Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Posts written by Clover100

view post Posted: 20/9/2020, 23:53     +4Il giardino segreto - LETTERATURA, STORIA, POLITICA

Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.

Italo Calvino



*^^* :unsure:
view post Posted: 10/6/2020, 11:27     cerco mistress - INFO CENTRO ITALIA
Con il briciolo di speranza che ancora sopravvive in me, cerco padrona/mistress in abruzzo.
Sembra impossibile trovarne qualcuna, però tentar non nuoce XP

Non mi dilungo in troppe spiegazioni, eventualmente parleremo in privato.

Grazie in anticipo :ph34r:
view post Posted: 5/7/2018, 13:48     La centralinista - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Ringrazio inoltre gli altri per l'incoraggiamento!! A breve la seconda parte robot

Edited by Davide Sebastiani - 5/7/2018, 15:33
view post Posted: 3/7/2018, 18:05     +1La centralinista - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Quella mattina indossava dei sandali romani di cuoio: il cinturino premeva molto sulla carne, lasciando un leggero eritema a causa del sudore dovuto all'alta temperatura. Un paio di jeans scoloriti a vita alta, con un risvoltino all'altezza della caviglia, ed infine un body marroncino piuttosto scollato.

Consumavamo la pausa pranzo appena fuori la porta antincendio dell'ufficio, a gruppi più o meno di dieci persone. Era una mattina di luglio e il sole picchiava alto nel cielo: il termometro segnava trentatré gradi, ma sommati all'ottanta percento di umidità estiva e all'afa proveniente dal sud se ne percepivano quaranta. Dicevano tutti che era a causa di Caronte, il solito anticiclone africano che sballa le temperature per qualche settimana.
Nonostante lavorassimo in un call center, però, il regolamento era piuttosto rigido: era infatti severamente vietato indossare capi che non concernono all'ambiente lavorativo, e cito, quali canottiere; costumi; short; ciabatte etc. Anche perché l'aria condizionata all'interno dell'ufficio risolveva il problema del calore.

Lei aveva un seno prosperoso, vittima di un effetto vedo/non vedo grazie alla marcata scollatura. Si intravedeva un piccolo tatuaggio alla base di quello destro, raffigurante una foglia in balia del vento. -Sarebbe un ottimo spunto di conversazione- pensai.
Sbatteva insistentemente le palpebre, infastidite probabilmente dalla forte luce del sole: notai che portava delle vistose clip con delle ciglia finte, che mascheravano due splendidi e penetranti occhi azzurri. Non era però il classico colore balcanico che ricordava lo stereotipo "biondo con gli occhi azzurri"; era una tonalità più intensa, più vivida: sembravano fatti di ghiaccio.
I capelli, lisci e setosi, dello stesso colore del mogano, si infiltravano sinuosi dietro e tra le orecchie, dalle quali pendevano due vistosi orecchini circolari in oro con tanti piccoli diamanti incastonati lungo i lati. Li portava con disinvoltura, come se sapesse che il loro valore superava di gran lunga quello di tutti gli altri orecchini presenti nell'ufficio. Mi chiesi se fosse sposata: con un lavoro precario da centralinista la prima cosa che compri non sono di certo quegli orecchini, perciò magari glieli aveva regalati un ipotetico marito ricco. Non sapevo neanche come si chiamasse quella ragazza: erano ormai due settimane che durante la pausa la guardavo di sottecchi, immaginandomi calpestato dalle sue divine estremità. Calzava un trentanove scarso e spesso indossava una cavigliera d'argento al piede sinistro: forse anche quella un regalo. Non sapevo nulla di lei, solo che volevo diventare il suo schiavo.

Stringeva svogliatamente una sigaretta tra l'indice e il medio: notai che aveva delle dita lunga e affusolate, le unghie smaltate di un rosso vivo. Quelle delle mani come quelle dei piedi: sembravano una simmetria perfetta. Ma la cosa più importante fu che non notai nessun anello.
Muoveva freneticamente su e giù le dita dei piedi, forse a causa del caldo insopportabile. Cominciava infatti a delinearsi una sottile patina di sudore sul cuoio del sandalo, proprio sotto le dita. Rimasi ipnotizzato per un po'.
In tutto ciò non mi accorsi dell'effettivo passare del tempo: da venti eravamo rimasti in tre. La mia dea chiacchierava di bambini con una collega, altro segno che mi lasciasse intendere di avere una famiglia. L'altra ragazza, di una spanna più bassa, finì la sigaretta e rientrò togliendosi gli occhiali da sole e lanciandomi un'occhiata infastidita: avevo forse interrotto qualcosa?
Me ne stavo seduto paralizzato sul bordo del marciapiede: distolsi lo sguardo dai suoi piedi e decisi di andarmene, quando mi si avvicinò. Alzai lo sguardo.
Mi fissava sprezzante dall'alto al basso, incurvando man mano le labbra in una smorfia di disgusto. Si stagliava imponente di fronte a me coprendo interamente il sole; diventando l'unica cosa che potevo guardare. Era irresistibile.
Ciccò con noncuranza la sigaretta. La cenere si posò dolcemente sui miei pantaloni, lasciando un brutto alone grigio scuro. Fissai per un attimo la macchia, poi fissai lei: continuava a bucarmi la testa con i suoi occhi di ghiaccio. Abbassai di scatto la testa sui suoi piedi. La sentii sghignazzare.

"Allora, perché ti piacciono così tanto i miei piedi?" chiese all'improvviso.
Mi si gelò il sangue: allora lo sapeva, se n'era accorta.
-Che idiota- pensai. Durante quelle due settimane non avevo fatto altro che fissarle i piedi mentre mangiavo il mio sandwich. Sarei stato capace di elencare tutte le calzature indossate giorno per giorno: un paio di scarpe da tennis viola della Nike, delle Stan Smith bianche e verdi, uno stivaletto nero con un leggero tacco in ottone e così via. Ero patetico. Per tutta la mattina avevo immaginato come sarebbe stato mangiare il mio panino, scamorza e prosciutto crudo, direttamente da sotto i suoi piedi.
Nel mio inconscio volevo che mi scoprisse, probabilmente.
"Alzati" mi ordinò perentoria. Eseguii immediatamente, tremando.
Mi sbuffò il fumo in faccia "Vediamo quanto desideri i miei piedi" disse. Dopodiché mi costrinse ad aprire la bocca, stringendomi le guance tra il pollice e l'indice, e ci infilò un dito dentro "Caccia la lingua", lo feci immediatamente: ci spense la cicca sopra. Fece abbastanza male: avevo gli occhi lucidi e mi tremava la mandibola, ma non avevo intenzione di arrendermi proprio adesso: c'erano in ballo i suoi piedi.
Si dimostrò gentile quando mi sputò sulla leggera bruciatura lasciata dalla cicca sulla lingua, per diminuire il dolore.
"Ingoia". Lo feci. Lei rise di gusto.
Ero completamente in suo potere, ed erano passati appena dieci minuti.
Mi accarezzò la testa scompigliandomi un po' i capelli, come si fa con un cagnolino quando è stato bravo, e se ne andò via sculettando.


Prima parte di una storia scritta di getto. Spero vi piaccia, non siate troppo cattivi :P :P
view post Posted: 15/7/2016, 15:29     +1La mia amica Beatrice - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Vorrei condividere con voi questo racconto che ho provato a scrivere, in parte vero in parte no.
Non giudicatemi troppo aspramente, è il mio primo racconto :B):

P.s. l'ho diviso in più parti altrimenti veniva troppo lungo^^


La mia amica Beatrice - Parte 1

Associamo spesso il ritorno a scuola come qualcosa di negativo: sveglia presto la mattina, il traffico in strada, le urla dei professori, i compiti… ma il primo giorno è sempre un’emozione: nonostante i ricordi spiacevoli legati alla scuola rientrare in classe dopo tre mesi di vacanza è sempre in qualche modo eccitante. Soprattutto se si tratta del primo giorno di scuola superiore.
Ricordo che arrivai presto per far bella figura con i professori e mi sedetti in terza fila all’angolo, contro il muro, per non dare troppo nell'occhio ma allo stesso tempo riuscire a seguire la lezione tranquillamente. Poco prima del suono della campanella arrivò una ragazza: statura media, un fisico snello e prosperoso con un visetto a primo impatto docile e paffuto. Lisci capelli biondi adagiati sulle spalle e un piercing provocante alla narice. Si guardò un attimo in torno, salutò una ragazza dall'altra parte della classe e si diresse verso il posto vuoto affianco al mio: uno dei pochi rimasti. Poggiò lo zaino sul banco e mi salutò con un sorriso socchiudendo leggermente gli occhi: erano verdi, grandi.
“Ciao piacere Beatrice!” mi disse
“Ei ciao io sono Antonio, piacere mio!” risposi preparato.
Parlammo del più e del meno per una decina di minuti, in attesa dell’arrivo della professoressa: scoprii che era stata bocciata per problemi familiari nei quali non avrebbe voluto essere coinvolta, difatti andava piuttosto bene a scuola tranne a fisica e chimica, dove le sue conoscenze vacillavano un po’.
Una fortuna per me dato che mi sono sempre appassionato alle materie scientifiche.
“Se vuoi posso darti una mano io, me la cavavo in fisica lo scorso anno” presi la palla al balzo.
“Come no! Se avrò qualche problema sarai il primo che chiamerò. Gratis però eh…!” sogghignò.
Poi entrò la professoressa e mi ammutolii, impaurito dall’idea di un richiamo il primo giorno.
Ero abbastanza soddisfatto di come erano andate le cose fino a quel momento; avevo già conosciuto una ragazza apparentemente molto simpatica e con un anno di “gavetta” alle spalle, segno che aveva più esperienza di me nella scuola e di certo non l’avrei buttata via.
Per il momento, infatti, non avevo alcun secondo fine se non uno: i suoi piedi. Per tutta la conversazione avvenuta poco prima ogni volta che si presentava l’occasione buttavo lo sguardo sui suoi piedi: indossava delle Converse rialzate nere, ma si intravedeva uno scorcio di caviglia a causa del risvoltino al jeans, che a me piaceva da matti. Ero stato più attento del solito per non farmi scoprire, o mi sarei rovinato i futuri cinque anni di liceo in quella scuola. Ma rafforzando il mio legame con lei e, perché no, anche con altre ragazze, avrei potuto benissimo soddisfare i miei desideri “nascosti”.

Le settimane passavano tranquille e tutti in classe cominciavano a socializzare e fare amicizia.
Beatrice mi presentò una sua amica (la ragazza che aveva salutato il primo giorno).
“Ciao sono Silvia! Tu sei Mazzarino giusto?” mi disse quasi sfacciatamente
“Mannarino. Ma chiamami Antonio per favore!” la buttai sul ridere.
Silvia era leggermente più bassa di Beatrice, con dei capelli castani tendenti al nero, due labbra carnose ed un seno fin troppo grande per la sua età. La cosa che più colpiva di lei erano però gli occhi: azzurri, glaciali, penetranti e grandissimi, quasi come se fosse un personaggio di un anime.

Dopo due mesi scarsi di scuola io e Beatrice eravamo ormai amici, ed avevo legato anche con tutti gli altri compagni di classe, chi più chi meno. Un giovedì mi arrivò la fatidica telefonata.
“Oi Anto sono Beatrice. Disturbo?” chiese gentilmente
“No figurati, dimmi pure” – “Senti hai presente che la Tenaglia ha fissato il compito di fisica sulla rifrazione il 2 del mese prossimo? Ecco io non è che ci abbia capito molto, mica potresti darmi una mano così non rischio di affossarmi fin da Ottobre?
Mi ero completamente scordato del compito di fisica e mancavano all’incirca due settimane. Avrei dovuto studiare anch'io, ma d'altronde avrei buttato al vento un’occasione d’oro.
“Certo che ti aiuto. Domani dopo allenamento ti va bene?” domandai
“Oddio grazie sei un tesoro. Allora ti chiamo io appena finisco atletica. Tu in caso aspettami sotto casa mia direttamente, tanto non dovrebbe esserci nessuno e abiti praticamente a due passi!”
“Perfetto. A domani allora, ciao!” e chiusi.
Ero al settimo cielo: anche se in chiave un po’ scolastica avevo un appuntamento con Beatrice e, come se non bastasse, era a casa da sola per più di due ore.
Così alle 16:00 uscii in motorino per andare ad allenarmi, mi feci una doccia, passai a prendere dei preservativi (non si sa mai) e parcheggiai di fronte casa di Beatrice.
Provai a suonare il campanello per vedere se era già tornata e mi aprii un paio di minuti dopo ancora mezza vestita da atletica: aveva i capelli legati in una coda di cavallo, era leggermente sudata ed indossava un reggiseno bianco e degli shorts grigi, sopra delle infradito che lasciavano intravedere il suo 37 di piede.
“Ciao Anto scusa l’aspetto sono tornata cinque minuti fa e non ho fatto in tempo neanche a disfare la borsa” disse, e mi fece accomodare in cucina offrendomi un bicchiere di succo.
“Tranquilla, fai quel che devi fare io aspetto” risposi speranzoso per quel che poteva accadere.
Lei si andò a fare la doccia senza chiudere la porta a chiave: non seppi mai se fu una specie di invito ad entrare ma trovai più saggio andare per gradi.
Mi sdraiai sul letto di camera sua e vidi il borsone dell’atletica poggiato sul cuscino. Pensai a quello che poteva esserci dentro; i suoi calzini, le sue scarpe e tutto il vestiario usato per allenarsi.
Sentivo l’acqua scorrere e mi azzardai ad aprire lentamente la borsa: sotto qualche attrezzo, una pettorina e qualche ricambio trovai una sacca rossa contenente un paio di Adidas leggermente insabbiate con all'interno un paio di fantasmini bianchi.
Avevo il cuore in gola. Ero ovviamente tentatissimo ma morivo di paura all'idea di essere scoperto, e così pensai: <ha cominciato la doccia da poco più di cinque minuti, non può finire così presto>. Mi imposi un tempo limite di tre minuti circa e cacciai i calzini dalla borsa.
Li annusai fino allo sfinimento, li leccai, me li misi in bocca e me li strofinai (quasi) ovunque.
Ovviamente il tutto non durò tre minuti: persi poco dopo la nozione del tempo e l’unica cosa che mi riportò alla realtà fu la voce squillante di Beatrice alle mie spalle
“Anto mi spieghi che cazzo stai facendo?”

Fine Prima Parte





Spero vi sia piaciuta la prima parte nonostante non succeda molto: ho voluto un po' "romanzare" il racconto.
A breve pubblicherò la seconda parte. :mwsmile1203:
view post Posted: 1/7/2016, 21:00     Una splendida tripletta - ESPERIENZE PERSONALI E SOGNI
Mi piace che invece di mistress sono ragazze "normali" diciamo °-°
view post Posted: 13/6/2016, 13:35     Deriso da Elena - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Bellissima, nel corso del tempo l'ho letta diverse volte e non mi stanca mai!!
view post Posted: 12/6/2016, 23:19     +3Ciao a tutti - PRESENTAZIONE
Ho letto molti racconti e storie presenti sul sito e ho deciso finalmente di registrarmi, un po' per farne parte maggiormente, un po' per provare a scrivere anch'io qualcosa, chi lo sa :fonzie:

Buon proseguimento a tutti :P :P
11 replies since 12/6/2016