Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Una vacanza particolare, storia vera

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Zulway
view post Posted on 19/11/2017, 16:48     +1   -1




Per ora sono arrivato alle torture tipo :
Clausura nel bagno , essiccamento notturno da proibizione di ventilatore , e massaggio alla gamba, più o meno la posizione è quella :P
 
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view post Posted on 19/11/2017, 19:27     +1   -1
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CITAZIONE (alessio12345678 @ 19/11/2017, 14:04)
Allora ho frainteso io,pensavo che tu vivessi realmemte la condizione 24/7 di cui narravi durante la vacanza.
Io penso che nessun uomo vorrebbe realmente vivere una vita del genere,ce da fare una netta distinzione tra ciò che è reale è ciò che è fantasia.
Come dici tu il gioco che fate di tanto in tanto e una cosa bellissima che ho sperimentato io stesso quando ero fidanzato,ma se poi questa fantasia diventa ossessione e diventa l'unica o quasi ragione di vita(come appunto vuole un rapporto 24/7)per me si passa da una normale e bellissima fantasia o gioco,ad una vera è propia ossione psicologica.
È solo il mio punto di vista naturalmente.

No, no. E lo spiego spesso proprio per quelli che non mi conoscono ricordando come la dominazione tra di noi sia solamente un antefatto che porta poi ad un sesso un po' più particolare considerando l'eccitazione che mi provoca. Evidentemente sei stato un po' distratto e non ci hai fatto caso ;) . Questo però non toglie, e lo ribadisco per onestà e sincerità, che ogni tanto non mi venga il desiderio di sperimentare un 24/7 se non fosse che è proprio mia moglie a non volerne sentir parlare ed a volere, al di fuori di questi giochi, un marito normalissimo e niente affatto sottomesso. Però durante quella vacanza è successo qualcosa che, almeno apparentemente, sembrerebbe averle fatto cambiare idea. Ma non mi far spoilerare. Si saprà all'ultimo.
CITAZIONE (Zulway @ 19/11/2017, 16:48)
Per ora sono arrivato alle torture tipo :
Clausura nel bagno , essiccamento notturno da proibizione di ventilatore , e massaggio alla gamba, più o meno la posizione è quella :P

Beh, allora quello lo possiamo considerare un antipasto. Verrà molto altro e sarà..... abbastanza doloroso per il sottoscritto :fustig: . Chissà se quello potrai considerarlo un tipo di dominazione che si addice di più ai tuoi gusti
 
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Zulway
view post Posted on 19/11/2017, 20:20     +1   -1




😂😂😂
 
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view post Posted on 21/11/2017, 17:23     +1   +1   -1
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Diciassettesimo episodio

Con l’impossibilita’ di sapere che ore sono, il tempo trascorre in modo diverso. Non riesco a comprendere da quanto tempo siamo seduti in questo bar. Approssimativamente dovrebbe essere trascorsa una mezz’oretta ma non mi meraviglierei se invece fosse passata un’ora oppure quindici minuti. Il buio ancora non e' totale ma gia' si intravvedono le prime avvisaglie della sera e questo mi fa supporre che almeno le venti dovremmo averle superate e quindi scarto l’idea che sia trascorso solo un quarto d’ora. Intanto, devo fare i conti con un certo irrigidimento del collo dovuto al fatto che sto ormai da un bel pezzo a capo chino e mi aiuto facendolo girare prima a destra e poi a sinistra. Mia moglie ha ormai terminato sia lo spritz che le patatine mentre e’ rimasta un po’ dell’acqua. Ho sete. Non posso parlare ma posso farle capire che vorrei bere
“ D’accordo. Bevi e poi vai a pagare. Fra poco abbiamo l’appuntamento” Mi verso cio’ che e’ rimasto dalla bottiglietta e poi mi alzo per andare alla cassa del bar. Quando torno M. si e’ gia’ alzata e mi sta aspettando. In meno di cinque minuti, sempre approssimativamente parlando, siamo sulla piazza ma deve essere troppo presto perche’ non c’e’ traccia di Elena e Marcello. Senza proferire parola, mia moglie vira verso il porto, proprio dove c’e’ il ristorante che e’ la nostra meta di questa sera. Il viale del porto comincia ad essere pieno di gente e inizio anche a sentire le note di prova del gruppo che animera’ la piazza. Facciamo circa la meta’ della strada che porta fino al porto, una strada piena di ristoranti, bar e negozi di tutti i tipi. Lei si ferma davanti ad una vetrina di una profumeria, osserva qualcosa che a me sfugge completamente e poi si volta verso di me
“ Vado a vedere qualcosa. Tu non muoverti da qui” Io naturalmente annuisco e la osservo mentre sta per entrare nella profumeria poi pero’ noto che si volta e ritorna vicino a me. E sorride. La conosco troppo bene per non sapere che qualcosa le e’ venuta in mente. Fa lo sguardo da furbetta che pero’ per me non promette niente di buono. Ho la netta sensazione che mi attende qualcosa di spiacevole. Di molto spiacevole.
Osservo con apprensione i suoi movimenti. Vedo che cerca nella borsa qualcosa per estrarre poi il suo telefonino e quindi mi dice di mettermi a ridosso del muro vicino ad una piccola vetrina appesa all’esterno del negozio di profumeria, a fianco di quella piu’ grossa. Cosa vorra’ fare? Vedo che mi scatta una foto, la guarda e poi ritorna da me “Guarda bene la foto che ti ho appena scattato. Voglio trovarti esattamente nella posizione della foto. Una sola differenza e stasera, al nostro rientro, la tua bella cinta sara’ ancora nelle mie mani. E posso assicurarti che non potrai sederti per una settimana. Hai compreso tutto?” Deglutisco nervosamente e poi annuisco. Ormai, ho smesso di meravigliarmi e di pormi delle domande. Cerco di memorizzare la posizione della foto che mi vede appoggiato alla piccola vetrina con le braccia ciondolanti ed il volto rivolto verso l’entrata della profumeria ma lei mi toglie la foto da sotto il naso ed entra nella profumeria. A cosa penso? Penso che non devo muovermi perche’ non voglio essere punito. Il mio istinto da sub ha ormai preso il sopravvento sulla mia parte razionale e si e’ impossessato completamente di ogni mio pensiero. Se ragionassi lucidamente mi direi che quello che sto facendo e’ assurdo e mi chiederei soprattutto perche’ lei lo sta facendo. Beh, la risposta mi sembra elementare, come direbbe Holmes a Watson. Sta testando il suo potere. Ma in quel momento, in quella situazione, i miei pensieri sono farraginosi e l’unico che esce fuori e si delinea perfettamente tra le migliaia che brulicano nella mia mente e’ che la mia padrona mi ha dato un ordine e che devo obbedirle a tutti i costi. E questo malgrado un maledetto prurito che sembra essersi impossessato di tutto il mio corpo. Eppure non muovo. E se poi mi rimetto in una posizione errata? Cerco di vincere questo maledetto prurito ma vi posso garantire che e’ enormemente complicato. Non ho idea di quanto tempo trascorra. Evito persino di guardarmi intorno. Oh Signore, fa che non mi capiti qualcuno che conosco che vuole attaccare bottone. Per fortuna, non passa nessuno o nessuno fa caso a me. Non devo sembrare un tipo strano ma semplicemente un tipo che sta fuori da un negozio di profumeria assorto nei suoi pensieri. E finalmente eccola! Ha in mano una piccola busta che infila dentro la borsa e poi trae il suo telefonino per osservarlo bene. Sono nervoso e non riesco a decifrare quel sorriso che le si e’ formato sulla bocca. Viene vicino a me e si avvicina al mio orecchio
“ Plotoneeeeeee, riposo!” ironizza. Ovviamente, l’ha semplicemente sussurrato. Mi gratto la testa e poi la schiena, i gomiti e persino le gambe. Sembra che abbia le zecche addosso. E nello stesso tempo il mio respiro e’ affannoso ed il mio cuore in subbuglio mentre attendo il suo responso. Mi tranquillizzo quando sento che mi sta accarezzando il viso “Bravo. Sono molto fiera di te” mi dice sorridendomi. Ed ancora una volta sono felice di queste parole anche se sembra che abbia dato il biscottino al cane, proprio come ha fatto oggi pomeriggio dopo avermi costretto a fare la doccia gelata. Mi prende poi la mano per indicarmi la direzione che e’ quella della piazza
“ Hai avuto paura delle cintate, eh Davide? Oppure delle spazzolate” Non posso risponderle ma vorrei dirle che non e' proprio cosi'. Si, un po' di timore ce l'ho avuto e mi accompagna praticamente sempre, fin dal momento che mi ha rinchiuso nel bagno ma non è per quello. Non solo per quello. Il timore nei suoi confronti e' una parte importante ma ridurre tutto alla paura di essere preso a cintate sarebbe sbagliato. E' il mio desiderio di sottomettermi alla donna che amo che mi spinge ad obbedirle. E piu' tutto sembra essere reale, maggiore sara' la mia sottomissione e piu' grande l'obbedienza. E quanto a realta', mai come in questo momento tutto mi sembra reale. Il suo tono e' pero' sembrato leggermente piu’ dolce. Che stia finendo tutto? Faccio comunque cenno di si con la testa e lei sorride soddisfatta. Che mi stia mettendo dunque alla prova? Non ne ho idea ma so soltanto che io non posso non amare perdutamente una donna del genere e contraccambio il suo sorriso. Vorrei dirle che e’ meraviglioso essere ai suoi ordini e non importa che dopo non faremo l’amore come le altre volte. Beh, non e’ che non ci pensi. La desidero con tutto me stesso, soprattutto adesso. Vorrei prenderla tra le braccia e baciarla dolcemente ma non sono cose che un marito sottomesso puo’ fare. Almeno credo. Intanto, il profumo che fuoriesce dai ristoranti, unito ai rimbrotti del mio stomaco, mi ricordano che ho una fame da lupo. Non ho mangiato quasi niente a pranzo e mi chiedo come faccia mia moglie a pranzare tutti i giorni con quel poco. E ti credo che non ingrassa. Sei o sette miseri crostini della consistenza di un biscotto con il salmone ed un po’ d’ananas. Io ci faccio solo l’antipasto con quella roba. Ma mi manca il primo ed il secondo e vorrei rifarmi con gli interessi stasera, sempre che la mia padrona sia d’accordo, visto che dovro’ mangiare solamente cio’ che lei mi concedera’. E speriamo che sia una concessione generosa.
Stavolta, sotto il monumento dedicato ad una celebrita’ locale e meta di appuntamenti tra le persone, troviamo anche i nostri nuovi amici. Amici? Diciamo conoscenti che e’ meglio. Dubito che mia moglie ed Elena potranno mai considerarsi amiche mentre a me Marcello non dispiace ma abbiamo gusti troppo diversi. Ci avviciniamo e sento la mano di mia moglie che era intrecciata alla mia stringersi quasi con violenza. Nonostante cio’, sorride mentre mi guarda. Questo trucco un po’ intenso le ha fatto probabilmente perdere un po’ della sua abituale dolcezza che abitualmente esprime con lo sguardo e soprattutto col sorriso. O forse non e’ il trucco ma e’ proprio lei ad essere tutt’altro che dolce da ieri sera
“ Sai come devi comportarti. Attento a te” Da lontano sara’ sembrato un sorriso di una donna felice, di una donna che si appresta a vivere una serata spensierata in vacanza insieme al proprio marito ed invece si trattava di una minaccia vera e propria. E dubito che non metta in atto i suoi propositi con l’aria che tira. Sospiro un ennesimo < Si padrona> e ci avviciniamo e questo mi fa comprendere che siamo ben lontani dal diminuire la dominazione come avevo sospettato con quella dolce carezza. Mia moglie e’ ancora la mia padrona e mi accorgo di non esserne affatto dispiaciuto.
Come aveva sospettato M., Marcello ha un look serio. Pantaloni beige di cotone con tasche a filetto e camicia di lino sempre sul tono coloniale. Credo che in effetti il mio pantaloncino corto e soprattutto i sandali da frate fossero fuori luogo e di scarsissimo gusto e che quindi la punizione che mi sono beccato fosse sacrosanta. E poi c’e’ Elena. E mo’ come ve la descrivo? Non mi fisso affatto su di lei, memore che l’incazzatura di mia moglie e’ derivata proprio da un mio sguardo troppo lungo e accurato ma comunque un po’ la devo per forza guardare perche’ e’ proprio davanti a noi e ci sta venendo incontro. Indossa una tutina col pantaloncino corto, molto corto, con delle fantasie sul beige e marrone di un tessuto leggero, forse di viscosa. La parte superiore ha una scollatura all’americana che si lega al collo e che lascia intravvedere i suoi rigogliosi anche se rifatti seni. Ai piedi vedo dei sandali altissimi, forse addirittura piu’ di quelli di mia moglie, di colore beige e faccio fatica a non ammirarle le gambe lunghe e affusolate completamente scoperte. E’ truccata di tutto punto, pettinata con quella frangia bionda che quasi le copre un occhio e sorride a trentadue denti. Le donne si scambiano e ci danno dei bacetti mentre con Marcello scambio una virile stretta di mano. Le donne si fanno anche dei grossi complimenti sul loro look. Quanto saranno sincere? O meglio, quanto saranno felici di doverlo fare? Almeno mia moglie ben poco mentre Elena sembra sincera e soprattutto felice di farglieli. Almeno apparentemente. Vanno avanti proprio loro mentre io e Marcello le seguiamo a ruota e posso notare che la salopette di Elena in realta’ esiste solo davanti in quanto la schiena e’ completamente nuda a parte due lacci che si chiudono con un fiocchetto. Davanti a me M. ogni tanto si gira per osservare le mie reazioni al look molto eccitante di Elena ma io sto conversando con Marcello spiegandogli in che modo si mangia nel ristorante dove stiamo andando. Farmi scoprire di nuovo mentre ammiro Elena equivarrebbe ad un suicidio e comunque sono io a non volerla ammirare ed i miei sguardi sono il minimo sindacabile per non camminare ad occhi chiusi e preferisco soffermarmi sul retro di mia moglie che non mi sembra meno appetitoso. Ed a proposito di come e’ vestita Elena, alcune persone di una certa eta’, vecchia mentalita’, avrebbero detto <e ti credo che le violentano, guarda come vanno vestite>. Ovvio che non e’ una frase che condivido e che ogni donna deve essere libera di vestirsi come vuole senza rischiare di essere violentata ma credo che sia un look veramente eccessivo, soprattutto per una donna che sta per sfiorare i cinquant’anni. Che poi ne dimostri tanti di meno non cambia la sostanza.
Entriamo finalmente nel ristorante. Diciamo che abbiamo prenotato ma il cameriere ci chiede di attendere una decina di minuti in quanto siamo in anticipo. Ci mettiamo ad aspettare fuori. E’ una strana sensazione stare a contatto con Elena e mia moglie appollaiate su quei trespoli giganti che sono le scarpe che indossano. Sono entrambe piu’ alte di Marcello ma piu’ basse di me ma ora svettano anche sul sottoscritto in modo vistoso e per uno amante delle donne molto alte e’ una piacevole sensazione che mi ricorda un po’ gli allenatori di pallavolo femminile che durante i time out parlano alle loro giocatrici guardandole dal basso in alto come un nano in mezzo a gigantesse. Non stiamo proprio a quel livello ma ci sono circa una decina di centimetri di differenza tra me e mia moglie e poco meno con Elena mentre ce ne sono circa una ventina con Marcello che se vuole baciare la moglie dovra’ salire veramente su uno sgabello. E se avessi il piacere di farlo io con M. dovrei propendere il mio collo verso l’alto. E quanto pagherei in questo momento per baciarla. Adesso che ha questo bel rossetto sulle labbra, ad esempio. Non lo mette quasi mai. Pero’ adesso sembra tutto cambiato. Continuera’ a vestirsi e truccarsi in questo modo e soprattutto a dominarmi anche davanti ad altri? Ed a farlo anche piuttosto pesantemente come ha fatto stasera prima di scendere? Domande alle quali per rispondere avrei bisogno veramente della sfera di cristallo. Continuo a ripetermi che e’ tutto molto strano, conoscendola ormai da quasi trent’anni, ma intanto sono trascorse ventiquattro ore e la situazione continua a rimanere stabile. Ed il fatto che lei voglia veramente diventare una padrona a tempo pieno comincia ad avere sempre meno dubbi e piu' certezze.
 
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view post Posted on 21/11/2017, 17:42     +3   +1   -1

Maestro di Piedi

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Questa è Elena :flashgirl1:
Questa è M. :shifty:
Questo è Davide quando guarda M. :erction__:
Questo è quello che Davide spera di fare :-jj__:
Questo è ciò a cui andrà realmente incontro Davide :fustig:
Questo sono io quando vedo che l'episodio è già finito :cry:
 
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view post Posted on 22/11/2017, 13:53     +1   -1
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CITAZIONE (Flover 991 @ 21/11/2017, 17:42) 
Questa è Elena :flashgirl1:
Questa è M. :shifty:
Questo è Davide quando guarda M. :erction__:
Questo è quello che Davide spera di fare :-jj__:
Questo è ciò a cui andrà realmente incontro Davide :fustig:
Questo sono io quando vedo che l'episodio è già finito :cry:

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view post Posted on 24/11/2017, 18:25     +1   +1   -1
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Diciottesimo episodio

I dieci minuti di attesa passano velocemente ed il cameriere ci invita a metterci seduti in quanto il tavolo e’ ormai libero. Marcello, da vero galantuomo, sposta la sedia per far mettere seduta la moglie ed io faccio altrettanto. Non e’ mia abitudine e l’avro’ fatto al massimo un paio di volte in vita mia ma noto che le due donne hanno apprezzato molto il gesto. Gesto non sottomesso ma appunto cavalleresco eppure mi accorgo che si sposa bene con la situazione che sto vivendo adesso, di assoluta obbedienza e devozione nei confronti di mia moglie. Mi dico che lo rifaro’ volentieri. Ci portano immediatamente i menu’ che osserviamo attentamente. O meglio, gli altri osservano perche’ in realta’ io fingo semplicemente di farlo. Non ho il permesso di decidere cosa scegliere e non ho idea di cosa la mia padrona mi fara’ mangiare. Non passa molto quando lo stesso cameriere torna. Ci dice che se vogliamo ci puo’ portare degli sfiziosi antipastini misti a base di pesce e l’offerta sembra essere gradita in quanto chi ha potere di decidere, ovvero gli altri tre, approvano con entusiasmo. Ma avrei approvato anch’io se avessi avuto potere decisionale. Si scelgono le bevande con Marcello che da buon intenditore sceglie un vino che ovviamente lui conosce bene e che costa una cifra. Ma non poteva scegliere un Tavernello? Ad ogni modo, M. afferma che un bicchiere lo berra’ anche lei ma ordina comunque della semplice acqua non gassata. Se dipendesse da me ordinerei un’aranciata ma temo che farei una figura di merda con un intenditore di vini. E’ meglio l’acqua. Essere astemio non e’ una scelta ma proprio non mi piace il vino di nessun tipo, a parte quello dolcissimo e smielato che forse di vino ha ben poco. De gustibus. Si passa poi ai primi. Mia moglie declina l’offerta e dice che dopo gli antipasti passera’ subito al secondo e sceglie naturalmente il suo piatto preferito ovvero rombo al forno in crosta di patate. Elena dice che la cosa va benissimo anche per lei mentre Marcello opta per il classico spaghetto con le vongole aggiungendo che lui e’ un patito per i frutti di mare. Io continuo ad osservare il menu’ ma e’ come se davanti a me avessi delle pagine vuote ed ogni tanto guardo mia moglie che a sua volta mi osserva cercando di nascondere un sorrisino ironico
“ Amore, cosa mi consigli?” le domando infine. Lei riprende il menu’ e poi allarga il suo sorriso
“ Mah, io al posto tuo mi prenderei i tagliolini con spigola e pachino. Ti piacciono cosi’ tanto”
“ Ma certo. Grazie del consiglio, amore” concludo confermando al cameriere la mia scelta. In realta’ mi piacciono veramente ma mal sopporto il pomodoro pachino che ormai tutti inseriscono su qualunque pietanza come fosse il prezzemolo e quando mi capita di ordinare un piatto del genere chiedo di evitare che ci mettano il pachino. Pero’ tutto sommato non mi dispiace come scelta ed in cuor mio la ringrazio per non aver scelto qualcosa che mi nausea. In fondo, non vuole essere una dominatrice spietata. Vorra’ dire che scansero’ il pachino. Mentre attendiamo gli antipasti, si discute un po’ su tutto ed in particolar modo dei nostri lavori, soffermandoci in special modo sulle difficolta’ che si incontrano di questi tempi. Simili per certi versi le preoccupazioni mie e di Marcello, completamente differenti quelle di mia moglie che e’ l’unica ad avere un lavoro dipendente e non una propria attivita’. A rimaner fuori da questi discorsi e’ ovviamente Elena che si deve sentire come un pesce fuor d’acqua in questi casi. E, non vorrei sbagliarmi, ma ho l’impressione che mia moglie cerchi di far risaltare la propria superiorita’ basandosi proprio sulla mancanza di argomenti della sua rivale. E quasi Elena mi fa tenerezza.
Arrivano gli antipasti e sono una delizia per il mio stomaco vuoto, soprattutto una strana ma gustosissima e mai assaggiata precedentemente frittata di pesce. Ma e’ tutto buono e si sente che il pesce e’ veramente fresco. Si riprende a parlare ma stavolta M. lascia stare noi maschietti coinvolgendo Elena. Le fa domande ed aspetta le sue risposte con un certo interesse. E’ uno strano comportamento quello di mia moglie. A volte sembra cercare la competitivita’ mettendola chiaramente in difficolta’ grazie alle sue doti superiori ed a volte invece sembra un’amica di vecchia data che cerca la confidenza. Ed Elena si lascia andare facilmente a queste confidenze. E’ lampante come cerchi una vera amica, un’altra donna con la quale condividere le proprie idee e che la scelta sia caduta proprio su mia moglie.
L’arrivo dei primi mi distoglie da questi pensieri. E mentre Marcello si butta sugli spaghetti, io assaggio i tagliolini che sono proprio ottimi ma scarto ovviamente il pachino. Mia moglie, in attesa del suo rombo, mi scruta con interesse mentre continua a parlare con Elena. Per un po’ non dice niente ma quando sono a meta’ mi interrompe
“ Tesoro, ma che fai? Lasci i pomodori pachino? Ma come, lasci il meglio? Eppure ti sono sempre piaciuti. Dai, mangiali che ti fanno anche bene” Mi sono sempre piaciuti? Lo sa benissimo che li odio
“ Dici?” chiedo sperando che ci ripensi
“ Ma certo! Vedrai che mi darai ragione” Le sorrido. Osservo la coppia. La voce di mia moglie e’ stata dolce, quasi sussurrata e niente puo’ lasciare immaginare che si sia trattato di un ordine, ovviamente mascherato. Ma cosa penseranno di me, di un uomo che accetta come oro colato ogni consiglio della propria moglie? Soprattutto Elena che mi conosceva come un ragazzo piuttosto autorevole all’interno del nostro gruppo di amici. Non noto alcuna faccia strana, con Marcello intento a divorarsi i suoi spaghetti ed Elena che invece sta pensando a chissa’ cosa, ma se anche pensassero a qualcosa di anomalo nel nostro comportamento, mi accorgo che non me ne frega un bel niente anche se ancora una volta mi chiedo chi me lo faccia fare. Ma e’ solo un attimo ed arriva piu’ forte che mai la vocina a dirmi che devo essere felice ed orgoglioso di obbedirle. Un ordine della donna che si e’ eretta a propria padrona e’ sacro e difficilmente potrebbe comprendere chi non ha i miei stessi impulsi. Prendo la forchetta, azzanno un paio di quei pomodorini, li mescolo con i tagliolini e li metto in bocca osservando il bel viso compiaciuto della mia adorata moglie-padrona. Non fa in effetti schifo, anzi. Forse e’ solo una questione di antipatia verso un alimento che la maggior parte delle persone osanna. Arriva anche il rombo per Elena e per mia moglie ed io sto sperando che lo faccia mangiare anche a me. Sembra cosi’ appetitoso….. Infatti, il cameriere chiede proprio a me e a Marcello che abbiamo terminato con i primi se vogliamo qualcosa per secondo. Lui dice di volere un bel piatto di cozze ed io attendo che mia moglie mi dica cosa debba fare
“ Mi dai un consiglio su cosa prendermi come secondo?” le chiedo infine. Lei mi guarda con stupore. Finto stupore
“ Ma perche’, vuoi prenderti pure il secondo? Ti sei mangiato un sacco di antipasti, un piatto di pasta che non finiva mai, mi dici come fai a dimagrirti se stai sempre a mangiare?” Chiudo per un istante gli occhi. Il suo messaggio mi sembra molto chiaro. Non devo prendermi il rombo
“ Credo che tu abbia ragione. No, per me va bene cosi’” dico al cameriere che mi prendera’ per scemo. E gia’ perche’ se c’e’ una cosa che non fa ingrassare e’ proprio il pesce. La pecca sulla scusa che si e’ dovuta inventare mia moglie non viene notata dagli altri due commensali ed io e Marcello riprendiamo i nostri discorsi mentre le due donne si divorano il rombo al forno. E ti credo! Doveva essere squisito. Arrivano anche le cozze per Marcello. Pero’…… Non ero il solo ad essere affamato, a quanto pare.
La cena sembra essere ormai giunta al termine. Mia moglie pero’ sembra non voler terminare cosi’ la serata
“ Ohi ragazzi, se avete voglia di dolci, non li prendete qui’. Io e Davide vi portiamo a prendere una cremolata che vi fara’ leccare i baffi” Proposta accettata. Ci facciamo portare il conto e paghiamo. Conto alla romana, ovviamente. A dir la verita’ sono io a pagare con la carta perche’ sono a corto di contanti ma Marcello e’ lesto a darmi il suo dovuto. E mentre noi uomini ci dedichiamo al pagamento, le donne vanno al bagno. Ma perche’ ci vanno sempre in coppia come i carabinieri? Questo, secondo me, e’ uno dei grandi misteri dell’umanita’ paragonabile ai cerchi nei campi che si dicono lasciati dagli U.F.O. Quando le rivediamo, mi accorgo che si sono rifatte il trucco, soprattutto il rossetto, ovviamente scemato dopo la cena, e sono pronte a proseguire la serata. Ho la netta sensazione che io e Marcello saremo molto invidiati nel prosieguo della serata. Usciamo dal ristorante e mi porto appresso il rammarico per quel rombo che sembrava dirmi <mangiami!> ma sono comunque quasi sazio. La cremolata, davvero ottima di una gelateria un po’ nascosta che abbiamo scoperto quasi per caso, potrebbe togliere quel quasi e l’idea di M. mi piace parecchio. Si ma se troviamo posto, cosa non facilissima. Siamo pero’ fortunati perche si libera un tavolino dopo nemmeno un minuto che siamo arrivati. Non c’e’ servizio ai tavoli. Si ordina all’interno e si puo’ portare poi il gelato al tavolo se se ne trova uno libero. Essendo un po’ nascosto, non e’ molto conosciuto dai turisti e qualche tavolo libero si puo’ trovare, come e’ accaduto a noi. Una gelateria di questo livello nella piazza principale e si sarebbe dovuto prenotare con alcuni giorni di anticipo. Appena seduti, mia moglie mi dice che vuole una cremolata alle more, ottima scelta che faccio anche mia mentre Elena e Marcello, non conoscendo la specialita’, si rimettono ai nostri gusti. Mentre le donne si mettono sedute, io e Marcello ci mettiamo in fila e dobbiamo attendere qualche minuto prima di essere serviti. Ne approfitto anche per offrire questa prelibatezza. E’ un tipo che non si fa pregare per mettere la mano al portafoglio e mi sembra giusto non approfittare della sua generosita’ contraccambiando appena mi e’ possibile. Torniamo al tavolo e poso le mie due cremolate ma M. mi guarda in tono da rimprovero
“ L’hai presa anche te?” Oh oh. Mi sa che ho fatto una cazzata. In effetti, non avevo ricevuto l’ordine di potermela prendere e chissa’ perche’ l’ho dato per scontato
“ Pensi che mi faccia male?” le chiedo dopo essermi schiarito la voce
“ Non e’ che ti fa male ma ti fa ingrassare. Vuoi dimagrire e poi ti prendi una cremolata dopo aver ingurgitato una montagna di pasta. Mi dici come puoi pensare di perdere chili?” Non rispondo ma mi guardo intorno e vedo Elena e Marcello un po’ perplessi. Non hanno la confidenza per intromettersi ma stavolta, al contrario di cio’ che e’ accaduto all’interno del ristorante, capiscono che si e’ trattata di una vera e propria lavata di testa. Anch’io credo che abbia esagerato soprattutto nel tono che sembrava piuttosto innervosito e se ne deve essere accorta anche lei che si mette a ridere “ Beh ormai mangiala. Vorra’ dire che da domani ci starai piu’ attento” Poi rivolgendosi a loro “Non immaginatevi chissa’ cosa. Mi ha chiesto aiuto per dimagrire e come ex atleta gli faccio un po’ da personal trainer ma poi fa come gli pare. Con lui sono parole gettate al vento” Le ultime frasi stemperano quel pizzico di tensione che si era creata. Il tono con cui sono state dette e’ allegro ed in fondo c’e’ anche un bel pezzo di verita’ in quanto davvero controlla la mia dieta su mia richiesta. Da parte sua mai c’e’ stato un solo accenno a questi miei chili in piu’. Ma ovviamente io so anche che la prima parte della frase nasconde ben altri significati e questo non mi rassicura per niente. Anche se non l’ho fatto apposta le ho disobbedito di nuovo e temo che al ritorno a casa qualcosa accadra’ e non sara’ piacevole per me. Non credo che M. me la faccia passare liscia. Non la donna che ho avuto accanto nelle ultime 26/27 ore, dal momento in cui mi ha rinchiuso nel bagno. A meno che, terminata la serata con Elena, tutto rientri nella normalita’. Si, questa mi sembra un’ipotesi plausibile. Fingo comunque allegria ma rimango seriamente preoccupato
“ Beh, ormai la frittata e’ fatta. Ti prometto che da domani ci staro’ piu’ attento”
“ In fondo, mio caro Davide, dobbiamo piacere a loro e qualche sacrificio mi sembra anche giusto” interviene Marcello”
“ Ben detto” dice a sua volta M. accennando ad un applauso
“ Lo credo davvero. Pensate che quando ho conosciuto Elena io avevo la barba sale e pepe e me la volevo togliere perche’ pensavo che non l’apprezzasse ed invece fu proprio lei a dirmi di non tagliarla perche’ mi faceva interessante. Da allora me la curo in modo maniacale”
“ E pensare che a mia moglie da fastidio pure la barba di due giorni” faccio io dopo aver dato un paio di cucchiaiate a questa ottima cremolata. Non so se valga una punizione perche’ non so cosa mia moglie voglia fare ma per una squisitezza del genere il rischio e’ da correre
“ Ma davvero?” squittisce Elena rimasta fino ad allora in silenzio “Evidentemente abbiamo gusti diversi” facendo ovvio riferimento alla barba
“ Insomma. Mica tanto” interviene di nuovo mia moglie. Oh no. E’ un chiaro riferimento a cio’ che accadde trent’anni orsono, quando sia lei che Elena erano attratte dal sottoscritto. Elena infatti la guarda in modo interrogativo
“ In che senso, scusa”
“ Nel senso che se un uomo e’ affascinante, non ci sono gusti che tengano” risponde M. cavandosela egregiamente” Riprendiamo a mangiare la cremolata. L’aria e’ tornata quella vacanziera e disimpegnata. Ci si informa dei programmi che si hanno al rientro a Roma, che vedra’ mia moglie tornare immediatamente al lavoro mentre io mi prendero’ un altro paio di giorni di ferie e poi la serata si conclude. Non ho la piu’ pallida idea di che ore siano ma dal movimento che vedo non credo che sia passata la mezzanotte. Comunque M. si alza
“ Bene signori. E’ stato un grande piacere ma la nostra serata si conclude qui’. Non sono abituata a tirar tardi e comincio ad essere stanca”
“ Si ma dobbiamo rivederci anche a Roma. Dobbiamo dare un seguito a questa nuova amicizia” fa Marcello. E cosa gli diciamo? Io il sabato sera difficilmente esco perche’ e’ la serata che destiniamo al nostro gioco preferito ovvero la dominazione. L’unica sera in cui abbiamo la certezza quasi matematica che nostra figlia non rientrera’ prima di una certa ora. La domenica la trascorriamo insieme agli amici guardandoci le partite ed in mezzo alla settimana siamo due pantofolai da premio Oscar. La prendo comunque scherzando
“ Vorra’ dire che ti faremo diventare un vero appassionato di calcio facendoti guardare tutte le partite della domenica, posticipo compreso” Marcello scoppia a ridere
“ Ah guarda che per quanto me ne intendo io puoi anche dirmi che chi sta giocando sia la Lazio piuttosto che la Juve e ci crederei” Di male in peggio. L’avra’ capito che sono tifoso della Roma? Comunque sorrido ed interviene Elena
“ Si dai, scambiamoci i numeri di telefono e ci risentiremo. Mi sono trovata proprio bene con voi” M. non fa una piega e dice che anche per lei e’ stata la stessa cosa e che e’ un vero peccato che questa sia l’ultima sera che passano qui. Tirano tutti fuori il proprio telefonino e cominciano a memorizzare i numeri degli altri. Tutti tranne io, ovviamente, che posso solamente osservare la scena che dura qualche secondo, fino a che Marcello mi guarda in modo interrogativo
“ E tu non lo vuoi il nostro numero?”
“ Certo che lo voglio ma ho il telefonino rotto. Tanto l’avete dato a mia moglie ed appena lo aggiustero’ li memorizzero’. Intanto prendetevi il mio” rispondo enunciando il mio numero, lo stesso da un’infinita’ di anni. Vedo Elena e Marcello che inseriscono nel proprio cellulare il mio numero e poi quest’ultimo che si volta verso di me
“ Adesso capisco perche’ ogni tanto mi chiedevi che ora fosse. Non avevi il telefonino” Oh no. Dio santo Marcello, ma perche’ non ti fai una tinozza di cazzi tuoi? Dovevi proprio dirlo dinanzi a mia moglie? M. infatti ha sentito ed ha sorriso ed e’ un sorriso che promette molto male per il sottoscritto. Divento improvvisamente serio mentre salutiamo la coppia che ci ha tenuto compagnia per questa piacevole serata. Ma appena rimaniamo da soli lo sguardo di M. potrebbe fulminarmi. Tuttavia, non dice una parola mentre ci incamminiamo verso casa. La piazza della cittadina e’ ancora piena di gente mentre la percorriamo per tornare a casa e la musica ancora a tutto volume. Imbocchiamo la stradina dove si trova il nostro appartamento rimanendo ancora in silenzio. Prendo le chiavi per aprire il portone e la faccio passare. Cominciamo a salire i soliti tre piani e vedo che M. lo fa con una certa difficolta’. Non e’ stato semplice scendere ma non dovrebbe essere facile nemmeno salire le scale con circa dodici centimetri di tacco. Ecco finalmente il nostro appartamento. Finalmente? Mi rimangio la parola. Ho vero timore a rimanere solo con lei. Quando facciamo i nostri giochi, e’ come se ci fosse un programma scritto, cosa che mi rende le pratiche, anche quelle dolorose come la lotta, meno preoccupanti. Ma adesso questa sua imprevedibilita’ mi sconvolge, mi intriga, mi impaurisce e mi eccita. Tutto contemporaneamente. Ed ho anche la netta sensazione che M. non abbia terminato affatto di indossare i panni sensuali della moglie dominante e mi chiedo, con un filo di preoccupazione, cosa accadra’.
 
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Maxslave2 la vendetta
view post Posted on 25/11/2017, 22:00     +1   +1   -1




Mi da che stavolta la paghi cara 😊
 
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view post Posted on 27/11/2017, 17:35     +1   -1
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CITAZIONE (Maxslave2 la vendetta @ 25/11/2017, 22:00) 
Mi da che stavolta la paghi cara 😊

Azz che intuito! ;)
 
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view post Posted on 28/11/2017, 17:37     +1   +1   -1
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Diciannovesimo episodio

Entriamo e lei mi precede dirigendosi verso la cucina con salottino annesso. Guarda dentro la sua borsa, trae il suo telefonino, lo accende e la vedo cercare qualcosa. Forse, vuole solo rendersi conto di che ora sia visto che non porta l’orologio al polso. Al contrario di me, non la sconvolge vivere senza l’assillo dell’orario, a parte naturalmente quando si tratta di andare al lavoro. Invece, intende telefonare a qualcuno e mette il viva voce. La voce di mia figlia risuona allegra
“ Ohi ma’. Che c’e’?”
“ Niente tesoro. Dove state?”
“ Stiamo andando adesso a prenderci qualcosa. Non ti preoccupare se facciamo un po’ piu’ tardi. Diglielo pure a papa’ che e’ capace di telefonarmi all’una di notte” M. ride allegramente
“ Tranquilla, glie lo diro’ di non romperti. Divertiti”
“ D’accordo ma’. Buona notte” Mia moglie sembra molto soddisfatta e la sua soddisfazione mi fa pensare che abbiamo tutto il tempo che le occorre per ridurmi male. Io rimango timidamente sulla porta della cucina mentre lei si e’ messa seduta sul solito divano. Volge lo sguardo verso di me e poi mi intima di raggiungerla muovendo ritmicamente l’indice della mano destra. Ora mi trovo come un palo di fronte a lei
“ Bene. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo” mi dice proprio come avevo immaginato “Dunque, vediamo un po’. Hai cominciato con la bottiglietta d’acqua che non mi hai portato malgrado io te l’abbia ordinato. Hai proseguito prendendoti una cremolata quando ti avevo avvertito che avresti dovuto mangiare solo cio’ che io ti avrei consentito ed infine, dulcis in fundo, hai fatto di continuo il furbo disattendendo la mia punizione che prevedeva il non farti sapere che ore fossero” Deglutisco nervosamente. Ho paura. So che non mi accadra’ niente di particolarmente gravoso ma ho timore di mia moglie. Alzo il dito per poter parlare, come si faceva a scuola ai miei tempi quando si voleva prendere la parola dinanzi alle prof ma lei scuote la testa
“ Nessuna scusa. Hai sbagliato e devi pagare” Si alza, si guarda la mano destra e poi gira i suoi anelli dalla parte interna. Non e’ difficile dare una spiegazione a questo gesto “Mani lungo i fianchi e silenzio assoluto” Obbedisco ma chiudo gli occhi e non vedo partire il manrovescio che si abbatte sulla mia guancia destra. Se lo schiaffo normale fa male, il manrovescio e’ veramente doloroso, soprattutto se chi lo esegue non ha una manina di fata “Questo e’ per l’acqua che non mi hai portato” Non mi muovo. So che me ne arrivera’ almeno un altro e sono facile profeta. Dopo averlo ricevuto, questa volta indietreggio mezzo intontito e devo reggermi addosso al muro che divide l’ambiente col salottino dal resto della cucina. Mi massaggio la mia guancia destra mentre M. rimane seria a guardarmi “E quest’altro e’ perche’ hai mangiato quello che cazzo ti pareva invece di attenerti ai miei ordini” Cado melodrammaticamente ai suoi piedi. Non posso parlare ma questo e’ l’unico gesto che mi viene in mente per farle capire che sono pentito. Non sono un sottomesso doc. Ho sempre vissuto una dominazione che strizzasse l’occhio al sesso e mai invece una che mi vedeva veramente e per davvero succube di una donna ma sento che stavolta e’ diverso. E’ lei soprattutto ad essere diversa. E’ quasi assurdo visto che e’ stata proprio mia moglie a non volere una dominazione al di fuori dei momenti dedicati al sesso o a quelli chiaramente artificiosi delle nostre gite fuori porta. Il suo tacco sulla mia gola che mi spinge a guardare su mi fa ricordare che sono ancora in mezzo ad un mare di guai
“ E’ inutile che cerchi di commuovermi. Ho deciso che devi essere punito e lo sarai” Si, condivido pienamente. Quante volte glie l’ho detto in passato cercando di farle comprendere cosa fosse la dominazione? O comunque come la intendessi io. Non riusciva a capire i meccanismi psicologici che regolano queste situazioni. Le dicevo che se continuava a perdonarmi ogni errore, io non sarei mai arrivato ad avere paura di lei, cosa fondamentale per instaurare una dominazione, sia pur relegata solo a determinati momenti. Ma adesso, la donna che mi sta di fronte e’ davvero un’altra persona. Sicura, decisa, determinata e molto, ma molto dominante, quando ci si mette ed entra nella parte. E adesso, quella paura, quel timore che tanto cercavo mi appartiene completamente. Mi toglie il tacco dalla gola e mi ordina di rialzarmi. Lo faccio e mi metto dinanzi a lei, testa china in attesa di provvedimenti. Mi afferra le braccia mettendole lungo i fianchi e poi arriva, puntuale come un direttissimo svizzero, il terzo ceffone “E questo perche’ hai fatto il furbo cercando in continuazione di sapere che ora fosse” conclude mentre io, dopo il terzo schiaffo, sono andato a finire ad un paio di metri di distanza per il contraccolpo. Cavolo, se fanno male e non potrebbe essere altrimenti. E’ un atleta, una ex campionessa di judo ed e’ notevolmente piu’ forte di una donna normale anche senza mettere in pratica le sue mosse. Non certo come me, come un uomo, intendiamoci, ma non è uno scricciolo di 45 chili visto che combatteva nella categoria 63-70 chilogrammi anche se a volte, soprattutto all’inizio della sua carriera, per evitare atlete troppo più pesanti di lei, riusciva a scendere nella categoria inferiore, con molta fatica considerando la sua altezza.
Si avvicina minacciosa e vedo la sua mano destra che si tende verso di me in cerca di qualcosa e poi di nuovo la sua voce, fredda e autorevole
“ La cinta!” mi dice. Io scuoto la testa. Non perche’ non voglio dargliela ma per cercare di farle capire di andarci cauta perche’ ho paura e che la lezione mi e’ bastata ma lei confonde questo mio gesto “Cosa? Ti stai rifiutando di obbedirmi?” Cerco di togliermi la cinta dal pantalone il piu’ velocemente possibile ma ormai e’ troppo tardi. Con un guizzo mi afferra il braccio sinistro e me lo torce portandolo dietro la schiena. E’ questione di un secondo. Donne che volete sottomettere il vostro uomo, usate questo gesto. Non c’e’ bisogno di essere una campionessa di arti marziali e nemmeno di avere una forza smisurata. Basta un filo di forza e l’uomo e’ nelle vostre mani impossibilitato a muoversi. E piu’ si cerca di liberarsi e piu’ c’e’ il rischio di far uscire fuori la spalla se lei si oppone con decisione. Lo so, lo so bene e mi lascio andare senza cercare di far niente anche perche’ lei e’ anche esperta e sa esattamente cosa fare. Ogni tanto mi da un’altra torsione pur tenendosi abbondantemente sotto le mie capacita’ di sopportazione del dolore “E cosi’ non volevi darmi la tua cinta. Come se non potessi prendermela con la forza” Continua ad equivocare ma qualunque cosa faccia a questo punto e’ sbagliata. L’unico modo sarebbe quello di spiegarmi ma non ho il permesso di parlare. Con la mano libera afferra il mio collo spingendo e costringendomi ad andare giu’ fino ad inginocchiarmi. Dopo alcuni secondi, mi lascia il braccio e rimango pertanto libero ma non oso muovermi ugualmente mentre lei mi gira intorno posizionandosi davanti a me e rimettendomi la mano nella posizione di prima “La cinta. E stavolta ti conviene fare presto” Le consegno la cinta che gia’ in parte mi ero tolto nel vano tentativo di farle capire che ero pronto ad obbedirle ed aspetto le logiche ed inevitabili cintate che mi aspetteranno. Ma per adesso si limita a prendermi per i capelli per tirarmi su
“ Forse non hai capito bene. Io di te faccio quello che voglio. Ti e’ chiaro? Se decido di far diventare rosso il tuo culetto a forza di cintate o la tua faccia a suon di sganassoni, io lo faccio” Muovo ritmicamente la mia testa avanti e indietro ma non sembra ancora del tutto soddisfatta “Ed allora non ti azzardare mai piu’ a mettere in discussione i miei ordini. Ora rimani col culetto scoperto e mettiti In ginocchio sul divano con la testa rivolta verso il muro” mi ordina infine. Le obbedisco rapidamente togliendomi pantalone e slip e mettendo in mostra un’erezione piuttosto evidente prima di girarmi dandole la schiena e mostrandole il mio lato b. L’erezione non e’ quella dei momenti migliori ma e’ comunque ben evidente. A Roma abbiamo una parola che definisce esattamente questa situazione a meta’ tra un’erezione normale ed il riposo completo e la parola e’ barzotto. Forse, la tensione del momento ha un po’ abbassato il mio desiderio sessuale ma almeno con la mente l’ho desiderata per tutta la serata e non sarebbe potuto essere altrimenti. E’ vestita in modo abbastanza sensuale, e’ cosi’ maestosa coi suoi tacchi alti che la fanno svettare di diversi centimetri sopra di me, e’ truccata per mettere la sua bellezza in rilievo, e’ una vera donna dominante come ho sognato per anni, come avrei potuto non desiderarla? Ma il mio piu’ grosso desiderio, l’unica cosa che sento in questo momento non e’ il sesso, a dispetto dell’erezione, ma la voglia di compiacerla, e se ho fallito in questo, credo che la mia punizione debba essere esemplare. Ormai, la mia ragione se ne e’ andata del tutto. La prima cintata mi arriva quasi all’improvviso appena messo in quella posizione e mi prende in parte sulla schiena ed in parte sul sedere. Malgrado il mio sedere sia gia’ stato dolorosamente percosso in precedenza, questa cintata e’ dolorosa fino ad un certo punto. Mi han fatto molto piu’ male i suoi manrovesci. Per non parlare delle spazzolate sulla mano. Dentro di me penso che non la sappia maneggiare e questo mi fa ben sperare. Anche prima, nel tardo pomeriggio, il dolore e’ stato tutto sommato abbastanza sopportabile, molto piu’ di quanto mi sarei aspettato. La seconda pero’ mi da la sensazione che stia aggiustando la mano. Mi prende in pieno sul sedere e trasalgo mordendomi la parte inferiore del labbro. Decisamente la piu’ dolorosa anche comprese quelle del tardo pomeriggio ma poi arriva la terza che mi da la sensazione che abbia acceso un accendino e mi abbia dato fuoco al sedere. Piu’ che dolore e’ bruciore, come se mi fossi ustionato. E credo anche di comprendere il motivo di questo maggior dolore. Fino alla penultima cintata, aveva usato l’attrezzo nella sua interezza, cosa che aveva molto limitato la forza con la quale si abbatteva su di me ma con l’ultima ha piegato in due la cinta rendendola piu’ facilmente manovrabile e quindi molto piu’ dolorosa. Prego che sia finita ma vedo che mi gira intorno mettendosi quasi di lato e con un dito mi fa girare verso di lei. Mi fa vedere la sua mano che brandisce la mia cinta e noto che la mia supposizione e’ giusta. L’ha piegata in due ma tiene la fibbia con la mano. Lentamente vedo che la capovolge, mettendo la fibbia all’altra estremita’. Questo puo’ avere un solo significato. E questo significato e’ che mi dara’ la cinghiata dalla parte della fibbia. Ho il cuore in gola. Mi lascia il viso e chino di nuovo lo sguardo sul divano e arriva la quarta cintata. Stavolta fa un male cane. Sopporto benissimo il dolore, grazie anche alla mia stazza fisica ma a questo non ero abituato. Me l’ha data con tutta la forza che ha e mi sembra che mi abbia trinciato la chiappa. Aspetto ancora senza muovermi, con il terrore che possa continuare ma invece getta la cinta sul divano. Si ferma a guardare il suo operato sul mio sederino e passa la mano, forse per vedere se mi fa male. Malgrado il suo tocco stavolta sia lieve, riesce ugualmente a farmi sentire dolore. Mi sa che mi ha tatuato la fibbia sul culo. Respiro quasi singhiozzando, quasi come se avessi pianto ma non mi muovo e continuo a stare inginocchiato sul divano con la testa poggiata sulle braccia unite contro il muro
“ Spogliati completamente e vai a prendermi una sigaretta” mi dice dopo, sorridendo nel vedermi camminare in modo goffo con la mano destra che cerca inutilmente di massaggiare la parte colpita. Annuisco e cerco freneticamente nella sua borsa. E’ questa l’unica occasione in cui mi azzardo a mettere le mie mani nella sua borsa. Le trovo facilmente, torno da lei che nel frattempo si e’ seduta sul divano dove mi sono arrivate le cintate con le gambe accavallate, glie l’accendo e, come al solito mi inginocchio ai suoi piedi col posacenere in mano, situazione classica e forse la piu’ sfruttata della sua dominazione nei miei confronti. Lei pero’ mi prende il posacenere e scavalla le gambe “Toglimi le scarpe e fammi un bel massaggio ai piedi. Ce li ho doloranti. Ma come fanno quelle che portano i tacchi tutti i giorni per diverse ore al giorno. Io piu’ di qualche ora non li tollero” Ha usato un tono molto meno deciso ma comunque non ho nessuna intenzione di incorrere in altre punizioni e le tolgo quelle belle scarpe che me l’hanno fatta vedere per tutta la serata maestosa e inarrivabile ed inizio a massaggiarle i piedi mentre lei fuma tranquillamente. La vedo che si sta rilassando e questo mi procura un senso di benessere. Sono dannatamente felice di poterla servire.
 
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view post Posted on 28/11/2017, 18:38     +1   -1

Maestro di Piedi

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CITAZIONE (Flover 991 @ 21/11/2017, 17:42) 
Questa è Elena :flashgirl1:
Questa è M. :shifty:
Questo è Davide quando guarda M. :erction__:
Questo è quello che Davide spera di fare :-jj__:
Questo è ciò a cui andrà realmente incontro Davide :fustig:
Questo sono io quando vedo che l'episodio è già finito :cry:

Diciamo che l'avevo azzeccata :D
 
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view post Posted on 29/11/2017, 17:13     +1   -1
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CITAZIONE (Flover 991 @ 28/11/2017, 18:38) 
CITAZIONE (Flover 991 @ 21/11/2017, 17:42) 
Questa è Elena :flashgirl1:
Questa è M. :shifty:
Questo è Davide quando guarda M. :erction__:
Questo è quello che Davide spera di fare :-jj__:
Questo è ciò a cui andrà realmente incontro Davide :fustig:
Questo sono io quando vedo che l'episodio è già finito :cry:

Diciamo che l'avevo azzeccata :D

Si ma diciamo anche che era prevedibile ;) Mica è un giallo. Voglio vedere se indovini come va a finire, però. Non che sia complicatissimo però una piccola sorpresina c'è
 
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view post Posted on 1/12/2017, 20:46     +1   +1   -1
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Ventesimo ed ultimo episodio

Continuo ad osservarla mentre, come il piu’ docile dei feticisti, ho i suoi piedi nelle mie mani
“ Abbiamo trascorso una bella serata in compagnia di quei due, non credi?” mi domanda con gli occhi socchiusi, in piena estasi per il massaggio. Come ho gia’ sostenuto, li adora e sarebbe una vera e propria manna per tutti i mariti che hanno il feticismo del piede. Annuisco di nuovo e mia moglie riprende “Rispondi pure. Ti concedo il permesso di parlare” Sono felice di questa concessione, come se mi avesse regalato qualcosa di prezioso
“ Grazie padrona” E per farle capire quanto le sia grato aggiungo ai massaggi qualche bacio che lei sembra gradire “Sono davvero felice che tu abbia trascorso una buona serata, padrona” proseguo
“ Ma si, non e’ solo una rizza cazzi” Rimango allibito. Non e’ un modo di parlare che le e’ congeniale. Credo che le uniche parolacce che le escano di bocca siano proprio durante la dominazione” Lei ride di gusto e prosegue “Eh si, quando ci vuole, ci vuole. E dicevo che in fondo non e’ male Elena. Oddio, e’ un po’ limitata ma e’ simpatica anche se e’ da prendere a piccole dosi” Rimango quasi stupito. Durante questi due giorni mi sono sempre chiesto cosa avesse in mente e cosa provasse nei confronti di Elena e adesso mi sembra sincera. Dunque, non le sta sulle palle come avevo sempre pensato durante questa breve frequentazione. Ho anche sempre piu’ l’impressione che la dominazione stia scemando ma in attesa di ordini precisi preferisco continuare a comportarmi da marito sottomesso ed il mio essere completamente nudo e lei vestita di tutto punto acuisce la mia sottomissione
“ Condivido, padrona. Me la ricordavo piu’ stronza ed invece…….” M’interrompo. Meno parlo di Elena e meglio e’
“ Ed invece?” domanda comunque lei
“ Ed invece…… Niente. Condivido quello hai detto tu, padrona” Sorride. Ha capito che mi trovo in difficolta’ a parlare di lei. E poi, una delle regole della dominazione secondo Davide e’ sempre dar ragione alla propria padrona. Regola ancor piu’ valida dopo questi due giorni
“ Si, ripeto che non e’ male come persona. E poi, per essere bella e’ davvero bella. Niente da dire. E se lo dice un’altra donna…..” La guardo. C’e’ una cosa che avrei voglia da dirle. Sospiro
“ Per me sei piu’ bella tu, padrona” le dico infine. E sono sincero. Mai stato cosi’ sincero nella mia vita. Realmente la vedo piu’ bella anche se un po’ di buon senso mi dovrebbe sconsigliare un’esternazione del genere. Lei sorride pero’ in modo cristallino
“ Si, come no! Dai Davide, sii serio. Non ho mica gli specchi di legno, io. E non ho nessun problema a dirlo se vedo una donna che merita. Ed Elena merita davvero. Ma l’hai vista bene?”
“ A dir la verita’ oggi non proprio. Non avevo intenzione di beccarmi un’altra punizione” Mia moglie scoppia a ridere di gusto
“ Ed hai fatto bene perche’ ti monitoravo e quello che hai subito al rientro a casa sarebbe stato niente a confronto di cio’ che ti avrei riservato se ti avessi visto che la fissavi. Ma comunque non mi posso paragonare a lei, lo so benissimo”
“ Permettimi di non essere d’accordo. Tu sei piu’ intelligente di lei, sei piu’ alta, sei piu’ forte e sei….. Sei la mia padrona e nessuna donna puo’ essere piu’ bella della propria padrona” M. sorride e stavolta e’ un sorriso tenero
“ Io intendevo la bellezza estetica, Davide”
“ Per me e’ tutto collegato. La mia idea di bellezza prevede anche altre doti altrimenti e’ solo una bella bambola”
“ Vieni qua’ vicino a me” mi dice
“ Si padrona” le faccio smettendo di massaggiarle i piedi e mettendomi seduto a fianco a lei. Mi fa una carezza, lunga e dolcissima
“ Tu hai bisogno di un oculista. Ma di uno molto bravo” fa con ironia poi pero’ mi afferra il volto e mi bacia sulla bocca “No, ci ho ripensato. Niente oculista. Mi piace troppo come mi vedi” Si, adesso sembra proprio terminato tutto . Difficilmente pero’ riusciro’ a dimenticare questi due giorni cosi’ anomali. Ed un certo dolore al mio lato B mi ricorda che non devo scherzare troppo. E la mia erezione con quel bacio e’ tornata ad essere piuttosto sostenuta e adesso non ho nemmeno gli abiti a nasconderla. Lei sorride e si vede che quel sorriso e’ veramente compiaciuto
“ Dai, mettiti qualcosa addosso che non sei un bel vedere tutto nudo” Le obbedisco infilandomi soltanto gli slip e i pantaloni. Non credo che avra’ da ridire se sono a torso nudo. Pero’ c’e’ qualcosa che non riesco a comprendere del tutto, a cominciare dalle loro lunghe chiacchierate da sole
“ Me le puoi togliere un paio di curiosita’” le chiedo infatti ancora con molta titubanza. Davanti a me continuo a vedere la padrona e non la moglie, malgrado i toni siano molto scemati
“ Vediamo. Dimmi”
“ Avete per caso parlato di me?” Sorride sotto i baffi
“ Ti credi cosi’ importante da pensare che due donne possano parlare di te?” Alzo le spalle. Lei ha ormai smesso di fumare ma mi fa un po’ male mettermi seduto. L’ultima cintata e’ stata tremenda e quindi preferisco sdraiarmi di fianco con la mia testa sulla sua spalla. Lei si accorge di questi miei contorsionismi e mi guarda un po’ preoccupata
“ Ti fa male?”
“ Un po’ ma sopravvivero”
“ Lo sai che te le sei meritate?”
“ Si, credo di si, padrona” ammetto. Lei torna a sorridere ed e’ bello vederla cosi’ soddisfatta. E’ tutt’altro che dominante dalla nascita. Era esattamente il contrario ma assistere a questi suoi cambiamenti e’ stato davvero esaltante e sono fiero di essere riuscito a tirar fuori da lei questa parte del suo carattere
“ Dicevo che abbiamo parlato di tutto ma non di te. Lei sa che io so e questo basta”
“ Anche perche’ hai fatto di tutto per farglielo capire” le dico facendola ridere ancora di gusto
“ Si ma dubito che abbia sempre recepito. E comunque abbiamo parlato di lei, di noi”
“ Di noi?”
“ Tranquillo, non le ho mica detto che a volte divento la tua padrona e ti prendo a cintate . Di noi in senso lato, di cio’ che ci unisce. Cose cosi’” Annuisco e provo a mettermi seduto di fianco a lei ma preferisco ritornare nella posizione di prima ma anche quella e’ abbastanza scomoda e quindi propendo per mettermi in ginocchio sul divano. Non posso vedermi il sedere ma non credo che sia rimasto al naturale. Mi fa veramente male. Malgrado mi sia inginocchiato, tutto puo’ sembrare tranne che una posizione inerente al femdom. La guardo finalmente negli occhi. Stasera non mi sono mai azzardato a farlo ma credo che adesso io possa farlo senza rischiare niente
“ Ho un’altra domanda che vorrei farti da ieri. Posso?”
“ Ti ho detto di si. Cosa vuoi sapere? Perche’ mi sono comportata cosi’?” Rimango con gli occhi sbarrati ma M. sorride “Non e’ che ci voleva un indovino per capire che volevi una spiegazione al mio comportamento. Davvero non ci arrivi?”
“ No. Avevi sempre detto che la dominazione non doveva entrare mai nella vita di tutti i giorni e sono rimasto sbigottito nel vedere che invece l’hai attuata proprio in questo contesto”
“ E non comprendi perche’?” mi chiede di nuovo mia moglie
“ No, se no non te lo chiedevo. Posso capire che ti sei vestita figa, che ti sei messa un costume che ti sarei saltata addosso ed immagino che tu l’abbia fatto per metterti sullo stesso piano di Elena ma perche’ hai voluto attuare la dominazione nei momenti normali non lo capisco” Sorride
“ Non te l’aspettavi, vero?”
“ No assolutamente” rispondo serio
“ Hai avuto paura?”
“ Forse paura e’ la parola sbagliata. Mi fido troppo di te per averne veramente. Ma timore tantissimo”
“ Mi e’ piaciuto tantissimo come ti sei comportato. Pensavo che da un momento all’altro avresti interrotto tutto ed invece sei stato molto bravo e hai sopportato tutto alla grande. Ed e’ stato esaltante osservare quel timore. Ti piace cosi’ tanto sottometterti?”
“ Amo sottomettermi a te. Non sono il tipo che potrebbe tollerarlo da qualsiasi altra persona” Una carezza mi fa capire che ha gradito “ La risposta pero’ non me l’hai data” le faccio notare proseguendo. Diventa seria. Serissima.
“ C’eri arrivato prima quando mi hai detto che oggi ero bellissima ma non hai compreso esattamente. Tu trent’anni fa avevi rifiutato una ragazza stupenda ma non l’avevi fatto perche’ non apprezzavi qualcosa di lei, che so, il carattere. No, tu l’avevi rifiutata per i tuoi altissimi principi riguardo l’amicizia. Cosa encomiabile ma dimostrava che lei ti piaceva, eccome. Mi sono sempre immaginata come potesse essere diventata in tutto questo tempo e me la ritrovo piu’ bella di prima. Vedi Davide, se noi avessimo incontrato una donna bellissima che pero’ non fosse Elena, a me non sarebbe importato niente che tu ti fossi rigirato a guardarla. O meglio, ti avrei fatto la solita scenata ma sarebbe finita li’. Ma lei sarebbe potuta essere la tua ragazza se tu avessi voluto. E adesso sarebbe potuta essere tua moglie, la tua donna”
“ Ma che dici? E’ trascorso tanto di quel tempo da allora. Cosa vuoi che m’importi di lei”
“ Si, io ti credo che di lei non t’importa niente, anche se la prima volta te la sei mangiata con gli occhi ma vedi, avendocela vicino tu avresti fatto dei paragoni tra me e lei” Scuoto la testa
“ No amore, nessun paragone. Tu sei la donna che amo” le dico, dimenticandomi di chiamarla <padrona>. Ma adesso non ce la farei nemmeno. Il femdom sembra essere una cosa lontanissima, ormai. M. fa un mezzo sorriso un po’ amaro
“ Li avresti fatti i paragoni. Magari inconsciamente, involontariamente ma li avresti fatti e da questi eventuali paragoni, a parte alcuni sul carattere e, perdona la mia scarsa modestia, sull’intelligenza, io sarei stata perdente. Non potevo paragonarmi con lei e non avrei potuto sopportare che tu vedessi meglio lei di me. Non con lei. Ho provato a metterla sull’ironia ma non mi bastava. Per di piu’ il carattere che sembrava il suo punto debole era cambiato e da stronza patentata era diventata una donna bisognosa di amicizia che mi faceva pure tenerezza. La prendevo per il culo e poi mi pentivo. No, dovevo fare un’altra cosa e l’unico modo in cui io potevo vincere con lei, in cui gli eventuali tuoi paragoni mi potessero vedere vincente era quello di diventare la tua padrona anche davanti a lei. Avrei preso due piccioni con una fava. Ti avrei punito per averla squadrata in quel modo in mia presenza e soprattutto sapevo che quando assumo quella connotazione, tu riesci a guardarmi in modo diverso. Da tua padrona, non temevo piu’ alcun paragone nemmeno se ci fosse stata miss universo dall’altra parte. Sapevo che ai tuoi occhi sarei stata bellissima e superiore a lei in qualunque cosa, proprio come hai detto prima” Sono rimasto senza fiato. La guardo con tutta la tenerezza possibile
“ E quindi l’hai fatto per me?”
“ Per te, certo, ma soprattutto per me stessa”
“ Per te stessa?” Faccio stupito
“ Si, esatto, proprio per me stessa. Io non sono mai stata troppo competitiva e tu mi conosci, Davide, non me ne e’ mai importato niente di nessuno”
“ Lo so. Se tu fossi stata competitiva avresti vinto anche a livello mondiale nel judo. E per questo che sono rimasto sorpreso nel vederti vestita sexy, coi tacchi alti, truccata di tutto punto. Di solito non te ne curi molto e ti basta essere pulita e carina”
“ Si ma non con Elena. Quando l’abbiamo frequentata in quel poco tempo, per fortuna, io ero una ragazzina che si vedeva un sacco di difetti. Ero alta e magra ma con le spalle troppo grosse, ero timida, insicura e lei invece la vedevo gia’ donna, bellissima, sicura. E quando venni a sapere che lei aveva provato a sedurti, io mi sono sentita morire. Come avrei potuto competere con lei? Io ti amavo…….”
“ Mi amavi? Parli al passato. Ed ora?” la interrompo
“ Pensi che se non ti amassi farei tutto quello che faccio?” scuoto la testa decisamente “E allora nemmeno me la dovresti fare una domanda del genere. Dicevo che ti amavo ma se lei avesse deciso di volerti a tutti i costi, io cosa mai avrei potuto fare per contrastarla? Ho vissuto quel periodo pensando che da un momento all’altro lei avrebbe lasciato Leonardo, l’unica cosa che ti frenava, avrebbe schioccato le dita e ti avrebbe portato via da me. E quando ho saputo che si erano lasciati per davvero, ho pensato che era finita e che quello che avevo immaginato si sarebbe avverato perche’ tu non avresti avuto niente che ti poteva frenare” Oh Dio mio, la guardo e me l’abbraccio baciandola e accarezzandola
“ C’eri tu che mi frenavi. Quello che provavo per te”
“ Ne sono sicura adesso, ma allora non ero cosi’ certa”
“ Io non avevo idea, amore. Se avessi saputo che ti avrebbe fatto soffrire cosi’ tanto quella mia confessione, non te l’avrei fatta” Fa spallucce
“ Forse sarebbe stato meglio”
“ E poi mi avresti rimproverato di non essere sincero”
“ Temo che tu abbia ragione. Beh, e’ andata cosi’ e forse e’ meglio non credi?” Stavolta sono io a sorridere
“ E quindi hai fatto tutto questo per scacciare quei ricordi?”
“ Ti ripeto che con qualunque altra donna non avrei fatto una piega. Ormai, dopo tutti questi anni, sono sicura di me stessa e dei tuoi sentimenti ma con lei dovevo scrollarmi di dosso quel senso di inferiorita’ e soprattutto essere vista da te non come quella che era venuta dopo di lei. Non per scelta tua ma per altre situazioni. Si, tu dovevi vedermi meglio di lei e dovevo essere io a sentirmi superiore dopo essermi sentita niente al suo confronto. Stavolta dovevo vincere io”
“ Ma tu avevi gia’ vinto. Io stavo con te, non con lei”
“ In quel periodo mi sentivo come una sostituta. Credevo che stavi con me solo perche’ ero libera e disponibile”
“ Che scema che sei! Non hai capito che eri te quella che amavo veramente” Ride
“ Ehi, non ti permettere. Sono sempre la tua padrona e devi usare un linguaggio consono nei miei confronti” Rido anch’io
“ Hai ragione, padrona. E quindi, pensi di essertela presa questa rivincita?”
“ Credo proprio di si. Sul piano della bellezza estetica, oggettivamente non posso vincere contro di lei ma non m’interessa. L’importante era che fossi tu a vedermi piu’ bella di lei”
“ Pero’ comunque hai cercato di contrastarla anche su quel piano” Ride di gusto
“ E beh, mica potevo dargliela vinta senza combattere. So che posso farlo su qualunque altro piano. La ragazzina timida e insicura e’ scomparsa da tempo. E soprattutto so che ai tuoi occhi ho vinto su tutti i fronti. Ora non la temo piu’”
“ Hai vinto nettamente, amore. Hai vinto 6-0 6-0”
“ Diciamo che ho vinto per ippon che mi e’ piu’ congeniale” La bacio. Si, hai miei occhi ha vinto su tutti i fronti. Anche su quello della bellezza anche se lei non ci credera’ mai. Mi alzo perche’ la posizione inginocchiata mi sta facendo male alla schiena e le vado di fronte
“ Ma davvero hai intenzione di rivederli quando torneremo a Roma?”
“ Perche’ no? Te l’ho detto, non mi disturba piu’ e mi e’ pure simpatica. Addirittura mi fa tenerezza. Ha un sacco di problemi”
“ Problemi?”
“ Voi uomini non guardate niente, oltre al sedere e ad un bel paio di tette. Ha la sindrome di Peter Pan. Non vuole crescere e pensa di essere ancora una ragazza come trent’anni fa’. Non e’ stupida ma non e’ maturata come donna e soffre l’avanzare dell’eta’. Finora, e’ riuscita a mascherarla con quello che Madre Natura le ha regalato e con tre o quattro operazioni di chirurgia estetica ma non potra’ mica continuare cosi’. E poi le manca una vera amica, una con la quale confidarsi. L’ha fatto con me e le sono grata di questa fiducia”
“ Incredibile! Uno vede una donna attraente e pensa che quella non abbia problemi nella vita”
“ Ce li ha, ce li ha. E l’hai sentito pure tu quando ha sostenuto di aver avuto un sacco di problemi col primo marito con il quale soltanto da poco e per il bene dei figli ha riallacciato un rapporto quasi normale. Per fortuna ha trovato Marcello che e’ veramente una brava persona e l’adora”
“ Peccato che sia juventino”
“ Cosa?”
“ No, niente. Riflettevo ad alta voce. E quindi, non avresti problemi a frequentarli ancora?”
“ A piccole dosi no. Abbiamo i nostri amici che hanno la priorita’, ci siamo noi che abbiamo bisogno del nostro spazio ma se capita non avro’ problemi ad uscirci”
“ Mi sembra giusto. E se dovessimo uscirci, ridiventerai la mia padrona nuovamente?”
“ Ci puoi scommettere. Non le lascio vantaggi. Metti che si dovesse invaghire di nuovo di te…..” Scoppio a ridere
“ Di me? Ma dai” Lei invece rimane seria
“ Perche’ no? Mica sei da buttare via. E sei anche piu’ carino di Marcello. Pertanto, per non correre rischi, dinanzi a lei devo essere la tua padrona. E mo’ non ti montare la testa per quello che ti ho appena detto. ” Mi abbasso un po’ per cercare le sue labbra. Adesso e’ tutto molto dolce
“ Adesso posso riavere l’orologio ed il mio telefonino, allora?”
“ Non ci penso proprio. La dominazione forse e’ terminata ma la punizione rimane. Caro Davide, io ti faccio passare la voglia di guardare le altre donne. Voglio vedere se lo farai la prossima volta che ti capita una strafiga del genere” Rimango come un ebete. Anche questa e’ una novita’. Di solito, finita la dominazione, comincia il rapporto normale e nel rapporto normale le punizioni sono ovviamente escluse
“ Ma…… Non capisco” faccio io incredulo
“ Cosa c’e’ da capire? Orologio e telefonino li riavrai quando io decidero’ che sia il caso”
“ Ti prometto che mi guardero’ bene prima di rifare una cosa del genere ma ti prego, non ce la faccio a starne senza”
“ Forse non hai capito bene. Sono io che decido e non li riavrai. Le tue promesse valgono poco. Devi capire che per una donna e’ un’offesa il fatto che il proprio uomo sbavi di fronte ad un’altra. Anche se si fosse trattato di un’altra donna e non di Elena. E’ il principio che conta”
“ Neanche le partite?” le chiedo quasi timidamente
“ Nemmeno le partite. Le punizioni restano in vigore. Ti ho lasciato la Roma e dovresti essermi grato” La guardo e sorrido. La adoro quando e’ cosi’ decisa e sicura di se stessa. E penso proprio di aver sbagliato e che devo pagare questo sbaglio
“ Sei tu che comandi, padrona”
“ Scemo che non sei altro. Dai, andiamo a letto che sono stanca” mi dice alzandosi e prendendomi per la mano. Prende le scarpe che le avevo tolto ed a piedi nudi arriviamo in camera dove si toglie la casacchina con le frange e quel jeans che le fascia il corpo in maniera straordinaria
“ Ma dove l’hai preso quel jeans e quelle scarpe? Non te l’ho mai viste indosso” Mi guarda sorridendo
“ A proposito, come stavo?”
“ Oh, lo sai benissimo che stavi un incanto e te l’ho detto prima. Sai quante volte ho avuto l’impulso di prenderti tra le braccia e baciarti” Il suo sorriso si allarga e stavolta e’ semplicemente meraviglioso
“ Puoi sempre farlo adesso” Non me lo faccio ripetere. Amo la sua dominazione ma so anche essere l’uomo che lei vuole. E ne sono fiero. L’afferro, la cingo e la bacio. Lei contraccambia. Cerco il suo seno con le mie mani ma lei si ritrae “ No amore. Non mi sentirei a mio agio. Stavolta i ragazzi potrebbero davvero tornare da un momento all’altro” Guarda la mia delusione e poi prosegue sorridendo “Ma se ti comporti bene, credo che domani sera non avro’ voglia di uscire e di farmi la solita passeggiata. A buon intenditor…..”
“ Credo che domani saro’ un marito perfetto. Piuttosto, non hai risposto alla mia domanda” Ancora una bella risata da parte sua
“ Ma che razza di padre sei? Sono di tua figlia. Ho chiesto aiuto a lei dicendo che non volevo sfigurare di fronte a Barbie considerando che non mi ero certo portata da casa abiti un po’ particolari. L’unico vestito e’ quello che mi sono messa ieri quando ti ho rinchiuso nel bagno. Oggi in spiaggia l’ho presa da una parte e le ho parlato. Mi ha detto che potevo mettermi quello che volevo e ho scelto questi jeans che mi sembravano adatti per quello che mi serviva. Sexy ma con classe. E a te piacciono i pantaloni aderenti. E mi ha detto anche che potevo mettermi un paio delle sue scarpe ed ho scelto queste belle alte. Ho il vantaggio di essere piu’ alta di lei e volevo mantenere questo vantaggio” Ecco scoperto l’arcano. In effetti, non guardo minuziosamente mia figlia cosi’ come guardo mia moglie. O meglio, l’osservo con altri occhi e non mi fermo sui particolari ma ho una visione d’insieme che mi permette di approvare o meno il suo look. E quindi, non avevo compreso che erano cose che appartenevano a mia figlia. E contemporaneamente si spiega anche il motivo per cui oggi in spiaggia M. aveva preso la ragazza per un braccio. Ecco cosa doveva dirle
“ Beh, complimenti. Hai ancora la taglia di tua figlia” le dico infine
“ A lei stanno meno stretti. Speriamo di non averglieli deformati altrimenti, chi la sente quella!” Si mette una camicia da notte rosa e poi la vedo scomparire con in mano i jeans e le scarpe, forse per andare a sistemare gli indumenti nella camera di nostra figlia. Sento poi il rumore dell’acqua scorrere al bagno. Probabilmente si sta struccando ed infatti ricompare dopo qualche minuto con il suo bel viso completamente al naturale e mi trova a fissare il ventilatore. Potro’ accenderlo o no? E’ difficile entrare nel ruolo di marito sottomesso ma non e’ meno complicato rientrare nei panni di marito normale, soprattutto dopo quello che mi ha fatto. Capisce al volo cosa sto pensando
“ Dai, accendilo altrimenti non riesci a prendere sonno” mi fa venendomi vicino. La ringrazio e mi spoglio anch’io per sdraiarmi poi sul letto. E’ stata una giornata intensa, per non parlare anche di ieri sera. Una giornata vissuta intensamente che mi ha anche un po’ sconvolto. Vedo M. mettersi a letto e poi osservarmi attentamente mentre cerco di prendere una posizione che non faccia male al mio povero sederino
“ Ti fa male il culetto?” Scoppio a ridere
“ Decisamente si. Non ci sei andata leggera”
“ Ormai, quando indosso i panni della padrona riesco a scindere il mio ruolo di mogliettina, mio caro”
“ Me ne sono accorto”
“ E la mano?”
“ No, sulla mano il dolore e’ ormai passato ma in quel momento…… “ Sorride di nuovo
“ Volevo aggiungere un’ultima cosa”
“ Cosa, amore?” le chiedo incuriosito
“ Devi stare attento, Davide” mi fa enigmatica
“ In che senso?” chiedo un po’ perplesso
“ Nel senso che mi e’ piaciuto essere la tua padrona anche nei momenti della nostra vita normale. Mi e’ piaciuto molto e ti avverto che lo rifaro’ molto piu’ spesso di quanto tu possa immaginare. Mi e’ piaciuto talmente tanto che ho voluto continuare ad esserlo anche al rientro a casa. Avevo deciso di interrompere tutto ma avevo ancora alcune cose da fare. Dovevi essere punito per i tuoi errori e per le tue disobbedienze. Volevo vederti ancora tremante e impaurito” Gia’, ora comprendo tutto. Se fosse stato soltanto per cio’ che era accaduto con Elena, avrebbe dovuto interrompere nel momento in cui ci siamo lasciati con loro. Ed invece ha voluto continuare. La osservo con rispetto e ammirazione
“ Ho avuto veramente timore ed ho tremato veramente al tuo cospetto. Di fronte a me non c’era piu’ la dolce moglie comprensiva ma una padrona dura e severa”
“ Sono contenta di aver dato quest’impressione perche’ era proprio cosi’ che volevo essere e che mi sentivo. Sei pronto quindi ad essere il mio schiavo anche quando non dobbiamo fare l’amore? Soltanto perche’ io ne ho voglia?”
Sono pronto? Non lo so nemmeno io. Ma non posso saperlo finche’ non lo provero’. Ed io ho voglia di provarlo. Ne ho un’immensa voglia. Anche a costo di soffrire, anche a costo di subire. Perche’ e’ questo cio’ che ho sempre immaginato nella mia vita. Ovviamente con una donna come lei. Mi avvicino a lei e la stringo vicino a me
“ Si amore, sono pronto. Quando tu vorrai, mi troverai sempre pronto. Sia per essere tuo marito che per essere il tuo schiavo” La vedo sorridere e chiudere poi gli occhi. Si addormentera’ entro pochi secondi, beata lei, mentre io dovro’ penare un bel po’ come mia abitudine. Ed il telefonino? L’orologio? Quando lei decidera’, li riavro’. Non e’ questa la mia priorita’, adesso. Chiudo gli occhi anch’io ma non per cercare di dormire ma per ripensare a questa giornata e alla sera di ieri. La mia priorita’ e’ cercare di rivivere al piu’ presto questi momenti insieme a lei. E qualcosa mi dice che non dovro’ attendere a lungo. La osservo e mi viene da pensare a quando mi aveva preso per un pervertito per averle confessato le mie sensazioni. Ma quella era un’altra donna. Incredibile questo suo cambiamento. Mi viene in mente quella splendida canzone di Mia Martini. < Gli uomini non cambiano>. Bella ma c’e’ un errore di fondo nel testo. Nessuno cambia. Non solo noi uomini. Siamo quello che siamo ed anche le donne non cambiano. E quelli che cambiano, uomini o donne, davvero lo fanno solo per amore e questo suo cambiamento e' il piu' grande gesto d'amore che avrei mai potuto ricevere. Buonanotte, mia padrona. Buonanotte amore mio.
 
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view post Posted on 2/12/2017, 01:26     +1   -1

GPI

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Alla fine devo ricredermi e devo scusarmi con te: questo racconto è molto più bello di quelli precedenti.
Complimenti ancora, ma non solo per il racconto, soprattutto perché sei uno dei pochi che è riuscito a realizzare nella vita vera quello che sognava.
 
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view post Posted on 2/12/2017, 09:10     +1   -1

Maestro di Piedi

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Certo che è proprio furbissima M. Cosa diamine è stata capace di sviluppare con quella mente :lol:
Ottimo racconto con tanto di colpo di scena apparentemente scontato ma che non lo era affatto, infarcito di un finale con happy ending come piace a te.
 
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113 replies since 26/9/2017, 15:25   52401 views
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