Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Il Fascino Del Gioco

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iiii]; )'
view post Posted on 5/7/2016, 02:11     +3   +1   -1




Ci sono storie e storie, qualcuna bella, qualcuna brutta, qualcuna divertente, altre fin troppo dure...
Beh, se dovessi raccontare questa, non saprei affatto come classificarla...dolce forse? Direi piuttosto atipica, certamente.

Mi piacerebbe riuscire a raccontarvela per riuscire a farvi provare anche solo metà di ciò che ho provato io.

Credo sia giusto raccontare bene tutto fin dall'inizio...
Se siete fra quelli che odiano le introduzioni lunghe, mi spiace :D

Ormai sono all'università, le cose sono cambiate dai tempi del liceo. Non troppe in effetti: le passioni, gli hobby sono sempre gli stessi, sono le sfide della vita ad essere più dure. In tutto questo al liceo sono stato segnato da un'esperienza che mi ha cambiato la vita, un cocktail di passione e follia, con una ricchissima dose di dolcezza. Mi chiamo Federico e ho 20 anni, ma tutto ciò che vi sto per raccontare è accaduto in quarto superiore, con Valentina. Credo sia la persona a cui tengo di più al mondo.

Io sono sempre stato il classico ragazzo semi-nerd, appassionato di videogiochi, musica e fumetti, ma di certo non asociale. Mi mantenevo nel mezzo, insomma. La nostra classe era stata divisa dopo il terzo anno, così erano rimaste solo 2 ragazze, per giunta anche abbastanza pesanti e fastidiose, ma grazie a Dio una ragazza di un'altra sezione aveva cambiato, perché non si era integrata nel gruppo delle compagne. Valentina era bellissima, non troppo alta, capelli scuri a caschetto, carnagione molto chiara, occhi verdi, la classica ragazza nerd, ma quando la vidi per la prima volta mi incuriosì.

Ce ne erano di ragazze più belle nella scuola, ma il suo stile, la sua voce...aveva un non so che di estremamente affascinante. Dopo l'inizio di scuola le settimane volarono, ed ebbi modo di scambiarci quattro parole, conoscerla meglio, e sembrava voler fare altrettanto. Avevamo molti interessi in comune e ci trovavamo simpatici a vicenda, ma nulla di più. Tutto ciò, fino alle tanto attese vacanze di Natale, le mie (che poi ho scoperto essere le nostre) preferite. Abbiamo iniziato a sentirci più spesso, a condividere, così decidemmo di diventare compagni di banco a scuola e spesso a studiare insieme, spesso a casa sua e a volte nella mia.

La magia iniziò in una fredda giornata di febbraio, prima di carnevale. Tornammo da scuola, stanchissimi, per via di un compito di fisica a dir poco snervante...

Entrammo, salutammo sua madre e dritti in camera sua.
F: Non ho parole, questa prof dovrebbe smettere di fare ste cazzate, come si può pretendere di fare un compito in cinque minuti?
V: Non ne ho idea guarda, io spero solo che lo capisca... In più quella di italiano vuole pure l'analisi del testo domani... come no...
F: Non ce la posso fare...non iniziamo subito, dai, rilassiamoci prima un po'....
V: Mi leggi nel pensiero!

Ci mettemmo sdraiati sul suo letto, dopo aver lanciato gli zaini a terra. Rimanemmo così per circa cinque minuti, quando lei inizio a parlare:

V: Dio che giornata Fede, nell'altra sezione ero circondata da gentaglia, ma almeno i professori erano più responsabili..
F: Non mi hai mai raccontato bene com'era la tua vecchia sezione. Non che mi dispiaccia, anzi, ma perché hai cambiato?
V: Sai come funziona oggi, se sei nerd anche solo un po', le altre ragazze non ti prendono seriamente, perché pensano che con te non abbiano di cui discutere, per questo cercavo di legare un po' con altri ragazzi, ma nessuno di interessante...
V:Dopo un po' ho proprio notato che non mi facevano neppure gli auguri per il compleanno, non mi chiedevano di uscire, mi contattavano solo per sapere i compiti. Ogni giorno era sempre peggio, sembrava di essere invisibili, isolati. Non si stavano neanche accorgendo della mia assenza, mentre facevano la foto di classe...

Si poggiò su di un fianco, guardando in basso. Aveva gli occhi leggermente lucidi, ma non voleva che lo vedessi. Mi avvicinai leggermente a lei e le poggiai una mano su una spalla. Lei non si mosse.

V: È bello incontrare finalmente qualcuno che si interessi di me, che sia disposto ad ascoltare i miei problemi.
Sorrise. Diciamocelo, al contrario della maggior parte delle ragazze dei nostri tempi, si lamentava anche fin troppo poco, e meritava certamente un minimo di attenzione.
Non sapevo cosa dire, avevo paura che qualsiasi tentativo di consolarla potesse sembrare banale. Mossi lo sguardo, come per iniziare a dire qualcosa, ma lei mi anticipò:
V: Non ho mai preteso nulla da nessuno, non mi permetterei mai certo, ma possibile che ogni volta ti si voltino le spalle proprio quando ti senti solo o hai bisogno di aiuto? Perché? Molte ragazze sono circondate da gente di ogni tipo, mica solo per socializzare, ma solo per avere un posto nella società. Certi ragazzi farebbero veramente di tutto per loro, arriverebbero a sborsare centinaia di euro per fare loro dei regali. Non pretendo questo, cavolo, ma non voltatemi le spalle...
Sembrava scossa, ma dopo un attimo di pausa alleviò il suo sguardo.
V: Grazie Fede, è la prima volta che ne parlo con qualcuno. Vorrei che diventassero solo brutti ricordi...
F: Sta tranquilla Vale, ce ne dimenticheremo. Adesso rilassati un po', che poi finiamo i compiti.
V: Che dici invece di sfogarci un po'? Ti andrebbe di fare qualche livello di Geometry Dash?

Non mi diede neppure il tempo di rispondere "va ben.." che corse a prendere l'iPad che aveva lasciato nello zaino e si rimise seduta nello stesso lato del letto dove stava prima, ma a gambe incrociate, con il tablet poggiato sulle ginocchia. In quei pochi istanti, la vidi perfetta, adorabile. Indossava una felpa bianca, jeans neri, che si intonavano perfettamente con il colore dei suoi capelli e infine un paio di invitanti fantasmini neri. Aveva stile la ragazza, e mi resta tuttora il mistero del perché fosse così snobbata.

V:Sfida facile? Back On Track? Oppure andiamo su Base After Base o Electrodynamix?
F: Restiamo nel mezzo, facciamoci un Base After Base.
V: D'accordo, però rendiamo il tutto più interessante, dai!!

Si guardò attorno, mordendosi leggermente il labbro inferiore.

V: Facciamo che... chi lo completa per primo sceglie per l'altro una penitenza da Obbligo o Verità, ci stai?
F: Sai che gioco a Geometry da mesi, e mi sfidi così? Te la stai proprio cercando eh

Sembrava essersi finalmente rilassata, anzi sembrava più che altro ansiosa di giocare. Sfogarsi le aveva fatto bene, e la sua compagnia stava diventando progressivamente sempre più piacevole.

Primo turno. Muovo il cubetto, conoscevo il livello, ma non lo ricordavo a memoria, adesso lo rifarei ad occhi chiusi. Me la cavavo piuttosto bene, ma sbagliai al 57%.

V: Wow, non scherzi tu eh... dai qua tocca a me!

Continuammo così per altri 10-15 minuti, così ad un certo punto senza troppa fatica completai il livello.

V: NOOO, ma daii? Quante volte l'hai fatto sto livello?? Ahahhaha
F: E ora sono affari tuoi, dammi l'iPad!
Le rubai l'iPad dalle mani e dopo aver aperto l'app "Obbligo o Verità" cliccai su obbligo.

"Dai un bacio sulla guancia alla persona dell'altro sesso che ti è più vicina"

F: Daaai, ti poteva andare molto peggio Vale
V: Ahahaha, scemo, vieni qua.

E mi schioccò sorridendo un pienissimo bacio sulla guancia, disinteressato da un lato ma sensibilmente affettuoso.

V: Dai, voglio la rivincita, cambiamo livello! Stavolta scelgo io, facciamo Geometrical Dominator!
F: Quello nuovo? Non l'ho ancora mai provato sai?
V: Ecco la tua occasione allora! E stavolta mi impegno di più, contaci.

Iniziammo a giocare, era un livello tosto, cavolo. Ci mettemmo quasi quaranta minuti per completarlo, ma io mi bloccai a 89%, mentre lei (decisamente concentrata e attenta, paurosa di sbagliare) riuscì a completarlo.

F:Ma daii il pezzo con i pilastri invisibili è impossibile!!
V: A quanto pare non per me! HAHA, ora tocca a te!

Riaprì l'app e cliccò su obbligo...

"Togli le scarpe e annusa i piedi di tutte le persone presenti nella stanza e fai una classifica dell'odore"

Alla vista di quella frase, spalancò improvvisamente gli occhi, cercando un segno da parte mia, poi cambiò subito espressione.

V: HAHAHA daii anche a te non è andata male, le Converse già le ho tolte e in più sono da sola, quindi di certo non devi fare una classifica!
F: Cooome no, che culo guarda. Proprio.
Scherzavo, ma ciò che stavo per fare non mi turbava affatto. Voglio dire so che effetto fanno un paio di Converse, ma di solito le ragazze sono piuttosto pulite...no?
V: Dopo lo stress di stamattina non posso promettere nulla sull'odore, Fede, ahahaha

Come non detto.

Lei portò velocemente entrambi i piedi sul letto, tenendoli solo leggermente sollevati dalla coperta, muovendo i talloni e le dita giocosamente. Sembrava giusto leggermente agitata.
Il suo atteggiamento toglieva in me tutto l'imbarazzo che poteva esserci in una situazione del genere, così non ebbi problemi a chinarmi leggermente e, poggiando il naso sulle sue dita, ad annusare. Riuscivo chiaramente a distinguere l'odore di sudore e delle Converse, non era affatto cattivo nel complesso, solo leggermente pungente.

Vedendo che ancora non mi stavo staccando, Vale chiese:

V: Devo chiamare un'ambulanza? Tutto ok? ahahah
F: Hahahaa si dai, non c'è male, non hanno un cattivo odore, ma di certo si sente su di loro il peso della giornata
V: Scusaaa, lo so che puzzano, ma una penitenza è una penitenza, non inventarti che "non hanno un cattivo odore" solo per non offendermi.
F: Dico sul serio, non posso dire che non odorano ma non è affatto un cattivo odore!
V: Si, si, certo, e intanto ti piazzi a distanza di sicurezza ahahahah, non prendermi in giro!

Prontamente le volli dimostrare quanto si sbagliava e mi avvicinai di nuovo alle sue dita...

F: Guarda.

...e tirai su rumorosamente con il naso, mentre il suo sguardo da quasi imbarazzato divenne improvvisamente intenerito e dolce. Non posso negare che annusando così profondamente l'odore era decisamente più inebriante, ma nonostante questo continuava a non essere affatto male, soprattutto mentre lei nel frattempo muoveva disinvoltamente le dita.

V: Owww che carino che sei... dai basta farti fare il ruolo del feticista, su.

Si era creata un'atmosfera dolce, ma piuttosto divertente, cosa che ci scaricò un po' dalla tensione della giornata. Dopo aver messo a posto l'iPad, ci mettemmo a fare i compiti.
Prima delle 19 avevamo finito, e dato che dovevo stare a casa per cena circa alle 20, ci mettemmo a chiacchierare. Nel mezzo del discorso Vale sembrò essere imbarazzata, ma ansiosa di dire qualcosa.

V:Oggi mi sono divertita un mondo, e posso assicurarti che capita di rado, musica e videogiochi a parte. E poi tu, tu, sei stato davvero molto carino...

Fece una pausa, sembrava stesse per lasciar perdere, ma dopo qualche secondo si lasciò andare...

V: Rimanendo spesso sola, e guardando le altre ragazze, e sentendo le loro esperienze, ho cominciato a fantasticare e sai... trovo molto eccitanti cose come, insomma....quello che è successo oggi.

Parlava a scatti, sembrava seriamente preoccupata, perciò cercai di guardarla serenamente in modo da confortarla il più possibile.

V: Forse sono io ad essere un po' feticista. E voglio mettere subito in chiaro una cosa: non ho alcun interesse nel comportarmi come certe ragazze che vedo nei video su internet, vestite di nero, con fruste e giocattoli vari, che si fanno dare del lei e chiamare "padrone", andiamo ti sembro il tipo?

Non sapevo cosa rispondere, speravo dicesse la verità, ma di certo non mi sarei aspettato questo "lato oscuro"...

V: Come hai notato, mi piace giocare. In tutti i sensi. E quello di oggi l'ho visto solo come un gioco, niente di più, anzi sono stata fin troppo fortunata che ti è capitato quell'obbligo, ma se ti ha creato imbarazzo o fastidio, scusami. Ti prego. Volevo dirtelo perché...mi piacerebbe essere sincera con te.
F: Io ti ripeto che non mi è dispiaciuto affatto, avevano un buon odore. Fammi una cortesia, sta tranquilla e serena, ok?
V:N-non ti è dispiaciuto affatto? Dici sul serio?
F:Ehm...si, perché?
V:Stai dicendo che ti è piaciuto?

Sperava palesemente che le dicessi di sì, anche se da un lato la faccenda mi spaventava, non sapevo a cosa stessi andando incontro, ma andiamo non mi andava di farla star male. E poi, quell'odore non era male per davvero.

F: Abbastanza, è stato molto divertente anche per me! Con te sto benissimo, forse meglio di qualsiasi altra persona.
V: Wow...non ci credo. Quindi, se mai dovesse ricapitare...?
F: Non ci sarebbe nessun problema. Anzi...
V: Ti voglio bene, davvero. Non lo fai per... pena, vero?

Mio Dio, le donne e le loro paranoie. Cercai una risposta secca, che non le desse modo di replicare:

F: Quando sarà la prossima volta, lo scoprirai da sola! Adesso però devo scappare, ci vediamo domani?
V: Sì! E...so di avertelo già detto, ma... grazie.
F: Prego!

E ci salutammo.

La sera a casa non ci sentimmo eccessivamente, le dissi solo che ero rientrato a casa e che tutto era ok. Tuttavia passai più della metà della serata a pensare a quanto accaduto. Parlo con la mente di adesso, mi era fin troppo piaciuto, era stato incredibilmente divertente. Di solito non mi faccio dominare da nessuno, ma il fatto che avessi annusato la parte più bassa di una ragazza a cui poco tempo prima tutti avevano voltato le spalle, generava in me un sentimento di enorme affetto. Non avevo ancora idea dell'aspetto di quei piedi, erano almeno un 39. Carini. Così sembravano visti dai calzini almeno.
Allora non sapevo se ci sarebbe stata effettivamente un'altra occasione, ma lei non vedeva l'ora di incontrarmi di nuovo. Sapete qual era la cosa più bella? Era solo l'inizio.

Edited by III]; )' - 5/7/2016, 03:46
 
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view post Posted on 6/7/2016, 13:34     +1   -1
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Maestro di Piedi

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diadarma
view post Posted on 7/7/2016, 13:21     +1   -1




Complimenti davvero, un inizio molto intrigante.
 
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iiii]; )'
view post Posted on 8/7/2016, 02:15     +2   +1   -1




Capitolo 1

Ok, adesso, premessa. Una ragazza come Valentina, costantemente snobbata dal resto del mondo, come si poteva sentire dopo quell'esperienza?

Strana. Molto. Da un lato sembrava essersi invaghita completamente di me, ragion per cui mi scriveva in continuazione su What's App. Dall'altro, costantemente in ansia. Mi ci volle qualche istante per capire che ero l'unica persona non solo ad apprezzare lei ma che anche lei stessa apprezzasse. Aveva un modo di fare curioso, come se io e lei fossimo una specie di "coppia" speciale, diversi dagli altri. Ironicamente (e qua si sentiva il suo lato nerd) ci definiva "vampiri" a causa della nostra carnagione molto chiara e della nostra simpatia nei confronti della pioggia, delle nuvole, della notte e dell'inverno. Si lo so, strano, ma se immaginate bene il tipo, non così tanto.

In tutto questo, aveva paura che ciò che mi aveva rivelato qualche sera prima potesse perturbare il nostro rapporto. Era così divertente invece cercare di stuzzicare questa sua perversione, che cominciai a condividere.

La scuola continuava, sapete come va. Periodi pieni di compiti in classe, periodi in cui invece non c'è una mazza da fare. Quindi, quale migliore occasione per passare del tempo insieme?

Un venerdì, dopo le ultime ore di educazione fisica, uscimmo finalmente dalla gabbia di matti e ci dirigemmo verso casa sua. Salimmo sull'autobus.

V: Finalmente un fine settimana senza pensieri...
F: Cazzo se era ora, e - miracolo - abbiamo solo storia per lunedì.
V: Si, da paura. Unica cosa: possiamo prima passare in farmacia? Entro solo io tranquillo, faccio alla svelta.

Non era lontana da casa sua, ci mettemmo poco ad arrivare. Lei entrò e in meno di 3 minuti uscì con una busta, ma non volle mostrarmi ciò che aveva comprato.
Roba ordinaria, nulla di che, disse.

Non mi sembrava il caso insistere, perciò ci dirigemmo a casa sua. Entrammo, salutai la madre, che aveva preparato gli hamburger. Sua madre era americana, di Washington, e bisogna dire che sapeva farli molto bene. Sono tradizionalista però, preferisco la cucina romana di mia mamma.

Valentina sembrava veramente spensierata. Entrò come una bambina scalmanata di 10 anni, gettò lo zaino accanto al divano del salotto e si sedette. Io la seguii, mentre la madre non faceva che le solite domande "come è andata a scuola", "vi hanno riportato i compiti corretti"ecc ecc.

V: Guarda non hai idea della settimana che abbiamo passato, però ti dico che io e Fede siamo un'ottima squadra.
M(Si, M sta per mamma): Mi fa piacere che finalmente porti qualcuno a casa, almeno mi fai conoscere le persone che frequenti! Non dici mai nulla.

Frena frena frena. La mamma non sapeva in che condizioni si trovava la figlia? Non sapeva che era stata SOLA per tutto quel tempo?

Questo non lo so neanche ora, secondo me l'aveva intuito, ma Valentina non si è mai confidata.

V: Fede potresti portarmi gli occhiali? Stanno in camera mia, vicino alla play.

Quando stava a casa preferiva togliersi le lenti a contatto, per paura potessero darle problemi di irritazione. Andai in camera sua e notai con piacere che era molto più pulita e ordinata dell'ultima volta. Opera della mamma? Nel frattempo sentii vociferare al piano di sotto..

M: Honey, you finally got a boyfriend!
V: SHHH!! Parla piano! Non è il mio ragazzo...

Doveva parlare piano, si, l'avevano sentita anche i vicini...

Le sentii parlare ancora più piano, così scesi le scale.

V: Oh grazie! Ste lenti mi danno fastidio dopo alcune ore, non posso continuare a tenerle.
M: Ti ci abituerai, in casa continua ad usare gli occhiali.

Qui non accadde nulla di che, mangiammo, notai giusto qualche incrocio di sguardi tra mamma e figlia.

M: Oggi pomeriggio vado in palestra alle 16, se avete bisogno di qualcosa da mangiare o altro ditemelo subito.

Quindi si sarebbe tolta dalle palle ad un certo punto? Wow.

V:Tranquilla, qualsiasi cosa ci penso io.
M: Va beeeene..

E quasi di fretta salimmo le scale e andammo in camera sua.
Lei si sedette sul suo letto, proprio come l'ultima volta, e volle vedere qualche video su YouTube insieme, non starò qui ad elencarvi riguardo cosa, roba nerd.

Ad un certo punto, come ogni persona il venerdì pomeriggio dopo mangiato, venne sonno ad entrambi. La cosa la spinse a chiudere internet.

La mamma uscì, e grazie a Dio non venne a ripetere le solite raccomandazioni.

V: Ho un sonno pazzesco.
F: A chi lo dici, fosse per me mi farei una bella dormita, magari ascoltando un po' di musica.
V: Ho bisogno di chiederti una cosa.

Ammetto che questa non me l'aspettavo, almeno non così diretta.

V: Come ti trovi con me? Mi trovi...assillante? Fastidiosa? Anche solo un po' snervante?
F: Dovresti smetterla di pensare tutto questo di te, Vale. Se non mi trovassi bene, lo direi immediatamente, senza se e senza ma.
V: Ti fidi di me..?
F: Ehmm... si...? Certo che mi fido, perché?
V: Io mi fido molto di te. E ti voglio molto bene. Perciò devo dirti la verità.

Fece una pausa. Le stava mancando un po' il fiato. Si tolse gli occhiali.

V: Le medicine. Sono per me.
F: Cosa?! Che roba è? Che cos'hai...?
V: Nulla di grave ma...sono calmanti, antidepressivi e sonniferi.

La cosa allora era stata più traumatica di quanto immaginassi.

V: Fede, da più di un anno soffro di insonnia. Quando sto quassù, sola, al massimo con il cellulare in mano. Sento un'ansia, mostruosa. Non dormo più.

V: All'inizio i sonniferi funzionavano, ma passavo dal non dormire ad avere incubi. Sono così costretta a prendere questa roba, che una dottoressa mi prescrive. Ci sono andata da sola. Mamma non sa nulla, e vorrei che non lo sapesse. Allora sono riuscita ad avere qualche buona ora di sonno, ma non vorrei più passare un solo minuto con quella sensazione.
F: Sei davvero arrivata a questo punto?

La capivo bene, anzi la capisco tuttora. Essere soli è qualcosa che può avere effetti devastanti, e ne ho tutti i giorni la prova vivente. Quella depressione non la butti giù facilmente.

V: Sei una persona fantastica, grazie a te le cose vanno meglio, sto più leggera a scuola. Riesco a studiare, riesco a partecipare alle lezioni. La tua presenza mi conforta. Vorrei avere per una volta dopo mesi almeno un'ora di sonno. Spontanea. Senza chimica. Una pacifica ora di sonno. Verresti qua accanto a me...?

Mi faceva una tenerezza incredibile, e non avrei mai rifiutato neanche per tutto l'oro del mondo. Ed è lì che cominci a capire di provare qualcosa. La famosa cosa che è più di un'amicizia. L'abbracciai. Ci sdraiammo. Era un'atmosfera di pace incredibile, tuttavia dopo qualche minuto la vedo agitarsi. Non stava dormendo, almeno non ancora. Volevo fare qualcosa, e sapevo che entrambi avremmo tratto vantaggio da questo. Così mi alzai leggermente, cercando di non agitarla ulteriormente. Si era sdraiata sul fianco, le ginocchia leggermente piegate e i piedi fuori dal letto, perché non si era ancora tolta le Converse.

Beh, l'altra volta le avevo fatto una promessa, era l'ora di accontentarla.

Indossava una felpa nera e un paio di jeans viola, questa volta.

Le afferrai con delicatezza un piede, slacciai la scarpa e la sfilai.
Wow. Posso solo dire che quella seconda volta era assai peggio. Si sentiva tutta la fatica della pallavolo, ma ovviamente non mi importava un fico secco. Le afferrai anche l'altro e slacciai anche l'altra scarpa, poggiando entrambe le Converse a terra. Mi sdraiai (sempre con estrema delicatezza) sulla sua coscia, poggiando la testa poco prima del ginocchio, le afferrai entrambi i piedi ed iniziai a massaggiarli. Funzionava. Benissimo.

Espirò, con forza. Si stava rilassando. Continuai a massaggiare i suoi piedi, su cui ancora c'erano ancora i calzini, grigi stavolta. Facevo movimenti circolari sulla pianta, spostandomi sui talloni e aumentando lì lievemente la forza. Dopo qualche minuto passai alle dita, e fui il più delicato possibile per evitare di farle male.

Sentivo in me un bisogno di dimostrare affetto. Molto affetto. Da sdraiato, girai leggermente la testa e le baciai la coscia. Penso che se ne accorse, perché sentii il suo battito aumentare.

Dopo circa un minuto, continuai ad accarezzarle i piedi, in particolare i talloni. Era bellissimo, era come se il sudore non ci fosse. Era...parte di lei, non poteva evitarlo e non volevo che lo facesse. E anche io mi stavo rilassando, era il paradiso.

A quel punto la sentii espirare di nuovo, e mi esortò ad alzare la testa dalla sua coscia. Si spostò leggermente, mettendosi a pancia in su, con le gambe leggermente piegate e i piedi poggiati sul letto.

V: Ehi..
F: ....
V: Vieni qua. Dai, non mordo...

...mormorò, tenendo gli occhi chiusi, muovendo leggermente a destra e sinistra entrambi i piedi.

Capii perfettamente cosa voleva.
Il letto era abbastanza grande per entrambi, quindi riuscii a mettermi con la testa tra le sue cosce e i polpacci, restando con il resto del corpo sul lato destro del letto, quello libero. A quel punto lei alzo i piedi e me li mise prima sulla fronte, accarezzandomela leggermente. Ricordo che vi poggiò l'alluce, cominciando a muoverlo in senso antiorario. Se già prima era il paradiso, ora era mille volte meglio.

L'odore dei suoi piedi adesso si sentiva perfettamente. Non era lo stesso odore dell'altra volta: il sudore dovuto a educazione fisica sovrastava completamente l'odore delle Converse. Era finalmente il suo odore, nessun "contaminante esterno". Ed era buonissimo. Smise immediatamente di massaggiare, perché stava per addormentarsi, finalmente. poggiò il piede destro su naso e bocca, mentre il sinistro restava sulla fronte, coprendola quasi completamente. Non stavo facendo nulla: ero immobile. Toccava a lei divertirsi adesso (anzi, era l'unica a meritarlo).

La situazione rimase stabile per circa trenta minuti, in cui il massimo del movimento era lo sfregamento del piede destro sulla bocca in avanti e indietro. Non mi abituavo mai all'odore, ogni respiro era come se fosse il primo e lei se ne rendeva conto, visto che ogni tanto cercava di chiudermi il naso tra le dita.

Dopo un po' la sentiì muoversi, come quando ci si stiracchia da appena svegli.

La sentii leggermente mormorare..

V: Mmhhhhh... scusa, quei calzini....
F: Tranquilla.
V: Sicuro?
F: Sicuro.
V: Non...mhhh.. (e in tutto questo mai che avesse mosso la testa o anche solo aperto gli occhi)...si sente molto. Coprono.
F: Coprono?
V: Non ti sento.

La sentì muoversi, porgere la mano destra verso di me e afferrare con un dito uno dei suoni fantasmini e lo tolse. L'odore della pianta non era poi così diverso, semplicemente la pelle era più piacevole al tatto con la bocca rispetto ad un calzino. Erano le dita ad avere un odore ancora più forte: ogni volta che le apriva diventava pungente il doppio, specie tra il mignolo e l'anulare.

Stava talmente in ecstasy che non riusciva ad afferrare il calzino sinistro, così le presi la mano e la poggiai lentamente sul letto, presi il calzino sinistro e lo tolsi. Ora era il paradiso definitivo.

Il numero era sicuramente un 39 (avevo letto sulle scarpe) e la pianta era fantastica, morbida, si sentiva giusto qualche calletto nella parte sotto le dita, a circa metà della pianta, in entrambi i piedi.

Mi trovavo al di sotto, con poca luce, quindi ancora non avevo idea di che aspetto avessero quei piedi completamente nudi.

V: Potessimo restare così tutto il giorno, vampiro.

Era bellissimo, la sentivo felice, soddisfatta, in pace con il mondo.
Risposi con un lievissimo bacio sulla pianta del piede destro, dopodiché afferrai entrambi i piedi con entrambe le mani e cominciai a premerli con più forza sulla faccia e a massaggiarli.

Sebbene fossi io quello più "attivo", adesso, stavamo praticamente entrambi nel dormiveglia e continuammo a stare così per un altro quarto d'ora, finché lei non si stancò, piegando le anche a sinistra e destra, lasciando la faccia libera.
V: Tutto ok?
F: A meraviglia.
V: Wow ahahahahh addirittura a meraviglia?

Mi alzai e ci rimettemmo entrambi seduti, lei abbracciandosi le ginocchia. Malgrado il buio riuscivo finalmente ad avere la vista di quei piedi. Fantastici, smalto nero, abbinato perfettamente al colore dei suoi capelli. Sembrava veramente un gioiello. C'era solo una cosa più bella dei suoi piedi in quel momento: lo sguardo intenso, appassionato, focoso. Due occhi verdi, accesi, parlavano da soli.

Complicità, dominazione e affetto. Tutto in uno sguardo solo.

F: Io non mi sono mai rilassato tanto in vita mia, Vale.

Le dissi accarezzandole il piede destro.

Lei mi sorrise per un attimo, dopodiché mi saltò addosso, abbracciandomi con forza. Dopo un po' mi sussurrò all'orecchio:

V: Se ti piace così tanto, bello mio, possiamo...farlo diventare un gioco. Il più bel gioco di sempre. Non dobbiamo per forza fermarci a questo.

Arrapante. Si, erezione nascosta. Facevo un lavoro migliore di lei nel cercare di nascondere l'eccitazione, anzi lei non ne faceva proprio.

F: Chissà quanto ti sei spinta oltre con la fantasia, dolcezza. Sono curioso.
V: Dolcezza. Dolcezza. Che bella parola. Sono abbastanza creativa, sai. (sussurrando) E anche abbastanza pazza ogni tanto...
F: E allora ci sarà da divertirsi.

Ci ricomponemmo, sistemando le coperte del letto e mettendo a posto i capelli.

V: Sai, il mio sogno sarebbe averti qui di notte. La notte è magica. Silenzio, niente luce. Solo tu e io, in preda anche alle più folli delle perversioni ahahha
V: Non hai alcun problema con questo vero? Qual ora dovesse mai essercene uno, ti prego di dirmelo. Promesso?
F: Promesso.

Andiamo, se qualcuno ti dice una frase così non puoi che rispondere "promesso". In questo caso tutto sarebbe andato bene, no? Non so dirvi se sono rimasto della stessa idea.

V: La prossima volta non ci limiteremo a rilassarci, Fede. Proprio no.
 
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annusatore di ascelle
view post Posted on 8/7/2016, 02:32     +1   -1




Davvero ben fatto, lento,con un susseguirsi di "giochi" via via più affascinanti,la descrizione degli odori anch'essa ben fatta ! Ci saranno tanti sviluppi , oltre ai piedi ci saranno adorazioni di altre parti del corpo e ordini via via più pesanti?
 
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view post Posted on 8/7/2016, 10:09     +1   -1
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Davvero molto bello e ben fatto: complimenti sinceri!

Continua così ;)
 
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iiii]; )'
view post Posted on 8/7/2016, 15:48     +1   +1   -1




CITAZIONE (annusatore di ascelle @ 8/7/2016, 03:32) 
Davvero ben fatto, lento,con un susseguirsi di "giochi" via via più affascinanti,la descrizione degli odori anch'essa ben fatta ! Ci saranno tanti sviluppi , oltre ai piedi ci saranno adorazioni di altre parti del corpo e ordini via via più pesanti?

La ragazza è particolare a dir poco. Il suo totale isolamento dal mondo esterno la spinge non semplicemente a voler essere "adorata", ma ad avere un vero e proprio partner con cui condividere (e scaricare) le sue perversioni, per tale motivo si farebbe adorare qualsiasi centimetro del corpo. E per qualsiasi, intendo VERAMENTE qualsiasi. Per quanto riguarda invece gli ordini, non li definirei tali: sarà proprio lo "spirito" del gioco ad aumentare sempre di più, spingendo entrambi a superarsi ogni volta, e anche di molto.
 
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view post Posted on 8/7/2016, 17:13     +1   -1
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Attendo impaziente :P
 
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annusatore di ascelle
view post Posted on 8/7/2016, 18:45     +1   -1




La primissima volta che lo dico,ma non mi sarei aspettato risposta migliore
 
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view post Posted on 9/7/2016, 06:20     +1   -1

Professore/essa SM

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Complimenti! Racconto veramente coinvolgente!
 
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view post Posted on 9/7/2016, 15:07     +1   -1
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Professore/essa SM

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CITAZIONE (g_gulliver @ 9/7/2016, 07:20) 
Complimenti! Racconto veramente coinvolgente!
 
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iiii]; )'
view post Posted on 10/7/2016, 03:56     +1   +1   -1




Capitolo 2

Spesso sono una persona che pensa troppo, e lo dico perché dopo quella sera non feci altro che pensare, pensare e pensare. Ciò che avevamo passato insieme era molto bello, tuttavia mi restavano parecchi interrogativi. Cosa voleva veramente Valentina da me? Cosa provava? Che intenzioni aveva, sia per i giorni a venire che per il futuro in generale?

Non era facile capirlo: Valentina in chat non parlava troppo spesso di questa vicenda, forse perché sapeva bene che parlandone troppo si sarebbe consumata parte dell'eccitazione che ciò le causava. Non mi restava che aspettare....in teoria. Poi pensai: è un gioco, giusto? Quindi perché deve divertirsi soltanto lei? Così, il giorno dopo in chat, iniziai a rendere più piccante la conversazione... dovevo solo cercare la scusa giusta.

F: Qui a casa sono tutti nervosi come al solito, chi per una ragione chi per un'altra. Non si campa, non riesco neanche a studiare.
V: Io non ho proprio voglia di studiare, sai. Ho la testa da un'altra parte, poi mettici anche la noia...
F: Gioca un po'..
V: Non mi va... non ho nulla di particolare da giocare adesso.
F: Beh, magari non da sola, ma con me qualcosa da fare lo trovi sicuro ;)
V: Tu lo sai bene che non desidero altro.

Eh vabbè però, così è pure troppo facile..

V: Mi sono divertita così tanto ieri.
F: Scusa abbiamo del tempo libero, ci stiamo annoiando entrambi, nulla ci impedisce di vederci, no?
V: Ascolta...ieri sera, quando mamma è tornata, ha incominciato a farmi domande su di te, e tante. Penso che sarebbe contenta di rivederti qua, ma sai come sono le mamme americane, come quelle nei film. Mi controlla, non badare al fatto che ieri ci ha lasciato soli, anzi, quando ci si mette è anche fin troppo fastidiosa.

Aveva ragione, lo era. La cosa che mi stupisce è che (tanto rompi palle) non è stata neanche in grado di trovare una sola traccia delle pasticche di Valentina.

V: Come ti ho già detto, il mio sogno sarebbe avere una notte intera, a disposizione solo per noi due. Con lei, non la avremo mai.
F: Hai ragione, ma non possiamo inventarci nulla?
V: Non lo so...

Un attimo di pausa. C'era un problema in effetti: mia madre aveva sicuramente una mentalità più aperta rispetto alla madre di Vale, ma non avrebbe mai accettato che potessi passare la notte con qualcuno che non conosceva, per di più nel SUO LETTO. E i vicini, quelli sono i classici anziani con occhi e orecchie ovunque, passano tuttora la maggior parte del tempo affacciati ai balconi, notando il 90% della gente che esce ed entra, spettegolando nel tempo rimanente. Che. Palle.

V: Potrei dire che esco e vado a dormire da un'amica, ma anche se fosse, dove andiamo!?

L'unica gioia: mia madre è medico, perciò lavora spesso anche di notte.

F: Sai, mamma spesso deve fare le notti, in ospedale. Oggi però sta tutto il giorno a casa, domani deve andare. Potremmo fare da me.
V: Domani, eh? Beh si può fare... Il giorno dopo dobbiamo andare a scuola insieme però.
F: Ed è per questo che domani sera non dobbiamo farci vedere da nessuno, e lunedì mattina dobbiamo sparire immediatamente, anche a costo di arrivare in anticipo a scuola.

C'è da dire che il fatto di intrufolarsi in casa mia di nascosto la eccitava non poco: rientrava perfettamente nel tema del gioco a lei tanto caro.

Onestamente, non vedevo l'ora. Sentivo dentro di me che volevo lei, volevo vederla, averla vicino, soddisfarla. E lei voleva lo stesso. Il giorno dopo sembrava lontanissimo, ma arrivò.

Era sera, erano le 19, mia madre era già uscita di casa.

F: Vale, mamma è uscita, ti aspetto nel cortile, ti apro appena ti vedo.
V: Ci sono.

Cercai di muovermi, guardando bene attorno che non ci fosse nessuno di quei falchi appostato alle finestre.
La vedevo, aveva un abbigliamento piuttosto insolito: giacca di pelle nera, jeans bianchi e Vans nere. Aveva anche i Ray Ban e il rossetto, uno stile che quasi non sembrava tipico di una nerd.
La feci avanzare dentro e corremmo immediatamente all'interno, salendo rapidamente le scale. Ovviamente quando mai va tutto liscio: al terzo piano sentimmo una porta aprirsi alle nostre spalle, ma non era qualcuno che scendeva. Doveva raggiungere la terrazza condominiale, andava in alto. Fui veloce. Afferrai immediatamente la mano di Valentina e iniziai a salire le scale a due a due.

F: Corri, corri dai!

Corremmo al quinto piano, avevo già le chiavi pronte per entrare in casa. Girai la serratura mentre Vale continuava a guardarsi intorno, si sentiva quasi un'intrusa. Il tizio o la tizia che saliva le scale era quasi arrivato, così aprii la porta di fretta, entrai e chiusi immediatamente.

F: Perfetto, ci siamo.
V: Ohoh, si che ci siamo bello. Vieni qua, non essere timido.

Stavolta fu lei ad afferrarmi la mano, e mi portò verso il divano.

V: Voglio vedere se riesci a resistere a questo: da ieri mattina non ho più lavato i piedi. Annusameli. Vediamo se anche stavolta avrai il coraggio di dire che non puzzano.

Mi spinse abbastanza forte, facendomi sedere sul divano. Le Vans erano già abbastanza slacciate, per cui bastò un improvviso slancio con le gambe per fare volare in giro per la stanza, lasciando in mostra dei fantasmini rosa. Poggiò il piede destro alla mia sinistra e si mise in piedi sul divano.

Non si era neanche tolta la giacca di pelle: aveva solo aperto la cerniera, lasciando intravedere una maglietta nera scollata, sexy a dir poco. Seno non eccessivamente prosperoso, ma una rotondità degna di nota.

Poggiò le mani sulle mie spalle e il piede sinistro sul mio petto, facendolo salire leggermente, muovendo le dita simulando una sorta di arrampicata. Arrivò alle scapole, massaggiandole. Iniziava già a farsi sentire un odore piuttosto gradevole.

Continuò a salire su, raggiungendo il collo, e infine schiacciò le dita contro il mento. A quel punto sorrise, schioccò un bacio sulla sua mano, la rivolse verso di me e vi soffiò.

Alzò il piede dal mento e finalmente lo piazzò con forza sul naso, ridendo. Si era impegnata molto di più questa volta: le dita facevano una presa perfetta sul mio naso, continuando a muoverlo, e assieme a lui anche la mia testa, che veniva ampiamente percorsa dalle sue mani, con lo stesso modo di fare di un musicista che accarezza la sua chitarra.

Non c'è che dire: stavolta l'odore era qualcosa di diverso, molto più pungente e finalmente classificabile come "puzza". E questo, rendeva il tutto esponenzialmente più eccitante. Ogni tanto cercavo di respirare aria normale, ma lei sembrava assetata, insaziabile. Come cercavo di allontanarmi anche solo per un attimo, premeva forte con la gamba. Ci sapeva davvero fare, e quell'immagine, lei vista in piedi sopra di me, seduto sul divano, non aveva prezzo. Le avrei lasciato in custodia l'anima.

Voleva sfidarmi, e di certo non mi sarei tirato indietro. Avrei continuato a respirare quell'odore anche per tutta la notte, se ne avessi avuto la possibilità.

Dopo qualche minuto poggiò il piede sinistro sulla mia gamba.

V: Allora??
F: Ti sei davvero superata stavolta eh? Non voglio nemmeno sapere cos'altro hai fatto nelle ultime 24 ore per farli puzzare così. Ma - senti qua - hanno LO STESSO un buon odore.

Lei sembrò divertita, eccitata e seccata contemporaneamente. Il suo sguardo era carico di sfida:si sedette sullo schienale del divano facendomi sdraiare poggiando la testa su uno dei braccioli e poggiando (direi meglio schiacciando) entrambi i piedi sulla mia faccia, chiudendomi il naso tra i due alluci.

Dopo qualche secondo mollò la presa.

V: Fa un bel respiro , impavido.

Dio, peggio di prima. Quell'odore era buono ed estremamente eccitante, ma dopo qualche minuto dava alla testa, peggio di una canna. Almeno non faceva male...

V: Adesso?
F: Vuoi farmi venire proprio un giramento di testa eh?
V: Lo sapevo che dopo un po' avresti ceduto.
F: Ma neanche per sogno, miss. A me il giramento di testa sta più che bene, continua quanto vuoi.

Era sempre più eccitata, dannatamente contenta del fatto che non le stessi imponendo alcun limite. In tutto questo, la notte stava calando e nella fretta non avevamo acceso neanche una luce in casa.

V: Sai che ti dico, ho un'idea migliore.

Scese dal divano, e mi prese di nuovo per mano, trascinandomi in camera da letto. Lì avevo ancora la mia vecchia Xbox. Non avevo intenzione di perdere tempo a giocare, ma non feci neanche in tempo a replicare che mi disse....

V: Sdraiati, mettiti a pancia in giù, rivolto verso i cuscini del letto.

Lo feci immediatamente, soprattutto perché ero curioso di sapere cosa diavolo avesse in mente. La sento smanettare con dei cavi, aprire dei cassetti (cercava il controller). La sentii salire sul letto. Poggiò le ginocchia accanto alle mie braccia, salendomi letteralmente sopra e poggiando il sedere sulla mia nuca.

V: Oh, non è finita qua.

Portò entrambe le piante dei piedi sotto la mia faccia, e si lasciò andare di peso con il sedere schiacchiandomi sulle sue odorosissime estremità, e stavolta non c'era nessun'altra aria che potessi respirare.

Lei iniziò a giocare. Ora si che la riconoscevo davvero, la mia nerd.

Ogni tanto muoveva i piedi, ma soprattutto muoveva il bacino, schiacchiandomi sempre più forte, ma alleviando anche il giramento di testa dovuto a quell'odore così pungente.

Quando arricciava leggermente le dita si respirava un po' perché non sentivo il forte odore che vi proveniva, ma quando le allargava mi ci abbandonavo letteralmente, era un paradiso.

Non aveva acceso alcuna luce, se non quella del televisore. Le piaceva molto essere gratificata mentre giocava, ma era solo una parentesi: non si stava impegnando davvero, era tutta concentrata sul movimento dei glutei e delle dita dei piedi, premendo come a volerci far divenire un tutt'uno.

Era così bello essere lì sotto, avere un'intimità profonda con una ragazza così.... perfetta, speciale. Ogni secondo in più, ogni respiro in più, ne ero sempre più innamorato. Voglio dire, Valentina non stava facendo altro che dominarmi, eppure mi sentivo più al sicuro tra le sue braccia (o meglio, fra le sue gambe) che a letto con qualsiasi altra ragazza delle precedenti, a cui avevo, a chi più e a chi meno, dichiarato amore.

Il capitolo 2 non finisce qua, perciò arriverà presto la seconda parte, non vi farò aspettare tutto quel tempo. Nel frattempo, feedback e commenti sono sempre molto graditi :D
 
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annusatore di ascelle
view post Posted on 10/7/2016, 19:31     +1   -1




Il feedback non può che essere positivo, amo una storia con la scoperta degli odori, soprattutto con un ascesa verso l'umiliazione della puzza sempre più intensa( profumo celestiale pardon ;) )Continua così ,capolavoro
 
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view post Posted on 10/7/2016, 20:52     +1   -1
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Born To Sniff

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L'attesa è stata molto ben ripagata!

A me piace sempre di più, dettagli ben curati, racconto in cui la dominazione/sottomissione è marcata dal "profumo": vai avanti così! :D :P
 
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iiii]; )'
view post Posted on 11/7/2016, 02:48     +1   -1




Capitolo 2 - Seconda Parte


Credo che nessuno dei due stesse capendo più nulla. Erano passate quasi due ore, erano le 22 circa. Ci eravamo presi una 'pausa'. Lei si era distesa alla mia sinistra, con la schiena appoggiata contro lo schienale del letto, le gambe leggermente divaricate e gli occhi chiusi. Io stavo sdraiato completamente, con una gamba incrociata. E si, mi stavo godendo il momento, avevamo acceso giusto una piccola lampada. In una sedia vicina Valentina aveva appoggiato la sua giacca di pelle.

La stanza di mia mamma sembrava il set di un film d 'amore, se non fosse stato per l'odore di piedi che prevaleva su ogni altra cosa. Ah, e anche per il silenzio. L'unico suono udibile era il respiro di Vale...cazzo, doveva essere veramente al settimo cielo.

Volevo godermi l'attimo, certo, tuttavia ero curioso. Quale sarebbe stata la prossima mossa? Avremmo passato la serata solamente a parlare? Giocare? DORMIRE?

No, Valentina aveva ben altro in mente, e io pure.

F: Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?
V: Beh, uno spuntino in effetti non ci farebbe male.

Parlava a voce bassissima, come se fosse stata nel dormiveglia, esattamente come pochi giorni prima.
Corsi in cucina e presi qualche biscotto con marmellata. Avevo fame anche io, e poi quei biscotti erano i miei preferiti. Glie li portai, e incominciammo a mangiare.

V: Sono ancora le 22, abbiamo davanti tutta la notte.
F: Guarda, se ne hai voglia, possiamo anche non dormire fino a domattina, tanto domani l'orario non è troppo pesante.

Mi guardò con espressione compiaciuta, sorridendo. Ormai avevo capito, quando faceva facce del genere la sua mente confabulava cose, perciò restavo lì ad aspettare cosa avesse in mente.

Sollevò la gamba sinistra dal letto, portando il piede vicino alla mia faccia.

V: Toglimi il calzino, con la bocca. E se non mi mordessi le dita sarebbe anche un passo avanti ahaha....
F: Non arrabbiarti eh!

Mi avvicinai, e risentii di nuovo quell'odore, che surclassava completamente il sapore dei biscotti che mi era rimasto. Cercai di afferrarle il calzino con i denti, ma le presi anche il medio.

V: Ouch...ahia!
F: Ops. Eheh.

Riprovai, stavolta alleggerendo la presa, e le tolsi il calzino, liberando un odore notevole. Poggiai il calzino sul letto. Stavolta aveva un affascinante smalto viola, e i suoi piedi mi piacevano sempre di più.

V: Adesso sta fermo...

Avvicinò il piede al piatto in cui avevo messo i biscotti e ne afferrò uno tra l'indice e l'alluce, portandolo verso di me.

V: Buon appetito! Ahha, e vedi di non fare lo schizzinoso, sporcare di marmellata il letto di tua mamma sarebbe un peccato, vero?

Sì. SÌ. Certo che si, il giorno dopo non avremmo mai avuto il tempo di cambiare le lenzuola. Mi avvicinai al suo piede e lei....

V: Apri la bocca.

Inserì lentamente il biscotto nella bocca, appoggiando anche le prime 4 dita sulla mia lingua e trascinandole indietro. Wow, avevano un sapore magnifico, salato e leggermente acre, in più erano anche colme di finissimi granelli dovuti al sudore e ai calzini. Non erano troppo sudati: il sudore era ormai andato via dopo più di due ore senza scarpe. Dopo aver ingoiato il primo biscotto...

V: Bravissimo cuccioloo ahahah, un altro?
F: Vai, sta attenta e non sbriciolarlo.
V: Oh tranquillo, so essere delicata quando voglio.

Fece la stessa cosa di prima, stavolta restando con le dita sulla mia bocca chiusa e premendo mentre masticavo. In tutto questo continuò a sorridere.

(Indicando le sue dita) V: Qualche briciola è rimasta qua sai?
V: Ti dispiace se le spargo su tutto il letto?

Sapevo che scherzava, perciò con tono ironico dissi:

F: Oh no bella mia non ci pensare nemmeno, vieni qua!

E mi lanciai sotto le sue gambe, appoggiando i suoi piedi invece che sul letto sulla mia faccia. Presi il suo piede sinistro e incominciai a succhiare avidamente le dita, facendole il solletico ogni tanto sotto il sedere per provocarla. Non era solo lei a dar fastidio adesso. Fastidio, andiamo, su, le piaceva, così come piacque a me ripulire ogni suo dito dal sudore e dalle briciole.

V: Oh e daii! Ahahaha calmo con sto solletico!
F: No.
V: Come no? Dai... anzi aspetta.

Si portò il piede destro vicino, quello con ancora il calzino addosso, lo tolse e si annusò le dita.

V: Pffui.... Tu hai veramente un gran coraggio sai?

Tirò fuori la lungua e la passò leggermente sotto alle sue dita, ricoprendole leggermente di saliva.

V: Il sapore però è meglio del previsto! Ahahaha! Dai tocca a te!

E mi spalmò quel bellissimo piede sulla faccia. Adesso mi ero messo in ginocchio sul letto, lei invece si era sdraiata completamente poggiando la testa sul cuscino, spingendo forte con le sue gambe. Era un'azione piuttosto frenetica a dire il vero, tutt'altro che calma. Per questo ancora più divertente.

E in tutto questo mi era andata anche bene: a parte un lievissimo aroma di marmellata, anche la sua saliva non era male, ma fidatevi, avrei avuto modo poco dopo di rendermene davvero conto.

V: Dai! Di più! Puliscili completamente!

No, non avevo intenzione di obbedire ciecamente stavolta. Incominciai a mordicchiarle i talloni e la pianta, lei si dimenò e mi tirò un calcetto sul petto. A questo punto l'accontentai: presi il suo piede destro e cercai di farlo entrare il più possibile nella mia bocca mentre nel frattempo con le mani massaggiavo l'altro piede.

Un 39 non riusciva ad entrare completamente, purtroppo, per cui leccai bene i talloni separatamente.

V: Ecco! Di questo parlavo! VAI! Continua!

Dopo pochissimi secondi si alzò, prese il cuscino su cui era poggiata e spingendomi sul petto mi costrinse a sdraiarmi e lo poggiò proprio sulla mia pancia. Lei si sedette lì sopra, e poggiò entrambi i piedi sulla mia faccia.

V: Cosi la smetti di fare gli scherzetti, bimbettino ahahah. Anzi magari ammorbidisci un po' qualche calletto a metà dell arco. Le Converse hanno questi effetti purtroppo.
F: Fidati, sono bellissimi. Perfetti.
V: Owwwww, ma che gentile. Potrei ammorbidirmi a questa dolcezza sai?

Mi accarezzò la faccia con il piede sinistro, mentre continuavo a leccare il destro.

Tutto ciò continuò per circa 10 minuti, finché i suoi piedi non furono perfettamente puliti. A quel punto, Vale portò il busto all indietro, sdraiandosi praticamente sulle mie gambe.

V: Adesso, vorrei fare qualcosa di diverso. Mi prometti che rimarrai fermo e farai tutto ciò che dico io?
F: Posso provaaaaar... scherzo. Vediamo che hai partorito in quella mente diabolica.

La sentii ridere, dopodiché si alzo, si tolse i pantaloni, lanciandoli sulla stessa sedia a cui aveva appoggiato la giacca di pelle.

Come da lei suggerito, ero rimasto fermo sdraiato. Lei si avvicina al mio orecchio, bisbigliando...

V: Sto bruciando dentro, tesoro.

Si poggiò su di un fianco, avvolgendo la mia testa tra il suo braccio destro e il suo corpo, stringendomi a sé. Un dolcissimo aroma proveniva dal suo seno, mentre uno leggermente più acuto, piccante, proveniva dalle sue braccia, in particolare dalle ascelle, che nell'eccitazione generale qualche goccia di sudore l'avevano sicuramente persa.

V: Baciami...

Cominciai a baciarla da ogni parte, incrementando la mia eccitazione ad ogni respiro, soprattutto passando dalle zone seriamente profumate, dove a prevalere era il suo odore, accogliente e affascinante, a quelle più sudate, a cui ogni respiro mi sentivo più intimo con lei che mai.

Aveva questa fissa lei, voleva cercare di essere un tutt'uno con me, facendomi entrare in strettissimo contatto con il suo corpo. E io non desideravo altro.

Dopo qualche minuto passò all'altro lato del corpo. La forza con cui mi stringeva a sé, alle sue braccia, al suo seno...faceva pensare a qualcosa di più che a semplice "desiderio di essere adorata": mi stava abbracciando come si abbraccia qualcuno che non si vuol perdere, qualcosa a cui si tiene estremamente.

A questo punto iniziai ad accarezzarle anche il viso.

F: Adesso fidati tu di me: stenditi di schiena.

Lei mi guardò prima leggermente incuriosita, poi senza indugiare troppo, si distese.














Come promesso, ecco la seconda e non ultima parte del capitolo 2, domani in mattinata arriverà l'ultima, promesso ;)
 
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24 replies since 5/7/2016, 02:11   11333 views
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