Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

LA TEDESCA

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view post Posted on 27/2/2024, 18:44     +1   -1
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CITAZIONE (Il Marchese Slave @ 27/2/2024, 17:50) 
Bravo Davide Sempre Piacevole Bello Leggere I Tuoi Racconti. :)

Grazie, è un piacere. Aggiungo che anche questo possiamo considerarlo un episodio di transizione ma presto entreremo nel vivo e ci saranno scene di dominazione molto intense anche se per me conta la trama e questa è davvero particolare.
 
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view post Posted on 27/2/2024, 20:49     +1   -1

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sarà anche di transizione ma hai descritto l ambiente e le persone che sembra di essere lì con loro
 
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view post Posted on 28/2/2024, 14:02     +1   -1
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CITAZIONE (delianziano @ 27/2/2024, 20:49) 
sarà anche di transizione ma hai descritto l ambiente e le persone che sembra di essere lì con loro

E questo è il complimento più bello che potessi farmi. Grazie.
 
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view post Posted on 28/2/2024, 16:32     +1   -1
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Niente porte con i sassi per ora
 
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view post Posted on 28/2/2024, 20:29     +1   -1
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CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 28/2/2024, 16:32) 
Niente porte con i sassi per ora

Ancora no :D Ma fra un po' ci arriveremo. Karin deve prima ambientarsi nel nuovo posto e poi...
 
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view post Posted on 2/3/2024, 14:17     +2   +1   -1
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Decimo episodio

Karin Wieder sentiva la musica uscire dalla radio. Era musica strana, mai sentita prima. Forse musica del posto, sudamericana, allegra e spensierata. Niente a che vedere con le ballate malinconiche e tristi dei suoi connazionali e della musica degli americani più variegata. Spense quella musica e armeggiò con la radio. Le avevano insegnato ad usarla ma era ancora impacciata. Finalmente sentì gracchiare l’apparecchio riuscendo a collegarsi
“ Mi sentite? Sono Karin, mi sentite?”
“ La sentiamo perfettamente miss Wieder. Come è andato il suo primo giorno a Paso Bonilla?” Era la voce calda e perfettamente modulata di Janet ad averle risposto
“ Bene. Ho fatto amicizia con una donna del posto, una certa Klara Hegering. Mi sembra una brava donna”
“ Quella che lei definisce una brava donna è probabilmente una fautrice del nazismo che intende instaurare il quarto reich”
“ Il quarto reich?”
“ Esattamente. Il terzo era quello del non compianto Adolf e loro vorrebbero riproporlo in modo più moderno”
“ Io… Io intendevo dire che…” Karin si sentì come colta in fallo
“ Non si preoccupi, ho capito cosa intendeva dire. Piuttosto, mi dica, come le è sembrato il posto?”
“ Molto calmo e tranquillo. In realtà ho visto solo donne. A parte i locali. Di uomini tedeschi nemmeno l’ombra”
“ Vanno a lavorare e rientrano nelle loro abitazioni nel pomeriggio inoltrato. Come le dissi a suo tempo, alcuni ricchi tedeschi hanno aperto delle fabbriche in Sudamerica proprio per dare l’opportunità a chi ha scelto di vivere lì di lavorare. E’ un lavoro onesto e normale. Le riunioni le fanno abitualmente di sera e dubito che la potranno invitare visto che di solito sono riservate agli uomini”
“ Capisco miss Berenson. Comunque Klara mi ha detto che a giorni organizzeranno una festa per darmi il benvenuto nella comunità”
“ Perfetto. Era quello che aspettavamo. Sicuramente durante la festa sarà presente anche Bauer” Karin sospirò nervosamente
“ Oh mio Dio, se ci penso mi sento male”
“ Cerchi di stare tranquilla. Al massimo potrà farle alcune domande sul perché lei è giunta fino lì ma non si spingerà oltre”
“ Come fa ad esserne così sicura?” chiese ancora Karin e Janet percepì il suo nervosismo. Doveva tranquillizzarla
“ Perché deve tenere un profilo basso. Non ha alcuna convenienza ad agire in modo violento. Forse potrà dubitare perché è scaltro, perché è abituato a non fidarsi del prossimo ma non agirà violentemente contro di lei, miss Wieder”
“ Speriamo che sia come dice lei. Ah, domani verrò a Tacuarembo per comprare qualcosa. Ho solo due cambi visto che buona parte della valigia era occupata dalla radio. E mi serve della biancheria pulita”
“ No, non può venire a Tacuarembo. Un viaggio dopo due giorni di permanenza potrebbe risultare sospetto”
“ E’ stata Klara a propormelo dicendo che anche lei appena arrivata ha fatto la stessa cosa. E io ho accettato” Karin sentì del parlottio e poi di nuovo la voce di Janet
“ Ok, se è stata Klara a proporglielo direi che è perfetto”
“ Benissimo allora. Ah senta miss Berenson, crede che sia il caso di raccontare la mia versione a Klara? Potrebbe essere una buona cosa. Noi donne siamo abituate a raccontarci cose e avvenimenti del passato ed essere troppo chiusa potrebbe essere negativo per il mio personaggio” Ancora un leggero parlottio. Era evidente che accanto a Janet ci fossero anche gli altri due uomini
“ Sì, la storia che deve raccontare l’ha imparata e quindi può farlo. Faccia attenzione a non dire cose che possano mettere in crisi la sua identità”
“ Non mi tradirò. In fondo è più o meno ciò che mi è accaduto realmente” concluse Karin spegnendo poi la radio trasmittente e mettendo di nuovo la musica. Si sedette su una poltrona e si accese una sigaretta. Stava cominciando ad entrare nel ruolo ma era ancora molto agitata soprattutto quando pensava al suo probabile incontro con Manfred. Come si sarebbe comportato? Beh, Klara le aveva detto che era sua intenzione organizzare la festa di benvenuto fra due giorni e quindi lo avrebbe saputo ben presto. E sospirò chiudendo gli occhi. Non sarebbe stato facile per entrambi.

Klara Hegering era una donna brillante e colta e Karin aveva subito trovato parecchie cose in comune con lei. La passione per il teatro, tanto per cominciare. Avevano chiacchierato molto sull’autobus durante il viaggio di andata fino a Tacuarembo ma sempre di discorsi che non riguardavano loro due. Avevano disquisito di moda, di musica e di cinema e Karin si era resa conto che Klara aveva gusti molto simili ai suoi. Del resto, l’età era simile visto che Klara aveva appena compiuto cinquant’anni. Si astenne però da ogni discorso riguardante suo marito e la politica. Chissà chi era Klaus Hegering? Un semplice simpatizzante nazista che voleva instaurare il quarto reich, come le aveva detto Janet? Oppure era anche lui un criminale di guerra? Difficile pensare alla seconda ipotesi. Se fosse stato così, anche lui sarebbe stato sul libro nero di quel gruppo che l’aveva assoldata.
Scese dal pullman, le donne fecero le compere come due vecchie amiche. Klara le aveva consigliato un bell’abito marrone per la sera seguente quando ci sarebbe stata la festicciola in suo onore. Avevano fatto un breve spuntino a mezzogiorno e nel primo pomeriggio avevano ripreso il pullman che le avrebbe portate di nuovo a Paso Bonilla. Appena sedute, Karin alias Hanna pensò che fosse giunto il momento di confidarsi. O almeno di fare quella finta confessione come le aveva consigliato Janet. Doveva fare attenzione ma lei era un’attrice e sapeva come recitare. Guardò Klara e sospirò
“ Ho trascorso una bella giornata con te, Klara”
“ Anch’io cara. Vedrai che ti troverai bene qui. Certo, non è Berlino ma c’è molta pace e tranquillità”
“ Io… Io non… Oh mio Dio Klara, ho bisogno di sfogarmi con qualcuno” Klara le fece un sorriso rassicurante
“ Non sei obbligata ma se può farti stare bene, puoi confidarti con me”
“ Io sono dovuta scappare. Ero… Sono stata l’amante di un pezzo grosso, molto grosso. Gli alleati volevano processarmi e i miei connazionali… Loro mi guardavano schifati. La Germania era ridotta in macerie e per molti la colpa era anche mia perché avevo condiviso il letto con lui. Ma io l’amavo, Klara” Con abilità consumata, come se si trovasse su un palcoscenico, Karin iniziò a piangere e Klara le porse un fazzoletto per asciugare quelle lacrime
“ I nostri connazionali adesso sono confusi e vorrebbero gettarsi alle spalle il passato. Ma è solo un momento transitorio. La Germania diventerà più forte di prima e allora tutti quelli che ti hanno disprezzata saliranno sul carro dei vincitori”
“ E’ per questo che sono qui. Per sentirmi di nuovo una tedesca e non una puttana” Klara l’abbracciò
“ Questo è il nuovo inizio. Qui sei tra amici, tra gente che ti rispetta e che ti ammira e soprattutto non ti giudica. Hai amato un eroe e dovresti esserne fiera” Karin chiuse gli occhi mentre Klara proseguiva nel suo abbraccio. Aveva ragione Janet, quella era gente pericolosa, gente che avrebbe voluto di nuovo imporre la supremazia ariana sul resto del mondo. Klara era dolce, comprensiva e si era prodigata per lei fin dal primo momento che l’aveva vista ma anche lei era una nazista. Probabilmente non aveva colpe particolari, non aveva ucciso nessuno ma condivideva quell’idea aberrante. Aberrante? E se lei avesse tradito quegli ebrei? In fondo, cosa aveva da spartire con quei tre? In un certo senso si sentiva più simile a Klara che alla Berenson. Beh, se li avesse traditi l’avrebbero uccisa. C’erano due infiltrati e lei non sapeva chi fossero. No, da escludere. E comunque Manfred Bauer meritava di andare sotto processo. Un conto era essere un soldato, fare il proprio dovere per la propria Patria e un altro era macchiarsi di omicidi assolutamente inutili come quelli perpetrati da Manfred nei confronti dei civili. Quell’uomo era una bestia e meritava una condanna esemplare.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 16:01     +1   -1
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Scappato prima del processo di tutti i nazisti... Osannavano un pazzo furioso
 
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view post Posted on 2/3/2024, 17:13     +1   -1
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CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 2/3/2024, 16:01) 
Scappato prima del processo di tutti i nazisti... Osannavano un pazzo furioso

E già. Per quanto riguarda l'economia del racconto, non mi sono soffermato sul processo di Norimberga ma ha fatto capire che Manfred Bauer sarebbe potuto scappare proprio per evitarlo.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 20:44     +1   -1

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Mi accodo al lettore che sostiene che sembra di stare lì ad osservare. Il tuo modo di descrivere regala queste sensazioni. Per quanto riguarda la trama, mi sembra che adesso ci sia la quiete prima della tempesta e che ci stiamo avvicinando al momento cruciale. Ma al di là di ciò che accadrà è una lettura che va al di là della storiella da forum e non capisco come sia possibile che tu non abbia trovato il modo di sfruttare le tue capacità in altro modo.
 
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view post Posted on 3/3/2024, 18:05     +1   -1
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CITAZIONE (Max085 @ 2/3/2024, 20:44) 
Mi accodo al lettore che sostiene che sembra di stare lì ad osservare. Il tuo modo di descrivere regala queste sensazioni. Per quanto riguarda la trama, mi sembra che adesso ci sia la quiete prima della tempesta e che ci stiamo avvicinando al momento cruciale. Ma al di là di ciò che accadrà è una lettura che va al di là della storiella da forum e non capisco come sia possibile che tu non abbia trovato il modo di sfruttare le tue capacità in altro modo.

Le cose sono due. Mi mancano le conoscenze giuste e forse anche un tipo di scrittura più professionale. Va beh, ormai non ho più velleità ma da ragazzo forse avrei potuto cercare con più volontà la mia strada e invece mi sono accontentato. Tornando alla storia che è quello che conta, in effetti possiamo considerarla la quiete prima della tempesta. Stavo parlando con il nostro comune amico Flover e mi stava dicendo che bisognerà vedere come arriveranno i due protagonisti a quell'incontro e quali saranno i loro approcci psicologici alla reunion. E sono d'accordo. Sarà importante proprio il fattore psicologico. Sarà di nuovo una dominazione dal basso oppure sarà diverso? Lo vedrete tra pochi giorni su questi schermi. :)
 
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view post Posted on 5/3/2024, 16:57     +2   +1   -1
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Undicesimo episodio

Karin Wieder si rimirava allo specchio. Quell’abito comprato il giorno precedente le stava molto carino. Certo, non era un capo di alta moda ma il risultato era decisamente buono e si congratulò con sé stessa e con Klara per la scelta del colore che risaltava in modo perfetto con il biondo dei suoi capelli. Per far risaltare il suo viso cercò un trucco più approfondito e alla fine era decisamente soddisfatta. Era trascorsa un’era da quando si guardava allo specchio con quella soddisfazione. Quegli anni trascorsi successivamente alla sua fuga da Berlino e all’arrivo negli Stati Uniti erano stati tremendi. I soldi erano finiti presto e si era arrangiata per poter sopravvivere e pagare l’affitto del suo piccolo appartamento a New York senza la voglia di sentirsi ancora una donna affascinante. E soprattutto senza i mezzi economici per poterlo fare. Ma in quel momento si sentiva come la Karin di sedici anni prima, la donna che faceva sospirare i cuori di parecchi uomini.
Guardò l’ora e si accorse che era ancora presto per andare a case degli Hegering dove Klara le aveva organizzato la festicciola per introdurla nella società tedesca di Paso Bonilla. Avrebbe incontrato Manfred Bauer? Al solo pensiero sentì i battiti del cuore accelerare e non c’entrava nulla il sentimento che nutriva nei confronti di quell’uomo. Lo odiava. Forse era stato lui ad aver fatto uccidere sua sorella anche se non aveva prove ma di sicuro lo odiava per averle rovinato la vita. Non c’entrava molto la politica in quell’odio. Lei doveva farlo per sua sorella e per il bene della Germania, per tutta quella gente innocente, per tutti quei ragazzi morti in guerra, per un senso di giustizia che le era sempre appartenuto. Anche lei aveva le sue colpe. Lo sapeva e se le sentiva sulle spalle. Le colpe di aver girato la testa da un’altra parte. Le stesse colpe di milioni di suoi connazionali. Ma i suoi battiti accelerati dipendevano soltanto dal fatto che aveva paura di incontrarlo? Sì, era vero che quella non era la Germania nazista del 1938 ma si trattava di una piccola enclave del nazismo dove uno come Bauer poteva fare ciò che voleva ed essere poi aiutato da tutti gli altri. E se lui avesse pensato che fosse una spia, la sua vita era a repentaglio.
Si fece comunque coraggio, attese una mezz’ora circa e poi si incamminò verso casa degli Hegering dove i padroni di casa l’accolsero a braccia aperte e la presentarono ad alcuni degli ospiti che erano già arrivati Klara la prese sotto braccio
“ Meine Damen und Herren, ho l’onore di presentarvi la nostra nuova amica, una fervente tedesca che farà parte della nostra comunità: Hanna Weitzel” Karin sorrise e ringraziò per l’applauso sgorgato dai presenti. Sembrava una festa a Berlino, o a Colonia, o a Francoforte prima della guerra. Si parlava tedesco e gli uomini erano vestiti in giacca e cravatta o addirittura in uniforme da ufficiali della Wehrmacht. Man mano che gli ospiti arrivavano, il cuore di Karin era sempre più in fibrillazione. Di Manfred Bauer però nemmeno l’ombra. Bevve un paio di bicchieri e fumò alcune sigarette parlottando soprattutto con le donne. Nessuna faceva domande personali e lei non le fece. Alcune chiesero come andavano le cose in Germania negli ultimi tempi visto che la maggior parte di loro era scappata subito dopo la fine della guerra e immaginanavano che lei fosse invece rimasta nella madrepatria fino ad allora ma nemmeno l’ombra di una domanda personale. Probabilmente, le evitavano appositamente per non metterla in imbarazzo ed era grata di questo. Si guardava spesso intorno osservando quelle facce sconosciute. La casa e il giardino degli Hegering si erano ormai riempiti ed erano tantissimi, forse l’intera comunità tedesca, ad essersi riunita per darle il benvenuto. Chissà chi tra loro erano i due infiltrati. Tutti sembravano essere ariani e non c’era l’ombra di spie ebree, almeno apparentemente. Non sapeva nemmeno se si trattava di una coppia che si fingeva marito e moglie o di due uomini. O di due donne. Le donne attiravano meno attenzione e non era peregrina l’ipotesi anche se lei propendeva per una coppia che si fingevano marito e moglie. Forse i coniugi Maier? O forse i Kapellmann? Oppure Hans-Dieter Schmidt e sua moglie Inge? Impossibile capirlo. Sorrideva e ringraziava tutti per l’ospitalità. Erano ormai le 23 quando il brusio della festa si interruppe come per magia e una coppia fece la sua apparizione accolta dall’applauso di tutti i presenti. Karin pensò che il suo cuore si stesse per bloccare. La sua respirazione si era fatta difficoltosa e cercò inutilmente di calmarsi ma per lei la visione di Manfred Bauer accompagnato da sua moglie era quasi come un’apparizione satanica. Bauer era vestito in abiti civili e Karin pensò che fosse la prima volta che lo vedeva senza quella sua uniforme nera e lugubre. Aveva un completo grigio, una camicia bianca e una cravatta a righe regimental. Era come se lo ricordava, alto e possente e ancora dotato di un certo fascino malgrado l’età non più giovanissima. Poi spostò lo sguardo su sua moglie. Non l’aveva mai vista ma glie l’avevano descritta come una donna molto bella. Quella donna invece sembrava una vecchia. Camminava con fatica attaccata al braccio di Bauer ed era magrissima ed emaciata anche se si era truccata e i suoi capelli erano freschi di parrucchiere. Indossava un bell’abito verde mela lungo e, malgrado le evidenti difficoltà, aveva ancora uno sguardo fiero e superbo. Klara arrivò quasi trafelata vicino a lei
“ Hanna, vieni, devo farti conoscere due persone speciali” La prese sottobraccio e avanzò verso Bauer che solo allora si rese conto chi fosse la nuova arrivata. I muscoli del suo viso rimasero immobili ma dentro di sé sentì scatenarsi l’inferno. Come non pensare a tutto ciò che aveva fatto con lei? I migliori momenti della sua vita. In una frazione di secondo ripensò a quando si inginocchiava dinanzi a lei, a quando era sculacciato come fosse un bambino, quando con la sua voce impostata da grande attrice gli dava degli ordini. E lui che si eccitava come mai in passato e come mai gli sarebbe capitato in futuro. Cosa ci faceva Karin Wieder a Paso Bonilla? Klara intanto era giunta dinanzi a lui sempre tenendo sottobraccio la sua nuova amica e sorridendo la presentò a Bauer
“ Hanna, ti presento Helmut Goldbrunner e sua moglie Lena” Karin diede la mano a Bauer che la baciò con classe
“ Piacere di fare la sua conoscenza, Fräulein…?”
“ Weitzel, Hanna Weitzel” sussurrò Karin mentre il suo batticuore era diventato quasi palpabile
“ Molto lieto Fräulein Weitzel. Le presento mia moglie Lena” Le due donne si salutarono. Non aveva fatto nemmeno cambiare il nome a sua moglie. Sapeva che si chiamava Lena e aveva lasciato il suo nome originale mentre lui lo aveva cambiato totalmente. Questo testimoniava quale fosse la sicurezza dei nazisti in Sudamerica. I due si fissarono. Osservandolo più da vicino, Karin si rese conto che la prima impressione su Manfred era esatta. Era ancora un gran bell’uomo malgrado dovesse aver oltrepassato i 55 anni di età. I capelli erano ancora cortissimi anche se spruzzati di bianco intorno alle basette ma il fisico era ancora quello di una volta e da vicino sembrava ancor più alto e possente. Anche Manfred ovviamente osservò Karin e non poté fare a meno di constatare come il tempo fosse stato clemente con lei. Era ancora una bella donna. Una gran bella donna. Non aveva messo chili in eccesso e la sua figura era ancora snella e slanciata come una volta, come 16 anni prima quando era la sua padrona. Sospirò profondamente attendendo che Klara la portasse via. In fondo era lei la festeggiata, la nuova arrivata. Ma c’era qualcosa che non gli quadrava in quell’arrivo e avrebbe dovuto scoprire quale fosse il vero motivo dell’arrivo di Karin a Paso Bonilla.
 
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view post Posted on 5/3/2024, 22:07     +1   -1

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Finalmente si sono incontrati di nuovo. Ora bisognerà vedere come reagirà il nazista e se farà funzionare il cervello o... Qualcos'altro😂
 
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view post Posted on 6/3/2024, 14:37     +1   -1
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CITAZIONE (Max085 @ 5/3/2024, 22:07) 
Finalmente si sono incontrati di nuovo. Ora bisognerà vedere come reagirà il nazista e se farà funzionare il cervello o... Qualcos'altro😂

Ormai si deve attendere poco perché dal prossimo episodio si capirà se ragionerà col cervello o con quello che ha in mezzo alle gambe :D Ma è facile immaginare cosa sceglierà :)
 
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view post Posted on 6/3/2024, 15:28     +1   -1
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Siamo arrivati l'ha rivisto ed ora...?
 
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view post Posted on 6/3/2024, 20:56     +1   -1
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CITAZIONE (Angiolo Benvenuti @ 6/3/2024, 15:28) 
Siamo arrivati l'ha rivisto ed ora...?

Ed ora... Vedremo :)
 
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