Episodio VI – Cinquanta sfumature di trash (Starring: Mr. Nerdeyloser, Mariangela Fantozzi a.k.a. Cita Haywort)
La mia umile richiesta di trash non si è persa nel vuoto come una lacrima nella pioggia.
Un benefattore mi ha segnalato giorni addietro l’esistenza in terra capitolina di una terapista della gioia che non disdegnerebbe di operare come sub e anzi avrebbe proprio tendenze particolarmente maso, con un unico dettaglio negativo…vox populi la descriverebbe “brutta come ‘na chiamata in guera!”.
Ritengo doverosa una premessa: io amo le donne e detesto nel modo più assoluto qualunque forma di violenza e sopraffazione perpetrata su esseri più deboli.
Anzi ritengo che chi si rende protagonista di tali atti sia un infame meritevole di sanzioni ben più incisive di quelle previste dal nostro blando ordinamento penale.
Tuttavia – in ossequio a un anelito di ancestrale richiamo della foresta – come mi piace giocare a essere sottomesso così mi piace giocare a dominare.
Sempre beninteso entro l’aurea cornice del ssc, in modo soft (non sono un sadico né un violento) e stando ben attento ad accertare – in quest’ultimo caso – che la partner passiva non accetti ciò perché magari spinta dalla disperazione economica ma sia proprio un’appassionata di questo gioco.
Anteieri – intervallando l’assunzione di un thè rosso con qualche boccata di un buon Montecristo – contatto la sopra citata pulzella, italianissima e 27enne.
Un voce morbida, sexy e simpatica mi conferma il suo interesse per il rango servile riservandosi però d’incontrarmi de visu per accettare questo tipo di prestazione.
Mi reco sul posto da lei indicato (peraltro nel quartiere Prati e dunque pienamente nelle mie rotte lavorative) e – con somma sorpresa – scopro ch’ella riceve nel suo negozio perfettamente funzionante!
Nella mia non breve carriera di punter mi era capitato di essere ricevuto talvolta in disadorni retrobottega di locali in precedenza adibiti ad attività commerciali ma sempre quando ormai queste non erano più attive.
Tal giovinetta coniuga invece, con sapiente maestria, un’avviata attività commerciale in un settore merceologico, che non ritengo opportuno citare per esigenze di riservatezza, all’autoimprenditorialità della propria persona nella libera professione più antica del mondo…attuando così con rutilante vivacità proprio quella finanza creativa preconizzata da un ex ministro delle attività produttive.
Suono ordunque al campanello di codesta bottega e vedo giungere verso di me una figura che nei contorni già mi sembra di conoscere…oddio…ma chi è? Dove l’ ho già vista? Ma certo… altri non è che il clone di Mariangela, la figlia del rag. Ugo Fantozzi, maschera pop interpretata dal simpatico Plinio Fernando, proprio lei…Albertina…la bambina babbuina
I marcati lineamenti del suo volto mi rimembrano il darwiniano percorso di sapiens che l’uomo ha attraversato per giungere all’imperfetto stato attuale.
Tuttavia la pulzella è affabile e appare profumata e curata. Conversiamo su suoi limiti e mi dice che se volessi donarle anche la pioggia dorata il cadeau salirebbe inesorabilmente.
Ci accordiamo invece per una sessione soft di una mezzoretta in cambio di 50 figurine panini.
La fanciulla si alza allora a inserire sulla vetrina del negozio il cartello “torno subito” e tira una porta a scomparsa indicandomi il principio di una scala a chiocciola che conduce in un’area ipogea alla cui destra è sito un bagnetto di mezzo mq ove mi reco per le abluzioni di rito.
Scendo poi la scaletta e noto che l’essenziale alcova è composta da una brandina monoposto, un attaccapanni, 2 sedie da ufficio, una stufetta elettrica e nulla più.
Perentorio getto a terra le figurine Panini e ci poso sopra lo stivale, ordinandole di baciarlo.
Mariangela si china, bacia lo stivale e si aspira le figurine come una scimmietta con le noccioline.
Le ordino di spogliarsi completamente e, avido di conoscenza, scopro che la sua figura riesce mirabilmente a sovvertire tutti i vigenti canoni di bellezza occidentale tanto per forme che per proporzioni: colorito lattiginoso, deretano basso e molliccio, seni piccoli e vittime dei principi Newtoniani, piedini tozzi e sgraziati…ma soprattutto fa proprio a modo suo il punto cardine del programma politico dell’On. Cetto LaQualunque “Più pilu per tutti!!!!”
Ed infatti formazioni pilifere coprono il suo corpo ovunque anche in zone (ad es. schiena e pancia) ove perfino il mio fisico – che di testosterone non ha mai fatto economia – è glabro.
Noto invece che la Crick-Crock è – al contrario – completamente depilata.
Completano tale affresco brufoli sparsi un po’ ovunque a guisa che un cultore dell’enigmistica nell’unirli ne ricaverebbe di certo qualche mitologico ircocervo.
Le domando se è anche una cagna leccasuole e – udita la sua risposta negativa – le ordino di sfilarmi stivali e calzettoni e di leccarmi i piedi.
Volevo sentire cosa prova una mistress
ed effettivamente la sensazione è gradevole.
Lei inizia a succhiarmi gli alluci simulando una fellatio ma io le preciso che il mio piedone deve leccarselo tutto per bene, specialmente sotto la pianta e non limitarsi soltanto alle dita.
In quel mentre mi accorgo che la sessione prosegue cullata da una colonna sonora che come genere si potrebbe situare musicalmente nell’estrema propaggine del new-age…
“S’è mpallato lo sciacquone der cesso porco xxx!” esclama Cita rompendo in un attimo l’incanto del momento e inerpicandosi celermente per la scala a chiocciola onde porre in essere una salvifica operazione di pronto intervento idraulico.
Al suo ritorno la faccio mettere a pecos e inizio a sculacciarla e insultarla…lei mi incita a farlo più forte.
Alchè mi sfilo la cinta e le sferro qualche colpo sulle natiche, non nego che udire il cuoio vibrare nell’aria mi eccita molto.
Mi chiede di sputarle in bocca e lo faccio copiosamente.
Inizio poi a torturarle i capezzoli (che divengono assai turgidi) e – quando vado per digitalizzarla – noto con piacere che si è bagnata moltissimo.
A quel punto l’embolo mi parte e – da master concessivo e attento al piacere della schiava – principio dapprima a succhiarle avidamente la clitoride come un frutto di mare e poi, come si dice a Bordeaux, Je do giù de centrifuga!!!
Cita si dimena, mi stringe i capelli, le contrazioni del bacino aumentano e poi se ne viene…eccome se viene…
Ormai partito per l’Iperuranio la afferro per i capelli e do la libera uscita ar Capitano che se ne stà sull’attenti come davanti ar picchetto d’onore presentandoglielo con vigore.
Dopo i convenevoli di rito Mariangela se lo aspira fino alle tonsille e comincia a ciucciare come n’idrovora intervallando l’azione con gradite leccate alla coppia regale e perfino un accenno di rimming.
Quando stà per arrivare lo Tsunami lo estraggo e – poiché mi aveva pregato di non rovinarle i capelli freschi di parrucchiere – je faccio dono de na collana de madreperla.
Si e mi ripulisce, mi aiuta a rivestirmi e mi dice che sono bellissimo ricoprendomi di bacini ovunque.
Io le elargisco spontaneamente altre 20 figurine Panini perché contentissimo della carta e del servizio della casa e – mano nella mano come du piccioncini – s’annamo a pija un caffettuccio.
Mi parla un po’ di lei, dei suoi sogni, aspirazioni e mi prega di non mandargli altri dominanti perché lavorare come pro-slave a ciclo continuo: 1) sarebbe una tortura. 2) La esporrebbe al contatto con spostati d’ogni tipo. Rispetterò ovviamente la sua volontà.
Insomma ragazzuoli, io stavolta mi sono divertito un mondo ma fra i nuovissimi mostri a sto giro me ce metto in prima persona perché per fare un’esperienza del genere ci vuole più pelo sullo stomaco der suo.
Evviva l’autoironia!!!
Au revoir