CAPITOLO XIV
Era il tramonto e si avvicinava l’ora di cena. Diana si era svegliata da poco ed era stata preparata da Rossana ed Elsa per scendere finalmente a cena. La principessa si mise a sedere vicino a Fred, mentre la principessa Joey si mise a sedere vicino a Christopher. Era evidente che i due stessero iniziando a provare a formare una coppia. Non pareva scattata la stessa scintilla invece tra Helena e Harry, nonostante anche loro due sedessero vicini. «Bentrovata, principessa» disse Edward alzandosi, accogliendo Diana. «Buonasera, altezza». Diana sembrava molto allegra e riposata, anche se ancora palesemente scossa dopo i recenti avvenimenti. Dopotutto, anche se Robert Knight era un uomo malvagio, Diana aveva pur sempre ammazzato suo padre. «Tornando sul discorso salone degli eroi, ho fatto spedire una pergamena con richiesta da parte mia, di Katie e di Alicia che venga eretta una statua in tuo onore. La statua di tuo padre verrà abbattuta con la nostra spada e al suo posto ci sarà la tua, accanto a quella di tua madre. Sono sicuro che anche lei lo vorrebbe. Hai obiezioni o domande?». «No, altezza. Credo sia la cosa giusta da fare. Avrei desiderato far abbattere la statua di mio padre a prescindere dalla mia. E vi ringrazio con tutto il mio cuore». «Sono fiera di te, Diana. Lo siamo tutti» le disse Olivia sorridendole. Le labbra di Diana si curvarono in un sorriso molto ampio. «Altezza» disse Fred rivolgendosi ad Alicia Green, «il salone degli eroi appartiene alla sua famiglia?». Alicia guardò Fred con un sorriso. «Ebbene sì, come lo hai saputo?». «Ho visitato la cripta sotterranea insieme a Diana e ho visto la statua di vetro di Jeremy Green. Ho letto ciò che è scritto in suo onore». La regina annuì. «Jeremy Green era mio nonno. Ha fondato il salone degli eroi insieme a dei guerrieri per dare la possibilità di custodire tesori e di accogliere persone per darle del cibo e del riparo. Poi il salone è stato ampliato e hanno iniziato a piazzarci le statue degli eroi più valorosi in loro memoria. E c’è un’enorme biblioteca al servizio di chiunque per diffondere conoscenza e sapienza». Fred capì che le lettere JG sulla targhetta della corona di quella famiglia reale erano le iniziali di Jeremy Green. Joey guardò in direzione di sua madre un po’ risentita. «E voi ancora non ci avete mai portati a visitare il salone degli eroi. Proprio noi che apparteniamo alla famiglia del suo fondatore! Sono anni che desidero visitarlo». «Il salone degli eroi è per le persone più bisognose» spiegò Edward. «Voi non avete bisogno dei loro servigi e ci potrete entrare quando ne sarete veramente degni. Così vuole la leggenda». «Io credo che i principi abbiano tutto il diritto di visitare il salone degli eroi, altezza» intervenne Diana. «È un luogo stupendo da visitare. Alcune leggende, se mi permettete, sono un po’ antiquate. È un’esperienza che i principi dovranno fare quanto prima. Sarete tutti invitati alla cerimonia della mia incoronazione, che si terrà proprio al salone degli eroi. Vi voglio tutti lì». I re e le regine fissarono Diana con una strana espressione, come se provassero una certa compassione nei suoi confronti. Diana poteva essere molto forte, determinata e temprata, abile nel combattimento e nell’uccidere i suoi nemici, ma era pur sempre una donna molto giovane che era cresciuta nella sofferenza e senza l’amore di una madre, uccisa spietatamente da colui che l’avrebbe invece dovuta proteggere e amare; portava il peso di quel fardello sin da quando era molto piccola e aveva dovuto fingere di amare un padre crudele, ambizioso e ossessionato dal potere. La sua fortuna più grande era stata quella di avere al suo fianco che l’aveva davvero amata come una figlia e le aveva insegnato tanto della vita e dell’amore, e cioè ser Dudley, l’uomo grazie al quale Diana aveva imparato ad amare e a dedicare la sua vita al bene. «Ci saremo tutti, principessa» la rassicurò Edward Lloyd. Diana gli sorrise; aveva il volto molto stanco e provato, tanto è vero che subito dopo cena decise di tornarsene a letto. «Mi auspico che tutti i principi e le principesse continuino il loro addestramento con le armi» disse alzandosi, guardando negli occhi Edward Lloyd, Katie Torrance e Alicia Green. «È di fondamentale importanza la cosa». «Garantito principessa» disse Edward Lloyd. Diana uscì dalla sala grande e si recò nella stanza da letto. Fred poco dopo si alzò dalla sua postazione e andò in direzione della camera per raggiungere Diana. Il principe fu fermato nel corridoio da Rossana ed Elsa. «Mio principe» gli disse Rossana con un gran sorriso, inchinandosi, «sono felice che lei stia per coronare il suo sogno». Fred sorrise felice. «Grazie, Rossana». Elsa invece lo abbracciò forte. «Te l’avevo detto che Diana è una persona molto buona e dolce. Dentro di me lo sapevo. E anche io sono felice che il tuo sogno sta per diventare realtà». «Grazie anche a te, Elsa. Avevi assolutamente ragione su di lei». Le due serve sorrisero, si inchinarono e andarono via. Fred raggiunse Diana e fu la prima volta che i due si ritrovarono completamente soli dopo che la principessa ebbe rivelato la verità sui piani di Robert.
«Mia principessa, finalmente soli». Visibilmente stanca ma molto felice perché le cose erano andate secondo i piani, Diana sorrise. «Mio principe e futuro marito. Sei assolutamente sicuro di volere in sposa una guerriera come me?». «Non sono mai stato così tanto sicuro di qualcosa in vita mia. Ti sarò sempre fedele e leale». Diana baciò Fred e i due rimasero avvinghiati a lungo. «Sai, Diana, quando non stai cercando di conquistare castelli o di imporre il terrore sembri quasi simpatica». Diana scoppiò a ridere. «Tu sei proprio stupido, Fred Lloyd». «Forse è per questo che mi sono innamorato proprio di una stupida come te, Diana Knight». Diana fissò Fred con un’espressione adirata. «Diana Knight non esiste più, non commettere più questo errore. Io ora sono Diana Chalmers». «Chiedo perdono, mia principessa. Cosa succederà se commetterò di nuovo questo grave errore?». «Ti prendo a sberle se sto di buon umore. Se sto di cattivo umore ti sfido a duello. E già sappiamo entrambi come andrà a finire». «Ti confido in segreto, mia principessa, che non mi dispiace se mi prendi a sberle». «Lo so benissimo che adori quella bella sensazione quando una donna si fa valere su di te nonostante tu sia un principino viziato». «E a te piace farti valere su un uomo, non è vero, Diana Chalmers?». Diana sorrise nel sentir nominare il cognome di sua madre e si ammorbidì di molto. «So sicuramente farlo. Ma per ora ho recitato abbastanza la parte della principessa cattiva. Ora ho bisogno di essere un po’ dolce con te, mio principe. E credo di aver fatto appena in tempo. Katie Torrance e Alicia Green avrebbero chiesto la tua mano per una delle loro figlie molto presto, possono negarlo quante volte vogliono ma io so per certo che avrebbero voluto che tu sposassi una di loro». «Il tempo non conta, principessa». Fred prese la mano di Diana nella sua e la guardò intensamente. «È questa l’unica mano che io desidero. Non avrei accettato la mano di Joey, Olivia o Helena senza prima chiedere la tua». Gliela baciò con passione e devozione. Diana abbracciò forte Fred e i due rimasero così molto a lungo. Diana aveva una corazza invincibile, ma sotto quella durissima corazza si nascondeva una ragazza molto dolce e bisognosa d’amore.
L’incoronazione di Diana Chalmers avvenne qualche tempo dopo al salone degli eroi. Diana scelse quel luogo perché volle essere incoronata vicino la statua della sua defunta madre Lucy da ser Dudley. Secondo Diana, ser Dudley era uno dei pochissimi uomini degni di toccare la corona della regina Lucy, la donna che aveva amato e in onore della quale aveva cresciuto con amore paterno Diana. La statua di Robert Knight era stata sradicata su ordine di Edward Lloyd e al suo posto c’era quella di Diana, la regina che salvò i quattro regni dall’ambizioso e crudele padre Robert Knight. Fu Edward Lloyd a recitare la proclamazione di Diana. «La principessa Diana, prima del suo nome, viene in questo momento nominata regina regnante del regno Chalmers e futura regina consorte del regno Lloyd qui alla presenza di tutti i re e regine dei quattro regni e della statua e dell’anima di sua madre Lucy Chalmers». Ser Dudley poggiò la corona che era appartenuta a Lucy sulla testa di Diana e le baciò la mano con indosso l’anello che era appartenuto a Lucy; Diana portò quella mano al petto, in modo che l’anello finisse molto vicino al cuore, così come Edward Lloyd portò al petto l’elsa della sua spada, Katie Torrance fece lo stesso con la sua corona e così fece Alicia Green con la sua coppa. Le pietre dei cimeli si illuminarono intensamente dei loro rispettivi colori, e così successe ai cimeli raffigurati dalle statue: la spada si illuminò di rosso, la corona di blu, la coppa di giallo e l’anello di verde. Tutti applaudirono e Fred prese posto al fianco di Diana. Katie Torrance sorrise e fece un’osservazione con gli altri re. «E ora i quattro regni saranno governati da un solo re e da ben tre regine. Il potere sarà ben saldo in mano alle donne». A un certo punto uscì una lucetta dall’anello di Diana e andò verso la statua di Lucy Chalmers, che assunse di nuovo un colore verde luminoso, così come era successo quando Fred era stato al salone degli eroi con Diana e parlò con quella splendida voce ultraterrena che faceva vibrare il cuore. «Ser Dudley, Diana non ha il tuo sangue ma ha una cosa di gran lunga migliore: il tuo amore, la cosa migliore che possa capitare a una giovane regina, e io so molto bene di cosa parlo. Ama e proteggi Diana per il resto della tua vita, io sarò sempre dentro il suo cuore; amare lei vorrà dire amare me, e tu sarai il miglior padre che lei possa mai desiderare, sarai di gran lunga migliore del suo vero padre». La statua di Lucy smise di parlare e tornò al suo colore consueto; nel salone degli eroi ci fu improvvisamente un silenzio surreale e si sentì un profumo intenso. Tutti i presenti avevano gli occhi pieni di lacrime per la commozione; fu Olivia Johnson Torrance a saltare particolarmente all’occhio perché era colei che piangeva più di chiunque altro, a dispetto del fatto che aveva sempre controllato perfettamente le sue emozioni e si era mantenuta sempre una persona molto fredda e distaccata, ma per una volta avrebbe ceduto anche lei. Ser Dudley, che sembrava totalmente incapace di poter proferire la minima parola, si inginocchiò a Diana e le baciò di nuovo la mano con indosso l’anello di Lucy; anche Elsa si inginocchiò al cospetto di Diana e le baciò la mano. «Lei sarà una grandissima regina, mia signora». «Lunga vita alla regina!» disse Edward Lloyd a voce altissima. «Lunga vita alla regina!» ripetettero tutti all’unisono, inginocchiandosi a loro volta.
Anche il matrimonio tra Fred e Diana fu celebrato nel salone degli eroi, dove gli invitati consumarono un ottimo pasto al banchetto. Tra gli invitati c’erano anche la moglie di ser Dudley e loro figlio Otto. La moglie dell’uomo sapeva perfettamente quanto lui avesse amato la regina Lucy, ma aveva sempre ragionato in un modo molto simile a quello di Elsa: sapeva che lei non avrebbe mai potuto competere con una regina, quindi non si sentiva disturbata dalla cosa. Mentre i festeggiamenti procedevano alla grande, Rossana – che come Elsa era tra gli invitati – si avvicinò a Fred e gli fece un breve cenno; Fred capì che la ragazza voleva parlargli in privato e i due presero a fare due passi insieme. «Le mie congratulazioni, altezza. Ha sposato la regina più bella dei quattro regni. Lei ora è l’erede al trono Lloyd e il re consorte del regno Chalmers. Quanto potere in una sola coppia». Fred sorrise radioso. «Grazie, Rossana». La ragazza guardò Fred con una certa complicità e per qualche strano motivo sorrideva. «Che hai da ridere?». «Be’…». Rossana parve pesare bene le parole prima di pronunciarle, poi si guardò intorno per controllare se qualcuno stesse origliando. «Un po’ di tempo fa lei aveva bisogno di una donna che interpretasse il ruolo di Diana che la sottometteva ai suoi voleri. Ora invece ha Diana in carne ed ossa per poter esaudire questo suo desiderio». Fred rise tra sé. «Non funziona proprio così, Rossana. Diana è forte, temprata e autoritaria quando serve. Ma in realtà quando siamo soli… è la donna più dolce di questo mondo. In quell’ambito non esercita nemmeno lontanamente un controllo pari al tuo. Quella Diana Knight che mi puniva perché ero stato un servo imbranato… be’, è esistita solo nella nostra fantasia. Tu sei l’unica padrona che conosce bene il suo ruolo e sa farlo valere». Delle chiazze rosee apparvero sull’attraente volto di Rossana. «Con queste parole lei mi lusinga, altezza. Sono molto felice di averle regalato gioie come nessun’altra ha mai fatto. Ma le suggerisco di evitare di chiamare Diana col nome di Knight. Altrimenti andrà a finire che la punirà sul serio e non per darle solo un po’ di piacere». I due si fissarono negli occhi e scoppiarono a ridere. «Che sensazione piacevole stare al salone degli eroi» disse poi Rossana. «Non so come spiegare. Come se vivessimo in una dimensione…». «Ultraterrena?» suggerì Fred. Rossana lo guardò negli occhi come se lui avesse letto nella sua mente. «Esatto, altezza». «Be’…». Fred fissò l’enorme calice sul tavolo che si trovava all’ingresso del salone. «Qui aleggiano le anime degli eroi più valorosi di sempre. È un luogo molto sacro. Forse il più sacro dell’intero territorio». Dopo un po’ Fred e Rossana sentirono dei rumori sospetti. Fecero pochi passi per notare Christopher e Joey che si baciavano appassionatamente dietro alcune statue del salone degli eroi. Fred ridacchiò sottovoce e così fece Rossana. «Suggerisco di tornare al banchetto, altezza». «Certo. Lasciamo sbocciare questo giovane amore». Al banchetto, Diana conversava amabilmente con Olivia, mentre Helena e Harry non si rivolgevano quasi la parola. Lì, pensò Fred, sarebbe stato molto più difficile far sbocciare un amore.
EPILOGO
La profezia di Lucy Chalmers si era avverata. La pace e la prosperità facevano da padroni sui quattro regni. Erano passati cinque anni dal matrimonio tra Fred e Diana; i due avevano avuto due figli, una coppia di gemelli che avevano chiamato Edward e Lucy. Joey e Christopher si erano sposati un anno dopo le nozze tra Fred e Diana, l’anno dopo ancora erano convolati a nozze Harry e Helena, che col passare del tempo avevano rotto il ghiaccio e l’amore era sbocciato anche tra di loro. L’erede al trono di Alicia Green sarebbe stato Harry e la coppa sarebbe stata ereditata da Joey. Tutti i figli dei quattro re e regine si erano imparentati tra di loro tranne l’erede al trono della regina Katie Torrance, Olivia, che non aveva ancora trovato marito. Ma il destino per lei cambiò durante una visita alla dimora di Diana. La regina ormai abitava al castello di Lloyd con suo marito, ma Diana non mancava mai di visitare la sua vecchia dimora con una certa frequenza, spesso seguita anche da Fred, infatti i due trascorrevano molto tempo in entrambi i castelli. Una volta giunta al castello di Diana, Olivia fissò come al solito con ammirazione l’enorme pannello di una vetrata che rappresentava la bellissima Lucy Chalmers. Mentre Diana era nella camera che era appartenuta a sua madre qualcuno bussò alla porta. «Sì?». Fu ser Dudley a entrare. Diana sgargiò un sorriso molto ampio. «Buongiorno, padre». Dal giorno in cui aveva ammazzato suo padre Robert, Diana aveva sempre chiamato ser Dudley come padre, perché era stato lui a crescerla con amore come una figlia, anche se non i due non avevano legami di sangue; era lui l’unico uomo a meritare per davvero di essere chiamato padre da Diana. «Mia regina, ti annuncio che a breve sarà qui la principessa Olivia Johnson Torrance». «Bene, ti ringrazio» disse Diana molto allegra. Ormai la regina aveva ventiquattro anni, mentre Olivia, la più grande tra i figli dei quattro fondatori, ne aveva ventisette. La principessa fu scortata da Otto, il figlio di ser Dudley. Lui di anni ne aveva ventotto. Somigliava molto a suo padre e aveva esattamente lo stesso carisma. «Altezza» disse Olivia inchinandosi quando ebbe visto Diana. «Maestà» disse Otto, inchinandosi a Diana. La regina accennò un sorriso e l’uomo chiuse la porta, lasciando Diana e Olivia da sole. «Be’?» chiese Diana a Olivia. «È proprio un bel tipo, no?». Olivia abbozzò un sorriso. «È un giovanotto così affascinante. Peccato che non abbia sangue reale nelle vene». Diana fece un sorriso molto furbo. «Ser Dudley per me è come un padre e sua moglie ormai come una madre. È chiaro che Otto per me è come un fratello. Non avrà sangue reale nelle vene ma… se vuoi sposarlo chiedigli la mano». «Chissà cosa direbbe mia madre se sentisse che sposerei un guerriero». «Farò io due chiacchiere con tua madre. Otto è un bell’uomo, forte e leale. Meglio lui che chiunque altro. Lo conosco da una vita, so quello che dico». «La fai facile». «Stai parlando con la donna che ha ucciso Robert Knight, forse l’hai dimenticato?». Olivia fissò i suoi occhi in quelli di Diana. «Come dimenticare il nostro primo incontro. Comunque, Helena aspetta un bambino». Diana accolse con gioia la notizia. «La famiglia si allarga. La prossima dovrai essere tu, Olivia, così posso finalmente diventare zia. Ormai sei molto grande, devi prendere marito. Ho una certa urgenza di parlare con tua madre». «Desidero chiederti una cosa, altezza. Una cosa molto personale». «Non voglio formalità da te, Olivia, te lo dico sempre. Tu hai giocato un ruolo fondamentale per la riuscita del mio piano e sei la mia migliore amica. Usa il mio nome». Olivia guardò Diana un po’ commossa. Era estremamente difficile che qualcuno riuscisse a farle provare emozioni così forti. «Diana, hai più avuto modo di… parlare col fantasma della tua bellissima madre?». «Lei è sempre dentro di me. Non ho bisogno di andare al salone degli eroi e stare vicino alla sua statua per comunicare con lei, l’anello funziona sempre alla perfezione. Sappi che anche lei è d’accordo all’eventuale matrimonio tra te e Otto». Olivia scoppiò a ridere, anche se aveva gli occhi un po’ lucidi. Olivia si trattenne tutto il giorno con Diana, poi le due si misero sulla carrozza di Diana, su cui c’erano incise le lettere DC di Diana Chalmers che avevano sostituito le lettere RK di Robert Knight e partirono alla volta del castello di Edward Lloyd. Nei giardini trovarono Elsa che passeggiava coi due figli di Diana. Elsa aveva sposato George, il figlio di Oliver Bell, e anche loro avevano avuto due figli, un maschio e una femmina, anche se la giardiniera era sempre innamorata di Fred allo stesso modo in cui ser Dudley aveva sempre amato Lucy. «Tua figlia è davvero identica a te, Diana» le disse Olivia. Effettivamente sembrava che la figlia di Diana somigliasse alla madre tanto quanto Diana a Lucy. «E diventerà una guerriera proprio come sua madre. Edward erediterà la spada mentre Lucy erediterà l’anello, è giusto che sia così. Molto presto io e ser Dudley inizieremo ad addestrarli, voglio che vengano su molto forti. Poi vedremo i tuoi figli a chi somiglieranno. Ma sicuramente saranno stupendi, tu e Otto siete entrambi molto belli». Olivia non disse nulla; si limitò ad abbracciare molto forte Diana e le due rimasero abbracciate per un bel po’. Fino a che non giunse Fred nei giardini ed entrarono tutti dentro al caldo in compagnia.
FINE
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