sensazione così grande di potere - zia Emma sembrava estasiata ed io, incoraggiata dal suo bel sorriso, le dissi :
- Se ti è piaciuto tanto, per favore zia permettimi di prostrarmi di nuovo ai tuoi piedi meravigliosi, lasciati venerare come una Dea. Io farei qualsiasi cosa per te, obbedirei ad ogni tuo ordine - poi sempre più spinta dall'emozione, io abbassai la testa e ricoprii di baci la sua mano .
La zia Emma non mi rispose subito ma mi permise di continuare a baciarle la mano per più di un minuto, poi la portò sul mio viso e mi chiese gentilmente :
- Per questo hai detto quella parola prima ? Ti sei così infatuata di me da voler essere addirittura la mia schiavetta ? -
Non vi era più alcun motivo di fingere, di nascondere i miei veri sentimenti, così io risposi:
- Sì zia, io farei di tutto per te e sarebbe un grande onore essere la tua schiava devota. Per favore permettimi di servirti- avevo le lacrime agli occhi tanto forte erano le emozioni che provavo mentre supplicavo la mia bella zia, che sorrise ascoltando la mia risposta.
- Non posso negare che mi tenti molto l’idea di avere una schiava che esegua subito tutti i miei ordini, ubbidiente come un cagnolino. Ma penso che stiamo correndo un po’ troppo, tu sei molto confusa in questo momento, le tue emozioni non ti permettono di pensare lucidamente e quello che vuoi fare è un passo enorme perché non esso sarebbe un gioco. Non sono una amica con cui sperimentare le tue fantasie da teenager, sono tua zia ed un solo passo falso danneggerà irrimediabilmente il nostro rapporto. Ricorda, puoi avere centinaia di amici, ma c'è solo una famiglia -
Ancora con gli occhi pieni di lacrime, io guardai la zia con stupore, cercando di comprendere appieno le sue parole. Lei dovette percepire i miei dubbi e mi disse :
- Jen vai a casa. Riflettici attentamente, guarda dentro te stessa e cerca di capire le emozioni che stai provando. Ti darò un suggerimento, dovrai rispondere a queste due domande : "Chi sono io ? Che cosa voglio ?". Quando avrai la risposta ne riparleremo, nel frattempo è meglio se non ci vediamo - poi zia Emma mi diede un bacio sulla fronte e disse : “Torna a casa ora, anche io devo riflettere"
Mentre rimettevo i miei vestiti nella valigia, la mia mente era in stato confusionario. Una parte di me voleva scendere al piano di sotto, prostrarmi nuovamente ai piedi di mia zia e baciandoli pregarla finche non mi accettasse come la sua schiava devota. L'altra parte invece pensava che mia zia avesse fatto bene a darmi il tempo di riflettere. Non potevo lasciare che la mia lussuria mi spingesse a fare un passo così grande, un passo che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Tornare a casa e stare lontana da zia Emma per un po’ sarebbe stata sicuramente la scelta più saggia ed un paio di giorni in isolamento (mia madre e Mary sarebbero state fuori città ancora per diversi giorni) mi avrebbero sicuramente aiutato a capire meglio quelle strane emozioni. Quando tornai al piano inferiore, zia Emma mi stava già aspettando all'ingresso. Nessuno delle due parlò e noi ci guardammo attentamente per qualche secondo, poi io voltai le spalle a quella Dea dai capelli rossi e lasciai la sua casa ammirando un bellissimo tramonto.
Mentre mi dirigevo verso la fermata del bus più vicina, non potei fare a meno di ripensare a quei due giorni che erano stati i più emozionanti della mia vita. In quel momento non c'era spazio nella mia mente per qualcosa di così banale come quel provino (a dispetto di quanto dicesse mia madre), ero infatti troppo occupata a pensare a come raggiungere il mio nuovo obiettivo, sapendo dentro di me che ci sarei riuscita perché io ero un vincente e quella era solo un'altra competizione.