DUE SORELLE - V
Quando ebbi completato tutti i compiti di Giulia, mi voltai trovandola addormentata.
Restai a fissarla per un pochino; i capelli scesi sul davanti a coprirle il viso, quella faccia serena, sembrava il ritratto del benessere ed era davvero carina. Mi alzai dalla scrivania e pian piano raggiunsi il mio, stendendomi al fianco senza fare movimenti bruschi.
Si mosse leggermente, alzando ed abbassando il capo sul cuscino, poi le carezzai il viso sorridendo ad una sua smorfia sciocca, finendo con lo scendere sulle sue labbra e sentendo muoversi qualcosa li sotto, mi fermai all'istante.
Forse, la piega che la cosa stava prendendo era molto più che un semplice gioco, pensai continuando a fissarla da dietro, quando con gesti lenti, si svegliò aprendo gli occhi dopo essersi girata verso di me; - ho dormito tanto?
Li richiuse con fare assonnato, mi stava facendo sin troppa tenerezza e decisi di chiuderle il naso con le dita; - no... non sono neppure le quattro
Mi ignorò respirando con la bocca senza darmi soddisfazione; - facevi la guardia?
Sorrisi imbarazzata, lasciandola stare vedendola spalancare gli occhi più che mai svegli; - tra poco arriva Andrea, tu fa finta di fare qualcosa in camera e poi ti verrò a chiedere di usare il tuo televisore, così sembrerà una cosa non preparata, che dici?
- va bene...
Si alzò in seduta goffamente sbadigliando, e restammo così a guardare il soffitto. Forse una delle due avrebbe voluto dire qualcosa, ma il silenzio fu frantumato dal suono del citofono che segnò l'arrivo dell'ospite.
Giulia sorrise eccitata, io invece un po' più preoccupata tornai alla scrivania non sapendo cosa fare, scegliendo di aprire una pagina internet a caso.
Ascoltai le loro voci senza distinguere altro che un confuso ridere e scherzare, poi dopo una decina di minuti li sentii salire.
Quando giunsero alla mia porta socchiusa bussarono e con voce un po' tremolante indicai d'entrare.
Avevo già visto altre volte Andrea, era un ragazzo a mio giudizio carino, non proprio il mio tipo però ugualmente attraente; era alto come mia sorella, con un fisico asciutto di chi non ha l'idea della palestra come unica ragione di vita.
Possedeva delle belle mani, affusolate e molto ben fatte, come anche il suo viso, leggermente allungato e con lineamenti aggraziati, il ritratto poteva concludersi con dei capelli mossi e corvini lasciati lunghi ad altezza delle spalle un po' in disordine.
Vestiva assolutamente normale, più come un uomo che come un ragazzo; infatti quel pomeriggio si presentò con dei jeans classici ed una camicia con gli ultimi due bottoni aperti. Aveva un ciondolo di qualche tipo al collo, ma non mi ci soffermai; - ciao Nadia puoi aiutarci? Volevamo vedere un film e tu hai il televisore più bello. Lui è Andrea, ma già vi conoscete no?
Il ragazzo mi sorrise pacato confermando la precedente conoscenza; - d'accordo... lo spazio non è molto, ma ve lo farete bastare immagino
- vuoi vederlo anche tu con noi?
Mi alzai dalla sedia prestando attenzione ad Andrea, che mi aveva gentilmente chiesto di unirmi; - non so, che cosa vedete?
- ancora dobbiamo deciderlo veramente... Giulia continua a cambiare idea
Sorrisi assieme a lui, mentre Giulia si sedette sul letto facendo una linguaccia; - allora, io propongo e voi scegliete, in tre è più semplice; mmm... vediamo: ESP, 300 oppure V per vendetta
- che cosa sarebbe ESP?
- è un film di paura, l ho comprato alla bancarella ma ancora non l'ho visto
Guardai Andrea annuire e compresi che probabilmente sapeva di cosa trattava; - tu l'hai visto?
- i-io? no, però ho seguito i trailer al cinema l'ultima volta che ci sono andato
Lo colsi con mia sorpresa che stava guardando i fianchi, ovviamente avrei sorvolato, ma sotto sotto quel ragazzetto non era stupido affatto pensai; - e com'è?
- non lo so... ti spaventi facilmente?
Sorrisi di nuovo perché in effetti era proprio così, non amavo i film di paura perché ci entravo praticamente dentro quando li vedevo; - allora? Andata per ESP?
Chiese Giulia stanca di aspettare e tutti acconsentimmo a vedere il DVD.
Mia sorella tornò poco dopo essere uscita con il disco, mentre io iniziai ad accendere il lettore e sintonizzare HDM1 dove era collegato.
Andrea chiese di potersi sedere sul letto, un comportamento molto educato che aggiunse punti alla sua persona, poi una volta inserito il CD, premetti il tasto di avvio girandomi verso i compagni di stanza; - allora, facciamo un attimo mente locale perché lo spazio è poco, come ci sistemiamo?
- oh beh, non preoccupatevi perché a me piace seguire i film per terra se non è un problema...
Io e Giulia ci scambiammo un occhiata perché il suo astutissimo piano era appena saltato e non potevamo certo dirgli di no; - per terra? Ma che sei un cane?
Spalancai gli occhi per l'offesa che Giulia gli aveva appena rivolto, ma Andrea non sembrò prendersela e replicò un semplice sorriso mettendosi come deciso; - Giulia sei pessima... comunque non c'è problema, però aiutami ad inclinare un poco il letto così ci puoi poggiare la schiena ed anche noi saremo più comode
Ben felice di aiutare, il ragazzo fece quasi tutto il lavoro, mentre dietro di noi le pubblicità nel disco continuavano fino a giungere al menù di inizio. Quando fummo finalmente in posizione, Giulia si sedette per prima verso destra, Andrea scelse il centro seduto sul pavimento, ed a me non restò che sedermi alla sinistra vicino la porta; - tutto sommato non è cambiato niente anzi forse è anche meglio...
Per quel commento detto a ciel sereno e a voce alta restai interdetta, ma Andrea non colse la sfumatura ribadendo che invece così era perfetto; - infatti è perfetto hai detto bene, forza mettiamo play, però prima chiudiamo la porta
L'onere toccò a me e quando fummo separati dal mondo, alla luce della TV prima uno poi l'altro, gli anfibi di Giulia vennero lasciati cadere in terra vicino all'ospite.
Un po' in imbarazzo, tolsi anche io le Convers e le misi compostamente lontano da Andrea notando per la prima volta la sua espressione.
Rimasi un attimo con i piedi sul pavimento senza neanche farlo apposta e lo stesso mia sorella (penso che lei ci mise parecchia malizia). Mi scappò un sorriso involontario nel vedere il suo sguardo farsi d'un tratto serio, quasi intimorito, mentre l'aria diventava sempre più pregna dell'odore dei nostri piedi, specialmente quelli di Giulia che erano davvero... profumati; - se vuoi toglierti le scarpe anche tu non fare complimenti...
Dissi facendolo voltare, ed i suoi occhi cercarono di sorridere fermandosi un po' troppo in basso, per poi dirmi che andava bene così.
Quando tornai su trovai ad attendermi Giulia già poggiata con la schiena al cuscino sul muro che mi faceva un segno di OK con la mano ridendo, poi tentammo di seguire.
Ammetto che la prima parte del film faceva davvero piangere dalla noia.
Non farò una recensione su questo racconto, ma sottolineo che fino a quasi metà del DVD non ebbi altro che qualche sussulto.
Giulia era molto più intenta a dare fastidio ad Andrea in ogni modo, poggiando ad esempio i suoi piedi in avanti proprio al fianco della sua faccia, oppure si alzava un attimo per abbassare di più la serranda, passandogli praticamente sopra e contando quello che lui le aveva raccontato di se, era davvero una gran bastarda.
Mi fece cenno di fare qualcosa anche io, ma fui lesta nel dirle di no silenziosamente restando con i piedi sul materasso in una posizione neutra, poi la cosa prese una piega diversa.
Al mio simpatico rifiuto di tormentare ulteriormente il povero Andrea, Giulia altrettanto simpaticamente strinse la sua mano come per tenere qualcosa e prese ad andare su e giù aggiungendo con il labiale che mi avrebbe toccato all'istante.
Basita le feci cenno di stare zitta, poi un movimento del ragazzo ci spinse a guardarlo portarsi le mani sul cavallo in maniera anonima schiarendosi la gola in evidente agitazione.
Lasciammo stare i nostri battibecchi e gliela diedi vinta ancora, allungando le gambe in avanti facendo specchio a Giulia.
Praticamente quel poveretto era circondato dai nostri piedi e dopo qualche minuto si alzò chiedendo di mettere un attimo pausa perché doveva andare in bagno.
Conoscendo la strada si fiondò fuori dalla stanza e ci lasciò da sole; - hai visto?! Sta funzionando anche con i tuoi!
- che divertimento stupido, poveretto chissà che sta passando...
- sembra che sia tu seduta qui sotto il letto... ma che ti importa?
- ma poi lo fai contento?
- mmm... e come? Il film finirà tra un bel po' e poi tornerà mamma
- sei davvero cattiva Giulia, non mi piace che gli fai così
Si fermò avvicinandosi un poco tirandomi per gioco un orecchio; - adesso, quando ritorna gli diamo il colpo di grazia e prima tu e poi i ci togliamo i calzini ok?
- va bene... ma poi la finiamo
Tornò poco dopo ed un occhio attento, senza difficoltà, avrebbe scorto una probabile erezione nei jeans; - allora continuiamo?
- s-si certo... scusate ma dovevo andare per forza
- si si, ora però torna seduto e zitto che rovini l'atmosfera
Lanciai un occhiataccia a Giulia per i suoi modi a quanto pare graditi dal ragazzo, che sorrise mettendosi di nuovo al centro sotto di noi.
Dopo una decina di minuti mia sorella diede il segnale di togliere i calzini e con un sospiro di nervosismo lo feci, portando una mano avanti per toglierli; - scusa Andrea sento caldo, magari vieni su se ti da fastidio...
Lo dissi pensandolo davvero e non credendo di agevolare in alcun modo la sua fantasia, tuttavia entrambe lo guardammo irrigidirsi; - n-no, grazie sto bene qui non è un problema... fa caldo infatti
Sorrisi senza un vero motivo per quanto era in effetti carino nel cercare quello che voleva, quindi lasciai cadere in terra vicino a lui i calzini e restai con le gambe allungate.
Giulia mi emulò dopo altri dieci minuti senza aggiungere nulla; ancora una volta Andrea sembrò affannarsi e stavolta tirò a se le gambe e ci poggiò la testa sopra quasi per non vedere.
Passammo in quel modo l'ultima mezzora scrutando i suoi movimenti; l'aria era quasi irrespirabile per chiunque fosse entrato, ma la cosa non sembrava disturbarlo affatto e persino su di me a stento riuscivo a trattenere una certa eccitazione.
Quando il film terminò, lasciammo scorrere i titoli a lungo.
Fu un film tutto sommato discreto per gli amanti del genere, io invece mi spaventai davvero e se non ci fosse stato il piano di mia sorella, di certo stanotte avrei avuto incubi su incubi.
Ritirai le gambe, Giulia no, ed Andrea si voltò mostrando una faccia davvero provata; - tutto bene? Sembra che il film ti abbia sconvolto
- n-no... tutto ok, devo solo riprendermi un attimo tra poco passa
Sorridemmo, finché mia sorella non aprì bocca a sproposito; - non è che tu stavi pensando ad altro mentre guardavamo il film vero?
Lo vidi trasalire; - n-no, perché?
- così per chiedere... mi passi i calzini?
Con una lentezza innaturale, Andrea si volse a terra afferrando entrambi gli indumenti, tenendoli in mano decisamente più del dovuto; - me li passi o te li vuoi portare a casa?
Li lasciò subito sul letto dopo quella frase infelice e quasi a cancellare l'imbarazzo che stava provando, afferrò anche i miei e me li porse con un sorriso sofferto; - grazie, non c'era bisogno. Insomma che mi racconti? A te piace molto questo genere di film?
Tentai di fare un po' di conversazione gettando uno sguardo anche io ai piedi di Giulia che effettivamente avrei voluto baciare non poco, ma dopo qualche battuta, intervenne di nuovo mia sorella; - senti ma è vero quello che mi hai detto l'altro giorno? Che voi maschi quando sapete di due sorelle immaginate cose su cose
Se prima mi era sembrato sorpreso, adesso i suoi occhi gridavano vendetta contro quell'informazione fatta a Giulia in confidenza; - c-cosa?! No, io non ho detto questo... ho detto che spesso qualcuno può pensarlo
- e che cambia da quello che ho detto io?
- mmm, n-nulla credo, però...
Risi per la comicità della cosa ed anche mia sorella rilassò l'atmosfera; - tanto si sa che voi maschi siete tutti dei pervertiti... e mia sorella? Nadia è una bella ragazza?
Stavolta fui io a fargli un segno, sul braccio però. Infatti le diedi per gioco uno schiaffo facendola ritirare più lontano; - ma che domanda è? Dai forse dovremo togliere il DVD
- che fai non rispondi?
Incalzò Giulia smesso di ridere e lo vidi in difficoltà cercando aiuto attorno a lui con gli occhi; - s-si è una bella ragazza... molto bella
Alzai un sopracciglio per quella sincerità che effettivamente mi fece davvero bene e con nuovi punti di ego, allungai una mano carezzandolo sui capelli; - grazie. Adesso togliamo il film sennò Giulia ti fa fare qualche altra figuraccia...
Tentai di troncare la cosa ed ebbi successo. Camminando scalza fino alla TV estraendo il CD e tornando ad alzare un poco la serranda per far cambiare aria.
Scambiammo ancora qualche battuta e poi sistemammo nuovamente il letto nella posizione originale, mettendo fine a quel pomeriggio di cattivo gusto, nei confronti di quella povera vittima; finché non restai sola.
Andrea rimase fino alle sette o poco più e prima di andarsene venne educatamente a salutarmi; gli diedi un bacio sulla guancia e guardai mia sorella fare un gesto di grosse novità con la mano e la cosa stranamente mi incuriosì.
Quando tornò su tirò dritta in camera facendomi solo una voce di seguirla, indossai quindi le infradito e la raggiunsi chiudendo la porta; - Nadia è perfetto! Lo capisci?
- cosa è perfetto?
- non ci arrivi? Andrea è cotto anche di te, ci ho appena parlato!
- cotto di me? Ma sei pazza? E perché te lo verrebbe a dire se fino a ieri ti veniva dietro?
- sei proprio ingenua su certe cose, non è mica detto che si debba per forza seguire una strada alla volta, possono anche piacerti più persone tutte assieme, non ti è mai successo?
- si, ma se arrivo a dichiararmi vuol dire che degli altri non me frega niente e oltretutto cosa mi interessa? Anche se fosse per me non ha importanza
- a parte che con me lui non si è mai dichiarato, voleva solo i miei piedi e li ha avuti e tutto sommato continua ad averli...
Mi misi a braccia conserte innervosita; - quindi?
- quindi possiamo divertirci tantissimo, come fai a non capirlo?
Sospirai per le assurdità che stavo sentendo, tutto per aver accettato una volta di fare quello che voleva; - il tuo divertimento è un pochino strano Giulia, quel poveretto è diventato scemo oggi pomeriggio per colpa tua
- e tua...
- si, anche mia... infatti mi è dispiaciuto
- perché non lo hai aiutato allora?
Mi sedetti velocemente su di uno sgabello vicino la porta quasi a zittirla; - giocaci tu con Andrea... è troppo piccolo, lo vuoi capire o no?
- che palle che sei... pensi che a qualcuno importi? Mi ha detto, testuali parole, che è uno dei rarissimi casi in cui entrambe le sorelle sono delle gnocche, non ti gratifica?
Davvero aveva detto così? Quasi sorrisi, ma tornai nel mio ruolo; - si, mi fa piacere e gliel'ho detto mi sembra, ma oltre questo per me non c'è nulla
- e dimmi la verità, se potessi farlo felice anche solo per qualche minuto, lo faresti?
- ma che domanda è?
- rispondi e basta
- non ci farei nulla di sessuale Giulia... mettitelo in testa
La guardai sorridere e lo feci anche io per la sua insistenza inopportuna; - sai, sono due anni che lo conosco e quel ragazzo effettivamente è il più particolare che io abbia mai conosciuto
- allora mi spieghi perché non ti ci sei messa e lo fai felice tutti i giorni?
- ma che ne so... forse ho un po' d'ansia a legarmi. Comunque non volevo dire questo, volevo dirti che Andrea è davvero un ragazzo buono, aiuta sempre tutti, non ha mai avuto problemi con nessuno, non fuma, non beve, insomma...
- insomma è proprio il tuo contrario
- io non fumo mica...
- ma tutto il resto lo fai
La guardai sorniona lasciarsi cadere sul letto pregandomi di lasciarla finire; - so che anche lui ha dei genitori divorziati ed una sorella più grande, ma oltre questo proprio non so altro
- a parte i suoi gusti sessuali intendi...
- si, a parte quelli. Comunque domani l'ho invitato un'altra volta
- quindi? Un altro film non lo vedo
- lascia perdere i film, ascolta io gli piaccio, tu gli piaci, ti immagini questa sera i fazzoletti che riempirà?
A quel punto mi alzai e feci per andarmene, però mi ritrovai Giulia sulla porta con uno scatto felino; - voglio che lecchi i piedi di entrambe...
- cosa?!
- eddai! lo hai visto oggi, non voleva altro...
- ma perché?!
- perché voglio farlo godere...
- e fallo allora! Che vuoi da me Giulia?!
- voglio farlo assieme a te... e tu devi aiutarmi
Cercai di aprire la maniglia, ma mi spinse con il suo peso indietro fino sul letto ridendo, caddi su di esso e lei con me, ritrovandomela sopra per bloccarmi e facendo per giunta un gran baccano; - lasciami stupida!
- va bene... non posso costringerti, ma tu pensaci, a lui basta poco
Si tolse accasciandosi al mio fianco e restammo con un po' di affanno sul suo letto vedendo entrare nostra madre che chiese cosa fosse successo.
La tranquillizzammo dicendole di aver risolto un diverbio e se ne andò accennando che la cena sarebbe stata pronta a breve; - però un minimo ti piace l'idea... ammettilo
- non si tratta di questo Giulia... io non sono ESPANSIVA come te, specialmente su queste cose
- d'accordo... ma se ti dessi la prova che Andrea è diverso da qualsiasi persona abbiamo conosciuto ci penseresti?
- no. Non lo so... non credo
Sorrise con il volto sul cuscino facendo cadere un infradito in terra e muovendo la gamba fino a portarmi il piede al centro dei jeans, carezzandomi; - allora dammi qualche giorno ok? Prometto che ti farò cambiare idea questa domenica, lavorerò sodo, ma tu devi almeno promettermi che ci penserai
- Giulia...
La sua pressione leggera aumentò considerevolmente facendomi presto indurire e seguitò quel massaggio per diverso tempo, quasi coccolandomi, finché la voce di nostra madre non avvisò che la cena era pronta; - ok, ci penserò...
Dopo avermi strappato quelle parole mi abbracciò fortissimo, baciandomi tante volte le guance in preda alla felicità, poi si alzò fissandomi li in mezzo dove una forma ben conosciuta era visibile oltre i jeans; - noi intanto continuiamo a giocare come abbiamo detto oggi, li hai fatti tutti i compiti?
- s-si... ma le cose le devi studiare ugualmente
- mmm... non c'è bisogno, domani ti passo gli altri e già che ci sei, lavami quei panni che vedi li ok?
Sospirai nervosa; - qualcos'altro?!
- no, per ora no...
Disse alzando un piede e schiacciandolo sul pene facendomi gemere un poco; - adesso andiamo a cena, prima di andare a letto ti vengo a dare la buonanotte, perché sei stata bravissima oggi
Poco dopo, presi la cesta dei panni da lavare e passai una mano sulla faccia incredula dell'ascendente che Giulia aveva conquistato su di me; poi, scesi con lei a mangiare.
-O-
Era da poco passata mezzanotte quando con passo felpato Giulia entrò in camera mia. Stavo leggendo un libro del mio corso e mi salutò con un grande sorriso; - che vuoi adesso?
- niente! Solo ringraziarti prima che vada a fare la doccia
Si avvicinò al letto sedendosi cordialmente e subito dopo alzò le gambe mettendomi i piedi davanti la faccia; - ad Andrea è andata male, ma a te posso farti felice e vedo che funziona subito...
Si riferì chiaramente alla forma che sotto il pigiama comparve all'istante, per poi toccarmelo con due dita salendo e scendendo da sopra il tessuto, percorrendo tutta la lunghezza.
Nel frattempo lasciai chiudere il libro e non aggiunsi altro, saziandomi di quell'odore pungente, passando le labbra ovunque potessi; - Giulia... non arriverò mai a sabato, sento che sto già per...
- ma non ho fatto ancora niente!
Scostò il pigiama restando a guardare l'asta di carne che svettava da fuori il perizoma sconciamente. Bastò una debole stretta della sua mano per fare uscire alcune gocce trasparenti, finché non presi a muovermi per conto mio avanti e indietro, penetrando a vuoto la sua mano che poco dopo venne dischiusa; - Giulia basta devo venire...
- no. Resisti, sono passata solo per farti un piacere
Andai con la testa indietro sprofondando nel cuscino esasperata dalla sua mano e dai suoi piedi che insistenti cercavano di penetrare le labbra, riuscendoci.
Passai la lingua sotto la pianta, poi tra le dita sentendo il sapore salino del sudore ormai asciugato e compresi di essere già venuta.
Gli spasmi naturali e le mie contrazioni del ventre però, furono ancora una volta fermate da Giulia che accortasi di quanto stava accadendo strinse la base del pene con molta forza, bloccando qualsiasi risalita.
Mi sembrò di morire.
Scattai seduta serrando i denti per non urlare, mentre divertita mia sorella continuava a tenermi stretta, poi con movimenti sempre più lenti, le pulsazioni svanirono, lasciandomi frastornata ed ansimante; - accidenti sei un fiume qui sotto... stai bagnando tutto
In bilico tra l'orgasmo e un forte dolore constatai la verità, sentendo il perizoma ormai da lavare; - mi stai facendo male Giulia... non è più divertente
- va bene ho capito me ne vado... tu però resta così come ti lascio chiaro? E poi praticamente i piedi me li hai già lavati tu, forse della doccia non hanno bisogno
Scesi con lo sguardo a quella scena che vedeva Giulia parlare a pochi centimetri dalla mia carne gonfia e arrossata, rilasciando finalmente la presa e godendosi il lento fiume di liquido trasparente che colò dalla punta.
Un solo movimento falso e sarei potuta venire in qualsiasi momento; - ci vediamo domani Nadia, buona notte
- aspetta...
Quando la vidi alzarsi mi venne spontaneo chiamarla.
L'avevo seguita in piedi, restando leggermente piegata in avanti, ansimante e sudata; - che c'è?
- non puoi lasciarmi così...
- dici? Guarda lo sto proprio facendo invece
Sorrise cattiva avviandosi alla porta della stanza e prima di uscire mi fece l'occhiolino per poi lasciarmi come una stupida.
Mi gettai sul letto in preda all'insoddisfazione.
Sembravo un animale e ricordo che morsi anche il cuscino portando una mano dentro di me decisa almeno a godere come una normale ragazza; andai avanti almeno venti minuti e l'indomani sapevo che avrei dovuto cambiare il pigiama.
Ebbi diversi orgasmi cumulativi, ma la cosa tremenda fu che per ognuno che riuscivo ad avere, il desiderio di schizzare davanti aumentava ancora di più, quindi decisi di smettere per non perdere la testa.
Mi addormentai così, priva di perizoma e pigiama, con una gamba nuda fuori dal lenzuolo in modo che chiunque fosse entrato, tra mia madre e mia sorella avrebbe notato quella sconcezza; per fortuna, nella mia casa non era usanza entrare senza bussare.
La mattina successiva avevo un gran mal di testa.
Quando mi alzai dal letto era tardi, quasi le dieci del mattino e sapevo di essere sola. Presi il cambio pulito e filai a farmi una doccia quasi come un automa, lasciando prendere aria alla stanza che purtroppo sapeva un po' troppo di me.
La doccia sembrò ridarmi il contegno perduto.
Quel giorno faceva ancora più caldo del solito e scelsi di non andare in biblioteca rimanendo in culottes e maglietta a lavare quegli stupidi panni che Giulia mi aveva rifilato.
Entrai in stanza e presi la cesta tornando in bagno e mentre selezionavo le cose, il profumo stantio dei panni usati mi raggiunse svegliando in me ben altri pensieri.
Erano soltanto le undici e già stavo per fare la prima azione perversa della giornata; presi i calzini che il giorno prima aveva indossato, gli stessi che emanavano quell'afrore inebriante e disgustoso e con reticenza me li portai sotto il naso.
Inspirai e lasciai penetrare l'odore portando una mano sotto di me sentendo la durezza e la voglia farsi pressante, poi passai alla sua biancheria ed anche qui sprofondai nella lussuria, arrivando addirittura a tirare fuori la lingua e leccare il suo perizoma.
Quando compresi di essere ad un passo dallo schizzare trovai non so dove la forza di fermarmi, finendo nervosamente di mettere in lavatrice gli indumenti ed andare in cucina per darmi una calmata.
Intorno a mezzogiorno, ero di nuovo in stanza e provavo inutilmente a studiare quando il telefono squillò; a parte qualche amico o amica era raro che ricevessi sms, invece con sorpresa era Giulia;
Questo è per essere sempre li assieme a te;
come va la mattinata? Scommetto che non sei uscita,
lo hai fatto il bucato?
Rispondi subito...Nel messaggio notai esserci un allegato e velocemente spostati il pollice sull'icona aprendo l'immagine, spalancando gli occhi e la bocca quando riconobbi e suoi piedi.
Compresi benissimo che quella pazza si era scattata la foto in classe, infatti si vedeva una parte del banco e del suo zaino, ma il come avesse potuto addirittura togliersi i calzini mi sconcertò a dir poco.
Restai ad ammirare quella foto, che consisteva nei suoi piedi nudi poggiati sugli anfibi tenendo tra l'alluce ed il secondo dito una delle fibbie.
Se fino a quel momento l'eccitazione era stata tenuta bene o male a freno, adesso, quasi senza volere, scesi con le dita fino a toccarmi.
Uno squillo al cellulare tolse per qualche istante la foto facendomi rinsavire.
Era sempre lei e rammentava del rispondere al suo sms, cosa che feci con molta fatica, dicendole che avevo fatto tutto e di non mandare più foto.
Seguì un altro messaggio a distanza di una ventina di minuti e scattai subito per leggerlo.
Sei proprio una brava sorellona, ti meriti un altro regalo,
ci vediamo a pranzo! PS: di a mamma di farmi la pasta all'uovo che ieri ne avevo voglia.
Ti saluta Andrea Con impazienza toccai l'icona dell'allegato e restai basita.
Non riconobbi il posto, forse una zona all'aperto del suo istituto; la foto riprendeva dall'alto, quindi era stata scattata da mia sorella in piedi e in essa figurava anche Andrea che chino si faceva mettere un piede in testa.
Almeno aveva avuto la decenza di togliersi lo stivale prima di fare quello stupido gioco, ma proprio per questo quella scena mi eccitò terribilmente e lasciai cadere il cellulare sul letto portandomi una mano alla bocca.
Giulia non aveva quello che si chiama freno inibitorio, pensai legandomi i capelli in una coda, in bilico tra il nervoso e l'eccitato; mi alzai passeggiando avanti ed indietro facendo pensieri terribili, quali ad esempio di dare retta a mia sorella nei confronti di Andrea a patto mi prestasse la sua bocca le sue mani o i suoi piedi ogni volta che volevo.
Poi per fortuna tornò il senno e ridendo da sola come una cretina uscii dalla stanza, andando a vedere se nella credenza c'era davvero la pasta che lei voleva.
Quando tornò a casa, io e mia mamma stavamo parlando del suo lavoro e di altre questioni poco interessanti.
Ci salutò ad entrambe e filò su in stanza dicendo di dover andare in bagno di corsa, poi tornò e ringraziò per la pasta finendone un gran piatto. La lasciai con nostra madre salendo in camera ed aspettandomi una sicura visita di quella pazza, cosa che puntualmente avvenne; - piaciuti i messaggi? Penso di essere un artista in fondo
- tu sei una pazza esaurita non un artista! Ma come hai fatto in aula a non farti vedere?!
- chi l'ha detto che non mi hanno visto? Era l'ora di educazione fisica dovevo cambiarmi le scarpe
- ... e Andrea? Ma ha visto che lo stavi fotografando?!
- no, per lui stavo inviando solo un sms, cosa poi non del tutto falsa, comunque era tanto contento e poi stavamo dietro la scuola, li non c'è nessuno
Alzai lo sguardo a cielo facendole segno di non continuare, poi sorrise e tirò fuori dal suo zaino il diario; - allora, oggi sono un po' più di ieri, ma la mia fantastica sorellona finirà tutto in men che non si dica, vero? Questo gioco della serva è davvero bello
- certo è davvero bello se stai da quella parte... sta attenta perché se dovessi finirci io sarebbero fatti tuoi
- beh tanto io i compiti non rischio di farli, te li sbaglierei tutti e sei molto più pulita di me con i vestiti, tanto male non potrà essere; intanto fino a sabato il ruolo è mio
Sorrisi incredula e presi un pizzico sulla guancia, per poi vederla uscire lasciandomi ai suoi compiti.
Per farvi capire meglio il calvario che dovetti passare fino a sabato, passerò a scrivere una serie di violenze psicologiche e fisiche di cui fui vittima.
Giovedì fu una replica del giorno prima, ricevetti altri due sms nonostante le avessi chiaramente ribadito di farla finita;
Ti penso...Erano quasi le dodici e come allegato c'era una nuova scena di Giulia, presumibilmente al bagno delle ragazza, che con l'auto scatto si era immortalata nell'atto di calpestare il cellulare, che dal punto di vista dell'osservatore sembrava essere appunto lui il calpestato.
Si era almeno tenuta i calzini quasi completamente neri sulla pianta e si intravedeva anche un po' del suo intimo in quanto quel giorno indossava una gonna.
Ne seguì un altro a distanza di molte ore, persino a casa riusciva ad essere così stupida, infatti quel pomeriggio ricevetti un suo sms dalla porta di fianco.
Così studierai meglio... finisci tutto e poi stasera ti do gli altri panni da lavareCome allegato stavolta rimasi ancora più basita, in quanto era una foto di lei, sul suo letto a piedi nudi con in mezzo ai piedi una banana che aveva portato su a pranzo, dicendo di mangiarla più tardi.
La osservai bene ed era stata davvero brava, portando sulla punta del frutto l'alluce quasi a tappare l'ipotetica bocca del pene; restai a sfiorarmi in mezzo alle gambe per diverso tempo, cercando poi di rimuovere il desiderio che ormai era radicato nell'anima.
La mattina di Venerdì andai in biblioteca decisa a studiare; ricevetti un solo sms di Giulia, ma bastò a sconvolgermi.
Il piano procede bene... Stai pensando a quello che abbiamo detto?Si riferiva certamente ad Andrea e quando aprii l'allegato sussultai nel vedere una foto proprio di Andrea scattata in un posto chiuso con lui che le leccava di piedi inginocchiato a terra.
Ricevetti una stretta al ventre e mi poggiai qualche istante sul tavolo di studio, con sguardi dei presenti incuriositi.
Ci fu addirittura una ragazza che mi chiese se stavo bene e dovetti in qualche modo trattenermi, uscendo poco dopo dalla sala per prendere un po' d'aria.
Quando tornai a casa tentai di farla ragionare, ma a parte consegnarmi i compiti del fine settimana non ottenni nulla, se non la certezza del suo potere che giorno dopo giorno aumentava.
Finalmente giunse Sabato.
Era mattina presto e nostra madre non sarebbe uscita prima delle undici per fare la spesa, quindi ero bloccata; fossimo state da sole sarei piombata in camera sua a chiederle di mantenere il patto, però non si poteva.
Mi alzai esasperata dall'erezione perenne che avevo e qualsiasi cosa facessi ormai andava a finire su qualcosa di relativo alla sfera sessuale, quindi accesi la TV ed attesi.
Giulia dormì fino a tardi come al suo solito e spicciando la stanza venne a salutarmi con tutti i capelli arruffati e con indosso soltanto il perizoma ed una maglia leggerissima; - buongiorno... che ore sono?
- è da tanto che si è fatto giorno Giulia... sono quasi le dodici
- beh, è Sabato. Perché mi sarei dovuta svegliare presto? Come stai?
Entrò in stanza sorridendo e sbadigliando volgarmente; - come vuoi che stia?
- senti, me lo fai un piccolo piacere?
Alzai gli occhi al cielo per una delle sue stupide richieste; - un altro Giulia? Oggi scade questo stupido gioco te lo ricordi?
- si me lo ricordo, però vedi... scade appunto Sabato, quindi fino alla mezzanotte per come la vedo io stiamo ancora come ieri
- ... non avevo capito così
- va bene fa nulla, ascoltami; tu oggi resti ancora così, tanto ti ci terrei ugualmente e domani ti faccio schizzare quante volte vuoi
- q-quante volte voglio...
Sorrise per il mio pappagallo dettato dalla voglia incontenibile che avevo; - si, hai capito bene... inoltre, domani viene anche Andrea e vediamo se avrai cambiato idea
Mi irrigidii all'istante; - n-non succederà stupida...
- vedremo... ora scendo a fare colazione, a dopo
Se ne andò tirandosi su sconciamente l'elastico dell'intimo e contemplai che il mio sogno di mettere fine a quel tormento fosse stato posticipato.
La giornata passò placida, Giulia uscì con i suoi amici, io con i miei, poi tornammo a casa per l'ora di cena e successivamente vedemmo insieme a nostra madre in sala un film in TV, poi mamma ci lasciò da sole attorno alla mezzanotte; - bel film vero?
- Giulia è passato sabato...
- ma pensi solo a quello?!
- … scusa ma ne ho davvero bisogno
- lo capisco ma adesso io non ne ho voglia, oggi siamo stati al lago e sono stanca
Abbassai lo sguardo tirando a me le gambe per nascondere l'erezione che avevo; poi, Giulia si spostò dal divano e venne sulla poltrona sedendosi sul poggiolo.
Era ancora vestita ed aveva persino le scarpe, poi estrasse dalla tasca l'oggetto che mi lasciò sorpresa ed intimorita; - ho detto che non ho voglia di farti venire, ma di darti attenzioni quella ne ho sempre... vuoi che gioco un po'?
- ... che vuoi fare con quello?
Scese da dove stava fino a sedersi in terra davanti a me che immobile la guardavo; - te lo lego così non esce niente, tanto ho visto che funziona... no?
- Giulia tu non capisci, fa male fare una cosa del genere
- beh se non faccio così, tu vieni sicuramente appena ti tocco... come si fa?
- ... n-non lo so
Sorrise, mentre io restai imbarazzata osservandola allungare una mano ed abbassarmi il pigiama, esponendo all'aria il pene gonfio a dismisura; - guarda qui quanto è diventato grande Nadia... è davvero grosso
- Giulia...
- lo so, adesso stai buona
Senza che ebbi la forza di fermarla, iniziò a legare la base della carne saldamente, facendo diversi giri con il laccio che aveva estratto dalla tasca, finché con un ultimo nodo il gioco fu suo.
Per la stretta, il pene sembrò gonfiarsi ancora di più facendomi davvero male; poi si avvicinò con la bocca e d'istinto tentai di andare indietro sullo schienale; - che fai scappi? Ti devo inseguire?
Tirò il laccio che sporgeva dal nodo come un piccolo guinzaglio piegandolo indietro fino a toccarsi le labbra con la punta umida, per poi trasformarlo in una specie di lucida labbra.
La voce venne meno e chiusi gli occhi lasciandola fare.
Volevo godere ed anche se non potevo, volevo godere ancora di più; tornai a guardare solo quando sentii la sua lingua leccare con calma l'intero glande arrossato e sensibile, poi un rumore sulle scale mi fermò il cuore.
Giulia scattò sul divano ed io rimisi tutto nel pigiama piegando le gambe, finché nostra madre non arrivò entrando in cucina.
Stette li un poco, togliendo i piatti ed i bicchieri dalla lavastoviglie, poi ci salutò nuovamente e se ne riandò dopo un quarto d'ora abbondante.
Per tutto il tempo restai ansimante e sofferente. Il pene non aveva diminuito di un solo centimetro la sua erezione e quando strisciando Giulia tornò da me mi ritrovò esattamente come prima; - c'è mancato poco... ma vedo che a te non importa più di tanto
Non risposi, limitandomi a guardare il suo capolavoro; - ci hai pensato ad Andrea? Ti piaceva nelle foto?
- n-no... ti pare che voglia parlarne ora?!
- io si... sei più sincera quando sei in queste condizioni
Si abbassò nuovamente con la bocca, stavolta inghiottendomi fin dove cominciava il laccio ben saldo. Mi accostai allo schienale al primo risucchio, chiudendo la mia bocca con una mano per non gridare; - allora? Ci hai pensato
- s-si...
- e domani farai quello che voglio?
- basta Giulia mi stai uccidendo così...
Scese di nuovo e succhio peggio di prima, infilando la lingua nella fessura del pene ormai allo spasimo; - se mi rispondi come voglio ti faccio venire qui sotto
Sussultai venendo toccata sulle labbra inferiori, sentendo entrare due dita; - ferma! Oddio vengo!
S'interruppe bruscamente riprendendo a succhiare e non mi restò altro che premere le unghie sulla poltrona e serrare i denti per resistere; - allora? Farai quello che voglio? Eddai, qui sotto è meglio di niente no?
- Giulia sei una stronza...
- si è vero... ma è merito tuo che sei così bella
Infilò di nuovo le dita dentro di me e al contempo scese con la bocca fino a farmi piangere dal piacere; quando infine percepì entrambi gli orgasmi salire non ebbi scelta se non accettare; - evviva! Ce l'ho fatta! Va bene, allora vieni qui sotto, però girati sennò bagniamo la poltrona anche più di così
Con gli occhi lucidi e la mente prigioniera della lussuria, seguii la sua voce voltandomi in modo umiliante e porgendogli praticamente il mio sedere davanti la faccia; - sei un lago... ora ci pensa la tua sorellina
E mantenne la promessa. Con fermezza e poca grazia, Giulia entrò con le dita lavorando ogni possibile movimento al mio interno; ben presto ci aggiunse un terzo dito ed infine un quarto emettendo dei suoni disgustosi che forse arrivarono anche al piano di sopra.
Minuti dopo, scesi con la testa in basso mordendo la pelle della poltrona e schizzai dietro tutto il mio piacere.
Persi la forza alle gambe e caddi stremata sul pavimento, ansimante e con gli occhi riversi per l'orgasmo femminile più forte che avessi mai avuto, poi guardai mia sorella con la maglia ed il viso bagnato dai miei umori; - Nadia ma che schifo! Mi hai fatto la doccia!
Non risposi coprendomi il viso per la vergogna, ma allo stesso tempo venni girata e messa supina da Giulia che rimosse le mani con cui mi nascondevo; - resta ferma, adesso tocca a me, non sono di pietra...
Senza forze mi ritrovai la gonna di mia sorella sulla faccia e con due dita scostò velocemente il suo intimo mettendomi a contatto con le labbra calde ed umide.
Gemetti un poco, ma accolsi infine quello che voleva facessi ed unii la mia bocca al suo sesso tirando fuori una timida lingua, percependo le vibrazioni della sua mano intenta a masturbarsi su di me.
Scese su di me al contrario, trovandosi il pene ormai violaceo davanti e prese a succhiarlo nuovamente creando come effetto collaterale le mie contrazioni in tutto il corpo.
Dovetti sottostare a quella tortura forse per cinque minuti, prima di sentirla alzarsi nuovamente e poggiare interamente il peso sulla mia faccia; poi, i suoi spasmi segnarono l'orgasmo raggiunto ed un lieve fiume di umore dolciastri scivolò in gola dissetandomi.
Continua... (Darkframe)