| Per anni è circolata una colorita leggenda nei corsi motivazionali, ovvero che nel cinese mandarino l’ideogramma utilizzato per la parola crisi significasse anche opportunità, e faccio un contrito outing nell’ammettere che, benché informandomi avessi scoperto la verità, per un certo tempo continuai, di tanto in tanto a utilizzare ‘sta storiella biecamente, anch’io, ai tempi in cui spacciavo spesso formazione alle associazioni di categoria.
Diciamo che, se ben argomentato e con il dovuto corollario dimostrativo di “case history”, l’espediente funzionava a meraviglia, anche come scialuppa consolatoria per chi galleggiava in acque agitate. Il punto vero però è che, invitati ad intervenire, molto spesso, un buon numero di convenuti si scopriva avere in faretra una storia da sciorinare, con un fil rouge di sfighe assortite già trasformata in riscatto e successo. Quasi come se, in molti casi, la precondizione sventurata costituisse una specie di motore determinante..
Certo, anche la storia collettiva insegna come capiti, non di rado, che dal letame nascano i fiori, per citare il poeta. Propongo la prima che mi viene in mente, se i neri di Harlem fossero stati benestanti e felici, probabilmente sarebbero andati al conservatorio a studiare Chopin e non avremmo mai conosciuto il rhythm and blues, ciò detto non ne farei comunque una regola universale.
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