| Ecco altri 4 capitoli, spero che vi piacciano.
Parte 5 : Chi sei tu ?
- Sai, penso che mangerò qualcosa dopo tutto - disse Megan improvvisamente, riportandomi alla realtà.
Io avevo trascorso più di un ora baciandole i piedi senza fermarmi nemmeno per un secondo, desiderosa di mostrarle tutta la mia devozione ed eppure io fui lo stesso molto delusa quando lei allontanò i suoi piedi e si alzò, e quasi mi misi a piangere per non essere più in grado di toccare quelle meravigliose estremità. Ancora una volta mi diede dei colpetti sulla testa come se fossi il suo animale domestico, dicendomi :
- Vai a prepararmi un sandwich -
- Sì, Megan - io risposi, tenendo gli occhi bassi e sussultando quando lei mi afferrò rudemente il mento e mi costrinse a guardarla negli occhi.
- Pensavo che tu volessi essere la mia schiava devota - lei disse con disappunto e con un tono autorevole.
- Io voglio essere la vostra schiava devota... Io sono la vostra schiava devota - io risposi subito con le lacrime agli occhi.
“ Perché si sta comportando così ? Cosa le avevo fatto ? L’avevo delusa in qualche modo forse ? Eppure nell'ultima ora non mi ero comportato come la più umile delle serve ? Non mi ero prostrata ai suoi piedi come se fossi stata al cospetto di una Dea, umiliandomi e giurandole fedeltà assoluta ? Mentre le lacrime rigavano sempre di più il mio viso, lei disse :
- Se tu sei davvero la mia schiava fedele, come tu dici, ti sembra questo il modo di rispondere alla tua padrona ? - con il mio mento ancora stretto nella sua morsa, io mormorai :
- Mi dispiace ma non riesco a capir… -
- Sì padrona - lei mi interruppe - Questo è la risposta che una schiava deve dare alla sua padrona, mostrando tutto il suo rispetto, mostrando di sapere quale è il suo posto -
- Sì padrona, me lo ricorderò. Per favore, padrona la prego di perdonare questa stupida schiava - io risposi, arrabbiata con me stessa per essere stata così sciocca. Come avevo potuto chiamarla per nome come se noi fossimo allo stesso livello ? Lei era così superiore a me e io potevo solo esserle grata per avermi permesso di essere la sua schiava.
- Bene. Ora vai a prepararmi quel sandwich, ti aspetterò nel salotto - lei disse porgendomi la sua mano regale, io mi sporsi in avanti e con umiltà la ricoprii di baci.
Come aveva promesso lei mi stava aspettando nel salotto, seduta comodamente sul divano e guardando la TV. Notai che si era rivestita ed indossava una maglietta bianca con una abbondante scollatura e un paio di leggins neri, mentre ai piedi lei portava le sue solite infradito blu. Mi avvicinai lentamente e le porsi un piatto con il suo panino ma lei non sembrava avere nessuna intenzione di prenderlo, poi alzò le sopracciglia e chiese :
- È questo il modo corretto di servire la tua padrona ? - io non volevo farla arrabbiare di nuovo, quindi mi inginocchiai velocemente con le braccia protese e abbassando gli occhi in segno di rispetto. Finalmente lei prese il piatto dalle mie mani e mi diede i soliti colpetti sulla testa. Ancora una volta la sua approvazione mi rese incredibilmente felice.
- D’ora in poi dovrai sempre servirmi in questo modo, inginocchiandoti al mio cospetto. Hai capito schiava ? - lei chiese
- Sì padrona - io risposi, notando che la parola "schiava" mi aveva eccitato istantaneamente, facendomi bagnare abbondantemente.
- Da questo momento in avanti - lei continuò - tu dovrai essere sempre inginocchio quando sei in mia presenza, a meno che io non ti dia un altro ordine ovviamente. Quando io entrerò in una stanza o quando tu entrerai nella stanza dove mi trovo, tu dovrai subito inginocchiarti e prostrarti ai miei piedi che dovrai baciare rapidamente ma con passione. Dopo dovrai mettere il mio piede sulla tua testa come hai fatto poco fa e aspettare in questo modo il mio prossimo ordine - quando sembrava che lei avesse terminato il suo discorso, lei aggiunse - Inoltre, non ti è più permesso indossare abiti in questo casa -
“ Cosa ? Dovrei anche andare in giro nuda come un verme ? Nella mia stessa casa ? ” io pensai subito ed ancora una volta non potei fare altro che chiedermi perché mi stavo comportando in quel modo, perché avevo consegnato la mia vita nelle mani di Megan, senza fare alcuna resistenza. Io vidi il suo sorriso soddisfatto mentre lei mi stava privando di un'altra cosa, rendendo sempre maggiore la mia umiliazione.
Mi spogliai difronte a lei con un po’ di imbarazzo, anche Megan non mi aveva mai vista nuda. Quando anche le mie mutandine ed il mio reggiseno caddero per terra, io la sentii ridere soddisfatta ma ciò non mi fermò ed io mi affrettai a seguire le istruzioni che mi aveva dato poco prima. Mi avvicinai a lei sempre di più e mi inchinai ai miei piedi della padrona ricoprendoli di baci. Dopo un minuto io misi il suo piede sinistro sulla mia testa e rimasi in attesa di un suo ordine. Lei stava ancora indossando le infradito, quindi era la suola di questo che premeva sulla mia testa, sporcando e mettendo in disordine i miei capelli che erano stati sempre così perfetti.
Rimasi in quella posizione umiliante per quasi mezz'ora, Megan mangiò lentamente il suo panino, continuando a guardare la TV, assolutamente incurante di avere un'altra ragazza sotto i suoi piedi come se fosse abituata ad avere una schiava prostrata al suo cospetto. Quando lei finì il suo pasto, lei tolse il piede dalla mia testa e con esso spinse all’insù il mio mento in modo da permettermi di guardare il suo volto. Non mi ricordavo di aver mai visto Megan così felice, i suoi occhi ambrati scintillavano ed il suo sorriso trasmetteva una grande senso di pace. Io pensai per un attimo di essere la responsabile della sua felicità e quel pensiero, ancora una volta, mi fece sentire così orgogliosa.
- Lo sai perché una schiava deve essere sempre nuda davanti alla sua padrona ? - lei chiese all’improvviso.
- No padrona - io risposi con sincerità
- Perché una padrona deve poter vedere in qualsiasi momento le sua proprietà -
“ Allora io ero ormai una sua proprietà ? Come le infradito che stava indossando ? “ io dissi a me stessa mentre un’emozione familiare scosse il mio basso ventre. Megan afferrò improvvisamente i miei capezzoli, cogliendomi di sorpresa ed io cominciai a gemere di dolore.
- Capisci quello che sto dicendo ? Queste tette sono di mia proprietà adesso - lei disse torcendo i miei capezzoli - questo corpo è di mia proprietà adesso, quello che hai tra le gambe è una mia proprietà adesso ed io posso farci tutto quello che voglio. Hai capito schiava ? -
- Sì padrona - io risposi lottando contro il dolore.
- Di chi sono queste tette ? -
- Sono tue padrona -
- Di chi è questo corpo ? -
- È tuo padrona -
- A chi appartiene questa ? - e lei mise la mano tra le mie gambe scoprendo (se non lo sapeva già) quanto fossi eccitata in quel momento.
- Appartiene a te, oh mia padrona - io dissi ancora una volta
Lei portò alle mie labbra le sue dita coperte dai miei fluidi ed io non esitai un secondo a leccarle con fervore, assaggiando per la prima volta i miei umori.
- E non voglio vedere più questi peli la prossima volta. Sono stata chiara ? - lei disse
- Sì padrona - io risposi continuando a leccare le sue dita e pensando che Megan aveva appena preso il controllo di un'altra cosa della mia vita.
Poi, mentre io stavo succhiando il suo indice, lei mi chiese :
- A chi appartieni tu, Victoria ? - chiamandomi per nome per la prima volta da quando l’avevo supplicata di essere la sua schiava.
- A voi padrona. Io appartengo a voi - io dissi con il suo dito ancora in bocca
- E che cosa sei tu ? -
- Io sono la vostra schiava devota, io sono una vostra proprietà, fate di me quello che volete. Io esisto solo per servire la mia padrona - e con quelle ultime parole io mi inchinai nuovamente ai suoi piedi, baciando avidamente le sue soffici dita senza fermarmi un secondo per riprendere fiato. Megan mi permise di lavorare ai suoi piedi per quasi cinque minuti, poi lei disse :
- Ok adesso basta. Dobbiamo lavorare un po’ sulla tua postura. Gambe divaricate, schiena dritta, mani sulle cosce, con i palmi rivolto verso l’alto. Quando io ti dirò "inginocchiati" tu dovrai assumere questa posizione -
Mi sentivo così umiliata ed esposta in quella posizione, ma era chiaro che la mia padrona voleva avere una visione perfetta della mia vagina.
"La sua vagina" mi corressi, oramai ero una semplice proprietà ed io non potevo possedere nulla.
- Brava la mia ragazza - lei disse dandomi un bacio sulla fronte, poi lei si tolse le sue infradito e mi mise il piede destro in faccia, intrappolando il naso tra le dita dei piedi. Quel profumo mi ipnotizzò ancora una volta ed io incominciai ad annusare sonoramente.
- La mia schiavetta vuole fare un gioco con la sua padrona ? - lei disse stringendo con più forza il mio naso e costringendomi ad annuire.
- Si padrona - io confermai, ma con il naso tra le sue dita e con la pressione della sua piante sulle mie labbra, le mie parole furono quasi incomprensibili.
- Brava la mia ragazza - lei disse di nuovo ed io fui molto delusa quando lei allontanò il suo piede. Megan prese un’infradito e la lanciò dall’altra parte della stanza - Riportamela! -
Non avevo bisogno di altre informazioni, il gioco era semplice ed io nuda e a quattro zampe mi mossi per la stanza proprio come un cane. Presi la sua infradito con la mia bocca, facendo attenzione a non lasciare dei segni con i miei denti e cercando di gustare il sudore del suo piede che si era trasferito nel “giocattolo” che avevo in bocca, io la riportai alla mia padrona che mi premiò permettendomi di dare dei bacetti al suo piede, prima di lanciare nuovamente la sua infradito. Giocammo in quel modo per ore e ore ed io ero così felice di sentire Megan ridacchiare mentre lei si divertiva un mondo a vedere il suo cagnolino scorrazzare per il salotto, che quasi mi dimenticai che il cagnolino ero io.
Quando Megan si annoiò, lei lanciò per aria anche l’altra infradito e mi disse :
- Vado a mettere in ordine la mia stanza. Non ti preoccupare - poi aggiunse, vedendo la delusione sul mio volto - La mia cagnolina può continuare a giocare con le mie infradito. La mia schiava non ha ancora il permesso di leccarmi i piedi, ma il mio cane può leccare le mie calzature per tutto il tempo che vuole - e con un'ultima risata lei se ne andò.
Ancora a quattro zampe, io mi lanciai subito verso le sue infradito ed incominciai a leccarle freneticamente, coprendo ogni centimetro con la mia lingua e assaporando il sudore dei piedi della mia signora. Quando la mia lingua raggiunse la stringa che poco prima era stata tra le dita dei piedi della mia padrona, io gustai la cosa più deliziosa della mia vita e pensai che in quel momento io ero davvero il cane più fortunato del mondo.
Parte 6 : Una lingua senza riposo
Continuai a leccare le infradito di Megan fino all’ora di cena e quando la mia padrona apparve di fronte a me e lei vide che io stavo ancora leccando le sue calzature, lei scoppiò a ridere. Dovevo sembrare così patetica. Io mi inchinai ai suoi piedi così come ero stata istruita, con le infradito ancora nella mia bocca, poi io li lasciai cadere sul pavimento e baciai con devozione i piedi della mia padrona. Ancora una volta le mostrai la mia sottomissione mettendo il suo piede sulla mia testa, ma questa volta lei lo tolse quasi immediatamente.
- Vai a preparare la cena. Fai qualcosa anche per te, devi mangiare. Quando è tutto pronto, servirai la cena qui -
- Sì padrona - io risposi, tornando a comportarmi come un essere umano dopo aver trascorso tutto il pomeriggio ad agire come un cane.
Con un movimento rapido della sua mano Megan mi congedò, io mi alzai e corsi a preparare la cena. Quando tutto fu pronto, io andai al piano di sopra per chiamare la mia signora. Dopo aver ripetuto la nostra solita routine, con il suo piede ancora sulla mia testa io dissi :
- Padrona, la cena è pronta -
Il tavolo era stato apparecchiato per due, poiché lei mi aveva detto di cucinare qualcosa anche per me, ma quando io stavo per prendere posto a tavola, Megan disse:
- Vuoi mangiare subito ? O vuoi aspettare che io finisca di mangiare ? - io sapevo che lei mi stava mettendo alla prova e sapevo bene che in realtà io non avevo scelta, una schiava non può scegliere o prendere decisioni, una schiava deve solo obbedire e nonostante quelle parole, io ero consapevole che il suo era un ordine.
- Aspetterò che voi finiate il vostro pasto - io risposi con un filo di voce e con il mio stomaco che brontolava.
Megan sembrò molto contenta della mia risposta, poi lei schioccò le dita e indicò il pavimento accanto alla sua sedia. Mi inginocchiai subito accanto a lei pensando che ormai non aveva nemmeno bisogno di parlare per darmi un ordine e questo dopo un solo giorno che ero diventata la sua schiava. Mi chiesi che livello avrebbe raggiunto la mia obbedienza in uno o due mesi. Poi i miei pensieri furono interrotti bruscamente da uno schiaffo sul mio viso.
- È così che sei stata istruita ad inginocchiarti ? - Megan disse irritata.
Scossa da quell'improvvisa violenza, io mi affrettai ad assumere la posizione corretta mentre le lacrime cominciavano a rigare il mio viso.
- Mi perdoni padrona, non succederà più - io riuscii a dire con un sussurro.
Megan non disse niente e continuò a mangiare ignorandomi. Quando lei finì la sua cena, si alzò e se ne andò a sedersi sul divano. Non avendo ricevuto un contrordine io finalmente iniziai a mangiare.
Dopo cena mi sono avvicinata alla mia signora che senza guardarmi schioccò le sue dita e subito mi inginocchiai ai suoi piedi. Stesi ben attenta ad assumere la giusta posizione quella volta ed io allargai le mie gambe cosicché la mia vagina fosse completamente esposta. Cercai un segno di approvazione ma Megan mi stava ignorando come al solito. Dopo un paio di minuti non sapevo più cosa fare e mi chiesi quando la mia signora mi avrebbe dato un nuovo ordine. Poi all’improvviso lei sollevò le gambe ed arpionando il mio collo con il suo piede destro, Megan mi tirò verso di lei e per evitare di cadere di faccia in avanti, io distesi la braccia e frenai la caduta. Non appena io fui a quattro zampe lei appoggiò i suoi piedi sulle mie spalle riducendomi ad essere nuovamente il suo poggiapiedi. Megan continuò a guardare la TV per circa tre ore, la mia schiena mi faceva sempre più male ma io non osavo muovermi. Fu particolarmente faticoso quando lei incrociò le caviglie perché tutto il peso era concentrato in un solo punto. Megan sembrava indifferente alla mia sofferenza.
"Come può trattare la sua migliore amica in questo modo ? ” io mi chiesi. Poco dopo però io pensai che io non ero più la sua migliore amica, io ormai ero solo la sua schiava, ero una sua proprietà e non c’era nessuna differenza tra me e il divano su cui si stava rilassando, il tavolo su cui aveva mangiato o la sedia sulla quale si era seduta. Megan mi possiede, lei possiede il mio corpo e può fare tutto quello che vuole con esso. È vero quella mattina le avevo confessato che avevo amato essere il suo poggiapiedi ma il giorno prima era stato così diverso, io avevo avuto i suoi meravigliosi piedi vicino al mio viso e potevo odorare quello splendido profumo, ora invece non c'era nessun piacere per me, ora era come se io fossi diventata davvero come una parte dell’arredamento.
Quando la trasmissione televisiva finì, Megan si alzò e se ne andò senza dire una parola, lasciandomi da sola, ancora a quattro zampe. Rimasi in quella posizione per altri trenta minuti piangendo in silenzio.
La mattina seguente mi svegliai presto ed andai in cucina per preparare la colazione. Pochi minuti più tardi sentì la porta di ingresso sbattere ed un momento dopo Megan apparve di fronte a me. Lei aveva i capelli legati a coda di cavallo e apparentemente aveva già fatto la sua corsa mattutina, infatti era molto sudata.
- Vuoi farmi arrabbiare già di primo mattino ? - lei chiese guardandomi intensamente.
L'ho guardata senza capire di cosa stesse parlando, poi io vidii che lei stava battendo il piede nervosamente e capii subito. Un secondo dopo io ero prostrata ai suoi piedi, baciando le sue scarpe da ginnastica.
- Per favore mi perdoni padrona, mi sono appena alzata e la mia mente non è ancora lucida - io la pregai tra un bacio e l’altro. Potevo sentire bene il calore che i suoi piedi emanavano attraverso le scarpe e sicuramente potevo odorare senza sforzo i suoi piedi sudati.
- Oh poverina, la tua mente non è ancora lucida ? Allora mentre io farò colazione, tu pulirai per bene le mie scarpe con la tua lingua. Vediamo se finalmente ti svegli - lei disse con un sorriso diabolico.
Le sue scarpe erano davvero sporche e nella sinistra io vidii anche tracce di fango. Guardai Megan con degli occhioni da cucciolo sperando che lei avesse pietà di me, ma fu tutto vano e lei continuò a guardarmi con un sorriso. Senza speranza io tirai fuori la mia lingua ed incominciai a leccare la punta delle sue scarpe rimuovendo tutta la sporcizia che si era accumulata nel tempo. La mia lingua lavorava freneticamente mentre la mia signora mangiava senza nessuna preoccupazione al mondo. Quando la punta delle sue scarpe erano tornate al loro colore originale, io poggiai una guancia sul pavimento ed iniziai a leccare i lati delle scarpe del mio proprietario, assaporando la polvere e anche un po’ di fango che aveva sporcato la scarpa sinistra. Quando io pensai di aver ormai finito, Megan sollevò un piede ed io scoprii con orrore che dovevo pulire anche le suole. Ebbi un attimo di esitazione.
“ Chissà con cosa sono entrate in contatto queste suole, potrei prendermi qualche malattia ” io dissi a me stessa.
Megan mi fece superare quella esitazione, mettendo la suola delle sua scarpa destra sul mio viso e la mia lingua riprese subito a lavorare, assaggiando l’asfalto ad ogni leccata. Megan aveva ormai finito da tempo la sua colazione, quando il mio lavoro fu finalmente completo. La mia padrona ispezionò il mio lavoro e con un sorriso disse :
- Sei davvero un ottima leccascarpe. Forse dovrei farti lavorare da qualche parte, sono sicura che molte donne amerebbero avere qualcuno come te che pulisca in questo modo le loro scarpe mentre loro fanno shopping - io la guardai con orrore ma per qualche motivo io provai ancora una volta un brivido nel mio basso ventre. Poi Megan aggiunse - E rimanendo in tema, dobbiamo fare shopping ed in mezz'ora devi essere pronta per uscire. Io vado a farmi una doccia - e con queste parole lei uscì dalla cucina.
" Shopping ? Perché ? “ mi chiesi curiosa ma poi mi sono ricordata che avevo solo mezz’ora di tempo e corsi a prepararmi per uscire.
Quando fui pronta, Megan era già alla porta d'ingresso.
- Sei qui finalmente - lei disse quando arrivai e mi inginocchiai per baciare rapidamente i suoi piedi, confinati dentro delle ballerine.
Lei mi lasciò baciare i suoi piedi per diversi minuti poi mi disse :
- Dal momento che hai fatto un buon lavoro con le mie scarpe da ginnastica, ho pensato che tu ti meriti una ricompensa - io vidii che lei stava nascondendo qualcosa dietro la schiena e con stupore realizzai che erano un paio di calzini e giudicando dall'odore che arrivò immediatamente al mio naso, io capii che erano quelli che aveva indossato durante la sua corsa mattutina. Come se lei mi avesse letto nella mente, Megan anticipò la mia domanda e con un sorriso, disse :
- Apri la bocca ! - incapace di resistere al suo ordine io aprì la mia bocca e lei mise i suoi calzini umidi all’interno. Il sapore era indescrivibile ed io non riuscivo a capire se mi piacesse o no.
- Cerca di tenere la bocca chiusa se vuoi che le altre persone non vedano che te ne vai in giro con un paio di calze sporche in bocca - lei mi disse, dandomi dei colpetti in testa e conducendomi fuori di casa. Rassegnata a dover andare a fare shopping per ore in quel modo umiliante e sentendomi sempre più patetica, io seguii la mia bella e diabolica padrona.
Parte 7 : Una vecchia conoscenza
Si dice che le donne amino fare shopping più di qualsiasi altra cosa al mondo e fin a quel giorno quel detto era assolutamente vero anche per me. Come ogni altra donna avevo sempre amato fare shopping ed essendo una ragazza molto ricca, ogni volta che tornavo a casa dopo diverse ore in giro per negozi i miei acquisti riempivano totalmente il grande bagagliaio della mia Porsche Cayenne. Ovviamente era compito dei miei servitori trasportare la montagna di roba che avevo comprato. Il compito di accompagnarmi era di solito di Jane, una ragazza di venticinque anni con i capelli castani e con degli splendidi occhi verdi. Jane era l'unica persona in casa mia con cui ero solita parlare quando mia madre era via. Avendo pochi anni di differenza, avevo spesso confessato a lei tutte le emozioni che provavo ed i suoi consigli sui ragazzi si erano rivelati spesso utili. Dopo Megan, io l’avevo sempre considerata la mia migliore amica. Mio padre però mi rimproverava spesso quell’atteggiamento troppo amichevole con la servitù, dicendomi che Jane trascurava il suo lavoro quando era con me e dicendomi che non io non dovevo fare amicizia con i servi perché loro lo avrebbero sfruttato per lavorare di meno. Così io avevo iniziato a trattare Jane come tutti gli altri e quella fu la fine della nostra amicizia. Quando poi io le dissi che era stata licenziata come tutto il resto del personale (come Megan mi aveva suggerito di fare) Jane mi guardò con disprezzo e senza una parola era uscita dalla mia casa e dalla mia vita. O così almeno pensavo.
Dopo due ore di shopping Megan aveva fatto decine e decine di acquisti. Aveva speso migliaia di dollari comprando capi di alta moda, utilizzando naturalmente la mia carta di credito. Io fui costretta a portare in giro tutte i suoi acquisti, proprio come Jane faceva con i miei, con la differenza che io non ero solo la serva di Megan, ma ero anche la sua schiava. Jane non aveva mai dovuto andare in giro con un paio di calze sudate in bocca, non aveva mai dovuto aiutarmi nei camerini in ginocchio e sicuramente non aveva mai dovuto baciarmi i piedi ogni volta che provavo un paio di scarpe. Quando Megan fu finalmente soddisfatta, noi tornammo in auto ma non ci dirigemmo verso casa.
- Immagino che ti starai chiedendo dove stiamo andando - lei disse mentre guidava.
Ero rimasta sorpresa quando di mattina Megan aveva preso il posto del conducente, infatti io pensavo che mi avrebbe usato come il suo chauffeur come altro simbolo della mia sottomissione, ma Megan invece mi aveva detto che aveva sempre desiderato guidare una Porsche.
Cercando di restare concentrata al presente, io guardai Megan che guidava e non potendo parlare io annuì e la mia padrona scoppiò a ridere.
- Oh, sei così carina quando tieni la bocca chiusa. Forse dovresti avere i miei calzini sudati in bocca per ventiquattro ore al giorno. Sì, penso proprio che ti piaccia questa idea. Sei d’accordo schiavetta ? - Le sue parole mi avevano ferito ma mi avevano anche eccitato incredibilmente.
Quando raggiungemmo la nostra destinazione, io compresi che stavamo andando a vedere un film. Ovviamente fu Megan a scegliere che film vedere, io non potevo parlare e anche se avessi potuto farlo, non avrei mai contradetto la mia padrona. Il film scelto mi era completamente sconosciuto e dopo aver comprato due biglietti, io andai a prendere dei popcorn per Megan, io avevo già il mio snack dentro la mia bocca. La sala era completamente vuota, in effetti anche per i film più importanti c'erano poche persone agli spettacoli a quell'ora del pomeriggio, quindi non fu certo una sorpresa per me che ci fossimo solo noi due a vedere quel film. Poi però, pochi minuti prima che il film cominciasse, arrivò un'altra persona e con mio stupore io vidi che era Jane. Riconoscendola, Megan invitò la ragazza a sedersi vicino a noi. Jane mi ha guardò per alcuni secondi e quando io pensai che lei avrebbe rifiutato, lei si avvicinò e si sedette vicino a Megan.
- Ciao Jane, come stai? - chiese Megan con un sorriso
- Bene anche se finirò presto in mezzo alla strada a causa della tua amica - lei rispose, guardandomi con odio.
- Forse potresti tornare a fare il tuo vecchio lavoro - disse Megan lasciandomi stupita. Mi aveva detto lei di licenziare tutti i servi.
- Non ci penso proprio, ho una dignità io e non lavorerò mai più per questa puttana - Jane sbottò e subito le lacrime cominciarono a rigarmi il volto. Se solo avessi potuto dirle che non era stata una mia decisione.
- Ma non dovrai lavorare per lei - Megan disse e poi rivolgendosi a me aggiunse - tu hai finito di comandare le persone a bacchetta, non è vero schiavetta ? - e mi diede nuovamente dei colpetti in testa.
Non potevo credere che Megan avesse rivelato il mio nuovo status, ma io avevo paura di farla arrabbiare, così mi affrettai a annuire.
- Schiavetta ? Mi stai prendendo in giro ? - chiese Jane scioccata
- No, e posso dimostrarlo - disse Megan che schioccò le dita e indicò il pavimento.
Rassegnata a essere umiliata di fronte a una delle mie vecchie serve, mi misi in ginocchio ed iniziai a baciare freneticamente i piedi di Megan. La mia padrona indossava delle ballerine così io baciai soprattutto il collo del suo piede.
- Guarda guarda come è caduta in basso la piccola principessa - disse Jane eccitata. Lei sembrava davvero godersi la mia umiliazione e lo stesso faceva anche una parte di me, infatti io ero veramente molto bagnata.
- Baciale i piedi - Megan mi ordinò e rudemente lei spinse via la mia faccia con la suola della sua scarpa. Umiliata io strisciavi come un verme ai piedi di Jane.
La ragazza indossava degli stivaletti neri di cuoio e quando io incominciai a baciare il suo piede sinistro, lei mise l’altro stivale sulla mia testa premendo con forza.
- Questo è un sogno che diviene realtà - disse Jane con gioia - Adesso capisci quale è il tuo vero posto ? Chi è la serva adesso ? Rispondimi - lei ordinò, togliendomi il piede dalla testa.
- Non può parlare - intervenne Megan - Avanti schiava, mostrale il perché. Apri la bocca -
Piena di vergogna io aprì la mia bocca e mostrai ciò che vi era all’interno e Jane scoppiò a ridere.
- I miei calzini sono dentro la sua bocca da questa mattina. Questa è la sua ricompensa per essere stata una brava schiava - spiegò Megan
- Una ricompensa ? Sei veramente patetica - mi disse Jane.
Il film nel frattempo era iniziato da un pezzo mentre io ero intrappolata tra i suoi stivali, baciando i piedi di una persona che una tempo era stata una mio serva. Improvvisamente mi sembrò che Megan si fosse alzata, ma non potevo esserne sicura perché non riuscivo a vederla dalla posizione umiliante in cui mi trovavo. Io sentii che lei stava dicendo qualcosa all’orecchio a Jane, poi a voce alta Megan mi disse :
- Schiava ci vediamo più tardi, ho dimenticato di comprare una cosa. Alla fine del film aspettami vicino l’auto - Prima che potessi fare o dire qualcosa, Jane aumentò la pressione sulla mia testa e mi ritrovai letteralmente schiacciata sotto il suo stivale. Quando Megan se ne andò, Jane tolse il suo piede dalla testa e tirando con violenza i miei lunghi capelli biondi, lei mi costrinse a guardarla.
- Adesso sei tutta mia - lei disse, poi lasciò la presa sui miei capelli e disse con tono autoritario - Toglimi gli stivali schiava ! -
Come con Megan io non ebbi la forza di disobbedire e mi chiesi ancora una volta se la posizione dei miei genitori ed la mia ricchezza avessero sempre nascosto la mia indole sottomessa. Io tolsi dolcemente gli stivali di Jane e scoprii con stupore che lei non indossava calzini. I suoi piedi erano molto ben curati e sulle unghie aveva uno smalto rosso fuoco. Notai che il suo secondo dito era molto lungo e mi ricordai di aver letto una volta che quello era un segno di leadership ed alla vista dei suoi bei piedi mi sembrò subito di essere così inferiore a lei. L'odore dei suoi piedi era molto intenso, ma ciò non mi impedì di annusare i suoi piedi come un cane da caccia. Jane mi fece sdraiare sulla schiena e poggiò i suoi piedi sudati sul mio viso. Eccomi lì, usata nuovamente come un poggiapiedi, questa volta da una mia ex serva. Jane strofinò con forza i suoi piedi sul mio viso, trasferendo in esso tutto il sudore e per un attimo io fui delusa di non poter rimuovere il sudore dai suoi piedi con la mia lingua.
“ Che cosa sono diventata ? Mi dispiace di non poter leccare i piedi di una mia vecchia serva ? “ io pensai disperata mentre Jane intrappolava il naso tra le dita dei piedi, facendomi subito perdere in quel profumo meraviglioso, la mia figa stava gocciolando.
- Questo film è davvero orribile ma nonostante ciò sono sicura che queste saranno le migliori tre ore della mia vita - disse Jane ridendo.
Parte 8 : Una vera schiava
Il tempo sembrò volare e senza che me ne rendessi conto erano già passati dieci giorni, dieci giorni da quando avevo supplicato Megan di poter leccare i suoi piedi, mettendo nelle sue mani il mio cuore e la mia anima e diventando la sua schiava, una sua proprietà. Solo dieci giorni ma per me era come se fosse passato un secolo, avevo quasi dimenticato come si provava essere liberi, avevo quasi dimenticato come era essere una ragazza normale che trascorre le sue giornate uscendo con le amiche, spettegolando, parlando di moda e di ragazzi. In quel momento invece ero totalmente estranea al mondo che mi circondava, non c'era più spazio per tutte quelle cose nella mia vita, ero totalmente concentrata sulla mia padrona e soddisfare i suoi desideri era l'unica cosa che mi importasse. Una volta ero la ragazza più desiderata della città, i ragazzi avrebbero fatto di tutto per uscire con me. Ora, le poche volte che uscivo di casa, nessun ragazzo si fermava a guardarmi.
“ E perché avrebbero dovuto farlo ? Perché avrebbero dovuto guardarmi se la mia padrona era vicino a me ? Lei è così bella, una dea discesa sulla terra, solo un pazzo avrebbe potuto notare quell’essere patetico che camminava vicino a quella meraviglia. Io sono così inferiore a lei e non so come avevo fatto a non capirlo in tutti questi anni. Finalmente sono al posto giusto, prostrata ai suoi piedi. Una volta io sognavo di trovare l'uomo giusto, l'uomo che avrebbe fatto palpitare il mio cuore, l'uomo con cui avrei trascorso il resto della mia vita, adesso io sogno solo la mia padrona, io sogno solo di essere la migliore schiava del mondo così da poter avere finalmente il grande onore di leccare i suoi piedi ” io continuai a ripetere a me stessa.
In quei dieci giorni io trascorsi la maggior parte del tempo come poggiapiedi della mia padrona, di solito ero a quattro zampe con i suoi piedi sulla mia schiena mentre lei guardava la tv o leggeva un libro, ma a volte lei mi rese felicissima poggiando i suoi piedi nudi sulla mia faccia così che io potessi annusare tra le dita dei suoi piedi e smarrirmi in quell’aroma meraviglioso. Una sera mi trovavo sotto il tavolo con i piedi della mia padrona sul mio viso e mentre lei mangiava in silenzio, lei sfregava aggressivamente i suoi piedi nudi, leggermente sporchi di polvere, sul mio viso quasi come se io fossi uno zerbino. L'uso che stava facendo della mia faccia mi eccitò tantissimo e pensando di non essere vista io feci scivolare la mia mano tra le mie gambe iniziando a toccare la mia figa ormai completamente rasata, come la mia padrona aveva ordinato. Un calcio sul mio volto mi riportò bruscamente alla realtà.
- Cosa stai facendo sporca sgualdrina ? - lei mi disse, dandomi un altro calcio - Da ora in poi non potrai toccarti ed avere un orgasmo senza il mio permesso. Hai capito schiava?
- Sì padrona - io risposi dando via l'unica cosa che mi era rimasta. Avevo avuto così tanti orgasmi in quei giorno quando ero rimasta da sola da non riuscire a tenere il conto ed ora non potevo più farlo, o per lo meno non di mia spontanea volontà.
- Lo sai perché, schiava ? - chiese Megan guardandomi dritto negli occhi.
- Perché io sono la vostra proprietà, perché voi possedete questa - io risposi, indicando la parte più preziosa del mio corpo.
- Precisamente. Questa - e lei mise il suo piede tra le gambe mandandomi in estasi - è mia ed io solamente posso decidere che cosa vi entra e cosa vi esce -
Sentii il suo piede spingere sempre di più ed io non riuscii a tranese un gemito quando esso mi penetrò. La mia padrona cominciò a fottermi con il suo alluce ed i miei gemiti divennero sempre più forti.
- Avanti, vieni per la tua padrona - lei disse mostrando tutto il suo dominio su di me. Io obbedì e poi con un suo piede nella mia figa e l'altro nella mia faccia, io ebbi il più grande orgasmo della mia vita, poi persi i sensi.
Da quella notte la mia padrona non mi aveva più permesso di avere un altro orgasmo e di conseguenza ero diventata ancora più obbediente perché dentro di me io avevo la grande speranza che ubbidendole senza nessuna esitazione lei mi avrebbe fatto rivivere quell’esperienza fantastica. Uno dei miei compiti principali era pulire la casa e dal momento che Jane non sarebbe tornata a lavorare per altre due settimane, io perdevo più di due ore al giorno (ogni singolo giorno) a pulire i pavimenti, il bagno della mia padrona e fare il suo bucato, tutto questo mentre Megan era rilassata in piscina.
Fui molto sorpresa quando la mia padrona mi disse che saremmo dovuto andare in uno studio legale poche ore dopo. Megan vide il mio sguardo incuriosito e con un bel sorriso disse :
- Oggi è la tua grande occasione per mostrarmi la tua fedeltà, per dimostrare che sei veramente la mia schiava devota e se ti comporterai bene ti darò una ricompensa che amerai alla follia, ti darò l'onore di poter leccare i mie piedi per la prima volta -
Più felice di quanto fossi mai stata nella mia vita, io caddi in ginocchio e cominciai a baciare i suoi meravigliosi piedi senza un attimo di riposo.
- Grazie padrona, grazie - io dissi tra un bacio e l’altro - mi comporterò bene, lo prometto. Vi dimostrerò che sono la vostra schiava devota, farò qualsiasi cosa per voi padrona, obbedirò a ogni vostro ordine - io continuai a ringraziarla per più di dieci minuti, continuando a ricoprire i suoi piedi di baci e quando lei avvicinò la sua mano per fermarmi, io baciai con devozione anche quella.
Nel grande studio legale mi furono presentate una lunga serie di documenti. Megan era seduta accanto a me e mi guardava con molta attenzione mentre io leggevo un foglio dopo l’altro. Come mi aspettavo con quei documenti io avrei trasferito tutto il mio denaro nel conto bancario di Megan e così anche Thomas Manor e la casa sul lago. Quello era un momento cruciale, io stavo per segnare il mio destino. Se avessi firmato quei documenti non sarei più potuta tornare indietro, sarei stata sua per sempre. Guardai intensamente la meravigliosa donna che era seduta accanto a me e che fino a poco tempo prima era stata la mia migliore amica. Megan stava sorridendo e con un movimento del capo lei mi costrinse a guardare i suoi piedi. Indossava un paio di costosi tacchi a spillo che aveva appena acquistato. Ricordando la ricompensa che mi aspettava a casa, io compii il mio destino. Quando l’ultima goccia di inchiostro si depositò sul foglio di fronte a me, io non ero più Victoria Thomas, una ragazza milionaria che aveva ereditato una fortuna dai suoi genitori, ma ero Victoria Thomas, una ragazza che aveva dato tutto quello che possedeva (inclusa se stessa) alla sua migliore amica, un orfana che ora possedeva due enormi tenute e più di dieci milioni di dollari, un’orfana che possedeva una bella e devota schiava che avrebbe obbedito ad ogni suo ordine con uno schiocco delle sue dita, una schiava devota che le avrebbe leccato i piedi per il resto della sua vita.
Io rimasi molto sorpresa quando l'avvocato mi presentò un altro documento. Vidi con stupore che Megan mi avrebbe fatto un prestito di centomila dollari che avrei dovuto restituire in tre anni, senza interessi. Mi chiesi perché lei mi stava dando quel denaro dopo aver appena preso tutto quello che avevo. Ancora una volta io guardai la mia padrona e quando vidi il suo sorriso io capii che lei mi stava offrendo una possibilità, che mi stava dando la possibilità di poter avere una nuova vita se in futuro io avessi avuto qualche ripensamento. Mentre io pensavo a quanto lei era stata buona con me, io ebbi il fortissimo desiderio di prostrarmi ai suoi i piedi lì stesso e baciarli per ringraziarla. Nel frattempo io avevo sempre di più l’acquolina in bocca pensando alla mia ricompensa futura.
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