Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Perdendo tutto F/F, Ragazza ricca diventa la schiava della sua migliore amica

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view post Posted on 7/5/2017, 17:57     +7   +1   -1
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Professore/essa SM

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Salve a tutti, sono nuovo nel forum e mi sono iscritto per condividere con voi una storia che ho pubblicato in lingua inglese alcuni mesi fa su un'altro sito. Dato che la storia è piaciuta molto ho deciso di tradurla in italiano per far sì che possa leggerla anche chi non conosce bene l'inglese.

Le protagoniste della storia sono due ragazze ed il tema dominante è il feticismo dei piedi. La storia si compone di 23 capitoli più l'epilogo. Oggi posterò i primi 4.

Segnalatemi se ci sono molti errori perché l'ho tradotta molto velocemente, dato che sono impegnato a scrivere un altra storia arrivata già a quasi 40 cap.

Parte 1 : Solitudine

È davvero incredibile come le nostre vite possano cambiare totalmente in un modo così veloce da non poter fare altro che rimanere immobili a guardare, sopraffatti ed impotenti, gli eventi che sconvolgono la nostra vita. Un giorno hai una famiglia felice, una bella casa e quasi tutto quello che si possa desiderare dalla vita, un giorno hai solo delle lacrime che scendono copiosamente dal tuo viso. Il mio nome è Victoria Thomas ed io avevo solo 19 anni quando la storia che vi sto per raccontare ebbe inizio.

Quando mi svegliai la mattina della vigilia di Natale, come sempre con il sorriso tra le labbra, non avrei mai potuto immaginare che i miei giorni felici sarebbero finiti proprio in quel giorno tanto atteso sia dagli adulti che dai bambini. Come molte altre ragazze io avevo molti sogni ma a differenza delle altre persone, io ero assolutamente certa che i miei si sarebbero ben presto avverati. Che cosa poteva fermare una ragazza bella e giovane, capitano delle cheerleader e con dei genitori milionari ? Stavo spazzolando i miei lunghi capelli biondi e stavo ammirando la mia bellezza allo specchio quando io sentì il campanello suonare con una certa insistenza. In quel momento tutti i miei domestici erano andati a trascorrere le vacanze con le proprie famiglie, così a differenza del solito io fui costretta ad aprire la porta. Non so per quanto tempo i miei occhi azzurri rimasero aperti dopo che un agente di polizia mi disse con un filo di voce che i miei genitori erano morti in un incidente d’auto. Quando ripresi conoscenza, io ero distesa sul mio lussuoso divano e la mia speranza che tutto fosse stato solo un brutto incubo morì immediatamente quando io vidi l'agente di polizia che era seduto su una sedia accanto a me e mi guardava con un'espressione stranissima. Di solito la gente mi guardava con ammirazione, desiderio, invidia ma non in quel momento, in quel preciso istante negli occhi dell’uomo c’era solo tanta pietà. Quasi non ricordo le settimane successive a quel triste giorno, nella mia mente vi sono solo poche immagini di una moltitudine di persone che non avevo mai visto prima che mi guardavano tutte allo stesso modo del poliziotto. Ricordo bene gli avvocati, tanti, troppo avvocati che parlavano solo della mia eredità. Dovevo rimanere tranquilla mi dicevano, con tutti quei soldi non avrei avuto nessun problema.

I miei amici cercarono di aiutarmi, all’inizio almeno. Tuttavia, con il passare dei giorni le visite dei miei compagni si fecero sempre più rade e alla fine io ero sempre più sola nella mia enorme casa, il silenzio era assordante. Quando l’oscurità sembrava avvolgermi e tenermi prigioniera, io non potei fare altro che aggrapparmi alla mia unica ancora di salvezza, l’unica luce che illuminasse la mia vita: Megan.

Megan era la mia migliore amica da quando avevamo otto anni. Noi ci incontrammo per caso un giorno nel parco giochi vicino a casa mia, era la prima volta che mio padre mi aveva portato lì, lui era sempre così occupato con il suo lavoro. Presto io scoprii che Megan era un’orfana e che viveva in un istituto non molto distante da quel parco. Io e Megan diventammo sempre più amiche nonostante noi frequentassimo scuole diverse ed appartenessimo a classi sociali lontanissime le une dalle altre.



Io stavo piangendo ininterrottamente, distesa sul mio enorme letto e Megan mi stava accarezzando i capelli quando il suo telefono squillò. Mentre lei cominciò a conversare con qualcuno, io ammirai la sua immensa bellezza. Negli ultimi due anni lei era diventata una vera dea, non era molto alta (solo 166 cm), aveva lunghi capelli neri e occhi ambrati. Il suo corpo era incredibile e anche se io ero considerata la ragazza più bella della città, a mio avviso io non ero nulla al suo confronto.

- Mi dispiace ma devo andare, il mio capo ha cambiato nuovamente il mio turno - lei disse alzandosi e dandomi un bacio sulla fronte.

Avevo dimenticato che Megan aveva iniziato a lavorare, non lei aveva i soldi per andare al College e il suo istituto stava attraversando un momento di crisi. All’improvviso io ebbi un idea.

- Aspetta Megan - io dissi quasi gridando - Che ne pensi se ti pagassi il College ? Noi potremmo stare insieme e… -

- No, non posso accettare - lei ripose abbracciandomi e aggiungendo - ed inoltre anche con i soldi io non potrei certo venire ad Harvard con te. Ma non ti preoccupare tesoro, io sarò sempre qui quando tornerai - io notai subito la tristezza nella sua voce e la rassegnazione di chi è costretta a rinunciare a propri sogni, sperando solo di avere una vita dignitosa con il poco denaro che poteva ottenere con quel misero lavoro in quello squallido ristorante.

Era impossibile per me lasciarla, era impossibile sopportare altro dolore. Così, senza esitazione io dissi :

- Non andrò al college -

- Non essere sciocca, certo che tu andrai al college - lei rispose guardandomi intensamente negli occhi.

- No ! Rimarrò qui... con te - quasi senza rendermene conto io mi inginocchiai di fronte a lei e la cominciai a supplicare - Rimani con me per favore ! Trasferisciti qui, mi hai detto che stai cercando una stanza -

- Ma... - Megan cercò di dire qualcosa, ma io continuai con le mie suppliche.

- Trasferisciti qui, tu non dovrai pagare nulla, potrai lasciare quel lavoro orribile e potrai cercare qualcosa di meglio senza nessuna fretta.

Megan mi guardò con i suoi meravigliosi occhi ambrati e come sempre io mi sentii come se lei stesse guardando in profondità nella mia anima. Desiderosa di mostrargli quanto io tenessi a lei, io mi prostrai ai suoi piedi ed io incominciai a baciare i suoi stivali, senza nessuna intenzione di smettere. Dopo cinque minuti io ero ancora lì, a baciare disperatamente i suoi piedi, dicendo di tanto in tanto :

- Ti prego…resta, io farò qualsiasi cosa - in quel momento, strisciando ai suoi piedi come un verme, io dovevo sembrare veramente patetica ai suoi occhi ma io non volevo rimanere di nuovo da sola e avrei continuato a baciare i suoi stivali per tutto il giorno, se fosse stato necessario.

- Ok ok , rimarrò - lei disse improvvisamente

Quando io udii le sue parole io finalmente smisi di baciarle i piedi e la guardai in faccia, con le lacrime agli occhi. Megan era raggiante, lei mi guardò per qualche secondo e poi con una risatina disse :

- Allora, non mi ringrazi ? -

Piena di gioia per la sua risposta positiva, io mi prostrai nuovamente davanti alla mia migliore amica nel mezzo della mia camera da letto e ripresi a baciarle gli stivali.

- Grazie , grazie mille -


Parte 2 : Trasloco

- Questa è l'ultima - io dissi mettendo giù l'ultima scatola che conteneva tutti i possedimenti di Megan.

Mentre io ero a corto di fiato e le mie braccia tremavano e mi facevano un male incredibile, lei era seduta comodamente sulla poltrona vicino al camino, messaggiando con il suo smartphone e dondolando il suo piede sinistro. Io guardai per alcuni istanti le sue scarpe da ginnastica che erano molto vecchie e di scarsa qualità, ma ciò era ovviamente il massimo che il suo istituto poteva permettersi. Io promisi a me stessa che Megan non avrebbe più indossato roba del genere, lei meritava molto di più. Il trasloco era stato difficile e faticoso ma io non potevo nascondere che per un attimo ero stata grata che Megan possedesse così poche cose, infatti se avessimo dovuto spostare tutte ciò che io possedevo, noi avremmo impiegato diverse settimane.

- Puoi dirmi di nuovo perché ho dovuto licenziare tutti i domestici ? Sarebbero stati di grande aiuto - io le chiesi, gettandomi sfinita sul divano.

- Ti ho già detto che loro ti avrebbero ricordato il passato e se tu vuoi davvero andare avanti devi fare qualche sacrificio - disse Megan senza togliere gli occhi dal suo telefono.

- Ma potrei assumere nuovo personale - io protestai con veemenza

- No, adesso possiamo prenderci cura della casa anche da sole e un po’ lavoro ti aiuterà a non pensare troppo - poi lei mi guardò per la prima volta da quando ero entrato nella stanza e mi chiese :

- Ti dispiacerebbe portarmi una tazza di tè ? -

- Certo - io dissi subito, correndo in cucina per soddisfare il suo desiderio.

Quando tornai in salotto, Megan era nella stessa posizione, sempre con il telefono tra le sue mani. Per un momento mi chiesi con chi si stesse scambiando messaggi, poi le porsi la tazza di tè facendo attenzione a non versare la bevanda con qualche movimento brusco. Prima di poter tornare a sederi sul divano lei mi chiese :

- Potresti essere così gentile da farmi un massaggio ai piedi ? Mi fanno così male, sai, è stata una giornata molto faticosa.

Quella richiesta mi sorprese molto perché ero stata io a fare quasi tutto il lavoro, sgobbando per ore e ore, ma non volevo iniziare la nostra convivenza con il piede sbagliato.

- Certo - io risposi con un largo sorriso tra le labbra e dato che lei non mostrò alcun segno di cambiare posizione, io mi avvicinai alla sua poltrona e mi sedetti sul pavimento con le gambe incrociate. Io incominciai a sciogliere i nodi delle sue scarpe da ginnastica ed avvertì subito il forte odore dei suoi piedi. Quando io rimossi delicatamente le sue scarpe, l'odore divenne sempre più intenso. I suoi calzini viola erano madidi di sudore ed erano così caldi tra le mie mani. Io guardai Megan per sapere quando cominciare ma lei mi stava completamente ignorando e solo quando lei mi diede un leggero calcio in testa, io iniziai il massaggio. Quella era la prima volta per me e non sapevo bene come agire, quindi io incomincia ad esercitare una leggere pressione sulla pianta del suo piede sinistro con i miei pollici. Megan non mi diede nessuna indicazione, così io pensai che lei fosse soddisfatta del mio lavoro o mi avrebbe certamente mostrato il suo disappunto. Io stavo massaggiando il piede sinistro da quasi dieci minuti quando lei appoggiò il destro sulla mia spalla, pericolosamente vicino al mio viso. Guardai di nuovo Megan in faccia ma lei mi stava ancora ignorando completamente. Non sapevo cosa fare, io ero seduta sul pavimento del mio salotto massaggiando i miei piedi della mia migliore amica che mi stava usando come un semplice poggiapiedi. Una parte di me voleva spingere via con violenza i suoi piedi e urlargli contro, una parte di me invece provava una sorta di piacere nell'essere in quella posizione così umiliante, ignorata e sottomessa. Cominciai a pensare che c'era qualcosa di sbagliato in me quando mi resi conto che io avevo piegato leggermente la mia testa di lato ed avevo avvicinato il mio naso al suo piede. L'odore era forte ma per qualche motivo io proprio non riuscivo a definirlo brutto e notai con preoccupazione che ogni annusata di quel profumo non faceva altro che aumentare in me il desiderio di affondare il mio naso in quel calzino madido di sudore.

- Massaggia l'altro piede - le sue parole mi riportarono alla realtà ed io mi affrettai ad eseguire il suo ordine. Quella volta Megan mise il suo piede libero direttamente sulla mia testa, il tallone che poggiava fastidiosamente sulla parte superiore della mia fronte. Noi rimanemmo in quella posizione per più di venti minuti, poi giunsero alle mie orecchie le parole che ormai stavo aspettando con trepidazione.

- Toglimi le mie calze - ancora una volta io obbedii immediatamente ed io rimossi delicatamente i suoi calzini viola, resistendo alla tentazione di affondare in essi il mio volto.

I piedi di Megan erano incredibili e ancora una volta io rimasi scioccato dai pensieri che passavano nella mia mente. Come potevo definire "incredibile" qualcosa di così disgustoso come i piedi ? Iniziai a massaggiare il piede sinistro ed io non potei fare altro che ammirare quella perfezione. I piedi di Megan erano piccoli e incredibilmente morbidi, le dita dei piedi non erano ne troppo lunghe e ne troppo corte ed i suoi talloni erano lisci come quelli di un bambino. Osservai con attenzione lo smalto nero sulle sue unghia che rendeva ancora più divini quei piedi favolosi. Ovviamente quello era il lavoro di Megan, perché lei non poteva permettersi una pedicure in un centro estetico.

" Ma da ora in poi lei potrà farlo “ io pensai all’improvviso, sognando di poter fare di persona la sua pedicure. Ancora una volta io diventai una sorta di poggiapiedi, infatti lei mi mise il piede destro sulla spalla, incominciando a giocare con il mio orecchio. Io stavo impazzendo, improvvisamente io persi il controllo e senza rendermene conto, io baciai rapidamente il suo bel piede. Pietrificata da quello che avevo appena fatto, io mi sforzai di allontanare la mia testa dal suo piede ma poi io sentii Megan dire :

- Continua - guardai con stupore la mia migliore amica e notai che ancora una volta lei mi stava ignorando, almeno in apparenza. Lasciandomi alle spalle le mie paure e cercando di non pensare a come sarebbe potuta cambiare la nostra relazione, io incominciai a baciare i suoi piedi nudi ed è molto difficile descrivere quello che provai quando le mie labbra toccarono la morbida pianta del suo piede, mentre io già sognavo di assaggiarlo con la mia lingua, ma non essendomi stato ordinato di farlo io continuai a baciare il suoi piede senza intenzione di fermarmi. Dopo alcuni minuti io non potei più resistere e diverse volte io misi il mio naso tra le sue dita perfette, annusando quell'odore che era diventato per me quasi un droga. Megan ridacchiò molte volte, ma non mi fermò. Quanto dovevo sembrare patetica ai suoi occhi e per un secondo io mi chiesi cosa stesse provando Megan in quel momento ad avere la sua migliore amica che le baciava devotamente i piedi e annusava il loro profumo come un cane da caccia. Improvvisamente, dopo un'ora, Megan si alzò e mi disse :

- Sono stanca, me ne vado a letto -

- Ok - io risposi un po’ delusa, poi mi affrettai ad aggiungere - Ti ho preparato la terza stanza -

- No, prenderò la camera padronale - lei rispose immediatamente dandomi un colpetto alla testa come se fossi un cane.

- Ma quella è la stanza dei miei genitori - io protestai

I tuoi genitori sono morti e come ho già detto, devi dimenticare il passato. Quella sarà la mia stanza d'ora in avanti ed in questo modo essa non sarà più una fonte di sofferenza per te. Domani tu dovrai portare lì la mia roba, ora ho bisogno di riposare - e così dicendo lei se ne andò. Io rimasi seduta sul pavimento incredibilmente confusa.

“Come posso lasciarle prendere la camera da letto dei miei genitori ? ” io mi chiesi ma subito quella domanda mi sembrò stupida, infatti io avevo passato più di un'ora a massaggiare, odorare e baciare i piedi di Megan, ero stato persino la sua poggiapiedi.
Victoria Thomas poteva aver ereditato Thomas Manor, ma la vera signora di quella antica e nobile casa era Megan Gilles.

Mentre quegli strani pensieri affollavano la mia mente, qualcosa attirò la mia attenzione. Le scarpe da ginnastica di Megan erano rimaste vicino alla poltrona, con i calzini viola ancora al loro interno. Io avanzai a carponi velocemente in direzione delle sue scarpe e dopo aver tolto i calzini, io affondai il mio naso nelle scarpe da ginnastica di Megan e subito dopo incominciai a leccare con fervore le solette. Quando mi annoiai delle scarpe, io mi lanciai sui calzini che ho odorato, baciato e leccato con passione, mettendole poco dopo nella mia bocca, cercando di succhiare via tutto il sudore. Improvvisamente io vidi il mio riflesso nel grande specchio che ornava la stanza ed io osservai con attenzione quella ragazza messa a quattro zampe con delle calze sudate che le uscivano dalla bocca. Quell'immagine mi ricordò subito un cane con le pantofole del suo padrone in bocca e l'orgasmo più intenso di tutta la mia vita esplose quando io pensai che per tutto il giorno io non era stato altro che un cane per Megan.

Parte 3 : Che il lavoro cominci

Io dormii solo due ore quella notte, troppi pensieri affollavano la mia mente ed ancora non riuscivo a capre cosa mi stesse succedendo.

“ Perché sto permettendo a Megan di trattarmi in questo modo ? E perché sono così ossessionata dai suoi piedi ? ”

Sì... ossessione era la parola giusta o non avrei altrimenti potuto spiegare perché io avevo passato tutta la notte con le sue calze sul mio viso e la mia mano tra le gambe.

“ Diavolo, non so nemmeno quanti orgasmi ho avuto prima di addormentarmi esausta " io pensai tristemente.

Quando mi svegliai erano già le dieci di mattina e apparentemente Megan stava ancora dormendo. Facendo attenzione a non fare troppo rumore, io mi fermai vicino alla stanza, che era stata fino al giorno precedente la camera dei miei genitori, e premetti l'orecchio alla porta. Nessun rumore proveniente dall'interno. Felice di non dovere affrontare Megan così presto, io andai in salotto e rimisi le sue calze all’interno delle sue scarpe. Per qualche strano motivo ero convinta che sarei morta dalla vergogna se lei avesse scoperto che io avevo dormito con le sue calze sul mio cuscino (e sul mio viso), come se lei non mi avesse visto la sera precedente come mi ero comportata, facendomi usare come il suo poggiapiedi, odorandole e baciandole i piedi. Mentre aspettavo il risveglio di Megan, io provai e riprovai un discorso che in qualche modo avrebbe potuto spiegare il mio strano comportamento della sera precedente ed io continuai a ripeterlo a bassa voce mentre le preparavo la colazione, io non avevo fame. Pochi minuti dopo io udii un rumore di passi e poco dopo Megan apparve davanti a me, lasciandomi senza fiato. Indossava un elegante vestaglia di raso bianca ed io non potei fare a meno di guardare con la bocca aperta le splendide curve. Non mi disturbò il fatto che lei stesse indossando un abito di mia madre, ovviamente Megan non poteva permettersi abiti così belli. Il mio sguardo cadde subito ai suoi piedi. Lei indossava un paio di infradito blu ed alla vista delle dita dei suoi piedi si formò un lago tra le gambe.

- Ho preparato la tua colazione - io dissi sforzandomi di guardarle il viso angelico.

- Oh, sei così gentile - lei disse sorridendo dolcemente. Poi, quando lei si sedette a tavola, lei aggiunse - sai, potrei davvero abituarmi a questo, sì, da ora in poi mi preparerai la colazione ogni mattina. Ti piace questa idea ? - lei chiese ridacchiando.

" Che cosa ? Dovrei prepararle la colazione tutti i giorni ? Come se fossi la sua serva ? “ io pensai, provando uno strano brivido nel mio basso ventre e senza rendermene conto, io sentii me stessa rispondere :

- Sì Megan -

Lei sembrava raggiante ed incominciò a mangiare, facendomi molti complimenti per il cibo. Mi sentivo estremamente orgogliosa di averla resa così felice ed ancora una volta mi chiesi le ragioni di quel mio strano comportamento. Mentre lei mangiava, io rimasi in piedi al suo fianco e subito mi passò nella mente l'immagine di una cameriera accanto alla sua signora. Spesso mi ritrovai a guardarle i piedi mentre Megan faceva dondolare sensualmente le sue infradito e quando per un attimo i nostri occhi si incrociarono io compresi che lei sapeva cosa io stavo pensando. Quando un infradito cadde a terra, io l'ho sentita ridacchiare. Io guardai paralizzata il suo piede nudo e ancora una volta dovetti frenarmi per non gettarmi su di esso e leccare freneticamente come un cane quel meraviglioso arco plantare.

- Porta la mia roba nella mia camera da letto e lascia tutto lì - disse lei improvvisamente, riportandomi alla realtà.

- Sì Megan - io dissi ed io pensai che stavo diventando veramente la sua domestica, anche le mie risposta erano quelle di una serva. Mi affrettai ad obbedire al suo ordine.


Quando entrai nella "sua camera da letto" io vidii il quadro che ritraeva i miei genitori e subito i miei occhi si riempirono di lacrime. Io compresi perché Megan aveva detto di lasciare la sua roba in camera e non fare niente altro, lei non voleva che io soffrissi. Nonostante tutto lei era ancora la mia migliore amica, lei ci teneva a me. Tornai da Megan piena di gratitudine e giurai a me stessa che io avrei fatto qualsiasi cosa per lei, avrei fatto di tutto per rimanere sua amica. Lei aveva già terminato la sua colazione e quando mi vide, Megan disse :

- Victoria il bagno necessita di una bella pulita e anche queste finestre sono molto sporche, i tuoi vecchi servitori erano veramente pigri - lei mi guardò così intensamente con i suoi bei occhi ambrati che a un certo punto io non fui più in grado di sopportare il suo sguardo e guardando umilmente per terra, mormorai :

- Ok nessun problema -

" Nessun problema ? Che diavolo sto dicendo ? Non ho mai pulito niente nella mia vita, non so dove cominciare “ io pensai disperata.

- Bene - disse Megan con un grande sorriso, poi lei si avvicinò a me e dopo avermi dato di nuovo dei colpetti alla testa come se fossi il suo cane, lei aggiunse - Nel frattempo io andrò a prendere il sole - e dicendo ciò lei se ne andò lasciandomi da sola con le mie faccende domestiche.

Il bagno di Megan era un vero disastro, c'era acqua dovunque dopo la doccia che aveva fatto subito dopo essersi svegliata e io dovetti usare il mocio per asciugare il pavimento. Poco dopo io iniziai a pulire il gabinetto.

“ Dio, questo è così umiliante, come sono finita in questa posizione ? Io sono Victoria Thomas, sono una ragazza milionaria, capitano delle cheerleader, sono praticamente la principessa di questa stupida città e sono stata sempre circondata da una dozzina di servi. E adesso sono qui a pulire il bagno della mia migliore amica solo perché lei mi ha detto di farlo. Il bagno amico della mia migliore amica ? Questo è il bagno dei miei genitori ! Il mio bagno ! Thomas Manor appartiene a me adesso e Megan è solo un ospite...
E allora perché io ho dovuto trasportare tutta la sua roba come facchino ? Perché le avevo preparato la colazione, accettando di fare lo stesso ogni giorno da quel momento in avanti ? Perché le avevo massaggiato e baciato i piedi come se fosse la cosa più normale del mondo ? Perché sto lavando questo stupido bagno mentre lei si prende il sole ? ”

Questi erano tutti i miei pensieri quando io realizzai di essere ancora incredibilmente bagnata in mezzo alle mie gambe. Non so perché, ma io avanzai verso il mucchio di lavanderia sporca di Megan e presi dal cesto le sue mutandine sporche, seppellendo il mio viso in essi e annusando vigorosamente e coprendo di baci la zona che era stata a contatto con la sua vagina. Poi, non so bene per quale motivo, io mi misi sue le mutandine in testa e ripresi il mio lavoro in quel modo umiliante. Quanto ero diventata patetica ? Io ebbi un orgasmo sul posto, proprio lì sul pavimento vicino alla tazza del gabinetto. Quella era la cosa miserabile che Victoria Thomas era diventata.

Parte 4 : Sottomissione

Ci vollero quasi due ore per pulire anche le finestre e dopo solo mezza giornata, io ero già esausta. La mia schiena mi faceva malissimo ed io continuavo a chiedermi come certe persone potessero fare un lavoro del genere ogni giorno per quasi tutta la loro vita. Megan aveva ragione riguardo una cosa, con il lavoro io ero stata troppo distratta per pensare ai miei genitori. Purtroppo non fu lo stesso con il vortice di emozioni che mi stavano sconvolgendo in quei due giorni. Non potevo ancora credere di aver messo in testa le mutandine di Megan di mia spontanea volontà, non potevo credere che io avevo avuto un orgasmo così devastante, annusando e baciando la sua biancheria intima sporca. Forse avrei dovuto chiedere a Megan di andarsene, ma ciò avrebbe sicuramente distrutto la nostra amicizia ed io sarei rimasta sola ancora una volta.

"No, devo imparare a controllare queste strane emozioni che mi stanno turbando, deve essere solo una strana reazione alla morte dei miei genitori. Sì, deve essere così. In realtà, non avevo mai avuto simili pensieri su Megan prima di quel momento. Naturalmente avevo sempre pensato che lei fosse stupenda ma non avevo mai sognato di baciarle e odorarle i piedi o le mutandine, solo il pensiero era assolutamente ridicolo "


Non c'era nessun segno di Megan all’interno della casa, quindi io immaginai che lei fosse ancora in piscina a prendere il sole. Io guardai il grande orologio che era costato una fortuna a mio padre ed io mi accorsi che era già ora di pranzo. Uscii di corsa di casa e attraversai rapidamente il grande giardino, che era la grande passione di mia madre. Quando arrivai vicino alla piscina io rimasi scioccata. Megan era distesa sul lettino completamente nuda. Era vero che le mura della proprietà erano molto alte ma io non avevo mai avuto il coraggio di fare qualcosa di simile perché ero spaventata che qualcuno mi potesse vedere lo stesso in qualche modo, specialmente in quel momento che i droni erano così popolari. Ma Megan evidentemente non aveva tali preoccupazioni e lei era così rilassata che probabilmente non notò il mio arrivo. Io approfittai di quella situazione e sono rimasto a contemplare la sua bellezza per molti minuti. Anche se ci conoscevamo da tantissimi anni io non l'avevo mai vista nuda. Il suo seno era incredibile ed i suoi capezzoli attirarono il mio sguardo come un magnete. Presto i miei occhi scesero lungo il suo corpo e con stupore io vidi che laggiù lei era completamente rasata e con incredulità notai che io avevo l’acquolina in bocca. Per la prima volta mi porsi una domanda.

“ Sono forse lesbica ? ”

Per tutta la mia vita avevo prestato attenzione ai ragazzi, avevo sognato di sposare un bell’uomo, di trovare il mio principe azzurro. Eppure ero lì, a sbavare alla vista del corpo mozzafiato della mia migliore amica.

- Ti piace quello che vedi ? - disse Megan improvvisamente.

Imbarazzato mi avvicinai e subito cercai di cambiare l’argomento della discussione, chiedendole :

- Vuoi qualcosa per pranzo ? - io potevo percepire il suo sguardo nonostante i suoi occhi fossero nascosti dagli occhiali da sole.

- No, non ho fame ma vorrei bere una limonata - lei rispose

Il tono della sua voce era calmo e rilassato, quello non era un ordine, ma allora perché io provavo dentro di me in modo così forte l'impulso di ubbidire ? Ancora una volta non potei fare altro che comportarmi come la sua umile serva.

- Sì, Megan, ti porto subito la tua limonata - dissi chinando il capo e facendola ridacchiare mentre, umiliata, io corsi dentro casa per soddisfare il suo desiderio.








- Ieri sei stata incredibile con quel massaggio - Megan mi disse quando prese la limonata dalle mie mani tremanti. Le sue parole mi fecero arrossire e di nuovo mi sentii davvero orgogliosa di averla soddisfatta. Poi lei aggiunse - Sai, confesso che mi piacerebbe averne un altro in questo preciso istante -

La guardai per un attimo, poi senza dire nulla io mi inginocchiai ed iniziai il massaggio, eccitata di poter toccare di nuovo quei piedi divini.

- Brava la mia ragazza - disse Megan

Come l'ultima volta la pianta dei suoi piedi erano incredibilmente morbide ed incapace di resistere, io feci scorrere il mio dito su di esse facendola ridacchiare, quel suono meraviglioso quasi mi ipnotizzò e presto mi ritrovai smarrita in un altro mondo, un mondo in cui c'ero solo io e quei piedi meravigliosi. Passai diversi minuti a sfregare dolcemente i suoi talloni, applicando una leggera pressione su di loro. Infine decisi di spostare la mia attenzione sulle dita dei suoi piedi, infilando il mio indice tra di loro e facendola ridere nuovamente. Megan avvicinò le sue dita dei piedi al mio viso e potei avvertire nuovamente quel profumo che mi aveva stregato. Mentre stavo annusando i suoi piedi cercando di non essere notato da Megan, improvvisamente lei intrappolò il mio naso tra il suo alluce ed il secondo dito. Essendo ormai stata scoperta, io incominciai ad annusare rumorosamente. Non mi importava di apparire patetica, io volevo solo perdermi in quel profumo divino. Megan cambio piede e mise il sinistro sul mio viso, intrappolando ancora una volta il naso tra le sue dita dei piedi. Ho potuto sentire le sue risatine mentre io annusavo come il cane che ero diventata. Dopo quella che sembrò una vita, lei mi tolse i piedi dal viso per un secondo ed io inconsciamente cercai di seguirli, facendola scoppiare a ridere.

- Baciali - ordinò Megan, mettendomi nuovamente i piedi in faccia. Mi affrettai ad ubbidire e come un animale affamato io mi avventai sui suoi piedi, baciandone con passione ogni centimetro. Occasionalmente Megan roteava i suoi piedi per permettermi di baciarne anche la parte superiore. Non so perché io fossi così eccitata ma posso affermare con certezza che non ero mai stato così bagnata prima di quel momento.

“ Se baciare i suoi piedi mi fa sentire così bene, io li bacerò in continuazione per il resto della mia vita ” io pensai continuando a toccare quella pelle delicata con le mie labbra.

Il mio desiderio cresceva sempre di più, così alla fine io feci quello che avevo sognato per tutta la notte. Io aprì leggermente le mie labbra e tirai fuori la mia lingua dando una rapida leccata al suo piede e gustando per la prima volta il suo suo sapore. Era davvero delizioso, forse un po’ salato, ma era sicuramente qualcosa che avrei assaporato con gioia, senza nessuna sosta. Rimasi delusa quando Megan tolse i suoi piedi dalla mia faccia, mettendosi seduta. Lei vide la delusione sul viso e con un dito sul mento mi costrinse a guardarla negli occhi.

- Tu ami veramente i miei piedi, non è vero ? - lei chiese guardandomi intensamente negli occhi.


Quello era il momento della verità, non potevo più negare a me stessa che mi ero innamorata dei suoi piedi, del suo corpo, di Megan. Non potevo negare che mi piaceva essere in quella posizione umiliante, non potevo negare che avevo amato essere il suo poggiapiedi, non potevo negare che mi era piaciuto essere trattata come la sua serva. Io trattenni il respiro per un momento e poi io pronunciai le parole che fuoriuscirono dal profondo della mia anima, sancendo il mio destino.


- Io amo i tuoi piedi Megan, non so perché ma il loro odore è come una droga per me, in un solo giorno sono diventata totalmente dipendente da esso e se fosse possibile io starei tutto il tempo con il mio volto sotto i tuoi piedi. Essere il tuo poggiapiedi è stata la cosa più eccitante della mia vita e farei tutto per rifarlo di nuovo. Mi è piaciuto anche essere trattata come un serva da te ed ho amato servirti come principessa -

Megan mi guardava attentamente ed il mio cuore si riempi di gioia quando lei sorrise dolcemente. Prima di poter dire qualcosa, io mi prostrai come un musulmano e con le mie mani io misi il suo piede sinistro sulla mia testa per mostrargli la mia totale sottomissione. Poi la supplicai :

- Per favore Megan dammi l'onore di leccare i tuoi meravigliosi piedi, io farò qualsiasi cosa per te che mi sei così superiore, io sarò la tua umile servitrice, sarò la tua schiava devota -

Megan non rispose alla mia supplica e noi rimanemmo in quella posizione per più di cinque minuti, con me prostrata al suo cospetto ed il suo piede sulla mio testa. Poi improvvisamente Megan disse :

- Leccare i miei piedi è un onore che ti devi ancora guadagnare, ma puoi continuare a baciarli...schiava - poi lei tolse il suoi piede dalla testa, permettendomi di guardarla con amore e devozione e mentre il mio basso ventre era scosso da brividi di piacere io ricominciai a baciare i piedi della mia nuova padrona.
 
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view post Posted on 7/5/2017, 23:14     +1   -1
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Bellissimo racconto. Complimenti =)
 
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Stupendo. A quando il continuo?
 
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SPETTACOLO!!!!
 
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Spero che ci sia un seguito! GRANDE!!!!
 
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view post Posted on 8/5/2017, 10:49     +1   -1
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CITAZIONE (evilsaitan @ 8/5/2017, 10:57) 
Spero che ci sia un seguito! GRANDE!!!!

Certamente, ci sono 23 capitoli più l'epilogo. Pensavo di postare altri 4 capitoli tutti in una volta sabato. Ma non escludo che qualche capitolo possa uscire anche prima
 
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view post Posted on 8/5/2017, 14:33     +1   -1

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Bellissimo e tanti complimenti per il tempo che dedichi a tradurlo
 
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view post Posted on 13/5/2017, 13:53     +1   +1   -1
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Ecco altri 4 capitoli, spero che vi piacciano.

Parte 5 : Chi sei tu ?

- Sai, penso che mangerò qualcosa dopo tutto - disse Megan improvvisamente, riportandomi alla realtà.

Io avevo trascorso più di un ora baciandole i piedi senza fermarmi nemmeno per un secondo, desiderosa di mostrarle tutta la mia devozione ed eppure io fui lo stesso molto delusa quando lei allontanò i suoi piedi e si alzò, e quasi mi misi a piangere per non essere più in grado di toccare quelle meravigliose estremità. Ancora una volta mi diede dei colpetti sulla testa come se fossi il suo animale domestico, dicendomi :

- Vai a prepararmi un sandwich -

- Sì, Megan - io risposi, tenendo gli occhi bassi e sussultando quando lei mi afferrò rudemente il mento e mi costrinse a guardarla negli occhi.

- Pensavo che tu volessi essere la mia schiava devota - lei disse con disappunto e con un tono autorevole.

- Io voglio essere la vostra schiava devota... Io sono la vostra schiava devota - io risposi subito con le lacrime agli occhi.

“ Perché si sta comportando così ? Cosa le avevo fatto ? L’avevo delusa in qualche modo forse ? Eppure nell'ultima ora non mi ero comportato come la più umile delle serve ? Non mi ero prostrata ai suoi piedi come se fossi stata al cospetto di una Dea, umiliandomi e giurandole fedeltà assoluta ? Mentre le lacrime rigavano sempre di più il mio viso, lei disse :

- Se tu sei davvero la mia schiava fedele, come tu dici, ti sembra questo il modo di rispondere alla tua padrona ? - con il mio mento ancora stretto nella sua morsa, io mormorai :

- Mi dispiace ma non riesco a capir… -

- Sì padrona - lei mi interruppe - Questo è la risposta che una schiava deve dare alla sua padrona, mostrando tutto il suo rispetto, mostrando di sapere quale è il suo posto -

- Sì padrona, me lo ricorderò. Per favore, padrona la prego di perdonare questa stupida schiava - io risposi, arrabbiata con me stessa per essere stata così sciocca. Come avevo potuto chiamarla per nome come se noi fossimo allo stesso livello ? Lei era così superiore a me e io potevo solo esserle grata per avermi permesso di essere la sua schiava.

- Bene. Ora vai a prepararmi quel sandwich, ti aspetterò nel salotto - lei disse porgendomi la sua mano regale, io mi sporsi in avanti e con umiltà la ricoprii di baci.






Come aveva promesso lei mi stava aspettando nel salotto, seduta comodamente sul divano e guardando la TV. Notai che si era rivestita ed indossava una maglietta bianca con una abbondante scollatura e un paio di leggins neri, mentre ai piedi lei portava le sue solite infradito blu. Mi avvicinai lentamente e le porsi un piatto con il suo panino ma lei non sembrava avere nessuna intenzione di prenderlo, poi alzò le sopracciglia e chiese :

- È questo il modo corretto di servire la tua padrona ? - io non volevo farla arrabbiare di nuovo, quindi mi inginocchiai velocemente con le braccia protese e abbassando gli occhi in segno di rispetto. Finalmente lei prese il piatto dalle mie mani e mi diede i soliti colpetti sulla testa. Ancora una volta la sua approvazione mi rese incredibilmente felice.

- D’ora in poi dovrai sempre servirmi in questo modo, inginocchiandoti al mio cospetto. Hai capito schiava ? - lei chiese

- Sì padrona - io risposi, notando che la parola "schiava" mi aveva eccitato istantaneamente, facendomi bagnare abbondantemente.

- Da questo momento in avanti - lei continuò - tu dovrai essere sempre inginocchio quando sei in mia presenza, a meno che io non ti dia un altro ordine ovviamente. Quando io entrerò in una stanza o quando tu entrerai nella stanza dove mi trovo, tu dovrai subito inginocchiarti e prostrarti ai miei piedi che dovrai baciare rapidamente ma con passione. Dopo dovrai mettere il mio piede sulla tua testa come hai fatto poco fa e aspettare in questo modo il ​​mio prossimo ordine - quando sembrava che lei avesse terminato il suo discorso, lei aggiunse - Inoltre, non ti è più permesso indossare abiti in questo casa -

“ Cosa ? Dovrei anche andare in giro nuda come un verme ? Nella mia stessa casa ? ” io pensai subito ed ancora una volta non potei fare altro che chiedermi perché mi stavo comportando in quel modo, perché avevo consegnato la mia vita nelle mani di Megan, senza fare alcuna resistenza. Io vidi il suo sorriso soddisfatto mentre lei mi stava privando di un'altra cosa, rendendo sempre maggiore la mia umiliazione.

Mi spogliai difronte a lei con un po’ di imbarazzo, anche Megan non mi aveva mai vista nuda. Quando anche le mie mutandine ed il mio reggiseno caddero per terra, io la sentii ridere soddisfatta ma ciò non mi fermò ed io mi affrettai a seguire le istruzioni che mi aveva dato poco prima. Mi avvicinai a lei sempre di più e mi inchinai ai miei piedi della padrona ricoprendoli di baci. Dopo un minuto io misi il suo piede sinistro sulla mia testa e rimasi in attesa di un suo ordine. Lei stava ancora indossando le infradito, quindi era la suola di questo che premeva sulla mia testa, sporcando e mettendo in disordine i miei capelli che erano stati sempre così perfetti.

Rimasi in quella posizione umiliante per quasi mezz'ora, Megan mangiò lentamente il suo panino, continuando a guardare la TV, assolutamente incurante di avere un'altra ragazza sotto i suoi piedi come se fosse abituata ad avere una schiava prostrata al suo cospetto. Quando lei finì il suo pasto, lei tolse il piede dalla mia testa e con esso spinse all’insù il mio mento in modo da permettermi di guardare il suo volto. Non mi ricordavo di aver mai visto Megan così felice, i suoi occhi ambrati scintillavano ed il suo sorriso trasmetteva una grande senso di pace. Io pensai per un attimo di essere la responsabile della sua felicità e quel pensiero, ancora una volta, mi fece sentire così orgogliosa.

- Lo sai perché una schiava deve essere sempre nuda davanti alla sua padrona ? - lei chiese all’improvviso.

- No padrona - io risposi con sincerità

- Perché una padrona deve poter vedere in qualsiasi momento le sua proprietà -

“ Allora io ero ormai una sua proprietà ? Come le infradito che stava indossando ? “ io dissi a me stessa mentre un’emozione familiare scosse il mio basso ventre. Megan afferrò improvvisamente i miei capezzoli, cogliendomi di sorpresa ed io cominciai a gemere di dolore.

- Capisci quello che sto dicendo ? Queste tette sono di mia proprietà adesso - lei disse torcendo i miei capezzoli - questo corpo è di mia proprietà adesso, quello che hai tra le gambe è una mia proprietà adesso ed io posso farci tutto quello che voglio. Hai capito schiava ? -

- Sì padrona - io risposi lottando contro il dolore.

- Di chi sono queste tette ? -

- Sono tue padrona -

- Di chi è questo corpo ? -

- È tuo padrona -

- A chi appartiene questa ? - e lei mise la mano tra le mie gambe scoprendo (se non lo sapeva già) quanto fossi eccitata in quel momento.

- Appartiene a te, oh mia padrona - io dissi ancora una volta

Lei portò alle mie labbra le sue dita coperte dai miei fluidi ed io non esitai un secondo a leccarle con fervore, assaggiando per la prima volta i miei umori.

- E non voglio vedere più questi peli la prossima volta. Sono stata chiara ? - lei disse

- Sì padrona - io risposi continuando a leccare le sue dita e pensando che Megan aveva appena preso il controllo di un'altra cosa della mia vita.

Poi, mentre io stavo succhiando il suo indice, lei mi chiese :

- A chi appartieni tu, Victoria ? - chiamandomi per nome per la prima volta da quando l’avevo supplicata di essere la sua schiava.

- A voi padrona. Io appartengo a voi - io dissi con il suo dito ancora in bocca

- E che cosa sei tu ? -

- Io sono la vostra schiava devota, io sono una vostra proprietà, fate di me quello che volete. Io esisto solo per servire la mia padrona - e con quelle ultime parole io mi inchinai nuovamente ai suoi piedi, baciando avidamente le sue soffici dita senza fermarmi un secondo per riprendere fiato. Megan mi permise di lavorare ai suoi piedi per quasi cinque minuti, poi lei disse :

- Ok adesso basta. Dobbiamo lavorare un po’ sulla tua postura. Gambe divaricate, schiena dritta, mani sulle cosce, con i palmi rivolto verso l’alto. Quando io ti dirò "inginocchiati" tu dovrai assumere questa posizione -

Mi sentivo così umiliata ed esposta in quella posizione, ma era chiaro che la mia padrona voleva avere una visione perfetta della mia vagina.

"La sua vagina" mi corressi, oramai ero una semplice proprietà ed io non potevo possedere nulla.

- Brava la mia ragazza - lei disse dandomi un bacio sulla fronte, poi lei si tolse le sue infradito e mi mise il piede destro in faccia, intrappolando il naso tra le dita dei piedi. Quel profumo mi ipnotizzò ancora una volta ed io incominciai ad annusare sonoramente.

- La mia schiavetta vuole fare un gioco con la sua padrona ? - lei disse stringendo con più forza il mio naso e costringendomi ad annuire.

- Si padrona - io confermai, ma con il naso tra le sue dita e con la pressione della sua piante sulle mie labbra, le mie parole furono quasi incomprensibili.

- Brava la mia ragazza - lei disse di nuovo ed io fui molto delusa quando lei allontanò il suo piede. Megan prese un’infradito e la lanciò dall’altra parte della stanza - Riportamela! -


Non avevo bisogno di altre informazioni, il gioco era semplice ed io nuda e a quattro zampe mi mossi per la stanza proprio come un cane. Presi la sua infradito con la mia bocca, facendo attenzione a non lasciare dei segni con i miei denti e cercando di gustare il sudore del suo piede che si era trasferito nel “giocattolo” che avevo in bocca, io la riportai alla mia padrona che mi premiò permettendomi di dare dei bacetti al suo piede, prima di lanciare nuovamente la sua infradito. Giocammo in quel modo per ore e ore ed io ero così felice di sentire Megan ridacchiare mentre lei si divertiva un mondo a vedere il suo cagnolino scorrazzare per il salotto, che quasi mi dimenticai che il cagnolino ero io.

Quando Megan si annoiò, lei lanciò per aria anche l’altra infradito e mi disse :

- Vado a mettere in ordine la mia stanza. Non ti preoccupare - poi aggiunse, vedendo la delusione sul mio volto - La mia cagnolina può continuare a giocare con le mie infradito. La mia schiava non ha ancora il permesso di leccarmi i piedi, ma il mio cane può leccare le mie calzature per tutto il tempo che vuole - e con un'ultima risata lei se ne andò.

Ancora a quattro zampe, io mi lanciai subito verso le sue infradito ed incominciai a leccarle freneticamente, coprendo ogni centimetro con la mia lingua e assaporando il sudore dei piedi della mia signora. Quando la mia lingua raggiunse la stringa che poco prima era stata tra le dita dei piedi della mia padrona, io gustai la cosa più deliziosa della mia vita e pensai che in quel momento io ero davvero il cane più fortunato del mondo.

Parte 6 : Una lingua senza riposo

Continuai a leccare le infradito di Megan fino all’ora di cena e quando la mia padrona apparve di fronte a me e lei vide che io stavo ancora leccando le sue calzature, lei scoppiò a ridere. Dovevo sembrare così patetica. Io mi inchinai ai suoi piedi così come ero stata istruita, con le infradito ancora nella mia bocca, poi io li lasciai cadere sul pavimento e baciai con devozione i piedi della mia padrona. Ancora una volta le mostrai la mia sottomissione mettendo il suo piede sulla mia testa, ma questa volta lei lo tolse quasi immediatamente.

- Vai a preparare la cena. Fai qualcosa anche per te, devi mangiare. Quando è tutto pronto, servirai la cena qui -

- Sì padrona - io risposi, tornando a comportarmi come un essere umano dopo aver trascorso tutto il pomeriggio ad agire come un cane.

Con un movimento rapido della sua mano Megan mi congedò, io mi alzai e corsi a preparare la cena. Quando tutto fu pronto, io andai al piano di sopra per chiamare la mia signora. Dopo aver ripetuto la nostra solita routine, con il suo piede ancora sulla mia testa io dissi :

- Padrona, la cena è pronta -



Il tavolo era stato apparecchiato per due, poiché lei mi aveva detto di cucinare qualcosa anche per me, ma quando io stavo per prendere posto a tavola, Megan disse:

- Vuoi mangiare subito ? O vuoi aspettare che io finisca di mangiare ? - io sapevo che lei mi stava mettendo alla prova e sapevo bene che in realtà io non avevo scelta, una schiava non può scegliere o prendere decisioni, una schiava deve solo obbedire e nonostante quelle parole, io ero consapevole che il suo era un ordine.

- Aspetterò che voi finiate il vostro pasto - io risposi con un filo di voce e con il mio stomaco che brontolava.

Megan sembrò molto contenta della mia risposta, poi lei schioccò le dita e indicò il pavimento accanto alla sua sedia. Mi inginocchiai subito accanto a lei pensando che ormai non aveva nemmeno bisogno di parlare per darmi un ordine e questo dopo un solo giorno che ero diventata la sua schiava. Mi chiesi che livello avrebbe raggiunto la mia obbedienza in uno o due mesi. Poi i miei pensieri furono interrotti bruscamente da uno schiaffo sul mio viso.

- È così che sei stata istruita ad inginocchiarti ? - Megan disse irritata.

Scossa da quell'improvvisa violenza, io mi affrettai ad assumere la posizione corretta mentre le lacrime cominciavano a rigare il mio viso.

- Mi perdoni padrona, non succederà più - io riuscii a dire con un sussurro.

Megan non disse niente e continuò a mangiare ignorandomi. Quando lei finì la sua cena, si alzò e se ne andò a sedersi sul divano. Non avendo ricevuto un contrordine io finalmente iniziai a mangiare.


Dopo cena mi sono avvicinata alla mia signora che senza guardarmi schioccò le sue dita e subito mi inginocchiai ai suoi piedi. Stesi ben attenta ad assumere la giusta posizione quella volta ed io allargai le mie gambe cosicché la mia vagina fosse completamente esposta. Cercai un segno di approvazione ma Megan mi stava ignorando come al solito. Dopo un paio di minuti non sapevo più cosa fare e mi chiesi quando la mia signora mi avrebbe dato un nuovo ordine. Poi all’improvviso lei sollevò le gambe ed arpionando il mio collo con il suo piede destro, Megan mi tirò verso di lei e per evitare di cadere di faccia in avanti, io distesi la braccia e frenai la caduta. Non appena io fui a quattro zampe lei appoggiò i suoi piedi sulle mie spalle riducendomi ad essere nuovamente il suo poggiapiedi. Megan continuò a guardare la TV per circa tre ore, la mia schiena mi faceva sempre più male ma io non osavo muovermi. Fu particolarmente faticoso quando lei incrociò le caviglie perché tutto il peso era concentrato in un solo punto. Megan sembrava indifferente alla mia sofferenza.

"Come può trattare la sua migliore amica in questo modo ? ” io mi chiesi. Poco dopo però io pensai che io non ero più la sua migliore amica, io ormai ero solo la sua schiava, ero una sua proprietà e non c’era nessuna differenza tra me e il divano su cui si stava rilassando, il tavolo su cui aveva mangiato o la sedia sulla quale si era seduta. Megan mi possiede, lei possiede il mio corpo e può fare tutto quello che vuole con esso. È vero quella mattina le avevo confessato che avevo amato essere il suo poggiapiedi ma il giorno prima era stato così diverso, io avevo avuto i suoi meravigliosi piedi vicino al mio viso e potevo odorare quello splendido profumo, ora invece non c'era nessun piacere per me, ora era come se io fossi diventata davvero come una parte dell’arredamento.

Quando la trasmissione televisiva finì, Megan si alzò e se ne andò senza dire una parola, lasciandomi da sola, ancora a quattro zampe. Rimasi in quella posizione per altri trenta minuti piangendo in silenzio.






La mattina seguente mi svegliai presto ed andai in cucina per preparare la colazione. Pochi minuti più tardi sentì la porta di ingresso sbattere ed un momento dopo Megan apparve di fronte a me. Lei aveva i capelli legati a coda di cavallo e apparentemente aveva già fatto la sua corsa mattutina, infatti era molto sudata.

- Vuoi farmi arrabbiare già di primo mattino ? - lei chiese guardandomi intensamente.

L'ho guardata senza capire di cosa stesse parlando, poi io vidii che lei stava battendo il piede nervosamente e capii subito. Un secondo dopo io ero prostrata ai suoi piedi, baciando le sue scarpe da ginnastica.

- Per favore mi perdoni padrona, mi sono appena alzata e la mia mente non è ancora lucida - io la pregai tra un bacio e l’altro. Potevo sentire bene il calore che i suoi piedi emanavano attraverso le scarpe e sicuramente potevo odorare senza sforzo i suoi piedi sudati.

- Oh poverina, la tua mente non è ancora lucida ? Allora mentre io farò colazione, tu pulirai per bene le mie scarpe con la tua lingua. Vediamo se finalmente ti svegli - lei disse con un sorriso diabolico.

Le sue scarpe erano davvero sporche e nella sinistra io vidii anche tracce di fango. Guardai Megan con degli occhioni da cucciolo sperando che lei avesse pietà di me, ma fu tutto vano e lei continuò a guardarmi con un sorriso. Senza speranza io tirai fuori la mia lingua ed incominciai a leccare la punta delle sue scarpe rimuovendo tutta la sporcizia che si era accumulata nel tempo. La mia lingua lavorava freneticamente mentre la mia signora mangiava senza nessuna preoccupazione al mondo. Quando la punta delle sue scarpe erano tornate al loro colore originale, io poggiai una guancia sul pavimento ed iniziai a leccare i lati delle scarpe del mio proprietario, assaporando la polvere e anche un po’ di fango che aveva sporcato la scarpa sinistra. Quando io pensai di aver ormai finito, Megan sollevò un piede ed io scoprii con orrore che dovevo pulire anche le suole. Ebbi un attimo di esitazione.

“ Chissà con cosa sono entrate in contatto queste suole, potrei prendermi qualche malattia ” io dissi a me stessa.

Megan mi fece superare quella esitazione, mettendo la suola delle sua scarpa destra sul mio viso e la mia lingua riprese subito a lavorare, assaggiando l’asfalto ad ogni leccata. Megan aveva ormai finito da tempo la sua colazione, quando il mio lavoro fu finalmente completo. La mia padrona ispezionò il mio lavoro e con un sorriso disse :

- Sei davvero un ottima leccascarpe. Forse dovrei farti lavorare da qualche parte, sono sicura che molte donne amerebbero avere qualcuno come te che pulisca in questo modo le loro scarpe mentre loro fanno shopping - io la guardai con orrore ma per qualche motivo io provai ancora una volta un brivido nel mio basso ventre. Poi Megan aggiunse - E rimanendo in tema, dobbiamo fare shopping ed in mezz'ora devi essere pronta per uscire. Io vado a farmi una doccia - e con queste parole lei uscì dalla cucina.

" Shopping ? Perché ? “ mi chiesi curiosa ma poi mi sono ricordata che avevo solo mezz’ora di tempo e corsi a prepararmi per uscire.



Quando fui pronta, Megan era già alla porta d'ingresso.

- Sei qui finalmente - lei disse quando arrivai e mi inginocchiai per baciare rapidamente i suoi piedi, confinati dentro delle ballerine.

Lei mi lasciò baciare i suoi piedi per diversi minuti poi mi disse :

- Dal momento che hai fatto un buon lavoro con le mie scarpe da ginnastica, ho pensato che tu ti meriti una ricompensa - io vidii che lei stava nascondendo qualcosa dietro la schiena e con stupore realizzai che erano un paio di calzini e giudicando dall'odore che arrivò immediatamente al mio naso, io capii che erano quelli che aveva indossato durante la sua corsa mattutina. Come se lei mi avesse letto nella mente, Megan anticipò la mia domanda e con un sorriso, disse :

- Apri la bocca ! - incapace di resistere al suo ordine io aprì la mia bocca e lei mise i suoi calzini umidi all’interno. Il sapore era indescrivibile ed io non riuscivo a capire se mi piacesse o no.

- Cerca di tenere la bocca chiusa se vuoi che le altre persone non vedano che te ne vai in giro con un paio di calze sporche in bocca - lei mi disse, dandomi dei colpetti in testa e conducendomi fuori di casa. Rassegnata a dover andare a fare shopping per ore in quel modo umiliante e sentendomi sempre più patetica, io seguii la mia bella e diabolica padrona.


Parte 7 : Una vecchia conoscenza

Si dice che le donne amino fare shopping più di qualsiasi altra cosa al mondo e fin a quel giorno quel detto era assolutamente vero anche per me. Come ogni altra donna avevo sempre amato fare shopping ed essendo una ragazza molto ricca, ogni volta che tornavo a casa dopo diverse ore in giro per negozi i miei acquisti riempivano totalmente il grande bagagliaio della mia Porsche Cayenne. Ovviamente era compito dei miei servitori trasportare la montagna di roba che avevo comprato. Il compito di accompagnarmi era di solito di Jane, una ragazza di venticinque anni con i capelli castani e con degli splendidi occhi verdi. Jane era l'unica persona in casa mia con cui ero solita parlare quando mia madre era via. Avendo pochi anni di differenza, avevo spesso confessato a lei tutte le emozioni che provavo ed i suoi consigli sui ragazzi si erano rivelati spesso utili. Dopo Megan, io l’avevo sempre considerata la mia migliore amica. Mio padre però mi rimproverava spesso quell’atteggiamento troppo amichevole con la servitù, dicendomi che Jane trascurava il suo lavoro quando era con me e dicendomi che non io non dovevo fare amicizia con i servi perché loro lo avrebbero sfruttato per lavorare di meno. Così io avevo iniziato a trattare Jane come tutti gli altri e quella fu la fine della nostra amicizia. Quando poi io le dissi che era stata licenziata come tutto il resto del personale (come Megan mi aveva suggerito di fare) Jane mi guardò con disprezzo e senza una parola era uscita dalla mia casa e dalla mia vita. O così almeno pensavo.



Dopo due ore di shopping Megan aveva fatto decine e decine di acquisti. Aveva speso migliaia di dollari comprando capi di alta moda, utilizzando naturalmente la mia carta di credito. Io fui costretta a portare in giro tutte i suoi acquisti, proprio come Jane faceva con i miei, con la differenza che io non ero solo la serva di Megan, ma ero anche la sua schiava. Jane non aveva mai dovuto andare in giro con un paio di calze sudate in bocca, non aveva mai dovuto aiutarmi nei camerini in ginocchio e sicuramente non aveva mai dovuto baciarmi i piedi ogni volta che provavo un paio di scarpe. Quando Megan fu finalmente soddisfatta, noi tornammo in auto ma non ci dirigemmo verso casa.

- Immagino che ti starai chiedendo dove stiamo andando - lei disse mentre guidava.

Ero rimasta sorpresa quando di mattina Megan aveva preso il posto del conducente, infatti io pensavo che mi avrebbe usato come il suo chauffeur come altro simbolo della mia sottomissione, ma Megan invece mi aveva detto che aveva sempre desiderato guidare una Porsche.

Cercando di restare concentrata al presente, io guardai Megan che guidava e non potendo parlare io annuì e la mia padrona scoppiò a ridere.

- Oh, sei così carina quando tieni la bocca chiusa. Forse dovresti avere i miei calzini sudati in bocca per ventiquattro ore al giorno. Sì, penso proprio che ti piaccia questa idea. Sei d’accordo schiavetta ? - Le sue parole mi avevano ferito ma mi avevano anche eccitato incredibilmente.


Quando raggiungemmo la nostra destinazione, io compresi che stavamo andando a vedere un film. Ovviamente fu Megan a scegliere che film vedere, io non potevo parlare e anche se avessi potuto farlo, non avrei mai contradetto la mia padrona. Il film scelto mi era completamente sconosciuto e dopo aver comprato due biglietti, io andai a prendere dei popcorn per Megan, io avevo già il mio snack dentro la mia bocca. La sala era completamente vuota, in effetti anche per i film più importanti c'erano poche persone agli spettacoli a quell'ora del pomeriggio, quindi non fu certo una sorpresa per me che ci fossimo solo noi due a vedere quel film. Poi però, pochi minuti prima che il film cominciasse, arrivò un'altra persona e con mio stupore io vidi che era Jane. Riconoscendola, Megan invitò la ragazza a sedersi vicino a noi. Jane mi ha guardò per alcuni secondi e quando io pensai che lei avrebbe rifiutato, lei si avvicinò e si sedette vicino a Megan.

- Ciao Jane, come stai? - chiese Megan con un sorriso

- Bene anche se finirò presto in mezzo alla strada a causa della tua amica - lei rispose, guardandomi con odio.

- Forse potresti tornare a fare il tuo vecchio lavoro - disse Megan lasciandomi stupita. Mi aveva detto lei di licenziare tutti i servi.

- Non ci penso proprio, ho una dignità io e non lavorerò mai più per questa puttana - Jane sbottò e subito le lacrime cominciarono a rigarmi il volto. Se solo avessi potuto dirle che non era stata una mia decisione.

- Ma non dovrai lavorare per lei - Megan disse e poi rivolgendosi a me aggiunse - tu hai finito di comandare le persone a bacchetta, non è vero schiavetta ? - e mi diede nuovamente dei colpetti in testa.

Non potevo credere che Megan avesse rivelato il mio nuovo status, ma io avevo paura di farla arrabbiare, così mi affrettai a annuire.

- Schiavetta ? Mi stai prendendo in giro ? - chiese Jane scioccata

- No, e posso dimostrarlo - disse Megan che schioccò le dita e indicò il pavimento.

Rassegnata a essere umiliata di fronte a una delle mie vecchie serve, mi misi in ginocchio ed iniziai a baciare freneticamente i piedi di Megan. La mia padrona indossava delle ballerine così io baciai soprattutto il collo del suo piede.

- Guarda guarda come è caduta in basso la piccola principessa - disse Jane eccitata. Lei sembrava davvero godersi la mia umiliazione e lo stesso faceva anche una parte di me, infatti io ero veramente molto bagnata.

- Baciale i piedi - Megan mi ordinò e rudemente lei spinse via la mia faccia con la suola della sua scarpa. Umiliata io strisciavi come un verme ai piedi di Jane.

La ragazza indossava degli stivaletti neri di cuoio e quando io incominciai a baciare il suo piede sinistro, lei mise l’altro stivale sulla mia testa premendo con forza.

- Questo è un sogno che diviene realtà - disse Jane con gioia - Adesso capisci quale è il tuo vero posto ? Chi è la serva adesso ? Rispondimi - lei ordinò, togliendomi il piede dalla testa.

- Non può parlare - intervenne Megan - Avanti schiava, mostrale il perché. Apri la bocca -

Piena di vergogna io aprì la mia bocca e mostrai ciò che vi era all’interno e Jane scoppiò a ridere.

- I miei calzini sono dentro la sua bocca da questa mattina. Questa è la sua ricompensa per essere stata una brava schiava - spiegò Megan

- Una ricompensa ? Sei veramente patetica - mi disse Jane.

Il film nel frattempo era iniziato da un pezzo mentre io ero intrappolata tra i suoi stivali, baciando i piedi di una persona che una tempo era stata una mio serva. Improvvisamente mi sembrò che Megan si fosse alzata, ma non potevo esserne sicura perché non riuscivo a vederla dalla posizione umiliante in cui mi trovavo. Io sentii che lei stava dicendo qualcosa all’orecchio a Jane, poi a voce alta Megan mi disse :

- Schiava ci vediamo più tardi, ho dimenticato di comprare una cosa. Alla fine del film aspettami vicino l’auto - Prima che potessi fare o dire qualcosa, Jane aumentò la pressione sulla mia testa e mi ritrovai letteralmente schiacciata sotto il suo stivale. Quando Megan se ne andò, Jane tolse il suo piede dalla testa e tirando con violenza i miei lunghi capelli biondi, lei mi costrinse a guardarla.

- Adesso sei tutta mia - lei disse, poi lasciò la presa sui miei capelli e disse con tono autoritario - Toglimi gli stivali schiava ! -

Come con Megan io non ebbi la forza di disobbedire e mi chiesi ancora una volta se la posizione dei miei genitori ed la mia ricchezza avessero sempre nascosto la mia indole sottomessa. Io tolsi dolcemente gli stivali di Jane e scoprii con stupore che lei non indossava calzini. I suoi piedi erano molto ben curati e sulle unghie aveva uno smalto rosso fuoco. Notai che il suo secondo dito era molto lungo e mi ricordai di aver letto una volta che quello era un segno di leadership ed alla vista dei suoi bei piedi mi sembrò subito di essere così inferiore a lei. L'odore dei suoi piedi era molto intenso, ma ciò non mi impedì di annusare i suoi piedi come un cane da caccia. Jane mi fece sdraiare sulla schiena e poggiò i suoi piedi sudati sul mio viso. Eccomi lì, usata nuovamente come un poggiapiedi, questa volta da una mia ex serva. Jane strofinò con forza i suoi piedi sul mio viso, trasferendo in esso tutto il sudore e per un attimo io fui delusa di non poter rimuovere il sudore dai suoi piedi con la mia lingua.

“ Che cosa sono diventata ? Mi dispiace di non poter leccare i piedi di una mia vecchia serva ? “ io pensai disperata mentre Jane intrappolava il naso tra le dita dei piedi, facendomi subito perdere in quel profumo meraviglioso, la mia figa stava gocciolando.

- Questo film è davvero orribile ma nonostante ciò sono sicura che queste saranno le migliori tre ore della mia vita - disse Jane ridendo.


Parte 8 : Una vera schiava

Il tempo sembrò volare e senza che me ne rendessi conto erano già passati dieci giorni, dieci giorni da quando avevo supplicato Megan di poter leccare i suoi piedi, mettendo nelle sue mani il mio cuore e la mia anima e diventando la sua schiava, una sua proprietà. Solo dieci giorni ma per me era come se fosse passato un secolo, avevo quasi dimenticato come si provava essere liberi, avevo quasi dimenticato come era essere una ragazza normale che trascorre le sue giornate uscendo con le amiche, spettegolando, parlando di moda e di ragazzi. In quel momento invece ero totalmente estranea al mondo che mi circondava, non c'era più spazio per tutte quelle cose nella mia vita, ero totalmente concentrata sulla mia padrona e soddisfare i suoi desideri era l'unica cosa che mi importasse.
Una volta ero la ragazza più desiderata della città, i ragazzi avrebbero fatto di tutto per uscire con me. Ora, le poche volte che uscivo di casa, nessun ragazzo si fermava a guardarmi.

“ E perché avrebbero dovuto farlo ? Perché avrebbero dovuto guardarmi se la mia padrona era vicino a me ? Lei è così bella, una dea discesa sulla terra, solo un pazzo avrebbe potuto notare quell’essere patetico che camminava vicino a quella meraviglia. Io sono così inferiore a lei e non so come avevo fatto a non capirlo in tutti questi anni. Finalmente sono al posto giusto, prostrata ai suoi piedi. Una volta io sognavo di trovare l'uomo giusto, l'uomo che avrebbe fatto palpitare il mio cuore, l'uomo con cui avrei trascorso il resto della mia vita, adesso io sogno solo la mia padrona, io sogno solo di essere la migliore schiava del mondo così da poter avere finalmente il grande onore di leccare i suoi piedi ” io continuai a ripetere a me stessa.


In quei dieci giorni io trascorsi la maggior parte del tempo come poggiapiedi della mia padrona, di solito ero a quattro zampe con i suoi piedi sulla mia schiena mentre lei guardava la tv o leggeva un libro, ma a volte lei mi rese felicissima poggiando i suoi piedi nudi sulla mia faccia così che io potessi annusare tra le dita dei suoi piedi e smarrirmi in quell’aroma meraviglioso. Una sera mi trovavo sotto il tavolo con i piedi della mia padrona sul mio viso e mentre lei mangiava in silenzio, lei sfregava aggressivamente i suoi piedi nudi, leggermente sporchi di polvere, sul mio viso quasi come se io fossi uno zerbino. L'uso che stava facendo della mia faccia mi eccitò tantissimo e pensando di non essere vista io feci scivolare la mia mano tra le mie gambe iniziando a toccare la mia figa ormai completamente rasata, come la mia padrona aveva ordinato. Un calcio sul mio volto mi riportò bruscamente alla realtà.

- Cosa stai facendo sporca sgualdrina ? - lei mi disse, dandomi un altro calcio - Da ora in poi non potrai toccarti ed avere un orgasmo senza il mio permesso. Hai capito schiava?

- Sì padrona - io risposi dando via l'unica cosa che mi era rimasta. Avevo avuto così tanti orgasmi in quei giorno quando ero rimasta da sola da non riuscire a tenere il conto ed ora non potevo più farlo, o per lo meno non di mia spontanea volontà.

- Lo sai perché, schiava ? - chiese Megan guardandomi dritto negli occhi.

- Perché io sono la vostra proprietà, perché voi possedete questa - io risposi, indicando la parte più preziosa del mio corpo.

- Precisamente. Questa - e lei mise il suo piede tra le gambe mandandomi in estasi - è mia ed io solamente posso decidere che cosa vi entra e cosa vi esce -

Sentii il suo piede spingere sempre di più ed io non riuscii a tranese un gemito quando esso mi penetrò. La mia padrona cominciò a fottermi con il suo alluce ed i miei gemiti divennero sempre più forti.

- Avanti, vieni per la tua padrona - lei disse mostrando tutto il suo dominio su di me. Io obbedì e poi con un suo piede nella mia figa e l'altro nella mia faccia, io ebbi il più grande orgasmo della mia vita, poi persi i sensi.







Da quella notte la mia padrona non mi aveva più permesso di avere un altro orgasmo e di conseguenza ero diventata ancora più obbediente perché dentro di me io avevo la grande speranza che ubbidendole senza nessuna esitazione lei mi avrebbe fatto rivivere quell’esperienza fantastica. Uno dei miei compiti principali era pulire la casa e dal momento che Jane non sarebbe tornata a lavorare per altre due settimane, io perdevo più di due ore al giorno (ogni singolo giorno) a pulire i pavimenti, il bagno della mia padrona e fare il suo bucato, tutto questo mentre Megan era rilassata in piscina.


Fui molto sorpresa quando la mia padrona mi disse che saremmo dovuto andare in uno studio legale poche ore dopo. Megan vide il mio sguardo incuriosito e con un bel sorriso disse :

- Oggi è la tua grande occasione per mostrarmi la tua fedeltà, per dimostrare che sei veramente la mia schiava devota e se ti comporterai bene ti darò una ricompensa che amerai alla follia, ti darò l'onore di poter leccare i mie piedi per la prima volta -

Più felice di quanto fossi mai stata nella mia vita, io caddi in ginocchio e cominciai a baciare i suoi meravigliosi piedi senza un attimo di riposo.

- Grazie padrona, grazie - io dissi tra un bacio e l’altro - mi comporterò bene, lo prometto. Vi dimostrerò che sono la vostra schiava devota, farò qualsiasi cosa per voi padrona, obbedirò a ogni vostro ordine - io continuai a ringraziarla per più di dieci minuti, continuando a ricoprire i suoi piedi di baci e quando lei avvicinò la sua mano per fermarmi, io baciai con devozione anche quella.



Nel grande studio legale mi furono presentate una lunga serie di documenti. Megan era seduta accanto a me e mi guardava con molta attenzione mentre io leggevo un foglio dopo l’altro. Come mi aspettavo con quei documenti io avrei trasferito tutto il mio denaro nel conto bancario di Megan e così anche Thomas Manor e la casa sul lago. Quello era un momento cruciale, io stavo per segnare il mio destino. Se avessi firmato quei documenti non sarei più potuta tornare indietro, sarei stata sua per sempre. Guardai intensamente la meravigliosa donna che era seduta accanto a me e che fino a poco tempo prima era stata la mia migliore amica. Megan stava sorridendo e con un movimento del capo lei mi costrinse a guardare i suoi piedi. Indossava un paio di costosi tacchi a spillo che aveva appena acquistato. Ricordando la ricompensa che mi aspettava a casa, io compii il mio destino. Quando l’ultima goccia di inchiostro si depositò sul foglio di fronte a me, io non ero più Victoria Thomas, una ragazza milionaria che aveva ereditato una fortuna dai suoi genitori, ma ero Victoria Thomas, una ragazza che aveva dato tutto quello che possedeva (inclusa se stessa) alla sua migliore amica, un orfana che ora possedeva due enormi tenute e più di dieci milioni di dollari, un’orfana che possedeva una bella e devota schiava che avrebbe obbedito ad ogni suo ordine con uno schiocco delle sue dita, una schiava devota che le avrebbe leccato i piedi per il resto della sua vita.


Io rimasi molto sorpresa quando l'avvocato mi presentò un altro documento. Vidi con stupore che Megan mi avrebbe fatto un prestito di centomila dollari che avrei dovuto restituire in tre anni, senza interessi. Mi chiesi perché lei mi stava dando quel denaro dopo aver appena preso tutto quello che avevo. Ancora una volta io guardai la mia padrona e quando vidi il suo sorriso io capii che lei mi stava offrendo una possibilità, che mi stava dando la possibilità di poter avere una nuova vita se in futuro io avessi avuto qualche ripensamento. Mentre io pensavo a quanto lei era stata buona con me, io ebbi il fortissimo desiderio di prostrarmi ai suoi i piedi lì stesso e baciarli per ringraziarla. Nel frattempo io avevo sempre di più l’acquolina in bocca pensando alla mia ricompensa futura.
 
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view post Posted on 13/5/2017, 14:32     +1   -1

Professore/essa SM

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Stupendo. E' bellissimo,complimenti.
 
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view post Posted on 14/5/2017, 13:51     +1   -1
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Complimenti veramente molte intrigante!!!! Bravo!!!!
 
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view post Posted on 23/5/2017, 14:54     +1   -1

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Non continua?
 
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view post Posted on 25/5/2017, 06:16     +1   -1
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Sì continua ma purtroppo ho diversi esami in questo periodo e non molto tempo per tradurre. Sono contento però che la storia ti interessi slaveale, i pochi commenti fino ad ora mi hanno un po' deluso in effetti
 
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view post Posted on 25/5/2017, 06:31     +1   -1

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CITAZIONE (Yagamilight @ 25/5/2017, 07:16) 
Sì continua ma purtroppo ho diversi esami in questo periodo e non molto tempo per tradurre. Sono contento però che la storia ti interessi slaveale, i pochi commenti fino ad ora mi hanno un po' deluso in effetti

Non tutti sono predisposti a storie più complesse. C'è chi preferisce leggere racconti di 10 righi con sole pratiche e senza risvolto psicologico.
Ma non ti piccare: meglio pochi ma buoni ;)
 
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view post Posted on 25/5/2017, 19:26     +3   +1   -1
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Ho notato che avevo già tradotto metà del capitolo successivo, quindi ho deciso di completare il lavoro e postarlo

Parte 9: Finalmente la ricompensa ?

Quando uscimmo dallo studio legale Megan non mi disse una parola, lasciandomi un po' delusa. Pensavo lei fosse felice e che mi avrebbe mostrato un po’ di gratitudine per quello che avevo appena fatto, per averle dato tutto quello che possedevo. Poi mi ricordai che ormai io ero solo una schiava e che dovevo obbedire agli ordini della mia padrona senza aspettarmi nulla in cambio.

“ Ma io sto aspettando qualcosa in cambio, io sono in attesa di avere la mia ricompensa. Ho fatto tutto questo solo per poter fare quello che è diventato ormai una vera ossessione, il pensiero fisso che mi tiene sveglia la notte ” io pensai mentre nel parcheggio seguivo a pochi passi di distanza la mia signora. Quando arrivammo vicino all’auto io mi affrettai ad aprirle la sportello posteriore. Megan si era già annoiata di guidare la mia Porsche e come avevo previsto, ero ormai diventata la sua autista.

“ La sua Porsche” io mi corressi, mentre quella donna meravigliosa entrava con eleganza dentro la lussuosa auto.

Quando lei prese posto comodamente all'interno della Porsche, io non chiusi subito lo sportelo, invece caddi inginocchio e senza preoccuparmi di essere vista da altre persone, io disperatamente le chiesi :

- Padrona, sono stata una buona schiava ? -

Megan mi guardò intensamente con i suoi bei occhi ambrati ed il mio cuore si riempì di gioia quando un sorriso affascinante apparve sul suo volto angelico. Lei allungò la sua gamba verso di me ed io iniziai a baciare freneticamente il suo piede destro.

- Grazie padrona, sono felice di averla servita bene - io dissi, che patetica vista dovevo essere per le persone che passavano di lì in quel momento.






Appena misi piede in casa, mi affrettai a togliermi i miei vestiti per essere come la mia padrona mi desiderava, nuda per consentirle di vedere la sua proprietà. Strisciai verso di lei, che si era seduta comodamente sul divano e mi prostrai ai suoi piedi. Megan mi mise la sua scarpa con il tacco sulla testa e mi schiacciò il viso sul pavimento. Gemetti di dolore e mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il volto, lei mi disse :

- Perché ti stai lamentando ? Non è questo quello che volevi ? Non era il tuo sogno essere schiacciata come un verme sotto i piedi della tua migliore amica ? -

- Sì padrona - risposi con un filo di voce, non capendo perché mi stesse trattando in modo così rude.

- Cosa hai detto schiava ? Non sei nemmeno capace di parlare adesso ? Sei davvero una cagna patetica. Dai abbaia per la tua padrona ! - lei mi disse dandomi un calcio violento ed improvviso, facendomi rotolare sul pavimento.

Con un grande sforzo mi misi a quattro zampe, mi avvicinai di nuovo a Megan e cercando di non scoppiare a piangere, io cominciai ad abbaiare perdendo l'ultimo pezzo di dignità che mi è era rimasto. Megan scoppiò a ridere davanti alla mia umiliazione finale ed io notai che ero bagnata una volta ancora. La mia padrona mi fece camminare a quattro zampe per tutta la stanza, senza smettere di abbaiare per un solo secondo. Poi Megan si tolse le scarpe e disse :

- Vieni qui cagnolina, vieni ad annusare le scarpe della tua padrona -

Senza perdere tempo io mi avvicinai a lei e misi il mio naso all'interno della scarpa che la mia signora teneva in mano. L'odore era piuttosto forte ma ciò non mi impedì di annusare la sua scarpa come un cane da caccia. Potevo sentire bene anche l’odore del cuoio oltre il profumo del piede della mia signora, una fragranza che avevo annusato così tante volte in quei giorni che l’avrei potuto riconoscere tra mille. Nella mia mente balenò subito l'immagine di me che strisciavo ai piedi di decine di donne annusando un piede dopo l'altro.

“ La mia padrona ha ragione, non sono altro che una patetica cagna " io pensai, percependo quanto la mia figa fosse bagnata.

Non potevo più resistere ma sapevo che non potevo toccarmi davanti alla mia signora, quindi dovetti trovare un altro modo e qualche secondo dopo, io aggiustai la mia posizione in modo che la mia figa fosse in contatto con il pavimento. Era una posizione scomoda, ma Megan non notò che stavo sfregando “ la sua " figa sul freddo pavimento. O così almeno pensavo.

- Sei solo una cagna in calore - lei mi disse calciandomi il viso con il piede scalzo. Poi però quando Megan vide il casino che avevo combinato sul pavimento, lei gridò :

- Guarda cosa hai fatto al mio pavimento stupida cagna - anche in quel momento di rabbia era in grado di riuscire a trovare le parole giuste per umiliarmi.

"Il mio pavimento... ha ragione, è il suo pavimento ora. Questa ormai è casa sua " io pensai prima di essere riportato alla realtà dal momento del dito della mia padrona.

- Pulisci - lei disse imperiosamente, indicando il punto ricoperto dai miei fluidi.

Sapevo bene cosa lei desiderasse così tirai fuori la mia lingua e leccai tutta la zona che avevo sporcato. Non mi piacque tanto il gusto dei miei umori, ma non osavo disobbedire alla mia padrona, così continuai a leccare il pavimento proprio come avrebbe fatto un vero cane. Quando il pavimento fu finalmente pulito, Megan si alzò dal divano e dopo avermi detto - Aspetta - lei se ne andò al piano di sopra.

La mia padrona tornò dopo qualche minuto con una grande busta che non riconobbi, poi pensai che doveva essere qualcosa che doveva aver comprato mentre io ero al cinema e venivo usata come un poggiapiedi da Jane.

- Vieni qui - mi disse, invitandomi sensualmente con un dito.

Quando mi avvicinai, ancora a quattro zampe, lei tirò fuori dalla busta un sottile collare metallico, l’ultimo simbolo della mia schiavitù. Non appena il freddo metallo entrò in contatto con la mia pelle, io sentii un brivido nel mio basso ventre. Megan si spostò dietro di me ed io sentii un piccolo click quando la piccola serratura si chiuse.

- Questa la tengo io - disse Megan mostrandomi una minuscola chiave e aggiungendo - Non pensare nemmeno per un secondo di togliertelo. Tu porterai questo collare per il resto della tua vita, vedi di abituartici presto - lei disse con un sorriso mentre le sue parole si facevano spazio dentro il mio cuore.

Sarei stata la sua schiava per il resto della mia vita e non c'era niente che potessi fare per cambiare le cose. Era stata una mia scelta dopotutto, io le avevo donato tutte le mie cose, io avevo supplicato la mia migliore amica di essere la sua schiava. I nostri occhi si incontrarono per un attimo ed io capii che lei sapeva cosa avevo appena realizzato nel profondo della mia anima…che sarei stata sua per sempre.

Megan cercò qualcos’altro all’interno della busta e quando io sentii un tintinnio, lei tirò fuori un guinzaglio di metallo che agganciò al mio collare e per qualche motivo ebbi quasi un orgasmo sul posto. La mia signora tirò con forza il guinzaglio e mi portò a spasso per tutta la casa per ben tre volte. Quando ritornammo in salotto Megan mi mostrò un altro dei suoi acquisti, un paio di manette. Mi ammanettò le mani dietro la schiena e mi fece inginocchiare vicino ad un poggiapiedi ottomano che mia madre aveva provato diverse volte a gettare via perché troppo vecchio, incontrando però la forte resistenza di mio padre. Megan legò l'altra estremità del guinzaglio attorno alla gamba dell’ottomano rendendomi impossibile qualsiasi movimento. La mia figa ricominciò a gocciolare come se avesse previsto quello che sarebbe successo qualche secondo più tardi. La mia padrona si gettò sul divano e appoggiò i suoi piedi sull'ottomano, a qualche centimetro dalla mia faccia. Poi ispezionò le piante dei suoi piedi e disse :

- Schiava, i miei piedi sono sporchi. Puliscili ! -

Quasi non credevo alle mie orecchie, io guardai con attenzione la mia signora e lei sorrise quando vide la gratitudine nei miei occhi, poi io spostai il mio sguardo sull’oggetto del mio desiderio. I piedi di Megan erano veramente sporchi ed immaginai che andare su e giù per la casa non era stata una coincidenza. Io tirai fuori la mia lingua e con rispetto incominciai a leccare le sue piante. Ero al settimo cielo, il mix di sudore e di polvere era assolutamente delizioso ed io mossi freneticamente la mia lingua su e giù per tutte le sue piante, leccando ogni centimetro. Lavorai molti minuti sui suoi talloni, che si rivelarono essere la parte più difficile da pulire. Quando anche questi furono privi di sudore e di polvere, io spostai la lingua sulle dita dei piedi, leccando tra di esse e perdendomi in quella operazione. Quello era il mio posto, inginocchio con la mia lingua intrappolata tra le dita dei piedi della mia padrona. Quando Megan spinse la punta del suo piede sinistro contro le mie labbra io non opposi nessuna resistenza ed iniziai a succhiare come se fosse un lecca-lecca. Megan ridacchiò e inserì tutte le altre dita nella mia bocca, prima dentro e poi fuori. Stava praticamente fottendo la mia bocca con il suo piede. Megan ripeté quell'operazione con l'altro piede prima di presentarmi nuovamente le sue piante. I suoi piedi erano completamente coperti dalla mia saliva e sembravano quasi brillare.

- Ma guarda - disse Megan improvvisamente - sei così patetica. Quando in tutti questi anni venivo qui per vederti non avrei mai immaginato che un giorno sarei stata la proprietaria di questa casa enorme e che la ricca e potente Victoria Thomas sarebbe stata nuda al mio guinzaglio, leccandomi i piedi come un cane, una schiava pronta ad obbedire ad ogni mio ordine al solo schiocco delle mie dita -

Le sue parole mi fecero solo eccitare sempre di più ed io leccai le sue piante con sempre più velocità, muovendo la mia lingua proprio come un cane.

- Schiava, goditi la tua ricompensa mentre mi faccio un pisolino. Non credo di doverti dire che non puoi rimuovere la tua lingua dai miei piedi nemmeno per un secondo - Megan disse.

Aveva ragione, lei sapeva bene che se fosse stato possibile io le avrei leccato i piedi senza sosta per il resto della mia vita, una vita da schiava della mia migliore amica.
 
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view post Posted on 25/5/2017, 21:36     +1   -1

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Stupendo!! Secondo me è meglio se pubblichi un episodio alla volta.
 
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