| Il punto della questione - ammetto di aver cambiato idea rispetto a 3 anni fa - non è insistere sui fruitori. Sensibilizzare i fruitori può essere benefico, a mio giudizio, in minima proporzione. Il porno NON ha un'alta considerazione sociale; moralmente pochi si sentono in obbligo nei nostri confronti. L'opera di convincimento può essere fatta attraverso un blocco delle pubblicazioni di nuovi video, ma anche questo darebbe pochi risultati, visto il mare magnum della concorrenza. Sono anche convinto che in molti paesi come la Germania e gli Stati Uniti, la minore incidenza di soggetti che condividono/piratano, più che un fatto di sensibilità maggiore verso il fenomeno, sia un fatto di normative molto severe volte a contrastare la pirateria. Già ho ricordato in un altro post il film "Into the wild", in cui uno dei personaggi che il protagonista incontra, viene arrestato niente di meno che da agenti FBI, solo per aver piratato il segnale di una TV satellitare a pagamento.
Da un certo punto di vista, noi stessi produttori clips4sale siamo i "figli" della condivisione e del depauperamento del mercato "maggiore". Moana Pozzi la pagavano 100 milioni di lire negli anni '80-'90 (credo un equivalente di almeno 70-80mila euro) a film. Impossibile per un amatoriale non ricco di suo, avvicinarsi a questo mondo. Con i materiali prodotti a ritmo serratissimo, per contrastare la pirateria, oltreché l'avvento sul mercato delle ragazze dell'Est, proprio dal 2000 in poi, è cominciato il fenomeno dei produttori medio-grandi, ora dei piccoli-medi. Ma senza affossamento del mercato maggiore, senza ragazze dell'Est, oggi non saremmo qui a parlare.
Detto questo, cosa voglio dire... assolutamente NON voglio difendere chi condivide e cerca gratis. Tuttavia la "guerra" tra noi e loro, mi pare una "guerra" tra poveri. Come ho già detto nel precedente intervento, c'è bisogno di contrastare il fenomeno al nascere, al livello di chi ci guadagna di più. Il Sire, per fare un esempio del format dove scriviamo, non guadagna dalle condivisioni. Inoltre, per fortuna, possiamo intrattenere un dialogo diretto coi consumatori qui. Questo lo trovo positivo. Possiamo almeno tentare di sensibilizzare. Ma l'azione dovrebbe essere da parte dei parecchi produttori piccoli-medi, per assicurarci quelle minime ed essenziali azioni (sempre sulla scia di quelle elencate nel mio precedente post), intanto volte a boccare i fenomeni del tipo Tiziana Cantone, oltreché evitare la massificazione del fenomeno pirateria su mainstream. Poi ci dovremmo assicurare una legge più severa sul fenomeno pirateria; questo non so perché non accada in Italia, dato che vede coinvolte anche le produzioni di film, software ecc...
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