Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

DUE SORELLE, Nadia e Giulia...

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8DarkFrame8
view post Posted on 21/3/2015, 12:04     +3   +1   -1




Questo sarà il primo racconto.
Qualcuno potrà già aver letto questo o altri che seguiranno altrove, ma non fa nulla per me, (li avevo già pubblicati prima di conoscere questo sito xD) quindi spero anche per voi sia lo stesso.

DUE SORELLE

Salve a tutti mi chiamo Nadia, ho 21 anni e non sono una ragazza come le altre.
Non mi credo chissà chi e lunge da me dare questa impressione esordendo su quanto io sia diversa da tutte, ma il fatto è che... io diversa lo sono davvero ed è purtroppo un dato di fatto.
Ho deciso di chiarire subito questo punto perché le mie differenze non si trovano nel carattere, nelle amicizie o nei gusti sessuali (almeno non prevalentemente); la mia particolarità è che possiedo sin dalla nascita entrambi gli organi sessuali, sia maschili che femminili, sono a conti fatti ermafrodito.
Al di là di tutti i problemi che io abbia affrontato nel corso della vita, chiarisco subito che non possiedo la famosa fabbrica dei maschietti in mezzo alle gambe, ma per il resto, sono pienamente funzionante e la mia storia mi rendo conto non sia per tutti, quindi se non siete interessati vi prego di smettere di leggere e di passare ad altro.

Nonostante il dettaglio che svetta in mezzo alle mie gambe, per il resto mi ritengo una ragazza a tutti gli effetti ed anche discretamente attraente; ho dei lunghi capelli neri oltre metà schiena leggermente ondulati, occhi celesti, lineamenti del viso dolci ed alta intorno al metro e settanta per 60 Kg.
Non ho il seno che tante posseggono e mi limito ad una terza scarsina; però, il sedere è rotondo e sodo come anche il resto del mio corpo e non potrebbe essere diversamente grazie alla pallavolo che pratico fin da adolescente. In verità mi sarebbe sempre piaciuto frequentare lezioni di piscina e sono sicura che sarei stata davvero brava, ma per ovvi problemi non ho mai potuto.
Beh, ora che avete un quadro completo di me direi di passare alla mia vita.
Sono originaria del centro Italia, ma negli ultimi anni vivo con mia madre e mia sorella in zone più settentrionali. La mia famiglia conta, mia mamma, me e mia sorella più piccola di quattro anni di nome Giulia e dire che la vita è facile sarebbe mentire spudoratamente.
Mamma si chiama Elena ed ha divorziato da ormai dieci anni prendendo l'affidamento ed il sussidio abbastanza onesto di nostro padre che non vedo ormai più; a quanto ne so, si è creato una nuova famiglia e tanti saluti, ma non mi dispiace più di tanto, poiché non ho ricordi di lui abbastanza piacevoli da farmelo rimpiangere.
Come dicevo, Giulia ha quattro anni in meno di me ed a volte si sentono tutti; non abbiamo mai litigato veramente né ci sono state situazioni di particolare disagio che abbiano marchiato a fuoco la nostra vita.
Mia sorella è più bassa di me, con uno stile eccentrico che la gente potrebbe definire Dark o Gotico; in effetti non l'ho mai vista senza qualcosa di nero addosso, specialmente gonne con fronzoli, che le danno un'aria da streghetta davvero inquietante.
A questo dovete aggiungere un trucco scuro su dei profondi occhi grigio-verde, una pelle del corpo diafana e capelli rosso scuro (tinti) portati ogni giorno diversi fino alle spalle ed avrete il ritratto di una pseudo-vampira, oppure di Giulia.
A parte il suo look trasgressivo è una ragazza dolce ed anche molto bella e lo posso dire più di tutti credo... nonostante non faccia sport o altro, ha un fisico invidiabile.

Per quello che sono sempre stata, la mia vita sessuale ha avuto dei cupi momenti come ovviamente immaginerete; non sto qui a descrivervi di quando iniziò lo sviluppo della mia parte maschile o quella femminile, ma vi dirò che trovare una dimensione durante gli anni scolastici fu come scalare una montagna a mani nude, per via delle continue infatuazioni (prevalentemente maschili), e ammetto che parecchie volte ho pensato di fuggire da tutto e tutti.
Avvicinarmi ai ragazzi non era difficile, anche perché quasi sempre venivano loro, ma mi rendevo conto che mentre si scherzava, il loro pensiero era mirato solo ad un obiettivo, che però io non potevo concedergli perché mi vergognavo del mio segreto.
Quindi passavo pure per quella che se la tirava quando invece non era affatto così e dentro di me morivo dalla voglia di stare con loro, ma mi limitavo sempre a lavoretti veloci per soddisfarli come una ragazzina a quell'età può fare; e devo dire che con gli anni diventai parecchio brava in quelle pratiche.
Quando il momento del primo rapporto si avvicinava, io mi allontanavo dicendo che non era il momento e puntualmente venivo lasciata; per tutti gli anni delle medie fino al quarto delle superiori rimasi effettivamente sola, avevo molti amici maschi, ci giocavo e qualche volta era scappato un bacio e poco di più, ma nulla di serio.
Cosa pensate che facevo una volta tornata a casa? La vostra fantasia di certo avrà già risposto alla domanda nel modo più giusto e passavo vere e proprie ore nel bagno a cercare di trovare soddisfazione all'eccitazione che avevo dentro.
Masturbarmi in tutti i modi che il mio corpo richiedeva, era l'unico modo per andare avanti e spesso arrivavo a livelli di sensibilità tali, da perdere veramente il controllo, tornando in me solo dopo essere venuta diverse volte.
Oggi ne parlo quasi con superficialità, ma ripensando a come stavo a casa e di come mi sentivo per quelle situazioni che ero costretta a far sfumare senza poterle cogliere, ci sto ancora male; tuttavia le cose ad un certo punto cambiarono.
Potrei ringraziare il destino o più propriamente mia sorella o ancora di più il suo amico o la sorella di questo amico, ma la verità è che tutti hanno giocato un ruolo così importante che decidere a chi dare meriti sarebbe davvero riduttivo.

Iniziando da mia sorella, un lato di Giulia che non conoscevo mi si presentò davanti un pomeriggio di Giugno dell'anno appena passato, quando rincasai a pomeriggio inoltrato da un'uscita con il mio gruppo di amici.
Mia madre probabilmente era in giro e Giulia altrettanto, quindi decisi di approfittarne come spesso facevo per toccarmi senza la paura di essere cercata; la nostra è una casa molto carina che fa parte di un agglomerato di case bifamiliari separate. Superai il soggiorno e salii la piccola scaletta a chiocciola della casa fino al piano superiore dove stavano le camere da letto.
La mia era l'ultima e guarda caso la più vicina al bagno, ma passando davanti quella di mia sorella sentii dei rumori provenire da essa e mi bloccai riconoscendo dei mugolii un po' troppo accentuati; silenziosamente mi avvicinai alla porta chiusa ed ebbi la conferma assoluta che qualsiasi cosa stesse accadendo li dentro era a sfondo sessuale e che mia sorella non era sola.
Un grido marcato mi spaventò facendomi indietreggiare; era sicuramente un ragazzo ed in quel momento un forte senso di piacere misto a sorpresa mi pervase, lasciandomi inchinata a sporgermi dal buco della serratura.
Non riuscivo a vedere bene, ma scorsi dei movimenti sostenuti e qualcuno sul letto mi dava la certezza che si stesse toccando; quando infine distinsi mia sorella in piedi sul letto e qualcuno disteso sotto di lei, qualcosa di duro mi ricordò quanto avevo bisogno di fare e presi involontariamente a carezzarmi con una mano sui jeans.
Disgrazia volle che non feci attenzione al mio zaino talmente ero presa dalla voglia che quest'ultimo mi scivolò dalla spalla sbattendo sulla porta e sul parquet con un forte frastuono; mi alzai con il cuore in gola e filai in camera aspettando di sentire la porta aprirsi.
Attesi al computer per quasi dieci minuti, preparando una finta sessione di studio qualora qualcuno fosse entrato ed invece non accadde nulla; solo dopo una mezz'ora sentii la voce di Giulia nel corridoio ed altri passi che si allontanavano.
Infine, la porta di casa si chiuse con un tonfo.

Mi ero alzata per andare vicino alla porta della mia camera indecisa se uscire o meno, (chissà poi perché mi facevo tanti problemi), ma quando la aprii, trovai Giulia ad attendermi.
Indossava una tuta nera ed una maglia da casa leggerissima; ai piedi le solite infradito blu e per il resto aveva i capelli raccolti dietro con un fermaglio, con qualche ciocca ribelle qua e la e mi sorrise facendomi cenno col dito di seguirla.
Mi precedette quasi saltellando e quando fui da lei, mi guardai attorno, notando la TV accesa ed il letto parzialmente sfatto sul quale si sedette; “abbiamo fatto confusione?”.

Mi chiese d'un tratto sorridendo e trovandomi un poco in difficoltà; “sono rientrata da un po', ho solo sentito che c'era qualcuno... il tuo ragazzo immagino, ma se ci fosse stata mamma?”.

“no, non è il mio ragazzo, era Andrea. Nadia senti, tu sei più grande quindi voglio un consiglio sincero. Cosa faresti se un ragazzo ti chiedesse qualcosa di strano? e intendo veramente strano”.

Restai sorpresa sia per il fatto che praticamente aveva deciso di dar corda a quel suo amico che io trovavo decisamente carino ed educato, forse solo po' taciturno, sia per quella domanda, che rigirai chiedendone il senso; “che vuol dire in che senso? Ti ho detto una cosa strana, potrebbero essere migliaia... non mi va di dirtelo, voglio solo sapere che cosa faresti al posto mio”.

“se è un ragazzo speciale a cui tengo forse accetterei... ammesso che vada anche a me; comunque io non sono la più adatta a parlare di questo”.

Le sorrisi un po' amaramente, ma lei restò seria guardando a terra con aria assorta e incrociando le gambe; “di sicuro è un tipo particolare, praticamente da quando ci conosciamo posso dire che è il mio migliore amico. Prima stavamo giocando un po' e ha voluto confessarmi una cosa che mi ha lasciato perplessa...”.

Immaginai subito che si fosse dichiarato, ma quando espressi la possibilità mi rispose che avevo frainteso e che gli aveva solo confessato qualcosa riguardante se stesso; ragionai su due possibilità o che fosse gay, oppure qualcos'altro che riguardasse la famiglia o la sua vita, ma il tirare ad indovinare mi stancò presto; “devo continuare a caso?”.

“mi vergogno un po'...”.

“tu che ti vergogni? Che caspita ti avrà mai detto? Avanti adesso voglio saperlo...”.

“ok! Ci stavamo guardando un film, poi di punto in bianco, forse perché eravamo disposti in un certo modo sul letto, mi ha detto che aveva un segreto che avrebbe voluto dirmi. Allora mi ha chiesto di potermi carezzare i piedi...”.

“come scusa? Non ho capito il senso credo”.

“nessun senso... mi ha detto proprio così, di volermi carezzare i piedi; inizialmente mi sono messa a ridere assieme a lui che se ne stava un po' in imbarazzo, poi gliel'ho lasciato fare avvicinandoglieli alla mano e lui si è tutto irrigidito ed ha cambiato espressione”.

Giulia sorrise porgendo avanti a se le gambe, allungando un po' il collo dei piedi, facendoli roteare per gioco; “mi ha detto che fin da piccolo gli sono sempre piaciuti i piedi delle ragazze e che i miei sono bellissimi...”.

Restai in silenzio recependo quella stranezza colossale e ridendo silenziosamente con lei che mi guardò con la coda dell'occhio; “piedi? Ma sta fuori quel ragazzo?”.

“dopo avermelo detto non sapevo cosa fare, ma continuava a passarci sopra la mano piano piano e mi faceva tenerezza, poi ha aggiunto che sognava di poterci dare un bacio, ma aggiunse subito che se non volevo lui non se la sarebbe presa”.

“ e tu?!”.

“Nadia erano stati tutto il giorno negli stivali e nei calzini! E quella mattina avevo fatto anche ginnastica a scuola... non me la sono sentita”.

Pensai a me stessa ed a come avrei reagito al suo posto, cioè esattamente allo stesso modo; “lui mi ha detto di non preoccuparmi ed a cercato di insistere un pochino ma ho rifiutato, però... gli ho promesso che domani andavo andavo da lui e glielo avrei fatto fare perché era stato sincero”.

“mamma mia... i-io non so che dire, dico davvero”.

“adesso che sai tutta la storia, tu che faresti?”.

Che avrei fatto al suo posto? Beh, mi aveva preso proprio di sorpresa, quindi risi dicendole che sarei andata di corsa a lavarmi i piedi perché indossava sempre quegli anfibi anche con 40° gradi sotto al sole. Rise anche lei ribadendo fermamente che anche i miei sicuramente facevano schifo, poi mi tirò sul letto cercando di salirmi sopra, ma la poca differenza di taglia bastò a farmi primeggiare tenendole le braccia ferme.
Non appena si rese conto di non potersi sottrarre, mi spinse via facendo leva con le i piedi su di me ed ammetto che riuscì nell'intento, facendomi cadere sul pavimento; “guarda che mi ha detto che ho i piedi più belli che avesse mai visto! E che profumavano anche”.

“certo, dopo una giornata in giro in quelle bare non potrebbero di certo puzzare, povero Andrea... se lo vuoi fare contento compragli una mascherina”.

Dopo le mie ultime battute, con velocità Giulia mi schiaffò un piede sulla faccia premendo senza forza; cercai di sottrarmi, ma continuò a trattenermi per i capelli e più tentavo di allontanarmi, più mi facevo male, quindi per un po' dovetti restare col suo piede smaltato di nero sulla faccia.
Anche non volendo, dovetti odorare per forza quel misto tra gomma e sudore che mi fece gridare dallo schifo. Tuttavia a nulla valsero le mie minacce finché a malincuore fui costretta ad aprire la bocca e darle un morso per farla ritrarre.
Gridò anche lei e finì ridendo a terra assieme a me che subito mi alzai urlando quanto fosse schifosa e sputando diverse volte per sottolineare la cosa. Mentre mi pulivo le labbra le guardai i piedi con occhio critico, in cerca di dettagli; a tutti gli effetti era vero, mia sorella aveva dei piedi molto carini, portava un 38, con dita affusolate ed unghie smaltate di nero che però, a forza di portare quelle sue scarpe chiuse, era abbastanza rovinato.
Giulia aveva una pelle bellissima e morbida e come le sue mani anche i piedi davano esattamente quella sensazione di delicatezza; “te l'ho detto per avere un consiglio e tu mi prendi in giro che stronza... che c'è? Ne vuoi ancora?”.

“no... però è vero sono carini. Scherzi a parte è stato coraggioso a dirti una cosa così, non credo che tra le persone che conosco qualcuno l'avrebbe fatto. Io come amica gli farei un bel regalo se chiedesse una cosa così semplice”.

“anche i tuoi sono carini, li abbiamo praticamente uguali e che intendi come regalo?”.

“beh, a lui piacciono i piedi delle ragazze, tu sei quasi una ragazza... quindi se non hai paura di rovinare l'amicizia, mi viene da pensare che un piede non è poi tanto diverso da una mano”.

Giulia spalancò gli occhi dandomi una leggera spinta dopo essersi alzata; “ma sei STUPIDA! Ha chiesto solo di darci un bacio e toccarli... e poi non credo si possa nemmeno fare! Come fai a fare una sega con i piedi?”.

“e io che ne so? vai a intuito... comunque fammi sapere come andrà la questione, qualche risata me la faccio volentieri”.

Restammo a parlare un altro po' sparlando di Andrea, ma senza cattiveria; poi lasciai la sua stanza dopo averle detto che nemmeno io avevo mai provato una cosa del genere e che i ragazzi con cui ero stata non ci pensavano proprio.

L'indomani stetti fuori tutto il santo giorno, tra biblioteca, allenamento e roba varia, quindi rincasai per l'ora di cena.
Giulia non era ancora tornata e mamma confermò che si era fermata a mangiare a casa di Andrea, cosa che capitava un po' troppo spesso negli ultimi tempi. Dopo cena me ne andai in camera a stendermi e vedere la TV ed ammetto che pensai diverse volte a quello che mia sorella aveva detto ed a cosa potesse spingere qualcuno a voler toccare e baciare i piedi di una ragazza e la cosa mi intrigò in modo singolare.
In modo del tutto personale analizzai un attimo me stessa ricordando diversi episodi della mia infanzia legati a Giulia un po' singolari, ma per ora è inutile parlarne. Non avevo mai sentito parlare di gusti simili, né li avevo mai sperimentati di persona, ma quando verso le dieci passate sentii bussare alla porta, con un sorriso beffardo accolsi mia sorella che si buttò sul letto ridendo; “Nadia... Andrea è fuori di testa”.

“fuori di testa? Perché?!”.

Lei si tirò su togliendosi la borsa dalla spalla gettandola a terra e mettendosi seduta; “siamo stati insieme tutto il pomeriggio, solito film, solite risate, abbiamo parlato del più e del meno ed ovviamente siamo tornati sul discorso uscito ieri. Eravamo sul letto, tutto come la volta precedente e stavamo ridendo della promessa che gli avevo fatto e se lui se la sentisse ancora. Ovviamente ha confermato e visto che ero già senza scarpe gli ho detto di togliermi i calzini e lui lo ha fatto all'istante”.

“già fin qui una medaglia al valore se l'è meritata”.

“zitta stupida, fammi finire; mi ha riempito di complimenti e si vedeva che era agitatissimo, poi ha preso a fare una specie di massaggio lento e delicato, ti giuro sembrava avesse tra le mani qualcosa di fragilissimo per come si muoveva, poi...”.

“poi?”.

“poi se l'è alzato fino al viso e lo ha baciato”.

Rimasi sorpresa e decisamente interessata, guardandola carezzarsi i capelli portandoli dietro le spalle; “è stato stranissimo Nadia. Lo ha sollevato un poco ed ha poggiato le labbra sopra le dita e ce le ha pure tenute un bel po”.

“e tu che facevi?”

“ovviamente dopo poco l'ho ritratto in maniera istintiva e sono rimasta seria a guardarlo come se avesse fatto un passo falso, cosa più che vera tra l'altro! Ma quando mi ha chiesto scusa, mi sono sentita non vera merda e dopo avergli chiesto qualche altra informazione gliel'ho lasciato fare, ed ha continuato fino a mezz'ora fa”.

“quindi ti sei fatta baciare i piedi per tutta la sera dal tuo amico? Sei tu fuori di testa Giulia... e come ti senti?”.

“non sono fuori di testa! Sono stata gentile, lo avresti fatto anche tu”.

“ma ti sbagli proprio...”.

“e perché?! Saresti stata una stronza allora e ti sei appena rimangiata il consiglio che mi hai dato ieri...”.

Effettivamente aveva ragione, ed avrei anche io reagito a quel modo per una cosa tanto innocente; “va bene scusa, stavo scherzando... lo avrei fatto pure io”.

“se lo avessi visto Nadia, aveva uno sguardo dolcissimo quando lo faceva. Ho provato a capirci qualcosa di quello che gli passava per la testa, ma già di suo per farlo parlare ci vuole un miracolo, in quella circostanza perde proprio l'uso della voce. Inoltre... ad un certo punto mi sono accorta che era eccitato”.

Spalancai la bocca meravigliata restando senza parole; “non gli ho detto niente, ma si vedeva chiaramente oltre il jeans e non sapevo che fare... Nadia con Andrea ci conosciamo da due anni”.

“certe cose alla fine non puoi sempre controllarle. Lui si è confidato con te per una ragione, perché ti vuole bene sicuramente come amica, ma forse a questo punto anche come altro... e tu? Ti piace un po'?”.

“ah boh, non ci ho mai nemmeno pensato. E' carino, un bel po' strano, scrive, legge i fumetti giapponesi... però io di stare con un ragazzo fisso ho paura di annoiarmi”.

“io a te non ti capisco Giulia, una volta che ti capita un ragazzo con tutte le cose al posto giusto, gli chiudi la porta perché ti annoi? Come fai a sapere che ti annoieresti? Bah... comunque detto questo, devi dirgli le cose chiaramente, se lui le accetta come sono bene altrimenti è un problema che deve risolvere... ma se ti dice che va bene, continui?”.

“sembri quasi volerlo fare tu al posto mio”.

“ma non dire scemenze! Mi sta solo simpatico”.

“beh, se gli andasse bene il mio punto di vista perché no? Io mi sono divertita; cioè è qualcosa di strano, ma che non fa male a nessuno... se volesse altro poi chissà”.

“chissà?”.

“beh è comunque carino... lo hai detto pure tu”.

“se continui a giocarci e farlo eccitare alla fine te lo chiederà per forza dell'altro...”.

Si lasciò cadere sul mio letto ridendo; “che devo fare Nadia?! Non ci capisco più niente...”.

Per un attimo pensai più ad Andrea che a Giulia; avrei potuto suggerirle di chiudere tutto e lasciar dimenticare l'accaduto oppure di smettere di illuderlo, ma se fossi stata quel ragazzo, di certo dopo che le ho confidato un segreto ci sarei rimasta davvero male.
Quindi le suggerii di divertirsi, ricordandosi di essere sempre trasparente e che per fare una cosa così bisognava essere contenti in due, altrimenti si sarebbe arrivati presto ad un punto di non ritorno, così se ne andò lasciandomi a guardare il telefilm quasi finito.
L'evento che seguì quella chiacchierata si presentò cinque giorni più tardi quando, mentre stavo studiando, Giulia bussò entrando con una faccia che non mi piacque per nulla.
Mi chiese se avessi due minuti per parlare di quella cosa ed ovviamente la lasciai sedere sul letto mentre io restai alla scrivania; “avete discusso?”.

“discusso non direi... gli ho detto che si vedeva che era eccitato ed ha smesso subito di giocare come se si vergognasse, io mi sono un po' stranita ed insomma ieri siamo stati un po' distanti”.

“cioè lui si vergogna e tu ti stranisci? Se non vuoi che si senta a disagio non dirgli le cose in quel modo e sii più femminile, sembri un carrarmato con i sentimento Giulia!”.

“ma che ho detto?! Era vero che si vedeva e poi lo avrei usato come pretesto per fare qualcos'altro... è uno stupido!”.

Sospirai prendendo un lungo respiro per quella scemenza per cui mi aveva pure interrotta; “per favore, lascia che la tua coscienza esca un attimo ad ascoltarmi... non tutti sono diretti come te, magari Andrea è un ragazzo un po' più sensibile del normale e si è sentito intimorito dalla tua provocazione. Sarebbe bastato riprendere a scherzare e la cosa sarebbe passata”.

“invece me la sono presa”.

“già...”.

“ok! Nadia, ho deciso una cosa... voglio seguire il tuo consiglio”.

Visto il ruolo di fata madrina di quei giorni di consigli ne avevo dati anche troppi, quindi non ricordai esattamente a quale alludesse; “ti ricordi che hai detto che mani e piedi non sono poi così diversi? Magari potrei farlo... lui col corpo mi ha fatto capire chiaramente che ci starebbe, tu lo hai mai fatto?”.

“no... mai fatto te l'ho detto. Però penso sia lo stesso, insomma non è che può essere tanto diverso. Ma sei sicura Giulia?”.

“veramente no... sicura non lo sono proprio. Normalmente l'ho fatto parecchie volte, ma con i piedi non so da dove cominciare”.

Cadde un profondo silenzio durante il quale lei restò a pensare mentre io giocherellavo con una penna, poi mi lanciò un occhiata che tolse subito dopo. Sapevo le era passato per la testa qualcosa, ma non riuscii a scorgere nessun dettaglio pratico e si mise a ridere un po' nervosamente morsicandosi il labbro inferiore. Alla mia insistenza sorniona, mia sorella si alzò dal letto venendomi vicino, inginocchiandosi davanti la sedia.

“Nadia senti lo facciamo io e te prima?”.

“COSA?!”.

“zitta abbassa la voce! Non mi va di fare figuracce con Andrea e tu sei...”.

Restai allibita a quella follia che era riuscita a dire e non seppi nemmeno da che parte iniziare per dire NO, quindi mi alzai portandomi una mano alla bocca per lo stupore guardandola quasi fosse un mostro; “ma sei diventata pazza?! Che diavolo stai dicendo?!”.

Sbottai subendo l'ovvio cambio di reazione di mia sorella che si alzò spazientita; “bastava un semplice no. Leva quegli occhi perché non ti ho chiesto di uccidere nessuno... ciao”.

Offesa dalla mia alterazione, Giulia se ne andò dalla camera lasciandomi sola con evidenti problematiche a gestire la cosa. Non mi aveva detto di uccidere nessuno, ma nemmeno era una cosa normale! Pensai arrabbiata, camminando per la stanza; come avrebbe reagito lei nella mia situazione? Avrebbe davvero accettato? Impossibile!
Ovviamente, Giulia come mia madre, sapeva la mia situazione fisica e la fatica che avevo fatto negli anni per cercare di superare i problemi sociali derivanti, ma ero stata trattata come fossi la persona più normale della Terra e forse era questo che mi aveva spaventato.
Quando ragionai su questo mi bloccai.
Non mi dava fastidio la richiesta di per sé assolutamente fuori luogo e peccaminosa, ma il fatto che Giulia non avesse avuto il minimo rispetto per la mia condizione, ed in quel momento ripensai a quando giocando da bambine, capitava che senza un vero motivo mi eccitavo sul davanti e correvo al bagno per paura di essere vista.
Tutte situazioni dalle quali ero fuggita maturando e prendendo atto del bene e del male che i miei comportamenti creavano.
Mi sedetti sul letto cercando di calmarmi; Giulia non poteva saperlo. Lei ingenuamente forse aveva espresso un semplice aiuto che riteneva al pari di chiederlo ad un'amica, nonostante fosse ovviamente sbagliato, ma la mia reazione era stata veramente pessima.
Sarebbe bastato spiegarlo con le giuste parole e invece avevo urlato quasi cacciandola via e ci stavo davvero male, quindi un oretta dopo andai da lei entrando nella sua camera.
La trovai a guardare la TV sul letto con la faccia imbronciata, quindi chiusi la porta e mi sedetti vicino a lei parlando dopo un po' di esitazione; “scusami. Ho reagito malissimo e non volevo. Mi hai colto proprio nel segno e non ho saputo contenermi”.

Giulia non rispose limitandosi a fare zapping col telecomando, era una testa dura quando s'incavolava, una perfetta Ariete, un segno proprio del cazzo; “al di la di tutto e sul serio, non so come ti sia venuto in mente di dire quella cosa, io e te siamo sorelle, mi stai chiedendo di avere un rapporto sessuale con te praticamente! Cioè capisci che è sbagliato anche da sola, no?”.

“come sei esagerata Nadia, Dio santo... non ti ho chiesto di scopare. Tu sei fatta a modo tuo ed io avevo questa esigenza, è come la questione del primo bacio non ti ricordi? Ce lo siamo date io e te, perché io avevo paura di fare brutta figura e anche li hai alzato un gran polverone e abbiamo litigato per una settimana e alla fine? Lo abbiamo fatto, ci abbiamo messo cinque minuti e ci siamo fatte un sacco di risate... dov'è la differenza?”.

Rimasi a bocca aperta per il suo modo di ragionare così alieno. Ricordavo perfettamente la cosa e ci avevo pensato alla cosa del bacio, ma un conto era un bacio appena accennato con la lingua, un conto era ben altro! “ Giulia è chiaro che non vedi la cosa dalla mia ottica... anche quel bacio a me è costato tanto, magari un'altra sorella non ci avrebbe pensato due volte, ma io sono diversa e non puoi sapere come mi sono sentita per tutta la vita. Essere come me ti mette davanti degli ostacoli grandi come montagne e ti ricordi quando tornavo da scuola e piangevo no?”.

“...si”.

“tutto quello che riguarda il sesso per me è complicato perché non posso mai essere me stessa... quindi ecco il motivo della reazione, mi sono un po' spaventata”.

Giulia ascoltò tutto senza dire nulla finché non ebbi finito, poi si alzò leggermente e ricevetti un forte abbraccio al quale per la sorpresa nemmeno risposi, (lei non era decisamente il tipo da darti una pacca sulla spalla).

“ok, va bene accetto le scuse. Però tu per me sei sempre stata normale Nadia, quello che sei ti rende solo più bella e pensavo che per te valesse lo stesso. Sei mia sorella cazzo, bella quanto me e forse pure qualcosa di più, quindi fatti meno problemi e fa come se non ti ho chiesto nulla”.

Mi diede un bacio sulla guancia tornando seduta. Immobile la guardai tornare a seguire la TV ancora senza volume, poi le parole mi rotolarono fuori spontaneamente, accettando di provare imbarazzata; “...come? Ma dici sul serio?!”.

“s-si... credo”.

“davvero? Sei sicura? Guarda che non devi farlo per forz...”, la fermai alzando una mano; “non una parola, potrei ripensarci... sarà un segreto solo mio e tuo promesso?”.

Non ci fu nemmeno bisogno che affermasse altro e ci venne da sorridere, mentre nel silenzio restammo a guardarci per lunghi secondi; “allora... da te o qui?”.

Le tirai un piccolo cuscino a bordo letto più che imbarazzata per la sua impudenza; “in bagno stupida! Ci manca solo che facciamo venire un colpo a mamma... ma non so se funziona, io non sono Andrea, ricordatelo”.

Mentre uscivamo dalla sua stanza mi venne un brivido lungo la schiena per quello che stavo per fare, seguendola avanti a me e tenendoci per mano, scesi con gli occhi sulle infradito ai suoi piedi.
Quando fummo in bagno, Giulia chiuse la finestra per evitare di far prendere un colpo ai vicini; “io mi metto qui?”.

“a bordo vasca puoi cadere, mettiti sul water che stai più comoda”.

Fece come avevo detto ed io afferrai il tappetino morbido della doccia sedendomi a gambe incrociate sopra di esso proprio davanti a Giulia. Eravamo entrambe in shorts e quando se li scese lungo le gambe rimanendo in perizoma a pochi centimetri dal mio viso, imbarazzata volsi l'attenzione altrove iniziando a sudare freddo per l'agitazione. Una volta in intimo, mia sorella si sedette nuovamente allargando le gambe con naturalezza; in fondo l'avevo vista da sempre in mutande o nuda, ma in quella circostanza era tutto diverso; “come facciamo? Inizio io?”.

Giulia rise tappandosi la bocca per paura che mamma potesse sentire; mentre io più seria rimasi immobile guardando i suoi piedi fermi sulle mie ginocchia; “n-non lo so... come faresti con Andrea?”.

Notai già un accenno di erezione e lentamente il sangue sentivo stesse fluendo per via dell'eccitamento; era la prova che provavo piacere. Mentre ragionavo un po' spaventata dalla reazione del mio corpo, mi ritrovai un piede sulle labbra sentendo quasi lo stesso odore dell'ultima volta, ma stranamente non provai fastidio poi lo ritrasse all'istante; “aspetta! Scusa, mi sono scordata di lavarli Nadia...”.

“n-non fa nulla... continuiamo così, facciamo prima”.

“ma sei sicura? l'ultima volta hai fatto una tragedia...”.

“non me lo far ridire ti prego... resta così, ci stiamo già mettendo troppo”.

Ebbi una sensazione di calore nel bassoventre, e continuando a passare il naso e le labbra sulla pianta in breve fui completamente dritta, forse anche troppo; “Nadia ma... funziona anche a te quindi?! Così in fretta?”.

Non risposi per il troppo imbarazzo e con un gesto deciso scesi anche io gli shorts del pigiama restando in mutandine dalle quali svettava il pene gonfio e pulsante ma ancora chiuso dalla pelle che naturalmente lo ricopriva; “accidenti non lo avevo mai visto così...”.

Giulia si morse il labbro inferiore ed alzò il secondo piede sul mio viso togliendomi la vista, afferrandomi il naso tra il pollice ed il secondo dito per giocare. Inspirai maggiormente il suo profumo e lo trovai ancora gradevole. In quel momento realizzai di essere effettivamente alla sua mercé e questo diede un nuovo impulso al tutto, facendomi vibrare ed avere qualche spasmo nel basso ventre; “certo che è proprio bello grosso... credo sia più grande di quello che ha Andrea”.

“Giulia per favore sta zitta...”.

“perché non mi hai mai detto che anche tu avevi gusti simili? Hai anche fatto la faccia sorpresa quando ti ho detto di Andrea”.

“n-non lo so... non lo sapevo”.

“si come no... che stronza, io ti racconto sempre tutto quello che mi succede! Vabbé litighiamo dopo, ora iniziamo?”.

Ansimai un poco pensando al fatto che oltretutto erano anche due giorni che non mi toccavo e che certamente avevano influito sulla reazione del mio corpo; in altre parole, cercai delle scuse per non ammettere di essere una feticista.
Il piede che avevo sulla bocca scese fino a toccare la punta del pene che venne mossa avanti e indietro, già bagnata più di quanto lo era solitamente in certe situazioni.
Quando anche il secondo piede scese sulla carne intrappolata tra le sue piante morbide e leggermente sudate, già a quel trattamento sentii un nuovo spasmo fortissimo che mi lasciò a bocca aperta.
Tra lenti massaggi, annusamenti e più in la diversi baci via via più marcati alle sue estremità, Giulia si allenò per quasi diedi minuti, interrogandomi sulle mie sensazioni e se stava facendo un buon lavoro, finché, senza neppure farlo intenzionalmente rimase a trattenere la punta con le dita del piede sinistro, poggiando a terra il destro.
Quando vidi quel segnale, vinta dal piacere mi avvicinai un poco fino a portare il sesso femminile a contatto del piede sottostante ed in questo, mia sorella ebbe l'ignobile idea di muoverlo come se me la stesse accarezzando.
Il contatto del clitoride con il collo del piede e quella morbida prigione che chiudeva la punta del pene, mi provocò un fortissimo orgasmo che esplose bagnandole anche le gambe e le cosce. Quattro o cinque schizzi biancastri esplosero dalla punta, piegandomi all'indietro stremata dal godimento e pervasa da spasmi incredibili che si susseguirono ad ogni minimo movimento; “o mio Dio! guarda quanta... io, non pensavo che tu potessi anche”.

Stremata mi accasciai sulle sue gambe sentendo il resto dei miei umori colare a terra nonostante il pene ancora in erezione (succedeva sempre dopo la prima venuta).

“è stato... bellissimo. Io, non riesco neanche a parlare...”.

Cercai di togliere quel silenzio imbarazzante, ma ci pensò Giulia con una carezza, alzandomi il volto verso di lei; “ecco perché sei sempre stata dalla parte di Andrea... sei come lui”.

Si passò una mano sul collo del piede sul quale mi ero sfregata e con stupore si leccò le dita spingendomi un poco indietro; “è salata... mi hai fatto praticamente il bagno. E perché rimane dritto? Non dovrebbe scendere?”.

Lo coprii istintivamente tirando su gli shorts ed alzandomi a fatica fino al lavandino al quale mi tenni cercando di contenermi. Non riuscivo a controllarmi e sentivo che un nuovo orgasmo era quasi alle porte e dovevo assolutamente calmarmi; “Giulia... ti prego rivestiti e datti una pulita forse non dovevamo farlo”.

Anche mia sorella si alzò infilando i piedi nelle infradito senza cura di asciugarli, osservando gocce di liquido correre lungo le caviglie; “perché no? Ti ho fatto male?”.

La rassicurai sul come avesse fatto tutto tranne che farmi male, poi mi sciacquai il viso; “davvero non sapevi che ti piacessero i piedi? Dimmi la verità”.

“no, io non ci ho mai pensato prima d'ora...”.

“va bene... insomma come sono andata? Gli piacerà?”.

Non le risposi nemmeno a parole limitandomi ad abbracciarla perché mi sentivo più che mai affettuosa e felice.
Quando uscimmo dal bagno, prima lei e dopo qualche minuto anche io, ci incontrammo qualche minuto in camera sua e li, presi atto di una lato di Giulia che forse avrei preferito non conoscere affatto.

Continua... (DarkFrame)

Edited by 8DarkFrame8 - 21/3/2015, 14:31
 
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view post Posted on 21/3/2015, 13:14     +1   -1
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scritto molto bene, complimenti :-)
 
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nessuno55
view post Posted on 21/3/2015, 13:59     +1   -1




Waooooooooo, i miei complimenti, racconto molto bello, fine, delicato.
Aspetto con ansia il resto nella speranza che prosegua sulla stessa linea.
Di nuovo i miei complimenti
 
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view post Posted on 21/3/2015, 14:02     -1   +1   -1
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Decano BDSM

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Veramente particolare! Molto bello, complimenti 8DarkFrame8. Mi auguro che il seguito non tardi ad arrivare!
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 21/3/2015, 14:34     +1   -1




Grazie a tutti dei complimenti, so che il tema è un pò stravagante... ma lieto che sia piaciuto.

Un saluto, DarkFrame
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 22/3/2015, 23:17     +1   +1   -1




Guardai Giulia sdraiarsi comoda e beata sul letto, soddisfatta e senza un minimo pensiero sull'accaduto, almeno non negativo; io restai invece in piedi ancora in imbarazzo.
Nel silenzio generale una miriade di pensieri affollavano la mente spaventandomi su quel gioco che tanto gioco infine non era stato affatto; “a cosa pensi?”.

Disse ad un tratto Giulia seduta a gambe incrociate; “c-che forse... siamo state due incoscienti”.

Si stirò con la schiena e fece un lungo sospiro prima di lasciarsi cadere distesa; “senti se devi stare così vai in camera tua d'accordo?”.

“m-ma... Giulia non pensi un attimo alle conseguenze? Adesso che sono più tranquilla io ho un sacco di paura...”.

“conseguenze? Del tipo?”.

“ad esempio...”.

Non lo dissi, ma quello che stavo pensando era qualcosa di puramente morale, senza contare l'assurda storia che mi vedeva attratta dai piedi di mia sorella più piccola e la cosa era già di per se allarmante; “che c'è? Non vuoi parlare? E poi che significa -adesso che sei più tranquilla- prima ragionavi con...”.

Indicò sorridente in mezzo alle mie gambe e serrai i denti contrariata per simili libertà; “smettila! Io proprio non capisco che testa tu abbia... sei, irresponsabile! E io che ti sono venuta dietro sono forse anche peggio! Ok, devo calmarmi un attimo vado a prendere un bicchiere d'acqua...”.

Mi sembrò di sentire mia madre quando la rimproverava, ma al vedermi camminare avanti e indietro e parlare da sola, alzò le spalle aumentando un poco il volume della TV; “si d'accordo come ti pare... ma mi piacevi di più quando pensavi con -Lui-. Piuttosto, se vuoi riflettere allora rifletti su questo e dimmi la verità”.

Giunta davanti al suo letto e in procinto di girarmi per andarmene, mosse la gamba mettendomi un suo piede davanti, facendolo ruotare sinuosamente e giocherellando con le dita. A quel gesto fu innegabile che mi irrigidii parecchio, non tanto per l'eccitazione, piuttosto per quel modo indecente che aveva di giocare sulla questione.
Le abbassai la gamba con una mano afferrandole l'estremità e si lasciò spostare senza fare resistenza, per poi afferrarmi la maglia del pigiama e tirarmi a sé per farmi mettere seduta; “lo sai? Anche se li ho asciugati si sente ancora il tuo profumo”.

Le tappai quella boccaccia con una mano esasperata, ma finii morsa; “abbassa quella voce ridi come un gallina! Basta dire certe cose, mi da fastidio lo capisci?!”.

“però è vero... vuoi sentire?”.

“NO!”.

Al mio rifiuto categorico restai basita nel guardarla portarsi il suo stesso piede davanti la faccia ed annusarsi, per poi poggiarli entrambi sulle mie ginocchia; “eh si... avevo ragione, senti”.

Quando lo tirò su, cercai di allontanarmi con la faccia, ma la grinta che avevo tenuto fino a quel momento cedette e restai a qualche centimetro dalla pianta leggermente sudata. Sentivo effettivamente un leggero aroma oltre quello di gomma delle infradito ed il sudore della giornata; Visto che avevo smesso di lamentarmi quella vicinanza divenne presto un contatto, quando Giulia lo poggiò sul mio viso con delicatezza, affermando scherzosamente che così avrei sentito meglio.
Un brivido caldo scese lungo la schiena perdendosi tra i nervi che salutarono quello stupido scherzo di mia sorella con un'immediata erezione lasciandomi stordita e imbarazzata. Inspirai volutamente e lo trovai così piacevole e così disgustoso moralmente che mi piegai indietro coprendomi con la maglia quel che potevo, lasciando il suo piede sospeso a mezz'aria; “allora? Non dici niente? Eddai... dillo che ti piacciono un bel po'”.

“non lo so va bene! Non lo so che cosa mi sta succedendo!”.

“...ma ti piacciono o no?”.

“ti ho detto che non lo so!”.

Le diedi un attimo le spalle pensando di andarmene da quella stanza prima di rovinarmi, però mi ritrovai accerchiata dalle sue gambe che mi cinsero chiudendosi a tenaglia proprio dove non doveva, tenendosi ben stretta e adagiando il suo seno sulla mia schiena.

“e questo!?”.

“oddio... scusa Giulia, non so cosa mi prende stasera, voglio andare a dormire, lasciami! Ne parliamo domani!”.

Ero così imbarazzata che sentii il rosso della faccia aumentare fino a bruciarmi le guance e gli occhi si bagnarono dalla vergogna, ma quando tentai di allontanarmi Giulia mi trattenne facilmente;“Nadia, calmati un secondo non è successo niente! Senti, secondo me sei anche peggio di Andrea, però a me non dispiace lo sai? In verità vorrei provare di nuovo”.

“NO. Nel modo più assoluto Giulia... e poi stiamo facendo troppa confusione, mamma potrebbe accorgersene”.

Afferrò il pene oltre gli shorts del pigiama ponendolo perfettamente in mezzo ai piedi, saggiandone la durezza con le piante calde e sospirai stringendo i denti. Anche se non era a contatto diretto con la pelle, persino così la percezione del movimento bastò a portarmi dopo neppure un minuto di carezze ad una situazione precaria, ma quando sentii sotto la maglia le sue mani cercare il seno, persi la testa.
Fu soltanto questione di istanti; allo stesso tempo in cui salì a stringere le tette con le dita ad afferrare i capezzoli induriti, schizzai chiusa in quella prigione, mentre una macchia umida si espandeva lentamente sul tessuto. L'orgasmo fu fortissimo, tanto da inarcarmi la schiena e farmi stringere le coperte trattenendo a stento qualche gemito; poi, fui rilasciata frettolosamente e fatta stendere sul letto ansimante; “Nadia ma non è possibile! Sei venuta un'altra volta?!”.

“G-Giulia... ti prego sta zitta! Zitta...”.

Non riuscivo a pensare a niente che non fossero cose oscene in quel momento e mi voltai sul fianco a piangere come una bambina incapace di capire i propri sentimenti e le proprie emozioni. Capivo solo che le attenzioni di Giulia mi avevano eccitato come mai nella vita.
Restai senza voltarmi a godermi delle coccole inaspettate. Mi stava certamente guardando da seduta proprio dietro di me, carezzandomi il viso e spostandomi una parte dei capelli per evitare che le mie lacrime silenziose li bagnassero, poi scese un poco e sentii la sua voce nell'orecchio; “ti dai una calmata adesso... per favore, non volevo farti piangere scusa Nadia, stavo solo...”

“...giocando”

Parlai con un sussurro. Anche se le lacrime ancora scendevano in realtà l'isteria era passata e grazie al cielo ero almeno in grado di darmi un contegno; “cercando di capire... volevo solo capire, lo so che per te non è un gioco, non mi aspettavo che accadesse di nuovo così presto! Insomma, è strano... ammettilo”.

Rise di tutto, di me e di lei e riuscì a farmi ridere anche a me che mi voltai restando sdraiata coprendomi parte della faccia con il suo cuscino; “sono una pervertita Giù... ho paura”.

“si credo tu lo sia...”. Senza lasciarmi rispondere, con un gesto rapido ma allo stesso tempo posato, mi scostò il cuscino dalla faccia e lo cambiò avvicinandoci i suoi piedi che li vidi con terrore fermarsi sulla coperta e ne potei ancora una volta sentire forte l'odore; “G-Giulia...”.

“...se ti faccio una cosa prometti di non arrabbiarti?”.

“Giulia... smettiamola”.

“promettilo!”

Mi invogliò a farlo con una carezza. Aveva un espressione simpatica ma colpevole, come di chi sta pensando qualcosa che non dovrebbe e chiudendo gli occhi le lasciai intendere di andare avanti rassegnata (avevo voglia di stare con lei e di quella tenerezza che mi stava dando... mi sentivo vulnerabile... sembra che io stia cercando scuse, ma era la verità, almeno credo).
Quando sentii l'elastico degli shorts sollevarsi sgranai gli occhi, per poi vederla fare uscire il pene appiccicoso toccandolo delicatamente con due dita. Ebbi l'istinto salutare di provare a coprirmi e rimetterlo dentro, ma ricevetti un piede sulle labbra; “resta calma, ci metto un attimo, voglio solo provare una cosa...”.

“Giulia fermati! Mi metto a gridare lo giuro!”.

Nonostante la minaccia, ottenni solamente il suo piede farsi strada nella bocca aperta per parlare e senza farlo apposta lo accolsi sentendola ridere dal solletico. Una volta sincerata che la mia lingua fosse occupata in quel modo inaspettato, una sensazione umida e rovente avvertì il mio cervello che qualcosa mi aveva appena ingoiato.
Restai paralizzata succhiandole le dita nella bocca e stringendo la coperta con tutta la forza. Il passaggio della lingua attorno al glande e la vischiosità della saliva mi tolsero il respiro, ed un lento movimento su e giù, si fece sempre più sicuro contrapponendosi al mio, nel sottofondo dei nostri risucchi; “Gi-uli-a! Fer-ma-ti!”.

Dopo soltanto pochi minuti di quel trattamento, la sensibilità raggiunta dal pene mi fece sputare il piede dalla bocca, avvertendola con un urlo strozzato di non continuare.
Giulia si tolse giusto in tempo per non ricevere in bocca il mio liquido, ma incredibilmente, si tolse anche perfettamente in tempo da non permettere la sua uscita, facendomi restare in bilico a denti stretti; “Nadia sei un caso disperato, non ti si può toccare! Scommetto che stai già per...”.

“continua... va bene continua! Sto impazzendo Giulia... manca pochissimo! Scusami!”.

Non riconobbi più me stessa dicendo quell'oscenità e credo neppure mia sorella, che si alzò con la schiena, e mi guardò incredula e sorridente; “...hai sentito quello che ho detto?”.

“s-si ho sentito... ma sono al limite ti prego”.

Mi schiacciò il viso con il piede scherzosamente, passandomi la mia stessa saliva un po' dappertutto, aumentando sempre un po' di più la forza fino a farmi aprire gli occhi; “...adesso ci sei? Mi ascolti?”.

“...”.

“non puoi metterci così poco... non è normale lo capisci?”.

“...non posso farci niente Giulia! Non dipende da me”.

“si invece. Se vuoi che continuò lo faccio, ma devi tenerti ok?”.

Sembrò essere seria a quella richiesta che proprio non avevo idea di come accontentare; poi, mi sorrise e passare la lingua attorno la carne pulsante.
Stette un minuto, forse due, ma ecco che avvolgendo la lingua attorno la punta, quasi a voler entrare nelle piccole labbra del pene, nuovamente sentii il liquido farsi strada per uscire e dovetti avvertirla; “d'accordo adesso basta! Così mi annoio... resta ferma”.

Scese di colpo dal letto lasciandomi stremata in balia del desiderio, per poi afferrare dalla scarpiera le sue Convers, sotto il mio sguardo perplesso e mi tirai leggermente su verso il cuscino del letto asciugandomi la faccia e togliendomi i capelli arruffati dagli occhi. Quando tornò, aveva con se un laccio della scarpa e mi sorrideva furbescamente; “adesso ci penso io; ho avuto una bella idea, se ti fa male me lo dici ok?”.

Non mi calcolò più di tanto e con le gambe mezze chiuse semplicemente la lasciai fare.
Con poca delicatezza, giro dopo giro, mia sorella legò il laccio alla base del pene facendo poi una spirale ben stretta e chiudendo il tutto saldamente con un fiocco, forse in modo eccessivo, poiché sentivo che il sangue non passava correttamente; “Giulia...”.

“fa male?”.

“n-no, però, che vuoi fare? Se mamma ci cerca... oddio!”.

“è colpa tua che non sai trattenerti. Sei davvero bella Nadia”.

Chiusi gli occhi a quel complimento e per non vedere dove eravamo arrivate: poi, mi riprese di nuovo nella bocca, tornando a fermarsi in modo più marcato sulla punta e la testa gonfia e arrossata.
Dopo qualche minuto, l'idea di Giulia iniziò a dare i suoi frutti ad un caro prezzo; a conti fatti era riuscita ad impedirmi di venire prematuramente, ma d'altro canto aveva reso la carne così gonfia e sensibile che diventai quasi isterica; “ma insomma vuoi stare ferma!? Mi hai dato quasi un calcio!”.

“Giulia fermiamoci! Non si può fare così! Sto davvero perdendo la testa... non resisto più!”.

“devi solo calmarti un attimo, è la prima volta giusto?”.

“s-si.. ma non centra questo”.

“invece si, adesso salgo un attimo su di te, fidati, sono sicura che funzionerà, tu rilassati”.

Non avendo le forze per fermarla giacché teneva il mio sesso stretto nella mano, mi limitai a guardarla portarsi a carponi sopra di me, regalandomi l'imbarazzante visione del suo sedere a pochi centimetri dal viso; “metti le braccia sotto le gambe e lasciami fare...”.

Poggiai le braccia come voleva e ci salì sopra con le ginocchia bloccandomi saldamente come se sapesse che avrei tentato di sottrarmi, poi riprese con ardore inghiottendolo completamente, laccio compreso.
Dovetti mordermi la lingua per non urlare e serrare i denti per tutto il tempo che andò su e giù, scandendo un ritmo leggero ma costante e portandomi presto al mio limite naturale.
Invece di ascoltarmi, Giulia alzò un poco le gambe congiungendo i piedi sotto la mia testa quasi a farmi da cuscino e quando fui rialzata toccando con il naso e la bocca i mezzo alle sue gambe fu il colpo di grazia.
La mia parte femminile già più che sveglia da quanto tutto quello aveva avuto inizio, ebbe degli spasmi terrificanti che si spansero sul ventre facendomi alzare il bacino come una scossa elettrica. Inevitabilmente le infilai il pene completamente in gola, mentre piccole contrazioni bagnavano le coperte e gli shorts con schizzi di non so cosa, lasciando mia sorella di stucco.
Nonostante l'orgasmo più violento della mia vita, ero tutt'altro che appagata e l'accaduto mi rese soltanto più folle di piacere; “Nadia, ma che hai combinato?!”.

“GIULIA ALZATI! sto scoppiando sul serio, alzati!”.

“aspetta un attimo, ho quasi finito anche io...”.

Non compresi quello a cui si riferiva per via che avevo tenuto gli occhi chiusi fino a quel momento, ma tornando con la testa in mezzo alle mie gambe, notai che con una mano nelle mutande anche Giulia si stava toccando velocemente, ed una leggera macchia umida bagnava il sotto degli shorts grigi.
Fu una visione spaventosa sia nel bene e nel male.
Continuando di quel passo, sarei certamente esplosa, ma il mio corpo esasperato cercava di sopperire a questo continuando a buttare fuori orgasmi vaginali che in breve scambiarono il consueto liquido trasparente con qualcosa di più denso simile al latte.
L'odore di entrambe che ormai riempiva la stanza, contribuì ad eccitare i sensi ancora di più, finché, afferrandomi i lati del viso con i piedi, Giulia non si tirò su con la schiena sedendosi completamente su di me tremando.
Il suo profumo, l'umido trasudato dal tessuto e la posizione di sottomissione a cui ero costretta mio malgrado, chiusero completamente la ragione portandomi ad annusare e spingere il naso dentro quello che avevo sopra di me, finché, ridendo scioccamente, mia sorella non si tolse con uno scatto; “ma sei scema? Vuoi entrarci dentro?”.

“togli quell'affare ti prego! Sto per urlare Giulia...”.

“però così sei davvero bellissima lo sai... e se te lo lascio per stasera?”.

Mi fece una linguaccia scherzosa, ma io di scherzare proprio non avevo voglia, quindi senza ascoltarla presi a slacciarmi la costrizione, venendo fermata poco dopo; “aspetta, dico sul serio! Restaci fino a domani per favore, poi ti prometto che ci penserò io”.

“Giulia sei PAZZA! non posso!”.

“si che puoi, devi solo non toccarti, andare a scuola e poi tornare a casa e nel pomeriggio appena torno ti faccio felice in tutti i modi”.

“m-ma che dici?! Perché?!”.

Alla mia domanda non diede subito una risposta, sedendosi al mio fianco e asciugandosi la fronte appagata del suo orgasmo, mentre io tremolante e con la bava alla bocca chiudevo ed aprivo le gambe come una disperata; “non lo so sinceramente... forse mi avete dato un po' alla testa con questa cosa dei piedi”.

“..c-che significa”.

“nulla... però se mi ubbidisci solo per stavolta te lo farò ricordare domani, te lo prometto”.

Non volevo. Non c'era modo che io volessi una cosa simile dopo tutto quello che mi aveva fatto, ma ignorando la mia frustrazione, si accoccolò di più e mi abbracciò sospirando. Cadde un silenzio strano, se poteva dirsi di imbarazzo non lo sapevo più a quel punto... era solo una quiete fisiologica a quella follia e mentre la guardavo leggermente sollevata con la schiena, vederla così serena sul mio seno mi sciolse.
Non riuscii a tramutare l'emozione in parole per la vergogna, ma silenziosamente (non so come), tirai su gli shorts disturbando il suo riposo girandomi sul fianco e dandole le spalle; “l-lo farai davvero?!”.

“n-non lo so! non mi sembra corretto, né questo, né quello che hai fatto!”.

“ah si giusto, perché tu eri a dormire vero?”.

“i-io... NO! Ma non centra nulla questo!”.

“ti prego non ricominciare con quella lagna! Ormai ci sei... ti devo convincere?”.

Si aggrappò alla mia schiena come un koala ed alzò la gamba fino a poggiare il piede proprio li in mezzo, strappandomi dei gemiti; “SMETTILA!”

Mi alzai scansandola sgarbatamente guardandola non so nemmeno io con che faccia; “solo fino a domani! poi però...”.

Non proseguii per pudore, ma ci pensò lei che tornata seduta, si portò una mano a mò di stringere qualcosa nel pugno ed aprì la bocca tirando fuori la lingua, mimando una sega ed un pompino lasciandomi sconcertata; “...poi ci pensa la tua sorellina, va bene?”.

Sorrisi isterica togliendomi i capelli dal viso in un gesto esasperato, per poi mimare un qualche gesto violento verso di lei con le unghie delle mani tipo artigli e subito dopo mi voltai senza guardare il casino che le aveva lasciato sulle coperte; “buona notte... e se devi togliere quel coso per andare in bagno lavalo prima di ridarmelo”.

Stremata, aprii la porta uscendo dalla stanza restando sulla porta a fissare il corridoio e la mia stanza aperta. Mi asciugai nuovamente la fronte imperlata di sudore sentendo il suo profumo ed in bagno ammirai il disastroso lavoro che aveva fatto mia sorella, ritrovandomi il pene violaceo e segnato dalla stretta del laccio; finché non lo slegai e lo passai sotto l'acqua fredda fino a farlo tonare a dimensioni accettabili con un po' di sollievo.

Continua... (DarkFrame)
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 27/3/2015, 22:21     +1   +1   -1




PIU' CHE SORELLE

L'indomani mattina fu all'insegna della concentrazione mancata.
Mamma usciva di casa alle sette in punto e fui la prima a giungere in cucina; ricordo che avevo i capelli incasinati, un sonno pazzesco ed una gran fame, il tutto contornato da due, forse tre ore di vero sonno, di una notte passata nel senso di colpa.
Preparai il Tè per me e Giulia, per poi sedermi aprendo una scatola di biscotti senza neppure accendere la TV o la radio. La principessa scese dalle scale una decina di minuti dopo; se a chi m'avesse visto sarei sembrata una reduce di guerra, Giulia probabilmente aveva lottato con un lupo mannaro. Era tuttavia una cosa consueta che si presentasse in stato comatoso la mattina, infatti era risaputo quanto faticasse a svegliarsi.
Con i capelli disastrati, la spallina della maglia abbassata fino a far vedere il seno destro e con gli shorts per diagonale lungo il bacino, più o meno riconobbi la figura di sempre, seguendola mettersi seduta e poggiare la testa sul tavolo; -che palle...

- c-che cosa c'è?

- con le tue stupide fisse mi hai fatto stare sveglia a pensare fino alle tre e mezza

Sorpresa dalle sue parole, le passai la tazza e lo zucchero; - anche tu ci hai pensato?

- non sono mica di pietra, è solo che non mi andava di parlarne subito... per dire cosa poi? Che siamo due maiale?

Cadde il mio biscotto nella tazza ed uno schizzo di Tè bagnò il tavolino, ed imprecai sia per quel termine che aveva usato, sia per l'accaduto; - va bene... ci ho pensato tanto anche io, è stato un errore ENORME, ed il seguito un vero DISASTRO, ma è passato, non succederà più, d'accordo? Tra molto tempo l'imbarazzo finirà e lo scorderemo...

Si alzò leggermente con la schiena allungando una mano per rubarmi i biscotti e silenziosa iniziò a mangiare. Restammo così per un po', ma si sentiva che l'aria era un po' tesa; - tutto ok?

- si si... però sarebbe carino che qualcuno chiedesse pure a me che cosa ho pensato

- s-si... hai ragione scusa. Che cosa hai pensato?

Finì prima di me, poggiando il cucchiaino e bevendo un lungo sorso, per poi leccarsi il pollice e l'indice guardandomi sorniona; - siamo due maiale, accettiamolo no? Al solo pensiero mi torna una gran voglia te lo giuro...

- Giulia! Zitta! Abbassa la voce

- ah già giusto... il tostapane potrebbe dirlo al frigo

Rise facendo il segno del silenzio agli elettrodomestici e la cretina fece ridere pure a me; -credevo avessi pensato... con il cervello

- e invece ho pensato con un'altra cosa, come fai te no?

Eravamo l'una di fronte all'altra con il tavolo a separarci e quando abbassai gli occhi, trovai un suo piede sulla sedia fermo a qualche centimetro dal centro delle mie gambe e trattenni di colpo il respiro; -dai sto facendo tardi, se vuoi puoi usarlo finché non finisco i rimasugli dei biscotti nella tazza

- i-io... non...

Sentendo il desiderio galoppare ripensando alla notte trascorsa e quello che ancora mi portavo dentro, senza star su troppo a pensare, socchiusi gli occhi ed avvicinai di poco il bacino.
Il piede di Giulia saggiò l'intera lunghezza di quanto stava sotto i miei pantaloncini, restando ferma e lasciando a me il lavoro.
Per quei minuti mi limitai a sentire la leggera pressione dell'estremità e darci qualche sguardo, poi, con un gesto deciso, mia sorella riuscì ad infilare la sagoma del pene tra l'alluce ed il secondo dito stringendoli. Non so come, ma con quell'azione, al primo ritrarsi delle dita, anche la pelle esterna venne tirata giù facendomi restare di pietra e con la bocca aperta; -non hai tolto il laccio?! l'ho sentito col piede, ma come hai fatto a...

- n-non passa da li stupida!

- davvero?! Beh scusa se non ti ho mai vista andare al bagno! Che caspita ne sapevo... ma ora lo so

- ed ecco quella faccia che ormai ho capito a cosa si riferisce. Ora devo andare a prepararmi, tu attenta o tra un po' finirai i cambi nel cassetto

Rise alzandosi e lasciandomi come una stupida ad ansimare, poi filò in camera e ci salutammo quando uscì di casa, finché restai di nuovo sola.
Nonostante la mia decisione di andare in biblioteca per tentare di studiare, qualsiasi cosa mi riportava con la mente a Giulia e le pazzie che avevamo commesso.
Mi rimproverai di essere stata una debole ed aver agevolato quella degenerazione nella quale eravamo finite ed in sostanza, dopo quattro ore di studio non sapevo neppure che cosa avevo letto.
Mi guardai attorno verso l'ora di pranzo e l'attenzione andò su alcuni ragazzi poco distanti; era un gruppo misto, fermo al tavolo più grande e contava cinque ragazzi e quattro ragazze, forse di qualche anno più piccoli.
Quando mi accorsi d'essere eccitata, per l'imbarazzo sentii il calore avvamparmi il guance, cosa che poteva definirsi come la mia maledizione; tornai poco dopo a guardare il più bello tra loro, un tizio alto e biondo con un fisico allenato, ma non eccessivo e lentamente portai una mano nelle tasche dei jeans.
Fu una cosa del tutto anonima e che nessuno avrebbe potuto notare data la mia posizione molto decentrata, quindi presi a carezzarmi arrivando al culmine entro breve.
Diedi la colpa chiaramente a Giulia e proprio allora mi venne in mente in modo concreto che al suo ritorno (quindi tra poche ore), mi avrebbe dato quello che la notte precedente e la mattina mi aveva negato.
Tolsi la mano lievemente sudata, tornando inutilmente sul libro di testo e passai il resto del tempo a ragionare come e quando avessi iniziato a provare attrazione per i piedi.
Tornai a casa molto più affaticata del solito ed a pranzo parlai con mamma a malapena e forse intuì qualcosa che non andava; decisi di rilassarmi sul divano in attesa che mia sorella tornasse, ma pian piano che il tempo passava, l'attesa si faceva snervante, tanto che alle quattro del pomeriggio decisi di mandarle un sms.
Ricevetti la risposta esattamente un ora più tardi, dove con diversi smile, mi confermava tranquillamente che sarebbe tornata la sera perché aveva accompagnato Andrea a fare dei giri.
Ci rimasi male, ma la cosa per qualche ragione mi eccitò; avevo bisogno di sfogarmi e così andai in camera mia decisa a darmi una ridimensionata.
Chiusa la porta, presi a toccarmi con decisione, ma passata la mano sul sesso poche volte, il pensiero di farlo per conto mio anziché lasciare fare a Giulia mi rallentò fino a fermarmi, guardando uscire dalla punta alcune goccioline trasparenti.
Poco dopo, (non so come), tirai su i jeans e presi un lungo sospiro accendendo la TV, passando il resto del pomeriggio a chiedermi se mia sorella avesse fatto qualcosa con il suo amico.
Erano le sette o poco più quando la porta di casa si richiuse dando il segnale che Giulia fosse tornata. Entrò in camera mia trovandomi al PC e mi abbracciò scusandosi almeno una decina di volte ridendo come una bambina; - mamma mia ti ho chiesto scusa eddai! Mi perdoni? Ho da dirti una cosa che mi gira in testa da stamattina per colpa tua... sei pronta?

- d-dimmi... ma abbassa la voce!

- aspetta fammi togliere la cartella che non ne posso più; allora, come sai oggi ero con Andrea e mentre eravamo in giro si parlava del più e del meno, anzi si parlava di lui perché avevo iniziato a fargli un sacco di domande: insomma salta fuori il discorso delle sorelle, sai no? Che i maschi hanno questa fissa delle ragazze più grandi e guarda caso io ce l'ho

- e quindi? Non capisco...

- fammi finire! Dicevo, gli chiedo se a lui anche interessano quelle più grandi e lui facendo il finto tonto mi dice un mezzo si. Non ci ho messo tanto a fargli dire un si completo, comunque ecco la cosa: perché non inizi ad usare anche tu le tue armi?

Alzai basita le sopracciglia portando il collo leggermente avanti dallo stupore; - tu ti devi dare una bella calmata! Sembra ti abbiano posseduta Giulia! Io non ci voglio provare col tuo amico, non sono interessata, è troppo piccolo e poi lo sai che c'è un bel problema qui no?!

Sorrise contro la mia indignazione, ma non si scompose; - sei davvero una rompipalle, ma mica te lo devi sposare, semmai te lo devi fare! Comunque intendevo di provare a vedere se gli piacciono anche i tuoi piedi o se io sono l'unica ad avere il primato

- tu sei pazza... e non so se stai scherzando o fai sul serio

D'un tratto si avvicinò sedendosi sulle mie ginocchia innocentemente, ma poggiando le sue labbra sul collo prese a tirar fuori la lingua e leccarmi, lasciando piccole scie di calda saliva sulla pelle; -ce l'hai ancora legato giusto?

- n-no...

E invece lo avevo tenuto.
Non so perché avevo mentito, inoltre le avevo detto quella mattina che per urinare, il canale prestabilito era sempre quello femminile; fui sciocca, ma la bugia ebbe il naso molto corto, infatti, bastò un suo tocco per capire che c'era altro oltre la carne; - ci hai provato... apprezzo il tentativo, ma era troppo palese stamattina mentre lo toccavo

- smettila...

- e nemmeno hai fatto nulla, vero?

- n-no... contenta?

- si, tanto anche. Senti tra poco è pronta la cena, pensi di resistere oppure vuoi finire subito?

Restai basita per quei modi dissoluti ed abbassai lo sguardo imbarazzata e nervosa.; - allora puoi aspettare, oggi ci ho camminato tutto il giorno, dici che è meglio che me li lavo?

- fai come vuoi, che vuoi che ne sappia!?

Risposi acida facendola alzare; - ad Andrea piacciono così mi ha detto... andranno bene anche a te immagino, ci vediamo a cena

E così uscì dalla stanza come era arrivata, portandosi via la cartella lasciata all'angolo della porta.
Attesi la fine della cena quasi trepidante.
Ci pensò Giulia a parlare con mamma, per lei non era certo un problema trovare argomenti e mentre parlava, io pensavo a tutt'altro, cercando di seguire il TG della sera, finché qualcosa non tornò a farmi visita sotto il tavolo.
Per la sorpresa sobbalzai di scattò sbattendo alla gamba del tavolo e prendendo l'attenzione di tutte e due; - tutto bene? Che è successo?

- n-niente... ho avuto un crampo scusate

Mamma tornò a seguire mia sorella che invece non mi guardò neppure, poi tornata composta, ricevetti a breve una seconda visita in mezzo alle gambe.
Stavolta scesi con lo sguardo sulla sedia e trovai il suo piede avvolto nei calzini bianchi; la pianta era grigia per via della suola degli anfibi con cui andava sempre in giro e riuscivo persino a sentire un leggero aroma salire dal basso, lasciandomi senza parole in balia della confusione.
Prese com'erano dal parlare, nostra madre non si sarebbe accorta di nulla, ma il solo rischio mi eccitò talmente da arrivare vicino allo schizzare dentro i jeans. Tentai di stringere le gambe per farla smettere, invece, poco dopo si spinse più avanti accostando la pianta sudata al cavallo, muovendo il piede delicatamente.
Fui costretta a portarmi con la sedia più sotto il tavolo per coprire quella pazzia e senza nessuna via di fuga, maledii me stessa per aver allentato il laccio la notte passata; dopo poche carezze, strinsi i denti, rilasciando con silenziosi spasmi quello che da troppo trattenevo.
Detta così sembra semplice, ma quando la notte avevo allentato il nodo non l'avevo fatto di certo pensando di venirci, quindi per passare, il liquido si era compresso notevolmente e soltanto la fortissima pressione a tratti l'aveva sputato fuori, facendomi davvero un gran male e sopendo la sensazione dell'orgasmo.
Giulia sembrò sorpresa.
Mi venne spontaneo tossire per giustificare il mio rossore e gli occhi lucidi, poi ansimante strinsi la tovaglia nei pugni, sotto lo sguardo divertito di Giulia e quello neutro di mia madre che mi rammentò di fare bocconi più piccoli.
Con la sensazione di bagnato che andava espandendosi, dovetti restare così fino alla fine della cena per non destare sospetti, poi non appena nostra mamma fu voltata, salutai e salii le scale filando in bagno a cambiarmi e riprendermi.
Giulia giunse dopo quasi venti minuti.
Al suo passaggio la tirai con violenza nella stanza senza darle possibilità di reagire; - ma ti sei impazzita!? Che cosa hai fatto?

- ehm... quello che ti avevo promesso? Anche se non credevo sarebbe successo

Alzò le spalle non vedendo nessun problema per poi scrutarmi curiosa; - m-ma... e se avesse visto qualcosa?!

… non è successo

- ma avrebbe potuto!

- ti è piaciuto? Volevo giocarci di più ma sei la ragazza più veloce del West, hai tolto il laccio prima di scendere?

- n-non è colpa mia... è da ieri che mi trattenevo!

- rispondi...

- l'ho solo allentato un po'... mi ha fatto malissimo Giulia, stavo per piangere

- se avessi lasciato le cose come stavano non sarebbe successo, è colpa tua. Comunque, scommetto che se ti faccio qualsiasi cosa anche adesso ci metti un attimo

- smettila di prendermi in giro... non mi piace

Si sedette divertita sul letto ed io al suo fianco, sospirando nel silenzio che cadde nella stanza; - hai ancora voglia?

- ...

- mamma ha da sistemare giù come al solito, abbiamo un po' di tempo prima che salga, vuoi?

Non la guardai neppure negli occhi e sospirai sentendo crescere il desiderio e non solo quello, poi scrutai i suoi piedi avvolti dai calzini sporchi; - dovresti cambiare quelle scarpe, te li fanno puzzare tantissimo...

- dici? E ti piace?

- no!

- dai scendi sul pavimento e sbrighiamoci

- Giulia! Datti una calmata!

La rimproverai, eppure schifosamente scesi in ginocchio davanti a lei che rise poggiandomi sulla testa un piede esattamente come la sera prima; - devi essere più onesta con me, sono tua sorella, puoi dirmi tutto, tanto ho capito come sei davvero: quando dici no, in realtà significa si

Feci per ribattere, però mi ritrovai un piede sulla bocca, inebriandomi del profumo acre ed intenso che mi tolse il respiro; - visto?

- mmm...

- tiralo fuori

Mugugnando qualcosa, ma non resistetti oltre ed abbassai i jeans facendo svettare il sesso ancora umido nonostante avessi fatto del mio meglio per asciugarlo.
Constatando quel dannato laccio che effettivamente era di poco più largo, mi afferrò con delicatezza senza togliersi i calzini, lasciandomi percepire la sensazione di attrito tra la pelle ed il tessuto usato, poi prese a muoversi.
Le provai tutte per trattenermi, ma il massimo a cui giunsi furono cinque minuti, passati i quali dovetti avvertirla: - che brava che sei, non mi fai faticare nemmeno... però non mi va che sporchi in giro

Senza esitazione alcuna, finalmente Giulia rimosse un calzino dal piede, la cui sola vista bastò per avvicinarmi ad un passo dall'orgasmo, poi lo infilò sopra il pene come un preservativo e subito dopo riprese a massaggiarlo; - chiaramente poi me li lavi tu questi... chiaro?

- G-Giulia... il laccio, se non lo levi...

- tanto abbiamo visto che puoi venire ugualmente no?

- no Giulia mi fa male! Dico sul serio levamelo

Quando la pianta del piede nudo sfregò la punta del sesso con insistenza, non ci fu nulla da fare ed un'intensa contrazione esplose fuori copiosi fiotti di liquido, costretti ad uscire ad intervalli per via dell'ostacolo.
Stringendo i denti per l'orgasmo ed il forte bruciore, mi accasciai sulle sue gambe ed ansimai riempiendo il calzino, gonfia a dismisura per colpa del sangue imprigionato della carne; - com'è che dicevi? Puzzano? Non mi sembra sia un grande problema nemmeno per te, proprio come Andrea e lo stesso possiamo dire per il laccio, mia grande idea ovviamente. Hai visto? sei arrivata a cinque minuti stavolta

- mi fa male tantissimo... te l'ho detto. Perché hai continuato?

- perché se davvero era insopportabile l'avresti tolto una volta arrivata su dopo cena... dimmi tu perché l'hai tenuto, ti piace sentirlo così?

- n-no... non lo so

- non sarà anche che ti piace sentire male? Questo sarebbe un po' più grave dei piedi Nadia...

- Giulia zitta ti prego dammi un minuto...

- però rimane ancora dritto... se fa male, dovrebbe scendere no?

Con un gesto deciso, mia sorella usò il piede nudo per schiacciarmi a terra il pene ancora gonfio e pulsante, che sul pavimento si compresse facendomi urlare.
Mi tappai la bocca per quel grido istintivo, ma quando alzò nuovamente la gamba, il sesso scattò all'insù colando fuori altra secrezione, sputando quello che rimaneva dell'orgasmo precedente; - oddio Nadia ma sei davvero così?! ma lo sapevi?

- n-no io... ora basta, devo andare in bagno

- ah no! Ferma qui, finché non mi dici la verità

Mi trattenne premendo di nuovo il piede sul pavimento facendomi morire dalla sensibilità, finché stremata da quel suo pestaggio non accennai alla possibilità oggettiva che avessi in qualche modo anche quel difetto; - altro che Andrea! Oppure ce l'ha anche lui quest'altra fissa?!

- non dirlo nemmeno... ti prego alzati!

- che cosa non devo dire? Che sei una feticista dei piedi di tua sorella? Forse pure masochista? E che al più presto scoprirò se anche Andrea è così?

Quando vide che, oltre a farmi vergognare come un cane non c'era quasi più risposta e che schifosamente le stavo sbavando sui jeans, si decise ad alzarsi e lasciarmi libera, abbracciandomi forte ridendo; - Dio mio Nadia sei una meraviglia! mmm... forse fai bene a vergognarti un poco, però sei mia sorella e ti vorrò sempre bene. Adesso leccali un po' prima che sale su mamma

Completamente sottomessa e con il suo piede davanti, tirai fuori la lingua e dimostrai la mia perversione ancora una volta.
Se ne andò a breve, quando sentimmo i passi di nostra madre sulle scale, lasciandomi anche il secondo calzino aggiungendoci il secondo e ricordandomi di lavarli. Mi diede qualche bacio sulle guance e poi restai da sola, aiutata a stendermi sul letto in preda ad ansimi ed un batticuore terribile.
Coprendomi la faccia col cuscino biasimai me stessa e quello che ero.
Ero semplicemente la cosa più disgustosa che avessi mai avuto il dispiacere di vedere e conoscere; attratta da mia sorella, dai suoi piedi ed ora anche dai maltrattamenti e più passava il tempo, più questa situazione cresceva e più mi sentivo una pervertita.
Dal canto suo, c'era anche da dire che Giulia non faceva nulla per fermarmi e trattava la cosa come un gioco a cui giocava solo lei però e quella idea malsana del suo amico Andrea venne riesumata dall'inconscio.
Tolsi il cuscino, asciugandomi gli occhi umidi di sensi di colpa e massaggiandomi in mezzo alle gambe per il dolore, guardai i miei piedi oltre i jeans. Quando il fastidio fu placato, lentamente me li avvicinai uno alla volta e rimossi i calzini grigi che avevo, restando scalza.
Avevo nei giorni passati letto sul web che il feticismo dei piedi è relativo all'infanzia della persona, un modo secondo gli psicologi di ammortizzare la presa di conoscenza della differenza tra uomo e la donna; in altre parole, quando mi accorsi che mia sorella o addirittura mia madre non avevano il pene, la mia psiche aveva sostituito quella mancanza con qualcos'altro, per l'appunto i piedi.
Il perché fosse uscita solo adesso però, la cosa rimaneva ancora da spiegare, eppure, nel turbinio di pensieri deprecabili che si affollavano nella mente, cercando di essere onesta almeno una volta, i ricordi mossero episodi molto ambigui proprio a riguardo; come quella volta da piccole in vacanza.

Era circa dieci anni fa ed eravamo scesi nel sud Italia per le vacanze estive, prendendo una piccola casa in un villaggio turistico in Calabria; le stanze contavano un letto a castello ed un matrimoniale per nostra madre.
C'era però un problema, ossia che il materasso del letto in alto, chiaramente scelto da Giulia, era così morbido che le dava un fastidio pazzesco e non riusciva a dormire, così dovetti ospitarla per le notti e ci mettemmo d'accordo per dormire a forbisce, l'una con i piedi dell'altra vicini per capirsi.
Mi bastò focalizzare un attimo di più quei dieci giorni per ricordare tratti di me che preludevano ad una possibile svolta, come stava avvenendo in quei giorni; infatti, dormendo con lei tardavo a riposare.
Sentivo il suo respiro pesante, segno di sogni beati ed io restavo a guardare i suoi piedi a pochi centimetri da me e nell'imbarazzo di non capire quei sentimenti, la piccola erezione che puntualmente scattava mi costringeva a girarmi di spalle per calmarmi.
Una di quelle notti ricordai persino che Giulia era un po' agitata e nel sonno si girò spesso, finendo con mio stupore a mettermi un piede proprio in mezzo alle gambe e senza avere la forza di toglierlo per paura di svegliarla passai una notte terribile, con la sua estremità adagiata sul mio sesso ancora acerbo.
Tornai con la mente al presente e nervosamente sorrisi.
Giulia era davvero una sorella meravigliosa; sapendo la mia condizione, quello che ero e tutta la mia vita, mai neppure una volta mi aveva ferito nel mio intimo, ed ora che proprio di quell'intimo si parlava, avevo scoperto quanto sapesse essere dolce (a suo modo).
Mi carezzai i piedi guardando la porta socchiusa per ascoltare se venisse qualcuno; poi mi alzai con la schiena continuando a toccarli sulla pianta, in mezzo alle dita e sul collo, unendoli vicini e pensando ad Andrea.
Probabilmente, se la logica del feticismo valeva come discorso generale, anche lui doveva averne passate un bel po' per arrivare ad accettare la sua condizione.
Mi interrogai su di lui ed ebbi una forte curiosità di sentire la sua storia finché, mi accorsi di essere nuovamente eccitata; sbuffai per la reazione del mio corpo e sbottonai l'unico bottone dei jeans allacciato, guardando il disastro che c'era dentro.
Raccolsi da terra i calzini di Giulia, uno di questi con la suola bagnata dal mio liquido e li annusai, prima uno alla volta poi entrambi.
L'odore era fortissimo; mi chiesi se fosse soltanto un giorno che li indossava, perché per raggiungere quel livello, probabilmente a me ne sarebbero serviti due o tre certamente.
Quel profumo svegliava in me sensazioni malsane; sapevo che fosse una cosa sporca, ma questo era un dettaglio che sembrava amplificare la mia eccitazione, ed in breve dovetti smettere per non ricominciare a toccarmi.
Prima di alzarmi ed andare a fare una doccia però, guardai ancora una volta i miei piedi e velocemente scesi su di essi annusandoli, poggiandoci il viso sopra.
Tolsi una ciocca di capelli invadente ed inspirai il mio stesso odore, provando ugualmente un senso di piacere, ma leggermente differente.
Decisi che poteva bastare con l'essere un animale per quella sera ed andai a fare la doccia, portando con me i calzini umidi di Giulia che dovevo assolutamente lavare.
 
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Yuuto H
view post Posted on 28/3/2015, 12:15     +1   -1




Ma quindi la sorella è trans? Non l'ho capito x°D
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 28/3/2015, 13:17     +1   -1




No è un ermafrodito xD

Esistono realmente in natura (Futanari per capirci, vedo che segui i manga quindi forse conosci il termine)
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 7/4/2015, 21:56     +1   -1




DUE SORELLE - IV

Quando uscii dal bagno fresca e profumata, con i capelli ancora umidi ed una mano sugli occhi per scacciare la folla di pensieri che mi tormentava, ascoltai oltre la porta della camera di Giulia un suo dialogo telefonico.
Mi soffermai un istante, ma certamente stava parlando con Andrea e l'argomento era un qualche film da andare a vedere.
Sorrisi scioccamente, forse perché mi piaceva l'idea di sentirla felice, poi andai nella mia stanza ed accesi la TV, trovando un documentario interessante. Il tifone Giulia entrò nella mia camera verso le undici spalancando la porta senza nemmeno bussare e facendomi prendere un colpo; - ecco la mia sorellona preferita! Che fai?!

- Giulia! Mi hai spaventato accidenti, bussa prima d'entrare!

- hai la coda di paglia che ti spaventi?

Sorrise, richiudendo la porta ed avvicinandosi con passo arzillo; - allora senti, ho grandi notizie sei pronta?

- se centra Andrea non voglio sentire...

- invece ascolti e centra proprio lui ovviamente; domani gli ho detto di venire a vedere un film da noi, mamma ha già detto che va bene e che probabilmente tornerà sul tardi dall'ufficio

- e quindi?

- quindi, domani tu ed io lo facciamo impazzire, che ne pensi?

Spostai una mano sulla faccia e sugli occhi per mettere in fila le idee non sapendo più come fare; - Giulia, allora, tu hai qualche problema... ed io lo accetto perché ormai non posso fare altro, ma non tirarmi in mezzo a certe tue fantasie, capito? Andrea ha la tua età lo capisci?

- veramente è un anno più piccolo, io sono ripetente te lo sei scordata?

- ecco! Peggio ancora! Io ho ventidue anni, secondo te mi posso mettere a fare la cretina con lui?

- per fare felice la tua sorellina si che potresti... eddai!

- no Giulia... e poi che dovrei fare scusa?

Sorrise per il mio effimero interesse e si sedette sul letto.
Indossava i soliti shorts per dormire, era scalza e stava solo in reggiseno, cosa che più volte aveva causato il cadere del mio sguardo dove non doveva; - noi vediamo il film da te ok? Tu hai la TV più bella escludendo il salotto che è dispersivo e mi fa schifo, senza considerare che stando al piano terra, mamma potrebbe entrare e vedere qualcosa

- ma cosa deve vedere?!

- nulla, nulla... comunque ti dicevo, noi vediamo il film qui da te, lo mettiamo molto naturalmente al centro tra di noi e ci togliamo i calzini ad un certo punto

- il letto è stretto per tre persone...

- meglio. E dopo aspettiamo

- aspettiamo cosa?

- di vedere le sue reazioni

- solo questo?

- che cosa volevi fare? Violentarlo?

Spalancai gli occhi dandole un colpetto sulla testa che prese senza obbiezioni, per poi scattare in avanti e darmi un abbraccio; - allora?! Me lo fai questo piacere? Dai che sarà divertente...

- n-non lo so...

La vidi scendere con la testa abbassandosi fino al cavallo dei jeans che presero a gonfiarsi poco dopo. Per quella sfrontata dimostrazione mi irrigidii serrando i denti, anche per quel dannato affare legato intorno alla carne, quindi restai ferma a guardarla mugugnando versi indistinti; - se mi fai contenta poi domani ti faccio contenta io, va bene?

I suoi baci mi fecero presto eccitare perdutamente, ma i jeans indossati spingevano il pene verso il basso quindi cercai di sistemarlo, ma lei lo impedì; - prima dimmi che va bene sennò lo lascio piegato

- guarda che mi fa male!

- questa frase l'ho già sentita...

Si poggiò con il peso delle braccia sui miei fianchi da vera stronza, spingendo in basso il bacino e chiaramente il pene si contrasse ritrovandosi ancora più schiacciato verso il basso.
Spalancai la bocca allungando una mano per farla togliere, ma qualche suo saltello accantonarono ogni mia resistenza, godendo schifosamente di quel trattamento; - sei una bambina! Va bene vediamo questo caspita di film... ora togliti!

Ricevetti un morso leggero a cui saltai sul posto guardandola alzarsi felice; - evvai! Vedrai che sarà divertente, mi raccomando non farti la doccia e non lavarli che a lui piacciono così

- Giulia ma sei scema? Non ti darò ascolto su questo...

- perchè no? Io è da ieri che non li lavo, farò direttamente la doccia domani sera dopo il film, vuoi sentire?

Guardai i suoi piedi nelle infradito e mi sistemai il cavallo dopo l'ennesima contrazione. Finalmente dritta potei godermi a pieno la stretta che il laccio mi procurava ed il sangue ormai prigioniero gonfiava il sesso rendendolo estremamente ricettivo, senza contare che gli orgasmi precedenti non mi avevano affatto appagata, ma solo fatta soffrire; - no! Non voglio sentire un bel niente...

- sei sicura? Peggio per te...

Quando la vidi andarsene, scioccamente la fermai di getto facendola tornare sui suoi passi sorridente. Si sedette di nuovo sul letto carpendo tutto il mio imbarazzo e non ci fu bisogno di chiedere nulla: si tolse le infradito ed alzò le gambe poggiando i piedi sulle mie restando in attesa; - si sente? Profumano?

- s-si... forse anche troppo

- non ti piacciono?

- non ho detto questo...

Sorrisi senza guardarla con il pene pulsante che mi diceva di avvicinare il viso a quelle estremità e così feci, prendendone una con una mano e portandomela sotto il naso.
Il contatto con il piede provocò una sensazione di piacere indefinibile e lasciai che l'odore penetrasse nel naso delicatamente, poi presi a baciarlo ancora ed ancora; - sei come lui... scommetto che più puzzano e più ti ecciti; se li tenessi una settimana che succederebbe?

- ...

Feci solo un mugolio indefinito, sentendo le contrazioni far salire una nuova ondata di liquido senza neppure essere toccata. L'immagine di calzini sporchi e maleodoranti schiacciati sulla mia bocca e sul naso mi fece ben presto perdere la testa, chiudendo gli occhi e prendendo ad ansimare come l'animale che ero; - mi stai ascoltando? secondo me verresti senza essere toccata... per te è possibile?

- G-Giulia zitta! n-non lo so... no non credo

- vogliamo provare?

- no!

Fui poco credibile immersa con la faccia sotto i suoi piedi a baciarli e pulirli con la lingua delicatamente, poi li ritrasse vedendomi ormai leggermente sudata; - qui sotto la situazione è esplosiva... oggi è martedì giusto? Facciamo così, arriviamo a sabato, tu non ti tocchi ed io non mi lavo i piedi, ti va?

- Giulia... ma che stai dicendo?

- proviamo se davvero non puoi schizzare senza essere toccata, tanto a te cosa cambia?

Mi stesi sul letto ansimante sentendo il pene turgido strusciare da dentro i pantaloni sul materasso, chiuso nella costrizione che per fortuna bloccava il liquido che già di suo forse sarebbe uscito; - tu non capisci... mi costa tanto non venire

- che cosa ti costa?

- ... divento diversa, più strana

- più strana di così si muore Nadia... comunque non importa, voglio provare questa cosa e tu alla fine mi dirai di si, perché sei la sorella più bella e brava del mondo vero?

Non aggiunsi altro sospirando l'improbabile scelta, poi si mosse un poco venendomi sopra sulla schiena a cavalcioni. Sentii una sua mano farsi strada da sotto le mie cosce trovando come obiettivo la sagoma del pene pulsante e chiusi gli occhi quando mi sbottonò e fece scendere sotto i glutei i jeans.
Tremante di ansia ed eccitamento come pure di imbarazzo per non essere in grado di fermarla, la lasciai fare finché le dita non raggiunsero il sesso, tirandone giù la pelle esterna con un gesto secco e poco gentile dopo aver scostato l'intimo.
Non la vedevo, ma sentivo il profumo dei suoi capelli alle mie spalle ed il suo respiro sul collo; completamente in suo potere, gemetti quando iniziò a piegarlo verso la direzione contraria dell'erezione, trovando ovviamente la resistenza del muscolo; - ferma mi fai male!

Non mi rispose e prese a baciarmi il collo provocandomi forti brividi lungo la schiena, poi pian piano, riprese quel tormento tra gemiti e tentativi di farla smettere, poi, tesa in avanti stremata, percepii il sesso ormai piegato quasi del tutto al contrario tra le mie gambe.
Faceva male, anzi malissimo, una qualsiasi contrazione sarebbe bastata per farmi urlare e dovetti restare completamente immobile; - sei elastica... quindi ti dicevo, resisti fino a sabato per me?

- Giulia mi stai facendo male così lo capisci?!

Un nuovo sussulto mi fece trasalire quando la sua mano accostò la carne dura contro la mia parte femmine sentendone gli umori caldi colare liberi per l'eccitazione ed un nuovo impulso di sangue tornò a gonfiare il sesso. Strinsi le coperte sollevando gli occhi al cielo per quella tortura. Stavo davvero impazzendo e lo facevo capire in ogni modo, ma se provavo a dimenarmi peggioravo solo le cose; - sei un lago Nadia... ti fa male lo so, però sei bellissima

- basta ti prego... sto per gridare

- ce l'hai lungo abbastanza da infilarlo qui dietro lo sai?

A quelle parole terrificanti, in un percorso innaturale e perverso, godetti nel dolore ogni centimetro che il liquido corse per uscire da corpo, colando in mezzo alle gambe un orgasmo fittizio che bagnò intimo e jeans assieme, nonché la mano di Giulia che restò a trattenermi.
Non riuscii a chiudere la bocca e rossa in viso mi dimenai contro quel laccio che impediva ulteriormente alla pressione di fare il suo lavoro; dopo un minuto di lacrime, sospirando e tremando venni rilasciata, ed il pene ferito svettò in avanti unto dell'orgasmo, continuando a colare il possibile; - uffa... scusa, non credevo sarebbe successo anche così, hai goduto?

Non risposi restando concentrata su di me a far cessare il dolore che sentivo, ma a conti fatti la sensibilità mi indicava che dentro c'era molto altro che voleva uscire. Mi abbracciò da dietro portandomi una mano sulla bocca e solo allora aprii di nuovo gli occhi cercando di allontanarmi col viso.
Giulia fu più abile e con la mano sporca mi afferrò la bocca bagnandomi e passò le dita una dopo l'altra sulle labbra. L'odore del liquido lo conoscevo bene e non ne andavo pazza; anche con i ragazzi che avevo avuto mi ero sempre rifiutata di farmi venire in bocca, però ora non potevo agire come volevo, anzi non potevo agire affatto e quando l'indice penetrò oltre i denti, si adagiò sulla lingua come fecero anche le successive tre dita.
Succhiai tornando lentamente dura in mezzo alle gambe in quell'ordalia infinita di piacere. Sembravo incapace di poter smettere di godere e mentre rimuginavo con la lingua la vischiosa sostanza del mio piacere, non riuscivo a pensare ad altro che a voler schizzare liberamente; - questa non la contiamo ok? Mi fa strano che ti piaccia sentire male qui sotto, però mi fai venire voglia pure a me se sei così... sabato ci penso io e attenta a non eccitarti anche tu domani con Andrea; sarebbe imbarazzante

Disse ridendo e sussurrando in maniera calda, col suo seno a contatto della schiena, estraendo la mano umida ma ripulita dalla bocca. Poco dopo mi diede un bacio sulla guancia ricordandomi di cambiarmi e che sapevo dei suoi piedi sulla faccia; poi mi lasciò nuovamente da sola, dandomi la buona notte.
Tralascerò i miei pensieri perché sarebbero gli stessi già espressi precedentemente, però iniziavo davvero ad essere assuefatta a mia sorella e la cosa mi spaventava particolarmente.
Restai forse una mezz'ora a contemplare che per poco quella pazza non mi faceva perdere la verginità con me stessa e desiderosa di godere come mai, presi a toccarmi dietro con insistenza.
Seguitai a lungo collezionando due orgasmi femminili bellissimi che almeno in parte mi soddisfarono e permettendomi di tornare a capire qualcosa; mi alzai ad un certo punto con un forte capogiro, consapevole di dovermi lavare nuovamente.

Il giorno successivo studiai a casa, sistemai un po' in giro e mi rilassai preparando insieme a mamma il pranzo, aspettando Giulia di ritorno da scuola.
Quel giorno indossavo un altro paio di jeans ed un top dai colori vivaci e purtroppo anche gli stessi calzini del giorno prima su richiesta di quella esaltata.
Arrivò verso le due del pomeriggio, lasciando come al suo solito la cartella al primo posto utile; era vestita di nero, con una gonna lunga e quei dannati anfibi, si sedette e prese a chiacchierare del più e del meno.
Quando salimmo nelle nostre stanze per prima mi prese sottobraccio; - allora sei eccitata?!

- ma di cosa Giulia?!

- fai la finta tonta? Guarda che li ho visti i calzini di ieri

Non risposi entrando in camera e sedendomi alla sedia della scrivania perplessa; - senti prometti di non fare niente di strano...

- niente di strano, promesso!

- Giulia, dico sul serio... mi stai facendo agitare per uno stupido film

Rise di gusto spostandosi dietro di me ed abbracciandomi forte; - infatti è proprio questo, uno stupido film e niente di più... con la compagnia di un pervertito, anzi due

- santo cielo sta zitta! Quando parli non pensi mai?

- no. Comunque verrà verso le quattro e mamma uscirà tra poco, è tutto perfetto

Si allontanò un poco andando verso lo zaino poggiato nel corridoio; - senti già che ci siamo mi dai una mano con fisica? Non ci capisco un bel niente

Le feci segno di passarmi il libro e gli appunti seguendola sedersi sul letto vicino a me; - non riesci a fare questo? Ma dici sul serio?

- si. Odio questa materia, come pure la chimica e la matematica

- beh, l'hai scelto proprio bene il liceo scientifico allora; hai già perso un anno

- vorrei cambiare infatti, ma non so che caspita fare

Mi girai dandole attenzione ora con uno sguardo diverso e pensieroso; - sei al terzo superiore, puoi sempre spostarti ad un tecnico

- e sopportare le storie di mamma per il resto della mia vita?

Aveva perfettamente ragione, nostra madre infatti ci aveva quasi imposto di prendere quella via di studio perché secondo lei offriva più possibilità di lavoro, cosa tutta da dimostrare; - senti, questi te li faccio io, però stasera ti metti con me e te lo spiego, altrimenti è inutile

Sorrise contenta sdraiandosi sul letto ancora con gli stivali; - brava Nadia che bella idea, facciamo che io mi metto qui a vedere la TV e tu fai i miei compiti

Detta così sembrava proprio quello che non volevo sembrasse; - non penso proprio!

Ma si apprestò ad accendere la TV ancor prima che finissi di parlare dandomi un bacio al volo. Quel comportamento, volente o nolente mi eccitò e strinsi un poco le gambe prendendo un caldo respiro.
Tempo dopo, con la confusione della televisione, cercai di risolvere quegli esercizi abbastanza semplici per cui non persi più di venti minuti; - finito, contenta? Adesso vattene in camera tua sfaticata

- già fatto? Sei veramente brava... fai anche quelli delle altre materie?

- te lo scordi, mi hai preso per una serva?

La vidi restare in silenzio a pensare incrociando le gambe senza avere cura di sporcare o meno le coperte e mi fece incazzare un bel po'; - potremmo giocare per questa settimana, che ne pensi?

- giocare a cosa?

- ad essere la mia serva

- Giulia, ma che cazzo dici?!

Alzai la voce in bilico tra l'incredulo ed il nervoso per quella libertà invadente, poi rise tornando a guardare la TV; - mamma mia come ti agiti facile sto solo scherzando! Se non ti va, fa nulla

- certo che non mi va

- però fino a sabato hai deciso di aspettare... perché?

Mi zittii perdendo l'autorità che avevo dimostrato dopo essere stata messa davanti al fatto; - scommetto che sei anche eccitata adesso; quando si tratta delle tue porcate ti presti a giocare, ma quando voglio giocare io no... non mi sembra tanto giusto così

- allora... cancella la cosa di sabato, non importa

- no. Non cancello un bel niente invece, continuerò a tenere gli stessi calzini senza lavare i piedi fino a sabato e tu come promesso non toccherai niente li sotto. Però per fare i compiti scommetto che vai convinta, dico bene?

- n-non li farò i tuoi compiti te l'ho già detto

Giulia a quel punto mi sorrise in modo intimidatorio e si mise seduta stirandosi la schiena e le braccia; - lo so ho capito, però posso provare a convincerti no?

Con quell'ultima frase si alzò dal letto con uno sguardo furbo e mi venne vicino, chinandosi in ginocchio davanti a me che non ebbi la forza di allontanarmi, neppure quando prese a sbottonarmi e tirare fuori il sesso duro e pulsante; - Giulia c'è mamma che può venire su in qualsiasi momento, sei pazza!

- non mi sembra la sola che possa venire da un momento all'altro... se ti tocco un po' finisci anche gli altri esercizi?

- n-no... smettila dico sul serio

Con un lento movimento della mano, mia sorella spinse in giù la pelle che ancora copriva la punta mostrando un glande gonfio e arrossato, poi posizionò l'indice sopra le piccole labbra del pene; - hai proprio un buon profumo e sei già bagnata anche qui, facciamo che continuo finché non accetti?

- Giulia...

- qui continua a bagnarsi ogni volta che faccio su e giù, ma ricorda che fino a sabato non devi schizzare chiaro?

- Giulia ferma non resisto sto per...

Chiusi gli occhi sentendo la mia resistenza venire meno alla stretta delle sue dita, ma a sorpresa, l'indice posto sopra la punta venne spinto in modo delicato dentro le piccole labbra del pene, facendo sparire interamente l'unghia; - Giuliaaaa!

- ...

- toglilo sbrigati mi fai male!

- li fai i miei compiti? Sennò continuo a scendere, tanto bagnato com'è non fatico nemmeno

Per dimostrare la verità delle sue parole, guardai con spavento il suo dito farsi ancora più in profondità, scendendo di una intera falange. Restai inarcata e basita osservando la dilatazione raggiunta finché, come temevo, un gettò bollente venne bloccato proprio dalla sua ostruzione facendomi gridare; - SI! Li faccio, però leva quel dito ti prego!

- con tutte queste contrazioni di sicuro se lo levo schizzerai come facciamo?

- AH! Sto impazzendo Giulia ti prego levalo!

Restò così senza fare altro, con il suo indice immerso per un terzo ed avvolto dalla mia carne calda, finché le contrazioni si stabilizzarono. Fu una sofferenza incredibile che causarono una forte sudorazione fredda, reggendomi con entrambe le mani alla sedia e stringendo più forte che potei, finché il liquido tornò indietro.
Lentamente, Giulia estrasse il dito portandosi dietro un lungo filamento trasparente, per poi infilarselo in bocca ed assaporarlo; - allora è così che vai convinta?

Non risposi quasi stesa sulla sedia a riprendermi con alcune punte dei capelli sul viso.
Constatai l'erezione portata all'estremo, poi mi aiutò a rimettere tutto a posto nei jeans poggiandomi sulla scrivania ansimante; - il diario è nella tasca esterna, finiscili tutti ok?

Non dissi più nulla, annuendo umiliata in affermazione e ricevetti un sorriso ed un bacio sulla guancia; - sei troppo carina Nadia... allora per questa settimana giochiamo alla serva, poi la prossima magari la faccio io a te ok?

- s-sei matta... sono già al limite Giulia

- mancano solo quattro giorni avanti... forza che tra un oretta viene qui Andrea, per quell'ora devi aver finito, sennò...

Mi mostrò l'indice con cui mi aveva tormentato turbandomi non poco, poi presi il suo zaino e la lasciai seguire la TV, mentre materia dopo materia i suoi compiti venivano risolti dalla sottoscritta.
 
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smjuantorena
view post Posted on 8/4/2015, 07:04     +1   -1




Bello :) complimenti
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 23/4/2015, 20:24     +1   -1




DUE SORELLE - V

Quando ebbi completato tutti i compiti di Giulia, mi voltai trovandola addormentata.
Restai a fissarla per un pochino; i capelli scesi sul davanti a coprirle il viso, quella faccia serena, sembrava il ritratto del benessere ed era davvero carina. Mi alzai dalla scrivania e pian piano raggiunsi il mio, stendendomi al fianco senza fare movimenti bruschi.
Si mosse leggermente, alzando ed abbassando il capo sul cuscino, poi le carezzai il viso sorridendo ad una sua smorfia sciocca, finendo con lo scendere sulle sue labbra e sentendo muoversi qualcosa li sotto, mi fermai all'istante.
Forse, la piega che la cosa stava prendendo era molto più che un semplice gioco, pensai continuando a fissarla da dietro, quando con gesti lenti, si svegliò aprendo gli occhi dopo essersi girata verso di me; - ho dormito tanto?

Li richiuse con fare assonnato, mi stava facendo sin troppa tenerezza e decisi di chiuderle il naso con le dita; - no... non sono neppure le quattro

Mi ignorò respirando con la bocca senza darmi soddisfazione; - facevi la guardia?

Sorrisi imbarazzata, lasciandola stare vedendola spalancare gli occhi più che mai svegli; - tra poco arriva Andrea, tu fa finta di fare qualcosa in camera e poi ti verrò a chiedere di usare il tuo televisore, così sembrerà una cosa non preparata, che dici?

- va bene...

Si alzò in seduta goffamente sbadigliando, e restammo così a guardare il soffitto. Forse una delle due avrebbe voluto dire qualcosa, ma il silenzio fu frantumato dal suono del citofono che segnò l'arrivo dell'ospite.
Giulia sorrise eccitata, io invece un po' più preoccupata tornai alla scrivania non sapendo cosa fare, scegliendo di aprire una pagina internet a caso.
Ascoltai le loro voci senza distinguere altro che un confuso ridere e scherzare, poi dopo una decina di minuti li sentii salire.
Quando giunsero alla mia porta socchiusa bussarono e con voce un po' tremolante indicai d'entrare.
Avevo già visto altre volte Andrea, era un ragazzo a mio giudizio carino, non proprio il mio tipo però ugualmente attraente; era alto come mia sorella, con un fisico asciutto di chi non ha l'idea della palestra come unica ragione di vita.
Possedeva delle belle mani, affusolate e molto ben fatte, come anche il suo viso, leggermente allungato e con lineamenti aggraziati, il ritratto poteva concludersi con dei capelli mossi e corvini lasciati lunghi ad altezza delle spalle un po' in disordine.
Vestiva assolutamente normale, più come un uomo che come un ragazzo; infatti quel pomeriggio si presentò con dei jeans classici ed una camicia con gli ultimi due bottoni aperti. Aveva un ciondolo di qualche tipo al collo, ma non mi ci soffermai; - ciao Nadia puoi aiutarci? Volevamo vedere un film e tu hai il televisore più bello. Lui è Andrea, ma già vi conoscete no?

Il ragazzo mi sorrise pacato confermando la precedente conoscenza; - d'accordo... lo spazio non è molto, ma ve lo farete bastare immagino

- vuoi vederlo anche tu con noi?

Mi alzai dalla sedia prestando attenzione ad Andrea, che mi aveva gentilmente chiesto di unirmi; - non so, che cosa vedete?

- ancora dobbiamo deciderlo veramente... Giulia continua a cambiare idea

Sorrisi assieme a lui, mentre Giulia si sedette sul letto facendo una linguaccia; - allora, io propongo e voi scegliete, in tre è più semplice; mmm... vediamo: ESP, 300 oppure V per vendetta

- che cosa sarebbe ESP?

- è un film di paura, l ho comprato alla bancarella ma ancora non l'ho visto

Guardai Andrea annuire e compresi che probabilmente sapeva di cosa trattava; - tu l'hai visto?

- i-io? no, però ho seguito i trailer al cinema l'ultima volta che ci sono andato

Lo colsi con mia sorpresa che stava guardando i fianchi, ovviamente avrei sorvolato, ma sotto sotto quel ragazzetto non era stupido affatto pensai; - e com'è?

- non lo so... ti spaventi facilmente?

Sorrisi di nuovo perché in effetti era proprio così, non amavo i film di paura perché ci entravo praticamente dentro quando li vedevo; - allora? Andata per ESP?

Chiese Giulia stanca di aspettare e tutti acconsentimmo a vedere il DVD.
Mia sorella tornò poco dopo essere uscita con il disco, mentre io iniziai ad accendere il lettore e sintonizzare HDM1 dove era collegato.
Andrea chiese di potersi sedere sul letto, un comportamento molto educato che aggiunse punti alla sua persona, poi una volta inserito il CD, premetti il tasto di avvio girandomi verso i compagni di stanza; - allora, facciamo un attimo mente locale perché lo spazio è poco, come ci sistemiamo?

- oh beh, non preoccupatevi perché a me piace seguire i film per terra se non è un problema...

Io e Giulia ci scambiammo un occhiata perché il suo astutissimo piano era appena saltato e non potevamo certo dirgli di no; - per terra? Ma che sei un cane?

Spalancai gli occhi per l'offesa che Giulia gli aveva appena rivolto, ma Andrea non sembrò prendersela e replicò un semplice sorriso mettendosi come deciso; - Giulia sei pessima... comunque non c'è problema, però aiutami ad inclinare un poco il letto così ci puoi poggiare la schiena ed anche noi saremo più comode

Ben felice di aiutare, il ragazzo fece quasi tutto il lavoro, mentre dietro di noi le pubblicità nel disco continuavano fino a giungere al menù di inizio. Quando fummo finalmente in posizione, Giulia si sedette per prima verso destra, Andrea scelse il centro seduto sul pavimento, ed a me non restò che sedermi alla sinistra vicino la porta; - tutto sommato non è cambiato niente anzi forse è anche meglio...

Per quel commento detto a ciel sereno e a voce alta restai interdetta, ma Andrea non colse la sfumatura ribadendo che invece così era perfetto; - infatti è perfetto hai detto bene, forza mettiamo play, però prima chiudiamo la porta

L'onere toccò a me e quando fummo separati dal mondo, alla luce della TV prima uno poi l'altro, gli anfibi di Giulia vennero lasciati cadere in terra vicino all'ospite.
Un po' in imbarazzo, tolsi anche io le Convers e le misi compostamente lontano da Andrea notando per la prima volta la sua espressione.
Rimasi un attimo con i piedi sul pavimento senza neanche farlo apposta e lo stesso mia sorella (penso che lei ci mise parecchia malizia). Mi scappò un sorriso involontario nel vedere il suo sguardo farsi d'un tratto serio, quasi intimorito, mentre l'aria diventava sempre più pregna dell'odore dei nostri piedi, specialmente quelli di Giulia che erano davvero... profumati; - se vuoi toglierti le scarpe anche tu non fare complimenti...

Dissi facendolo voltare, ed i suoi occhi cercarono di sorridere fermandosi un po' troppo in basso, per poi dirmi che andava bene così.
Quando tornai su trovai ad attendermi Giulia già poggiata con la schiena al cuscino sul muro che mi faceva un segno di OK con la mano ridendo, poi tentammo di seguire.
Ammetto che la prima parte del film faceva davvero piangere dalla noia.
Non farò una recensione su questo racconto, ma sottolineo che fino a quasi metà del DVD non ebbi altro che qualche sussulto.
Giulia era molto più intenta a dare fastidio ad Andrea in ogni modo, poggiando ad esempio i suoi piedi in avanti proprio al fianco della sua faccia, oppure si alzava un attimo per abbassare di più la serranda, passandogli praticamente sopra e contando quello che lui le aveva raccontato di se, era davvero una gran bastarda.
Mi fece cenno di fare qualcosa anche io, ma fui lesta nel dirle di no silenziosamente restando con i piedi sul materasso in una posizione neutra, poi la cosa prese una piega diversa.
Al mio simpatico rifiuto di tormentare ulteriormente il povero Andrea, Giulia altrettanto simpaticamente strinse la sua mano come per tenere qualcosa e prese ad andare su e giù aggiungendo con il labiale che mi avrebbe toccato all'istante.
Basita le feci cenno di stare zitta, poi un movimento del ragazzo ci spinse a guardarlo portarsi le mani sul cavallo in maniera anonima schiarendosi la gola in evidente agitazione.
Lasciammo stare i nostri battibecchi e gliela diedi vinta ancora, allungando le gambe in avanti facendo specchio a Giulia.
Praticamente quel poveretto era circondato dai nostri piedi e dopo qualche minuto si alzò chiedendo di mettere un attimo pausa perché doveva andare in bagno.
Conoscendo la strada si fiondò fuori dalla stanza e ci lasciò da sole; - hai visto?! Sta funzionando anche con i tuoi!

- che divertimento stupido, poveretto chissà che sta passando...

- sembra che sia tu seduta qui sotto il letto... ma che ti importa?

- ma poi lo fai contento?

- mmm... e come? Il film finirà tra un bel po' e poi tornerà mamma

- sei davvero cattiva Giulia, non mi piace che gli fai così

Si fermò avvicinandosi un poco tirandomi per gioco un orecchio; - adesso, quando ritorna gli diamo il colpo di grazia e prima tu e poi i ci togliamo i calzini ok?

- va bene... ma poi la finiamo

Tornò poco dopo ed un occhio attento, senza difficoltà, avrebbe scorto una probabile erezione nei jeans; - allora continuiamo?

- s-si certo... scusate ma dovevo andare per forza

- si si, ora però torna seduto e zitto che rovini l'atmosfera

Lanciai un occhiataccia a Giulia per i suoi modi a quanto pare graditi dal ragazzo, che sorrise mettendosi di nuovo al centro sotto di noi.
Dopo una decina di minuti mia sorella diede il segnale di togliere i calzini e con un sospiro di nervosismo lo feci, portando una mano avanti per toglierli; - scusa Andrea sento caldo, magari vieni su se ti da fastidio...

Lo dissi pensandolo davvero e non credendo di agevolare in alcun modo la sua fantasia, tuttavia entrambe lo guardammo irrigidirsi; - n-no, grazie sto bene qui non è un problema... fa caldo infatti

Sorrisi senza un vero motivo per quanto era in effetti carino nel cercare quello che voleva, quindi lasciai cadere in terra vicino a lui i calzini e restai con le gambe allungate.
Giulia mi emulò dopo altri dieci minuti senza aggiungere nulla; ancora una volta Andrea sembrò affannarsi e stavolta tirò a se le gambe e ci poggiò la testa sopra quasi per non vedere.
Passammo in quel modo l'ultima mezzora scrutando i suoi movimenti; l'aria era quasi irrespirabile per chiunque fosse entrato, ma la cosa non sembrava disturbarlo affatto e persino su di me a stento riuscivo a trattenere una certa eccitazione.
Quando il film terminò, lasciammo scorrere i titoli a lungo.
Fu un film tutto sommato discreto per gli amanti del genere, io invece mi spaventai davvero e se non ci fosse stato il piano di mia sorella, di certo stanotte avrei avuto incubi su incubi.
Ritirai le gambe, Giulia no, ed Andrea si voltò mostrando una faccia davvero provata; - tutto bene? Sembra che il film ti abbia sconvolto

- n-no... tutto ok, devo solo riprendermi un attimo tra poco passa

Sorridemmo, finché mia sorella non aprì bocca a sproposito; - non è che tu stavi pensando ad altro mentre guardavamo il film vero?

Lo vidi trasalire; - n-no, perché?

- così per chiedere... mi passi i calzini?

Con una lentezza innaturale, Andrea si volse a terra afferrando entrambi gli indumenti, tenendoli in mano decisamente più del dovuto; - me li passi o te li vuoi portare a casa?

Li lasciò subito sul letto dopo quella frase infelice e quasi a cancellare l'imbarazzo che stava provando, afferrò anche i miei e me li porse con un sorriso sofferto; - grazie, non c'era bisogno. Insomma che mi racconti? A te piace molto questo genere di film?

Tentai di fare un po' di conversazione gettando uno sguardo anche io ai piedi di Giulia che effettivamente avrei voluto baciare non poco, ma dopo qualche battuta, intervenne di nuovo mia sorella; - senti ma è vero quello che mi hai detto l'altro giorno? Che voi maschi quando sapete di due sorelle immaginate cose su cose

Se prima mi era sembrato sorpreso, adesso i suoi occhi gridavano vendetta contro quell'informazione fatta a Giulia in confidenza; - c-cosa?! No, io non ho detto questo... ho detto che spesso qualcuno può pensarlo

- e che cambia da quello che ho detto io?

- mmm, n-nulla credo, però...

Risi per la comicità della cosa ed anche mia sorella rilassò l'atmosfera; - tanto si sa che voi maschi siete tutti dei pervertiti... e mia sorella? Nadia è una bella ragazza?

Stavolta fui io a fargli un segno, sul braccio però. Infatti le diedi per gioco uno schiaffo facendola ritirare più lontano; - ma che domanda è? Dai forse dovremo togliere il DVD

- che fai non rispondi?

Incalzò Giulia smesso di ridere e lo vidi in difficoltà cercando aiuto attorno a lui con gli occhi; - s-si è una bella ragazza... molto bella

Alzai un sopracciglio per quella sincerità che effettivamente mi fece davvero bene e con nuovi punti di ego, allungai una mano carezzandolo sui capelli; - grazie. Adesso togliamo il film sennò Giulia ti fa fare qualche altra figuraccia...

Tentai di troncare la cosa ed ebbi successo. Camminando scalza fino alla TV estraendo il CD e tornando ad alzare un poco la serranda per far cambiare aria.
Scambiammo ancora qualche battuta e poi sistemammo nuovamente il letto nella posizione originale, mettendo fine a quel pomeriggio di cattivo gusto, nei confronti di quella povera vittima; finché non restai sola.
Andrea rimase fino alle sette o poco più e prima di andarsene venne educatamente a salutarmi; gli diedi un bacio sulla guancia e guardai mia sorella fare un gesto di grosse novità con la mano e la cosa stranamente mi incuriosì.
Quando tornò su tirò dritta in camera facendomi solo una voce di seguirla, indossai quindi le infradito e la raggiunsi chiudendo la porta; - Nadia è perfetto! Lo capisci?

- cosa è perfetto?

- non ci arrivi? Andrea è cotto anche di te, ci ho appena parlato!

- cotto di me? Ma sei pazza? E perché te lo verrebbe a dire se fino a ieri ti veniva dietro?

- sei proprio ingenua su certe cose, non è mica detto che si debba per forza seguire una strada alla volta, possono anche piacerti più persone tutte assieme, non ti è mai successo?

- si, ma se arrivo a dichiararmi vuol dire che degli altri non me frega niente e oltretutto cosa mi interessa? Anche se fosse per me non ha importanza

- a parte che con me lui non si è mai dichiarato, voleva solo i miei piedi e li ha avuti e tutto sommato continua ad averli...

Mi misi a braccia conserte innervosita; - quindi?

- quindi possiamo divertirci tantissimo, come fai a non capirlo?

Sospirai per le assurdità che stavo sentendo, tutto per aver accettato una volta di fare quello che voleva; - il tuo divertimento è un pochino strano Giulia, quel poveretto è diventato scemo oggi pomeriggio per colpa tua

- e tua...

- si, anche mia... infatti mi è dispiaciuto

- perché non lo hai aiutato allora?

Mi sedetti velocemente su di uno sgabello vicino la porta quasi a zittirla; - giocaci tu con Andrea... è troppo piccolo, lo vuoi capire o no?

- che palle che sei... pensi che a qualcuno importi? Mi ha detto, testuali parole, che è uno dei rarissimi casi in cui entrambe le sorelle sono delle gnocche, non ti gratifica?

Davvero aveva detto così? Quasi sorrisi, ma tornai nel mio ruolo; - si, mi fa piacere e gliel'ho detto mi sembra, ma oltre questo per me non c'è nulla

- e dimmi la verità, se potessi farlo felice anche solo per qualche minuto, lo faresti?

- ma che domanda è?

- rispondi e basta

- non ci farei nulla di sessuale Giulia... mettitelo in testa

La guardai sorridere e lo feci anche io per la sua insistenza inopportuna; - sai, sono due anni che lo conosco e quel ragazzo effettivamente è il più particolare che io abbia mai conosciuto

- allora mi spieghi perché non ti ci sei messa e lo fai felice tutti i giorni?

- ma che ne so... forse ho un po' d'ansia a legarmi. Comunque non volevo dire questo, volevo dirti che Andrea è davvero un ragazzo buono, aiuta sempre tutti, non ha mai avuto problemi con nessuno, non fuma, non beve, insomma...

- insomma è proprio il tuo contrario

- io non fumo mica...

- ma tutto il resto lo fai

La guardai sorniona lasciarsi cadere sul letto pregandomi di lasciarla finire; - so che anche lui ha dei genitori divorziati ed una sorella più grande, ma oltre questo proprio non so altro

- a parte i suoi gusti sessuali intendi...

- si, a parte quelli. Comunque domani l'ho invitato un'altra volta

- quindi? Un altro film non lo vedo

- lascia perdere i film, ascolta io gli piaccio, tu gli piaci, ti immagini questa sera i fazzoletti che riempirà?

A quel punto mi alzai e feci per andarmene, però mi ritrovai Giulia sulla porta con uno scatto felino; - voglio che lecchi i piedi di entrambe...

- cosa?!

- eddai! lo hai visto oggi, non voleva altro...

- ma perché?!

- perché voglio farlo godere...

- e fallo allora! Che vuoi da me Giulia?!

- voglio farlo assieme a te... e tu devi aiutarmi

Cercai di aprire la maniglia, ma mi spinse con il suo peso indietro fino sul letto ridendo, caddi su di esso e lei con me, ritrovandomela sopra per bloccarmi e facendo per giunta un gran baccano; - lasciami stupida!

- va bene... non posso costringerti, ma tu pensaci, a lui basta poco

Si tolse accasciandosi al mio fianco e restammo con un po' di affanno sul suo letto vedendo entrare nostra madre che chiese cosa fosse successo.
La tranquillizzammo dicendole di aver risolto un diverbio e se ne andò accennando che la cena sarebbe stata pronta a breve; - però un minimo ti piace l'idea... ammettilo

- non si tratta di questo Giulia... io non sono ESPANSIVA come te, specialmente su queste cose

- d'accordo... ma se ti dessi la prova che Andrea è diverso da qualsiasi persona abbiamo conosciuto ci penseresti?

- no. Non lo so... non credo

Sorrise con il volto sul cuscino facendo cadere un infradito in terra e muovendo la gamba fino a portarmi il piede al centro dei jeans, carezzandomi; - allora dammi qualche giorno ok? Prometto che ti farò cambiare idea questa domenica, lavorerò sodo, ma tu devi almeno promettermi che ci penserai

- Giulia...

La sua pressione leggera aumentò considerevolmente facendomi presto indurire e seguitò quel massaggio per diverso tempo, quasi coccolandomi, finché la voce di nostra madre non avvisò che la cena era pronta; - ok, ci penserò...

Dopo avermi strappato quelle parole mi abbracciò fortissimo, baciandomi tante volte le guance in preda alla felicità, poi si alzò fissandomi li in mezzo dove una forma ben conosciuta era visibile oltre i jeans; - noi intanto continuiamo a giocare come abbiamo detto oggi, li hai fatti tutti i compiti?

- s-si... ma le cose le devi studiare ugualmente

- mmm... non c'è bisogno, domani ti passo gli altri e già che ci sei, lavami quei panni che vedi li ok?

Sospirai nervosa; - qualcos'altro?!

- no, per ora no...

Disse alzando un piede e schiacciandolo sul pene facendomi gemere un poco; - adesso andiamo a cena, prima di andare a letto ti vengo a dare la buonanotte, perché sei stata bravissima oggi

Poco dopo, presi la cesta dei panni da lavare e passai una mano sulla faccia incredula dell'ascendente che Giulia aveva conquistato su di me; poi, scesi con lei a mangiare.

-O-



Era da poco passata mezzanotte quando con passo felpato Giulia entrò in camera mia. Stavo leggendo un libro del mio corso e mi salutò con un grande sorriso; - che vuoi adesso?

- niente! Solo ringraziarti prima che vada a fare la doccia

Si avvicinò al letto sedendosi cordialmente e subito dopo alzò le gambe mettendomi i piedi davanti la faccia; - ad Andrea è andata male, ma a te posso farti felice e vedo che funziona subito...

Si riferì chiaramente alla forma che sotto il pigiama comparve all'istante, per poi toccarmelo con due dita salendo e scendendo da sopra il tessuto, percorrendo tutta la lunghezza.
Nel frattempo lasciai chiudere il libro e non aggiunsi altro, saziandomi di quell'odore pungente, passando le labbra ovunque potessi; - Giulia... non arriverò mai a sabato, sento che sto già per...

- ma non ho fatto ancora niente!

Scostò il pigiama restando a guardare l'asta di carne che svettava da fuori il perizoma sconciamente. Bastò una debole stretta della sua mano per fare uscire alcune gocce trasparenti, finché non presi a muovermi per conto mio avanti e indietro, penetrando a vuoto la sua mano che poco dopo venne dischiusa; - Giulia basta devo venire...

- no. Resisti, sono passata solo per farti un piacere

Andai con la testa indietro sprofondando nel cuscino esasperata dalla sua mano e dai suoi piedi che insistenti cercavano di penetrare le labbra, riuscendoci.
Passai la lingua sotto la pianta, poi tra le dita sentendo il sapore salino del sudore ormai asciugato e compresi di essere già venuta.
Gli spasmi naturali e le mie contrazioni del ventre però, furono ancora una volta fermate da Giulia che accortasi di quanto stava accadendo strinse la base del pene con molta forza, bloccando qualsiasi risalita.
Mi sembrò di morire.
Scattai seduta serrando i denti per non urlare, mentre divertita mia sorella continuava a tenermi stretta, poi con movimenti sempre più lenti, le pulsazioni svanirono, lasciandomi frastornata ed ansimante; - accidenti sei un fiume qui sotto... stai bagnando tutto

In bilico tra l'orgasmo e un forte dolore constatai la verità, sentendo il perizoma ormai da lavare; - mi stai facendo male Giulia... non è più divertente

- va bene ho capito me ne vado... tu però resta così come ti lascio chiaro? E poi praticamente i piedi me li hai già lavati tu, forse della doccia non hanno bisogno

Scesi con lo sguardo a quella scena che vedeva Giulia parlare a pochi centimetri dalla mia carne gonfia e arrossata, rilasciando finalmente la presa e godendosi il lento fiume di liquido trasparente che colò dalla punta.
Un solo movimento falso e sarei potuta venire in qualsiasi momento; - ci vediamo domani Nadia, buona notte

- aspetta...

Quando la vidi alzarsi mi venne spontaneo chiamarla.
L'avevo seguita in piedi, restando leggermente piegata in avanti, ansimante e sudata; - che c'è?

- non puoi lasciarmi così...

- dici? Guarda lo sto proprio facendo invece

Sorrise cattiva avviandosi alla porta della stanza e prima di uscire mi fece l'occhiolino per poi lasciarmi come una stupida.
Mi gettai sul letto in preda all'insoddisfazione.
Sembravo un animale e ricordo che morsi anche il cuscino portando una mano dentro di me decisa almeno a godere come una normale ragazza; andai avanti almeno venti minuti e l'indomani sapevo che avrei dovuto cambiare il pigiama.
Ebbi diversi orgasmi cumulativi, ma la cosa tremenda fu che per ognuno che riuscivo ad avere, il desiderio di schizzare davanti aumentava ancora di più, quindi decisi di smettere per non perdere la testa.
Mi addormentai così, priva di perizoma e pigiama, con una gamba nuda fuori dal lenzuolo in modo che chiunque fosse entrato, tra mia madre e mia sorella avrebbe notato quella sconcezza; per fortuna, nella mia casa non era usanza entrare senza bussare.

La mattina successiva avevo un gran mal di testa.
Quando mi alzai dal letto era tardi, quasi le dieci del mattino e sapevo di essere sola. Presi il cambio pulito e filai a farmi una doccia quasi come un automa, lasciando prendere aria alla stanza che purtroppo sapeva un po' troppo di me.
La doccia sembrò ridarmi il contegno perduto.
Quel giorno faceva ancora più caldo del solito e scelsi di non andare in biblioteca rimanendo in culottes e maglietta a lavare quegli stupidi panni che Giulia mi aveva rifilato.
Entrai in stanza e presi la cesta tornando in bagno e mentre selezionavo le cose, il profumo stantio dei panni usati mi raggiunse svegliando in me ben altri pensieri.
Erano soltanto le undici e già stavo per fare la prima azione perversa della giornata; presi i calzini che il giorno prima aveva indossato, gli stessi che emanavano quell'afrore inebriante e disgustoso e con reticenza me li portai sotto il naso.
Inspirai e lasciai penetrare l'odore portando una mano sotto di me sentendo la durezza e la voglia farsi pressante, poi passai alla sua biancheria ed anche qui sprofondai nella lussuria, arrivando addirittura a tirare fuori la lingua e leccare il suo perizoma.
Quando compresi di essere ad un passo dallo schizzare trovai non so dove la forza di fermarmi, finendo nervosamente di mettere in lavatrice gli indumenti ed andare in cucina per darmi una calmata.
Intorno a mezzogiorno, ero di nuovo in stanza e provavo inutilmente a studiare quando il telefono squillò; a parte qualche amico o amica era raro che ricevessi sms, invece con sorpresa era Giulia;

Questo è per essere sempre li assieme a te;
come va la mattinata? Scommetto che non sei uscita,
lo hai fatto il bucato?
Rispondi subito...


Nel messaggio notai esserci un allegato e velocemente spostati il pollice sull'icona aprendo l'immagine, spalancando gli occhi e la bocca quando riconobbi e suoi piedi.
Compresi benissimo che quella pazza si era scattata la foto in classe, infatti si vedeva una parte del banco e del suo zaino, ma il come avesse potuto addirittura togliersi i calzini mi sconcertò a dir poco.
Restai ad ammirare quella foto, che consisteva nei suoi piedi nudi poggiati sugli anfibi tenendo tra l'alluce ed il secondo dito una delle fibbie.
Se fino a quel momento l'eccitazione era stata tenuta bene o male a freno, adesso, quasi senza volere, scesi con le dita fino a toccarmi.
Uno squillo al cellulare tolse per qualche istante la foto facendomi rinsavire.
Era sempre lei e rammentava del rispondere al suo sms, cosa che feci con molta fatica, dicendole che avevo fatto tutto e di non mandare più foto.
Seguì un altro messaggio a distanza di una ventina di minuti e scattai subito per leggerlo.

Sei proprio una brava sorellona, ti meriti un altro regalo,
ci vediamo a pranzo! PS: di a mamma di farmi la pasta all'uovo che ieri ne avevo voglia.
Ti saluta Andrea


Con impazienza toccai l'icona dell'allegato e restai basita.
Non riconobbi il posto, forse una zona all'aperto del suo istituto; la foto riprendeva dall'alto, quindi era stata scattata da mia sorella in piedi e in essa figurava anche Andrea che chino si faceva mettere un piede in testa.
Almeno aveva avuto la decenza di togliersi lo stivale prima di fare quello stupido gioco, ma proprio per questo quella scena mi eccitò terribilmente e lasciai cadere il cellulare sul letto portandomi una mano alla bocca.
Giulia non aveva quello che si chiama freno inibitorio, pensai legandomi i capelli in una coda, in bilico tra il nervoso e l'eccitato; mi alzai passeggiando avanti ed indietro facendo pensieri terribili, quali ad esempio di dare retta a mia sorella nei confronti di Andrea a patto mi prestasse la sua bocca le sue mani o i suoi piedi ogni volta che volevo.
Poi per fortuna tornò il senno e ridendo da sola come una cretina uscii dalla stanza, andando a vedere se nella credenza c'era davvero la pasta che lei voleva.
Quando tornò a casa, io e mia mamma stavamo parlando del suo lavoro e di altre questioni poco interessanti.
Ci salutò ad entrambe e filò su in stanza dicendo di dover andare in bagno di corsa, poi tornò e ringraziò per la pasta finendone un gran piatto. La lasciai con nostra madre salendo in camera ed aspettandomi una sicura visita di quella pazza, cosa che puntualmente avvenne; - piaciuti i messaggi? Penso di essere un artista in fondo

- tu sei una pazza esaurita non un artista! Ma come hai fatto in aula a non farti vedere?!

- chi l'ha detto che non mi hanno visto? Era l'ora di educazione fisica dovevo cambiarmi le scarpe

- ... e Andrea? Ma ha visto che lo stavi fotografando?!

- no, per lui stavo inviando solo un sms, cosa poi non del tutto falsa, comunque era tanto contento e poi stavamo dietro la scuola, li non c'è nessuno

Alzai lo sguardo a cielo facendole segno di non continuare, poi sorrise e tirò fuori dal suo zaino il diario; - allora, oggi sono un po' più di ieri, ma la mia fantastica sorellona finirà tutto in men che non si dica, vero? Questo gioco della serva è davvero bello

- certo è davvero bello se stai da quella parte... sta attenta perché se dovessi finirci io sarebbero fatti tuoi

- beh tanto io i compiti non rischio di farli, te li sbaglierei tutti e sei molto più pulita di me con i vestiti, tanto male non potrà essere; intanto fino a sabato il ruolo è mio

Sorrisi incredula e presi un pizzico sulla guancia, per poi vederla uscire lasciandomi ai suoi compiti.
Per farvi capire meglio il calvario che dovetti passare fino a sabato, passerò a scrivere una serie di violenze psicologiche e fisiche di cui fui vittima.
Giovedì fu una replica del giorno prima, ricevetti altri due sms nonostante le avessi chiaramente ribadito di farla finita;

Ti penso...

Erano quasi le dodici e come allegato c'era una nuova scena di Giulia, presumibilmente al bagno delle ragazza, che con l'auto scatto si era immortalata nell'atto di calpestare il cellulare, che dal punto di vista dell'osservatore sembrava essere appunto lui il calpestato.
Si era almeno tenuta i calzini quasi completamente neri sulla pianta e si intravedeva anche un po' del suo intimo in quanto quel giorno indossava una gonna.
Ne seguì un altro a distanza di molte ore, persino a casa riusciva ad essere così stupida, infatti quel pomeriggio ricevetti un suo sms dalla porta di fianco.

Così studierai meglio... finisci tutto e poi stasera ti do gli altri panni da lavare

Come allegato stavolta rimasi ancora più basita, in quanto era una foto di lei, sul suo letto a piedi nudi con in mezzo ai piedi una banana che aveva portato su a pranzo, dicendo di mangiarla più tardi.
La osservai bene ed era stata davvero brava, portando sulla punta del frutto l'alluce quasi a tappare l'ipotetica bocca del pene; restai a sfiorarmi in mezzo alle gambe per diverso tempo, cercando poi di rimuovere il desiderio che ormai era radicato nell'anima.
La mattina di Venerdì andai in biblioteca decisa a studiare; ricevetti un solo sms di Giulia, ma bastò a sconvolgermi.

Il piano procede bene... Stai pensando a quello che abbiamo detto?

Si riferiva certamente ad Andrea e quando aprii l'allegato sussultai nel vedere una foto proprio di Andrea scattata in un posto chiuso con lui che le leccava di piedi inginocchiato a terra.
Ricevetti una stretta al ventre e mi poggiai qualche istante sul tavolo di studio, con sguardi dei presenti incuriositi.
Ci fu addirittura una ragazza che mi chiese se stavo bene e dovetti in qualche modo trattenermi, uscendo poco dopo dalla sala per prendere un po' d'aria.
Quando tornai a casa tentai di farla ragionare, ma a parte consegnarmi i compiti del fine settimana non ottenni nulla, se non la certezza del suo potere che giorno dopo giorno aumentava.
Finalmente giunse Sabato.
Era mattina presto e nostra madre non sarebbe uscita prima delle undici per fare la spesa, quindi ero bloccata; fossimo state da sole sarei piombata in camera sua a chiederle di mantenere il patto, però non si poteva.
Mi alzai esasperata dall'erezione perenne che avevo e qualsiasi cosa facessi ormai andava a finire su qualcosa di relativo alla sfera sessuale, quindi accesi la TV ed attesi.
Giulia dormì fino a tardi come al suo solito e spicciando la stanza venne a salutarmi con tutti i capelli arruffati e con indosso soltanto il perizoma ed una maglia leggerissima; - buongiorno... che ore sono?

- è da tanto che si è fatto giorno Giulia... sono quasi le dodici

- beh, è Sabato. Perché mi sarei dovuta svegliare presto? Come stai?

Entrò in stanza sorridendo e sbadigliando volgarmente; - come vuoi che stia?

- senti, me lo fai un piccolo piacere?

Alzai gli occhi al cielo per una delle sue stupide richieste; - un altro Giulia? Oggi scade questo stupido gioco te lo ricordi?

- si me lo ricordo, però vedi... scade appunto Sabato, quindi fino alla mezzanotte per come la vedo io stiamo ancora come ieri

- ... non avevo capito così

- va bene fa nulla, ascoltami; tu oggi resti ancora così, tanto ti ci terrei ugualmente e domani ti faccio schizzare quante volte vuoi

- q-quante volte voglio...

Sorrise per il mio pappagallo dettato dalla voglia incontenibile che avevo; - si, hai capito bene... inoltre, domani viene anche Andrea e vediamo se avrai cambiato idea

Mi irrigidii all'istante; - n-non succederà stupida...

- vedremo... ora scendo a fare colazione, a dopo

Se ne andò tirandosi su sconciamente l'elastico dell'intimo e contemplai che il mio sogno di mettere fine a quel tormento fosse stato posticipato.
La giornata passò placida, Giulia uscì con i suoi amici, io con i miei, poi tornammo a casa per l'ora di cena e successivamente vedemmo insieme a nostra madre in sala un film in TV, poi mamma ci lasciò da sole attorno alla mezzanotte; - bel film vero?

- Giulia è passato sabato...

- ma pensi solo a quello?!

- … scusa ma ne ho davvero bisogno

- lo capisco ma adesso io non ne ho voglia, oggi siamo stati al lago e sono stanca

Abbassai lo sguardo tirando a me le gambe per nascondere l'erezione che avevo; poi, Giulia si spostò dal divano e venne sulla poltrona sedendosi sul poggiolo.
Era ancora vestita ed aveva persino le scarpe, poi estrasse dalla tasca l'oggetto che mi lasciò sorpresa ed intimorita; - ho detto che non ho voglia di farti venire, ma di darti attenzioni quella ne ho sempre... vuoi che gioco un po'?

- ... che vuoi fare con quello?

Scese da dove stava fino a sedersi in terra davanti a me che immobile la guardavo; - te lo lego così non esce niente, tanto ho visto che funziona... no?

- Giulia tu non capisci, fa male fare una cosa del genere

- beh se non faccio così, tu vieni sicuramente appena ti tocco... come si fa?

- ... n-non lo so

Sorrise, mentre io restai imbarazzata osservandola allungare una mano ed abbassarmi il pigiama, esponendo all'aria il pene gonfio a dismisura; - guarda qui quanto è diventato grande Nadia... è davvero grosso

- Giulia...

- lo so, adesso stai buona

Senza che ebbi la forza di fermarla, iniziò a legare la base della carne saldamente, facendo diversi giri con il laccio che aveva estratto dalla tasca, finché con un ultimo nodo il gioco fu suo.
Per la stretta, il pene sembrò gonfiarsi ancora di più facendomi davvero male; poi si avvicinò con la bocca e d'istinto tentai di andare indietro sullo schienale; - che fai scappi? Ti devo inseguire?

Tirò il laccio che sporgeva dal nodo come un piccolo guinzaglio piegandolo indietro fino a toccarsi le labbra con la punta umida, per poi trasformarlo in una specie di lucida labbra.
La voce venne meno e chiusi gli occhi lasciandola fare.
Volevo godere ed anche se non potevo, volevo godere ancora di più; tornai a guardare solo quando sentii la sua lingua leccare con calma l'intero glande arrossato e sensibile, poi un rumore sulle scale mi fermò il cuore.
Giulia scattò sul divano ed io rimisi tutto nel pigiama piegando le gambe, finché nostra madre non arrivò entrando in cucina.
Stette li un poco, togliendo i piatti ed i bicchieri dalla lavastoviglie, poi ci salutò nuovamente e se ne riandò dopo un quarto d'ora abbondante.
Per tutto il tempo restai ansimante e sofferente. Il pene non aveva diminuito di un solo centimetro la sua erezione e quando strisciando Giulia tornò da me mi ritrovò esattamente come prima; - c'è mancato poco... ma vedo che a te non importa più di tanto

Non risposi, limitandomi a guardare il suo capolavoro; - ci hai pensato ad Andrea? Ti piaceva nelle foto?

- n-no... ti pare che voglia parlarne ora?!

- io si... sei più sincera quando sei in queste condizioni

Si abbassò nuovamente con la bocca, stavolta inghiottendomi fin dove cominciava il laccio ben saldo. Mi accostai allo schienale al primo risucchio, chiudendo la mia bocca con una mano per non gridare; - allora? Ci hai pensato

- s-si...

- e domani farai quello che voglio?

- basta Giulia mi stai uccidendo così...

Scese di nuovo e succhio peggio di prima, infilando la lingua nella fessura del pene ormai allo spasimo; - se mi rispondi come voglio ti faccio venire qui sotto

Sussultai venendo toccata sulle labbra inferiori, sentendo entrare due dita; - ferma! Oddio vengo!

S'interruppe bruscamente riprendendo a succhiare e non mi restò altro che premere le unghie sulla poltrona e serrare i denti per resistere; - allora? Farai quello che voglio? Eddai, qui sotto è meglio di niente no?

- Giulia sei una stronza...

- si è vero... ma è merito tuo che sei così bella

Infilò di nuovo le dita dentro di me e al contempo scese con la bocca fino a farmi piangere dal piacere; quando infine percepì entrambi gli orgasmi salire non ebbi scelta se non accettare; - evviva! Ce l'ho fatta! Va bene, allora vieni qui sotto, però girati sennò bagniamo la poltrona anche più di così

Con gli occhi lucidi e la mente prigioniera della lussuria, seguii la sua voce voltandomi in modo umiliante e porgendogli praticamente il mio sedere davanti la faccia; - sei un lago... ora ci pensa la tua sorellina

E mantenne la promessa. Con fermezza e poca grazia, Giulia entrò con le dita lavorando ogni possibile movimento al mio interno; ben presto ci aggiunse un terzo dito ed infine un quarto emettendo dei suoni disgustosi che forse arrivarono anche al piano di sopra.
Minuti dopo, scesi con la testa in basso mordendo la pelle della poltrona e schizzai dietro tutto il mio piacere.
Persi la forza alle gambe e caddi stremata sul pavimento, ansimante e con gli occhi riversi per l'orgasmo femminile più forte che avessi mai avuto, poi guardai mia sorella con la maglia ed il viso bagnato dai miei umori; - Nadia ma che schifo! Mi hai fatto la doccia!

Non risposi coprendomi il viso per la vergogna, ma allo stesso tempo venni girata e messa supina da Giulia che rimosse le mani con cui mi nascondevo; - resta ferma, adesso tocca a me, non sono di pietra...

Senza forze mi ritrovai la gonna di mia sorella sulla faccia e con due dita scostò velocemente il suo intimo mettendomi a contatto con le labbra calde ed umide.
Gemetti un poco, ma accolsi infine quello che voleva facessi ed unii la mia bocca al suo sesso tirando fuori una timida lingua, percependo le vibrazioni della sua mano intenta a masturbarsi su di me.
Scese su di me al contrario, trovandosi il pene ormai violaceo davanti e prese a succhiarlo nuovamente creando come effetto collaterale le mie contrazioni in tutto il corpo.
Dovetti sottostare a quella tortura forse per cinque minuti, prima di sentirla alzarsi nuovamente e poggiare interamente il peso sulla mia faccia; poi, i suoi spasmi segnarono l'orgasmo raggiunto ed un lieve fiume di umore dolciastri scivolò in gola dissetandomi.

Continua... (Darkframe)
 
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8DarkFrame8
view post Posted on 30/4/2015, 23:32     +1   -1




DUE SORELLE - VI

Restai a terra con gli occhi spalancati guardandola sollevarsi sopra di me e sistemarsi l'intimo, per poi sedersi sulla poltrona.
Riuscivo a pensare unicamente al suo profumo, al suo sapore che ancora restava bene impresso nella mia bocca e su tutto il viso; - mamma mia mi gira tutto...

Disse sospirando per l'appagamento raggiunto, stirando le gambe ed i piedi sopra di me quasi fossi uno scendiletto.
Non mi venne nemmeno in testa di parlare e provai ad alzarmi, ma le sue scarpe mi raggiunsero sul collo e sulle spalle chiedendomi di restare ferma dov'ero; - dai aspetta un attimo... tra poco mi alzo e ti levo tutto; fammi riprendere

- G-Giulia... io

Sentii l'odore di gomma delle scarpe ed una pulsazione improvvisa pompò il sangue nel pene ancora legato e pronto a scoppiare; - domani, quando Andrea arriverà, voglio che tu sia normale, non ti chiedo chissà cosa... ma se tu sei a questo livello, quasi certamente lui lo sarà altrettanto

Fu una frase molto ambigua che non seguii a pieno, finché non decise che si era riposata abbastanza, quindi si alzò e tolse il laccio dal pene.
Non appena iniziò a rimuoverlo sentii una forte sensazione pervadermi, data probabilmente dal sangue che tornava libero nel corpo, poi rimise il perizoma ed i leggeri pantaloni del pigiama al loro posto, andando a prendere qualche fazzoletto dalla cucina; - aspetta che ti pulisco, forse è meglio se andiamo direttamente a lavarci... a proposito, li hai lavati i piedi?

- n-no...

- brava, nemmeno io, sei proprio ubbidiente. Domani Andrea avrà una bella sorpresa, voglio fargli perdere la testa peggio che a te!

Mi pulì il viso, aiutandomi a sedermi con la schiena addosso alla poltrona e la lasciai fare, troppo stanca per discutere; - ti senti bene?

- c-come faccio a stare bene...?

- non ti sei divertita nemmeno un pochino? Possibile?

- questo non centra...

- ah no? Meno male che il tuo corpo è più onesto, che male c'è? Siamo due pervertite è meglio accettarlo

La guardai intensamente alla luce della TV quasi arrabbiata; - io non sono così... è colpa tua

- vuoi dare tutta la colpa a me... a me non piacciono mica i tuoi piedi? Sono carini ma non li leccherei di mia volontà

Sorrise, ed umiliata tenni la bocca chiusa sentendo il cuore che lentamente si calmava; poi, Giulia si avvicinò e mi abbracciò forte con un bacio sulla fronte; - va bene dammi tutta la colpa, non fa niente... mi piaci lo stesso, sei bellissima

Quel complimento fece scivolare via qualsiasi forma di riserbo e mi sciolsi seguendola in piedi un po' traballante; - adesso andiamo su che si è fatto un po' tardi, speriamo che mamma non abbia sentito...

- non dirlo nemmeno per scherzo... oddio

Mi prese l'ansia guardando le scale che presto salimmo, passando davanti la camera socchiusa di nostra madre e poi sparendo nelle nostre con un ultimo saluto.
Attesi che facesse prima lei al bagno ed ebbi modo di restare con me stessa a coprirmi di vergogna. Dopo un po' però la stessa vergogna venne meno, ed in me scattò qualcosa che di etico non aveva davvero nulla.
Giulia era bellissima, pazza al punto da farmi infrangere qualsiasi legge morale che avessi, ed era un dato di fatto. Ogni volta che finivo per starle accanto, mi avvicinavo al tempo stesso a piaceri e perversioni sempre maggiori, quasi fosse un faro della lussuria e infine lo accettai.
Stesa sul letto con il suo profumo sorrisi mordendomi il labbro, sentendo in mezzo alle gambe l'erezione che mai mi aveva abbandonato del tutto, strusciare sulle coperte.
L'indomani sarebbe arrivato Andrea e Giulia aveva dei piani; decisi che l'avrei fatta contenta nel limite del possibile, almeno finché non avesse mantenuto la sua parola con la mia voglia ormai alle stelle e con questo pensiero, andai in bagno a prepararmi per la notte.

-O-

Quella mattina mi svegliai molto tardi.
Non calcolai nemmeno l'erezione che da giorni seguiva ogni mio risveglio e scesi a fare colazione dopo aver messo qualcosa di più decente che potesse coprire la mia eccitazione.
Sentii della musica provenire dalla camera di Giulia, probabilmente stava sistemando, cosa che accadeva soltanto una volta alla settimana e che le impegnava almeno un paio d'ore.
Nostra madre aveva appena finito il resto della casa ed insomma ero l'unica che aveva poltrito allegramente.
Scambiai qualche parola con lei, poi tornai su a lavarmi e vestirmi entrando senza necessità da mia sorella.
La trovai in tuta che passava l'aspirapolvere cantando una canzone dei gruppi che le piacevano; nel chiasso generale stava mangiando un lecca lecca ed al mio arrivo non se ne accorse neppure, restando vicino la finestra a fare la cretina incurante dei vicini.
Mi fece ridere e quando giunsi a toccarla sobbalzò per lo spavento lisciando di poco l'anta dell'armadio; - Nadia ma sei scema!? Mi ha preso un colpo...

- scusa... ti serve una mano?

Forse si vedeva che cercavo attenzioni, ma non riuscivo quasi più a controllarmi e lei lo comprese; - forse lo so io tu che mano vorresti... e invece no, devi aspettare. Però già che sei qui perché non finisci di sistemare?

Si sedette sul letto con un piccolo salto facendo una faccia infantile; - e tu guardi?

- io ti tengo compagnia, tanto il letto l ho già rifatto...

- va bene...

Sorrisi imbarazzata e forse colsi anche lei di sorpresa per l'assenza di rimostranza che un minimo avevo sempre fatto; - alla fine ti piace proprio questo gioco, ormai l'ho capito. Comunque puoi continuare a passare l'aspirapolvere, poi devi togliere la polvere dagli scaffali, mettere le scarpe nella scarpiera e cosa più importante lavare per terra

Contò la serie di faccende con le proprie dita facendomi segno di iniziare.
Ci misi parecchio e soltanto la visita di nostra mamma ad un certo punto ci interruppe proprio mentre stavo lavando in terra la sua stanza, con Giulia comodamente sdraiata sul letto a leggere dei fumetti giapponesi.
Per la bizzarra scena, mamma chiese se mi sentissi bene e mi inventai su due piedi di una stupida scommessa che avevo perso; rise e poi mia sorella le rammentò che nel pomeriggio sarebbe venuto Andrea; - adesso puoi continuare se n'è andata...

Mi riprese mentre temporeggiavo guardandola, ed osservando sopratutto i suoi calzini che da grigi erano praticamente diventati neri sulla pianta; - Giulia forse è il caso che li cambi...

- perché? Tu li hai cambiati?

- no... però i miei non sono di quel colore

Si portò vicino una gamba guardando anche lei ed alzando al contempo le spalle; - devono piacere a lui non a me... forza continua ti manca poco

- veramente io ho finito...

- davvero?

Gettò uno sguardo a terra dove effettivamente la luce del sole rifletteva a specchio dopo il mio lavoro; - si hai ragione, be fatto! Vuoi un premio?

Misi le mani dietro la schiena in modo infantile sorridendo; - va bene, mi sembra giusto... siediti

Lo feci con entusiasmo sperando che finalmente mi avrebbe liberato anche con un semplice passaggio della mano sopra la tuta che indossavo, invece quando le fui accanto, lasciò perdere un attimo il fumetto che teneva tra le mani e si infilò velocemente una mano sotto i vestiti inferiori.
Strinse un poco le gambe e ci stette quasi un minuto, il tutto davanti a me che sconcertata non potevo fare altro che vedere quell'azione provocatoria. Quando tirò fuori la mano, essa era umida dei suoi umori. Separando l'indice dal medio, alcuni filamenti trasparenti segnarono il livello di quanto fosse eccitata; - apri la bocca

- cosa?!

- non la vuoi?

Sorrise restando in attesa e prima di fare quella cosa disgustosa chiusi gli occhi per l'imbarazzo, lasciando penetrare le dita nella bocca, succhiando quel liquido che non aspettava altro di finire nel mio stomaco.
Il profumo fu inebriante ed i miei sensi furono talmente stimolati che ansimai sentendo l'orgasmo alle porte. Un tocco involontario avrebbe fatto scempio dei miei vestiti, ma quel tocco non arrivò; - gli dico ad Andrea di passare per le sedici, ok?

Risposi solo con un cenno della testa e restai li seduta dolorante. Poi fui invitata da lei ad andarmene e se ci fosse stato bisogno mi avrebbe chiamato; con un sorriso da vera stronza mi fece andare via restando da sola.
A pranzo fui taciturna per un ovvio motivo; ossia i piedi di Giulia che non trovavano pace nel darmi il tormento sotto il tavolo ad intervalli irregolari.
Diverse volte le avevo fatto segno di smettere ma non venivo in alcun modo ascoltata e prima uno poi l'altro, oppure con entrambe l'estremità, si divertiva a carezzarmi la carne che spasmodica continuava a buttare a bagnarsi.
Ebbi un sussultò e strinsi il tovagliolo per l'aver superato il limite, ma proprio in quel momento, quasi a leggermi la mente rimosse i piedi lasciandomi stordita ed in bilico.
Tutto questo avveniva con nostra madre intenta a seguire il TG e non so come non si accorse di nulla.
Giulia si alzò per prima e lasciò me e mamma a sparecchiare, cosa che potei fare soltanto dopo un bel po' che le cose tornarono si fossero calmate.
Sfiancata entrai nella mia camera ed accesi la TV immaginando soltanto il momento in cui avrei potuto schizzare quello che avevo in corpo. Non avevo mai trattenuto tanto il mio seme e quindi non sapevo quali effetti avrebbero potuto manifestarsi, comunque ora dopo ora giunse infine l'ora dell'appuntamento e puntuale il citofono squillò
Restai in stanza pregando che le cose non prendessero una piega troppo folle e sentii Giulia scendere le scale per accogliere il nostro ospite; poi, dopo qualche minuto salirono entrambi, bussando alla mia camera; - Nadia c'è Andrea, ti voleva salutare

Mi misi seduta celando con la maglia quanto un occhio malizioso avrebbe notato e ricambiai il suo sorriso, un sorriso decisamente provato, infatti stava addirittura sudando; - tutto bene Andrea? Hai corso?

Chiesi ingenuamente, ma lui fece soltanto un gesto di tranquillità sparendo assieme a Giulia che in ultimo mi fece un gesto di vittoria di cui non immaginavo il significato.
Passò del tempo e si fecero presto le sei della sera ed a quel punto iniziai a pensare che Giulia avesse risolto da sé le sue questioni.
Nostra madre era uscita prima dell'arrivo di Andrea per andare da mia nonna come spesso faceva la domenica, quindi in casa c'eravamo solo noi tre e lo saremmo stati almeno per un altro paio d'ore.
D'un tratto Giulia fece capolino nella stanza stanza. Aveva un gran sorriso sulle labbra ed era un poco sudata, in effetti quella giornata era davvero afosa; - Nadia, vieni un attimo in camera mia

- v-veramente stavo seguendo il film...

Tentai di temporeggiare ma la sua insistenza era insostenibile, quindi misi le scarpe costretta a tenere quegli stupidi calzini e la seguì.
Quando entrai nella stanza rimasi paralizzata sull'uscio della porta guardando il povero Andrea con uno di quei luridi calzini di mia sorella in bocca ed una benda fatta con una sciarpa leggera sugli occhi.
Come se non bastasse, il ragazzo era nudo dalla vita in giù e con le mani legate dietro la schiena da un'altra di quelle sciarpe; - G-Giulia... ma che

Bisbigliai nello sconcerto e mi fece segno di stare zitta e di avvicinarmi, dandomi modo di vedere il dettaglio più assurdo che quella scena contenesse, ossia che sul pene di Andrea stava legato saldamente un laccio esattamente come aveva fatto con me diverse volte.
L'erezione era notevole ed il sangue fermo nella carne rendeva il tutto ancora più voluminoso e gonfio; - adesso ti spiego sennò mi dai di matto già lo vedo. Me lo ha chiesto lui

- c-come?

- si, te lo giuro, da mercoledì sono andata da lui e gli ho detto se volesse provare questo gioco ed ha accettato, però anziché farlo finire mercoledì stesso ho fatto come a te e l'ho fatto arrivare fino a domenica, quindi non c'è motivo di agitarsi

- m-ma Giulia... sta male non lo vedi?!

- non lo conosci bene, io si; guarda, ti piace stare così?

Si avvicinò al letto dov'era sdraiato e ripropose la domanda che incredibilmente venne confermata con un leggero cenno della testa ed uno spasmo del pene; - visto? Gli ho anche detto che ti sarei andata a chiamare e li ha fatto qualche obiezione per questo gli ho messo un calzino in bocca, tanto alla fine li ha odorati da quando è arrivato.
Restai in silenzio senza contare neppure la mia erezione che alla vista di quel corpo e di mia sorella quasi esplose nell'orgasmo che desideravo; - adesso dipende da te

- d-da me?! Che cosa stai dicendo?

- io l'ho tenuto così fino ad oggi, dandogli i miei piedi e facendolo eccitare senza venire; ora se vuoi che venga sta a te farlo, per me può restare così per tutta la vita

Emise un lamento di qualche tipo al sentire quella mostruosità e mi portai una mano alla bocca quasi spaventata; - Giulia ma che cazzo stai dicendo?! Questo è... è uno specie di stupro lo capisci?

- ma quale stupro, ti ho appena detto che è lui a volerlo, lui è felice così...

Allungò una mano sulla pancia di Andrea e poi scese lentamente fino a prendergli la punta tra le dita e sfregare delicatamente.
Ne iniziò uno strano dimenarsi che sembrava cercasse di sciogliere quei legacci che gli impedivano di venire, poi si fermò, togliendo dalla punta qualche goccia di liquido trasparente, saggiandolo tra il pollice e l'indice.; - allora? Che vuoi fare?

- Giulia tu sei davvero fuori di testa... lascialo andare subito

- va bene, come vuoi

A sorpresa mia sorella sciolse subito le mani dietro la sua schiena e tolse il calzino umido di saliva dalla sua bocca, mantenendo tuttavia la benda sugli occhi anche dopo averlo liberato; - e adesso?

- adesso... non lo so! Fallo andare a casa!

- come vuoi...

La vidi un po' delusa, ma anche in questo caso mi diede ascolto tirandogli su i jeans e le mutande, ma lasciandogli la carne legata, per poi metterlo in piedi barcollante; - Andrea vai a casa adesso e togliti quella roba...

Gli feci largo per passare, tuttavia restò fermo vicino a mia sorella senza togliersi nulla; - allora?! Non mi hai sentito?

Intervenne allora Giulia che rise abbracciando Andrea alla vita; - credo di aver capito. Secondo me lui ha voglia di venire e sa che se se ne va di qui continuerò soltanto a giocarci

- ma perché lo fai?!

- perché no?

Restai in silenzio guardando entrambi spaventata ed eccitata; - che ti piaccia o meno io continuerò a fare così, ho scoperto che mi piace ed intendo farlo. Ma non sono egoista, ti sto dicendo che se vuoi puoi pensarci tu, se ci tieni fallo, a lui di certo piacerebbe, vero?

Andrea si accasciò a terra seduto sulle ginocchia ansimante rispondendo con il corpo e fu allora che i discorsi fatti a mente calda la sera prima mi tornarono alla mente.
E quello fu il giorno in cui mi resi davvero conto del mio cambiamento; - io gli ho detto di andarsene... e lui è rimasto, si vede che gli sta bene così! A questo punto mi interessa di più prendere il conto di quello che hai promesso a me

Notai mia sorella togliere il sorriso e farsi assai sorpresa; - ma dici sul serio Nadia? Davvero non ti importa?

- e perché dovrebbe... ho fatto il possibile, il tuo amico sta bene come sta evidentemente

Giulia lo guardò con faccia dubbiosa verso Andrea che ascoltava silenzioso; - hai sentito? Posso continuare così finché voglio, l'unica che poteva aiutarti era lei

Il ragazzo si girò pietoso verso di me chinandosi a terra in un inchino di supplica, ma a parte la sorpresa, andai vicino al letto sedendomi e sospirando con una mano sulla bocca; - la realtà ormai è che mi sono stufata di essere l'unica sana di mente o con una coscienza, lui almeno è più onesto di me

Lo guardai supplicante ed allungai un piede sotto di lui sentendo il suo respiro farsi ancora più marcato; poi, di li a breve, ricevetti i primi baci sulla scarpa; - gli piace visto?

- credo gli piacerebbero anche quelli di una zingara in quello stato...

- si, forse è vero. Adesso che vuoi fare?

- nulla. Me ne torno in camera, tu continua a fare quello che ti pare, ma poi vieni da me che non ce la faccio più

A quel punto mi venne vicino l'orecchio bisbigliando; - e se usassi lui? Non dirà niente a nessuno...

Mi girai verso di lei allontanandola con una mano, ridendo per la sua pazzia senza fine, poi restai a guardare Andrea a terra sotto di noi che ancora baciava avidamente.
Il guardarlo mi ricordò me ed il rivedermi a quel modo mi fece quasi schifo, dandogli una piccola spinta per farlo allontanare.
Cadde all'indietro addosso all'armadio ed alzandomi gli andai davanti con il cuore che batteva all'impazzata; - ti piace che due sorelle ti maltrattino?

Non rispose, ma ebbe modo di fare un cenno col capo di assenso; - sei davvero un pervertito, mi fai quasi arrabbiare... eri così educato solo per questo l'altro giorno, speravi accadesse?

Stavolta rimase immobile ascoltandomi; - a cosa pensavi quando guardavamo il film in camera mia? Volevi questi?

Alzai una gamba, tolsi prima una e poi l'altra scarpa e forse con eccessiva forza gli calpestai i pene legato sotto il piede facendolo urlare non poco.
Quando vidi quella bocca aprirsi, una contrazione spinse l'ago della bilancia verso il male ed abbassai i pantaloni della tuta fin sotto le cosce restando con il piede sopra di lui; - scusami, ma non ce la faccio più neppure io...

Con un briciolo di lucidità riuscii a scusarmi prima di prendergli il naso e tapparlo con le dita; lo tirai un poco a me sotto lo sguardo a dir poco esaltato di Giulia e con un gesto secco lo infilai nella bocca assaporandone il calore e la vischiosità.
Andrea tossì diverse volte dimenandosi per la sorpresa, ma più si dimenava più sentiva dolore per via del mio peso, quindi dopo qualche secondo decise di rimanere fermo gemendo come un cagnolino.
Vinta dal piacere iniziai a scopargli la bocca facendolo scendere fino alla gola e nel frattempo anche Giulia aveva prese a toccarsi furiosamente per quello spettacolo che non durò più di qualche minuto.
Quando sentii l'orgasmo risalire dal mio corpo lo lasciai nuovamente respirare dal naso, ma lo premetti con la testa talmente forte che il pene sprofondò dritto nell'esofago, riversando nello stomaco il contenuto di tutti quei giorni di tormento.
Ci persi quasi il senno.
Gridai forte anche io sentendo i suoni disgustosi emessi da Andrea per inghiottire quella massa enorme di liquido, la quale scoppiando e mescolata alla saliva, riuscì persino ad uscire dal naso; poi lo estrassi lentamente e lo lasciai tossire finalmente libera.
Mi accasciai a terra li vicino con la testa che girava; Giulia tremò di li a breve segnando il suo piacere con un'espressione meravigliosa, ed Andrea cadde in avanti con la faccia sul pavimento, facendo colare un po' di saliva ed altro; - è stata la cosa più bella che abbia mai visto... mio Dio

Decantò mi sorella sdraiandosi sul letto a quattro di spade, mentre pian piano la mia lucidità tornava e con essa anche la realtà di cosa avevo fatto.
Presi dei lunghi respiri per calmarmi e poi tornai sul letto; - Giulia forse potremmo fare felice pure lui adesso...

- se ci tieni...

- dicevo a te stupida!

- io? E perché?!

- sei tu la sua amica e sei tu che l'ha ridotto così

- ti ho già detto come voglio divertirmi... se ci tieni pensaci tu

Alzò il cuscino alle sue spalle e portò le mani con menefreghismo dietro la testa togliendo anche l'altro calzino e restando scalza a guardarmi; - non ho voglia adesso...

Ridemmo entrambe in maniera sinistra, poi tolsi io stessa la benda dai suoi occhi, vedendoli in una sorta di limbo; - ci sei? Forza alzati da li per terra

Le mie parole sembrarono suonare al vento, invece dopo un poco diede di nuovo segni di vita, tossendo ancora po' nell'alzarsi, toccandosi le labbra umide; - si, sono stata io... scusa, ero fuori di me. Allora sono le sette e mezza, ti lascio con mia sorella d'accordo

Cogliendomi di sorpresa, Andrea si gettò ai miei piedi baciandoli con un piacere indicibile e per la prima volta tornò a parlare pregandoci entrambe di farlo venire.
Gettai un occhio al suo pene ormai viola scuro e gonfio toccandolo maldestramente con i piedi; - quando lo inviti di nuovo?

- che ne so, quando ho voglia... magari sabato prossimo

- sentito? Ci rivediamo sabato prossimo forse. Resta così carino e magari mia sorella ti farà contento

- ho detto di no! Come devo dirtelo Nadia?

La guardai come per dirle di stare zitta e lei sembrò ricevere. Andrea espresse dolcemente la sua voglia tralasciando quanto successo e forse non arrivandoci neppure; - si, come ti pare... vado a vedere la TV

Mi alzai facendogli una carezza sui capelli sentendo la fronte imperlata di sudore, poi uscii dalla stanza nascondendo una nuova erezione.

Continua... (Darkframe)
 
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view post Posted on 7/3/2024, 10:50     +1   +1   -1

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Per ora bellissimo racconto. Qualcuno sa dirmi se esiste un seguito?
 
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view post Posted on 7/3/2024, 15:11     +1   -1

Cavaliere BDSM

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CITAZIONE (Trip79 @ 7/3/2024, 10:50) 
Per ora bellissimo racconto. Qualcuno sa dirmi se esiste un seguito?

mi ha lasciato con un'eccitazione pazzesca addosso
 
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14 replies since 21/3/2015, 12:04   11728 views
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