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DIVINA DIANA, MISTRESS MILANO

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paimei77
view post Posted on 22/2/2010, 20:50 by: paimei77     +1   -1




Un bel giorno dello scorso mese di ottobre, giusto perchè bisogna provarle tutte nella vita, sono andato a trovare la Divina Diana, il cui visino da gatta morta mi ispirava non poco. Molto tranquilla e posata, mi accoglie in un ampio salone la cui unica stranezza è un tavolo con poggiati sopra arnesi e ammenicoli di ogni tipo. La ragazza non è male, ha modi molto semplici e piacevoli, un po' sovrappeso dalla cintola in giù. Mi piace. Parliamo per un po', le spiego che è la prima volta che provo una robetta così border line e lei mi tranquillizza, mi fa spogliare, si siede sul divano e si accende una sigaretta mentre io in ginocchio comincio a leccarle con avidità gli stivaletti neri. Ogni tanto mi prende verso di sè e mi tiene la testa tra le gambe che, me ne accorgerò dopo, non indossano mutande. Qua e là una frustatina, una pizzicatina di capezzoli, ma il tempo sembra interminabile, e inizio ad annoiarmi un po'. Lei forse lo capisce, mi fa sdraiare e sale a cavalcioni sopra di me, picchiettandomi qua e là e pizzicando vuoi i capezzoli vuoi le parti intime. Quando capisce che è giunto il momento mi trascina in bagno, mette per terra un telo impermeabile ancora bagnato e perciò ghiacciato e, visto che poggiato sopra fatico a scaldarmi, decide di aiutarmi con una calda doccia di pipì. Poi, seduta sul bordo della vasca, inizia lenta e inesorabile a masturbarmi con i piedi, fino ad una mia piacevole venuta. La doccia che segue è lunga e meticolosa. Lei è pacata e gentile. Il triplo della velocità urbana ripaga circa un'ora e mezza di torturine molto soft. Ne esco con la voglia di provare qualcosa di più estremo, per cui già prevedo che il mese successivo tornerò da lei. Ma il secondo incontro ve lo racconto dopo.

Allora dopo un mesetto la richiamo, spiegandole che vorrei spingermi un po' oltre. Con la sua vocina tranquilla mi dice va bene allora vieni domani mattina verso le nove che è meglio. Lì per lì non ne capisco il motivo, ma poi quando sarò da lei tutto mi sarà molto più chiaro. Così arrivo che sta facendo colazione, e intanto che mangia vuole che le lecchi gli stivali sopra, sotto la suola, dovunque. E ancora mi tira la testa fino alle sue parti intime, per poi ributtarmi giù. Capisco che rispetto alla prima volta, e in contrasto con la sua vocina sempre tranquilla, oggi mi aspetta qualcosa di più cattivo. E me lo dimostra subito, facendomi sdraiare pancia in giù, lei seduta sul mio sedere, con una piccola frusta inizia a picchiarmi. Piano, poi sempre più forte. E io che la sfido, perchè non sento male, solo un sottile godimento. E glielo dico, glielo grido. Lei allora cambia il frustino, e poi ancora, e picchia sempre più forte. E il piacere diventa dolore, e mi sento la schiena che brucia sempre di più, e vorrei implorarle di smettere ma non voglio dargliene soddisfazione. E allora il dolore si sposta sui capezzoli, che pizzica e tira, e poi si accende una sigaretta e decide che sarà la mia lingua a spegnerla. Non voglio, ma lei mi guarda negli occhi e mi chiede di fidarmi di lei: non mi farà alcun male. Le credo, con sospetto ma le credo e non sento dolore, solo paura. Ora è seduta sulla mia faccia, le sue grandi chiappe mi tolgono l'aria, e intanto mi pizzica tutto intorno al pene. Si rialza, vuole che la segua in ginocchio, fino al bagno. Mi fa sdraiare con la testa tra il bidet e la tazza. Lei si mette dei cuscini sotto le cosce. E' a cavalcioni sopra di me. Il suo culo venti centimetri sopra la mia faccia. Ora tutto si fa chiaro, capisco dove vuole arrivare, e il perchè della convocazione di prima mattina. Non ho la forza, e forse nemmeno la voglia di scappare. E' una cosa che forse mi ripugna ma che la mia mente vuole che io provi. Il suo sfintere che si contrae, si allarga sempre di più. Due, tre solide palline che scendono e mi rotolano sul collo. Vorrei correre sotto la doccia ma rimango lì, come lei mi ordina, per due, tre, dieci minuti che non passano mai. E intanto mi masturba, con le mani e con i piedi, fino a quando le vengo tra le mani e lei raccoglie tutto per bene e mi obbliga ad inghiottire il mio sperma. Ma da subito dopo aver goduto la ragione ritorna prepotente a farsi largo. Mi fa schifo il sapore dello sperma. Mi fa schifo tutto quello che ho fatto. Credo che certi limiti non vadano oltrepassati. Glielo dico mentre mi pulisco furiosamente e lei mi sorride e mi dice che è naturale, e poi con calma potrò rielaborare tutto. La saluto con affetto ma con la voglia di scappare il più lontano possibile. Adesso ne parlo e ho voglia di tornare da lei, ma fermandomi prima di entrare nel bagno.

Spagnoletta


Edited by -ADMINISTRATOR- - 31/8/2016, 18:10
 
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