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LA TEDESCA

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Davide Sebastiani
view post Posted on 29/3/2024, 17:52 by: Davide Sebastiani     +3   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Diciottesimo episodio

Erano diversi minuti che i due amanti erano nudi sdraiati sul letto uno a fianco all’altra. Manfred osservò Karin e sentiva il suo cuore che batteva come un ragazzino alla prima cotta. In compenso, aveva però riacquistato la sua lucidità
“ Padrona, resterei accanto a te sempre ma… Devo raggiungere mia moglie e ti chiedo il permesso di poter andare”
“ D’accordo schiavo, sei libero di raggiungere tua moglie” L’uomo sorrise
“ Ci vedremo domani padrona?”
“ Chiedimelo in ginocchio!” gli ordinò la donna e Manfred scese dal letto per mettersi in ginocchio accanto a lei
“ Potrò avere l’onore di essere di nuovo il tuo schiavo domani?”
“ E per quale motivo dovrei accettare?”
“ Perché ho bisogno di te padrona. E perché vorrei che tu fossi soddisfatta di me. Io… Io sto provando sensazioni nuove, diverse. A Berlino… Per me era solo sesso, un modo diverso di farlo ma ho scoperto che è meraviglioso essere veramente uno schiavo al servizio di una padrona come te. E adesso mi sento completamente in tuo potere ed è la cosa più bella che mi sia mai capitata”
“ Me lo dicevi anche sedici anni fa. Cosa è cambiato?”
“ E’ cambiato il mio approccio. E tutto quello che faccio quando obbedisco ai tuoi ordini mi piace. Anche cose che mai avrei creduto di poter fare. Io vorrei appartenerti. E ho notato… Ho notato che anche tu hai un approccio diverso. Sei più sicura, più dominante e…più partecipe. Ti prego padrona, accettami come schiavo anche domani e cercherò di non fartene pentire” Karin sospirò per l’ennesima volta
“ Va bene schiavo. Domani sera alla stessa ora”
“ Oh grazie padrona. Mi rendi l’uomo più felice del mondo”
“ Ok, adesso vestiti” concluse la donna. Era il momento. Si mise i suoi indumenti intimi e andò in cucina. La birra con il sonnifero era al fresco del frigorifero dal giorno prima. L’afferrò e la versò dentro un bicchiere e subito dopo ne prese una ancora intatta e versò il suo contenuto in un altro bicchiere. Sentiva i suoi battiti del cuore accelerati e quando afferrò i due bicchieri si accorse che stava tremando tanto che la birra quasi fuoriusciva dai bicchieri. Cercò di calmarsi ma non era facile. Ripeteva come un mantra dentro di sé < Nella mano destra il bicchiere col sonnifero” per evitare di confondersi e camminò lentamente e col cuore in gola verso la camera da letto. Manfred si era ormai quasi interamente rivestito ed era seduto sul bordo del letto mentre si allacciava le scarpe e voltò lo sguardo verso Karin non appena sentì il lieve rumore della sua camminata. Vide anche i due bicchieri colmi di birra
“ E’ per me padrona?” chiese accennando un sorriso
“ Uno per te e uno per me. Tu ne hai proprio bisogno considerando ciò che hai messo in bocca” Si era preparata la battuta per rendere quel momento più leggero e sembrò esserci riuscita alla perfezione. Un’attrice poteva essere nervosa dietro le quinte ma quando entrava in scena doveva dar sfoggio della sua arte e della sua bravura. E infatti Bauer fece un sorriso e chinò leggermente la testa mentre afferrava il bicchiere
“ Grazie padrona. E’ un onore per me sapere che ti preoccupi per me” Entrambi portarono il bicchiere alla bocca. Karin sorseggiava a piccole dosi osservando, tra un sorso e un altro, Manfred che invece bevve tutto d’un fiato. Poi iniziò a ondeggiare. Bauer sentiva le forze che iniziavano a mancargli e capì immediatamente. I suoi occhi si erano ridotti a piccole fessure
“ Brutta puttana… Mi hai drogato” riuscì a dire cadendo con la testa sul letto e con il resto del corpo a terra e mandando il bicchiere ormai vuoto in frantumi. Karin non perse tempo e andò immediatamente nella stanza dove c’era la radio
“ Miss Berenson mi sente? Miss Berenson, sono Karin, rispondetemi vi prego” Nel piccolo furgoncino a pochissimi chilometri di distanza, i tre sobbalzarono nel sentire la voce della Wieder e Janet afferrò il microfono
“ Forte e chiaro. L’ha fatto?”
“ Sì, è svenuto” I tre urlarono dalla gioia”
“ Ok, arriviamo tra dieci minuti”
“ Sbrigatevi, ho paura. Se si dovesse svegliare?”
“ Non si preoccupi miss Wieder, Bauer dormirà per alcune ore e noi fra pochissimo saremo da lei” rispose Janet dando il segnale a Samuel di mettere in moto e partire
“ Io… Sono stata di parola”
“ Sapevo che lo sarebbe stata. Adesso si calmi, si metta seduta e si fumi una sigaretta. Poi prepari qualcosa e lo metta in valigia, compresa la radio. Lasci tutto ciò che è inutile nella casa”
“ Ok. Dieci minuti ha detto, vero?”
“ Siamo già partiti e stiamo in vista di Paso Bonilla. Non più di dieci minuti. Dobbiamo andare piano per non farci fermare dalla polizia uruguayana e poi perché, arrivati a Paso Bonilla, è meglio non dare nell’occhio. Il tempo che lei si fumi una sigaretta e che prepari la valigia e noi saremo a casa sua” Casa sua? Beh proprio per niente. Lo era stata per pochissimi giorni. Si accese comunque quella benedetta sigaretta e osservò Manfred che nel frattempo era scivolato quasi completamente a terra. Aveva fatto la cosa giusta? E se le informazioni che quei tre avevano non corrispondevano alla realtà? Che prove avevano che lui fosse davvero il boia di Stettino? Si mise le mani nei capelli e gettò la sigaretta nel portacenere a metà. Doveva vestirsi e poi preparare la valigia ed era meglio farlo immediatamente.

Janet Berenson, Samuel e Richard erano ormai entrati a Paso Bonilla. Il piccolo furgone andava quasi a passo d’uomo. La cittadina era minuscola e non volevano attirare attenzione. Erano armati ma uno scontro coi residenti di origine tedesca era da evitare assolutamente. L’oscurità però era quasi totale e solo pochi lampioni regalavano un briciolo di illuminazione. Dal canto suo, Karin era attaccata alla finestra che dava sulla strada per vedere se quei tre arrivavano e tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che finalmente un piccolo furgoncino si era fermato proprio dinanzi all’ingresso della piccola villetta. Riconobbe immediatamente i due uomini che scesero di corsa dal furgone camminando velocemente verso la porta e Janet che invece era rimasta a fianco al veicolo aperto e in moto. Aprì la porta e Richard Goldman la guardò mentre entrava insieme a Samuel Friedman
“ Miss Wieder, prenda la valigia e vada di corsa dove c’è Janet. Noi prenderemo Bauer” Karin obbedì in silenzio. Prese con una mano la valigia, quasi trascinandola a causa della sua pesantezza, e si diresse da Janet che aveva aperto il portello laterale e la fece entrare, attendendo poi i suoi due colleghi che sorreggevano il corpo inanimato di Manfred Bauer. Posarono l’ex colonnello accanto alle due donne e poi salirono davanti
“ Dai Samuel, andiamocene di corsa” Friedman annuì mentre dietro di loro, le due donne erano sistemate sui sedili posteriori con il corpo di Bauer dietro di loro. Agilmente, Janet passò dietro e mise le braccia dell’uomo dietro la schiena per poi fermargli i polsi con delle manette e per mettergli un bavaglio per non farlo urlare
“ Non dovrebbe rinvenire fino a quando saremo a Montevideo ma è meglio essere previdenti”
“ Andremo a Montevideo, miss Berenson?” chiese Karin. Il nervosismo non era scomparso del tutto ma adesso, grazie alla compagnia dei tre cacciatori di nazisti, aveva riacquistato per lo meno un briciolo di sicurezza. Ma solo un briciolo. Avevano nel furgoncino un uomo rapito e se la polizia uruguayana li avessero fermati sarebbero stati grossi problemi. E non avrebbero certo accettato le scuse che il rapito fosse un criminale di guerra
“ Sì miss Wieder” rispose Janet dando una lieve pacca sulla spalla di Karin e sorridendole per tranquillizzarla “Abbiamo un’altra casa in affitto alle porte della capitale ma fuori mano tanto da poterci trasportare Bauer e tenercelo per un paio di giorni fino all’arrivo della nave”
“ La nave? Dove lo porterete?” chiese Karin sempre più in apprensione
“ A New York. Il capitano della nave è un nostro amico. Non è il primo criminale di guerra che portiamo in questo modo, stia tranquilla. Ne abbiamo presi anche in Argentina, in Brasile e in Paraguay”
“ E poi?” Janet alzò le spalle
“ E poi avviseremo le autorità militari statunitensi che probabilmente lo porteranno in Germania dove verrà processato” Karin rimase esterrefatta
“ In Germania?”
“ Siamo persone civili. Il nostro compito è catturare questi bastardi. Poi saranno dei giudici tedeschi a valutare le sue colpe. Per uno come Manfred Bauer è probabile la pena di morte o l’ergastolo. Se lo dovessimo estradare in Polonia lo impiccherebbero con un processo farsa”
“ E a voi non interessa che venga ucciso?”
“ Dipendesse da me lo ammazzerei adesso. Anzi, lo torturerei e poi lo farei morire pian piano ma, come le ho detto prima, ci vantiamo di essere delle persone civili e quindi sarà un tribunale della sua nazione ad occuparsene”
“ E io? Mi avete presa in giro? Lo so che non avete nulla contro di me” Janet sorrise appoggiando di nuovo la sua mano sulla spalla di Karin in segno di amicizia”
“ Dovevamo convincerla, miss Wieder. Nessuno di noi conosceva il vero volto di Manfred Bauer. Mi dispiace averle mentito ma lei era necessaria per la riuscita del nostro piano. A Paso Bonilla c’erano almeno dieci uomini che potevano essere lui e nessuno, nemmeno i nostri infiltrati, sapevano chi fosse. Lei non ha commesso alcun delitto. Appena saremo negli Stati Uniti lei sarà libera e faremo in modo che possa avere subito la nazionalità statunitense” La Wieder scosse la testa
“ Sa che le dico, miss Berenson? Credo che me ne tornerò in Germania. Voglio contribuire alla rinascita della nostra nazione e stare in mezzo alla mia gente”
“ E’ nel suo diritto. Le faremo avere un documento che attesti la sua vera identità e la porteremo in Germania. A Berlino?”
“ No, non credo. Berlino è una città che è il simbolo della disfatta della Germania, divisa in quattro. Io sono nata nella parte orientale, quella controllata dai russi e mi creda, non ho la minima intenzione di andarci. Preferirei più una città a misura d’uomo, dove possa insegnare canto e recitazione ai giovani. Forse Amburgo. Mi piace il mare e mi piacerebbe vederlo dalla mia finestra. Amburgo o, meglio ancora, qualche cittadina più piccola che si affacci sul mare”
“ Me lo farà sapere e le prometto che farò quanto è in mio potere per aiutarla” concluse Janet.
 
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