| Cari amici di forum, vi risparmio i dettagli della nostra cena a cinque, siamo già andati ben oltre il necessario con le mie divagazioni. Il tema principale, come molti di voi ricorderanno bene, era una soluzione all'insoddisfazione, abbastanza comune, tra i telepatici libertini amanti del BDSM che, come me, non possono o non vogliono sottostare alle regole del free ma sono costretti a rivolgersi al mondo pro.
Lasciatemi, prima di ritornare a descrivervi gli incontri, che pensavo fossero risolutivi, con le mistress freprovi, spendere ancora due parole su come finii per rivolgermi al mondo pro e sul perché mi venne l'idea di aprire una multiservizi con una marcia in più. E per farlo, vi chiedo ancora venia, devo ritornare, seppur in succinta forma, alla cena di quella sera.
Adua era davvero simpatica. Arguta e brillante. Come mi aveva accennato, uno dei suoi tre schiavi, il provetto pasticcere, non era neppure telepatico. Durante la cena, avendo dimestichezza con l'uso della parola, grazie al fatto che mio padre era un sapiens, trovai naturale parlare con lui e cercare di coinvolgerlo...beh, parlando e non pensando. Mi accorsi presto che Adua e gli altri due avevano parecchie difficoltà a seguire gli scambi verbali ed a tradurre i pensieri in parole. Cosa che mi confermò anche Francesco, che era titolare di un laboratorio di pasticceria artigianale a Vertemate con Minoprio. Parlando scoprii che aveva non poche difficoltà con i clienti telepatici, soprattutto riguardo le torte su ordinazione per eventi speciali. Fu grazie a quella conversazione che iniziai a rendermi conto di quanto fosse difficile per molti della mia specie parlare con i normali. Da lì, dopo ulteriori indagini, mi venne l'idea di fondare la multiservizi ove offrivo, oltre alla manovalanza, me stesso come interprete, anche se forse ponte sarebbe un termine più appropriato, tra il cliente e la colf, l'uomo di fatica, il custode etc.
Ma non solo. Fu la stessa Adua a suggerirmi di provare la strada del pro. Lei, mi proiettò, era sempre disponibile per una bella scopata con me; purtroppo, dato che io cercavo un certo aspetto fisico unito a delle pratiche specifiche, forse sarebbe stato interessante provare ad andare da qualche pro.
Trascorsi un buon fine settimana a Londra rimuginando su tutto, oltre che visitando tre o quattro attrazioni turistiche ed alla fine quando tornai a casa mi rivolsi a Telnet e debuttai come cliente nel mondo pro.
Il mio primo incontro fu con una russa, Alexia, che riceveva a Milano. Era bella, mora, alta 1.60, occhi verdi. Diceva di avere 22 anni e mi sembrava credibile. Andai da lei con il cuore in gola. Ero carico di aspettative. Fu un bell'incontro, lei mi fece tutto quello che le avevo chiesto, anzi, mi fece provare anche un paio di cose extra a cui io non avevo pensato. Veramente un bell'incontro. Lei precisa, professionale...ma. Già. Ma. Nel chiudermi la porta alle spalle non ero soddisfatto. Mi sembrava fosse mancato qualcosa. Non vi era stata quella tempesta di pensieri che avevo provato con Flavia e Susan. O con Adua. Questo era ovvio, essendo una pro, non potevo aspettarmi una partecipazione di un certo tipo, lo avevo già immaginato. Ma allora cos'era? Lei era stata brava, rispettosa dei limiti, aveva spinto il T&D al punto giusto, come anche le torture dei capezzoli eppure... Ecco, mi sembrava di aver interagito con un teleimmersion. Non c'era quel pizzico in più che mi aspettavo da un essere umano.
All'epoca attribuii la colpa alla pro.
Nel frattempo, visto che avevo bisogno di pecunia per andare a pro, iniziai a gettare le fondamenta del mio futuro business offrendomi come lubrificante comunicativo tra i sapiens ed i telepates. Ed incredibile, non ci credevo nemmeno io, la cosa funzionò alla grande, grazie al passaparola. Ma questa è un'altra storia. Io ero contento perché potevo permettermi di andare a provare diverse pro. Ne provai tante, come le mie rece in questo forum possono testimoniare, alcune anche molto brave, più partecipative di Alexia ma, tolto un paio, presto ritiratesi in prepensionamento anticipato, alla fine restava quella sensazione di non essermi davvero sentito nelle loro mani, di non aver provato quel brivido. Non si trattava soltanto di orgasmo telepatico, ma proprio di qualcosa di impercettibile. Forse ero io:avevo troppi limiti e non permettevo loro di esprimersi al meglio, come invece era successo quella sera di Londra con Flavia e Susan. Ma comunque il free era escluso. Avevo partecipato ancora a qualche evento, ma il risultato era sempre quello: le gnocche che piacevano a me potevano permettersi di selezionare e lo facevano, giustamente, secondo le loro idee, che spesso erano in contrasto con i miei desiderata. A dir la verità anche molte di quelle che, per usare un eufemismo, erano meno gnocche, data la grande offerta potevano permettersi di fare selezione. Ogni tanto rivedevo anche Adua, dove subito scattava la zompata prima e la cena dopo.
Ad alcune feste incontrai diverse pro che, unendo l'utile al dilettevole, erano lì per sponsorizzarsi. Alcune di quelle le avrei frequentate, diciamo, privatamente. Scoprii presto che il fatto di partecipare o meno ad eventi BDSM non era una discriminante per la pro: ne trovai di valide che amavano quelle feste ed altre, altrettanto valide che non ci andavano.
Purtroppo, anche con quelle più brave, alla fine dell'incontro rimaneva quel pizzico di...beh, chiamiamola insoddisfazione, anche se non sarebbe il termine corretto.
Come avrei scoperto era il limite dei telepatici: non si può comandare ai pensieri. Per quanto molte pro fossero brave a trasmettere le giuste sensazioni, spesso sembrava una specie di forzatura. In più non si aveva quel passo ulteriore, quel pizzico di "non so che" che mancava.
E non dovevo essere l'unico dato che negli ultimi tempi han preso piede le freprovi.
Si, noi insoddisfatti siamo in crescita. O forse alcuni di noi si stanno evolvendo ancora e diventiamo solo più sensibili, con antenne, perdonatemi il termine, più dritte. O forse telepatia e sesso mercenario non fanno una buona accoppiata. Questa, ma all'epoca non lo avevo capito, era in parte la risposta. Ma non vorrei anticiparvi troppo.
Per la legge del mercato, dove vi è una domanda, ecco che, se i mezzi tecnici lo consentono, nasce immediatamente un'offerta. E l'offerta, in questo caso, è un tentativo di unire i lati positivi del pro con quelli del free.
Nessuno, stranamente aveva pensato che l'interfaccia neurale con cui ci immergiamo in Telnet potesse essere usata commercialmente non solo da pochi teleimmersion, diciamo con un termine retrò, a luci rosse amatoriali, ma anche da altri esseri umani per trasmettere sensazioni ed emozioni commercialmente. In effetti, quello che ho detto è impreciso. Qualche tentativo venne fatto una cinquantina di anni fa ma non ebbe successo, neppure nel campo della pubblicità. In realtà nelle reclame ci pensò la legge a stroncarlo: se sponsorizzi un risotto liofilizzato in busta, devi fare sentire le sensazioni che ti dà il piatto preparato con il contenuto della busta e non quelle che prova un attore, tenuto a digiuno 24 ore, quando sente il profumo di un risotto cucinato da uno dei più blasonati cuochi.
Inoltre, è davvero difficile trasmettere un emozione reale e farla arrivare ad altri, se non la si vive. Si va ad una festa BDSM e si percepisce quello che proietta, ad esempio, lo schiavo frustato o il godimento della mistress. Ma è difficile salvarlo e poi riproporlo. E non solo per via dei mezzi tecnici.
Inoltre trasmettere le emozioni dei protagonisti di un teleimmersion è impossibile od inutile: mentre tutti vorremmo provare la sensazione di essere baciati dalla gnocca di turno che sollazza il cattivo dei teleimmersion d'azione, nessuno vorrebbe trovarsi al posto del villain quando il buono gli mette in corpo una decina di proiettili o peggio. Inoltre dubito che l'attrice provi davvero qualcosa mentre fa finta di cacciare mezzo metro di lingua in bocca all'antagonista. Come detto, a parte gli innamorati che usano Telnet e l'interfaccia neurale per fare sesso a distanza, gli unici che avevano ne avevano sfruttato commercialmente le possibilità erano una minoranza di teleimmersion porno amatoriali. Ma questi, proprio perché girati con mezzi "poveri", non erano a livello di regia, qualità di immersion, cambi di prospettiva e, diciamocelo, prestanza dei protagonisti, a livello di quelli professionali, anche se questi ultimi sono, diciamo, emozionalmente asettici.
La rivoluzione, nel BDSM, è partita dal Giappone nei sei mesi antecedenti il mio primo incontro con una freprovi. Adesso, a più di tre anni da quando provai questa novità, il loro numero è pari quasi a quello delle pro ed una sessione con una di esse è una cosa quasi di routine.
|