| Ultimo episodio
Stade, Germania ovest giugno 1955
Janet Berenson scese dalla macchina scuotendo i lunghi capelli ricci. Si guardò intorno. La bassa Sassonia poteva essere deliziosa da visitare in estate. Si sistemò il suo vestitino di cotone beige sopra il quale aveva abbinato un bolerino marrone. Era semplicemente deliziosa. Diede un’altra occhiata alla piccola città e poté notare il porto sul mar Baltico situato nel centro storico e davanti a sé le caratteristiche case a graticcio, una particolarità della zona. E proprio verso una di quelle abitazioni che Janet si diresse. Il portone era aperto e salì a piedi i due piani maledicendosi poi per non aver preso l’ascensore con quei tacchi troppo alti. Arrivata al pianerottolo si guardò di nuovo intorno e quindi bussò a una delle porte attendendo una risposta che arrivò dopo pochi secondi “ Wer ist da?” La voce femminile dall’altra porta era tranquilla e pacata “ Miss Wieder, sono io, Janet Berenson” A Karin Wieder si illuminò il cuore nel sentire la voce giovanile della ragazza e corse ad aprire per poi abbracciarla “ Miss Berenson, io… Sono veramente felice di vederla. Cosa ci fa qui a Stade? E’ alla ricerca di qualche altro criminale di guerra” Janet sorrise “ Diciamo che mi sto prendendo alcuni giorni di ferie” “ Da sola?” Janet scoppiò a ridere “ Ma lei è un’impicciona, Karin. Cosa le fa supporre che io stia in compagnia?” “ Beh, ho visto come quel suo compagno, quello più alto, se la mangiava con gli occhi. E quindi non mi meraviglierebbe che voi due…” “ Samuel?” “ Sì, mi sembra che fosse Samuel. Pendeva letteralmente dalle sue labbra. E lo capisco. Lei è semplicemente deliziosa” Janet sorrise alzando le spalle “ Grazie miss Wieder. Mi parli di lei, piuttosto. Come va la vita in questa cittadina? A prima occhiata mi sembra un luogo a misura d’uomo” Karin annuì “ Direi che va bene. Avevo bisogno di un luogo del genere dopo ver abitato in due grosse città come Berlino e New York. Piuttosto, lo sa che ho trovato un ruolo in uno spettacolo teatrale ad Amburgo?” “ Davvero? Sono davvero felice per lei” “ E’ un ruolo di coprotagonista. Tutte le sere riempiamo il teatro e ci sono tanti applausi. E devo ringraziare lei. E’ lei che mi ha permesso di stare qui adesso piuttosto che in un carcere uruguayano” Janet alzò le spalle “ A prescindere dal fatto che non la volevo vedere marcire in galera, ho cercato di ragionare sulla questione e ho capito che la cosa più giusta da fare era quella di mettere tutto a tacere” Il volto di Karin si rabbuiò completamente “ Ho fatto una pazzia. Non avrei dovuto. Mi sono macchiata le mani di sangue” sospirò infine dopo alcuni secondi di pausa. Janet però scosse la testa “ Lei ha semplicemente fatto un atto di giustizia. Io probabilmente avrei agito nello stesso modo” “ La ringrazio per la sua comprensione. Ah, che sbadata che sono. Posso offrirle qualcosa? Un tè o un caffè?” “ Vada per il tè, con un po’ di latte se non le spiace” “ Venga allora. Mi faccia compagnia in cucina” Janet seguì Karin e su sua indicazione di sedette su una sedia accavallando le sue belle gambe per osservare la donna che stava preparando il tè” “ Miss Wieder…” “ Perché non ci chiamiamo per nome? Le dispiace?” La Berenson sorrise “ Oh no, mi fa piacere. E… Dimmi Karin, c’è qualcuno con te?” La Wieder sorrise “ Diciamo che ci sto lavorando. E’ un mio collega attore che mi sta facendo la corte e credo proprio che accetterò” Janet sembrò quasi esultare “ Ma che bella notizia. Quindi, hai appeso la frusta al chiodo. Mai più dominazione ma un sano rapporto tra uomo e donna. Giusto?” “ Non lo so. Presumo di sì ma ti dico che mi mancherà” “ Beh, potrai sempre fare qualcosa in camera da letto. Non sarai la prima né l’ultima a farlo” Karin sorrise “ Beh, una cosa alla volta. Prima devo accettare la sua corte e poi… Chissà. In fondo gli uomini spesso hanno bisogno di una donna forte che li prenda per mano. Io in quei momenti posso diventare una donna del genere anche se nella vita reale in fondo non sono molto forte e dominante. Credo che lo sia molto più lei di me” “ Di sicuro, so farmi rispettare” ammise Janet mentre Karin andò a preparare il tè ormai pronto per poi servirlo a Janet da brava padrona di casa. Mentre sorseggiavano entrambe quel tè, Karin guardò la Berenson “ Janet, tu hai mai pensato ad avere una relazione dominante?” La ragazza sgranò gli occhi “ Io?” “ Sì tu. Te l’ho detto prima. Quei due ma in particolar modo Samuel, pendevano dalle tue labbra e accettavano qualsiasi cosa tu ordinavi loro” “ Forse ti sei lasciata suggestionare dal mio modo di fare. A volte mi lascio prendere la mano e tendo a prendere il predominio nel gruppo” “ No Janet e tu sei troppo intelligente per non capirlo. Ti piace assumere il comando e hai le doti per farlo. Sei una dominatrice nata e quei due lo hanno riconosciuto. Ma scommetto che con ogni uomo con cui ti rapporti sei tu quella che prende decisioni. Ti ho osservata e ho visto che ti piace” “ Credo che ti stai lasciando fuorviare dal mio modo di comportarmi. Un conto è prendere decisioni e un altro è frustare un uomo” Karin sorrise “ E secondo te dominare un uomo è soltanto usare la frusta? Quello è un orpello, un modo di giocare. Ma essere dominanti in un rapporto è ben altro. E’ assumere il comando, decidere, valutare. E a te tutto questo viene spontaneo. E quel tipo… Come si chiama? Samuel? Beh, lui è cotto di te. E non solo perché sei una bella ragazza ma perché gli piace una donna con gli attributi. Una come te. Ed è pure un bell’uomo. Se non è sposato, io un pensierino su di lui ce lo farei” “ Beh, ne riparleremo Karin. Credo che verrò a trovarti di nuovo anche perché vorrei conoscere quell’attore che ti sta facendo battere il cuore. Hai il diritto di essere felice” Janet si alzò e Karin fece altrettanto per poi abbracciarla “ Sono davvero felice che tu abbia pensato a me e che sia venuta a trovarmi. La mia casa è sempre aperta. E rifletti su ciò che ti ho detto. Dominare un uomo è qualcosa di straordinario e sono sicura che tu lo sapresti fare alla grande. E se capiti di nuovo da queste parti, mi piacerebbe che tu venissi a vedermi mentre recito. Sono brava sai” “ Oh lo so che sei una brava attrice. Lo so” disse Janet camminando verso la porta. Era stato piacevole rivedere Karin. Scese le scale e si infilò dentro la macchina dove un uomo la stava aspettando “ Allora, come è stato rivedere Karin Wieder?” “ Piacevole. Ma direi di proseguire il nostro viaggio. Non credi?” “ Certamente. Ma sei tu quella che decidi Janet” La ragazza sorrise e si piegò verso di lui baciandolo a lungo, con dolcezza e possesso “ Lo so che sono io a decidere e a te piace proprio questo, non è vero Samuel?” “ Mentirei se dicessi di no” “ E allora metti in moto. L’Europa è grande e voglio visitarla quasi tutta” “ Ai tuoi ordini, padrona” “ Scemo” disse Janet per poi scoppiare a ridere posando di nuovo le sue dolci labbra su quelle di Samuel. Karin aveva capito esattamente come stavano le cose. Samuel era pazzo di lei e a lei non dispiaceva affatto. Ma soprattutto, grazie alla sua esperienza maturata con Bauer, aveva capito che Janet era nata per dominare. E la scintilla era scoccata proprio grazie alle confessioni della donna tedesca. Janet aveva provato un brivido e aveva compreso che, riveduta e corretta, quella era la via da percorrere per avere una relazione soddisfacente. Se non fosse andata, pazienza, ma doveva provare e Samuel da lei avrebbe accettato qualsiasi cosa. L’uomo si leccò le labbra ancora intrise dal sapore di Janet e sorrise pieno di felicità. Era pazzamente innamorato di quella ragazza. Mise in moto e dopo pochi minuti erano fuori dal centro abitato. Il mare del nord era alle loro spalle e davanti le pianure della Bassa Sassonia ma per Samuel qualunque luogo sarebbe stato incantevole con Janet accanto. Quel viaggio serviva loro proprio per capire se quello che stavano facendo fosse giusto o sbagliato e dopo avrebbero ripreso la loro caccia ai nazisti perché il loro compito non si era esaurito con la morte di Manfred Bauer. Avevano ancora diversi nomi sul loro taccuino. Per un mese ovvero per il tempo di quel viaggio d’amore, quei criminali potevano stare tranquilli ma poi la ricerca sarebbe ricominciata più dura e più approfondita che mai. Ma lo avrebbero fatto da coppia. Una coppia dove sarebbe stata lei a decidere.
FINE
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