Ci sono storie e storie, qualcuna bella, qualcuna brutta, qualcuna divertente, altre fin troppo dure...
Beh, se dovessi raccontare questa, non saprei affatto come classificarla...dolce forse? Direi piuttosto atipica, certamente.
Mi piacerebbe riuscire a raccontarvela per riuscire a farvi provare anche solo metà di ciò che ho provato io.
Credo sia giusto raccontare bene tutto fin dall'inizio...
Se siete fra quelli che odiano le introduzioni lunghe, mi spiace
Ormai sono all'università, le cose sono cambiate dai tempi del liceo. Non troppe in effetti: le passioni, gli hobby sono sempre gli stessi, sono le sfide della vita ad essere più dure. In tutto questo al liceo sono stato segnato da un'esperienza che mi ha cambiato la vita, un cocktail di passione e follia, con una ricchissima dose di dolcezza. Mi chiamo Federico e ho 20 anni, ma tutto ciò che vi sto per raccontare è accaduto in quarto superiore, con Valentina. Credo sia la persona a cui tengo di più al mondo.
Io sono sempre stato il classico ragazzo semi-nerd, appassionato di videogiochi, musica e fumetti, ma di certo non asociale. Mi mantenevo nel mezzo, insomma. La nostra classe era stata divisa dopo il terzo anno, così erano rimaste solo 2 ragazze, per giunta anche abbastanza pesanti e fastidiose, ma grazie a Dio una ragazza di un'altra sezione aveva cambiato, perché non si era integrata nel gruppo delle compagne. Valentina era bellissima, non troppo alta, capelli scuri a caschetto, carnagione molto chiara, occhi verdi, la classica ragazza nerd, ma quando la vidi per la prima volta mi incuriosì.
Ce ne erano di ragazze più belle nella scuola, ma il suo stile, la sua voce...aveva un non so che di estremamente affascinante. Dopo l'inizio di scuola le settimane volarono, ed ebbi modo di scambiarci quattro parole, conoscerla meglio, e sembrava voler fare altrettanto. Avevamo molti interessi in comune e ci trovavamo simpatici a vicenda, ma nulla di più. Tutto ciò, fino alle tanto attese vacanze di Natale, le mie (che poi ho scoperto essere le nostre) preferite. Abbiamo iniziato a sentirci più spesso, a condividere, così decidemmo di diventare compagni di banco a scuola e spesso a studiare insieme, spesso a casa sua e a volte nella mia.
La magia iniziò in una fredda giornata di febbraio, prima di carnevale. Tornammo da scuola, stanchissimi, per via di un compito di fisica a dir poco snervante...
Entrammo, salutammo sua madre e dritti in camera sua.
F: Non ho parole, questa prof dovrebbe smettere di fare ste cazzate, come si può pretendere di fare un compito in cinque minuti?
V: Non ne ho idea guarda, io spero solo che lo capisca... In più quella di italiano vuole pure l'analisi del testo domani... come no...
F: Non ce la posso fare...non iniziamo subito, dai, rilassiamoci prima un po'....
V: Mi leggi nel pensiero!
Ci mettemmo sdraiati sul suo letto, dopo aver lanciato gli zaini a terra. Rimanemmo così per circa cinque minuti, quando lei inizio a parlare:
V: Dio che giornata Fede, nell'altra sezione ero circondata da gentaglia, ma almeno i professori erano più responsabili..
F: Non mi hai mai raccontato bene com'era la tua vecchia sezione. Non che mi dispiaccia, anzi, ma perché hai cambiato?
V: Sai come funziona oggi, se sei nerd anche solo un po', le altre ragazze non ti prendono seriamente, perché pensano che con te non abbiano di cui discutere, per questo cercavo di legare un po' con altri ragazzi, ma nessuno di interessante...
V:Dopo un po' ho proprio notato che non mi facevano neppure gli auguri per il compleanno, non mi chiedevano di uscire, mi contattavano solo per sapere i compiti. Ogni giorno era sempre peggio, sembrava di essere invisibili, isolati. Non si stavano neanche accorgendo della mia assenza, mentre facevano la foto di classe...
Si poggiò su di un fianco, guardando in basso. Aveva gli occhi leggermente lucidi, ma non voleva che lo vedessi. Mi avvicinai leggermente a lei e le poggiai una mano su una spalla. Lei non si mosse.
V: È bello incontrare finalmente qualcuno che si interessi di me, che sia disposto ad ascoltare i miei problemi.
Sorrise. Diciamocelo, al contrario della maggior parte delle ragazze dei nostri tempi, si lamentava anche fin troppo poco, e meritava certamente un minimo di attenzione.
Non sapevo cosa dire, avevo paura che qualsiasi tentativo di consolarla potesse sembrare banale. Mossi lo sguardo, come per iniziare a dire qualcosa, ma lei mi anticipò:
V: Non ho mai preteso nulla da nessuno, non mi permetterei mai certo, ma possibile che ogni volta ti si voltino le spalle proprio quando ti senti solo o hai bisogno di aiuto? Perché? Molte ragazze sono circondate da gente di ogni tipo, mica solo per socializzare, ma solo per avere un posto nella società. Certi ragazzi farebbero veramente di tutto per loro, arriverebbero a sborsare centinaia di euro per fare loro dei regali. Non pretendo questo, cavolo, ma non voltatemi le spalle...
Sembrava scossa, ma dopo un attimo di pausa alleviò il suo sguardo.
V: Grazie Fede, è la prima volta che ne parlo con qualcuno. Vorrei che diventassero solo brutti ricordi...
F: Sta tranquilla Vale, ce ne dimenticheremo. Adesso rilassati un po', che poi finiamo i compiti.
V: Che dici invece di sfogarci un po'? Ti andrebbe di fare qualche livello di Geometry Dash?
Non mi diede neppure il tempo di rispondere "va ben.." che corse a prendere l'iPad che aveva lasciato nello zaino e si rimise seduta nello stesso lato del letto dove stava prima, ma a gambe incrociate, con il tablet poggiato sulle ginocchia. In quei pochi istanti, la vidi perfetta, adorabile. Indossava una felpa bianca, jeans neri, che si intonavano perfettamente con il colore dei suoi capelli e infine un paio di invitanti fantasmini neri. Aveva stile la ragazza, e mi resta tuttora il mistero del perché fosse così snobbata.
V:Sfida facile? Back On Track? Oppure andiamo su Base After Base o Electrodynamix?
F: Restiamo nel mezzo, facciamoci un Base After Base.
V: D'accordo, però rendiamo il tutto più interessante, dai!!
Si guardò attorno, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
V: Facciamo che... chi lo completa per primo sceglie per l'altro una penitenza da Obbligo o Verità, ci stai?
F: Sai che gioco a Geometry da mesi, e mi sfidi così? Te la stai proprio cercando eh
Sembrava essersi finalmente rilassata, anzi sembrava più che altro ansiosa di giocare. Sfogarsi le aveva fatto bene, e la sua compagnia stava diventando progressivamente sempre più piacevole.
Primo turno. Muovo il cubetto, conoscevo il livello, ma non lo ricordavo a memoria, adesso lo rifarei ad occhi chiusi. Me la cavavo piuttosto bene, ma sbagliai al 57%.
V: Wow, non scherzi tu eh... dai qua tocca a me!
Continuammo così per altri 10-15 minuti, così ad un certo punto senza troppa fatica completai il livello.
V: NOOO, ma daii? Quante volte l'hai fatto sto livello?? Ahahhaha
F: E ora sono affari tuoi, dammi l'iPad!
Le rubai l'iPad dalle mani e dopo aver aperto l'app "Obbligo o Verità" cliccai su obbligo.
"Dai un bacio sulla guancia alla persona dell'altro sesso che ti è più vicina"
F: Daaai, ti poteva andare molto peggio Vale
V: Ahahaha, scemo, vieni qua.
E mi schioccò sorridendo un pienissimo bacio sulla guancia, disinteressato da un lato ma sensibilmente affettuoso.
V: Dai, voglio la rivincita, cambiamo livello! Stavolta scelgo io, facciamo Geometrical Dominator!
F: Quello nuovo? Non l'ho ancora mai provato sai?
V: Ecco la tua occasione allora! E stavolta mi impegno di più, contaci.
Iniziammo a giocare, era un livello tosto, cavolo. Ci mettemmo quasi quaranta minuti per completarlo, ma io mi bloccai a 89%, mentre lei (decisamente concentrata e attenta, paurosa di sbagliare) riuscì a completarlo.
F:Ma daii il pezzo con i pilastri invisibili è impossibile!!
V: A quanto pare non per me! HAHA, ora tocca a te!
Riaprì l'app e cliccò su obbligo...
"Togli le scarpe e annusa i piedi di tutte le persone presenti nella stanza e fai una classifica dell'odore"
Alla vista di quella frase, spalancò improvvisamente gli occhi, cercando un segno da parte mia, poi cambiò subito espressione.
V: HAHAHA daii anche a te non è andata male, le Converse già le ho tolte e in più sono da sola, quindi di certo non devi fare una classifica!
F: Cooome no, che culo guarda. Proprio.
Scherzavo, ma ciò che stavo per fare non mi turbava affatto. Voglio dire so che effetto fanno un paio di Converse, ma di solito le ragazze sono piuttosto pulite...no?
V: Dopo lo stress di stamattina non posso promettere nulla sull'odore, Fede, ahahaha
Come non detto.
Lei portò velocemente entrambi i piedi sul letto, tenendoli solo leggermente sollevati dalla coperta, muovendo i talloni e le dita giocosamente. Sembrava giusto leggermente agitata.
Il suo atteggiamento toglieva in me tutto l'imbarazzo che poteva esserci in una situazione del genere, così non ebbi problemi a chinarmi leggermente e, poggiando il naso sulle sue dita, ad annusare. Riuscivo chiaramente a distinguere l'odore di sudore e delle Converse, non era affatto cattivo nel complesso, solo leggermente pungente.
Vedendo che ancora non mi stavo staccando, Vale chiese:
V: Devo chiamare un'ambulanza? Tutto ok? ahahah
F: Hahahaa si dai, non c'è male, non hanno un cattivo odore, ma di certo si sente su di loro il peso della giornata
V: Scusaaa, lo so che puzzano, ma una penitenza è una penitenza, non inventarti che "non hanno un cattivo odore" solo per non offendermi.
F: Dico sul serio, non posso dire che non odorano ma non è affatto un cattivo odore!
V: Si, si, certo, e intanto ti piazzi a distanza di sicurezza ahahahah, non prendermi in giro!
Prontamente le volli dimostrare quanto si sbagliava e mi avvicinai di nuovo alle sue dita...
F: Guarda.
...e tirai su rumorosamente con il naso, mentre il suo sguardo da quasi imbarazzato divenne improvvisamente intenerito e dolce. Non posso negare che annusando così profondamente l'odore era decisamente più inebriante, ma nonostante questo continuava a non essere affatto male, soprattutto mentre lei nel frattempo muoveva disinvoltamente le dita.
V: Owww che carino che sei... dai basta farti fare il ruolo del feticista, su.
Si era creata un'atmosfera dolce, ma piuttosto divertente, cosa che ci scaricò un po' dalla tensione della giornata. Dopo aver messo a posto l'iPad, ci mettemmo a fare i compiti.
Prima delle 19 avevamo finito, e dato che dovevo stare a casa per cena circa alle 20, ci mettemmo a chiacchierare. Nel mezzo del discorso Vale sembrò essere imbarazzata, ma ansiosa di dire qualcosa.
V:Oggi mi sono divertita un mondo, e posso assicurarti che capita di rado, musica e videogiochi a parte. E poi tu, tu, sei stato davvero molto carino...
Fece una pausa, sembrava stesse per lasciar perdere, ma dopo qualche secondo si lasciò andare...
V: Rimanendo spesso sola, e guardando le altre ragazze, e sentendo le loro esperienze, ho cominciato a fantasticare e sai... trovo molto eccitanti cose come, insomma....quello che è successo oggi.
Parlava a scatti, sembrava seriamente preoccupata, perciò cercai di guardarla serenamente in modo da confortarla il più possibile.
V: Forse sono io ad essere un po' feticista. E voglio mettere subito in chiaro una cosa: non ho alcun interesse nel comportarmi come certe ragazze che vedo nei video su internet, vestite di nero, con fruste e giocattoli vari, che si fanno dare del lei e chiamare "padrone", andiamo ti sembro il tipo?
Non sapevo cosa rispondere, speravo dicesse la verità, ma di certo non mi sarei aspettato questo "lato oscuro"...
V: Come hai notato, mi piace giocare. In tutti i sensi. E quello di oggi l'ho visto solo come un gioco, niente di più, anzi sono stata fin troppo fortunata che ti è capitato quell'obbligo, ma se ti ha creato imbarazzo o fastidio, scusami. Ti prego. Volevo dirtelo perché...mi piacerebbe essere sincera con te.
F: Io ti ripeto che non mi è dispiaciuto affatto, avevano un buon odore. Fammi una cortesia, sta tranquilla e serena, ok?
V:N-non ti è dispiaciuto affatto? Dici sul serio?
F:Ehm...si, perché?
V:Stai dicendo che ti è piaciuto?
Sperava palesemente che le dicessi di sì, anche se da un lato la faccenda mi spaventava, non sapevo a cosa stessi andando incontro, ma andiamo non mi andava di farla star male. E poi, quell'odore non era male per davvero.
F: Abbastanza, è stato molto divertente anche per me! Con te sto benissimo, forse meglio di qualsiasi altra persona.
V: Wow...non ci credo. Quindi, se mai dovesse ricapitare...?
F: Non ci sarebbe nessun problema. Anzi...
V: Ti voglio bene, davvero. Non lo fai per... pena, vero?
Mio Dio, le donne e le loro paranoie. Cercai una risposta secca, che non le desse modo di replicare:
F: Quando sarà la prossima volta, lo scoprirai da sola! Adesso però devo scappare, ci vediamo domani?
V: Sì! E...so di avertelo già detto, ma... grazie.
F: Prego!
E ci salutammo.
La sera a casa non ci sentimmo eccessivamente, le dissi solo che ero rientrato a casa e che tutto era ok. Tuttavia passai più della metà della serata a pensare a quanto accaduto. Parlo con la mente di adesso, mi era fin troppo piaciuto, era stato incredibilmente divertente. Di solito non mi faccio dominare da nessuno, ma il fatto che avessi annusato la parte più bassa di una ragazza a cui poco tempo prima tutti avevano voltato le spalle, generava in me un sentimento di enorme affetto. Non avevo ancora idea dell'aspetto di quei piedi, erano almeno un 39. Carini. Così sembravano visti dai calzini almeno.
Allora non sapevo se ci sarebbe stata effettivamente un'altra occasione, ma lei non vedeva l'ora di incontrarmi di nuovo. Sapete qual era la cosa più bella? Era solo l'inizio.
Edited by III]; )' - 5/7/2016, 03:46