Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

LA TEDESCA

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view post Posted on 8/3/2024, 16:35     +1   -1
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😵🥴 che tensione che paura non so mi sentivo lì vicino a lei e ero terrorizzata,ci sai coinvolgere in maniera incredibile 👍👏👏👏👏😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

UN CONSIGLIO PER I LETTORI:
Le guardiane del tempo 🤩
La terza occasione 🤩
👍👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
Sempre di Sebastiani mentre aspettate i nuovi capitoli de
La tedesca
 
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CITAZIONE (IdeaClito @ 8/3/2024, 16:35) 
😵🥴 che tensione che paura non so mi sentivo lì vicino a lei e ero terrorizzata,ci sai coinvolgere in maniera incredibile 👍👏👏👏👏😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

UN CONSIGLIO PER I LETTORI:
Le guardiane del tempo 🤩
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No ti prego, niente sponsor altrimenti dicono che ti ho pagata. :D
A parte gli scherzi, tra poco nuovo episodio.
 
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Dodicesimo episodio

L’aria della notte era fredda e Karin rabbrividì quando, terminata la festa in suo onore, uscì dalla casa di Klara Hegering per tornare in quell’abitazione che era diventata la sua dimora da due giorni. Era ancora sconvolta per aver incontrato Manfred a distanza di tanti anni. Ripensò al momento in cui lui le aveva baciato la mano e poi l’aveva fissata intensamente negli occhi. Aveva interpretato quello sguardo e aveva intuito che Manfred avesse compreso che la presenza di Karin in quello sperduto paesino dell’Uruguay fosse quantomeno strana. Aveva proseguito la serata cercando di far finta di niente ma dentro di sé era un miscuglio di sensazioni. A cominciare dalla paura. Gli era stato presentato come un personaggio di spicco della comunità ed era facile immaginare che se lui avesse voluto farla fuori avrebbe trovato decine di persone pronte a farlo. Oppure l’avrebbe uccisa personalmente. Non sapeva cosa pensare e i suoi battiti del cuore erano vistosamente aumentati. Ripensò anche al fatto che i coniugi Bauer si erano trattenuti pochissimi minuti e lui si era scusato affermando di dover riaccompagnare sua moglie a casa visto che si era stancata troppo, ipotesi verosimile considerando lo stato di salute di Lena. Affrettò il passo ma una mano la bloccò. Stava quasi per urlare quando Manfred le mise una mano sulla bocca
“ Karin, sono io Manfred” La donna cercò di riacquistare il suo sangue freddo. Doveva essere una recita e lei era un’attrice, una grande attrice
“ Sei pazzo? Cosa ti passa in mente. E tua moglie?”
“ Lena sta sotto sedativi e non si è accorta della mia assenza. E’ l’unico modo per non farle sentire i dolori. E’ malata, molto malata e immagino che tu te ne sia resa conto” E così il boia di Stettino aveva un’anima. Karin fece un sorriso amaro
“ Che cosa vuoi da me?” chiese cercando di non far tremare la sua voce. Quello era il momento cruciale. La sua missione ma forse anche la sua vita dipendeva proprio da quell’incontro
“ Vorrei tante cose a cominciare dal conoscere il motivo per cui sei qui” Il sorriso amaro di Karin si trasformò in una risata isterica
“ Proprio tu me lo chiedi. Sono qui per colpa tua. Lo sai che gli alleati mi cercano perché pensano che io abbia avuto a che fare con te?” Manfred fece a sua volta un sorriso ironico
“ E dovrei crederci? Andiamo Karin, so che non me la racconti giusta” I battiti della donna erano sempre più accelerati
“ E non crederci allora, non so cosa farti. Pensano anche che io possa avere a che fare con la morte di Helga, che l’abbia barattata con la mia vita quando sei stato tu ad ucciderla”
“ Io? E perché avrei dovuto farlo?”
“ Per lo stesso motivo per cui volevi uccidere me. Per quel segreto che condividiamo. Tu hai pensato che lei fosse a conoscenza di quel segreto e l’hai tolta di mezzo” Manfred si fece improvvisamente serio
“ Io non c’entro con la morte di tua sorella. E’ vero, non avrei accettato che tu… Che tu potessi dire a tutti quali fossero le cose che facevamo ma non ho torto un capello a Helga, te lo giuro”
“ Anche se fosse vero, mi avresti tolta di mezzo. Tu, il famigerato colonnello delle SS non poteva avere qualcuno che conosceva il suo segreto”
“ Forse lo avrei fatto. Sarebbe stato uno scandalo e la mia carriera sarebbe terminata. Ma adesso è diverso. La guerra è finita da un pezzo e non ho più una carriera da difendere. Karin, ci ho pensato ogni giorno a ciò che facevamo e quando ti ho vista… Non ho capito più niente. Avrei voglia di ricominciare, di inginocchiarmi ai tuoi piedi e a darti tutto il potere che vuoi. Lo so che ti piaceva. Non ero solo io ad essere affascinato da quello stile di vita” Karin respirò profondamente. Dunque, aveva ragione Janet? Manfred Bauer aveva ancora quel desiderio? Sembrava proprio di sì. Ciononostante scosse la testa
“ Ma piantala! Vuoi una padrona in camera da letto e una schiava per tutto il resto”
“ No. Cioè, forse all’epoca ma adesso… Karin, io sento il bisogno di sottomettermi veramente a una donna come te. Ci ho riflettuto ogni giorno, ogni istante e ho capito che con te ho sbagliato. Ma te l’ho detto, erano altri tempi. Fammi entrare, ti prego”
“ Ma come? Prima mi dici che non ti fidi di me e che potrei essere una spia e dopo cinque minuti vorresti essere il mio schiavo?”
“ Scusami, forse sono stato troppo frettoloso nelle deduzioni ma è strano che tu sia qui. Non sei mai stata una fervente nazista” Karin lo prese per la giacca quasi strattonandolo
“ Io non avevo più una vita e non ce l’avevo per colpa tua. Perché io ero per tutti l’amante del boia di Stettino”
“ Nessuno sapeva che tu fossi la mia amante. Ero sempre stato attento a non far trapelare nulla”
“ Ah no? Non mi hai cercata? Non cercavi per caso Karin Wieder a Zurigo? Dopo la guerra evidentemente gli alleati hanno cercato di ricostruire le tue tracce e hanno fatto due più due. A Zurigo ci stavo io e tu venivi a cercarmi. Per loro la nostra relazione non si era mai interrotta” Bauer chinò la testa. La cosa era plausibile. Aveva saputo che molte mogli di ufficiali delle S.S. erano state costrette a scappare e a rifarsi una vita altrove perché venivano spesso importunate e a volte addirittura picchiate. Karin intanto sospirò e proseguì “Ci possono essere stati anche altri motivi. Io dovetti fare dei documenti falsi per scappare da te. Avevo capito che tu non volevi testimoni e ti ho spiegato il motivo. La notizia poi è trapelata. Sono convinta che mi seguissero. Non so chi, forse gli alleati che poi hanno tratto le somme”
“ E allora perché non ti hanno arrestata? Se ciò che mi stai dicendo è vero e cioè che gli alleati ti seguivano perché pensavano che tu avessi ancora contatti con me, l’avrebbero fatto” Karin fece di nuovo un sorriso amaro
“ Possibile che non ci arrivi? Pensavano che io ti portassi da loro. E comunque, considerando che io avevo dato un nome falso era evidente che per loro avevo delle cose da nascondere. Non potevano sapere che il mio nome falso era per scappare da te e non da loro. Allora mi sono informata e mi hanno dato il nome di un pezzo grosso della chiesa che stava in Italia e facilitava noi tedeschi a venire in Sudamerica. Immagino che tu conosca la situazione e che tu sappia che il Vaticano organizzava delle vie preferenziali per quelli come noi. E allora ho deciso di venire qui. Tanto, cosa avevo da perdere? Non avevo più un soldo e sapevo che qui ci aiutiamo tra noi e avrei potuto rifarmi una vita” Lo spinse via, quasi con rabbia e pensò che mai nella sua vita aveva recitato così bene. Sapeva di essere brava ma quel monologo era stato da applausi a scena aperta e istintivamente si sentì fiera di sé stessa. L’uomo intanto si riavvicinò. Tutto sembrava molto veritiero. Non era la prima persona che scappava dalla Germania in rovina per venire in Sudamerica per ricominciare la vita a prescindere dal fatto che credesse ai dettami del nazismo oppure no
“ Mi dispiace Karin. Mi dispiace davvero tanto che tu abbia sofferto per colpa mia”
“ E’ meglio che in pubblico tu mi chiami Hanna così come è meglio che io ti chiami Helmut”
“ Sì hai ragione” ammise l’uomo chinando la testa. Si sentiva realmente in colpa per ciò che aveva subito Karin
“ E adesso che vorresti da me? Che io ti sottomettessi di nuovo? Scordatelo…Helmut”
“ Non c’è stato giorno che io non abbia pensato a qui momenti. Nella mia vita sono stati pochi i momenti di pura felicità e tra quei pochi ci sono i momenti in cui sono stato il tuo schiavo. Ti prego Karin, ricominciamo ma lo faremo in modo diverso. Tu sarai veramente la mia padrona in tutto e per tutto e non solamente per il sesso”
“ C’è tua moglie o te lo sei dimenticato?”
“ Lei non si accorge più di niente. Sta morendo e come ti ho detto, la sera prende i sedativi per lenire i dolori. Non si accorgerà nemmeno che io sono uscito di casa”
“ Io ho sofferto tanto in questi anni a causa tua. Avevo una vita e me l’hai portata via. Perché dovrei accontentarti?”
“ Perché piaceva anche a te. E perché non siamo vecchi decrepiti e potremmo ancora trovare delle soddisfazioni nella vita. Tu non lo sai ma ci stiamo dando da fare per riportare la Germania ai fasti passati e…”
“ Non sono scema, me ne sono accorta ma a me della politica non interessa niente”
“ Lo so ma intendevo soddisfazioni anche nella vita privata. Ho bisogno di riprovare quelle sensazioni. Cosa vuoi? Che mi inginocchi dinanzi a te?”
“ Piantala, non essere patetico” Manfred Bauer però si inginocchiò ugualmente ai piedi della donna e glie li baciò
“ Ne ho bisogno padrona. Voglio essere di nuovo il tuo schiavo e questa volta non lo sarei solo per il momento del sesso. Sarò ai tuoi ordini quando e come vorrai. Ci ho pensato tanto in questi anni e ho capito che quello che voglio essere è proprio questo. E’ solo questo” Karin Wieder osservò quell’uomo imponente che era inginocchiato di fronte a lei. Era stato tutto facile, di una semplicità irrisoria. Manfred aveva veramente bisogno di essere dominato e vederla lo aveva scombussolato. Ed era convinta che stesse dicendo la verità. Lui voleva essere davvero uno schiavo. Certo, se ne era dovuta andare per far sì che lui ci ragionasse sulla situazione ma adesso, a distanza di tanti anni, lei era pronta a scommettere qualsiasi cosa che Manfred Bauer aveva capito che solo lei, Karin, poteva farlo felice e farlo sentire esattamente come lui voleva sentirsi. E lei? Doveva accettare per portarlo dai tre ebrei? Oh no, sapeva perfettamente che non era soltanto per quello. Un sorriso soddisfatto si formò sulla sua bocca
“ Alzati schiavo!” Manfred obbedì. Il tono di voce della donna era stato perfetto, da vera donna dominante e sentiva di nuovo il sangue pulsare nelle sue vene come quando, sedici anni prima, si sottometteva a quella donna e la cosa lo mandava in estasi
“ Ai tuoi ordini padrona” disse rialzandosi
“ Domani sera alle venti in punto”
“ Alle venti io…” Uno schiaffo si abbatté sul viso dell’uomo
“ Ho detto alle venti in punto. A casa mia. Se tardi un solo minuto io… Io ti punirò in modo talmente doloroso che te lo ricorderai per tutta la tua vita” Bauer chinò il capo. Quello schiaffo, quella voce imperiosa lo aveva eccitato come ai vecchi tempi. Sentiva il suo pene pulsare di desiderio
“ Non tarderò padrona”
“ Ora vai, non voglio che ci vedano insieme”
“ Sì padrona, domani alle venti in punto” Karin vide scomparire l’atletica figura dell’uomo e rimase alcuni secondi davanti alla sua abitazione senza entrare. Non sentiva più il freddo che invece era sempre più pungente ma era quasi in uno stato di euforia. Aveva appena riprovato quelle sensazioni che tanto l’avevano ammaliata tanti anni prima. Manfred non aveva creduto del tutto alla sua storiella ma non ci aveva badato più di tanto. Probabilmente, il desiderio di Manfred di tornare a vivere quelle sensazioni era così forte, così intenso da non farlo ragionare in modo freddo e distaccato. E in più, lei aveva recitato alla grande. La migliore interpretazione della sua carriera. Un’interpretazione da premio Oscar. Sospirò a lungo e infine fece quei pochi passi che la dividevano da casa. Fra meno di un giorno avrebbe riprovato tutte quelle sensazioni di dominio che aveva imparato ad amare e non vedeva l’ora che arrivasse quel momento.
 
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view post Posted on 10/3/2024, 10:39     +1   +1   -1

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Sinceramente non so cosa aspettarmi adesso. L'incontro tra i due è stato tutto sommato come mi sarei aspettato. Lui ha dei dubbi ma il desiderio di riallacciare il rapporto è troppo forte ma adesso? Ottima la descrizione dei due stati d'animo combattuti ma entrambi desiderosi. Mi piacciono molto proprio per le loro sfaccettature. Non sono bianchi o neri ma sono variegati. Persino il nazista non è quello cattivissimo descritto in tanti film ma a modo suo ha un'anima. E Karin ha paura e nello stesso tempo desiderio e non è una super woman pronta al sacrificio pur di completare la sua missione. Direi che sotto questo punto di vista, ovvero sotto l'aspetto delle descrizioni psicologiche dei protagonisti, è forse uno dei tuoi migliori racconti.
 
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view post Posted on 10/3/2024, 17:29     +1   -1
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CITAZIONE (Max085 @ 10/3/2024, 10:39) 
Sinceramente non so cosa aspettarmi adesso. L'incontro tra i due è stato tutto sommato come mi sarei aspettato. Lui ha dei dubbi ma il desiderio di riallacciare il rapporto è troppo forte ma adesso? Ottima la descrizione dei due stati d'animo combattuti ma entrambi desiderosi. Mi piacciono molto proprio per le loro sfaccettature. Non sono bianchi o neri ma sono variegati. Persino il nazista non è quello cattivissimo descritto in tanti film ma a modo suo ha un'anima. E Karin ha paura e nello stesso tempo desiderio e non è una super woman pronta al sacrificio pur di completare la sua missione. Direi che sotto questo punto di vista, ovvero sotto l'aspetto delle descrizioni psicologiche dei protagonisti, è forse uno dei tuoi migliori racconti.

Non era facile descrivere le reazioni emotive dei due. In effetti la loro psicologia è sfaccettata. Non mi andava di descrivere Manfred come un diavolo perché i nazisti avevano anche un'altra faccia, quella di mariti e padri esemplari.
Hannah Arendt la chiamò < La banalità del male> e mai una frase è risultata più azzeccata per descrivere chi mandò a morte milioni di persone e nello stesso tempo viveva una vita normalissima in famiglia. E nel mio piccolo ho cercato di costruire Manfred come un uomo normale in certi ambienti e spietato in altri. Anche Karin è variegata. Come hai sottolineato tu non è una super woman, tutt'altro. Ha paura. Ha accettato la proprosta di Janet per un insieme di motivazioni ma non è convintissima. Ha accettato quasi per dimostrare a Janet che anche i tedeschi hanno un'anima ma lo ha fatto anche per timore di essere accusata, lo ha fatto perché pensa che lui possa essere l'assassino di sua sorella e quindi per vendetta. ma lo ha fatto anche perché quello strano desiderio, quel desiderio che aveva messo in disparte per 16 anni, sta tornando prepotentemente a galla.
E quindi sono particolarmente contento che tu abbia notato questa cosa.
 
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view post Posted on 12/3/2024, 15:35     +2   +1   -1
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Tredicesimo episodio

Klara sembrava su di giri mentre sorseggiava il mate, la tipica bevanda uruguayana, dall’altrettanto tipica bombilla, una piccola zucca scavata, con una cannuccia di metallo
“ Questa bevanda sembra che abbia effetti benefici su tutto l’organismo” disse a Karin mentre anche lei sorseggiava la stessa bevanda
“ E’ buona” convenne Karin “E piacevolmente calda e con questo freddo è l’ideale”
“ Allora, dimmi, ti è piaciuta la festicciola in tuo onore?” chiese Klara spostando completamente il discorso.
“ Io sono ancora confusa. Era da tempo che non sentivo su di me gli occhi di tanta gente, da quando ero un’attrice”
“ Oh, era il minimo che potessi fare. Se non ci aiutiamo fra di noi. E dimmi Hanna, hai intenzione di lavorare?” Karin sospirò. Non aveva nessuna intenzione di rimanere per diverso tempo lì a Paso Bonilla ma ovviamente non poteva darlo a vedere
“ Io… Io ho bisogno di soldi, Klara. Quasi tutto quello che avevo mi è servito per il viaggio, per l’affitto della casa e per le prime spese. Non mi è rimasto molto e potrò andare avanti un mese o due, non di più” Ancora una volta, proprio come il giorno precedente con Manfred, aveva dato prova di essere un’attrice provetta e Klara posò la sua mano sul braccio di Karin
“ Qui siamo tutti uniti, è una specie di comune e ci aiutiamo l’un l’altro. Lo dirò a mio marito e lo convincerò a parlare con Herr Heidemann. E’ lui che si occupa di trovare un lavoro per i nuovi arrivati. Di solito, sono gli uomini ad aver bisogno di un’attività lavorativa ma vedrai che lui troverà un’occupazione anche per te come ha fatto per altre donne sole”
“ Lo spero” fu la laconica risposta di Karin
“ Oh, stai tranquilla cara. Pochi giorni e avrai un lavoro anche se devo dire di non essere molto contenta”
“ Ich glaub’ ich spinne” ( letteralmente si traduce con Credo di essere un ragno. In realtà è un’espressione molto usata che significa semplicemente sorpresa. In italiano potremmo tradurla con Non posso credere a ciò che dici). Klara scoppiò a ridere
“ Oh cara, è perché perderò un amica per chiacchierare di cose tipicamente femminili” Karin sorrise a sua volta
“ Mancheranno anche a me ma non lavorerò tutti i giorni per tutta la giornata e vedrai che troveremo il modo di berci altre volte un buon mate insieme”
“ E dimmi, che impressione ti hanno fatto gli invitati?”
“ Tutti molto gentili. Non nascondo che spesso mi sono trovata a disagio. Io ero una perfetta sconosciuta e invece tutti mi hanno accolta benissimo”
“ Sei una tedesca e questo basta” Karin guardò la sua amica. Era gentile, dolcissima e premurosa. Possibile che anche lei fosse una nazista? Possibile che anche lei pensasse di appartenere a una razza superiore? Una razza che avrebbe dovuto avere il predominio sul resto del mondo? Klara però sembrò capire che la sua nuova amica era rimasta interdetta
“ Cosa c’è Hanna? Ti vedo pensierosa” Karin scosse la testa a abbozzò un sorriso di circostanza
“ Oh, un po’ lo sono. E’ che… Insomma Klara, è tutto così strano. Alla mia festa c’erano uomini con la divisa della Wehrmacht, cosa che in Germania non sarebbe possibile senza rischiare un linciaggio”
“ Ti stai chiedendo se qui siamo tutti nazisti?” La domanda era partita diretta e Karin rimase esterrefatta tanto che ci mise alcuni secondi prima di elaborare una risposta
“ Non mi sono mai interessata di politica” disse infine “Avevo un uomo che invece era molto addentrato in quelle faccende ma personalmente non sono mai stata a favore e nemmeno contro. Per me contava la Germania che era al di sopra della politica del momento. Sono orgogliosa di essere tedesca ma la politica la lascio a chi se ne intende” Klara annuì per poi sfoderare un sorriso di comprensione
“ Capisco. E’ un discorso complicato. Ci sono stati errori nel nazismo che non vorremmo ripetere. Si può dominare il mondo anche senza fare le guerre”
“ E come?” chiese sorpresa Karin
“ Noi tedeschi siamo intelligenti, alacri e soprattutto sappiamo far tesoro dai nostri errori. Non siamo più nel 1938. Il quarto reich diverrà tale non per imporci militarmente sugli altri popoli ma per farlo economicamente”
“ Perché farlo qui in Sudamerica allora? Non sarebbe meglio farlo in Germania?” Klara scosse la testa
“ Vedi Hanna, ci sono persone che non possono tornare in Europa. Noi abbiamo il dovere di proteggerle e fare in modo che vivano la loro vita in tranquillità. E poi c’è il discorso economico. Questo è un territorio vergine che può essere sfruttato con una manodopera a basso costo. Qui si producono tantissime Volkswagen, quasi quante ne costruiscono in Germania, lo sapevi? La nostra tecnologia tornerà ad essere di altissimo livello e il mercato sarà nostro. E chi ha in mano il mercato ha in mano il mondo. E noi siamo destinati a governare sul mondo”
“ Quindi, niente guerra contro russi e americani?” Klara scoppiò di nuovo a ridere
“ Queste sono le fandonie che mettono in giro i nostri nemici. E come la fai una guerra contro gli Stati Uniti? O contro l’Unione Sovietica?”
“ Con la bomba atomica” fece Karin ingenuamente facendo ridere di nuovo Klara
“ Mentre noi la inviamo loro farebbero altrettanto. E la Germania sarebbe definitivamente distrutta. Il mondo sarebbe distrutto. Pensi che Stati Uniti e Unione Sovietica non si annienterebbero l’un l’altra se potessero farlo? Ma non possono proprio perché una guerra di quelle proporzioni che vede armamenti atomici sarebbe l’ultima guerra dell’Umanità che sarebbe tutta sterminata. No Hanna, il mondo si conquista con il commercio, con gli affari, con le idee, con l’intelligenza e non più con la violenza. E noi non siamo secondi a nessuno quanto a idee e intelligenza” Karin era rimasta sbigottita. Non era quello che si pensava. Quella gente non voleva conquistare il mondo militarmente ma volevano farlo in modo più pacifico. Certo, le idee rimanevano. E quelle idee avevano portato il mondo sull’orlo del baratro con milioni di morti, la maggior parte dei quali in modo barbaro e inumano. E quelli che si erano macchiati di orrendi delitti come Manfred Bauer erano difesi e nascosti
“ Mi riesce difficile immaginare un mondo del genere. E poi?” chiese Karin sempre più meravigliata
“ E poi decideremo quali sono le Nazioni meritevoli del nostro aiuto e quali invece non lo sono, detteremo legge sulla politica monetaria, imporreremo le nostre idee e… Beh, forse non sono una grande esperta ma credo che a noi donne in fondo debba interessare poco” concluse Klara. Karin dal canto suo sospirò incredula. Erano idee strane che però non poteva controbattere non essendo un’esperta ma le sembrava strano che ci potesse essere un futuro del genere. I due blocchi, quello comunista e quello occidentale erano o almeno le sembravano per quello che ne sapeva, troppo forti per far sì che un terzo incomodo potesse provare a superarle. Soprattutto Unione Sovietica e Stati Uniti erano forti non solo militarmente ma, vista la grandezza dei loro territori, anche di materie prime. Difficile immaginare quindi un mondo dove la Germania potesse dettare legge. Ma non era un’economista ed era tutto troppo complicato per lei. Annuì quindi abbozzando un sorriso per poi guardare l’orologio. Erano ormai le 18.30 e doveva prepararsi per la grande serata
“ Beh, grazie della chiacchierata piacevole come al solito. Ho imparato anche delle cose che non conoscevo. Ma ora è meglio che vada”
“ Certo cara. Ci vediamo domani mattina?”
“ E come potrei non accettare?”
“ Perfetto! E per il lavoro parlerò a mio marito. Vedrai che non avrai problemi” Karin si alzò e attese che anche Klara facesse altrettanto per poi abbracciarla
“ Non ti ringrazierò mai abbastanza”
“ Il mondo si conquista con le idee ma anche con la coesione. Noi siamo un popolo che deve rimanere unito e allora risorgeremo più forti di prima. E quindi da parte mia è un dovere cercare di aiutarti” concluse Klara sorridendo per poi camminare affiancate verso le proprie abitazioni
Dopo alcuni minuti Karin era a casa. Diede un’occhiata alla finestra e quando si rese conto che non c’era nessuno accese la radio ricetrasmittente. Questa volta sentì una voce maschile
“ Miss Wieder?”
“ Sì, sono io. Posso parlare con Janet?” Non si sentiva a proprio agio a parlare con quei due e preferiva farlo con la Berenson. Alcuni secondi di silenzio e poi la voce femminile di Janet uscì fuori dall’apparecchio
“ Eccomi miss Wieder. Ci sono novità?”
“ Sì miss Berenson. Ieri sera ho visto Bauer. Avevate ragione voi, è qui a Paso Bonilla e si fa chiamare Helmut Goldbrunner” Karin sentì distintamente il sospiro di Janet
“ Quindi le nostre informazioni erano giuste?”
“ Sì, lo erano. Ha creduto poco alla favoletta che gli ho raccontato ma penso che alla fine se la sia bevuta”
“ Lo rivedrà? Che cosa le ha detto? Ha cercato di riallacciare la relazione?”
“ Una domanda alla volta. Comunque la risposta è sì per quanto riguarda la prima e la terza domanda. Per quanto riguarda ciò che mi ha detto…. Beh, all’inizio, come le dicevo, ha creduto poco alla storiella che gli ho raccontato ma poi è sembrato più accomodante tanto che mi ha detto che vuole di nuovo diventare il mio schiavo. E stavolta sarebbe uno schiavo vero e non solo come preliminare del sesso. E’ veramente ossessionato da quel gioco” Janet sospirò soddisfatta. Aveva indovinato perfettamente la reazione di Bauer di fronte a Karin ed era molto soddisfatta
“ Forse per lui è molto più di un gioco. Secondo lei ha quindi ha creduto fino a un certo punto a ciò che lei gli ha raccontato ma ha accettato ugualmente per poter rivivere le sue ossessioni. E’ tutto giusto miss Wieder?”
“ Non lo so, miss Berenson. Credo di essere stata alquanto convincente. Però non si può escludere che lui abbia fatto finta di crederci pur di essere di nuovo uno schiavo”
“ Capisco. Pertanto stia attenta. Piuttosto, quando vi vedrete?”
“ Ci vedremo tra poco più di un’ora”
“ Come ha intenzione di rimuoversi?” Karin sospirò
“ Andrò un po’ a intuito. Lui sembra diverso…”
“ E’ un criminale di guerra, non se lo dimentichi mai” si allarmò Janet
“ Non intendevo sotto quell’aspetto ma da quello della dominazione. Glie l’ho detto, miss Berenson, lui mi ha fatto chiaramente intendere di essere disposto a diventare davvero uno schiavo vero. Si è persino inginocchiato di fronte a me in mezzo alla strada”
“ Sente la mancanza di ciò che facevate, è fuori di dubbio”
“ Sì, lo ha confermato lui stesso e credo fosse sincero”
“ Faccia attenzione miss Wieder. Si ricorda come deve agire?”
“ Certo. Lo devo far bere e dentro alla bibita inserirò il sonnifero che mi avete dato. Dopodiché vi chiamerò e tutti insieme andremo via. Devo solo decidere come farglielo bere”
“ Sì ma non faccia sciocchezze. Noi ci metteremo subito in viaggio in modo da poter essere da lei in pochi minuti. Appena vedrà che si è addormentato dovrà chiamarci e noi interverremo”
“ Ok. Speriamo di non avere problemi. Una birra non la rifiuterà e dentro gli metterò del sonnifero”
“ Miss Wieder, lo faccia prima del rapporto. Non deve andarci a letto. Non è obbligata a farlo” Karin sospirò profondamente. Non aveva nessuna intenzione di concedersi ma non sarebbe stato facile. Fare sesso con lui avrebbe potuto scardinare le sue residue difese ma avrebbe dovuto valutare la situazione sul campo e decidere in quei frangenti
“ Vedremo, miss Berenson. Sono una tedesca e sono abituata a fare le cose per bene. Se dovrò sacrificarmi per il bene comune lo farò” concluse Karin chiudendo la comunicazione. Anche Janet dall’altra parte sospirò e guardò i suoi due compagni
“ Stiamo facendo la cosa giusta?” Samuel alzò le spalle
“ Non mi dire che ti preoccupi per lei?”
“ Se Bauer scopre che sta facendo il doppio gioco la uccide senza pietà”
“ E a noi che importa? Ormai sappiamo come si fa chiamare e se la Wieder ci aiuta, tanto meglio altrimenti lo prenderemo in un altro modo” Janet scosse la testa
“ Quella donna è una vittima e non starò qui a guardare che quel bastardo la uccida”
“ Anche volendo, non possiamo fare nulla” Janet sospirò. Sapeva che Samuel stava dicendo la verità. Richard che invece era rimasto in disparte intervenne
“ Perché no? Sappiamo che Bauer si sta per incontrare con la Wieder e ci faremo trovare lì e lo prendiamo. Gli puntiamo in faccia le nostre pistole e lo costringiamo a venire con noi” Janet scosse la testa
“ Tu sei pazzo Richard. Ho riflettuto e ho capito che Samuel ha ragione. A Paso Bonilla ci sono oltre duecento simpatizzanti nazisti e se sentono un solo grido interverranno tutti quanti e io non ho voglia di trovarmi sotto le loro grinfie oppure scatenare un putiferio. Rispettiamo il piano. Avviciniamoci a Paso Bonilla e speriamo che quella tedesca riesca a fare il suo lavoro senza mettere in pericolo la sua vita” Richard guardò Janet
“ E perché dovremmo fare come dici tu?”
“ Perché siamo in due contro uno, non è così Samuel?” Friedman annuì. Per lui Janet aveva sempre ragione, figuriamoci poi se avvalorava la sua tesi. I due si guardarono poi Samuel voltò lo sguardo. Accidenti! Era meraviglioso avere una persona con certe capacità nel gruppo ma Janet era troppo maledettamente carina per far sì che lui fosse completamente neutrale e questa dipendenza in un certo senso lo infastidiva. Richard invece scrollò le spalle e se ne andò dalla stanza. Samuel stava perdendo la testa per quella ragazza. Era evidente. E beh, non poteva nemmeno giudicarlo più di tanto considerando le qualità fisiche e intellettuali della ragazza. E sulla questione, non era uno stupido e aveva compreso subito che Janet e Samuel avevano ragione. Se Bauer avesse attirato l’attenzione dei suoi compatrioti, loro tre difficilmente sarebbero usciti vivi da Paso Bonilla.
 
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Se li è pieno di
simpatizzanti nazisti è logico
 
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CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 12/3/2024, 17:50) 
Se li è pieno di
simpatizzanti nazisti è logico

E sì, ci devono andare coi piedi di piombo ed ecco perché Karin è l'ideale per la riuscita del piano.
 
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Quattordicesimo episodio

Karin Wieder alias Hanna Weitzel si rimirò allo specchio. Aveva indossato di nuovo quell’abito marrone che aveva messo durante la festa e aveva tirato di nuovo su i capelli. Prima di partire per il Sudamerica aveva fatto una tinta che glie li aveva restituiti come quando era giovane ovvero biondissimi e quel colore si addiceva alla sua personalità. Anche perché in fondo era già di suo una bionda naturale e aveva solo schiarito ulteriormente il colore dei suoi capelli. Poi preparò tutto quello di cui aveva bisogno compreso una bottiglia di birra con il sonnifero che avrebbe dovuto dare a Manfred. Si sentiva ovviamente agitata, vuoi per il fatto di incontrare l’uomo che tanti anni prima forse l’avrebbe uccisa per mantenere quel segreto e vuoi per il fatto che era ancora indecisa sul da farsi. Avrebbe cercato di dare il sonnifero subito all’uomo o prima avrebbe giocato con lui? Si sentiva accaldata al pensiero di averlo di nuovo ai suoi piedi e quella volta lo avrebbe avuto senza una dominazione dal basso come era accaduto a Berlino. Era inutile mentire a sé stessa. Le piaceva. Le era piaciuto fin dalla prima volta che aveva fatto quel gioco. Attese con pazienza che arrivassero le venti e quando le lancette del suo orologio l’avvertivano che l’orario era giunto, con puntualità teutonica Manfred alias Helmut suonò il campanello della sua abitazione. Con passo lento e con il cuore che aveva accelerato i suoi battiti andò ad aprire. Manfred era di nuovo in abiti civili con una giacca di velluto beige e un pantalone marrone sotto a una camicia dello stesso colore del pantalone portata senza cravatta. Si mise di lato per farlo entrare e appena la porta si chiuse l’uomo si inginocchiò
“ Sono pronto, mia padrona” Karin sorrise. Quella scena di sottomissione contribuì a calmarla. Sembrava come se il tempo non fosse mai passato. Lo afferrò per un orecchio costringendolo ad alzarsi. Manfred non oppose resistenza
“ Nudo” gli disse semplicemente e Manfred iniziò a togliersi gli indumenti e quando fu interamente nudo la donna poté appurare che la sua risposta erotica era sempre ottimale. Le bastava un ordine e lui aveva un’erezione e anche quella volta il membrò di Manfred era già sull’attenti “Ora di nuovo in ginocchio” gli ordinò lasciandolo sul pavimento e dirigendosi in cucina. Aveva già preparato tutto e prese un semplice utensile da cucina, esattamente un grosso cucchiaio di legno, per tornare da Manfred che era sempre nella stessa posizione. Lo fece alzare per poi farlo piegare e fargli mettere le mani sul muro. Quindi iniziò a martellare il suo sedere nudo con quel cucchiaio di legno. Uno, due, dieci volte fino ad arrivare a cinquanta. Bauer non fece uscire un lamento e del resto era alto e robusto ed era in grado di sopportare cose ben più pesanti e dolorose. Karin invece sembrava stizzita per l’imperturbabilità di Manfred e lo fece girare. Sentiva il desiderio di fargli male. In po’ per la rabbia repressa in tutti quegli anni e un po’ per percepire ancor di più la sua dominazione su di lui. Gli afferrò i testicoli stringendoglieli forte
“ Ahi” urlò Manfred.
“ Ah, adesso lo senti il dolore. Ho voglia di farti del male. Qualcosa in contrario?”
“No. Tutto quello che vuoi padrona” fu la risposta dell’ex colonnello delle SS
“ Davvero? Vedremo se alla fine sarai della stessa opinione” Aumentò la forza della sua presa e vide Manfred stringere i denti quindi con la mano libero lo schiaffeggiò, una, due dieci volte per poi perdere il conto. L’uomo respirava affannosamente e il pene era sempre sull’attenti e anche quella volta i suoi lamenti erano stati quasi inesistenti. Karin lo afferrò per il mento
“ Ti piace fare lo schiavo, a quanto vedo”
“ Sì padrona, mi piace. Vorrei stare sempre ai tuoi ordini”
“ Ci starai. Voglio che adesso strisci come un verme. Obbedisci” La donna si allontanò e vide Manfred mettersi sdraiato sul pavimento e strisciare fino a raggiungerla. Gli mise un piede sopra la testa “E tu saresti il famigerato colonnello che fa tremare tutti? Sei patetico, non è vero che lo sei?”
“ Sì padrona, sono un uomo patetico” Karin lo afferrò per i capelli e lo schiaffeggiò con forza nuovamente per poi dargli un calcio proprio sui testicoli. Manfred stavolta urlò dal dolore
“ Cosa c’è? Non ti va bene quello che ti faccio?”
“ No, va bene. Va bene tutto quello che decidi” La voce di Manfred era lievissima e stava riprendendo fiato dopo quel dolore intenso. Anche Karin però respirava affannosamente. Era eccitata. Non le capitava da una vita. Per sedici anni non aveva avuto rapporti e la sua vita sessuale era completamente nulla. Adesso però il suo corpo di femmina fremeva e il suo desiderio era al livello massimo. Pensò al sonnifero dentro quella bottiglia di birra ma subito dopo escluse quel pensiero dalla sua mente. < Dopo> ripeteva a sé stessa, < Glie la faccio bere dopo>. Aveva programmato tutto, aveva anche detto a sé stessa che mai e poi mai avrebbe fatto sesso con colui che si era macchiato di orrendi delitti e forse anche dell’omicidio di sua sorella ma non resisteva. Lo fece mettere in ginocchio e poi si tolse il vestitino che aveva indosso. Con leggiadria slacciò il reggicalze e si tolse anche la giarrettiera e infine gli slip che indossava. Prese la nuca di Manfred e la mise sulla sua vagina. Chiuse gli occhi fremendo al solo pensiero e quando l’uomo iniziò ad inserire la sua lingua all’interno del suo sesso, sussultò di piacere
“ Dammi piacere, schiavo. Fai godere la tua padrona, te lo ordino” Il suo orgasmo arrivò quasi immediatamente e fu un orgasmo inaudito, qualcosa che non aveva mai provato. Molto dipendeva dal lungo tempo trascorso senza provare piacere. Non aveva mai fatto nemmeno autoerotismo perché non era nella sua mentalità e pertanto era logico che provasse molto desiderio. Ma quel desiderio insolito e inaudito dipendeva anche dalla situazione. Essere una padrona le era sempre piaciuto, fin dalla prima volta che Manfred glie lo chiese per movimentare il sesso. Ma quella volta, per la prima volta nella sua vita, sapeva che stava dominando per davvero. Sentiva che Manfred era veramente il suo schiavo e che avrebbe potuto farci quello che voleva. Tolse la testa dell’uomo e si appoggiò al muro per riprendere fiato mentre l’uomo la guardava con desiderio e col membro sempre più turgido. Aveva fatto sesso con centinaia di donne nella sua vita. Alcune, poche in realtà, consapevoli e tutte le altre le aveva prese con la forza durante la guerra. Se una donna gli piaceva, se la prendeva. Ma quello che provava con Karin quando era il suo schiavo non lo aveva mai provato. E in quel momento il suo desiderio era al parossismo. Forse perché per la prima volta nella sua vita sentiva che c’era un alone di realismo che tanti anni prima mancava. Vedeva Karin veramente come la sua padrona e un po’ era sconvolto da questa scoperta perché aveva sempre immaginato la dominazione come un gioco prima del sesso.
Karin nel frattempo si era leggermente calmata dopo essere arrivata all’orgasmo e si rivestì con calma dando ogni tanto un’occhiata al suo schiavo che aspettava suoi ordini. Cosa fargli? Non era una professionista e non aveva mai letto niente in proposito e per lei la dominazione era qualche frustata, qualche leccata di piede e dare ordini. Non aveva idea di come fosse invece molto più articolata e complessa. Ma quello che sapeva le bastava ed era pur sempre una donna intelligente, un’artista che poteva far funzionare la sua fantasia. Sorrise mentre alcuni pensieri le stavano venendo in mente per poi guardarlo
“ Prendimi una sigaretta” l’ordine era stato secco e Manfred provò un piacere inspiegabile nel sentire la voce della donna così autoritaria. A disagio per la sua nudità e per il suo pene eretto, espletò l’ordine di quella che ormai considerava a tutti gli effetti la sua padrona. Karin vide il gesto servile dell’uomo. Si era rimesso in ginocchio di fronte a lei aspettando un suo ordine. Dio, quanto le piaceva quella sensazione! E quell’uomo… Il boia di Stettino responsabile della deportazione e della morte di migliaia di polacchi era un fantoccio nelle sue mani “Alzati” gli ordinò dopo aver fatto uscire dalla bocca una nuvola di fumo
“ Ai tuoi ordini, padrona”
“ Ho fame, schiavo. Voglio che tu mi prepari la cena e poi naturalmente dovrai servirmi” Stavolta l’uomo rimase esterrefatto, con la bocca aperta e gli occhi spalancati
“ Co…Cosa?” Karin si alzò di scatto dalla poltrona dove nel frattempo si era seduta e colpì con l’ennesimo schiaffo Manfred
“ Ti ho dato un ordine. Hai detto che stavolta saresti stato davvero uno schiavo. Ci hai già ripensato? Se è così vattene” Bauer scosse la testa
“ No, non è per quello. Io… Ti vorrei obbedire sul serio, padrona. E’ meraviglioso stare ai tuoi ordini e sentirmi veramente uno schiavo. E’ solo che… Io non sono capace di cucinare” Karin scoppiò a ridere
“ Sei proprio del tutto inutile. Ti guiderò io ma farai tutto tu. Ti farò preparare per due ma non ho ancora deciso se e in che modalità mangerai” Manfred chinò il capo e Karin si avviò verso la cucina seguita dall’uomo. Si sedette e, dopo aver spento la sigaretta iniziò a dirigerlo facendo in modo che una cena decente potesse essere messa sul tavolo.
Manfred era euforico. Anche se guidato dalla donna era riuscito a preparare la cena per la sua padrona. I testicoli però erano piuttosto indolenziti per la quasi perenne erezione. Era più forte di lui. Vivere quella situazione era per lui un toccasana per la sua virilità. Spostò da perfetto gentiluomo la sedia per far sedere la sua padrona che aveva ormai superato il nervosismo iniziale e cominciava a trovarsi perfettamente a suo agio. Sentiva che Manfred era diverso dall’uomo che conosceva tanti anni prima. Almeno dal punto di vista della sottomissione. Mai e poi mai avrebbe fatto da sguattero e invece in quel momento era un perfetto schiavo domestico. L’uomo infatti le portò il cibo a tavola
“ Ecco a te padrona. E’ un onore poterti servire” Karin non disse nulla. Il suo sguardo non lasciava trapelare i suoi pensieri e attese la mossa di Manfred che, sempre rimanendo completamente nudo e col pene sull’attenti, mise anche la sua porzione sul tavolo sedendosi poi di fronte a lei. Era ciò che lei attendeva. Si alzò e poi guardò il suo schiavo
“ Alzati!! Gli ordinò e l’uomo naturalmente obbedì. Si sentiva stranamente a disagio di fronte a lei mentre aspettava che lei facesse la prima mossa. E la mossa arrivò a sorpresa per Manfred che si prese l’ennesimo schiaffo da Karin che poi, come prima, gli afferrò i testicoli con la mano facendo urlare di dolore l’ex colonnello
“ Oddio, ti prego padrona, fa male” Sempre stringendo Karin si avvicinò fino a toccare col suo naso la punta del naso di Manfred
“ Pezzo d’idiota. Ti ho detto che puoi sederti al mio tavolo? Ti ho dato il permesso di farlo?”
“ Io… Io… No, credevo…” Karin strinse ancor di più. Il dolore era davvero intenso per l’uomo che prima serrò i denti e poi si morse il labbro inferiore
“ Tu non devi pensare. Tu devi obbedire a me, alla tua padrona e non sei degno di mangiare al mio stesso tavolo” Lasciò finalmente i testicoli di Manfred che poté così rifiatare “Adesso mettiti sotto il tavolo in ginocchio” Manfred la osservò. Sentiva che doveva obbedirle
“ Sì padrona, ai tuoi ordini” Bauer si inginocchiò prima ai piedi della donna e quindi si mise sotto il tavolo mentre Karin era di nuovo eccitata per ciò che stava vivendo e aveva praticamente dimenticato il motivo per il quale lei si trovava in quel posto. Afferrò il piatto che Manfred aveva preparato per sé stesso e poi ne gettò il contenuto sotto il tavolo
“ Ecco, quello è il tuo posto per mangiare. Come un cane che mangia ai piedi della sua padrona. E come i cani puoi usare solo la bocca visto che non hanno le mani. Voglio che il pavimento sia lucido e pertanto dopo aver mangiato lo leccherai. Chiaro?”
“ Sì padrona, chiaro” rispose Bauer che iniziò a mangiare usando semplicemente la bocca mentre Karin, mangiava con tutta calma comodamente seduta. Ma la sua mente andava quasi in ebollizione. Non era ancora del tutto soddisfatta e cercò di pensare a qualcosa di ancor più umiliante. Più gli dava ordini e più lei si stava eccitando tanto che sentiva il bisogno di toccarsi. L’orgasmo avuto prima con il cunnilingus non aveva certo placato le sue sensazioni. Osservò il cibo che lei aveva gettato per terra e le venne l’idea che reputò perfetta. Schiacciò con il piede destro parte di quel cibo e poi, tirando leggermente dietro la sedia per osservare meglio Manfred, gli mise il piede vicino alla bocca
“ Lecca!” Guardò Bauer titubante. Aveva forse esagerato? L’uomo infatti quasi non credeva a ciò che le sue orecchie avevano sentito. Non aveva mai pensato a una cosa del genere. Per una frazione di secondo rimase interdetto poi però avvicinò la lingua alla scarpa. Sentiva che doveva farlo e si rendeva conto che tutto era molto più soddisfacente rispetto a tanti anni prima quando quasi guidava Karin. Ora tutto gli sembrava quasi reale e la sua eccitazione, fisica e mentale, era di gran lunga maggiore. Era questo ciò che cercava? Forse sì. Anzi, più passava il tempo e più pensava che aveva fatto la scelta giusta. Abbandonarsi completamente a Karin, alla sua padrona, era la situazione più erotica che avesse mai provato in vita sua. Sedici anni prima era diverso. Aveva delle responsabilità e inconsciamente non poteva ammettere che lui, un colonnello delle S.S., potesse davvero sottomettersi a una donna. Ed ecco perché aveva sempre voluto scindere i momenti di dominazione da quelli della vita reale. Perché in quel modo poteva dire a sé stesso che in fondo quello che faceva era parte integrante del sesso. Ma era molto di più. Era sempre inerente alla sfera sessuale e la sua eccitazione lo stava a dimostrare ma sentirsi veramente uno schiavo era qualcosa di travolgente e di sconvolgente. Sospirò e continuò a leccare i rimasugli del suo cibo dalla suola della sua padrona tra lo sguardo incredulo di Karin che quasi non credeva ai suoi occhi. Lo stava facendo, stava leccando la suola della sua scarpa. Ormai non aveva più dubbi ed era sicura che Manfred fosse diverso e che era veramente il suo schiavo e quella consapevolezza del potere che aveva nei suoi confronti era afrodisiaca tanto che non riuscì più a controllarsi e iniziò a toccarsi il seno e a far scivolare la mano sulla sua vagina. Prima due dita, poi tre, con un crescendo di piacere sempre maggiore. Lo voleva. Voleva quel cazzo che era ancora incredibilmente eretto da diverso tempo. Lo afferrò per un braccio e quasi lo trascinò verso la sua camera da letto per poi spingerlo sul letto. Lo voleva. O meglio, voleva un maschio. O lui o un altro non faceva differenza. Tanti anni senza sesso. Troppi per placare la sua sete con un solo orgasmo. Si spogliò rapidamente e poi si sdraiò su Manfred che aspettava quel momento da troppo tempo. Cercò di baciare la donna che però si ritrasse
“ Non provare più a baciarmi. Mi servi solo per darmi piacere e non per amoreggiare come due fidanzatini. Sei il mio schiavo, ricordatelo” L’ex colonnello non si scompose. Trovava quasi giusto ciò che la sua padrona le aveva appena detto anche se avrebbe pagato qualsiasi cosa per assaggiare quella bocca così invitante ma si stava rendendo conto che non doveva osare troppo. Era già tanto quello che lei gli stava regalando. Sentì il suo membro scivolare dentro la vagina di lei e chiuse gli occhi. Il pene era scivolato quasi da solo, tanta era l’eccitazione di Karin che era completamente bagnata, Anche la donna fece lo stesso gesto e sospirò soddisfatta mentre iniziò a muoversi sopra di lui. Era questa la giusta posizione. Le sembrava di dominare anche nel sesso e questo le fece assaporare ancor di più quella penetrazione. Mise le mani di Manfred sopra i suoi seni fino ad arrivare all’orgasmo in tempi brevissimi. Ma la sera era ancora all’inizio e lei già sapeva che non si sarebbe fermata lì.
 
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view post Posted on 15/3/2024, 20:15     +1   -1
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CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 8/3/2024, 17:01) 
No ti prego, niente sponsor altrimenti dicono che ti ho pagata. :D
A parte gli scherzi, tra poco nuovo episodio.

🙄😕e io che già mi vedevo un bel bonifico in arrivo
🙄😕
😅🤣scherzo ovviamente 😅🤣
Non hai bisogno di pagare per far sapere che hai tanti bei racconti,ma magari qualche lettore nuovo non sa che ne hai pubblicati tanti e che valgono tutti la pena di essere letti e riletti👍👏😘😘😘😘😘😘😘😘

👍👏oltre che bravo a scrivere hai delle belle idee politiche,hai il mio voto🙋🏻‍♀️🗳✏
👍👏😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘
 
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view post Posted on 16/3/2024, 14:47     +1   -1
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Davvero si priverà del suo schiavo per consegnarlo alla giustizia?
 
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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CITAZIONE (IdeaClito @ 15/3/2024, 20:15)
🙄😕e io che già mi vedevo un bel bonifico in arrivo
🙄😕
😅🤣scherzo ovviamente 😅🤣
Non hai bisogno di pagare per far sapere che hai tanti bei racconti,ma magari qualche lettore nuovo non sa che ne hai pubblicati tanti e che valgono tutti la pena di essere letti e riletti👍👏😘😘😘😘😘😘😘😘

👍👏oltre che bravo a scrivere hai delle belle idee politiche,hai il mio voto🙋🏻‍♀️🗳✏
👍👏😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

Non so se molti saranno d'accordo con le mie idee politiche ^U^ . A parte gli scherzi, grazie di cuore per i tuoi apprezzamenti :*:
CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 16/3/2024, 14:47)
Davvero si priverà del suo schiavo per consegnarlo alla giustizia?

Karin ha un alto senso della giustizia e si sente in colpa per quello che i suoi connazionali hanno fatto. Ma le cose della vita possono sempre cambiare :)
 
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view post Posted on 17/3/2024, 11:57     +1   -1
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Quando ti fai guidare da un pazzo figlio di Satana... (A. Hitler)
 
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CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 17/3/2024, 11:57) 
Quando ti fai guidare da un pazzo figlio di Satana... (A. Hitler)

Già. Vediamo però come si svilupperà la storia.
 
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view post Posted on 17/3/2024, 21:00     +1   -1

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Bella storia. Magari Herrin Karin coinvolge la cacciatrice di nazisti che pareva un tantino interessata alla Sua attitudine … attendo curioso … grazie Davide
 
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