| TERZA PARTE: Arrivati i nostri genitori ci tuffiamo tutti quanti in acqua divertendoci come sempre, poi una partita a bocce e un po’ di racchettoni. Arriva la sera e le ore più belle, il sole che sparisce all’orizzonte e la spiaggia che si svuota completamente, anche se a settembre non è che ce ne sia mai stata più di tanto. Rimaniamo solo noi e alle 19:30 anche i nostri “vecchi” se ne vanno a casa a lavarsi e preparare cena. Io e Alba rimaniamo ancora in spiaggia a giocare con i racchettoni, è inutile rientrare tutti insieme, i bagni sono occupati e sporchi di sabbia e sale sul letto non ti puoi mettere. Sono le 20:30 anche per noi è ora di rientrare, in spiaggia sta calando il buio. “A: chiudi tu il sacchetto dell’immondizia?” “L: si Alba lo chiudo io e vado a buttarlo nel cassonetto” “A: Luca dimentichi forse qualcosa?” “L: no Alba ho preso tutto” “A: guardati intorno, non vedi che non c’è più nessuno. Secondo il nostro accordo dovresti chiamarmi in altro modo ricordi?” “L: scusa padroncina, hai ragione..” “A: eh beh, cominciamo male caro il mio schiavetto: primo ti sei dimenticato chi sono io per te quando siamo soli, secondo quando mi chiami padroncina sarebbe meglio tu usassi la terza persona e non il tu! Terzo, secondo il libricino ad ogni mancanza corrisponde una punizione. Vediamo …. È tardi e sono stanca, camminare sulla sabbia è faticoso quindi penso proprio che mi farebbe comodo un passaggio fino allo sterrato del parcheggio eh eh. Ritiriamo tutto nella borsa poi ti metti a “quattro zampe” io ti salgo sopra tenendo la borsa e tu mi porti. Più che punizione potresti considerarlo come un gioco divertente ah ah ah” “L: giusto padroncina, mi sono fregato da solo. La prossima volta che rimarremo soli me ne ricorderò.” Buttata l’immondizia e messo tutto nella sacca mi inginocchio davanti ad Alba e mi metto a “quattro zampe”. “A: prima un bacetto ai piedini.. giusto per cortesia ah ah” chino il capo ancor di più fino a baciare il dorso di entrambi i piedi, poi torno in posizione da pony aspettando che mi si sieda sulla schiena. Poggia la sacca sulle mie spalle poi sale sulla mia schiena sedendosi nel mezzo, i piedi li solleva mettendoli sulle mie chiappe e con le mani si tiene al collo. “A: op op… forza cavallino!!” Muovo i primi passi e subito mi rendo conto della difficoltà che m’aspetta, le mani e le ginocchia affondano nella sabbia, ogni tanto qualche sassolino o un piccolo legnetto mi pizzica il ginocchio procurando un po’ di dolore. Alba è leggera di per se ma in queste condizioni è molto difficile muovermi, guardo avanti e vedo l’inizio dello sterrato, mancheranno 15 metri che in teoria sono pochi ma a me sembrano un’infinità, sento alba che si diverte e questo mi fa piacere. Mi concentro sulle mie sensazioni per non pensare alla fatica ed in effetti funziona. Penso a lei seduta sulla mia schiena, le sue cosce che mi avvolgono, il suo sedere bellissimo …. “A: ce la fai ancora cavallino? Vuoi che scenda? Non è che fra poco cadiamo tutti e due a terra?” “L: no padroncina, ce la faccio, non mi tirerò certo indietro per così poco.” “A: bravo il mio cavallino ah ah certo che è proprio divertente questo gioco vero?” “L: in questo momento non molto ma manca pochissimo all’arrivo e il fatto d’essere riuscito a completare il mio primo incarico mi rende fiero.” “A: ce l’hai fatta! Complimenti! Non ci speravo lo ammetto. Sei più resistente di quel che credevo schiavetto hi hi hi” “L: grazie padroncina” butta a terra le mie ciabatte e poi le sue, proprio davanti a me, poi mette la borsa a terra e si porta avanti con le gambe sopra le mie spalle, ora i suoi piedi son sospesi ciondolanti davanti ai miei occhi. “A: avanti schiavetto mettimi le ciabattine, non vorrai miche che la tua padroncina si punga i piedi con qualche sassolino vero?” “L: no di certo padroncina” con una mano passo la mano sui piedi liberandoli dalla sabbia, poi infilo le ciabatte. Alba poggia i piedi a terra, in questo momento è seduta quasi sul mio collo e tiene le mani sulla mia testa. Mi da tue pacche sul capo si molleggia due volte poi si alza. “A: è un peccato sia già finito era così divertente” mi alzo in piedi e metto le ciabatte, prendo la sacca che ovviamente lei ha lasciato a terra e ci avviamo verso casa. E’ bello vedere come il ruolo di padroncina le calzi a pennello pensavo, sembra un suo ruolo naturale, credo proprio che ci divertiremo quest’estate.. arrivati a casa tutto rientra nella normalità, Alba si fa la doccia per prima poi si mette a disposizione per apparecchiare la tavola. Quando finisco di lavarmi anch’io ci mettiamo a mangiare ridendo e scherzando come sempre. Finito di mangiare Alba aiuta sua madre e mia madre a ritirare, io come al rimango seduto a parlare con mio padre e il suo amico. “A: Luca andiamo a giocare di là?” “L: certo! Dobbiamo ancora finire la partita a carte, non vedo l’ora di vincere ah ah” mi alzo e mio padre mi tira un calcetto scherzoso dicendomi di non essere presuntuoso e di comportarmi da gentiluomo. “L: certo pa’ stavo scherzando” “A: non preoccupatevi che so io come tenerlo a bada! ah ah..” i presenti risero alla battuta e noi ci congedammo. Ce ne andiamo nella terza camera da letto, quella che noi usiamo come stanza dei giochi. Il letto viene usato come tavolo da gioco, prendiamo le carte ma sappiamo bene entrambi che il gioco non sarà l’argomento della serata. “A: mentre ero in bagno questa sera ho continuato a leggere qualche pagina del libricino, ho trovato spunti molto interessanti ma difficilmente riproducibili nella realtà.” “L: cosa intendi?” “A: voglio dire che il racconto ha un po’ della fantascienza, ad esempio Ana si fa leccare i piedi anche se sono sudati e sporchi, oggi tu me li hai baciati ma eravamo stati tutta la mattina in mare quindi erano perfettamente lavati diciamo, non credo proprio che se fossero stati tutta la mattina dentro le scarpe da ginnastica tu li avresti baciati altrettanto volentieri..” “L: so cosa vuoi dire Alba, ma non devi essere preoccupata di chiedere. Abbiamo deciso che quando a qualcuno dei due la cosa non piace ci si può fermare. Ho visto che oggi ti sei divertita e così devi fare divertiti e sperimenta.” “A: ma dimmi una cosa: io ti piaccio vero?” “L: ma cosa dici Alba, noi ci conosciamo da una vita, non penso a te come una ragazza ma come ad un’amica” “A: Luca nessun ragazzo bacerebbe i piedi ad una ragazza che non gli piace, a meno che non sia costretto, tu lo fai liberamente quindi…” “L: se è questo che intendevi dire, si! fisicamente mi piaci, sei una bellissima ragazza e lo sai bene, hai un bel viso e un corpo meraviglioso, baciarti i piedi non mi fa impressione anzi mi eccita ma questa mia eccitazione è dovuta alla situazione, sentirmi diciamo “sottomesso” ad una bella ragazza è una sensazione nuova che non avevo mai provato prima e devo ammettere che questo mi fa stare bene. Quando abbiamo trovato il libricino ed hai iniziato a leggere, le avventure di Massimo son diventate le mie, desideravo vivere anch’io un’avventura come quella, ho guardato i tuoi piedi davanti a me, ho desiderato baciarli e l’ho fatto, ma se l’ho fatto è solo perché mi fido di te più di qualunque altra ragazza al mondo. So per certo che rimarrà un nostro segreto. Per questo ti chiedo di divertirti senza pensarci troppo, chiedi senza remore, al massimo fermerò il gioco dicendo alt!” Speravo di esser stato convincente, di aver nascosto il mio interesse per lei. “A: allora ti piaccio?” un sorriso radioso si affaccia sul suo volto… “L: si Alba mi piaci!” rispondo io abbassando il capo in maniera sconsolata lei si mette a ridere e mi abbraccia forte “A: non ti preoccupare, il nostro segreto è al sicuro. Ora vai alla porta a sentire se arrivano o stanno ancora parlando.” “L: no, non arriva nessuno, si sentono le voci in sala … “A: allora vieni qui, inginocchiati ai piedi del letto e baciami i piedi per darmi la buona notte. Domani sarà una giornata dura mio caro schiavetto hi hi hi bacio con passione quei sui meravigliosi piedini. “Buona notte padroncina” le sussurro, “faccia dei bei sogni”. Poi andiamo a salutare i nostri e ce ne andiamo a letto a dormire, ognuno nella propria camera. Il mattino dopo alle 8:00 mi sveglio bello riposato, tutta la notte non ho fatto altro che pensare ad Alba, la mia bella padroncina. Vado in cucina per prepararmi la colazione e vedo che al tavolo ci sono già Alba, sua madre e suo padre, i miei non si vedono, poi sento la porta aprirsi e chiudersi velocemente. Erano i miei che rientravano dal panificio dove avevano comprato pezzi dolci e pane. Mio padre parla con il suo amico di una ipotetica gita in entroterra. Il padre di Alba domanda se lei fosse d’accordo con loro ma Alba non aveva voglia di passare la giornata in macchina e che quindi sarebbe rimasta a casa e andata in spiaggia. Mio padre allora mi dice “allora Luca rimani anche tu qui con Alba?” Ovviamente rispondo di si. Il tempo non è dei migliori questa mattina, fa caldo ma non è bello limpido, c’è tanta afa, si capisce potrebbe piovere da un momento all’altro. Dopo la loro partenza io e Alba decidiamo di andare a fare un giro in paese, ci vestiamo ed usciamo. Facciamo una camminata per le vie del centro, compriamo un cruciverba per la spiaggia ecc. ecc. verso le undici torniamo a casa. Siamo stanchi ed accaldati, la giornata è sempre più afosa, ci beviamo un bicchiere di coca e ci buttiamo sul divano. “A: oggi ci possiamo divertire un bel po’ schiavetto mio, che ne pensi?” “L: come desidera padroncina, il tempo e la libertà non ci mancano di sicuro.” “A: oggi ti avrò a disposizione tutto il giorno e ho intenzione di scoprire fin dove arriva la tua eccitazione nell’essere sottomesso ah ah.. cominciamo fin da subito allora, inginocchiati e toglimi le scarpe che ho caldo ai piedi.” “L: eseguo padroncina” mi inginocchio ai suoi piedi e tiro i lacci delle sue nike, sollevo il suo piede e gli sfilo la scarpa, l’appoggio a terra tenendo sollevato il suo piede con l’altra mano. Lei solleva la gamba e appoggia il suo piede sulla mia spalla. Slaccio anche l’altra scarpa e la metto di fianco l’altra, anche il suo piede destro finisce sulla mia spalla, un lieve odore di piedi sudati arriva alle mie narici, l’eccitazione è già alta e dal rigonfiamento nei miei pantaloncini anche Alba lo può già vedere. “A: prendi in mano una scarpa, mettici dentro il naso e fammi sentire che respiri profondamente!” me lo dice sorridendo e guardandomi dritta negl’occhi. Inspiro profondamente l’odore all’interno della sua scarpa, sento che è caldo ma non sgradevole, anzi è un odore piacevole al mio olfatto. Continuo a respirare guardando la mia principessa dritta in faccia, è li che sorride gratificata da ciò che vede. Il suo amico la sta venerando e lei non si è mai sentita cosi superiore. “A: hi hi hi … ha un buon odore schiavetto?” “L: si padroncina mi piace molto” “A: passami una scarpa!” gli passo una scarpa e lei la porta al naso annusandola …. “A: ma dai!! È orribile!! Ma come fa a piacerti?” Solleva un piede dalla mia spalla, lo prende con le mani e se lo porta al naso, lo annusa leggermente e.. “A: mamma mia! Questo è ancora peggio ah ah ah provalo.. “ con il piede mi sposta la mano con la quale sorreggo la scarpa , me la fa cadere a terra e mi mette il piede davanti al viso. Con le mani sorreggo il suo piede e pian piano lo avvicino al mio volto fino a che il mio naso non si trova perfettamente sotto le sue dita. Respiro profondamente ed il profumo mi sembra ancora più buono di quello della scarpa, il fantasmino è leggermente umido di sudore e questo mi eccita ancora di più. Sto annusando i piedi sudati della mia amica d’infanzia e mi sento eccitato! Non c’è qualcosa di sbagliato in me? Eppure l’odore, la posizione e l’umiliazione di questo momento mi fanno sentire bene come non mai, sento di amare questa ragazza più di quanto già non l’amassi. Guardo il suo volto arrossire leggermente, i suoi occhi sono pieni di gioia e il suo sorriso non l’abbandona più. “A: ti piace Luca” “L: mi piace tantissimo padroncina, sono 10.000 volte più buoni di ieri in spiaggia” “A: ah ah ah.. Luca sei proprio pazzo.. ma allora è vero che quel libricino non racconta solo scemenze!! Sdraiati a terra qui così, voglio stare più comoda e mettere entrambi i piedi sulla tua faccia, voglio che l’unica aria che tu respiri sia quella dei miei piedini profumati.. “ Mi sdraio a terra lungo il divano come lei mi ha chiesto, entrambi i piedi sono sul mio viso, uno sul naso l’altro sulla bocca. Con le dita afferra il naso come volesse farmi sentire più forte il suo odore. È bellissimo sentire la sua risata di soddisfazione, più che umiliato mi sento fiero di me stesso e di come sto riuscendo a sorprenderla e farla divertire facendola sentire una regina. “A: schiavetto, vedo che qualcosa sotto i tuoi pantaloncini è cambiato ah ah ah .. voglio proprio vedere se rimarrai in questo stato anche dopo che ti avrò fatto baciare e leccare i piedini, avanti toglimi i fantasmini e inizia a baciarmi il piede,dal tallone alla punta” tolgo il primo calzino e vedo il piede nudo davanti ai miei occhi, è perfetto! Lo riappoggio sulla mia fronte e tolgo l’altro calzino. Comincio a baciare delicatamente il tallone risalendo la pianta del piede, arrivo alle dita che prendo a baciare una ad una. “A: lecca adesso schiavo!! Voglio sentire la tua lingua rimuovere il sudore, anche in mezzo alle dita” quel comando così autoritario mi fece ribollire il sangue, presi a leccare i piedi della mia amica come fosse il migliore dei gelati, passai la lingua in mezzo alle dita rimuovendo ogni traccia di sudore, le succhiavo ad una ad una fregandomene della mia dignità. Ormai ero il suo leccapiedi e ne ero felicissimo! Dopo quasi mezz’ora che leccavo i piedi Alba mi fermo, strofinò i piedi sulla mia faccia per asciugarli dalla mia stessa saliva. Toglie i piedi dal mio viso e mi guarda con quei suoi fantastici occhi verdi, sorride…. “A: ti è piaciuto leccarmi i piedi, vero porcellino … è piaciuto anche a me, mi è piaciuto tantissimo devo ammetterlo. Ma adesso ho un’altra prova da farti superare, l’ho letta ieri e come seconda prova delle tue capacità mi sembra l’ideale eh eh .. ami i miei piedi schievetto? Li ami veramente” “L: adoro i suoi piedi padroncina, li amo profondamente, sotto di loro mi sento felice e protetto” “A: ah ah ah… bene schiavetto, allora prendi i miei calzini e mettiteli in bocca, voglio che succhi i miei calzini finche non ti dirò di toglierli di bocca. Adesso vieni con me di la in cucina che mangiamo” si alza dal divano poggiando un piede sul mio viso e ridendo si avvia in cucina, sono indeciso se seguirla in ginocchio o alzarmi in piedi, alla fine mi alzo e la seguo, in fin dei conti non mi ha detto di stare in ginocchio. Tiriamo fuori dal frigo l’insalata di riso già pronta e come secondo prosciutto e melone. Mettiamo tutto sul tavolo con acqua e coca cola. “A: vai in bagno a toglierti i calzini di bocca, sciacqua con acqua fredda e stendili. Non sciacquarti la bocca assolutamente, voglio farti mangiare con il sapore dei miei calzini sporchi in bocca. Ahh quando torni porta la bacinella con un po’ d’acqua fredda che prima di mangiare mi sciacqui i piedi dalla tua saliva e dalla polvere che camminando scalza si è appiccicata.” Vado e torno in un lampo, appoggio la bacinella ai suoi piedi. Alba ce li mette dentro aspettando che io glie li sciacqui.. una volta lavati e asciugati siamo pronti per mangiare. Scosto la bacinella e mi siedo al suo fianco. “A: buon appetito schiavetto” “L: buon appetito a lei padroncina” mangiamo il primo e quando mi stavo per versare un po’ d’acqua Alba mi blocca la mano. “A: non vuoi provare a bere un bicchierino della mia acqua? Massimo l’ha fatto.” Cosi dicendo prende il bicchiere e lo immerge nella bacinella riempiendolo e me lo mette davanti guardandomi sorridente. Non mi andava molto di berlo ma guardandola era lampante quanto lei lo desiderasse “L: non ho nessun problema a bere l’acqua del tuo bidet” dissi ironicamente.. “A: oh ma questa non è del mio bidet, però se mi dici così ci potremmo arrivare…” controbatte lei altrettanto pronta. Bevo un sorso e non trovo alcun sapore sgradevole, allora tutto in un sorso finisco di bere l’acqua nel bicchiere passandomi poi la lingua sulle labbra fingendo d’essere deliziato. Alba mi guarda sempre più entusiasta di come mi sto comportando ed io ne sono felice. Finito di pranzare ce ne andiamo in sala a guardare la tv. “A: schiavetto mettiti sdraiato sul divano oggi voglio stare comoda, mi siederò su di te ma siccome abbiamo appena mangiato non ti graverò sullo stomaco ma sul petto, anche se mi piacerebbe sedermi sul tuo viso come fa Massimo. “L: padroncina se sedersi sul mio viso le darebbe più piacere lo faccia, sono qui per darle piacere..” “A: dici davvero? Posso? È da quando l’ho letto che ci penso. Prima o poi ci sarei arrivata ma non pensavo così presto, te l’ho buttata li come battuta per vedere la tua espressione. Prendo al balzo l’occasione eh eh.. che bello è la prima volta che mi siedo sul viso di un ragazzo. Gira la faccia di lato, voglio prima vedere se sopporti il peso. “ giro il viso verso il televisore e Alba lentamente si siede sulla mia testa, il peso non è tanto, ma avere il collo così girato non è molto comodo. Nonostante tutto non mi lamento, sapesse quante volte ho desiderato toccarle il sedere, figuriamoci poterlo avere sul viso … fino a due giorni fa potevo solo sognarlo. Dopo dieci minuti Alba si alza si gira guardandomi e…. “A: come va li sotto ti fa male? Guarda la guancia, hai tutti i segni del mio pantaloncino.” “L: no il peso non è un problema padroncina, ma la posizione non è molto comoda, potrei tenere la faccia dritta?” “A: mmmm… non so se lo fai apposta per farmi piacere, ma la cosa mi piace ancora di più hi hi hi .. mettiti giù dal divano e appoggia solo la testa sul cuscino così non ti farò male al naso.” “L: grazie padroncina” “A: ah ah ah mi ringrazi anche, certo che ci tieni proprio ad essere un buon schiavetto, magari potrei tenerti per sempre a disposizione ah ah ah” “L: magari padroncina, sarebbe un onore” “A: benissimo, questa volta mi tolgo i pantaloncini così non ti lascerò segni. Sono in mutandine, ma tanto non c’è differenza fra loro ed il costume no? Adesso mi abbasso leggermente e voglio che tu mi baci entrambe le natiche per gratitudine. L’onore che ti concedo a sedermi sul tuo viso non l’ho mai concesso a nessuno” si abbassa fino a sfiorarmi il viso ed io come da istruzioni bacio entrambe le natiche. Lo faccio come se stessi baciando sulla bocca la più bella delle ragazze e Alba s’accorge del mio trasporto. Muove leggermente il sedere strofinandolo sul mio viso, poi lentamente scende facendo si che il mio naso combaci perfettamente con il solco delle natiche. “A: puzza? Ah ah ah … respira profondamente schiavetto, questo è meglio dello iodio hi hi hi …. Mio dio quanto mi sta piacendo questo gioco. Sei ancora vivo?” “L: sto bene padroncina, mai stato meglio, ho sempre sognato di stare qua sotto” “A: ma che tesoro che sei, se me lo avessi detto prima t’avrei accontentato di certo” “L: non osavo padroncina” Alba si siede a pieno peso sul mio viso, ormai stanno sparendo i freni inibitori, il gioco delle parti si sta consolidando e l’iniziale imbarazzo di Alba sta svanendo lasciando il posto alla spontanea voglia di divertirsi. C’è ancora tanto rispetto fra noi ma qualcosa sta cambiando, Alba intuisce che se vogliamo portare il gioco su un altro livello deve inevitabilmente essere più autoritaria ed egoista, ed è proprio quello in cui speravo. Alba si alza leggermente per farmi prendere fiato credo, ma poi vedo che cerca di far combaciare il mio naso con il suo piccolo forellino, sedendosi nuovamente appena riuscita. Il tessuto delle mutande è teso e quasi mi fa male al naso, non sento nessun odore particolare, è troppo pulita per avere odori sgradevoli (penso fra me e me). La punta del naso è proprio a contatto del suo buchino posteriore, se non fosse per le mutande la penetrerei con il naso, la bocca è semi chiusa dalla sua micina ma ho abbastanza aria da non soffocare. Prende a muoversi e strusciarsi su tutto il mio viso, si sta eccitando immagino. Sento le sue mutandine che si stanno inumidendo ma non so se è la mia respirazione od i suoi umori vaginali, comunque sia sono ben contento di essere la “causa” del suo divertimento. Anche io sono molto eccitato, non avrei mai neanche sognato una situazione del genere, mi sento proprio innamorato di questa ragazza e penso che riuscirei a fare qualsiasi cosa per renderla felice. Istintivamente inizio a darle dei baci anche se sto baciando le sue mutandine in realtà. Bacio ovunque per via dei suoi movimenti, improvvisamente si alza e mi dice di non muovermi. Penso che forse si è arrabbiata per l’iniziativa, ma pochi secondi dopo la vedo arrivare davanti al mio viso con la tovaglietta del tavolino, la piega fino a farla diventare una fascia, poi mi fa sollevare la testa e mi lega la fascia coprendomi gli occhi. Ora non ci vedo più, sento la sua mano spingermi la testa verso il divano poi si risiede sul mio viso. “A: voglio godere schiavetto, continua a baciarmi come facevi prima dai!” riprendo con i baci ma questa volta più decisi. Sento un dolorino al naso che mi fa sobbalzare ma subito mi accorgo che è solo l’elastico delle mutandine che Alba si stava togliendo. “A: adesso si che ci siamo, so che non sei mai andato a letto con una donna e che forse non ci hai mai neanche giocato, però cerca di fare del tuo meglio adesso” sapevo che Alba aveva già fatto sesso e quindi ne sapeva più di me, ma ciò che mi impauriva di più era il timore di deluderla in paragone al suo ex fidanzato. Prendo a baciarla ovunque sulla vagina e ad usare colpetti di lingua ma non so proprio se sto facendo bene. “A: meno foga tesoro, ti guido io” Alba cerca di tranquillizzarmi guidandomi nell’atto di adorazione. Mi parla in modo dolce facendomi capire le sue zone sensibili, sento il suo inguine vibrare, è teso e ha come degli spasmi. Si irrigidisce tutta e con le dita apre la sua vagina sovrapponendola alla mia bocca aperta.. “A: aaahhhh… vengooo!!! Tieni aperto Luca! Beviiiii!! Siiii!!!. Mamma mia che lungooo… è stato un orgasmo lunghissimo tesoro.” Mentre mi parla si tira un po’ indietro lasciandomi libera la bocca per farmi respirare credo. “A: ti è piaciuto farmi godere Luca?” “L: si Alba è stata la mia prima volta e ne sono orgoglioso. Non immaginavo fosse così forte un orgasmo femminile. Grazie!” “A: ah ah ah mi ringrazi ancora eh.. sei proprio il mio schiavetto allora?” “L: sarò sempre il suo schiavetto padroncina, sono lieto d’essere l’oggetto del suo piacere.” “A: mmm così mi stuzzichi però! Ah ah ah …. Ti è piaciuto il sapore del mio orgasmo?” “L: è un sapore indefinito, un po’ tra acido e salato ma sarò lieto di abituarmi al sapore se le fa piacere.” “A: mmmm… certo che mi fa piacere, assaggiane ancora qualche goccia ripulendomi bene con la lingua” pulisco ben bene ogni più piccola particella del suo orgasmo, senza mai smettere di leccare e succhiare. Alba si alza dal mio viso e sempre rimanendo sospesa sul mio viso mi dice: “A: ora mi sembra giusto che anche tu ti liberi, ma per questo dovrai fare da solo in bagno per ora. Adesso mi abbasso e tu mi baci il sedere per ringraziarmi del regalo che ti sto per dare” si abbassa e sfiora la mia faccia con la natica. Io spostando il naso in cerca del solco, muovo il viso per indirizzarmi, e baciarle il sedere. Non arrivandoci mi aiuto con le mani, le poggio sui glutei e dirigendola verso la mia bocca bacio tre volte il suo buco del culo. Poi lei si alza. “A: mmm.. intendevo un bacio sulle chiappe quando ho detto ringraziamento ma così è ancora meglio, è stato molto intimo e delicato.” “L: grazie padroncine, è stato un onore.” “A: sei proprio portato per farmi da schiavo Luca ah ah ah adesso il regalo che ti sei meritato tanto. Passerò le mie mutandine sulla mia intimità per asciugarmi, poi le metterò nella tua bocca e tu con quelle in bocca, potrai andare a masturbarti in bagno. Quando avrai finito tornerai qui ancora con le mie mutandine in bocca chiaro? “L: si mia signora” Alba sorrise della mia risposta, si passò bene le mutande sulla vagina asciugandola perfettamente, poi passo anche sul sedere per asciugarlo dal sudore e dalla mia saliva, frizionando leggermente col ditino sul buchino. Quando guardo le mutandine vide che erano alquanto umide, ma vide anche una macchia marrone. Non sapeva bene cosa fare, la coscienza le intimava di desistere e rinunciare a quell’atto così umiliante, ma la rinnovata eccitazione e il fatto che io non potevo vedere le diede il coraggio di infilare le mutandine nella mia bocca facendo anche particolare attenzione che la parte marrone venisse a contatto con la lingua. “A: ora ti accompagnerò in bagno ancora bendato. Là ti slegherai la benda e ti libererai pensando a me. Ti aspetto in sala sul divano, presentati in ginocchio a quattro zampe.” “L: come desidera padroncina, grazie padroncina.”
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