| Ventesimo ed ultimo episodio
Continuo ad osservarla mentre, come il piu’ docile dei feticisti, ho i suoi piedi nelle mie mani “ Abbiamo trascorso una bella serata in compagnia di quei due, non credi?” mi domanda con gli occhi socchiusi, in piena estasi per il massaggio. Come ho gia’ sostenuto, li adora e sarebbe una vera e propria manna per tutti i mariti che hanno il feticismo del piede. Annuisco di nuovo e mia moglie riprende “Rispondi pure. Ti concedo il permesso di parlare” Sono felice di questa concessione, come se mi avesse regalato qualcosa di prezioso “ Grazie padrona” E per farle capire quanto le sia grato aggiungo ai massaggi qualche bacio che lei sembra gradire “Sono davvero felice che tu abbia trascorso una buona serata, padrona” proseguo “ Ma si, non e’ solo una rizza cazzi” Rimango allibito. Non e’ un modo di parlare che le e’ congeniale. Credo che le uniche parolacce che le escano di bocca siano proprio durante la dominazione” Lei ride di gusto e prosegue “Eh si, quando ci vuole, ci vuole. E dicevo che in fondo non e’ male Elena. Oddio, e’ un po’ limitata ma e’ simpatica anche se e’ da prendere a piccole dosi” Rimango quasi stupito. Durante questi due giorni mi sono sempre chiesto cosa avesse in mente e cosa provasse nei confronti di Elena e adesso mi sembra sincera. Dunque, non le sta sulle palle come avevo sempre pensato durante questa breve frequentazione. Ho anche sempre piu’ l’impressione che la dominazione stia scemando ma in attesa di ordini precisi preferisco continuare a comportarmi da marito sottomesso ed il mio essere completamente nudo e lei vestita di tutto punto acuisce la mia sottomissione “ Condivido, padrona. Me la ricordavo piu’ stronza ed invece…….” M’interrompo. Meno parlo di Elena e meglio e’ “ Ed invece?” domanda comunque lei “ Ed invece…… Niente. Condivido quello hai detto tu, padrona” Sorride. Ha capito che mi trovo in difficolta’ a parlare di lei. E poi, una delle regole della dominazione secondo Davide e’ sempre dar ragione alla propria padrona. Regola ancor piu’ valida dopo questi due giorni “ Si, ripeto che non e’ male come persona. E poi, per essere bella e’ davvero bella. Niente da dire. E se lo dice un’altra donna…..” La guardo. C’e’ una cosa che avrei voglia da dirle. Sospiro “ Per me sei piu’ bella tu, padrona” le dico infine. E sono sincero. Mai stato cosi’ sincero nella mia vita. Realmente la vedo piu’ bella anche se un po’ di buon senso mi dovrebbe sconsigliare un’esternazione del genere. Lei sorride pero’ in modo cristallino “ Si, come no! Dai Davide, sii serio. Non ho mica gli specchi di legno, io. E non ho nessun problema a dirlo se vedo una donna che merita. Ed Elena merita davvero. Ma l’hai vista bene?” “ A dir la verita’ oggi non proprio. Non avevo intenzione di beccarmi un’altra punizione” Mia moglie scoppia a ridere di gusto “ Ed hai fatto bene perche’ ti monitoravo e quello che hai subito al rientro a casa sarebbe stato niente a confronto di cio’ che ti avrei riservato se ti avessi visto che la fissavi. Ma comunque non mi posso paragonare a lei, lo so benissimo” “ Permettimi di non essere d’accordo. Tu sei piu’ intelligente di lei, sei piu’ alta, sei piu’ forte e sei….. Sei la mia padrona e nessuna donna puo’ essere piu’ bella della propria padrona” M. sorride e stavolta e’ un sorriso tenero “ Io intendevo la bellezza estetica, Davide” “ Per me e’ tutto collegato. La mia idea di bellezza prevede anche altre doti altrimenti e’ solo una bella bambola” “ Vieni qua’ vicino a me” mi dice “ Si padrona” le faccio smettendo di massaggiarle i piedi e mettendomi seduto a fianco a lei. Mi fa una carezza, lunga e dolcissima “ Tu hai bisogno di un oculista. Ma di uno molto bravo” fa con ironia poi pero’ mi afferra il volto e mi bacia sulla bocca “No, ci ho ripensato. Niente oculista. Mi piace troppo come mi vedi” Si, adesso sembra proprio terminato tutto . Difficilmente pero’ riusciro’ a dimenticare questi due giorni cosi’ anomali. Ed un certo dolore al mio lato B mi ricorda che non devo scherzare troppo. E la mia erezione con quel bacio e’ tornata ad essere piuttosto sostenuta e adesso non ho nemmeno gli abiti a nasconderla. Lei sorride e si vede che quel sorriso e’ veramente compiaciuto “ Dai, mettiti qualcosa addosso che non sei un bel vedere tutto nudo” Le obbedisco infilandomi soltanto gli slip e i pantaloni. Non credo che avra’ da ridire se sono a torso nudo. Pero’ c’e’ qualcosa che non riesco a comprendere del tutto, a cominciare dalle loro lunghe chiacchierate da sole “ Me le puoi togliere un paio di curiosita’” le chiedo infatti ancora con molta titubanza. Davanti a me continuo a vedere la padrona e non la moglie, malgrado i toni siano molto scemati “ Vediamo. Dimmi” “ Avete per caso parlato di me?” Sorride sotto i baffi “ Ti credi cosi’ importante da pensare che due donne possano parlare di te?” Alzo le spalle. Lei ha ormai smesso di fumare ma mi fa un po’ male mettermi seduto. L’ultima cintata e’ stata tremenda e quindi preferisco sdraiarmi di fianco con la mia testa sulla sua spalla. Lei si accorge di questi miei contorsionismi e mi guarda un po’ preoccupata “ Ti fa male?” “ Un po’ ma sopravvivero” “ Lo sai che te le sei meritate?” “ Si, credo di si, padrona” ammetto. Lei torna a sorridere ed e’ bello vederla cosi’ soddisfatta. E’ tutt’altro che dominante dalla nascita. Era esattamente il contrario ma assistere a questi suoi cambiamenti e’ stato davvero esaltante e sono fiero di essere riuscito a tirar fuori da lei questa parte del suo carattere “ Dicevo che abbiamo parlato di tutto ma non di te. Lei sa che io so e questo basta” “ Anche perche’ hai fatto di tutto per farglielo capire” le dico facendola ridere ancora di gusto “ Si ma dubito che abbia sempre recepito. E comunque abbiamo parlato di lei, di noi” “ Di noi?” “ Tranquillo, non le ho mica detto che a volte divento la tua padrona e ti prendo a cintate . Di noi in senso lato, di cio’ che ci unisce. Cose cosi’” Annuisco e provo a mettermi seduto di fianco a lei ma preferisco ritornare nella posizione di prima ma anche quella e’ abbastanza scomoda e quindi propendo per mettermi in ginocchio sul divano. Non posso vedermi il sedere ma non credo che sia rimasto al naturale. Mi fa veramente male. Malgrado mi sia inginocchiato, tutto puo’ sembrare tranne che una posizione inerente al femdom. La guardo finalmente negli occhi. Stasera non mi sono mai azzardato a farlo ma credo che adesso io possa farlo senza rischiare niente “ Ho un’altra domanda che vorrei farti da ieri. Posso?” “ Ti ho detto di si. Cosa vuoi sapere? Perche’ mi sono comportata cosi’?” Rimango con gli occhi sbarrati ma M. sorride “Non e’ che ci voleva un indovino per capire che volevi una spiegazione al mio comportamento. Davvero non ci arrivi?” “ No. Avevi sempre detto che la dominazione non doveva entrare mai nella vita di tutti i giorni e sono rimasto sbigottito nel vedere che invece l’hai attuata proprio in questo contesto” “ E non comprendi perche’?” mi chiede di nuovo mia moglie “ No, se no non te lo chiedevo. Posso capire che ti sei vestita figa, che ti sei messa un costume che ti sarei saltata addosso ed immagino che tu l’abbia fatto per metterti sullo stesso piano di Elena ma perche’ hai voluto attuare la dominazione nei momenti normali non lo capisco” Sorride “ Non te l’aspettavi, vero?” “ No assolutamente” rispondo serio “ Hai avuto paura?” “ Forse paura e’ la parola sbagliata. Mi fido troppo di te per averne veramente. Ma timore tantissimo” “ Mi e’ piaciuto tantissimo come ti sei comportato. Pensavo che da un momento all’altro avresti interrotto tutto ed invece sei stato molto bravo e hai sopportato tutto alla grande. Ed e’ stato esaltante osservare quel timore. Ti piace cosi’ tanto sottometterti?” “ Amo sottomettermi a te. Non sono il tipo che potrebbe tollerarlo da qualsiasi altra persona” Una carezza mi fa capire che ha gradito “ La risposta pero’ non me l’hai data” le faccio notare proseguendo. Diventa seria. Serissima. “ C’eri arrivato prima quando mi hai detto che oggi ero bellissima ma non hai compreso esattamente. Tu trent’anni fa avevi rifiutato una ragazza stupenda ma non l’avevi fatto perche’ non apprezzavi qualcosa di lei, che so, il carattere. No, tu l’avevi rifiutata per i tuoi altissimi principi riguardo l’amicizia. Cosa encomiabile ma dimostrava che lei ti piaceva, eccome. Mi sono sempre immaginata come potesse essere diventata in tutto questo tempo e me la ritrovo piu’ bella di prima. Vedi Davide, se noi avessimo incontrato una donna bellissima che pero’ non fosse Elena, a me non sarebbe importato niente che tu ti fossi rigirato a guardarla. O meglio, ti avrei fatto la solita scenata ma sarebbe finita li’. Ma lei sarebbe potuta essere la tua ragazza se tu avessi voluto. E adesso sarebbe potuta essere tua moglie, la tua donna” “ Ma che dici? E’ trascorso tanto di quel tempo da allora. Cosa vuoi che m’importi di lei” “ Si, io ti credo che di lei non t’importa niente, anche se la prima volta te la sei mangiata con gli occhi ma vedi, avendocela vicino tu avresti fatto dei paragoni tra me e lei” Scuoto la testa “ No amore, nessun paragone. Tu sei la donna che amo” le dico, dimenticandomi di chiamarla <padrona>. Ma adesso non ce la farei nemmeno. Il femdom sembra essere una cosa lontanissima, ormai. M. fa un mezzo sorriso un po’ amaro “ Li avresti fatti i paragoni. Magari inconsciamente, involontariamente ma li avresti fatti e da questi eventuali paragoni, a parte alcuni sul carattere e, perdona la mia scarsa modestia, sull’intelligenza, io sarei stata perdente. Non potevo paragonarmi con lei e non avrei potuto sopportare che tu vedessi meglio lei di me. Non con lei. Ho provato a metterla sull’ironia ma non mi bastava. Per di piu’ il carattere che sembrava il suo punto debole era cambiato e da stronza patentata era diventata una donna bisognosa di amicizia che mi faceva pure tenerezza. La prendevo per il culo e poi mi pentivo. No, dovevo fare un’altra cosa e l’unico modo in cui io potevo vincere con lei, in cui gli eventuali tuoi paragoni mi potessero vedere vincente era quello di diventare la tua padrona anche davanti a lei. Avrei preso due piccioni con una fava. Ti avrei punito per averla squadrata in quel modo in mia presenza e soprattutto sapevo che quando assumo quella connotazione, tu riesci a guardarmi in modo diverso. Da tua padrona, non temevo piu’ alcun paragone nemmeno se ci fosse stata miss universo dall’altra parte. Sapevo che ai tuoi occhi sarei stata bellissima e superiore a lei in qualunque cosa, proprio come hai detto prima” Sono rimasto senza fiato. La guardo con tutta la tenerezza possibile “ E quindi l’hai fatto per me?” “ Per te, certo, ma soprattutto per me stessa” “ Per te stessa?” Faccio stupito “ Si, esatto, proprio per me stessa. Io non sono mai stata troppo competitiva e tu mi conosci, Davide, non me ne e’ mai importato niente di nessuno” “ Lo so. Se tu fossi stata competitiva avresti vinto anche a livello mondiale nel judo. E per questo che sono rimasto sorpreso nel vederti vestita sexy, coi tacchi alti, truccata di tutto punto. Di solito non te ne curi molto e ti basta essere pulita e carina” “ Si ma non con Elena. Quando l’abbiamo frequentata in quel poco tempo, per fortuna, io ero una ragazzina che si vedeva un sacco di difetti. Ero alta e magra ma con le spalle troppo grosse, ero timida, insicura e lei invece la vedevo gia’ donna, bellissima, sicura. E quando venni a sapere che lei aveva provato a sedurti, io mi sono sentita morire. Come avrei potuto competere con lei? Io ti amavo…….” “ Mi amavi? Parli al passato. Ed ora?” la interrompo “ Pensi che se non ti amassi farei tutto quello che faccio?” scuoto la testa decisamente “E allora nemmeno me la dovresti fare una domanda del genere. Dicevo che ti amavo ma se lei avesse deciso di volerti a tutti i costi, io cosa mai avrei potuto fare per contrastarla? Ho vissuto quel periodo pensando che da un momento all’altro lei avrebbe lasciato Leonardo, l’unica cosa che ti frenava, avrebbe schioccato le dita e ti avrebbe portato via da me. E quando ho saputo che si erano lasciati per davvero, ho pensato che era finita e che quello che avevo immaginato si sarebbe avverato perche’ tu non avresti avuto niente che ti poteva frenare” Oh Dio mio, la guardo e me l’abbraccio baciandola e accarezzandola “ C’eri tu che mi frenavi. Quello che provavo per te” “ Ne sono sicura adesso, ma allora non ero cosi’ certa” “ Io non avevo idea, amore. Se avessi saputo che ti avrebbe fatto soffrire cosi’ tanto quella mia confessione, non te l’avrei fatta” Fa spallucce “ Forse sarebbe stato meglio” “ E poi mi avresti rimproverato di non essere sincero” “ Temo che tu abbia ragione. Beh, e’ andata cosi’ e forse e’ meglio non credi?” Stavolta sono io a sorridere “ E quindi hai fatto tutto questo per scacciare quei ricordi?” “ Ti ripeto che con qualunque altra donna non avrei fatto una piega. Ormai, dopo tutti questi anni, sono sicura di me stessa e dei tuoi sentimenti ma con lei dovevo scrollarmi di dosso quel senso di inferiorita’ e soprattutto essere vista da te non come quella che era venuta dopo di lei. Non per scelta tua ma per altre situazioni. Si, tu dovevi vedermi meglio di lei e dovevo essere io a sentirmi superiore dopo essermi sentita niente al suo confronto. Stavolta dovevo vincere io” “ Ma tu avevi gia’ vinto. Io stavo con te, non con lei” “ In quel periodo mi sentivo come una sostituta. Credevo che stavi con me solo perche’ ero libera e disponibile” “ Che scema che sei! Non hai capito che eri te quella che amavo veramente” Ride “ Ehi, non ti permettere. Sono sempre la tua padrona e devi usare un linguaggio consono nei miei confronti” Rido anch’io “ Hai ragione, padrona. E quindi, pensi di essertela presa questa rivincita?” “ Credo proprio di si. Sul piano della bellezza estetica, oggettivamente non posso vincere contro di lei ma non m’interessa. L’importante era che fossi tu a vedermi piu’ bella di lei” “ Pero’ comunque hai cercato di contrastarla anche su quel piano” Ride di gusto “ E beh, mica potevo dargliela vinta senza combattere. So che posso farlo su qualunque altro piano. La ragazzina timida e insicura e’ scomparsa da tempo. E soprattutto so che ai tuoi occhi ho vinto su tutti i fronti. Ora non la temo piu’” “ Hai vinto nettamente, amore. Hai vinto 6-0 6-0” “ Diciamo che ho vinto per ippon che mi e’ piu’ congeniale” La bacio. Si, hai miei occhi ha vinto su tutti i fronti. Anche su quello della bellezza anche se lei non ci credera’ mai. Mi alzo perche’ la posizione inginocchiata mi sta facendo male alla schiena e le vado di fronte “ Ma davvero hai intenzione di rivederli quando torneremo a Roma?” “ Perche’ no? Te l’ho detto, non mi disturba piu’ e mi e’ pure simpatica. Addirittura mi fa tenerezza. Ha un sacco di problemi” “ Problemi?” “ Voi uomini non guardate niente, oltre al sedere e ad un bel paio di tette. Ha la sindrome di Peter Pan. Non vuole crescere e pensa di essere ancora una ragazza come trent’anni fa’. Non e’ stupida ma non e’ maturata come donna e soffre l’avanzare dell’eta’. Finora, e’ riuscita a mascherarla con quello che Madre Natura le ha regalato e con tre o quattro operazioni di chirurgia estetica ma non potra’ mica continuare cosi’. E poi le manca una vera amica, una con la quale confidarsi. L’ha fatto con me e le sono grata di questa fiducia” “ Incredibile! Uno vede una donna attraente e pensa che quella non abbia problemi nella vita” “ Ce li ha, ce li ha. E l’hai sentito pure tu quando ha sostenuto di aver avuto un sacco di problemi col primo marito con il quale soltanto da poco e per il bene dei figli ha riallacciato un rapporto quasi normale. Per fortuna ha trovato Marcello che e’ veramente una brava persona e l’adora” “ Peccato che sia juventino” “ Cosa?” “ No, niente. Riflettevo ad alta voce. E quindi, non avresti problemi a frequentarli ancora?” “ A piccole dosi no. Abbiamo i nostri amici che hanno la priorita’, ci siamo noi che abbiamo bisogno del nostro spazio ma se capita non avro’ problemi ad uscirci” “ Mi sembra giusto. E se dovessimo uscirci, ridiventerai la mia padrona nuovamente?” “ Ci puoi scommettere. Non le lascio vantaggi. Metti che si dovesse invaghire di nuovo di te…..” Scoppio a ridere “ Di me? Ma dai” Lei invece rimane seria “ Perche’ no? Mica sei da buttare via. E sei anche piu’ carino di Marcello. Pertanto, per non correre rischi, dinanzi a lei devo essere la tua padrona. E mo’ non ti montare la testa per quello che ti ho appena detto. ” Mi abbasso un po’ per cercare le sue labbra. Adesso e’ tutto molto dolce “ Adesso posso riavere l’orologio ed il mio telefonino, allora?” “ Non ci penso proprio. La dominazione forse e’ terminata ma la punizione rimane. Caro Davide, io ti faccio passare la voglia di guardare le altre donne. Voglio vedere se lo farai la prossima volta che ti capita una strafiga del genere” Rimango come un ebete. Anche questa e’ una novita’. Di solito, finita la dominazione, comincia il rapporto normale e nel rapporto normale le punizioni sono ovviamente escluse “ Ma…… Non capisco” faccio io incredulo “ Cosa c’e’ da capire? Orologio e telefonino li riavrai quando io decidero’ che sia il caso” “ Ti prometto che mi guardero’ bene prima di rifare una cosa del genere ma ti prego, non ce la faccio a starne senza” “ Forse non hai capito bene. Sono io che decido e non li riavrai. Le tue promesse valgono poco. Devi capire che per una donna e’ un’offesa il fatto che il proprio uomo sbavi di fronte ad un’altra. Anche se si fosse trattato di un’altra donna e non di Elena. E’ il principio che conta” “ Neanche le partite?” le chiedo quasi timidamente “ Nemmeno le partite. Le punizioni restano in vigore. Ti ho lasciato la Roma e dovresti essermi grato” La guardo e sorrido. La adoro quando e’ cosi’ decisa e sicura di se stessa. E penso proprio di aver sbagliato e che devo pagare questo sbaglio “ Sei tu che comandi, padrona” “ Scemo che non sei altro. Dai, andiamo a letto che sono stanca” mi dice alzandosi e prendendomi per la mano. Prende le scarpe che le avevo tolto ed a piedi nudi arriviamo in camera dove si toglie la casacchina con le frange e quel jeans che le fascia il corpo in maniera straordinaria “ Ma dove l’hai preso quel jeans e quelle scarpe? Non te l’ho mai viste indosso” Mi guarda sorridendo “ A proposito, come stavo?” “ Oh, lo sai benissimo che stavi un incanto e te l’ho detto prima. Sai quante volte ho avuto l’impulso di prenderti tra le braccia e baciarti” Il suo sorriso si allarga e stavolta e’ semplicemente meraviglioso “ Puoi sempre farlo adesso” Non me lo faccio ripetere. Amo la sua dominazione ma so anche essere l’uomo che lei vuole. E ne sono fiero. L’afferro, la cingo e la bacio. Lei contraccambia. Cerco il suo seno con le mie mani ma lei si ritrae “ No amore. Non mi sentirei a mio agio. Stavolta i ragazzi potrebbero davvero tornare da un momento all’altro” Guarda la mia delusione e poi prosegue sorridendo “Ma se ti comporti bene, credo che domani sera non avro’ voglia di uscire e di farmi la solita passeggiata. A buon intenditor…..” “ Credo che domani saro’ un marito perfetto. Piuttosto, non hai risposto alla mia domanda” Ancora una bella risata da parte sua “ Ma che razza di padre sei? Sono di tua figlia. Ho chiesto aiuto a lei dicendo che non volevo sfigurare di fronte a Barbie considerando che non mi ero certo portata da casa abiti un po’ particolari. L’unico vestito e’ quello che mi sono messa ieri quando ti ho rinchiuso nel bagno. Oggi in spiaggia l’ho presa da una parte e le ho parlato. Mi ha detto che potevo mettermi quello che volevo e ho scelto questi jeans che mi sembravano adatti per quello che mi serviva. Sexy ma con classe. E a te piacciono i pantaloni aderenti. E mi ha detto anche che potevo mettermi un paio delle sue scarpe ed ho scelto queste belle alte. Ho il vantaggio di essere piu’ alta di lei e volevo mantenere questo vantaggio” Ecco scoperto l’arcano. In effetti, non guardo minuziosamente mia figlia cosi’ come guardo mia moglie. O meglio, l’osservo con altri occhi e non mi fermo sui particolari ma ho una visione d’insieme che mi permette di approvare o meno il suo look. E quindi, non avevo compreso che erano cose che appartenevano a mia figlia. E contemporaneamente si spiega anche il motivo per cui oggi in spiaggia M. aveva preso la ragazza per un braccio. Ecco cosa doveva dirle “ Beh, complimenti. Hai ancora la taglia di tua figlia” le dico infine “ A lei stanno meno stretti. Speriamo di non averglieli deformati altrimenti, chi la sente quella!” Si mette una camicia da notte rosa e poi la vedo scomparire con in mano i jeans e le scarpe, forse per andare a sistemare gli indumenti nella camera di nostra figlia. Sento poi il rumore dell’acqua scorrere al bagno. Probabilmente si sta struccando ed infatti ricompare dopo qualche minuto con il suo bel viso completamente al naturale e mi trova a fissare il ventilatore. Potro’ accenderlo o no? E’ difficile entrare nel ruolo di marito sottomesso ma non e’ meno complicato rientrare nei panni di marito normale, soprattutto dopo quello che mi ha fatto. Capisce al volo cosa sto pensando “ Dai, accendilo altrimenti non riesci a prendere sonno” mi fa venendomi vicino. La ringrazio e mi spoglio anch’io per sdraiarmi poi sul letto. E’ stata una giornata intensa, per non parlare anche di ieri sera. Una giornata vissuta intensamente che mi ha anche un po’ sconvolto. Vedo M. mettersi a letto e poi osservarmi attentamente mentre cerco di prendere una posizione che non faccia male al mio povero sederino “ Ti fa male il culetto?” Scoppio a ridere “ Decisamente si. Non ci sei andata leggera” “ Ormai, quando indosso i panni della padrona riesco a scindere il mio ruolo di mogliettina, mio caro” “ Me ne sono accorto” “ E la mano?” “ No, sulla mano il dolore e’ ormai passato ma in quel momento…… “ Sorride di nuovo “ Volevo aggiungere un’ultima cosa” “ Cosa, amore?” le chiedo incuriosito “ Devi stare attento, Davide” mi fa enigmatica “ In che senso?” chiedo un po’ perplesso “ Nel senso che mi e’ piaciuto essere la tua padrona anche nei momenti della nostra vita normale. Mi e’ piaciuto molto e ti avverto che lo rifaro’ molto piu’ spesso di quanto tu possa immaginare. Mi e’ piaciuto talmente tanto che ho voluto continuare ad esserlo anche al rientro a casa. Avevo deciso di interrompere tutto ma avevo ancora alcune cose da fare. Dovevi essere punito per i tuoi errori e per le tue disobbedienze. Volevo vederti ancora tremante e impaurito” Gia’, ora comprendo tutto. Se fosse stato soltanto per cio’ che era accaduto con Elena, avrebbe dovuto interrompere nel momento in cui ci siamo lasciati con loro. Ed invece ha voluto continuare. La osservo con rispetto e ammirazione “ Ho avuto veramente timore ed ho tremato veramente al tuo cospetto. Di fronte a me non c’era piu’ la dolce moglie comprensiva ma una padrona dura e severa” “ Sono contenta di aver dato quest’impressione perche’ era proprio cosi’ che volevo essere e che mi sentivo. Sei pronto quindi ad essere il mio schiavo anche quando non dobbiamo fare l’amore? Soltanto perche’ io ne ho voglia?” Sono pronto? Non lo so nemmeno io. Ma non posso saperlo finche’ non lo provero’. Ed io ho voglia di provarlo. Ne ho un’immensa voglia. Anche a costo di soffrire, anche a costo di subire. Perche’ e’ questo cio’ che ho sempre immaginato nella mia vita. Ovviamente con una donna come lei. Mi avvicino a lei e la stringo vicino a me “ Si amore, sono pronto. Quando tu vorrai, mi troverai sempre pronto. Sia per essere tuo marito che per essere il tuo schiavo” La vedo sorridere e chiudere poi gli occhi. Si addormentera’ entro pochi secondi, beata lei, mentre io dovro’ penare un bel po’ come mia abitudine. Ed il telefonino? L’orologio? Quando lei decidera’, li riavro’. Non e’ questa la mia priorita’, adesso. Chiudo gli occhi anch’io ma non per cercare di dormire ma per ripensare a questa giornata e alla sera di ieri. La mia priorita’ e’ cercare di rivivere al piu’ presto questi momenti insieme a lei. E qualcosa mi dice che non dovro’ attendere a lungo. La osservo e mi viene da pensare a quando mi aveva preso per un pervertito per averle confessato le mie sensazioni. Ma quella era un’altra donna. Incredibile questo suo cambiamento. Mi viene in mente quella splendida canzone di Mia Martini. < Gli uomini non cambiano>. Bella ma c’e’ un errore di fondo nel testo. Nessuno cambia. Non solo noi uomini. Siamo quello che siamo ed anche le donne non cambiano. E quelli che cambiano, uomini o donne, davvero lo fanno solo per amore e questo suo cambiamento e' il piu' grande gesto d'amore che avrei mai potuto ricevere. Buonanotte, mia padrona. Buonanotte amore mio.
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