Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

2020

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 8/12/2020, 11:56     +1   -1

Professore/essa SM

Group:
Member
Posts:
409

Status:


I gusti son gusti; mica doveva piacere per forza a tutti, se volete la sincerità nei giudizi....
 
Top
Kirk
view post Posted on 8/12/2020, 12:00     -1   +1   -1




Anche io sono sincero nei giudizi e devo dire che i tuoi gusti sono pessimi.
Sincerità per sincerità.
Ma perché non lo scrivi tu un racconto.
Facile dare giudizi sugli altri senza mai scrivere nulla.
 
Top
view post Posted on 8/12/2020, 12:03     +1   -1
Avatar

Cavaliere BDSM

Group:
Member
Posts:
514

Status:


 
Top
view post Posted on 8/12/2020, 12:34     +2   +1   -1

Maestro di Piedi

Group:
Member
Posts:
7,468

Status:


CITAZIONE (falcos @ 8/12/2020, 11:56) 
I gusti son gusti; mica doveva piacere per forza a tutti, se volete la sincerità nei giudizi....

Oltre alla sincerità, se fossi l'autore, richiederei anche una critica un po' più articolata, un piccolo sforzo per organizzare un pensiero leggermente più complesso di "che cavolata".
Ma se così fosse poi il povero imitatore donde trarrebbe materiale per il suo innocente passatempo?
Dunque... Va bene così!
 
Top
view post Posted on 8/12/2020, 12:57     +4   +1   -1

Maestro di Piedi

Group:
Member
Posts:
7,468

Status:


A me piace assai.
Unica critica: la presenza di pratiche troppo estreme, come il divieto di alcolici alla festa femdom.
Questa, sì, che cavolata!
 
Top
Kirk
view post Posted on 8/12/2020, 13:34     +1   +1   -1




CITAZIONE (Nomade d'Amore @ 8/12/2020, 12:34) 
Oltre alla sincerità, se fossi l'autore, richiederei anche una critica un po' più articolata, un piccolo sforzo per organizzare un pensiero leggermente più complesso di "che cavolata".
Ma se così fosse poi il povero imitatore donde trarrebbe materiale per il suo innocente passatempo?
Dunque... Va bene così!

difficile per chi in 90 messaggi non ha mai superato la quarta riga.
 
Top
view post Posted on 21/12/2020, 23:51     +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Cari amici di forum, vi risparmio i dettagli della nostra cena a cinque, siamo già andati ben oltre il necessario con le mie divagazioni.
Il tema principale, come molti di voi ricorderanno bene, era una soluzione all'insoddisfazione, abbastanza comune, tra i telepatici libertini amanti del BDSM che, come me, non possono o non vogliono sottostare alle regole del free ma sono costretti a rivolgersi al mondo pro.

Lasciatemi, prima di ritornare a descrivervi gli incontri, che pensavo fossero risolutivi, con le mistress freprovi, spendere ancora due parole su come finii per rivolgermi al mondo pro e sul perché mi venne l'idea di aprire una multiservizi con una marcia in più.
E per farlo, vi chiedo ancora venia, devo ritornare, seppur in succinta forma, alla cena di quella sera.

Adua era davvero simpatica. Arguta e brillante. Come mi aveva accennato, uno dei suoi tre schiavi, il provetto pasticcere, non era neppure telepatico.
Durante la cena, avendo dimestichezza con l'uso della parola, grazie al fatto che mio padre era un sapiens, trovai naturale parlare con lui e cercare di coinvolgerlo...beh, parlando e non pensando.
Mi accorsi presto che Adua e gli altri due avevano parecchie difficoltà a seguire gli scambi verbali ed a tradurre i pensieri in parole.
Cosa che mi confermò anche Francesco, che era titolare di un laboratorio di pasticceria artigianale a Vertemate con Minoprio.
Parlando scoprii che aveva non poche difficoltà con i clienti telepatici, soprattutto riguardo le torte su ordinazione per eventi speciali.
Fu grazie a quella conversazione che iniziai a rendermi conto di quanto fosse difficile per molti della mia specie parlare con i normali.
Da lì, dopo ulteriori indagini, mi venne l'idea di fondare la multiservizi ove offrivo, oltre alla manovalanza, me stesso come interprete, anche se forse ponte sarebbe un termine più appropriato, tra il cliente e la colf, l'uomo di fatica, il custode etc.

Ma non solo. Fu la stessa Adua a suggerirmi di provare la strada del pro.
Lei, mi proiettò, era sempre disponibile per una bella scopata con me; purtroppo, dato che io cercavo un certo aspetto fisico unito a delle pratiche specifiche, forse sarebbe stato interessante provare ad andare da qualche pro.

Trascorsi un buon fine settimana a Londra rimuginando su tutto, oltre che visitando tre o quattro attrazioni turistiche ed alla fine quando tornai a casa mi rivolsi a Telnet e debuttai come cliente nel mondo pro.

Il mio primo incontro fu con una russa, Alexia, che riceveva a Milano. Era bella, mora, alta 1.60, occhi verdi. Diceva di avere 22 anni e mi sembrava credibile. Andai da lei con il cuore in gola. Ero carico di aspettative.
Fu un bell'incontro, lei mi fece tutto quello che le avevo chiesto, anzi, mi fece provare anche un paio di cose extra a cui io non avevo pensato. Veramente un bell'incontro.
Lei precisa, professionale...ma.
Già. Ma.
Nel chiudermi la porta alle spalle non ero soddisfatto. Mi sembrava fosse mancato qualcosa. Non vi era stata quella tempesta di pensieri che avevo provato con Flavia e Susan. O con Adua.
Questo era ovvio, essendo una pro, non potevo aspettarmi una partecipazione di un certo tipo, lo avevo già immaginato.
Ma allora cos'era?
Lei era stata brava, rispettosa dei limiti, aveva spinto il T&D al punto giusto, come anche le torture dei capezzoli eppure...
Ecco, mi sembrava di aver interagito con un teleimmersion. Non c'era quel pizzico in più che mi aspettavo da un essere umano.

All'epoca attribuii la colpa alla pro.

Nel frattempo, visto che avevo bisogno di pecunia per andare a pro, iniziai a gettare le fondamenta del mio futuro business offrendomi come lubrificante comunicativo tra i sapiens ed i telepates.
Ed incredibile, non ci credevo nemmeno io, la cosa funzionò alla grande, grazie al passaparola. Ma questa è un'altra storia.
Io ero contento perché potevo permettermi di andare a provare diverse pro.
Ne provai tante, come le mie rece in questo forum possono testimoniare, alcune anche molto brave, più partecipative di Alexia ma, tolto un paio, presto ritiratesi in prepensionamento anticipato, alla fine restava quella sensazione di non essermi davvero sentito nelle loro mani, di non aver provato quel brivido. Non si trattava soltanto di orgasmo telepatico, ma proprio di qualcosa di impercettibile. Forse ero io:avevo troppi limiti e non permettevo loro di esprimersi al meglio, come invece era successo quella sera di Londra con Flavia e Susan.
Ma comunque il free era escluso. Avevo partecipato ancora a qualche evento, ma il risultato era sempre quello: le gnocche che piacevano a me potevano permettersi di selezionare e lo facevano, giustamente, secondo le loro idee, che spesso erano in contrasto con i miei desiderata.
A dir la verità anche molte di quelle che, per usare un eufemismo, erano meno gnocche, data la grande offerta potevano permettersi di fare selezione.
Ogni tanto rivedevo anche Adua, dove subito scattava la zompata prima e la cena dopo.

Ad alcune feste incontrai diverse pro che, unendo l'utile al dilettevole, erano lì per sponsorizzarsi. Alcune di quelle le avrei frequentate, diciamo, privatamente.
Scoprii presto che il fatto di partecipare o meno ad eventi BDSM non era una discriminante per la pro: ne trovai di valide che amavano quelle feste ed altre, altrettanto valide che non ci andavano.

Purtroppo, anche con quelle più brave, alla fine dell'incontro rimaneva quel pizzico di...beh, chiamiamola insoddisfazione, anche se non sarebbe il termine corretto.

Come avrei scoperto era il limite dei telepatici: non si può comandare ai pensieri. Per quanto molte pro fossero brave a trasmettere le giuste sensazioni, spesso sembrava una specie di forzatura.
In più non si aveva quel passo ulteriore, quel pizzico di "non so che" che mancava.

E non dovevo essere l'unico dato che negli ultimi tempi han preso piede le freprovi.

Si, noi insoddisfatti siamo in crescita. O forse alcuni di noi si stanno evolvendo ancora e diventiamo solo più sensibili, con antenne, perdonatemi il termine, più dritte.
O forse telepatia e sesso mercenario non fanno una buona accoppiata. Questa, ma all'epoca non lo avevo capito, era in parte la risposta.
Ma non vorrei anticiparvi troppo.

Per la legge del mercato, dove vi è una domanda, ecco che, se i mezzi tecnici lo consentono, nasce immediatamente un'offerta.
E l'offerta, in questo caso, è un tentativo di unire i lati positivi del pro con quelli del free.

Nessuno, stranamente aveva pensato che l'interfaccia neurale con cui ci immergiamo in Telnet potesse essere usata commercialmente non solo da pochi teleimmersion, diciamo con un termine retrò, a luci rosse amatoriali, ma anche da altri esseri umani per trasmettere sensazioni ed emozioni commercialmente.
In effetti, quello che ho detto è impreciso. Qualche tentativo venne fatto una cinquantina di anni fa ma non ebbe successo, neppure nel campo della pubblicità.
In realtà nelle reclame ci pensò la legge a stroncarlo: se sponsorizzi un risotto liofilizzato in busta, devi fare sentire le sensazioni che ti dà il piatto preparato con il contenuto della busta e non quelle che prova un attore, tenuto a digiuno 24 ore, quando sente il profumo di un risotto cucinato da uno dei più blasonati cuochi.

Inoltre, è davvero difficile trasmettere un emozione reale e farla arrivare ad altri, se non la si vive.
Si va ad una festa BDSM e si percepisce quello che proietta, ad esempio, lo schiavo frustato o il godimento della mistress. Ma è difficile salvarlo e poi riproporlo. E non solo per via dei mezzi tecnici.

Inoltre trasmettere le emozioni dei protagonisti di un teleimmersion è impossibile od inutile: mentre tutti vorremmo provare la sensazione di essere baciati dalla gnocca di turno che sollazza il cattivo dei teleimmersion d'azione, nessuno vorrebbe trovarsi al posto del villain quando il buono gli mette in corpo una decina di proiettili o peggio. Inoltre dubito che l'attrice provi davvero qualcosa mentre fa finta di cacciare mezzo metro di lingua in bocca all'antagonista.
Come detto, a parte gli innamorati che usano Telnet e l'interfaccia neurale per fare sesso a distanza, gli unici che avevano ne avevano sfruttato commercialmente le possibilità erano una minoranza di teleimmersion porno amatoriali.
Ma questi, proprio perché girati con mezzi "poveri", non erano a livello di regia, qualità di immersion, cambi di prospettiva e, diciamocelo, prestanza dei protagonisti, a livello di quelli professionali, anche se questi ultimi sono, diciamo, emozionalmente asettici.

La rivoluzione, nel BDSM, è partita dal Giappone nei sei mesi antecedenti il mio primo incontro con una freprovi.
Adesso, a più di tre anni da quando provai questa novità, il loro numero è pari quasi a quello delle pro ed una sessione con una di esse è una cosa quasi di routine.
 
Top
view post Posted on 22/12/2020, 11:45     +1   -1
Avatar

Maestro di Piedi

Group:
Member
Posts:
16,934
Location:
Pescara

Status:


mmmmmm ok
 
Top
view post Posted on 20/1/2021, 10:32     +1   +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Permettetemi di iniziare con lo sfatare un mito: molti qui pensano che freprovi significhi free reale prodomme virtuale.
Questo perché nel mondo, diciamo, occidentale, alcune mistress free hanno visto in questo uso dell'interfaccia neurale in ottimo modo per guadagnare qualcosa senza fare compromessi.

In realtà la nascita ed il significato del termine risulta abbastanza controverso.
Alcuni sostengono che l'acronimo sia nato dalla frase: free real experience paid from virtual slave.
Od almeno questo era il claim pubblicitario delle prodomme giapponesi del famoso club che per prime iniziarono a sperimentare con questo metodo.
Si, lo so. La frase non è in inglese corretto e neppure l'acronimo è perfetto, ma quanti telepatici giapponesi conoscono bene l'inglese?
Appunto.
Altra ipotesi:semplicemente sembra che questi suoni siano quasi la trascrizione letterale dei flussi di pensiero della prima mistress giapponese che utilizzò questo sistema e, successivamente, si cercò di trasformarlo in acronimo.
Nessuna delle ragazze del club TQ di Tokio ha mai chiarito. E neppure si sa se lo inventarono loro o fu un passapensiero di utenti.

Se nulla si sa di come sia nato questo insieme di lettere, la nascita di questo modo di avere un incontro tramite interfaccia neurale è invece ben documentata.

A Tokio vi è il famoso ed esclusivo club femdom TQ, nato ormai quasi 3 secoli fa, che garantisce sempre, 24/7 non solo la presenza di almeno dieci prodomme, ma di dedicarne almeno una per ogni cliente. Se si vogliono più prodomme si può andare in orari meno affollati oppure si consiglia la prenotazione. Naturalmente se si vuole un numero minimo garantito di prodomme superiore ad uno o la loro scelta, il prezzo aumenta.
Oltre alla nutrita squadra di prodomme stanziali e lautamente pagate dal club, ogni donna ha la possibilità di entrare gratis e di divertirsi con i clienti.
Il cliente, invece, ad un modico prezzo orario che equivale all' incirca al valore mensile del Reddito di Cittadinanza Universale, può vivere un'esperienza di vera e reale schiavitù senza alcun limite se non le lesioni gravi ed irreversibili. Durata minima della permanenza nel locale: tre ore. Dopo aver pagato per il tempo desiderato, appena varcata la soglia, l'uomo perde ogni diritto, compreso quello di uscire prima del tempo concordato, e diventa uno schiavo. Una prodomme lo prende in consegna. Gli ordina di spogliarsi e si sincera che chiuda gli abiti in un armadietto di cui lei avrà la chiave. Lo osserva mentre si lava e nel caso potrebbe anche dargli una mano, ad esempio infilandogli una bella sonda per lavaggio intestinale. Lei è la sua padrona e potrà fargli di tutto ed ordinargli di tutto. Potrà punirlo in modo estremamente severo se sbaglia qualcosa o non obbedisce o solo perché ne ha voglia. Potrà coinvolgere nel gioco altre prodomme, se ci sono o se loro lo chiedono, così come altri schiavi di altre prodomme. Come avrete notato sul loro sito ci sono diverse scene di forced-bi.
Ci sono anche diverse scene di marchiatura a fuoco, di cui un paio sulla guancia del malcapitato, frustate e spanking a sangue, tagli e suture etc.

Ricordate? Ho detto niente lesioni irreversibili, ma alcune pratiche cruente come la marchiatura a fuoco od i tagli lasciano segni che un semplice trattamento di dermoripristino in una cabina medica fa sparire in pochi minuti. Interventino semplice e veloce a costo zero, con la sanità pubblica.
Tutto a posto, quindi? Quasi. Perché la Convenzione di Roma del 2120 garantisce, semplificando, in tutto il mondo la sanità gratuita solo per le prestazioni necessarie per motivi di salute.
Se ad esempio mi ustiono con l'acqua bollente per un incidente domestico, vengo risanato gratis. Se voglio una mastoplastica per ragioni estetiche, pago. Risulta chiaro che eliminare una marchiatura a fuoco che mi è stata fatta consensualmente è fuori dal gratuito.
Quindi a volte il cliente esce con un ulteriore spesa da sostenere, dato che non penso a molti faccia piacere girare con un marchio a fuoco in viso.

Eppure il club resiste da secoli, la clientela non manca, quindi perché si è sentita la necessità di tentare di allargare il giro di clienti includendo anche chi non se lo poteva permettere?
Altra domanda senza risposta. Anche se io, tra i primi clienti virtuali, una risposta l'avrei: in realtà non è un dono del locale a chi non se lo può permettere, ma è un modo per pescare altri clienti, dato che, secondo me, quelli reali sono scemati nel tempo ed oggi non siano più in numero sufficiente per garantire una certa qualità. Le prodomme stavano diventando sempre più crudeli ed il limite che tu non possa abbandonare la sessione prima che sia trascorso il tempo concordato può essere molto pesante, se incontri la prodomme sbagliata. Invece, con l'interfaccia neurale...ti scolleghi!
Io stesso, sia per i miei gusti, sia per quanto sopra ricordato, avevo sempre esitato a visitarlo di persona.
Ma bando alle ciance, riporto qui di seguito la mia recensione pubblicata su questo sito ormai quasi quattro anni fa.

Sono quasi emozionato. Tra pochi minuti sarò in neurolink con la Padrona Sachi per la mia prima sessione con una freprovi.
Ci sono due tipi di donne che mi hanno sempre eccitato, soprattutto come dominatrici:le russe e le asiatiche.
Si, lo so, sono stereotipi, ma nella mia mente queste due tipologie di donne sono sempre bellissime, irraggiungibili ed estremamente sadiche e crudeli.

Le russe altissime, con quei bellissimi occhi gelidi, quel corpo splendido e la cascata di capelli biondi, me le figuro sempre senza alcuna pietà mentre mi straponano con un fallo gigante, incuranti delle suppliche. Poi dopo questo trattamento, mi sottopongono ad un estenuante T&D dove prima di farmi venire mi fanno supplicare fino alle lacrime, per poi lasciarmi esplodere tra le loro splendide e voluttuose labbra, che raccolgono il mio seme e con un lungo bacio, me lo depositano in bocca, mentre continuano a stimolarmelo in una tortura post orgasmo dove urlerei se non avessi la loro lingua in bocca.

Le asiatiche, minute, ma con un corpicino perfetto, seni piccoli, gambe sottili ma delineate, piedini piccoli e caviglie fini, esaltate ancora di più da delle décolleté nere, tacchi 10 a spillo, me le immagino, sempre con un sorriso enigmatico, che dopo avermi appeso al soffitto per le braccia ed avermi imbavagliato, mi frustano con diversi tipi di frusta, frustini, cinte, paddle e mi torturano i capezzoli sorde ai miei mugolii di dolore e cieche alle mie lacrime. Poi quando sono soddisfatte, dopo avermi legato bene al letto, con le gambe ben tirate aperte, usino la loro gnocca stretta per portarmi sempre più al limite, torturandomi con deliziosi morsi o con unghie laccate di rosso i capezzoli, per poi farmi esplodere dentro di loro. Non contente, mentre mi costringono a ripulirgliela con la lingua, usano sapientemente le loro manine sul mio pene per farmi urlare di dolore.

Si, sono fantasie. Fantasie che tramutate in realtà forse non mi piacerebbero. Tutti noi ne abbiamo di simili. Le prodomme migliori quando ti leggono nel pensiero queste fantasie le attuano, ma si fermano sempre appena capiscono che hanno raggiunto quel limite dove la fantasia diventa incubo e tu non godi più. Lo fanno perché sono appunto prodomme e la salvaguardia del cliente è massima. Le free anche se ti leggono queste fantasie nella mente, non se ne curano più di tanto, se non come premio, dato che attuano le loro. Oppure vanno fino in fondo e per te diventa un incubo e loro godono di più.

Seguendo le istruzioni ricevute, prima di collegarmi, mi spoglio e mi metto in ginocchio. Ho prenotato il minimo, ossia due ore per me che sono in realtà tre per lo schiavo reale.

Avvicino la parte larga di quella che a prima vista sembra una capsula di caffè tipo Nespresso alla tempia destra. La parte dermoreattiva si attacca, come se ci fosse un adesivo all'epidermide.
Immediatamente, dopo il solito attimo di offuscamento mi trovo sulla Telnet.
Mi faccio strada con il pensiero fino al TQ. Apro la porta con la chiave telepatica che mi hanno dato ed entro.
Il mio cuore batte fortissimo. Sento delle urla e vedo già diverse scene di dominazione in corso.

All'improvviso mi sento tirare le braccia indietro e me le sento immobilizzate dietro la schiena. Al collo la sensazione di un collare strettissimo.
Un dolore sordo ai capezzoli ed una sensazione di voglia di andare in bagno al sedere. Anche i piedi non sembrano liberi, o meglio, sento delle cavigliere di pelle strette.

Nell'aria un dolce ed inebriante profumo femminile, un misto tra preziose essenze ed aroma di cosmetici.

Un soffio caldo, leggero, profumato di fresca menta all'orecchio. Una lieve sensazione di bagnato ad un lobo.

Un leggero spostamento d'aria che indica un movimento e vedo due stivali in pelle nera, con un tacco a spillo argenteo, altissimo, sottilissimo.

Nel mio campo visivo entra una manina con lunghe e sottili dita affusolate. È girata con il palmo in su. Intravvedo la punta delle unghie,sagomate ad arcata gotica. Anulare e mignolo si chiudono nel palmo, permettendomi di vedere che le unghie sono smaltate di rosso tendente allo scuro. Indice e medio restano tese.
Sento le loro estremità che si appoggiano al mio mento. La pelle è morbida e calda. Tra le mie gambe c'è un' alzabandiera da manuale.
Una spinta, lenta,con le due dita, verso l'alto. La assecondo, alzando il viso.
Lentamente una visione magnifica si dischiude ai miei occhi.

Edited by Vtx - 20/1/2021, 13:06
 
Top
view post Posted on 31/1/2021, 22:47     +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Il mio sguardo scorre lentamente lungo lo stivale accompagnando la testa, spinta verso l'alto dalle due dita tese sotto il mio mento.

È bello, liscio, nero,caldo, di lucida e profumata pelle. Poi all'improvviso lo stacco, a metà coscia.
Altra pelle.
Altrettanto liscia.
Altrettanto calda.
Altrettanto profumata, ma di un profumo più eccitante, almeno immagino io.

Si intravvede, o forse è sempre la mia fantasia, appena sotto la minigonna inguinale, in ecopelle nera e lucida, la parte terminale del bacino, un attimo prima che le gambe si separino.

Il corsetto è chiuso con lacci incrociati davanti e termina poco sotto i seni, a rialzarli.
Seni piccoli, presentati come due albicocche con un capezzolo minuto, ma molto sporgente e turgido a far da picciuolo.
La mia testa viene spinta ancora più indietro, con una lenta, gentile ma inesorabile forza, stavolta con l'ausilio di tutta la sua mano, che ghermisce strettamente il mio mento.
Il collo, diafano, dietro cui si intravvede una cascata di neri capelli lisci, lascia il posto ad un mento acuto più che aguzzo,che si svolge in un viso ovale, impreziosito da due labbra sottili, schiuse appena in un sorriso che scopre un lieve accenno di perla dei denti. Il naso è piccolo e leggermente a patata, gli occhi a mandorla, truccati pesantemente, così come le labbra, di un opaco rossetto con una tonalità più scura delle unghie delle mani.

Tra le mie gambe ho già un' erezione potente.

All'improvviso una specie di macchia, di offuscamento, un lieve giramento di capi che quasi mi dà la nausea e la prospettiva cambia. Vedo il cliente, o meglio, lo schiavo reale. Ora è la mistress a trasmettermi quello che vede e prova.
Questi cambi di prospettiva avverranno più volte durante la sessione e, pur adattandomi, non riuscirò ad abituarmi a questi lievi disorientamenti.
Sento l'umida eccitazione tra le sue gambe.
Vedo il braccio che stringe forte il mento dello schiavo. La sento fremere al pensiero di quello che sta per fare e dell'eccitazione che proverà.
"Vedo con piacere che hai seguito gli ordini e ti sei fatto trovare in ginocchio. Fammi vedere le scarpe sulle quali forse ti farò venire e che poi ripulirai con la lingua".

Nel messaggio di presentazione per la richiesta di questo incontro le avevo parlato di questo mio desiderio. Mi aveva risposto di procurarmi il paio di scarpe di mio gusto, precisando che lei avrebbe avuto il controllo totale su di me, compreso il mio orgasmo e non era detto che mi avrebbe fatto venire.

Guardo le scarpe che avevo precedentemente appoggiato davanti a me. Sono décolleté con tacco a spillo, belle ma dozzinali. Non sono certo andato a prendere delle scarpe costose.

"Bacia la punta delle scarpe".
Eseguo.
Percepisco la sua soddisfazione.
"Dovrai toccarti solo quando te lo dirò io. Potrai venire solo quando te lo dirò io. Se senti che stai per venire ti fermi e me lo comunichi. Se vieni senza il mio permesso, chiudo la connessione senza rimborso. Se ti disconnetti, per qualsiasi motivo,non verrai rimborsato. Ti è chiaro tutto ciò?"
Annuisco.
"Bene. Mi sembra che tu sia già ben eccitato. Hai del lubrificante?"
Scuoto la testa:"Non era scritto nella risposta?"
Sorride, ma il tono è severo:"Cretino, come pensavi di masturbarti? A secco? Procurati del dentifricio e una bottiglia di acqua."
Non chiedo perché, non penso che gradirebbe. Mi limito ad eseguire.
"Ora spalma un'abbondante dose di dentifricio sulla cappella. Poi sputa sulla mano e masturbati".
Eseguo. A breve la menta del dentifricio inizia un po' a bruciare, ma è piacevole.
"Man mano che si asciuga e la tua mano scorrerà meno, userai l'acqua, chiaro? E nel caso, aggiungerai dentifricio."
Annuisco.
La prospettiva cambia di nuovo. Ora sono di nuovo collegato allo schiavo.
"Visto che prima hai perso il plug gonfiabile che ti avevo inserito, subirai una severa punizione."
"Continua a toccarti, vai al limite e poi fermati".
Contrariamente a quanto sembra qui, è molto facile capire quando la mistress si rivolge a me od al mio alter ego.
Così come, scusatemi, a volte parlerò in prima persona, come se fossi lo schiavo reale ed a volte come fossi me stesso. A volte userò la terza persona per indicarlo.
Chi non ha mai provato una sessione di freprovi non riesce a capire come sia possibile ad esempio sentirsi le braccia legate dietro la schiena e nel contempo masturbarsi. Eppure è facile, basta pensare a quello che capita tutti i giorni in un normale rapporto sessuale a noi telepatici. Sentite il bagnato tra le gambe della vostra compagna eccitata, come se aveste voi la vulva in mezzo alle gambe, pur continuando a provare piacere dal vostro pene.
Detto ciò, mi sento tirare per il guinzaglio e la seguo , in ginocchio.

Mi fa accomodare, si fa per dire, su una specie di cavalletto, o meglio, di inginocchiatoio. Le gambe sono piegate a 90 gradi dal ginocchio in giù, con le tibie adagiate su morbidi cuscini in pelle bordeaux fissati con dei rivetti alle braccia di legno. Vengono immobilizzate con delle cinghie di cuoio, ben strette.
Mi libera le mani, ancora legate dietro la schiena, per poi attaccarle, grazie ai moschettoni delle polsiere, agli appositi ancoraggi dell'inginocchiatoio. Ho il sedere ben esposto.
La pancia e lo stomaco sono compressi dalla stretta piattaforma rettangolare su cui appoggiano e che sostiene anche il mento.
Non è affatto comodo.
Le pinze attaccate ai capezzoli penzolano nel vuoto e li tirano leggermente.
La sua mano sottile fruga in una specie di scasso di legno sul fianco dell'attrezzo e ne tira fuori diversi pesi con ganci. Si piega sulle ginocchia proprio di fronte a me. Mi fa vedere due pesi abbastanza grossi, uno per mano. Poi, contemporaneamente, allunga le mani verso i miei capezzoli, aggancia i pesi agli anelli delle pinze e li lascia liberi.
Urliamo entrambi, quando le pinze tirano terribilmente i capezzoli, fino a staccarsi ed a cadere a terra.
Lei sorride, eccitata.
"Verrai punito anche per questo".
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 17:17     +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Si gira e si allontana, regalandomi la vista di una schiena perfetta, compreso il fondoschiena, da urlo.
Apre un'anta di una specie di mobile stile convento medievale povero, addossato alla parete. Sembra una credenza. Solo che al posto delle vettovaglie ci sono diversi attrezzi di tortura, almeno così credo.
Ritorna con in mano quelle che, a prima vista, sembrano due forbici.
In realtà sono due pinze che gli applica ai capezzoli.
Lo fa così, con nonchalance, indifferente all'urlo che entrambi, io e lo schiavo reale, emettiamo.
Poi ripete la scenetta di prima con i due pesi, che aggancia agli anelli delle pinze.
Altro urlo quando li lascia cadere all'improvviso, in modo che siano i capezzoli a sostenerne il peso.
Il mio alter ego ha le lacrime agli occhi ma un'erezione tremenda, io provo il suo dolore e mi si smorza il capitano.
La padrona Sachi lo/mi guarda negli occhi. È sempre accovacciata davanti all' inginocchiatoio ed il suo viso è quasi ad altezza del suo cliente.
Ha un bellissimo sorriso sadico.
"Lo voglio duro, toccati!"
Questo è l'ordine che mi arriva.
Poiché il dentifricio nel frattempo si è un po' seccato, aggiungo acqua, rinnovando sia l'effetto bruciante della menta che quello lubrificante della schiuma che si forma ed obbedisco.
Lei sorride ed inizia a muovere delicatamente le dita, quasi suonasse l'arpa, attorno alle catenelle dei capezzoli.
Un male cane, un dolore lancinante mi arriva dritto al cervello. Sembra quasi che i capezzoli mi vengano strappati.
"La prego basta."
Mi scappa. Non riesco a trattenermi.
"No, non funziona così qui. Mi ecciti solo di più in questo modo. E poi qui la cosa è gradita" e così dicendo per un attimo, dopo il solito smarrimento, passo dal dolore ad una eccitazione ferina. Ora sono collegato a lei. Vedo con i suoi occhi, ma anche con i miei che il tizio legato sì soffre ma anche offre un'erezione cavallina.
Lei lo stimola con una mano, mentre con l'altra continua a titillare la catena che regge il peso attaccata al capezzolo destro.
Altra macchia e ritorno a provare un dolore ma anche un certo piacere, grazie alla sua stimolazione.

Poi si alza. Ritorno a gustare lo spettacolo offerto dal suo inguine, appena intravvisto sotto la mini.
"Poiché non mi hai avvisata in tempo ed hai perso il plug, come ti avevo avvertito, subirai una punizione".
E nel farlo avvicina l'inguine al volto del mio alter ego, poi si china leggermente in avanti.
Sento un male atroce quando gli conficca le unghie nelle carni della schiena e poi tira le braccia verso di sé, procurandogli delle striature.
"Continua a toccarti ma fermati prima di venire".
A me piace molto e non ho difficoltà ad arrivare ad un livello di durezza tale che il pane pugliese di un mese fa sembra un pane all'olio al confronto del mio membro.
Mi fermo, mente lei continua a tormentarci la schiena.

Poi si dirige al posteriore dello schiavo.
Attimo di smarrimento e vedo di nuovo con i suoi occhi.
Prende in mano la pompetta del plug gonfiabile. Ecco perché quella costante sensazione di dover andare in bagno.
"Non vorrei essere costretta a punirti ancora di più."
Sorride.
Con decisione comprime, per cinque volte, nel suo delicato e piccolo palmo la pompetta che insuffla aria nel plug.

L'effetto è immediato: sembra che il mio ano si stia riempiendo ancora di più di materia fecale e lo stimolo a spingere è fortissimo. Anche il dolore aumenta.

"Meglio un altro paio, che siamo più tranquilli". E giù subito altri due colpetti di pompa.
Io grugnisco.

Mi è diventato molle e quindi ricomincio a segarmi.

La padrona Sachi, invece, si è procurata un bel paddle con cui, con una forza insospettabile nascosta in quelle sottili braccia, inizia a colpire sul sedere lo schiavo legato all' inginocchiatoio.
La tecnica, ammirabile grazie ad uno specchio posizionato davanti allo strumento di costrizione è eccitante da vedere quanto dolorosa ma spettacolare da sentire.
Il braccio destro ben disteso e lontano dal corpo descrive un veloce arco dall'alto verso il basso ed il paddle colpisce la natica destra non di piatto, ma di sbieco, per cui oltre al colpo vi è anche uno strisciamento della paletta di cuoio.
Nel frattempo, il braccio è arrivato vicino al corpo e lei, fa una torsione del busto verso sinistra. Posizione da cui, con tecnica da provetta tennista, fa partire un veloce e feroce rovescio che porta il paddle a colpire, sempre di sbieco, con quel colpo strisciato, la natica sinistra.

Il tutto avviene molto velocemente, senza tregua, senza essere eccitante, direi in maniera quasi meccanica, come se dovesse battere un tappeto.

Se i primi colpi fanno male, con l'andare del tempo ed il sedere ben arrossato, il dolore è molto alto e costante ed il bruciore quasi insopportabile, almeno per me.

Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Mette da parte il paddle e ritorna, con un lento passo studiato, di fronte. Lui alza la testa ed anch'io mi godo la vista del inguine e dell' addome della padrona Sachi.

Si china in avanti, per portare i suoi occhi a livello dello schiavo e questo ci permette di ammirare il panorama del solco dei seni. Quanto darei per una leccatina li in mezzo!

Lo sa. L'ha sentito. Sorride e davanti agli occhi dello slave reale, che poi sono anche i miei di occhi, scuote lentamente l'indice nel classico gesto nel "no,no,no".

Poi mi mostra una specie di tagliere di legno scuro, dimensioni direi un 30x15 cm, escluso il manico finale. Nella parte rettangolare ci sono due file di fori.
"Adesso ti faccio sanguinare il culetto". Accompagna le parole con un'espressione di puro godimento.

Fa per riprendere la posizione atta all'uso dell'attrezzo sul posteriore quando cambia idea e ritorna davanti.

"Guarda!"

Con un fare talmente naturale che sembra quasi zuccheri un caffè, si alza la minigonna con la mano con cui regge il tagliere regalandoci uno spettacolo perfettamente liscio e depilato dentro cui lesta infila il medio dell'altra mano, che scivola all'interno delle fessure come se ci fosse una tonnellata di lubrificante. Ha una piccola serie di brividi mentre lo muove su e giù all'interno della fessura.
Emette anche un sospiro.
Lo estrae. È lucido dei suoi umori.
"Annusa"
Vengo inebriato e desidero fortemente infilarci la lingua in quella versione di Eden racchiusa tra due splendide cosce.
"Apri la bocca e succhialo"
Quel pirlone del mio alter ego è parzialmente addormentato o totalmente cretino dato che ci fa aspettare quello che sembra un'eternità prima di obbedire all'ordine della padrona.
Mi sembra che la mia bocca sia inondata dei sapori intimi di Sachi.
Tra le mie gambe c'è una rigidità tale che il famoso marmo di Carrara sembra, al confronto, che abbia la consistenza dello squacquerone.
"Senti quanto godo nel punirti e nel farti soffrire. Se ti illudi solo un momento che io possa avere un briciolo di pietà, ricorda questo sapore: ti dissiperà ogni dubbio".

Estrae il dito.
Principia ad avviarsi per fare la festa al mio sedere, ma di nuovo cambia idea.
"Oggi siete fortunati", ci dice con un sorriso da bambina felice che nulla di buono promette.

Appoggia con delicatezza il il bordo del tagliere forato sul pavimento, con il manico delicatamente sistemato sul montante dell'inginocchiatoio.

Poi, regalandoci ancora una volta uno spettacolo sculettante da infarto, si dirige alla dispensa dei giochi.
Io smetto di toccarmi e mi stringo la base del pene: c'è mancato davvero poco che esplodessi.

Ritorna reggendo un'ampia ed alta bacinella trasparente dentro cui si intravvedono una strana ballgag, a forma di pene dalla cui base esce un tubicino di silicone trasparente ed una grossa siringa.
Sento la disperazione del mio alter ego reale ed il suo scuotere leggermente la testa. I suoi occhi vengono annebbiati dalle lacrime.
Percepisco già la sua nausea montare. E la mia non aiuta. Abbiamo capito entrambi cosa sta per succedere. Solo che lui, come purtroppo avrò modo di scoprire tra pochi istanti, sa qualcosa che io ignoro.
Per questo è così disperato.
Cerco di rincuorarlo, in fondo neppure a me piace il pissing, ma non è così terribile.
Lui scuote virtualmente la testa. Tu non capisci, tu non la conosci, piagnucola disperato.
La padrona Sachi si china in avanti e gli molla un ceffone il cui schiocco è talmente forte che sembra il rumore di una saetta che taglia l'aria durante un temporale.
"Non rovinargli la sorpresa!"
E poi a me:"Non osare scollegarti o non farai mai più una sessione freprovi qui dentro".
Sorride.
"Adesso ci divertiamo".
 
Top
view post Posted on 21/2/2021, 01:31     +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Non so voi ma ho sempre trovato molto eccitante vedere una donna che espleta il suo bisognino davanti ai miei occhi.

Molto, ma molto meno invece assistere mentre una donna sforna quello che in gergo viene chiamata cioccolata padronale.

Quando la padrona Sachi, con un gesto che definire semplicemente elegante significherebbe sminuirne l'essenza si sollevò la minigonna e si accovacciò sulla bacinella trasparente per rilasciare il dorato liquido io, eccitato, mi toccai a più non posso, fermandomi più volte prima di venire.

Avevo capito a cosa sarebbe servita la ballgag a forma di pene con attaccata la cannuccia in silicone trasparente e l'uso che ne sarebbe stato fatto della grossa siringa.Posso affermare che la prospettiva non mi piaceva, cionondimeno ero eccitato dallo spettacolo.

"Guarda come sei eccitato, ti piace vedermela fare o ti piace berla?"

"Vedergliela fare, padrona".

"Chissà se anche il seguito ti piacerà." E così dicendo, anche se così pensando sarebbe stato più corretto, si spostò leggermente in avanti sopra la bacinella e, cambiando leggermente modo di accovacciarsi, incroció le mani sopra le cosce.

"No, no, no" pensammo all'unisono io ed il mio alter ego.
Con un sorriso che definire perfido, malefico, sadico, cattivo e beffardo non si riesce a pennellarlo perfettamente , lascia cadere, contornata da una serie di plof , plof ,plof, che da soli sembrano sprizzare contentezza ed allegria, della materia fecale piuttosto solida e compatta nel liquido giallo paglierino.

La consistenza era tale che i cilindretti restarono abbastanza solidi, senza dissolversi.

La padrona Sachi si alza e con un sorriso ed un passo da bambina felice si avvicina allo schiavo con la ballgag.

Lui prova a fare resistenza ma due sonori schiaffoni seguiti da un minaccioso "Apri la bocca o ti strizzo le palle talmente forte che ti faccio entrare di diritto nel coro delle voci bianche" lo convince a desistere dalla ribellione.

Io inizio ad avvertire i conati di vomito non appena la ballgag fu posizionata e fermamente assicurata.

Poi velocemente ed inaspettatamente Sachi si china e ci somministra, senza alcuna pietà e senza alcun preavviso, una strizzata di palle atroce.
"Mi piace che i miei schiavi obbediscano senza pensare e senza tentennare".

Mentre il dolore accecante che aveva pervaso i nostri cervelli si placa, osserviamo impotenti la nipponica che versa nella siringa la prima dose di liquido con dentro anche qualche pezzo di solido.

"La prego no, la prego no, la prego no" supplica lui.
Censura per le bestemmie irripetibili che sciorino io.

Attacca fermamente la siringa alla cannuccia. La siringa ha la punta rivolta verso l'alto in modo che il solido sia l'ultima parte che verrà spinta.

Si china fino ad essere a livello dei nostri occhi. Chiude gli occhi e si lecca voluttuosamente le labbra mentre lentamente preme lo stantuffo.

Come in un film al rallentatore vediamo il liquido farsi strada nel tubicino trasparente e poi lo sentiamo caldo direttamente in gola.

Riusciamo a percepirne l'acidità, ma per fortuna la forma a pene della ballgag ne attenua fortemente il sapore.

Con terrore vediamo che il liquido è agli sgoccioli ed il solido, sempre più compresso, entra nel tubicino trasparente. Lo stantuffo resiste alla pressione e Sachi riapre gli occhi, si alza in piedi, gira la siringa con la punta verso il basso, la guarda ed afferrandola saldamente con la sinistra, preme decisa e completamente con il palmo della destra.
Il marrone ormai è vicinissimo alla bocca, ma la siringa è vuota e quindi non avanza.

Il mio alter ego ha dei conati di vomito, io anche. La padrona Sachi, deliziata, va a fare ancora il pieno di liquido alla siringa.
Questa volta la punta è già verso il basso. Sorride e preme decisa. La cioccolata entra direttamente in gola, ma se ne percepisce il sapore amaro e rivoltante.
Io ho conati di vomito sempre più intensi e sento l'acido salirmi in gola.
Mi arriva in bocca. Lo ricaccio nello stomaco.
Lo schiavo al Club, che ha anche la bocca otturata dall'attrezzo non resiste ed a momenti soffoca.

La padrona Sachi, veloce, gli libera la bocca e gli mette sotto il naso la bacinella trasparente che contiene ancora un po' di liquido e di materia fecale. L'odore contribuisce ancora di più a farlo star male e fiotti di acido cloridrico si riversano nel miscuglio.

Appena si è liberato, la padrona Sachi lo guarda con disprezzo, indica il terribile e nauseabondo liquido nella bacinella:"Meriteresti di berlo tutto con l'imbuto! Anzi, adesso vado e me ne procuro uno!"

Si incammina con passo deciso verso il bar che si trova sul fondo. Io tremo al solo pensiero di sentire il sapore si quell' immondo intruglio e non invidio il mio alter ego, che sta cercando di respirare profondamente per attenuare la nausea che ancora lo pervade.

La padrona Sachi sta tornando. Ha in mano due bottiglie. Sorride. Una la posa per terra ed apre l'altra. È una bottiglia di Cola. Ne beve un sorso. Poi si china, piazza una mano sotto il mento del mio alter ego e con delicatezza lo aiuta a bere qualche sorsata. Il liquido dolciastro e ricco di anidride carbonica fa sparire i sapori precedenti e cancella la nausea.
"Tra acido dello stomaco ed acido della coca, qui si rischiano danni allo smalto dei denti ed all'esofago. Meglio provvedere".
La seconda bottiglia contiene acqua fresca. Ma deve aver aggiunto una puntina di bicarbonato, dato che ha un sapore alcalino.
Immediatamente nello stomaco si ha una reazione di neutralizzazione con la produzione di una cospicua quantità di gas che trova un rumoroso sfogo che umilia oltremodo il mio alter ego e che fa ridere la padrona.
"Che schifo che fai. Sei proprio un animale"

"Purtroppo il non aver apprezzato doverosamente i doni del mio corpo comporteranno per te un ulteriore dolore, che aumentando il mio piacere mi farà dimenticare la rabbia per quello che hai fatto."

Così dicendo, dal solito scomparto recupera un cordino nero dall'aspetto morbido.
Si dirige alla parte posteriore e si china. Afferra abbastanza ruvidamente le palle e velocemente le lega in modo che siano ben separate. Poi alla parte restante del cordino lega un bel peso. Me le sento tirare a terra e fa un male cane.
"Tu perché non ti stai toccando? Cos'è quel flaccidume in mezzo alle gambe?"
Immediatamente riprendo a toccarmi, dopo aver rinnovato pasta dentifricia ed acqua come da istruzioni.
Nel frattempo lei non completamente soddisfatta, prende una altro cordino e lega strettamente la cappella. Ed anche lì viene attaccato un peso.
Deliziata, la mistress nipponica riprende a suonare l'arpa, pizzicando ed accarezzando ora le catenelle con i pesi attaccate ai capezzoli, ora le corde attaccate ai pesi.

Si alza. "Adesso viene il bello. Tu non hai il permesso di venire, ma continua a masturbarti." Si china e riprende il tagliere bucato.

"Come promesso, ora ti levo la pelle dal culo, che poi mi prenderò".

Si posiziona dietro l'inginocchiatoio ed è uno spettacolo vederla nello specchio, con quella postura altera e dominante, con la gamba destra leggermente davanti alla sinistra, i muscoli contratti.

Alza il braccio e colpisce con tutta la forza la natica.
Vedo le stelle! Anche perché la forza del colpo fa oscillare avanti ed indietro i pesi e le loro congiunzioni con il nostro corpo.
Uggioliamo.

I colpi si susseguono senza pietà, abbastanza veloci. Io non vedo più nulla: il mio alter ego ha gli occhi velati. Se prima con il paddle il bruciore era terribile, qui il dolore è indescrivibile. Oltre a quello mi sembra di aver appoggiato le chiappe si una leccarda bollente rivestita in carta vetro. Eppure sono eccitatissimo come un orango in calore e mi smanetto come se non ci fosse un domani.

All'improvviso ho il solito disorientamento e devo fare uno sforzo sovrumano: l'ondata di piacere che mi invade è talmente intensa che fatico a bloccarmi. Sachi è talmente eccitata che penso abbia avuto un orgasmo. Vedo con i suoi occhi il sedere letteralmente scorticato.
Ha il respiro mozzato. Le sta piacendo da matti.

"Voglio venire assieme a te adesso".
Io equivoco e riprendo a masturbarmi.
"Idiota! Non subito! Fermati! "
Smetto . Anch'io respiro a singulti.

Sono sempre con lei quando va alla credenza delle meraviglie, la apre ed io vedo dentro un'infinità di oggettistica per giochi particolari. Prende uno strapon gigante che ha la caratteristica di avere un inserto per la gnocca. Si toglie la mini di pelle e se lo infila. È talmente bagnata che letteralmente scivola dentro. Prende anche un telecomando con cui controlla le vibrazioni.
Lo accende e quasi subito trema di piacere. Lo spegne subito. Stringe le cosce e cammina verso l'inginocchiatoio. Sta provando piacere. Sento dei brividi quando all'improvviso ritorno nello schiavo. Provo ancora un dolore atroce .
Ma sono eccitatissimo: la vedo arrivare con quello strapon enorme.
Va dietro e sgonfia un po' il plug, poi lo estrae, lentamente. La sensazione che proviamo è identica a quella che si ha quando ci si libera l'intestino dopo tre giorni si stipsi.

La deliziosa manina di Sachi lubrifica leggermente lo strapon gigante, rosa, ricco di venature in rilievo per simulare davvero un bigolo umano. Lei lo mostra allo specchio mentre sembra si faccia una sega.

"Adesso ti masturbi fino a venire sulle scarpe. Poi continui a masturbarti fino a che non ti dico di smettere, chiaro?"
"Si padrona"
"Bravo. Metti ancora un po' d'acqua che la mano deve scorrere perfettamente".
Nel frattempo sentiamo la punta dello strapon che preme sullo sfintere.
Un colpo deciso ed entra. Piccola pausa e poi affondo.
Lo estrae di nuovo e poi dentro con un altro violento colpo.
Inizia a fare un avanti ed indietro dove la cappella dello strapon viene fatta quasi uscire dall'ano prima di essere ricacciata dentro con un colpo secco che sembra farla arrivare dritta alle tonsille.
Poi riduce la corsa.. ma accende le vibrazioni.
Mi sento quasi squassato dalle onde vibranti che mi arrivano attraverso, è il caso di dirlo, il sedere del mio alter ego, che mi trasmette anche il dolore che l'anello di Kali gli fa provare al membro rigido.
I pesi oscillano sotto le inculate della padrona Sachi procurandoci altro dolore.
All'improvviso esplodo ricoprendo di crema le scarpe davanti a me.
"Vai avanti a masturbarti, schifoso, voglio sentirti soffrire mentre vengo. Passa bene il palmo della mano sulla cappella." mi urla mentalmente.
"Bravo, così, così" mi dice mentre io eseguo e soffro sia per il dentifricio alla menta che in parte penetra nell'uretra sia perché la cappella è strasensibile.
All'improvviso si ferma con lo strapon tutto inserito e viene scossa da una serie di brividi. Solito attimo di smarrimento e vivo l'orgasmo con lei.
Aumenta ancora le vibrazioni dello strapon e questo le provoca un altro orgasmo. Il suo respiro è affannoso, le sue dita con quelle meravigliose unghie a punta affondano nelle carni dello schiavo.
Altro attimo di smarrimento e sono di nuovo collegato allo schiavo.
Sento che muove lentamente lo strapon avanti ed indietro, come se cercasse un punto preciso. Anche le vibrazioni sono cambiate: hanno una specie di ritmo. All'improvviso si ferma, come se avesse trovato quello che cercava. Fa oscillare il bacino in modo circolare. All'istante il mio alter ego ha un orgasmo prostatico.
"Adesso pulisci le scarpe con la lingua, voglio vederle lucide come erano prima".
Mi chino e pulisco con la lingua.
"Così bravo, si, così. Non inghiottire subito, tieni il tuo sperma in bocca, che voglio sentirne bene il gusto."

Estrae lo strapon e si dirige decisa verso la bocca dello schiavo e poi...beh, questa volta lo smarrimento è diverso. Mi sembra di allontanarmi da lei come se volessi uscire dal locale. Cosa che sto virtualmente facendo. Vedo la porta di uscita che si spalanca ed io che la imbocco senza esitare.
Sento Sachi che mi dice che il tempo è finito e che ai è trovata bene con me.

Ed all'improvviso il collegamento si interrompe.
Guardo l'ora e scopro che addirittura sono stato dentro quindici minuti in più.

Che dire, amici, un'esperienza meravigliosa, meglio della sessione nel reale.

Ecco, questa era la mia rece sul primo incontro con una freprovi che avevo fatto proprio su questo sito.
 
Top
view post Posted on 19/3/2021, 12:50     +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Come vi avevo anticipato all'inizio, con le freprovi pensavo di aver risolto i miei problemi.
Una bella sessione esattamente uguale a quella che avrei avuto con una free senza segni e senza obblighi.

E lo pensai per qualche mese ancora.

Poi.
Già poi.
Esaurita la novità ritornai a provare quel senso latente di insoddisfazione che tendeva a riaffiorare.
"Vladi, ma sei incontentabile! Forse l'unica cosa che ti eccita è la novità, non una bella sessione. Perché non provi con una trans, così hai un'altra novità."
Questo era uno dei pensieri che facevano capolino nella mia mente.
Che fosse davvero così? Si era nati puttanieri perché piace cambiare spesso e la vera eccitazione è la scoperta ed il continuo cambiamento?

In parte si. Ma solo in parte. In realtà mi resi conto che con le freprovi non vivevo appieno le mie fantasie. Inoltre, a livello inconscio, avevo scoperto che quando ero davvero appagato e stavo bene con qualcuna non avevo bisogno di cambiare continuamente persona. Ma questo ancora non mi era ancora ben chiaro, sebbene avessi già intuito qualcosa, visto che tendevo a fidelizzare.

Parliamoci chiaro, di subire frustate a sangue o di ingurgitare piscio o peggio non me ne importava nulla. Non mi sentivo dominato. No, dominato non è la parola giusta. A me non piace essere dominato, nel senso che una che mi comanda a bacchetta o che si diverte a farmi certe pratiche dolorose, senza un minimo di sensualità, che procurano piacere solo a lei, non mi interessa, non mi eccita.
Neppure fare lo schiavo domestico, il 24/7 etc. fa parte della mia natura. Per questo con le free non andavo bene.

A me piace qualcosa di diverso, di più sottile. Mi piace sentirmi suo.
Ma solo per certe pratiche. E solo in certi modi. E solo se lei è seducente.
E solo se...
Beh, difficile spiegarlo. Ma a quanto leggo nel forum, non sono l'unico.
Come avrete intuito anche voi, in base alla vostra personale esperienza, essere telepatici, a volte è una vera fregatura.
Il percepire le emozioni ed i pensieri del partner quando si fa sesso è bellissimo, lo si riesce ad accontentare in tutto e si viene accontentati. Almeno nel 99% dei casi. Ma se siete nel restante 1% dei casi...sareste stati più fortunati se foste nati sapiens e non telepates.
Mentre rimuginavo, indulgendo nella mia pratica preferita , ossia l'autocommiserazione con autodafé incorporato, all'improvviso mi accorsi che la chiave era tutta qui. L'illuminazione l'ho avuta per caso, come molte altre scoperte nel mondo.

Non tutti i telepatici sanno cosa sia internet.
Qualcuno pensa che faccia parte della storia antica, oppure che sia la base su cui si appoggia Telnet, la nostra rete.

In realtà Telnet ed internet sono due reti diverse che sono interfacciate tra di loro e talvolta condividono i mezzi trasmissivi.
Anche se la condivisione delle dorsali era vera fino a 100 anni fa, ora sono pochi i tratti in comune e spesso è il cosiddetto ultimo miglio in zone disagiate od in abitazioni vecchie dove non avrebbe senso portare nuova fibra.

I protocolli usati su internet non erano abbastanza efficienti per mettere in comunicazione i pensieri. Ci si rese conto subito di questo problema e si scrissero nuovi protocolli focalizzati a trasmettere non insiemi di caratteri codificati in uni e zeri a loro volta trasformati in luce, ma a trasmettere direttamente ciò che per propria natura è già un insieme di onde elettromagnetiche.

Quando un telepates comunica con un sapiens a distanza, di solito il primo preferirebbe farlo tramite Telnet /Internet, ossia i pensieri di uno vengono codificati in parole per l'altro, oppure in immagini e voci.
Il problema nasce dal fatto che i sapiens non gradiscono molto questo approccio. La voce sintetizzata dal pensiero è atona, fredda, strana.
Due sapiens che comunicano tra loro di preferenza usano la voce e quindi preferiscono usarla anche quando si parlano a distanza. Notare l'uso del verbo parlare.
La stessa cosa capita su Internet: mentre un sapiens ha bisogno di scrivere con una tastiera o di dettare , operazioni che hanno un certo ritardo di tempo, quando un telepates si interfaccia tramite Telnet ad internet pensa e quindi, tramite il protocollo di conversione scrive lunghi discorsi in modo fulmineo e con un vocabolario limitato.
I sapiens non amano questo genere di approccio.
D'altro canto i telepates abituati all'istantaneo scambio di pensieri su Telnet tendono ad ignorare Internet se non costretti e quando ci vanno non ci vanno in modo naturale.
Capita la difficoltà? Spero di sì.
Inoltre abbiamo un altro particolare di non secondaria importanza: con i pensieri non si mente.
Particolare non insignificante di cui vi prego di non scordarvi.

Perché vi ho fatto tutta 'sta tirata?

Perché la soluzione per il mio caso, e spero per il vostro, come i più svegli di voi avranno capito è entrare nel mondo dei sapiens.

Non come un telepates, ma come uno di loro. Questa è stata la chiave per risolvere il mio problema.
Si, lo so. Erano le stesse obiezioni che mi facevo anch'io: ma come Vladi hai detto che la differenza tra il rapportarti a tuo padre ( sapiens ) e tua madre (telepates) era abissale come sensazioni, tutti sanno che i telepatici quando fanno sesso sono fenomenali per lo scambio di pensieri etc. e poi mi vai a proporre una soluzione che sembrerebbe in contraddizione.
Tutto vero, non nego niente.
Ma ho anche detto che se siete telepates e siete nell'1% dei casi sarebbe stato meglio se foste nati sapiens. Ed allora proviamoci, mi son detto.

Per lavoro ho sempre usato, nel rapportarmi con i sapiens, una normale internet da sapiens, neppure molto moderna: era un vecchio computer di mio padre. Tra parentesi non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi, diciamo, pesantemente incoraggiato, quando ero giovane, ad interagire con gli altri sapiens usando voce ed internet. Questo ha affinato le mie capacità linguistiche e non solo.

Finora avevo sempre usato quel vecchio computer, dotato di tastiera meccanica retrò, con tasti a molla metallica, una vera rarità da collezionisti, solo per lavoro.

Non mi era neppure venuto in mente di usarlo per cercare altro. Anzi, non pensavo neppure che i sapiens avessero siti dedicati al sesso mercenario e men che meno al BDSM.
Si, lo so. Sono un po' ingenuo. Ma adesso alzi la mano chi di voi, quando pensa al sesso tra sapiens, non immagina solo una classica zompata alla missionaria e solo come accoppiamento tra animali, tanto per procreare. Qualcuno di voi addirittura è convinto che i sapiens ricorrano solo alla fecondazione artificiale dato che secondo i vostri canoni il sesso tra loro è insoddisfacente.
Non vergognatevi, lo so che siete in tanti. Io ero uno di voi. Tranquilli. Nulla di male.

Beh, dovreste ricredervi. Hanno addirittura più offerta di noi telepates.

Me ne resi conto non appena digitai, si, digitai e non pensai, alcune parole chiave.

Mi si spalancò un mondo. Diversi siti di annunci free, a pagamento, forum, social network.
Foto, filmati ed annunci da togliere il fiato.

E qui la nota dolente.
Vi ricordate cosa vi ho detto? Tenete presente che con i pensieri non si mente. Invece, i sapiens mentono. Beh, questo lo sappiamo. Ma non ci viene naturale pensarlo in certi contesti. Mentono soprattutto negli annunci di libere professioniste. Mentono tanto ed alla grande. Sulla bellezza e sull'età. Sulle prestazioni offerte e sui costi.
Lo scoprii, è proprio il caso di dirlo, a mie spese.
 
Top
view post Posted on 22/4/2021, 13:40     +1   -1
Avatar

Maestro di Piedi

Group:
Member
Posts:
16,934
Location:
Pescara

Status:


continua?
 
Top
view post Posted on 26/4/2021, 12:33     +1   +1   -1

GPI

Group:
Member
Posts:
10,658

Status:


Da giovane ingenuo nel mondo sotterraneo dei sapiens l'inesperto telepates Vladi stava per ricevere la sua prima e, più per fortuna che per intelligenza, unica lezione.

La vita è la professoressa più severa, soleva dire un mio vecchio insegnante, perché prima ti fa l'esame e poi ti spiega la lezione.

Devo dire che per fortuna non mi feci scoraggiare dal primo tentativo non eccezionalmente positivo.
Bando alle ciance, immagino che siate curiosi di sapere come è andata.
Quando ci ripenso, ancora adesso sorrido, per la superficialità con cui entrai in questo mondo.

Tralasciando vari siti specializzati, con diversi annunci patinati su siti meravigliosamente curati, arrivo ad un sito scarno, con testi essenziali e foto caserecce.
Convinto che il meglio si nasconda bene, mi cade l'occhio su un testo:
<<zietta infermiera estremamente sadica riceve nipotini schiavi per rieducazioni energiche, anche con metodi inglesi, massima severità. Se necessario anche clismoterapia punitiva.>>
A corredo tre foto in cui si vedeva una mora con capelli lunghi fino alle natiche e fisico snello. In una era vestita con un austero abito del tipo che di solito ci si immagina indossino le vecchie zie severe, solo che al posto delle classiche scarpe con mezzo tacco largo, indossava arrapanti décolleté a spillo. In mano aveva una bacchetta di bambù. Si poteva quasi sentire il tono severo e minaccioso con cui la agitava e si capiva che non avrebbe esitato ad usarla, senza farsi commuovere da alcuna supplica. Od almeno, questo suggeriva la mia galoppante immaginazione. Nella seconda era vestita da dominatrice, con corsetto in pelle e brandiva una lunghissima frusta. Nella terza invece faceva capire le sue attitudini da severa crocerossina punitrice indossando un bel vestito da sexy infermiera e tenendo in mano la classica peretta di gomma arancione per clisteri. Solo che questa anziché terminare con un sottile tubicino a punta, aveva inastato un minaccioso fallo nero.
Il volto oscurato non destava in me il minimo sospetto: era noto che per i sapiens la privacy era importante. Per i telepates una parola priva di senso: come fai ad avere riservatezza se condividi pensieri?
Ritenevo naturale che una signora sapiens cinquantenne per bene e di buona famiglia non volesse fare sapere in giro certe cose.
Il fatto che mi ricordasse vagamente la Signora Stefani con il severo tailleur e la décolleté a cui tante ne avevo dedicate durante l'adolescenza contribuiva ad annebbiarmi il cervello.
Ero talmente eccitato e l'avevo talmente duro che non resistetti un attimo: telefonai.
Mi rispose subito una voce che si poteva tranquillamente attribuire ad una cinquantenne.
L'accordo fu presto siglato: ci saremmo incontrati per un'ora di gioco dove io avrei subito un severo e prolungato T&D, punizioni corporali ed un clistere quello stesso giorno.

Ero eccitatissimo mentre aspettavo con trepidazione l'ora dell'appuntamento. Avevo avuto già diverse erezioni. La mia fantasia galoppava talmente forte che avevo paura che i miei consimili vedessero nella loro mente il mio film hardcore.

Dieci minuti prima dell'ora concordata ero nei dintorni del signorile palazzo di una traversa di una via di Milano, una volta rinomata per lo shopping ed ora più nota, come avrei scoperto in seguito, per la concentrazione di operatrici, operatori e operix del sesso a pagamento.
Puntuale la chiamo e subito mi viene aperto il pesante portone in ferro battuto e vetro. Seguo le istruzioni e mi dirigo al vecchio ascensore da museo: anche se l'interno era moderno, con la sua cabina in alluminio trasparente ed il pistone a supermagneti , l'esterno era ancora la classica gabbia dei primi ascensori del 1930. Od almeno così pareva. Ad una occhiata più attenta si rivelava essere una copia perfetta ma non originale.
Esco dall'ascensore al piano indicato e giro a sinistra. Ormai lungo tutto i piani del palazzo i vari telepates,nel caso ce ne fossero stati, non solo erano edotti sul motivo della mia visita, ma dovevano essere eccitati anche loro, talmente forte proiettavo. Sono talmente concentrato sul mio prossimo futuro godereccio che non sento praticamente quasi nulla.

La porta è socchiusa.
Mi avvicino cauto.
Mi aspettavo di vedere l'occupante farsi vedere per accogliermi, in mezzobusto od almeno in mezzocollo, de visu, come si suol dire.
Mi avvicino ancora.
Spingo leggermente la porta di legno scuro.
Una mano ossuta con dita lunghe e nodose, rapida, ghermisce il mio polso.
Mi attira dentro.
Mi ritrovo all'interno di un'abitazione male illuminata con un odore di stantio e di insalubre.
Un tonfo sancisce la chiusura della porta, seguita dal rumore del chiavistello. Ancora adesso non mi capacito di come possa essere stato tirato dentro e piroettato di 180 gradi in modo che il mio viso guardasse la porta dall'interno, come se fossi pronto per uscire.
Guardo l'esile figura vestita da dominatrice con i lunghissimi capelli corvini che oscillano sulle natiche.
Le gambe magre,celate da pesanti calze nere, sono nervose, eccitanti, i polpacci esaltati da décolleté nere con con tacchi a spillo vertiginosi.
Un particolare stona con tutto: la mano rapitrice, che ora sta chiudendo la porta, ha le dita che potrebbero appartenere alla mano della strega della letteratura classica.
Pur nella scarsa illuminazione si notano le unghie ingiallite dal tempo e dal vizio anacronistico del fumo.
Poi si gira.
La guardo.
Sono senza parole, ma l'urlo telepatico è talmente forte che penso che anche la sapiens debba averlo percepito.
Non può essere che così.
Altrimenti non si spiegherebbe la sua espressione mista tra la sorpresa e la paura.
Oppure... già, la mimica facciale. Non siamo bravi a nascondere le espressioni: un'abilità inutile se non puoi nascondere i pensieri.
Un profluvio di pensieri di protesta emana dalla mia testa, dimentico del fatto che lei non può sentirli.

La zietta aveva almeno settant'anni, ma questo sarebbe stato il meno. Il problema era l'estrema bruttezza di quel viso sfatto e macchiato, che avrebbe smontato anche un toro in calore. Mentre lei si avvicina io mi ritraggo, schifato. Da quel corpo emana un olezzo che ricorda il muffo delle vecchie ed umide cantine in pietra.
Le labbra rosso fuoco sono solcate da miriadi di canyon intrecciati che denunciano un lungo vissuto.
La fisso negli occhi. La mia mente urla ma la bocca mia rimane contratta, le mascelle serrate i denti stretti in un digrigno rabbioso.
Lei si ritrae.
"Non ti piace la tua padroncina?"
Ha anche il coraggio di chiedermelo!
Padroncina, poi! Uno quando sente padroncina immagina una strafiga di venti primavere, non una carampana di settanta e rotti autunni.
Finalmente sblocco la mascella e come in un vecchio film con un sonoro mal sincronizzato con il video mi escono dei suoni che stridono e feriscono le orecchie, pur essendo senz'altro meno maleducati dei miei pensieri:
"Ovviamente no. Non mi aspettavo un cesso sesquipedale simile. Dubito di aver mai visto in vita mia tanta bruttezza e per di più sfatta. Ma come osa adescar persone che in buona fede vengono qui pensando di trovar Beatrice ed invece innanzi si para Barbariccia?"

Lei si ritrae.
"Cazzo, sei uno di quelli! Cazzo, cazzo, cazzo, ma perché non me ne sono accorta al telefono? Di solito li becco subito".
La voce è bassa, roca, rabbiosa.
"Immagino che hai urlato ai quattro venti tutto quanto! Scommetto che nella tua testa stai urlando così forte che a breve arriveranno gli sbirri!"
"Apri la porta, megera di conio,fammi uscire da questo schifo di lupanare" articolo a fatica, tanto è l'indignazione.
Inaspettatamente lei apre la porta e rapida come un fulmine, la stessa ossuta mano che mi aveva ghermito all'ingresso, mi afferra il polso e mi scaraventa sul pianerottolo.
"Vattene, stronzo!" mi sibila urlante mentre spranga l'uscio.

Rimango quasi esterrefatto per ben 10 secondi a fissare la porta chiusa, colmo di indignazione: ma come, quella mette annunci menzogneri e sembra che in qualche modo il colpevole sia io!

I battiti del mio cuore si calmano e percepisco una marea di pensieri e di risate telepatiche.
"Gli è andata male: in foto liceo, di persona museo".
"Secondo me adesso deve trovarsene un'altra o correre casa a svuotarsi, tanto era ingrifato".
"Stavolta la vittima è uno dei nostri"
Persino una giovane gentile che si rivolge direttamente a me :"Avevo provato ad avvisarti ma tu non mi hai sentito".
Ringrazio mentalmente la giovane e mi precipito a rotta di collo giù per le scale, per la prima volta in vita mia colmo di vergogna.

Una figura da stupido così non la ricordavo dai tempi del liceo, come si soleva dire nelle vecchie sitcom americane degli anni '80 a.c. (ante coronavirus).

Eppure lo sapevo che i sapiens mentivano ed imbrogliavano. Ne avevo esperienza nel mio lavoro.

Raggiunta casa feci tre cose: mi versai una bella birra fresca, diedi ragione al telepates che aveva predetto che mi sarei dovuto svuotare appena solo ma, soprattutto mi ripromisi di fare quello che mi aveva reso tra i migliori nel mio campo lavorativo: studiare ed informarmi.
Naturalmente non avvenne tutto quel giorno. Ma ogni minuto libero dei giorni successivi lo dedicai a farmi una cultura seria.

Lasciando perdere Telnet, scandagliai internet alla ricerca di forum sul BDSM e sull' incontrismo a pagamento.
Prima mi ero dedicato soprattutto agli annunci, ora cercavo forum e siti di recensioni. Usando il vecchio terminale e la tastiera meccanica il processo di abbastanza lento.

Non per vantarmi, ma penso di essere tutt'ora il telepates puttaniere più esperto nel mondo punteristico dei sapiens. Almeno in via teorica. Perché la mia pratica è stata molto limitata. Che vi devo dire, forse sono nato con la camicia.
Ma non anticipiamo i tempi.

Avevo scoperto un forum sul BDSM che si vantava di essere il più longevo nel panorama internet. Ed è un forum che conosciamo tutti. È quello su cui sto scrivendo ora. Solo che ne è il padre originario.

Partito circa quindici anni prima dell'epidemia di Covid come un forum di recensioni, si era via via trasformato in un luogo di incontro tra diverse anime: dal "cerco solo free" al puttaniere e dalla prodomme all' amatoriale.
Ad un certo punto, si divise in due:una parte è quella tutt'ora più vitale, che frequentiamo noi telepates e che è finita su Telnet, scollegandosi nel corso degli anni dalla sua parte internet. Ognuna delle due parti si dimenticò dell'altra.
Per noi il Sire è questo.

Ma per chi usa un vecchio terminale come me, ossia i sapiens, il Sire è quello.

Alcune discussioni recenti sul forum in internet rimandavano sempre a discussioni che possiamo considerare delle evergreen, tra queste delle ottime guide su come evitare di farsi turlupinare dalle pro furbette.

L'originale risale addirittura a quasi quattrocento anni prima ed è stata scritta da un mutanome chiamato originariamente Nerdy.

Alcuni argomenti sono superati, ma molti sono validi tutt'ora.

Ad essa si deve aggiungere la guida scritta circa venti anni fa da un certo Schizzo321-50 che si vanta di essere il miglior esperto in sessioni ultrarapide a basso prezzo.

Studiai attentamente il Sire su internet, studiai anche un altro forum, più orientato al punterfetish che venne creato da alcuni fuoriusciti del Sire è che tutt'ora è rimasto fedele ad una visione più punteristica.

Presi nota dei recensori più attivi e dei loro gusti.

Lessi avidamente le recensioni su tutti i forum.

E finalmente mi ritrovai con una lista di una decina di pro sapiens papabili. Le migliori su piazza, almeno a giudicare dalle rece, per quello che piaceva a me.

Tre russe, una nera, un'asiatica e cinque italiche.

Era il momento di andare, come avrebbe detto il Nerdy, a spizzare i loro annunci.

Iniziai dalla nera: devo dire che l'idea di essere dominato da una bellissima ragazza di colore mi eccitava quasi più di quella di essere dominato da un'asiatica.

L'annuncio riportava foto di una bbw ebony. Sembrava anche interessante, ma un paio di foto in cui indossava delle calze smagliate mi fecero desistere.

Passai all'asiatica. Si proclamava italiana ma di origine giapponese e devo dire che le foto erano molto belle.
Le rece la definivano estremamente spietata nella tortura dei capezzoli con i tacchi a spillo, ma raggiungeva solo la sufficienza nel T&D. Annotai il numero, poi passai a vedere gli altri annunci, quelli delle russe.

La prima russa veniva descritta come attenta alle esigenze del cliente, ottimo T&D ma severa fustigatrice e spietata straponista.
Le foto facevano vedere una donna di circa trent'anni piuttosto in carne, sempre vestita con stivaloni con tacco a spillo che arrivavano fino alle cosce.
Le mani paffute avevano sempre unghie lunghe di colore rosso acceso.
Volto scoperto, viso cicciottello ed occhi azzurri ghiaccio.

Tra lei e l'asiatica sarebbe stata una bella lotta tra chi avrei scelto come la mia prima, anche se tecnicamente parlando sarebbe stata la seconda, prodomme.

Anche qui mi sbagliavo e lo avrei scoperto con la terza russa, che si reclamizzava con lo pseudonimo di Marina.
Guardate le foto, lì per lì rimasi interdetto. Ci misi una decina di secondi a capire ed un solo microsecondo a decidere di contattarla.
Beata incoscienza!
 
Top
67 replies since 24/10/2020, 09:57   17955 views
  Share